Leo S. Olschki Editore, Firenze – Pagina 18 – Fondazione Giorgio Cini

Malipiero Maderna 1973 – 1993

Malipiero-Malipiero
/ Malipiero-Maderna / Maderna-Maderna: nonostante la evidente
tripartizione schematica, questo non è un libro «proporzionato»,
raccoglie infatti saggi e interventi di studio di diverso formato e in
nessuna delle tre ‘sezioni’ che lo compongono paò dirsi organico,
esaustivo. Prevale innanzitutto l’ultimo Malipiero (che è anche il
Malipiero meno noto, il Malipiero desuetissimo) ovvero prevale un
Malipiero tangenziale al suo stesso esercizio primario di
«compositore-creatore» senza vincoli di mestiere.
Si scrive poi, per contro, ad equilibrare lo sbilancio, solo del
primissimo Maderna, il Maderna degli esordi, mettendo a fuoco aspetti
di molte questioni ancora molto aperte.
Al centro di quest’assetto monografico gli studiosi si sono dedicati
alle «relazioni» interpersonali, inter-poetiche, sviluppando il tema
che dà titolo a tutta la raccolta; ma senza ordine o ordini prescritti
e previsti. Eppure nonostante la gracilità dell’impianto apertissimo,
sia gli argomenti che i metodi di approfondimento filologico, usati per
indagarli, trasferiscono in questo libro dati di novità non
trascurabili.
Del resto è anche vero che questo è un libro d’occasione, generato da
un accumulo di indagini diverse sollecitate dalla ricorrenza del
ventennale della scomparsa dei due autori veneziani, entrambi, maestro
e allievo, vecchio e giovane scomparsi, pressoché assieme, nel 1973
(1973-1993). Indagini stimolate dal fatto che uno, il giovane, ha
parlato più volte ma sempre in modo piuttosto leggendario dell’altro
come di un suo maestro, un maestro atipico, ma importante.
Mi è doverosa un’ultima considerazione e un ricordo: il gruppo degli
studiosi che partecipano a questa miscellanea è generazionalmente
eterogeneo; è un fatto che aspira ad essere un pregio: il segnale di un
incontro e di uno scambio di esperienze e di continuità nell’evoluzione
delle conoscenze di chi ama e studia questi autori. Basti pensare che
Mario Messinis, nel 1971, fu l’editor dell’ultima raccolta, per altro
anch’essa congeriale, di studi malipieriani prodotti in simultanea a
Malipiero ancora in vita. Tra gli altri, a partecipare a questo
incontro c’è, nell’indice del libro, anche lo scomparso John
Waterhouse: si pubblica infatti in questo volume l’ultimo dei suoi
saggi, ultimo frutto del ventennale lavoro di indagini sull’opera di
Malipiero: un saggio ancora inedito. Per tutti noi la sua assidua
partecipazione a tutte le discussioni sulla musica italiana del
Novecento, in tutte le sedi, e la sua opera di promozione e
valorizzazione dei musicisti italiani tutti, non sono soltanto dei
commossi ricordi, sono degli esempi sempre attuali e tuttora viventi.

INDICE

Premessa del curatore

Introduzioni
1. Mario Messinis, Malipiero, vent’anni dopo (1973-1993)
2. Marzio Pieri, Parlata per una gita al faro Malipiero

Parte I
GIAN FRANCESCO MALIPIERO

Paolo Cattelan, Il «Sogno» dannunziano, ovvero «come sbarazzarsene». Ariele, Bonaventura a il teatro di Malipiero
Tilman Schlömp, La canzone d’opera e l’opera come canzone. Struttura e funzione di una forma nel teatro del primo Malipiero
Emilio Sala, Malipiero al Teatro Greco di Siracusa. Le musiche di scena per l’«Ecuba» di Euripide (1939) e l’«Orestea» di Eschilo (1948)
John C. G. Waterhouse, Gian Francesco Malipiero e la decafonia
Laura Zanella, Otto auto-imprestiti per un’opera nuova. Gian Francesco Malipiero e l’epilogo drammatico degli «Eroi di Bonaventura» (1968)

PARTE II
MALIPIERO E MADERNA

Francesca Magnani, Il canto nell’immaginario teatrale di Malipiero e Maderna
Rossana Dal Monte, Tracce di Malipiero e Maderna nei registri e negli schedari della Marciana
Annibale Cetrangolo, Malipiero al Teatro Greco di Siracusa. Le musiche di scena per l’«Ecuba» di Euripide (1939) e l’«Orestea» di Eschilo (1948)
Joachim Noller, «Quando gli strumenti cantano». Malipiero, Maderna, la metafisica e il concetto d’espressione nel Novecento
Paolo Pinamonti, Maderna dirige Malipiero

