Marsilio Editori, Venezia – Fondazione Giorgio Cini

Gli affreschi nelle ville venete

È dedicato al Seicento il secondo dei quattro volumi della collana «Gli affreschi nelle ville venete», nella quale sono raccolti i frutti della ricerca e della catalogazione scientifica curate dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini su incarico dell’Istituto Regionale per le Ville Venete. Nel corso del Seicento la “civiltà di villa” non mostra battute d’arresto, e anzi progredisce lungo tutto il secolo il fenomeno di penetrazione del patriziato nei territori della Serenissima. Non senza importanza è l’affacciarsi alla ribalta della scena sociale e politica di nuove famiglie mercantili che, con il titolo nobiliare, acquisiscono anche i costumi del rango e l’ambizione autopromozionale tramite residenze sontuose a Venezia e in campagna. Dappertutto compaiono nuovi cicli decorativi. Nei primi tre decenni del secolo la resistente tradizione tardocinquecentesca di matrice postveronesiana detta ancora legge, ma verso la metà del secolo i germi del rinnovamento artistico in atto a Venezia trovano eco anche nella Terraferma, sino all’affermarsi della sensibilità barocca che gioca metaforicamente tra vero e falso, tra apparire ed essere. Sulle pareti delle ville tutto diventa illusione e inganno visivo. È il trionfo della quadratura che finge una seconda architettura e sembra trasformare e sovvertire quella reale, un genere per la prima volta studiato e catalogato sistematicamente in ambito veneto.

Giustizia “contaminata”

La situazione era conosciuta, si sapeva, a Venezia e fuori, che dei
giudici della Quarantìa, massimo organo della giustizia veneta
spratutto in materia civile, si lasciavano corrompere, ed erano
concussionari. Lo scandalo, e il conseguente processo, verranno fuori
quando degli anonimi – ma neppur tanto anonimi…- lanceranno l’accusa
che a corrompere quei giudici erano degli ebrei, e non già per cause
che li riguardassero personalmente, bensì per conto di litiganti che si
rivolgevano a loro come mediatori ben introdotti nel mondo nobiliare.
Si profila sullo sfondo la Venezia del terzo decennio del Seicento. Una
Venezia appena uscita dalla pestilenza del 1629-1630, colpita dalla
crisi economica e da una crisi politica che aveva profondamente diviso
il suo patriziato, messo i ricchi contro i poveri, e organismi
giudiziari di cui facevanno parte i più ricchi contro quelli dove
entravanno i meno ricchi. Una Venezia dove stava crescendo e
consolidandosi la comunità ebraica, che sembrava vicina a integrarsi –
lo sperava il grande rabbi Leon Modena – con quella cristiana. Una
speranza che sembrerà vanificata dal processo sulla Giustizia “contaminata”.

INDICE

Prefazione

Giustizia “Contaminata”

Corruzione tra i guidici dell Quarantia?

Si avvi il processo sulla “contaminazione” della giustizia

Uno sguardo sul mondo dei protagonisti
Nobili, “mezzani” e poveri
Gli ebrei
Il problema giudizario della corruzione nobiliare

Lo svolgersi e il concludersi del processo sulla “contaminazione” della giustizia

Conclusione.Stracichi del processo sulla “contaminazione” della giustizia

Indice dei nomi

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I gesti del principe

Occupandosi delle più importanti e suggestive feste di Stato a Firenze
e Venezia nel Rinascimento, il libro intende offrire una nuova
riflessione metodologica su come lo studio della festa possa servire a
comprendere le conseguenze molteplici dei dinamismi temporali.
In particolare, si cerca di valutare l’importanza delle connessioni e
frizioni che riti e cerimonie hanno con l’incidere del tempo – cioè
l’azione del procedere storico sull’espressione di comportarrtenti e
simboli della ritualità del potere -, cercando di intuire come
l’elaborazione e il controllo di tale ritualità siano stati applicati,
e quali risultati abbiano ottenuto, in contingenze storiche diverse.

