Saggi Archives - Pagina 73 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

Primizie e memorie d’Europa

Alla luce delle recenti bocciature della Carta Costituzionale Europea da parte di Francia e Olanda, la riflessione sull’identità e natura dell’Europa si ripropone con bruciante attualità. I grandi rivolgimenti storici sono stati preparati o suggellati da dichiarazioni, elencazioni di principi e infine costituzioni. L’Europa a venire è erede di
molteplici manifesti di intenti che la Carta di Nizza e poi la Costituzione europea ereditano e riflettono.

 

Il volume, promosso dalla Fondazione Giorgio Cini, attraverso i contributi di otto storici, giuristi e politologi di varie nazionalità e di prestigio internazionale, come Mads Andenas, Francesco Paolo Casavola, Gherardo Ortalli, Alessandro Pizzorno, Paolo Prodi, Stefano Rodotà, Pierre Rosanvallon, Alain Touraine, vuol ripercorrere e studiare questa pluralità: da Carlo Magno alla Rivoluzione francese, dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sino alle presenti difficoltà di ridurre a unità una pluralità contesa, di lingua, di dialetti, di tradizioni, di costituzioni.

 

INDICE

Presentazione
Paolo Prodi

Primizie e memorie d’Europa

Il patto giurato come fondamento storico della Costituzione europea
Paolo Prodi

Il medio evo e le premesse per un’identità europea. Progetti, princìpi e chartae
Gherardo Ortalli

L’Unione Europea e la logica di sviluppo degli Stati nazionali
Alessandro Pizzorno

Tra diritti e mercato: una cittadinanza europea possibile
Stefano Rodotà

Quale Stato per l’Europa?
Alain Touraine

Tradiziopni giuridiche locali come ostacoli a una Costituzione per l’Europa
Mads Andenas

Le forme della democrazia e l’avvenire dell’Europa
Pierre Rosanvallon

Per un articolo 1
Francesco Paolo Casavola

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La Carica dei Quodlibet

Il
volume, che viene dedicato alla passione di studio per Gian Francesco
Malipiero del compianto Francesco Degrada, raccoglie le riproduzioni di
alcuni inediti musicali del Maestro, sufficientemente divergenti dagli
standard stilistici del compositore per poter suggerire alcune
osservazioni originali sia nel dettaglio che nella complessivo quadro
di valutazione.
Il libro si conclude con una ipotesi di interpretazione del sistema Nuova-Scuola, Nuova Bottega, Veneziana, con il riesame di alcune idee correnti sui legami Malipiero-Nono e
Malipiero-Maderna.
Non mancano alcuni colpi di cannocchiale o di binocolo su alcuni
momenti di vita privata, per non dire segreta, di Gian Francesco
Malipiero

INDICE

Graffiti
Di tre ariette (più un coro per un Regolo senza Regolo, smarrite e ritrovate

Quanti gatti per Gatti? 30 maggio 1942

Sette contro Tebe a ginevra: quindici frammenti di una Musica di scena
radiofonica che si ricompongono in una piccola suite sinfonica liberata
dalla radio ma non ricircolata

Per Santa Elisabetta. Napoli, 19 novembre 1931

Il grande, benemerito, utente dell’Annunziata. le dissolute diseconomie
farmaceutiche asolane di Gian Francesco Malipiero nell’anno degli
Eroi di Bonaventura 1969

La Carica dei Quodlibet. note sulla tipologia ideale di una «nuova
scuola veneziana» all’uso degli incroci di lettura delle opere di
Maderna, Nono e Malipiero

