Marsilio Editori, Venezia – Pagina 5 – Fondazione Giorgio Cini

Teste di fantasia del Settecento veneziano

INDICE

Teste di fantasia del Settecento veneziano

Giuseppe Pavanello, «Leggiadrissime teste fatte a capriccio»

Renzo Mangili, Irrelati sguardi in una stanza da nobile: teste di fantasia da una dimora viscontea

Adriano Mariuz, «Questi xe visi…nu depensemo delle maschere»: Giambattista Piazzetta e gli incisori delle sue ‘mezze figure’


Catalogo delle opere a cura di Renzo Mangili

Apparati

Bibliografia

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Venezia 1806

Il 1806 fu un anno drammatico per la Chiesa
veneziana, con una soppressione generalizzata di quasi tutti i
monasteri e i conventi, i cui beni vennero incamerati dal demanio. Il
napoleonico Regno d’Italia portava così al compimento il percorso
iniziato anni prima con i provvedimenti della Municipalità Provvisoria:
la lotta contro la Chiesa cattolica e i suoi beni raggiungeva ora il
suo punto più elevato. Anche l’abbazia benedettina di San Giorgio
Maggiore, il più ricco e dotato di tutti i monasteri della laguna,
venne soppresso, i beni confiscati e i monaci trasferiti a Padova
nell’abbazia di Santa Giustina. Grazie all’ultimo libro della Cronaca,
fortunosamente salvato e da poco ritrovato, è stato possibile
ricostruire i suoi ultimi tre anni di vita, inserendone le
vicissitudini nel contesto storico e ambientale sia di Venezia che
dell’Europa.

 

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Giuseppe Santomaso e l’opzione astratta

In occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Giuseppe Santomaso (Venezia 1907-1990) Intesa Sanpaolo e la Fondazione Giorgio Cini hanno promosso, con il sostegno della Regione del Veneto, la mostra Giuseppe Santomaso e l’opzione astratta, una retrospettiva dell’attività del maestro veneziano dagli esordi fino alla grande stagione della maturità. La comprensione dell’originalità del pittore veneziano è stata in questa occasione messa alla prova del confronto; l’esposizione non ha voluto essere solo monografica, bensì una opportunità per rileggere buona parte della pittura italiana ed europea della seconda metà del Novecento. Sono state proposte, pertanto, opere di Afro, Renato Birolli, Mario De Luigi, Leone Minassian, Armando Pizzinato, Emilio Vedova, Bice Lazzari, Tancredi, Antonio Corpora, Virgilio Guidi, a testimoniare il dialogo a distanza più o meno ravvicinata che Santomaso ha intrattenuto con i protagonisti dell’astrattismo italiano.
Sono inoltre state esposte le principali prove grafiche che Santomaso ha realizzato a partire dalla seconda metà degli anni trenta. Il catalogo si apre con Un ricordo di Enrico Crispolti; seguono gli scritti di Nico Stringa e Francesco Tedeschi che analizzano rispettivamente l’opera pittorica e quella grafica del maestro; il volume è poi arricchito da saggi di approfondimento di Sileno Salvagnini (Peggy Guggenheim e Giuseppe Santomaso), Marzia Ratti (I premi in Italia nel primo dopoguerra), Stefania Portinari (“Come suonare uno strumento”), e si chiude con il catalogo completo delle opere esposte.

INDICE

Un ricordo breve come un saluto
Enrico Crispoldi

L’OPERA PITTORICA
Nico Stringa

Gli esordi 1926-1937
L’inizio di un percorso

La modernità 1938-1945
Tra Italia e Europa

Dalla Secessione al Fronte nuovo delle arti
La svolta degli anni Quaranta

Dall’Astratto-Concreto all’Informale
L’esperienza astratta

Oltre l’informale
Verso una nuova modernità

Dalle “Lettere a Palladio” alle opere estreme
La Venezia salvata

L’OPERA GRAFICA DALLA COLLEZIONE INTESA SANPAOLO
Introduzione
Fatima Terzo Bernardi

Santomaso, dal colore inciso al segno dipinto. E viceversa
Francesco Tedeschi

Opere grafiche in mostra

APPROFONDIMENTI

Peggy Guggenheim e Giuseppe Santomaso
Sileno Salvagnini

I premi in Italia nel primo dopoguerra
Marzia Ratti

“come suonare uno strumento”
Stefania Portinari

CATALOGO DELLE OPERE
L’opera pittorica
L’opera grafica

APPARATI
a cura di Laura Poletto e Elisa Prete

Biografia

Esposizioni

Bibliografia

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“Vaghe stelle dell’orsa…”