INDICE

Prefazione
Richard C. Trexler

Ringraziamenti

Abbreviazioni

Introduzione

Parte prima. Morte e intronizzazione del Principe

Un principe repubblicano
Il modello toscano

Parte seconda. Fra quattro e cinquecento
Firenze, la celebrazione e la crisi
– La repubblica in corteo
– Il bel San Giovanni

I riti dei veneziani
– Serenissime processioni
– L’Ascensione
– Fine del medio evo

Triumphi
– Stranieri a Firenze nel Rinascimento
– Le molte Venezie

Parte terza. L’ autunno del Rinascimento

Una famiglia, un duca, l’urbs
– Un nuovo culto
– Riti d’ingresso e architetture effimere
– Feste di popolo

Venezia e gli ultimi trionfi
– Crisi politiche e tenuta delle forme
– I rituali d’accoglienza nel Cinquecento
– Ancora sulla Sensa

Conclusione

Fonti manoscritte

Fonti a stampa

Bibliografia

Indice delle illustrazioni

Indice dei nomi

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Il libro dei monti e dei mari (Shanhai Jing)

Complessi sistemi montuosi e intrichi di fiumi e acque, percorsi e
costellati da animali e vegetali portentosi con propietà terapeutiche,
magiche e augurali; tradizioni popolari e osservazioni naturalistiche;
eventi mitologici e prescrizioni rituali; fantasiose liste di bizzarre
etnie di terra e mare; genealogie leggendarie e gesta di antichi eroi
civilizzatori. Questo e altro offre lo Shanhai jing,
opera tra le più note misteriose di tutta la letteratura cinese, che
raccoglie i resti spesso frammentari di testi assai diversi tra di loro
per provenienza e contenuti, probabilmente composti a partire dal IV
seccolo a.C. Giunta a noi attraverso millenarie e tormentare
vicissitudini che restano in gran parte sconosciute , questa
affascinante ed enciclopedica cosmografia estremo-orientale viene oggi
sottoposta all’attenzione die lettori nella sua prima tradizione
italiana, corredata da un ampio e rigoroso commento filosofico condotto
su tutte le principali edizioni antiche moderne.

INDICE

Tavola delle abbreviazioni

Introduzione

– Descrizione dell’opera
– Il problema della classificazione
– Provenienza e datazione
– La trasmissione in forma manoscritta
– Le edizioni a stampa
– Tabelle

Libro dei morti e dei Mari. Traduzione annotata

Premessa

PARTE PRIMA. Monti delle Cinque Regioni Centrali
(Wuzang shanjing)

– Libro dei Monti Meridionali
– Libro dei Monti Occidentali
– Libro dei Monti Settentrionali
– Libro dei Monti Orientali
– Libro dei Monti Centrali

– Piepilogo geografico

PARTE SECONDA. Le Regioni Marittime
(Haijing)

– Libro dei Paesi oltre il Mare Meridionale
– Libro dei Paesi oltre il Mare Occidentale
– Libro dei Paesi oltre il Mare Settentrionale
– Libro dei Paesi oltre il Mare Orientale
– Libro dei Paesi meridionali all’interno del mare
– Libro dei Paesi occidentali all’interno del mare
– Libro dei Paesi settentrionali all’interno del mare
– Libro dei Paesi orientali all’interno del mare

PARTE TERZA. Le Grandi Distese d’ Oltremare
(Dahuang jing)

– Libro delle Grandi Distese Orientali
– Libro delle Grandi Distese Meridionali
– Libro delle Grandi Distese Occidentali
– Libro delle Grandi Distese Settentrionali

PARTE QUARTA.Appendice sulle Regioni Marittime
(Hainei jing)

– Libro dei territori all’interno del mare

Glossario

Bibliografia

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Ambiente veneziano, ambiente veneto

Il libro tratta degli uomini che reggevano la Repubblica di Venezia,
degli ordinamenti che essi si erano dati, dell’azione di governo che
svolgevano, delle idee che ne erano alla base, dei fini che essa si
proponeva: ma in particolare si sofferma sulla loro politica culturale.
Politica culturale che è fatta di scelte di moduli architettonici e
urbanistici; dei messaggi storici, politici, religiosi affidati alla
pittura ufficiale, delle interpretazioni del passato e del presente
contenute nella storiografia, specie in quella «pubblica». Politica
culturale che si esprimeva inoltre nella proiezione sulle terre del
Dominio veneto della propria cultura di governo, della sua prassi, dei
suoi modi di istituire i rapporti con i sudditi, di coinvolgerli
psicologicamente mediante i simboli, le immagini, la coreografia, la
suggestione che la Serenissima Signoria poteva esercitare ostentando il
proprio splendore e la propria grandezza. Quanto era avvenuto nei
confronti della terraferma dall’inizio del Quattrocento in poi: in
altre parole, il tema di Ambiente veneziano, ambiente veneto.

