Black Sun, Sardono Kusumo, Singapore 2016
Grazie ad un progetto dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, ritorna in Italia dopo più di quarant’anni uno dei pionieri (e oggi Maestro) della danza contemporanea asiatica, Sardono Kusumo, definito dal “New York Times” «il più famoso e il più ribelle dei coreografi e danzatori indonesiani».
Formatosi nello stile classico delle corti giavanesi e primo ballerino del prestigioso Ramayana Ballet di Prambanan (Giava centrale), Sardono nel 1964 riceve la sua “iniziazione” modernista a New York frequentando lo studio di Martha Graham. Coreografo, film-maker, pittore, attivista ecologista, conferenziere, performer, pedagogo, l’artista indonesiano presenta alla Fondazione Cini una nuova produzione, The Family of Man on the Sea, ispirata al tema del mare nella sua relazione con l’uomo.
La performance prende le mosse da alcune immagini di forte impatto visivo: i quadri di Delacroix e di Raden Saleh, le foto e i video di alcuni tsunami che hanno colpito recentemente l’Indonesia.
24 ott. | ore 17
Dancing with my camera on my finger
Auditorium Santa Margherita /Università Ca’ Foscari Venezia
Incontro con Sardono W. Kusumo e proiezione
Presenta Giovanni De Zorzi, coordina l’incontro Vito Di Bernardi
Evento in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali
25 ott. | ore 18
The Family of Man and the Sea
Fondazione Giorgio Cini /Auditorium ‘Lo Squero’
Performance di Sardono W. Kusumo Art Director, Coreografo e Danzatore
Compagnia: Tony “Broer” Supartono, attore;
Bambang “Besur” Suryono, danzatore, attore e vocal artist;
Astri Kusuma Wardani, danzatrice;
Nur Handayani, cantante e vocal artist;
Otto Sidharta, compositore e sound designer;
Peter Szilagyi, tour manager
Biografia
Coreografo, film-maker, pittore, attivista ecologista, conferenziere, performer, pedagogo, Sardono, artista totale e civilmente impegnato, presenta alla Fondazione Cini una sua nuova produzione, “The Family of Man on the Sea”, un site-specific ideato per lo spazio dell’Auditorium ‘Lo Squero’.
La performance – ispirata al tema del mare nella sua relazione con l’uomo, come elemento che unisce e nutre i popoli ma che può anche distruggere
e uccidere – prende le mosse da alcune immagini di forte impatto visivo: i quadri di Delacroix e del giavanese Raden Saleh, le foto e i video di alcuni tsunami che hanno colpito recentemente l’Indonesia.
La contemporaneità è presente anche nel pensiero che costantemente Sardono ha rivolto, durante l’ideazione della performance, alle tragedie dei boat people asiatici e dei migranti mediterranei. La danza e le azioni dei performer si muovono su un paesaggio sonoro – prodotto dal vivo – anche esso vasto e profondo come il mare: la musica degli strumenti tradizionali del gamelan, il canto di alcune sindhen (cantatrici del teatro delle ombre giavanese), le voci degli animali della foresta riprodotte utilizzando le tecniche vocali e corporee degli sciamani indonesiani, i suoni d’ambiente rielaborati al computer.