Venini: Luce 1921–1985, installation view: lampada a sospensione di Massimo Vignelli, 1955, dettaglio, Ph.Enrico Fiorese
La mostra Venini: Luce 1921 – 1985 è il risultato di un lungo programma di ricerca siglato dal progetto LE STANZE DEL VETRO, che dal 2012 propone occasioni di approfondimento della storia della rinomata vetreria Venini, accompagnate come sempre da un convegno organizzato dal Centro Studi del Vetro.
Focus del simposio questa volta è il tema dell’illuminazione dell’azienda muranese, che a partire dal primo dopoguerra ha contribuito in modo fondamentale alla crescita e all’evoluzione di questo specifico settore, sia a livello nazionale che internazionale, sdoganando in modo definitivo l’illuminotecnica da un’originaria concezione meramente decorativa.
Le ricercatezze e le innovazioni sperimentate dalla ditta spaziarono su piccola e grande scala, coprendo un arco tipologico molto ampio: dall’esecuzione di svariate tipologie di apparecchi a sospensione e lampade a parete, fino alle installazioni a soffittature luminose per navi da crociera, alberghi, stazioni ferroviarie.
I numerosi progetti -per committenze pubbliche e private- permisero inoltre a figure del calibro di Vittorio Zecchin, Napoleone Martinuzzi, Tomaso Buzzi e Carlo Scarpa, di articolare la propria creatività in diversi e stimolanti ambiti d’intervento.
Ma l’elenco di designers e architetti si arricchisce nel tempo con nomi del calibro di Gio Ponti,
Franco Albini, Massimo Vignelli, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, per citare solo alcuni dei protagonisti che contribuirono all’ideazione di oggetti e modelli tra i più innovativi ed apprezzati, eseguiti grazie alle sperimentazioni tecniche da sempre attuate all’interno dell’azienda veneziana.
Grazie all’apporto di esperti e storici dell’arte il convegno intende dunque ripercorrere alcune tappe e momenti che hanno determinato il successo della Venini anche in questo specifico segmento di produzione, dagli anni Venti ai giorni nostri, analizzando alcune particolari installazioni e progetti, come per esempio il celebre “velario” di copertura della corte interna di Palazzo Grassi a Venezia, ma anche l’installazione a poliedri progettata dall’architetto Carlo Scarpa per l’esposizione di Torino “Italia 61”.