INDICE

Prefazione

Venezia regina

Cultura, politica e religione nella «pubblica storiografia» veneziana del ‘500

Marin Sanudo il giovane: dalla cronaca alla storia

Domenico Morosini, Niccolò Machiavelli e la società veneziana

La società veneziana del Binascimento in un’opera di Paolo Paruta:
Della perfettione della vita politica

La donna, l’amore e Tiziano

Intorno al cardinale Ottavio Paravicino, a monsignor Paolo Gualdo
e a Michelangelo da Caravaggio

Politica, cultura e religione a Venezia tra manierismo e barocco

La politica culturale della Repubblica di Venezia
nell’età di Giovan Battista Benedetti e di Andrea Palladio

Ambiente veneziano, ambiente veneto. Governanti e governati
nel Dominio di qua del Mincio nei secoli XV – XVIII

Indice dei nomi

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Venezia da Stato a mito

INDICE

Giancarlo Galan, Feliciano Benvenuti, Presentazione

Venezia da Stato a mito

Alessandro Bettagno, La mostra “Venezia da Stato a mito”

Eduard Hüttinger, Venezia come mito

Eugenio Turri, Una cartografia per amministrare e per glorificare

Alessandro Fontana, Civitas metaphysica

Lionello Puppi, Dal mito allo Stato. Nota sull’illustrazione pittorica di una tarda integrazione dell’agiografia marciana

Giuseppe Pavanello, L’immagine di Venezia da Canova a Byron

John Pemble, Venezia e l’immaginario moderno. L’idea di Venezia nella cultura britannica

Marina Magrini, Un “figlio adottivo” di Venezia: John Ruskin

William H. Gerdts, “Un sogno di bellezza e di colore”: pittori americani a Venezia

Xavier Tabet, Venezia e la Francia: ombre e luci

Francesca Castellani, “L’éclat de la lumiére et le luxe de la
couleur”. Un itinerario nel mito dei maestri veneti attraverso le copie
francesi dell’Ottocento

Sylvie Paytin, La Venezia di Monet

Giuseppina Dal Canton, Venezia nella pittura del Novecento tra fenomeno, mito e idea

Catalogo delle opere

Schede critiche delle opere

Bibliografia

Esposizioni

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Paradosso del farmacista

In ultima istanza, il «paradosso» che dà titolo a questo libro è il
pluridecennale shock che stringe in una sola, unica, le due biografie –
l’umana e – l’intellettuale – del Metastasio. Da una parte quella
dell’ipocondriaco più tipico – malato inutilmente di tutto e di niente
– e dall’altra quella di colui che «dopo essersi inutilmente affannato
ad accordare nel canto il raziocinio umano ai decreti della
Provvidenza» si trova a dovere auto-effigiarsi da vecchio in una stele
immaginaria che spiega come «nel secolo Settecento sia vissuto un abate
– tal Metastasio – poeta soffribile fra i cattivi, non brutto e non
bello ecc. fedele ma inutile, provveduto di voglia di far bene e nudo
ne’ mezzi per farlo, che perdé tutta la sua vita per istruir dilettando
il genere umano».
Protagonista dello srotolarsi delle pagine di questo libro, è anche la
vicenda del Farmaco, la cui peripezia si snoda dalla realizzazione del
sacrificio umano, a quella del narcotico e, infine, a quella del
tranquillante.

INDICE

Pars Prima: Tre farmaci. “Attesa”

Policrite soffocata dagli scialli
Ad omnem lippitudinem
Trasportata in colle aprìco mai non scordi il bosco antico

Altera Pars: Né Re né Pastore, altri canti d’ aminta
«Peripezia e Parafrasi»

Gli innocenti cancheretti
Homo homini agnus (1751)
Una gran brutta botta (primo novembre 1755)
Transizioni di fase: «Rousseau uno-due-tre» poi «Mozart» (1762 -1775)
Sogno d’un ecosistema regressivo complicato dalla semplicità (1765 -1980)

Pars Extrema: Svanire è dunque la ventura delle venture
«Catastrofe»

Gutbube Bürstenbinder e il recupero mancato dei quattro ritratti scomparsi del principe Galitzine
Morire di placebo

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Le complessità  dell’ordine

Diritto e destino. Diritto, società e destino. Queste le pietre
angolari attorno alle quali questo libro si interroga nel tentativo di
ricostruire la storia del rapporto tra le istituzioni politiche
veneziane e il processo penale d’antico regime inteso come problema.
[…]
Una giustizia che è parte di un sistema che non si fa illusioni né
sull’uomo né sul mondo né su se stesso, senza smanie progettuali,
attese o redenzioni. Una giustizia che infligge destino. Facendo così
affiorare il suo risvolto ardente: l’eco della voce degli ultimi (le
cui vicende sono qui narrate con indulgente dolcezza) della storia e
della vita nella loro immensa e triste tradizione, in
quell’emergenzialità quotidiana che è necessità, che è regola, la loro.
Un libro di dubbi dunque, dove le chiavi interpretative della
sovranità, dell’ordine conflittuale veneziano, sono ricercate nella
cifra della complessità e dell’ambiguità sistemica, della necessità e
del paradosso, e nel rapporto tra disincanto e pietas.