Indice dei nomi

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«Viridarium» 2

La
conoscenza e la definizione dell’esperienza mistica ci pongono di
fronte a un paradosso. Nella sua natura più profonda essa è
sprofondamento nell’abisso dell’interiorità, incontro o unione con Dio
fino al totale svuotamento di sé, fino a ciò che alcuni mistici
chiamano “notte oscura” e “nulla”. Eppure non c’è per noi altra via
d’accesso alla sua conoscenza che il linguaggio. Lo studio dei modi
espressivi attraverso i quali essa si rende conoscibile è dunque
obbligatorio. Non di rado, del resto, la scrittura mistica ha raggiunto
i più alti risultati poetici: basti pensare a un Al-Hallâj, a un san
Giovanni della Croce, a un Angelus Silesius. Ma se si vuole attingere
il nucleo più intimo di questa esperienza non ci si può arrestare alla
pura dimensione letteraria: qual’è dunque lo specifico del
linguaggio mistico? A questa domanda cercano di rispondere gli otto
saggi riuniti a cura di Francesco Zambon in questo volume, al quale
hanno collaborato scrittori o studiosi di diversa ispirazione e
specializzazione. I primi due sono dedicati ad alcune forme della
mistica orientale: l’esperienza del Dio personale nell’induismo
(Grossato) e la teologia della bellezza nell’opera del grande poeta
persiano Rumi (Saccone). Segue uno studio sul misticismo astrale nella
gnosi e nell’ermetismo tardoantichi (Albrile). Un gruppo di articoli
riguarda quindi la mistica europea, con particolare riferimento al
medioevo e all’età barocca; sono così affrontati la mistica
dell’incarnazione nel pensiero cristiano (Haas), la concezione della
“violenta carità” in Riccardo di San Vittore (Citati), le modalità
della rappresentazione dell’invisibile nell’opera di Ildegarda di
Bingen (Cirlot), il linguaggio dell’eccesso in Angelus Silesius
(Vega).Chiude il volume un saggio di Enzo Bianchi sulle peculiarità
dell’esperienza interiore e spirituale nel cristianesimo e sulla sua
importanza per la vita religiosa di oggi.

INDICE

Franceso Zambon
Introduzione

Alessandro Grossato
La via indù al Dio personale

Carlo Saccone
Mistica islamica e teologia della bellezza: il Bel Testimone (“shahed”) nel poeta persiano Rumi (XIII secolo)

Ezio Albrile
La Porta del Tempo. Misticismo astrale tra gnosi ed ermetismo

Alois M. Haas
Mistica dell’incarnazione

Pietro Citati
L’amore violento

Victoria Cirlot
La visibilità dell’invisibile nell’opera di Ildegarda di Bingen

Amador Vega
Il linguaggio dell’eccesso nella mistica tedesca: Angelus Silesius

Enzo Bianchi
Vita interiore, vita spirituale nell’occidente cristiano

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Concerti per violino RV 320, RV 378, RV 745

Tra le centinaia di concerti per violino scritti da Vivaldi, campo prediletto della sua
attività di virtuoso, se ne trovano tre parzialmente incompleti: RV 320, RV 378 e
RV 745. Del concerto RV 378 è pervenuta soltanto una parte del primo movimento,
al concerto RV 320 mancano poche battute alla fine del terzo, mentre del concerto
RV 745 è conservato soltanto il movimento finale; questo tipo d’incompletezza consente
comunque di poter disporre di testi musicali eseguibili e perfettamente godibili.
I manoscritti di questi tre concerti sono tutti autografi e databili nel tardo periodo
creativo di Vivaldi (c. 1730-1741), epoca nella quale il Prete rosso mescola le sue varie
esperienze musicali in un linguaggio sempre più accidentato ed introspettivo. Col chiaroscuro
modale del primo movimento del concerto RV 320, col virtuosismo spiritoso
del concerto RV 378 e quello più meccanico di RV 745, questi tre concerti offrono un
rappresentativo scorcio sulla fantasia e sulla complessità del trattamento del violino nella
tarda maturità vivaldiana.

INDICE

1. L’opera per violino solo di Vivaldi: uno sguardo d’insieme

2. La «scuola» vivaldiana

3. La «scuola» vivaldiana nei trattati

4. I concerti RV 320, 378, 745

5. Datazioni e parentele

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Fiabe e racconti veronesi

Prosegue, con la pubblicazione del secondo volume, l’iniziativa
dedicata all’edizione dell’intera raccolta delle fiabe popolari
veronesi, conservata presso il Fondo Righi della Biblioteca Civica di
Verona: senza dubbio un unicum, a livello nazionale, per la richezza , la varietà e l’importanza dei materiali custoditi.

Il primo volume dell’opera, pubblicato lo scorso anno nella Collana di studi e ricerche sulla cultura popolare veneta,
è
stato accolto con grande favore da studiosi di demo-etno-antropologia e
da esperti in linguistica e dialettologia, e ha ricevuto anche un assai
favorevole riscontro da parte dei lettori non specialisti, in grado di
aprezzare un patrimonio narrativo che, a distanza di tanti anni,
conserva ancora la freschezza e l’immediatezza della lingua viva.