Parte III
MADERNA OLTRE MALIPIERO

Mario Baroni, Sull’opportunità di una ri-edizione delle opere di Bruno Maderna. Qualche Considerazione di metodo critico
Susanna Pasticci, Maderna verso il pensiero seriale. La «Fantasia e fuga per due pianoforti (1949)»
Paolo Cattelan, Biografia di un concerto di Maderna: il «Concerto per due pianoforti e strumenti»
Stefano Bellon, Il «Concerto per due pianoforti e strumenti» di Bruno Maderna verso Darmstadt: un’analisi della partitura
Indice dei nomi

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La musica per flauto di Antonio Vivaldi

Per tutta la prima metà del Settecento il contributo vivaldiano al
repertorio del flauto giganteggia, assieme a quello di Telemann, per
quantità e qualità. Ben 92 lavori destinati a tutti i tipi di flauto in
uso all’epoca (flauto dritto contralto, flautino, traversiere,
flageolet), impiegati in pressoché tutte le forme e generi musicali.
Vivaldi è anche il compositore che spinge il flauto a vette di tecnica
strumentale mai raggiunte al suo tempo. Purtuttavia, il suo ruolo
fondamentale nella storia e nel repertorio del flauto è stato fino ad
oggi deplorevolmente trascurato, complice la credenza musicologica
secondo cui gli strumenti a fiato ebbero la loro culla nel nord Europa
e solo tardivamente s’affacciarono in Italia. Alla luce delle analisi e
dei numerosi documenti presentati in questo saggio si rivela invece che
l’Italia si poneva all’avanguardia nell’impiego dei fiati e
nell’evoluzione del loro linguaggio: Vivaldi fu, in questo contesto, il
compositore più progressista e prolifico. Attraverso l’esame puntuale
di ciascun lavoro vivaldiano destinato al flauto viene fatta luce sulla
sua autenticità, la sua datazione e destinazione, giungendo spesso a
risultati sorprendenti: ben otto opere risultano inautentiche, e di
alcune d’esse si scopre la paternità; il flautino, da molti ritenuto un
flageolet o addirittura un piccolo traverso, è definitivamente
identificato nel flauto a becco soprano e sopranino; i flauti grossi,
comunemente identificati in flauti tenori, si rivelano degli ordinarii
contralti; non ultima, la cronologia e la destinazione dei concerti da
camera viene in parte ridisegnata. Il saggio offre infine all’autore
l’occasione di presentare per la prima volta al pubblico una nuova
scoperta vivaldiana, il Trio per due traversieri RV 800.

INDICE

Prefazione

Avvertenze

PARTE PRIMA

L’emancipazione del flauto
Il flauto a Venezia: i dilettanti
Fra dritto e traverso
Il flauto a Venezia: i primi professionisti
Altri flautisti vivaldiani
Botteghe e strumenti perduti

PARTE SECONDA

Sonate per traversiere
Sonate per flauto dritto
Sonate per due strumenti e continuo
Concerti da camera: i casi controversi
Concerti da camera: le anomalie della scrittura
Concerti da camera: possibili destinatarii, elementi di cronologia
Concerti per traversiere: i falsi
Concerti per traversiere: tutti gli altri
Concerti per flauto dritto
Il flautino, questo sconosciuto
Concerti vivaldiani per flautino: quale flautino?
Concerti vivaldiani per flautino: datazione, stile e caratteristiche
Concerto per due flauti
Concerti per più strumenti solisti e orchestra
Musica sacra
Cantate
Serenate
Drammi per musica

Conclusioni

APPENDICE: Inventario delle composizioni per flauto di Antonio Vivaldi

Bibliografia

Indice dei nomi

Indice delle composizioni vivaldiane citate

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Carteggi e scritti di Camillo Togni sul Novecento italiano

