Saggi – Pagina 9 – Fondazione Giorgio Cini

Meravigliose macchine di giubilo. L’architettura e l’arte degli organi a Venezia nel Rinascimento

L’organo, macchina meravigliosa, conobbe a Venezia una stagione particolarmente feconda durante il rinascimento, distinguendosi come una vera e propria summa delle arti. Il libro di Massimo Bisson fornisce un inedito quadro storiografico, di approccio squisitamente interdisciplinare, che include la descrizione delle caratteristiche sonore e tecniche degli strumenti, l’analisi delle loro architetture e delle loro ornamentazioni,
lo studio degli spazi sacri e delle cerimonie liturgiche.
Si tratta dunque di un itinerario di ampio respiro tra musica, architettura e arte, che abbraccia circa due secoli di storia veneziana (tra la metà del Quattrocento e la metà del Seicento), il periodo di massimo splendore culturale della capitale veneta.

Andrea e Giuseppe Pozzo. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 22 – 23 novembre 2010)

Una delle più stupefacenti manifestazioni dell’arte barocca è stato l’uso della prospettiva combinata all’illusione ottica: una prassi artistica che condusse alla creazione di vertiginose architetture dipinte ascendenti al cielo, popolate dalle divinità dell’Olimpo o spalancate su visioni paradisiache. Di questo sapere artistico fu maestro indiscusso il gesuita trentino Andrea Pozzo (1642 – 1709), che unì una piena consapevolezza teorica a una perfetta padronanza delle tecniche pittoriche, oltre a spiccate capacità organizzative e didattiche.
Queste ultime gli permisero di gestire e portare a termine vaste imprese decorative sacre e profane tra Roma e Vienna – vale a dire nei massimi centri del potere pontificio e imperiale – ma anche in Piemonte e in Toscana, mentre la sua produzione di pale d’altare e apparati effimeri si diffuse in tutta Italia.
Nell’opera di celebrazione visiva della gloria della Chiesa cattolica e dei santi, Andrea fu affiancato dal fratello Giuseppe (1645 – 1721), anch’egli religioso appartenente all’ordine dei Carmelitani Scalzi. Meno versatile del fratello maggiore e meno famoso, Giuseppe Pozzo fu però un geniale architetto e progettista di altari, ideati per stupire i fedeli e rinsaldarne la fede attraverso la prefigurazione dei fasti del paradiso. Lo dimostrano ancora oggi i suoi capolavori conservati nelle chiese di Venezia, dove fu lungamente attivo.

Il presente volume raccoglie i contributi di venti autorevoli studiosi convenuti a Venezia nel 2010 – in occasione del convegno promosso dalla Fondazione Giorgio Cini e dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del terzo centenario della morte di Andrea Pozzo – per approfondire i principali aspetti della produzione artistica dei fratelli Pozzo, per la prima volta affiancati in un’opera editoriale che rispecchia la loro vastissima influenza sull’arte barocca in Europa e nel resto del mondo.

The Architectures of Babel

Sono qui raccolti i contributi della seconda edizione de «I Dialoghi di San Giorgio», progettata dalla Fondazione Giorgio Cini sul tema delle Architetture di Babele. Linguisti, semiologi, filosofi, sociologi, scienziati e poeti discutono dell’intercessione dei linguaggi nei rapporti di integrazione e scontro fra culture, etnie e religioni. A partire dalle forme della contemporaneità, si interpreta la diaspora di Babele come una risorsa, che ha sostituito all’ideale inattuabile della lingua unica, la fruttuosa alternativa della traduzione. Ci si interroga sulla mutazione delle lingue, che oggi appaiono sempre meno sistemi verbali e sempre più sincretismi di parole, grafi, numeri, immagini. E, contro gli effetti della «società globalizzata », si tenta di capire in che modo le lingue valorizzino le specificità culturali, favoriscano tattiche di strutturazione dei saperi, per la loro conservazione, promuovano le differenze.

 

Rodolfo Pallucchini. Scritti sull’arte contemporanea

Il nome di Rodolfo Pallucchini evoca, nel pronunziarlo, la gloriosa stagione dell’arte veneta dal Trecento al Settecento, ma esiste un altro Pallucchini, meno conosciuto, l’organizzatore delle memorabili Biennali d’arte veneziane del secondo dopoguerra, il critico d’arte contemporanea, solerte sul piano organizzativo, attento ai fenomeni artistici del suo tempo. Il volume raccoglie gli scritti che all’arte contemporanea Pallucchini ha dedicato: una vera miniera, imprevedibile prima dello scandaglio effettuato da Giuliana Tomasella, che si  mossa abilmente fra biblioteche e archivi, riuscendo a scovare anche testi rarissimi, sicché il volume, che ora raccoglie le fatiche del suo lavoro si può ritenere davvero di prim’ordine, al pari del saggio introduttivo in cui viene proposta una lettura organica del Pallucchini ‘contemporaneista’. Il volume rientra in una delle iniziative del Comitato Regionale veneto per le celebrazioni del centenario della nascita di Rodolfo Pallucchini (1908-1989).