Particolare attenzione nei confronti del volume è stata riservata dal
mondo della scuola, che ne ha colto le possibilità di utilizzo non solo
come proposta di una piacevole lettura, ma anche come strumento di
approccio ed approfondimento nello studio della lingua e del dialetto.

Dare continuità a questa iniziativa significa quindi proseguire
nell’impegno di salvaguardia delle tradizioni popolari e del cospicuo
patrimonio bibliografico conservato presso le Istituzioni culturali
della nostra Regione, oltre che contribuire concretamente al
potenziamento delle loro molteplici possibilità di fruizione e di
valorizzazione.

Giancarlo Galan
Presidente della Regione del Veneto

INDICE

XVII. Elena Galli
XVIII. Gaetano Bonuzzi
XIX. Bernardo Trevisani
XX. Teresa Tommasi
XXI. Caterina Ovio
XXII. Annibale Montresor
XXIII. Maria Lorenzi
XXIV. Natalina Dindarini
XXV. Laura Zamboni
XXVI. Eugenia Foracolli
XXVII. Rosa Monga
XXVIII. Anna Righi
XXIX. Ida Giusti
XXX. Luigia Polver
XXXI. Pietro Figarolli
XXXII. Alfredo Alessi

Tavola sinottica delle fiabe del Fondo Righi della Biblioteca Civica di Verona

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Power, Beauty and Meaning

Il
volume, articolato nelle due sezioni “Estetica e teorizzazione” e
“Rituale e contemporaneità”, raccoglie otto saggi sulla musica cinese
che condividono un saldo approccio interculturale. Oltre a presentare i
risultati delle loro più recenti ricerche, gli autori tengono anche
conto del vivace dibattito che si tenne a San Giorgio in occasione
della “7th International Conference of the European Foundation for
Chinese Music Research (CHIME)”, organizzata alcuni anni fa in
collaborazione con l’Istituto “Venezia e l’Oriente”.

INDICE

Acknowledgments

Introduction

Luciana Galliano
Musical beauty and meaning from an intercultural perspective

Part 1
Aesthetics and theorization

Lam Ching-Wah
The concept of beauty and virtue in Chinese music in the Song and Ming dynasties

Ulrike Middendorf
Music without emotion: Xi Kang meets Hanslick

Stuart H. Sargent
“Music” in the world of Su Shi (1037-1101): the question of yue

Francois Picard
Sound and meaning: the case of martial pieces

Chan Sau Yan
The meaning of theorization in Cantonese operatic music : a study of music publications of the early twentieth century

Part 2
Ritual and the Contemporary

Francesca Tarocco
Buddhist and Daoist rituals and their musical dimensions

Tsao Penyeh
Fixity and variability in Daoist ritual music: case study of the
shishi ritual (ritual of salvation for the dead) at the Baiyun temple
in Shanghai

Tan Hwee-San
Journey through the underworld: music and meaning in a folk Buddhist ritual for the dead

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Gli inventari di Pietro Edwards nella Biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia

Il volume – che si inserisce nel quadro del
progetto di ricerca sul collezionismo veneto avviato presso l’Istituto
di Storia dell’Arte – nasce dallo spoglio e dallo studio degli
inventari stesi alla fine del Settecento da Pietro Edwards, che si
distinguono per la speciale attendibilità delle attribuzioni. Edwards,
perito d’arte, pittore, conservatore delle pubbliche pitture al tempo
della Serenissima, quindi alto funzionario del regime napoleonico,
esperto in restauro, mediatore nel mercato dell’arte, è di certo una
delle figure più poliedriche negli anni del tramonto della Serenissima
e nel primo Ottocento.
La sua attività di perito, non secondaria
nella gamma delle sue attività, emergerà da queste indagini in tutta la
sua rilevanza. Vengono in quest’occasione pubblicati gli inventari
relativi alle collezioni di alcune delle più importanti famiglie
veneziane e di illustri «foresti»: Pesaro, Albertis, Geminiano Cozzi,
Lodovico Franceschi, Marina Nani Donà, Tamagno, Antonio Zen, Nicolò
Biondi, Salvatore Orsetti, Zon, Giacomo Boldù, Manin, Caterino Corner,
Erizzo a San Martino, Pietro, Antonio e Tomaso Condulmer, Mocenigo a
San Samuele, Dolfin, Da Mula a Sant’Agnese, Renier, Giovanelli, Pisani
a Santo Stefano, Donà a Santa Fosca, Widmann a San Canciano, Manfrin,
Toninotto, Agdollo, ecc.

