Saggi – Pagina 70 – Fondazione Giorgio Cini

La danza barocca a teatro.

Il ballo secentesco è un argomento di grande suggestione ma finora poco studiato: a fronte di molti documenti letterari descrittivi, vi è una grande carenza di documenti musicali che ne permettano una conoscenza reale. Questo libro curato da Riccardo Carnesecchi, che finalmente colma la grande lacuna, è il risultato di attente ricerche condotte sui fondi della Biblioteca Marciana di Venezia, in particolare nella raccolta Contarini, forse la più importante collezione di manoscritti musicali del Seicento oggi esistente.
Il saggio introduttivo e gli apparati, nonché il criterio di trascrizione del ricco repertorio di musiche qui per la prima volta pubblicate, rispondono anche all’intento di fornire utili materiali per la pratica esecutiva.

INDICE

Introduzione
Indice delle musiche
Tavola sinottica
La danza barocca a teatro: repertorio delle musiche

Indice delle musiche

– Le nozze di Teti e di Peleo
– Gli amori di Apollo e di Dafne
– Il pio Enea
– La virtù de’ strali d’Amore
– Xerse
– Le fortune di Rodope e Damira
– Hipermesstra
– Il Medoro
– La Romilda
– L’Antigona delusa da Alceste
– L’Annibale in Capua
– La Cleopatra
– Le fatiche d’Erccole per Deianira
– Gl’amori di Apollo e di Leucotoe
– Scipione affricano
– Il Ciro
– La Circe
– La Cloridea
– Pompeo Magno
– Il Demetrio
– Seleuco
– Il Tito
– La Dori
– Eliogabalo
– L’Argia
– L’Artaxerse
– Iphide greca
– Ismena
– L’Adelaide
– Attila
– Caligola delirante
– L’Orfeo
– La schiava fortunata
– Thésée
– Galieno
– Leonida in Tegea
– Il Celindo
– Il Totila

– Tullia superba
– Il Vespasiano
– Alessandro Magno in Sidone
– Le amazzoni nell’isole fortunate
– Gli equivoci nel sembiante
– Berenice vendicativa
– L’Alcibiade
– Candaule
– Damira placata
– Il Ratto delle Sabine
– La Flora
– Pompeo Magno in Cilicia
– Olimpia vendicata
– Giustino
– L’incoronatione di Dario

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Barocco in Italia. Barocco in Boemia

È non gradevole accingersi a presentare i contributi di un convegno
tenuto tanti anni prima: i testi che qui compaiono appartengono infatti
a un convegno tenutosi a Praga appunto quattro anni fa, nel 1999. Esso
faceva seguito ad un precedente incontro italo-ceco che aveva avuto
luogo nel 1996 alla Fondazione Giorgio Cini in seguito a un accordo di
collaborazione di questa con l’Accademia delle Scienze della Repubblica
ceca e l’Università Carlo di Praga. Quell’incontro, dedicato a Italia e
Boemia nella cornice del Rinascimento europeo aveva visto la
partecipazione di seri studiosi italiani e cechi; tra gli italiani non
posso non ricordare Cesare Vasoli (L’Umanesimo italiano e la Boemia nel
pensiero di Burdach), il compianto Alberto Tenenti (La concezione
dell’uomo nel De ecclesia di Jan Hus), Francesco Tateo (Il problema
dell’imitazione, visto anche nel versante ceco-moravo), me stesso (se
mi si perdona l’immodestia) presentatore di una novità filologica quale
l’editio princeps dell’Antilogion Guarini et Pogii curata a Vienna nel
1512 da Augustinus Moravus, poi Agostino Sottili (La formazione
umanistica di Johannes Roth, vescovo principe di Breslavia), Ivano
Cavallini (sulle cinquecentesche Harmoniae moralesdi Jakub Handl
Gallus), Luigi Quattrocchi, che ritornava con nuove proposte
sull’Ackermann aus Böhmen, Domenico Caccamo (sul carteggio dei
diplomatici toscani a Praga tra ‘500 e ‘600), Aldo Stella (La ‘riforma
popolare’ in Boemia e in Italia), infine (but not least) Marta Fattori
sulla conoscenza che il Comenio ebbe della filosofia di Campanella e
Patrizi.
Questa enumerazione (peraltro parziale, perchè limitata ad italiani
attivi al convegno) vuole solo evidenziare l’alto livello di
quell’incontro, che poi trovò il normale coronamento nella edizione
degli atti per i tipi di Olschki nel 1999, proprio l’anno nel quale si
tenne a Praga il convegno di ritorno dedicato al Barocco, di cui si
editano gli atti. […]