The Vivaldi Compendium

Il succinto Vivaldilexikon di Walter Kolneder, edito da Gustav Lübbe nel 1984, ha dimostrato l’utilità di un’opera di cui il più ampio e ambizioso volume di Michael Talbot costituisce una versione atta a rispondere alle odierne necessità. Il cuore di questo lavoro è costituito da un dizionario di persone, luoghi, istituzioni, opere e concetti legati in varia misura a Vivaldi. Questo dizionario prevede una serie di rimandi, attraverso cui il lettore viene efficacemente condotto alle varie voci associate. Il volume possiede inoltre una vasta bibliografia – forse la più estesa mai concepita in relazione a Vivaldi – collegata alle voci del dizionario tramite un sistema di sigle. Il testo include altresì un elenco aggiornato delle composizioni di Vivaldi, comprensivo delle aggiunte e delle revisioni avvenute dopo la pubblicazione, nel 2007, del catalogo di Peter Ryom, e una concisa biografia del musicista. Il libro intende pertanto rappresentare opera di consultazione agile ed efficace, in grado di fungere, nel contempo, da viatico nei confronti della letteratura vivaldiana, tanto antica quanto moderna, prodotta su scala internazionale.

 

Giordano Riccati. Illuminista veneto ed europeo.

INDICE

Introduzione.

I.     Silvia Mazzone, La formazione matematica di Giordano Riccati nella corrispondenza con Ramiro Rampinelli

II.     Sandra Giuntini, Gabriele Manfredi e l’ambiente scientifico bolognese nella prima metà del Settecento

III.    Elisa Patergnani, Giordano Riccati e le enciclopedie del Settecento

IV.   Maria Giulia Lugaresi: Oltre i confini della Serenissima: il carteggio tra Giordano Riccati e Gian Francesco Malfatti

V.    Elisabetta Molteni, Gli scritti di Giordano Riccati sull’architettura: proporzioni, matematica, giudizio e buon gusto

VI.   Valeria Farinati, Tipologia e costruzione delle sale teatrali nell’opera di Giordano RiccatiVII.

VII.  Claudia Caffagni, L’architettura ben temperata nel pensiero di Giordano Riccati

VIII.  Laura Moretti, Le chiese di Giordano Riccati

IX.  Patrizio Barbieri – Lamberto Tronchin, L’impostazione acustica dei teatri nelle proposte del neoclassicismo italiano – Con una ricostruzione digitale del ‘Teatro Ideale’ di Francesco Milizia (1773)

X.    Davide Bonsi – Paolo Ruggeri, Simulazione acustica dell’abbassamento della cantoria dell’organo nel duomo di Chioggia

XI.   Alvise De Piero, Della maniera di perfezionare la musica: due lettere di Giordano Riccati a Giovenale Sacchi sui duetti da camera di Händel e Bononcini

XII.   Luca Del Fra, L’esperienza uditiva: Giordano Riccati e il fondamento della musica

XIII.  Guido Mambella, Spirito sistematico e attitudine sperimentale nelle teorie musicali di Giordano riccati

XIV.  Giovanni Guanti, Contrarmoniche supposizioni (anche su uno scritto pseudo-riccatiano)

AAA TAC

SOMMARIO

Sulla presa diretta. Una lettera di Karlheinz Stockhausen e alcuni apocrifi straubiani
Enrico de Angelis, Su Paul Hindemith
Nicoletta Confalone, Schubert e la chitarra perduta
Giacomo Albert, ‘Sound sculptures’ e ‘Sound installations’
Diego Ce`mbrola, Falsum ipsum contrafactum: on the copy, authenticity and forgery of musical artifacts
Giacomo Fronzi, Estetica della disgregazione. Articolazioni e disarticolazioni della musica elettroacustica
Mario Sánchez Arsenal, Jean Michel Jarre y Pierre Schaeffer. Un vínculo excepcional entre Oxyge`ne (1976) y la musique concrète
Curt Cacioppo, Un pianista nell’Inferno di Dante. Il ciclo pianistico di Marino Baratello dedicato alle Bolge dantesche
Maurizio Agamennone, Festival, feste, eventi e patrimonio immateriale : alla ricerca della tradizione
Giorgio Mangini, «Lutter avec soi-même c’est lutter avec l’ange » : la Passione di Jean-Luc Godard (Passion, 1981)

I palazzi veneziani.