La serie dei volumi sui grandi generi della letteratura italiana si conclude con questo, dedicato alla lirica; ultimo, ma idealmente primo, perchè la lirica è davvero il genere principe della nostra tradizione: in primo luogo cronologicamente, perchè lirici sono i testi letterari più antichi (fino a importanti scoperte che negli ultimi anni hanno movimentato un campo nel quale sembrava che non ci fosse altro da raccogliere); poi per l’altezza cui ben presto giunse il genere, quando Petrarca lo riavviò su basi nuove, proseguendo e insieme superando il grande inizio dei trovatori provenzali; in terzo luogo, per la sua durata: solo nella letteratura italiana è possibile che un autore dell’Ottocento ripeta molte parole di un lirico di cinque secoli prima, appunto il Petrarca; per non dire della presenza di Dante nel Novecento lirico, per esempio in Montale. E’ una condizione unica nel quadro delle altre letterature europee, romanze e germaniche, nelle quali di una tradizione attiva fino ai tempi moderni – o fino alla soglia dei tempi (post?) moderni – non si può parlare prima del XVI o piuttosto del XVII secolo. Una simile situazione, così intrinsecamente connessa alla nobile dignità intellettuale dell’italiano, dipende dalle vicende della lingua e della cultura, dall’essere stato il Petrarca promosso a modello durante il Rinascimento, con effetti durevoli anche su autori che, come Leopardi, non possono certo dirsi petrarchisti. In tal modo la lirica italiana ha dato vita a un discorso eletto, aristocratico; ma di un’aristocrazia formata, come dicevano i poeti del Dolce stil nuovo, da chi è gentile di cuore, da chi è capace di intelligenza e di affetti.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

“Vaghe stelle dell’orsa…”

La più antica testimonianza di poesia lirica italiana
di Alfredo Stussi

Allocuzione e apostrofe nella poesia delle origini
di Giorgio Colussi

Avere e non avere: dai trovatori a Petrarca
di Roberto Antonelli

Lingua e testi della scuola poetica siciliana
di Rosario Coluccia

“Oltre la spera che più larga gira”: esempi di realismo rapsodico nella Vita nuova
di Marco Santagata

Battaglia di pensieri e nuovi amori nel dopo-Berenice: “Voi che ‘ntendendo” tra Vita nuova e Convivio
di Aldo M. Costantini

Petrarca e l’invenzione del “Canzoniere”
di Stefano Carrai

Petrarca, la lirica, la musica
di Guido Capovilla

Boiardo innamorato, o il “vivere forte” di un amante
di Tiziano Zanato

Fra petrarchismo e Barocco. Le Rime di Torquato Tasso
di Arnaldo Di Benedetto

Le seduzioni barocche della “Sirena marina”
di Andrea Battistini

Dare del tu all’universo
di Manlio Pastore Stocchi

Il canto della donna al telaio e il dialogo con l’assente: A Silvia di Leopardi
di Francesco Bruni

L’interlocutore ideale. Fine dell’errore di Niccolò Tommaseo
di Fabio Danelon

La Creazzione der Monno e i primi sonetti biblici di Belli
di Pietro Gibellini

Montale tra Leopardi e Schopenhauer. Lettura di Spesso il male di vivere ho incontrato…
di Luigi Blasucci

Il dialogo con le ombre. Note sulla poesia di Giorgio Caproni
di Silvana Tamiozzo Goldmann

La linea metafisica nella poesia italiana del Novecento: esiti di fine Millennio
di Maria Antonietta Grignani

Appendice

Scrittori contemporanei. Incontro con Patrizia Valduga
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

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Rosalba Carriera “prima pittrice de l’Europa”

INDICE

Franca Zava, «M.lle Rosalba très vertueuse pentresse»
Adriano Mariuz, ‘Grazia’ e ‘verità’: la ritrattistica di Rosalba Carriera
Piero Del Negro, Rosalba Carriera: la famiglia e la società veneziana
Bernardina Sani, Note al carteggio di Rosalba Carriera
Manlio Brusatin, Color Rosalba. Sul pastello e altro
Giuseppe Pavanello, Rosalba 1757 – 2007
Bibliografia
Esposizioni

 

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