INDICE

Presentazione

I. RELAZIONI INTRODUTTIVE

Sante Graciotti
Venezia città ideale e le città ideali del Comenio

Jaroslav Pánek
La Monarchia Asburgica come spazio per la formazione della cultura barocca

II. STORIA POLITICA E CULTURALE

Ivana Cornejová
“Gloria Universitatis Carolo-Ferdinandeae Pragensis”. Celebrazione dell’università di Praga nella Boemia barocca

Josef Hejnic
La “Historia Bohemica” di Aeneas Silvius in epoca barocca e la sua edizione praghesa del 1766

Antonín Kostalán
L’influenza della guerra dei Trent’anni sulla nascita e la formazione della mentalità barocca nelle terre ceche

Eduard Maur
Correlazioni economiche e sociali della cultura barocca in Boemia

Vít Vlnas
Le guerre per l’Italia all’inizio del Settecento e le loro ripercussioni nella Boemia barocca

III. FILOSOFIA

Domenico Caccamo
La propaganda fide, la Chiesa boema e la tolleranza ad tempus di Valeriano Magni

Giuseppe Cengiarotti
Centrum Securitatis: enciclopedismo religione filosofia naturale alle origini della pansofia

Milan Mráz
La critica di Soares al concetto di infinito an De Arriaga

IV. MUSICA E TEATRO

Maria Luisa Doglio
La “tragicommedia” Alcesti di Emanuele Tesauro

Paolo Pinamonti
L’Atalanta Fugiens di Micheal Maier

Angela Romagnoli
” Una musica grandiosa”. La musica sacra italiana tra Sei e Settecento nei fondi boemi

Tomás Slavicky
L’opera di Josef Myslivecek “il Bellerofonte” sulla scena napoletana e su quella praghese e nei cori delle chiese boeme

Tomislav Volek
L’opera italiana nel contesto del Barocco ceco

V. LINGUA E LETTERATURA

Alessandro Catalano
Il diario italiano di Ernst Adalbert von Harach (1598 – 1667)

Michaela Horáková
L’apporto italiano all’omiletica di S. Giovanni Nepomuceno in territorio boemo

Milan Kopecky
Sull’omiletica tardo barocca (In memoriam 1942 – 1945 Monasterium Neoreischense)

Jitka Kresálková
Giulio Solimano e Praga

Radek Lunga
Il cardinale Ernst Adalbert Harrach (Breve ricapitolazione)

Antonin Mest’an
La parte italiana del Dizionario praghese in sette lingue di Peter Loderecker del 1605

Jirí Pelán
Sulla questione del “marinismo” nella poesia barocca ceca

Eduard Petru
L’Italia e la sua immagine all’inizio del Barocco ceco

Marzio Pieri
Hyp(n)ocondrie. L’impossibile incontro fra il vuoto allegorico e la lettera vuota di Praga

Giovannoi Pozzi
Il libro in Caramuel

Martin Valásek
Il grammatico Václav Jandit e Gian Gastone

Alena Wildová Tosi
Visioni barocche dell’inferno di tre gesuiti in Boemia, Italia e Spagna

VI. ARTE

Ladislav Daniel
Galileo Galilei, la tradizione rinascimentale e la pittura del Seicento fiorentino: esempi boemi

Mojmír Horyna
L’influenza romana: nell’architettura sacra praghese del Seicento e Jean Baptiste Mathey

Ivo Korán
L’arte barocca in un paese eretico

Petr Macek
La produzione di Pietro Paolo Columbani

Pavel Preiss
Carlo Innocenzo Carlone e la sua attività in Boemia

Paola Rossi
Gli angeli reggenti l’urla sepolcrale, un motivo ricorrente nella scultura barocca: modelli veneti

Milan Togner
I disegni di Agostino Ciampelli da una collezione morava e la
decorazione della cappella di S. Andrea nella chiesa romana del Gesù

Illustrazioni

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Totalitarismo e totalitarismi

