La politica della Serenissima tra Italia, Europa e Mediterraneo

plus NOV, 07 2023

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La Repubblica di Venezia fu uno Stato singolare, proteso tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e Oriente, e per questo fu tra i primi a sviluppare una politica estera intesa nei termini moderni, tramite l’operato degli ambasciatori, confidenti e spie e la piena consapevolezza, ai vertici governativi, delle dinamiche in atto nei diversi contesti in cui la Serenissima si collocava. Dopo decenni in cui la storia politica è stata trascurata a vantaggio di altre tematiche di ricerca, spesso sensibili a mode, con il secondo appuntamento del ciclo di seminari “Civiltà di Venezia e Stato veneziano”, promosso dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, si vuole riprendere il discorso sulla politica estera della Serenissima nei secoli XVI-XVIII, cercando di considerare in chiave comparativa le scelte strategiche della Repubblica. A fronte della neutralità perseguita in Italia, intesa nella storiografia più datata come un ripiegamento, non è stata valutata appieno la politica mediterranea di Venezia e il fatto che il dominio di un intero settore, come l’Adriatico e lo Ionio, dava autorità e prestigio alla Repubblica sul piano europeo. Da qui anche le ripetute guerre e i diversi periodi di pace con l’impero ottomano, ognuno con proprie connotazioni sul piano diplomatico e strategico. Una vitalità, quella della Serenissima, confermata dalla convinta partecipazione all’attacco congiunto contro gli ottomani nel tardo Seicento, per definire il nuovo ordine tra potenze nei Balcani e quindi nel Mediterraneo orientale. La stabilità raggiunta verso l’avversario/partner ottomano, dal 1718 in poi, fu l’equilibrio ideale, l’esito migliore di una lunga storia di conflitti e convivenza. Ma la sfida più grande e fatale per la Repubblica, si sa, non giunse dal Mediterraneo, bensì dall’Europa sul finire del Settecento.