Persona estremamente ordinata su ogni piano dell’esistenza,
intellettuale o manuale, eccezionale o quotidiana, dotata di una
particolare vocazione a salvare dal degrado o dall’oblio qualunque
documento di vita, Camillo Togni teneva, bene sistemati in appositi
contenitori, le minute delle lettere che scriveva, fosse pure un
biglietto augurale, o un telegramma. Tale passione per la conservazione
si manifestava pure nella ricerca antiquaria, di cui Camillo Togni fu
maestro, e nel gusto di restaurare lui stesso talvolta ciò che aveva
trovato, restituendolo allo splendore originale.
Questa circostanza ci permette di ripercorrere da vicino diverse tappe
dell’itinerario della sua formazione e di meglio conoscere la sua
vicenda nella vita musicale del ‘900, attraverso la lettura di un’ampia
antologia della corrispondenza intrattenuta con musicisti e personalità
eminenti della musica italiana del Novecento, fin dal 1940 quando il
Maestro aveva 18 anni, al 1993, anno della sua scomparsa, cui si
aggiungono le lettere, dal ’39, di personalità amiche e predilette,
come Casella, Benedetti Michelangeli, Petrassi e Dallapiccola,
Gazzelloni, Bortolotto. Precede questa edizione del carteggio, in
posizione di esergo, una nota relativa alla prima esecuzione della
“Sonata per violoncello e pf” del giovanissimo Togni, scritta da
Alfredo Casella che suo maestro per la composizione, sia a Roma che a
Siena dal 1939 al 1942.

INDICE

Parte prima
Carteggi (1940-1993)

Parte seconda
Scritti, Appunti, per lezioni, ricordi (1960-1993)

1. Alfredo Casella

2. Luigi Dallapiccola

3. Adozione e sviluppo della dodecafonia in Italia (1960)

4. La musica elettronica in Italia (1961)

5. Musica e politica (1977)

6. Per un allievo

7. Appunti sul teatro musicale (1984)

8. Nella sala «Verdi» del conservatorio di Parma (1989)

9. Parole di ringraziamento al «Club della Brescianità» (1990)

10. Ricordi di Giojetta Paoli Padova (1992)

11. Ricordo di Franco Margola (1993)

12. Autobiografia

Indice dei nomi

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Alfredo Casella 21+26

La formula un po’ misteriosa che intitola la prima raccolta di scritti
di Casella non è altro che l’addizione dell’«età ufficiale della
ragione più ventisei lunghi anni di esperienze», come viene spiegato
dallo stesso autore nel proemio. L’articolo proemiale, che, scritto per
ultimo, «dovrà compendiare e riassumere i precedenti», e dovrà anche
poter essere (fatti gli scongiuri del caso) il «testamento spirituale»
del musicista, è in effetti un manifesto che orienta, pilota la lettura
degli altri saggi verso una finalità precisa. Vale a dire: 1. la
creazione necessaria di un’arte moderna nazionale, che sia finalmente,
ad un tempo, 2. italiana e 3. europea. Che non sia però, 4. un’«arte
musicale internazionale» e tanto meno 5. una «musica universale».
L’itinerario del maturo Casella si pone infatti tutto su di una terza
via fra le opposte tendenze di un ‘melodrammismo conservatore,
passatista e strapaesano’ (impersonificato da quel Mascagni che non
perde occasione di dar contro ai «novecentisti») e di un ‘modernismo
internazionale avanguardistico’ la cui punta più avanzata è Schoenberg,
e di Schoenberg l’atonalità («musica assolutamente impossibile per noi
italiani»). Una terza via, quella di Casella, dunque, schiettamente
italiana, di impronta neoclassica, che coniuga tradizione (quella
antica o comunque preromantica) e modernismo (italico, e quindi
modernismo temperato). Su questa terza via domina il rifiuto d’ogni
tipo di posa romantica al fine di promuovere una concezione artigianale
dell’arte musicale e della composizione, che contrapponga ai «dolori»
del melodramma il sorriso, la chiarezza, la serenità di Rossini e la
«stupenda lezione del Falstaff».

INDICE

Prefazione di Gianfranco Vinay

Proemio

I. Teoria, Estetica, Dichiarazione, ecc.

Della nostra attuale «posizione» musicale e della funzione
essenziale dello spirito italiano nel prossimo avvenire della musica
europea

Impressionismo e anti-medesimo
Del come un futurista possa amare Rossini
Problemi sonori odierni
La reazione italiana
Tendenze e stile della nuova musica italiana
Della musica necessaria

II. Figura , ricordi personali,viaggi,ecc.

Une visite à Léon Tolstoi
Claude Debussy
Busoni pianista
Ritratto del musicista reazionario
Gabriel Fauré (1845-1924)
Giacomo Puccini
Una prova generale alla Scala
Il mio diario russo
Il jazz
Visita a Manuel de Falla
Omaggioa Bruno Barilli