INDICE

Presentazione
Gaetano Cozzi

Ringraziamenti

Verso il Cinquecento. Una introduzione d’ambito medievale veneziano

Pax apparens
Definizione e assestamento di un sistema di giudizio
Gli Statati. Una tradizione ambigua
Il nodo trecentesco e le nuove urgenze

Tra inquisitorio e accusatorio. Il processo penale cinque-seicentesco e l’ordine conflittuale veneziano

Le ragioni del principe e i modi del giudicare: due sistemi per una giustizia

«Nonostante le rigorose leggi in tal proposito», Un incipit dal Dominio

Le forme della complessità. Riti, competenze, garanzie e conflitti: l’accusatorio veneziano tra diritto e società

Le forme della necessità. «Sirte strepitu»: l’inquisitorio veneziano e le
voci della gente tra disincanto e pietas

Esecutori contro la Bestemmia ed altre novità. Primi decisi passi verso la degenerazione del sistema

La «pronta espeditione» dei processi. Le preoccupazioni del legislatore
e le logiche dell’emergenza

Fonti archivistiche e manoscritti

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L’immagine e la scena

Questo
nuovo volume sulla storia della scenografia nel Teatro la Fenice di
Venezia è dedicato all’opera di Giuseppe e Pietro Bertoja, due artisti,
padre e figlio, che hanno lavorato dal 1840 ai primi anni del Novecento
nel teatro veneziano.
Il periodo in cui Giuseppe è responsabile dell’allestimento scenico
alla Fenice coincide con il momento delle grandi cinque prime
rappresentazioni verdiane, di cui egli curerà la memorabile messa in
scena per Attila, Rigoletto e La Traviata.
Giuseppe ha rappresentato per molto tempo il prototipo dello scenografo
romantico e ha espresso il punto massimo della scuola veneziana di
scenografia, affermandosi come uno dei maggiori artisti dell’epoca in
questo campo. Il figlio Pietro, collaboratore del padre fin dalla
giovane età, è l’espressione della crisi che la scenografia registra
verso la fine del XIX secolo con l’avvento delle case d’arte. Ma Pietro
saprà reagire, opponendo alla dilagante serializzazione una tecnica
pittorica fortemente espressiva, utilizzata in alcuni importanti
allestimenti: Il re di Lahore, Rienzi e Mefistofele.

A testimonianza dell’imponente lavoro svolto da questi due artisti
restano moltissimi bozzetti, più di un migliaio di fogli, la maggior
parte dei quali conservati al Museo Correr di Venezia e in collezioni
private, dei quali viene fornito l’elenco completo.

Promosso dagli Amici della Fenice, questo volume prosegue il lavoro di
ricerca, sistematizzazione e schedatura dei materiali relativi alla
storia della scenografia del Teatro la Fenice, iniziato con L’immagine
e la scena. Bozzetti e figurini dell’archivio del Teatro la Fenice
1938- 1992 e proseguito con Giuseppe Borsato, scenografo alla Fenice
1809-1823 e Francesco Bagnara, scenografo alla Fenice 1820- 1839.

INDICE

Maria Teresa Muraro, La famiglia Bertoja

Maria Ida Biggi, Introduzione al catalogo dei disegni

Giuseppe e Pietro Bertoja scenografi alla Fenice

Maria Ida Biggi, Appendice

Elenco dei disegni conservati al museo Correr di Venezia, al Museo Civico di Pordenone e nelle collezioni private

