
I Dialoghi di San Giorgio. Le atmosfere della libertà

La scelta del tema è frutto di riflessioni che prendono spunto da una esperienza estetica.
Su una parete della Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena, un celebre affresco di Ambrogio Lorenzetti descrive i “principi” del buon governo: i protagonisti (governo e giustizia) e le virtù fondamentali per l’esercizio ‘buono’ del potere (fede, speranza, carità, sapienza, concordia, fortezza, equilibrio).
Su una seconda parete della Sala dei Nove un altro affresco compone il racconto degli “effetti” del buon governo.
L’osservazione di questi affreschi comunica una sensazione di ordine, pace, sicurezza, serenità, prosperità. Il ciclo lorenzettiano si chiude con “l’allegoria e gli effetti” del cattivo governo, dove si rappresenta l’idea di “tirannia”, di un tipo di governo, cioè, che non guarda al bene comune ma ai ristretti interessi di chi governa.
Per ottenere lo squallido risultato il tiranno, che come consiglieri tiene i “vizi”, ha dovuto per prima cosa neutralizzare la “giustizia” che, legata e spogliata, è ormai priva delle sue prerogative.
Ne conseguono effetti devastanti per la città e la campagna, ridotte a scenario di angherie e violenza, teatro
di morte e distruzione, dove nessuno lavora e soltanto il fabbro prospera con la sua mortifera attività di costruttore d’armi. Da tempo politici, filosofi e scienziati sociali discutono le condizioni necessarie per il funzionamento della democrazia.
La loro attenzione, tuttavia, è stata prevalentemente rivolta alle leggi, alle costituzioni, ai meccanismi elettorali, in una parola alle ‘procedure’. Minore attenzione è stata dedicata all’analisi della ‘ecologia‘ che rende ‘vivibili’ le forme istituzionali della democrazia, alla ‘atmosfera‘, così efficacemente rappresentata nell’affresco di Lorenzetti, in cui il buono o il cattivo governo influenza e allo stesso tempo è influenzato
da ogni elemento del paesaggio sociale: dall’economia domestica all’agricoltura, dal commercio alle forme di vita sociale.
Partecipanti: Giorgio Agamben, Philippe Descola, Francois Jullien, Gilles Kepel, Derrick de Kerckhove, Bruno Latour, Giovanni Levi, Sebastiano Maffettone, Ignacio Ramonet, Richard Rorty, Peter Sloterdijk, Isabelle Stengers e il poeta Adam Zagajewski.
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