III. Polemiche

Inferiorità della musica
Lettera aperta a S. E. Pietro Mascagni
Lettera aperta ad André Suarès

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Giacomo Casanova tra Venezia e l’Europa

Dedicato all’analisi dettagliata della specifica individualità di Giacomo Casanova, della sua cultura e dei suoi scritti, questo volume raccoglie le relazioni di un convegno che – tra le disparate iniziative promosse per ricordare il secondo centenario della morte del Veneziano – è stato forse il solo simposio scientifico a lui dedicato tenutosi in Italia.
Quello che ne è risultato è appunto un Casanova sottratto all’usurato e monolitico cliché del frenetico seduttore, al quale è stata così restituita, all’interno di contorni storici che una vera miriade di
appassionate ricerche ha ormai ridefinito in termini veritieri, la fisionomia che più gli compete: quella di un letterato, nel senso settecentesco della parola, inquieto e intelligente, un esploratore del
suo tempo curioso e spregiudicato nelle idee, che cerca di affermare, al di là di una nascita modesta, la propria personalità nell’élite.

INDICE

Gilberto Pizzamiglio, Premessa

Feliciano Benvenuti, Casanova ‘politico’
Franco Fido, Casanova lettore dei philosophes a dux
Gino Benzoni, In viaggio per l’Europa
Helmut Watzlawick, Les tristesses de dux: critique d’un mythe
Bruno Capaci, L’art royal di un libertino. esperienze massoniche di GiacomoCasanova
Massimo Ciavolella, Casanova e i giardini di Adone
Federico di Trocchio, La filosofia dell’avventuriero: Giacomo Casanova oltre libertinismo e illuminismo
Marga Cottino Jones, Strategia del discorso autobiografico nell’ Histoire de ma vie
Piero Pieri, Il racconto e la faccia dell’eroe
Giorgio Ficara, Mal di Venezia
Fabrizio Magni, Giacomo e i suoi fratelli. Franceso e Giovanni Casanova, una famiglia di artisti
Piero Del Negro, Gli anni padovani di Giacomo Casanova
Giampaolo Dossena,Casanova gioco e jeu
Luigi Pepe, Giacomo Casanova e le scienze matematiche
Andrea Fabiano, L’abbraccio del Casanova al mondo musicale del suo tempo
Piermario Vescovo, Ruffiano e messaggero di talìa: Giacomo Casanova teatrante
Paolo Cattelan, La casa di Don Giovanni a Venezia

Appendice

Giacomo Casanova (a cura di Gilberto Pizzamiglio), Pensieri sopra la bellezza, e sopra il gusto nella pittura
Bruno Capaci, Geometria, entusiasmo e pittura in Giacomo Casanova

Indice dei nomi

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«Quali parole vi aspettate che aggiunga?»

La
prima traduzione del commentario tradizionale al classico attribuito a
Laozi opera del maestro taoista, poeta, calligrafo Bai Yuchan. La
presentazione del commentario, considerato “troppo diretto” già da
altri esegeti contemporanei di Bai, e le annotazioni sui principali
temi dottrinali dello stesso, permettono di evidenziare la reale natura
di un’opera che per la sua portata metafisica non può essere ridotta ad
una interpretazione del Laozi in termini di “alchimia interiore”

INDICE

Summary

Ringraziamenti e nota sulla traslitterazione

Introduzione

Commentario alle preziose sezioni del Daodejing (Daode Baozhang Zhu)

Note alla traduzione del commentario

Indice delle illustrazioni

Bibliografia

Testo cinese del Commentario

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Storia del Candore

INDICE

Fabio Finotti
La vendetta dell’angelo le poetiche del candore e Nino Rota

Carlo De Pirro
Tropi del candore musicale da Mozart a Kurtág

Martina Treu
Aristofane o l’ottimismo?