Documenti

Bibliografia

Indice dei nomi

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Venezia e l’Austria

Due le iniziative realizzate dalla Fondazione Cini, grazie al sostegno
finanziario della Regione Veneto, nel 1997 in occasione del
bicentenario della caduta della Serenissima: la mostra Venezia da stato
a mito e il convegno, del 28-31 ottobre, appunto, 1997 su Venezia e
l’Austria. Lo si noterà: il 1797 è implicito, sottinteso più che
esplicito oggetto di riflessione.E ciò a ragion veduta, di proposito.
Proprio perché, lungo il 1997, il 1797 è stato protagonista in varie
manifestazioni – a Padova, a Verona, a Brescia,a Venezia e altrove – è
parso eccessivo insisterci direttamente. E d’altronde, col 1797, la
Fondazione aveva, in certo qual modo, assolto il suo debito, giocando
d’anticipo, col XXXVIII corso d’alta cultura del 2-14 settembre 1996 il
quale, intitolato Il 1797 e le metamorfosi di Venezia, aveva avuto agio
di trattare degli atteggiamenti della società veneta nel dissolversi
della Repubblica, di Napoleone, dell’apertura del ghetto, della
municipalità provvisoria e di quant’altro nel 1797 e paraggi risultava
conficcabile o dal 1797 e paraggi era parso evincibile. Altra cosa,
invece, il successivo corso d’alta cultura, il XXXIX, quello svoltosi
dall’1 al 13 settembre del 1997 all’insegna del titolo Precipitare la
fine anticipare l’inizio: «succisa virescit», che un po’ vien da
estendere al volume qui presentato. Nettamente recisa, in effetti, la
Venezia capitale, ma pur sempre respirante e viva anche poi, anche
sotto l’Austria, e via via con più lena e con più determinazione,
sempre meno in gramaglie, sempre meno a lutto.Non solo rimpianto di
grandezza perduta, di glorie passate la Venezia sotto Vienna. Ma anche
operativa, fattiva, volitiva, con impegno nel presente, con l’occhio
all’avvenire. Connotabile, in effetti, pure la Venezia ottocento, anche
se non più dominante, anche se sotto l’Austria.
Donde la messa a fuoco del convegno Venezia e l’Austria i cui atti
questo volume raccoglie. Naturalmente – come capita agli atti dei
convegni in genere – il passaggio dall’oralità alla scrittura comporta
delle perdite. In altre parole mancano in questi atti due relazioni che
pur hanno giocato un ruolo importante nell’impianto meditato del
convegno. In quella sede Paul Ginsborg aveva parlato del biennio
rivoluzionario, ossia del 1848-49, e Giandomenico Romanelli era
intervenuto sull’arte di governo e sul governo dell’arte. Spiace non
abbiano consegnato un testo per la stampa. E peccato, soprattutto,
manchi quello di Romanelli: ancor viva, in quanti hanno avuto modo di
sentirlo, l’impressione del suo intervento di largo e slargante
respiro.Ampio il ventaglio tematico proposto dal volume: via via
trapassa dalla vicenda letteraria, figurativa e musicale all’aspetto
istituziona1e e da questo alla costituzione delle fonti della memoria
mirata a ricostruenti esiti storiografici sino a concludersi
coll’insorgenza quarantottesca. E da segnalare – tra gli autori dei
contributi – la presenza di studiosi austriaci i quali hanno fornito il
loro testo in italiano. Evidentemente lo padroneggiano. Per intendere
quel che ha detto la Venezia austriaca si sono sforzati in tal senso. E
gliene va dato atto.

INDICE

L’Austria e Venezia di Brigitte Mazohl- Wallnig

La promozione delle arti da Leopoldo Cicognara a Pietro Selvatico

La vita musicale a Venezia dal 1815 al 1866

Il letterato e la storia. Ippolito Nievo

Da Tommaseo a Nievo

Il trapasso

La Chiesa

Il diritto austriaco e la società veneta

Il matrimonio fra obbligo e privilegio (Veneto e Bassa Austria, sec. XIX)

Vecchi poveri e nuovi borghesi. La società veneziana nell’Ottocento asburgico

Cenni sulla presenza ebraica a Venezia durante la dominazione austriaca

La politica linguistica nella Monarchia asburgica
Nobili veneziani al servizio dell’Austria

La gestione del patrimonio librario

Gli archivi della Serenissima. Concentrazioni e ordinamenti

La Chiesa

Intorno alla leggenda nera di Venezia nella prima metà dell’Ottocento

«Venezia e le sue lagune» e la politica del diritto di Daniele Manin

Dal rimpianto alla ricostruzione storiografica

La storia scolpita: il «Panteon Veneto»

Il Veneto nel Risorgimento fino al 1848

Per una storia della Guardia civica a Venezia nel 1848-49

Tra sabaudismo e mazzinianesimo

La pubblicistica veneziana nel 1848-49

Il potere delle immagini. Gli inni patriottici, i canti popolari e le stampe della rivoluzione del 1848

Venezia da Patria a Nazione: un percorso

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