Incontri di Musica Cinese – Fondazione Giorgio Cini
arrow_back
Eventi marzo 2012

Incontri di Musica Cinese

martedì 27 marzo ore 10.30
Conferenza a cura di stephen Jones
"Daoist ritual: funerals and temple fairs in Shanxi"
Palazzo Vendramin dei Carmini Sala A

ABSTRACT
In connessione con lo spettacolo
dei daoisti, il Dr. Jones presenterà i rituali folklorici in Cina e quelli daoisti
in particolare, per poi concentrarsi sul gruppo familiare Li dello Shanxi
settentrionale presentando la loro storia, i loro rituali, la loro liturgia
vocale e la musica strumentale, il tutto nel contesto del susseguirsi delle
moderne trasformazioni sociali, utilizzando anche in questo caso esempi
filmati.


martedì 27 marzo ore 21

Spettacolo 

Auditorium Santa Margherita

Segreteria:
tel. +39 041 2710357 +39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.it


Incontri di Musica Cinese 25 – 27 marzo 2012
Musica Daoista dello Shanxi: rituali popolari della famiglia Li a cura di Stephen Jones
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Palazzo Vendramin dei Carmini, Auditorium Santa Margherita

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione
Giorgio Cini, in collaborazione con il Dipartimento di Studi sull’Asia e
sull’Africa Mediterranea, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e con
gli Istituti Confucio di Venezia, Torino, Milano e Roma, organizza per
il terzo anno una serie di incontri dedicati alla musica cinese:

lunedì 26 marzo ore 10.30
Conferenza tenuta dal professor Stephen Jones uno dei massimi esperti di folklore musicale cinese

"A well-kept secret: folk music in the Chinese countryside"
Palazzo Vendramin dei Carmini,  Sala A


martedì 27 marzo ore 10.30
Conferenza a cura di stephen Jones
"Daoist ritual: funerals and temple fairs in Shanxi"
Palazzo Vendramin dei Carmini Sala A
 


Spettacoli 

25 marzo ore 17,  Fondazione Giorgio Cini

27 marzo ore 21,
Auditorium Santa Margherita di Venezia

IL DAOISMO RITUALE
di Stephen Jones
Lontana dall’astruso misticismo della filosofia Daoista e dai casti
preti che vivono nei grandi templi cittadini o di montagna, la vita
principale del Daoismo si trova da sempre in piccoli gruppi a carattere
familiare di specialisti laici del rito che lavorano per portare il
benessere alle proprie comunità locali. Non chiedete a questi Daoisti di
rivelarvi il significato della vita o di insegnarvi la meditazione. Ciò
che la gente in effetti chiede loro è di “fare cose” (banshi), ovvero
di celebrare rituali per chiedere alle divinità di concedere benedizioni
molto concrete. Contadini qualunque, con lunghe tradizioni ereditarie
alle spalle, essi tramandano all’interno delle proprie famiglie
complesse competenze rituali, manuali sul rito, dipinti di divinità,
talismani magici e mantra, recitando lunghe preghiere alle fiere
promosse dai templi e durante i funerali, o celebrando riti occasionali
per adempiere a voti religiosi, per ricevere un figlio in salute, per
stabilire l’armonia cosmica e sociale (con una durata compresa tra i due
e i quattro giorni).
La regione di Datong, situata a nord della provincia dello Shanxi (ovest
di Pechino) è un’area florida per questi gruppi, noti qui come yinyang.
La famiglia Li è la più prestigiosa nella contea di Yanggao, con
un’eredità di circa nove generazioni. Il leader attuale dei Li è
Manshan, figlio del defunto grande maestro Daoista Li Qing (1926-1999). I
maestri anziani di oggi erano attivi durante i primi anni del Maoismo e
hanno riacquistato vigore dopo il fine della Rivoluzione Culturale.
I suoni della liturgia vocale dei maestri Daoisti e del loro ensemble di
percussioni accompagnano le processioni e i riti di fronte alle bare o
alle immagini delle divinità, così come la loro musica melodica,
delicata e intensa, guidata dall’oboe guanzi e dall’organo a bocca ad
ancia libera sheng, un’altra componente essenziale della musica rituale
del nord della Cina. Attraversando il cosmo, a volte luttuosi (come nel
caso degli inni accompagnati), a volte comici (con le acrobazie
farsesche degli strumenti a fiato), questi maestri mantengono le proprie
comunità locali in armonia attraverso le forze curative del rituale e
della musica.
Come ogni cultura tradizionale, si tratta di un mosaico di elementi
rielaborati nel corso di molte generazioni, ma l’ispirazione principale
che riceviamo dai Daoisti di Yanggao è di poter essere testimoni di una
intensa eredità rituale ancor oggi al servizio della società
tradizionale, nell’alveo di una tradizione che possiamo, con una
attestazione prudente, considerare ininterrotta da diverse centinaia di
anni.


(traduzione di Andrea Giolai)




Nella foto: Ensemble daoista di Li Manshan