Carlida Steffan
Putti, angeli e anime. Un’occhiata all’antisirena barocca

Michela Vanon Alliata
Il latteo candore della balena bianca. Herman Melville e la purezza dell’assoluto terrore

Angelo Zaniol
«Linda y hechicera / como el candor de una rosa». Bianco con variazioni nel canzoniere latino-americano

Cosimo Malorgio
«Evangélion» di Mario Castelnuovo-Tedesco, dedicato a Nino

Mario Valente
Pietro Metastasio e Giacomo Noventa: l’irresistibile fascino dei valori

Alessandro Pamini
La didattica dei processi cognitivi nel cinema artistico-scientifico
di Roberto Rossellini: il personaggio ingenuo e il rapporto
docente-discente-spettatore

Roberto Calabretto
« … Totò e Ninetto: uno stradivario e uno zufoletto … ». I candidi nel cinema di Pier Paolo Pasolini

Michele Porzio
Il candore che ho conosciuto: tre incontri con Satie, Cage, Pärt

Luca Mosca
Sul candore eretico di Niccolò Castiglioni

Roberto Cuppone
«La bouche en zéro»: la maschera di Pierrot o l’innocenza perduta

Carlo Presotto
La necessità del tempo inutile: «candore» e «stupore» nel «Teatro Ragazzi» italiano

Paolo Puppa
La scena dei candori ovvero la pluralità degli sguardi

Roberto Ellero
Il «candore in sala»: cinema

Carmelo Alberti
Il «candore in sala»: tipologie dello spettatore di teatro

Fabrizio Borin
Il circo degli angeli. I candidi in sonno, i candidi felliniani, gli altri

Giorgio Mangini
Nino Rota e la compagnia di Sergio Tofano en passant nell’«Isola disabitata» del Metastasio

Bruno Cerchio
«Aladino e la lampada magica»: un caso di incomprensione critica

Nicola Scardicchio
Il mistero della natività ne «Il Natale degli Innocenti» di Nino Rota. Simboli e rivelazione

Giovanni Morelli
Mackie? Messer? Nino Rota e la quarta persona singolare del soggetto lirico

Gianfranco Vinay
Sacri bagliori abbuianti nella favola della prova

Andrea Zanzotto
Motivi di un candore

Indice dei nomi

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The Iron Statue Monastery.

The
present work is an English adaptation of Ester Bianchi’s graduation
thesis Il Tiexiangsi. Un monastero buddhista femminile nella Cina
contemporanea
written at the Department of East Asian Studies of the
Ca’ Foscari University of Venice, Italy. The material for this study
was collected during a stay in China from October 1995 to August 1996,
and updated after a second visit in Summer 1999.

CONTENTS

Preface by Anne Chayet

Foreword

Historical introduction

CHAPTER ONE. VENERABLE LONGLIAN AND VENERABLE NENGHAI

I. Longlian fashi
I.1. Longlian’s life
I.2. Longlian’s works and teachings

II. Nenghai schangshi
II.1. Nenghai’s life
II.2. Nenghai’s works and teachings

CHAPTER TWO. LIFE IN THE TIEXIANGSI

I. The nunnery buildings

II. Everyday life
II.1. Organisation of the community
II.2. Daily activities

III. The religious calendar
III.1. Rituals from the vinaya
III.2. Rituals of Chinese and Tibetan tradition

IV. The Institute of Studies
IV.1. Features and structure
IV.2. Courses of study

CHAPTER THREE. CHANTING AND MEDITATION

I. Texts of the daily chanting services
I.1. The Shangshi gong
I.2. The Wuzi zhenyan

II. The Sanguiyi guan meditation
II.1. Introduction
II.2. Translation

Appendix One. Longlian’s works

Appendix Two. Nenghai’s works

Chinese characters

Bibliography

List of illustrations

Index One. Buddhist sites and personalities

Index Two. Technical terms

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A ce lha mo

Senza
la pretesa di surrogare l’intervento dei tibetologi degli antropologi,
dei musicologi e degli altri specialisti, e nemmeno di dire l’ultima
parola sulle arti perfomative del Tibet, questo studio prende le mosse
dalla constatazione che quella del teatro tibetano è una tradizione
poco studiata e che si debba cominciare a integrarla nella storia e nel
panorama del teatro mondiale. Si tratta di una tradizione non più
importante di altre, ma certo tra le meno conosciute. È bene aggiungere
subito che il teatro tibetano versa attualmente in uno stato di
profonda crisi, mentere scarsissimi sono i documenti utilizzabili per
gli studi sulla totalità del fenomeno e sui suoi aspetti letterali,
musicali, performativi, ecc. Rinunciando al compito impari di compilare
la storia di un’oggetto quasi del tutto svanito è sembrato più utile
tentare di definire alcuni dei suoi caratteri, tenendo sullo sfondo la
scansione cronologica e facendo costante riferimento alle forme
esperibili nel presente risultato di una catena plurisecolare di
trasformazioni.

