Scomparso il Maestro Fausto Razzi

L’Istituto per la Musica ricorda con affetto e gratitudine il Maestro Fausto Razzi, scomparso a Roma sabato scorso.

 

L’11 luglio di quest’anno Razzi ha donato il suo archivio personale alla Fondazione Giorgio Cini: un significativo corpus di manoscritti, documenti e registrazioni sonore in cui si riflettono diversi aspetti della sua intensa attività come compositore, studioso e direttore specializzato in esecuzioni di musica rinascimentale e barocca. Tutti questi documenti troveranno collocazione sull’Isola di San Giorgio Maggiore, a disposizione di quanti vorranno approfondire la sua opera. 

 

 

Fausto Razzi

 

Nato a Roma nel 1932, Fausto Razzi ha studiato composizione con Goffredo Petrassi e pianoforte con Rina Rossi. Ha insegnato nei conservatori di Cagliari, L’Aquila e Pesaro. Le sue prime opere sono caratterizzata da un evidente interesse per la vocalità, come dimostrano Tre poesie di Henri Michaux (1959), la cantata Die helle Stimme (1962-63), Tre pezzi sacri per coro (1963-64), Improvvisazione II (1965-66) e Improvvisazione III (1967). Del 1970 sono Musica n° 5 per trio d’archi e Musica n° 6 per 6 gruppi di orchestra (1970), cui segue Musica n° 9 per orchestra (1977-78). 

Dal 1968 la ricerca di Razzi è proceduta su un duplice binario: quello della musica strumentale e quello della musica elettroacustica, cui il compositore approda con Progetto per una composizione elettronica degli anni 1971-73. Alla vocalità Razzi torna nei primi anni Ottanta con Frammento (su testi di Pier Paolo Pasolini e Torquato Tasso, del 1981) e poi con le composizioni su testi di Alfonso Gatto: A voi che lavorate sulla terra (1982), Che nulla sia dissolto (1983) e Non venga la notte (1984). È proprio in questo contesto che avviene l’incontro con la scrittura di Edoardo Sanguineti, nella quale il compositore trova nuovi spunti e motivi di riflessione che lo portano a un forte interesse per il teatro: le azioni sceniche Protocolli (1989-92), Smorfie (1997) e Incastro (2001) riflettono la sua posizione militante nella poetica dell’avanguardia.

Nel 1976 Razzi ha fondato il Gruppo Recitar Cantando, specializzato nell’esecuzione della musica italiana del Manierismo e primo Barocco, con cui ha realizzato e diretto opere di Emilio de’ Cavalieri, Marco da Gagliano, Claudio Monteverdi, Jacopo Peri, Stefano Landi. A questo ambito dell’attività del Maestro l’Istituto per la Musica ha dedicato uno spazio di riflessione nel volume Rivisitazioni e innovazioni. La ricezione di Monteverdi nei compositori italiani dalla seconda metà del XX secolo, a cura di Gianmario Borio e Angela Carone.