L’opera, che segna la rinascita, sotto la direzione di Giuseppe Pavanello, della storica collana «Profili e saggi d’Arte Veneta» fondata da Rodolfo Pallucchini, si propone di chiarire aspetti cronologici, stilistici e tipologici dell’architettura civile veneziana tre e quattrocentesca. Attraverso l’interrogazione puntuale di documenti archivistici e una lettura critica e approfondita dei fabbricati stessi, lo studioso traccia le vicende di ventisei palazzi; ne individua la committenza,  i passaggi di proprietà, l’aspetto originario, le modificazioni e i restauri intercorsi nei secoli fino all’Ottocento, epoca – per dirla con le parole dell’autore – di «ritocchi estetici fra ricostruzione e invenzione». Nella seconda parte del volume, partendo da palazzo Aldioni Barbaro a San Vidal, scheda dopo scheda, si giunge, come in un percorso ruskiniano, all’analisi di edifici simbolo del tessuto urbano della Serenissima, quali la Ca’ d’Oro o Ca’ Foscari.
Un commento, però, che non si basa unicamente sulla pratica tedesca della Bauforschung (cioè l’esecuzione di precisi rilievi di facciate), ma che intende penetrare anche all’interno della planimetria del manufatto architettonico, appuntando modifiche tanto di carattere strutturale quanto di carattere ornamentale. Non una storia dell’architettura fine a se stessa; bensì una storia dell’architettura che si interseca con quella che potremmo definire “civiltà dell’abitare”.

 

Il gusto dell’organizzazione

Questo volume raccoglie una serie di scritti di Pasquale Gagliardi pubblicati – quasi tutti in lingua inglese – nell’arco di circa vent’anni come introduzioni di opere collettive da lui curate, capitoli di opere curate da altri, articoli e recensioni apparsi sulle riviste più accreditate nel campo degli studi organizzativi (quali Administrative Science Quarterly e Journal of Management Inquiry). L’insieme di questi scritti delinea un itinerario intellettuale e professionale – tuttora aperto – che può essere fonte di ispirazione per chi studia le organizzazioni, i manager che le gestiscono, coloro che ne subiscono le logiche e si sforzano di interpretarle. Lo sfondo e le tappe di questo itinerario sono illustrate nella introduzione di Massimiliano Monaci, che funge da guida analitica alla lettura della raccolta.

Il Veneto dei contadini (1921 -1932)

Paul Scheuermeier
Il Veneto dei contadini (1921–1932)
Collana di «Studi e Ricerche sulle Culture Popolari Venete»
Angelo Colla editore, Vicenza, 2010

Ultimo titolo pubblicato nella collana, patrocinata dalla Regione Veneto, di «Studi e Ricerche sulle Culture Popolari Venete», il lavoro di Paul Scheuermeier, ora edito da Angelo Colla, costituisce un apporto fondamentale alla conoscenza e alla comprensione del mondo – altrimenti destinato all’oblio – dei contadini veneti, colto nel biennio 1921-1922 a ridosso della prima guerra mondiale, in una fase economicamente terremotata dall’irruzione della fabbrica con relativo rimbalzo sugli assetti delle campagne.
Frutto di indagini portate avanti sistematicamente, destinate, inizialmente all’Atlante linguistico ed etnografi co dell’Italia, il volume offre l’esaustiva documentazione grafica e fotografi ca realizzata con la sua inchiesta dallo storico zurighese Paul Scheuermeier (1888-1973), grande linguista di formazione e nel contempo attentissimo fotografo, che – nella messa a fuoco della sua ricerca – s’avvalse pure, per la visualizzazione degli strumenti del lavoro agricolo, dei loro precisi disegni eseguiti da un abile disegnatore. Il libro ora pubblicato si offre così come un’istantanea sinottica di un’attività agricola topograficamente distribuita nelle pianure, nelle ondulazioni collinari e nei territori montuosi veneti; in questa panoramica generale, particolare attenzione etnografi ca è dedicata a Mirano con un supplemento di inchiesta condotta negli anni 1930-1932. Un affresco che documenta e interpreta con grande efficacia, questo dello storico svizzero; a vieppiù valorizzarlo concorre il nutrito apporto di saggi convergenti – e sul dialetto e sulla cultura materiale – di specialisti quali Glauco Sanga, Daniela Perco, Danilo Gasparini, Alberto Zamboni, Maria Teresa Vigolo, Carla Gentili.