INDICE

Premessa

Ringraziamenti

Nota sui criteri di edizione

I. SGUARDI D’OCCIDENTE
1. Chi c’era e chi non c’era
2. L’Altro secondo i padri missionari
3. L’Ottocento e la rappresentazione
4. Il Novecento spregiudicato
5. Sensibilità e differenza
6. Il missionario attento al teatro
7. Il primo tibétisant e il tibetologo suo maestro
8. Ultimi visitatori prima della tempesta

II. PRIMORDI DELLA TEATRALITÀ TIBETANA
1. Prima che la storia cominci
2. La prospettiva gilanica
3. La questione dello sciamanismo
4. Teorie indiane sull’arte scenica

III. TESTO, IMMAGINI E CORPO SECONDO IL BUDDHISMO
1. Arrivo del Grande Guru Padmasambhava
2. Origini misteriose e archivi segreti
3. Un attore nelle sacre scritture
4. Jataka e altri teatri
5. Vuoto e forma

IV. LEGGENDE E STORIE
1. Come Atene duemilacinquecento anni fa
2. Thangtong Gyalpo e la fondazione del lhamo
3. Teatro come religio e come follia
4. Trecento anni di festival

V. PARENTELE TEATRALI
1. La danza delle energie
2. Gli ultimi bardi
3. Storie da strada
4. I bambini danzatori
5. Trance e profezia
6. Morte e rinascita tra festa e rituale

VI. UNA DRAMMATURGIA FIABESCA
1. I testi del repertorio
2. Dilettarsi
3. Tra oralità e scrittura
4. Una poetica della metamorfosi

VII. IL LHAMO COME ARTE SCENICA E SPETTACOLO
1. Ascolto del lhamo
2. La parte dell’occhio
3. Il teatro muto del tempio
4. Congedo dai simboli

Appendici

A) L’ATTORE PRESUNTUOSO

B) GARCHAM, LA DANZA SECONDO BUDDHA

Glossario

Indice dei nomi e degli autori citati

Riferimenti bibliografici

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Le metamorfosi di Venezia

Gli
atti del convegno ciniano vogliono liberarsi dal vincolo della
celebrazione “funebre” della fine della Venezia capitale per guardare a
questa data come ad un punto di raccordo tra quello che fu (la
Dominante, la città stato) e quello che, immediatamente, è iniziato: il
processo di trasformazione in città del mondo.
L’analisi parte dalle sue origini, guarda alla città del buon governo
del ‘500, ma anche ad un ‘700 in cui a fare da contraltare alle luci di
Canaletto o di Guardi vi erano le ombre della sua politica o ad un
‘800, immerso nella poesia romantica e decadente, che segna il mutare
della scena urbana, la rottura dell’insularità col ponte ferroviario.

INDICE

Premessa di Gino Benzoni

Feliciano Benvenuti, Classi e società alla caduta della Repubblica veneta

Paolo Preto, I «lumi» e i «filosofi» francesi nella Venezia del’ 700

Giuseppe Ricuperati, Rileggendo Paul Hazard e Franco Venturi: gli spazi italiani e la Rivoluzione francese

Giovanni Scarabello, Verso la fine della Repubblica veneta. Napoleone e l’Austria nello stato veneto

Piero Del Negro, La fine della repubblica aristocratica (aprile maggio 1797)

Giovanni Scarabello, La Municipalità democratica veneziana del 1797

Giuseppe Gullino, Economia e finanza dallo scorcio della Repubblica all’età napoleonica

Daniele Menozzi, Chiesa e società nell’Italia giacobina

Donatella Calabi, Gli ‘ebrei veneziani’ dopo l’apertura delle porte del ghetto: le dinamicbe insediative

Giuseppe Pavanello, L’immagine di Venezia da Canova a Byron

Lea Ritter Santini, Oltre il confine tracciato col gesso

Catherine Whistler, L’occhio critico: osservazione, emulazione e trasformazione nell’arte di Domenico Tiepolo (1727-1804)

Gustavo Costa, Lorenzo
Da Ponte da Cèneda a New York: «Un’anima poetica ed italiana»? (con The
Hermit di James Beattie nella traduzione dapontiana)

Fernando Bandini, Venezia, la patria e l’esilio in Foscolo e Nievo

Gino Benzoni, Prima e dopo: Goethe e Wagner

Indice dei nomi

Le
metamorfosi di Venezia raccoglie gli interventi al XXXVIII Corso
Internazionale di Alta Cultura tenutosi dal 2 al 14 settembre 1996 in
occasione della imminente scadenza del bicentenrio della caduta della
Serenissima (1797).

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