 

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L’attività  musicale negli ospedali di Venezia nel Settecento

Il libro giunge a colmare una lacuna vistosa nella letteratura
storico-musicale. Lacuna quasi inspiegabile, considerata la fama
conquistata nel Settecento dai cori femminili dei quattro ospedali
maggiori di Venezia, per l’eccellenza delle esecuzioni e per la
collaborazione artistica di molti celebri compositori. La consultazione
di fonti molteplici e, in particolare, ricerche d’archivio sistematiche
hanno consentito all’autore di ricostruire con dovizia di dettagli
inediti il contesto in cui avveniva l’offerta musicale. Delle
protagoniste dell’attività, le «figlie di coro», sono descritte la
formazione, demandata a maestri di canto e di strumenti, la disciplina,
le carriere e, soprattutto, i repertori. Nella seconda parte del libro
sono illustrate le singole vicende storiche dei cori. Un CD rom
allegato contiene cronologie delle esecuzioni, elenchi di maestri,
trascrizioni di documenti d’archivio, spogli di giornali e diari coevi,
testi di mottetti e di oratorii, testimonianze di viaggiatori stranieri
e immagini.

 

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Management Education and Humanities

Il 10 settembre del 2003 un gruppo studiosi e
ricercatori di diverse appartenenze disciplinari si è riunito
sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia per prendere parte a un
convegno internazionale, promosso dalla Fondazione Giorgio Cini in
collaborazione con Istud – Istituto Studi Direzionali – di Milano e
Saïd Business School dell’Università di Oxford, dedicato all’analisi
del ruolo della cultura umanistica nella formazione della classe
dirigente europea. Il volume Management Education and Humanities è il
frutto di una selezione dei migliori lavori presentati durante il
convegno, in molti casi sviluppati o trasformati secondo le indicazioni
dei curatori, impegnati nello sforzo di ricognizione di un territorio
intellettuale vasto ed eterogeneo. Il volume esamina tre temi centrali
nel dibattito contemporaneo sulla educazione della classe dirigente: il
management come professione, l’umanesimo come visione del mondo, le
discipline umanistiche come campo di studi potenzialmente in grado di
arricchire e rinnovare i piani di studio delle scuole di management.
Questi temi sono analizzati all’interno di uno schema che ha agli
estremi due punti di vista differenti: una prospettiva tradizionale,
tendente a idealizzare l’umanesimo, la cultura umanistica e la funzione
sociale del management, e una prospettiva più scettica, meno incline a
dare questi valori per scontati, più orientata alla ‘de-costruzione’
dei fenomeni sociali e culturali

 

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Andromeda liberata

Volume curato in
collaborazione con il Dipartimento di Storia e Critica delle Arti
«Giuseppe Mazzariol» dell’Università di Venezia Ca’ Foscari

La serenata a cinque voci con coro Andromeda Liberata,
la cui partitura esistente nel Conservatorio Statale di Musica
“Benedetto Marcello” di Venezia non contiene informazioni sulla sua
paternità musicale, è una composizione molto interessante per molti
versi.
In primo luogo fornisce, a quanto sembra, l’unico esempio
conosciuto di una serenata – pasticcio, al quale lavorarono più
compositori. In secondo luogo trasforma il mito venerabile di Perseo e
di Andromeda, da lungo tempo carissimo al teatro musicale, in
un’allegoria del ritorno trionfante a Venezia, nel 1726, del cardinal
Pietro Ottoboni, che da molti anni viveva in esilio per aver infranto
la legge veneziana che vietava al patriziato il servizio presso poteri
stranieri.
Terzo, ci dà un buon esempio dello stile poetico di
Vincenzo Cassani, librettista abile e originale che operò a Venezia nei
decenni secondo e terzo del secolo XVIII. Quarto, ci offre un panorama
dello stile musicale a Venezia in un momento decisivo: l’avvento, a
metà degli anni Venti, di compositori di formazione napoletana, che da
allora in poi dovevano svolgere un ruolo determinante nella vita
musicale locale e influenzare decisivamente la nuova generazione di
compositori del luogo.

INDICE

Michael Talbot
“Andromeda liberata” A venetian pasticcio – serenata

Vincenzo Cassani, Andromeda Liberata, Testo letterario

Autori diversi, Andromeda Liberata, Partitura

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