
Concerto di musica ottomana Bîrûn

I Nefes delle confraternite sufi Bekthashi d’Istanbul e dei Balcani
Concerto conclusivo dei Seminari di Musica Ottomana 2018
a cura di Kudsi Erguner
24 marzo ore 18
Isola di San Giorgio Maggiore, Cenacolo Palladiano
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Ensemble Bîrûn 2018
Hakan Erkaraman VOCE
Berke Meyman VOCE
Burak Savaş VOCE
Buse Taş VOCE
Andriana Achitzanova Petala NEY
Giovanni De Zorzi NEY
Mert Sel TANBȖR
Deniz Halilağaoğlu KANUN
Dimitros Maragakis KEMENÇE
Nazeer Abdulhai ‘UD
Alexandros Rizopoulos PERCUSSIONI
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Per questa nuova edizione dei seminari di musica ottomana Bîrûn, che avranno luogo dal 19 al 24 marzo, 2018, con la collaborazione di CODARTS (Rotterdam) e ITU (Istanbul), Erguner ha scelto la musica dei Bektashi.
Quella della confraternita sufi Bektashi è una tradizione sufi originaria del Khorasan, regione dell’attuale Iran nordorientale. Ḥājjī BaktāshVeli, il santo sufi eponimo della confraternita, fu anche un poeta contemporaneo di Mevlâna Jalaluddin Rumî, (1207-1273). La confraternita Bektashi ha svolto un ruolo importante nella storia ottomana: la fanteria armata dell’ordine dei Giannizzeri (da yeni ceri, “giovani truppe”) fu molto legata alla confraternita Bektashi sin dalla fondazione stessa dell’ordine militare.
Due sono i rami sviluppatisi: quello degli Alevi-Bektashi in Anatolia, e quello di Istanbul e dei Balcani detto anche Tariq-i Nâzenîn “la Via degli eletti”; quest’ultimo ramo ha contribuito al fiorire di una letteratura e di una musica molto particolari, legata al sistema modale del maqâm, detta complessivamente Nefes, “soffi dell’ispirazione divina”.
Nell’area balcanica detta anche Rumeli, “paese dei romani”, la confraternita resta molto influente e ancor oggi si trovano molti centri confraternali attivi in Romania, Serbia, Kosovo, Croazia, Slovenia, Albania, Macedonia, in Bulgaria e in Ungheria, come nel caso del mausoleo che sorge sulla tomba (türbe) del maestro Bektashi Gül Baba a Budapest
La musica dei Bektashi è ancora viva in Turchia nella musica per i Semah degli Alevi Bektashi e nelle musiche dei trovatori detti Ashık.
Se la tradizione dei Nefes è, però, quasi del tutto dimenticata ad Istanbul, alcune registrazioni delle confraternite dei Balcani dimostrano, invece, come questa sia rimasta viva in area balcanica.
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