Concetto chiave per comprendere la storia del Novecento, il
Totalitarismo è stato al centro di un forte dibattito ideologico e
storiografico. Nell’ ultimo decennio, dopo la crisi finale del
comunismo, la riflessione sul totalitarismo, lungi dall’esaurirsi, si è
rinnovata grazie anche al contributo di studiosi dell’ Europa centrale
e orientale. Di un incontro e confronto tra storici italiani e russi,
svoltosi presso la Fondazione Giorgio Cini (5-7 aprile 2001), sono
frutto i saggi pubblicati nel presente volume, stimolo a nuove ricerche
su un aspetto cruciale del nostro tempo.

INDICE

Prefazione
di Vittorio Strada

Giorgio Petracchi
Roma e/o Mosca? Il fascismo di fronte allo specchio

Pier Giorigo Zunino
Intellettuali e cultura nella storia del fascismo

Nicola Tranfaglia
Scrivere la storia senza distanza dai fatti. Il fascismo e i contemporanei

Vittorio Strada
Totalitarismo/totalitarismi

Mario A. Cattaneo
Illuminismo e totalitarissmo : due opposte concezioni del diritto penale

Victor Zaslavsky
I sistemi totalitari nella prospettiva comparata

Aleksandr Subin
Problemi controversi della storiografia del totalitarismo russo

Irina Pavlova
Il concetto di totalitarismo e gli studi contemporanei sulla storia della Russia staliniana degli anni trenta

Sergej Kulesov
La tipologia dei regimi totalitari : l’ aspetto Storiografico

Vadim Damie
Il totalitarismo come fenomeno sociale : metodologia di analisi

Nelly Komolova
L’ uomo nella “societa totalitaria” (lo storico e la sua opera)

Viktor Panejach
I progetti politici gemelli del 1930-31
nell’ URSS (“L’ affare accademico”, “Il partito industriale”,
“Ilpartito contadino del lavoro “, “L’ unione dei menscevichi”)

Natalja Egorova
L apolitica estera dell’ URSS nel dopoguerra all’ interno del sistema totalitario (fine anni ’40 primi anni ’60): nuovi approcci

Gli autori

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Venezia nella sua storia: morti e rinascite

Come Fenice, Venezia, nella sua storia e nel suo mito, “eseguendo di
sua spontanea volontà il suo funerale, si rinnova, con una morte che è
la sua nascita, […] di nuovo se stessa quando non è già piu'”.
Il volume presenta la storia singolare di una città che da due secoli
non fa che morire e rinascere, celebrata da Wordsworth a Ruskin, da
Thomas Mann a Proust, da Pound a Brodskij, come figlia di Libertà e
Ombra.
Eppure, come ha scritto Browning, i muri e le pietre che in lei “si
sgretolano, si dissolvono e mescolano insieme”, mai sono in rovina,
bensì sempre towering evidence, “torreggiante evidenza”.
Ma il mito che concresce, Venezia sa sottrarre il nucleo della propria
verità, che spesso si nasconde nel gesto essenziale e furtivo, anonimo
e presente, tanto piu’ segreto quanto piu’ gli interpreti si adoperano
a svelarla, e fissarla, nei registri della storia: sì che il vivente,
in lei, come ha intuito Pound, continuamente dissipa l’irrigidirsi
della maschera che la descrive: “D’Annuzio vive quì?” / chiese la
signora americana K.H. / “Non so” rispose la vecchia veneziana, /
“questa lampada è per la Vergine” (Cantos, LXXVI).
Per questo dura il suo fascino.

INDICE

VII – “Invece del fossato, la cinta del tempo”
di Carlo Ossola

Venezia nella sua storia: Morti e Rinascite

Vico, la decadenza e il ricorso
di Fulvio Tessitore

Un mondo che muore, un mondo che nasce: il Tardoantico
di Lellia Cracco Ruggini

Apocalissi religiose e apocalissi politiche nel mondo tardoantico
di Giovanni Filoramo

Il mito della fenice nella poesia romanza del Medioevo
di Francesco Zambon

Storia e miti per una Venezia dalle molti origini
di Gherardo Ortalli

Foscolo, Venezia e il mito troiano
di Lorenzo Braccesi

Dalla caduta di Venezia alle morti a Venezia: versioni anglo-americane
di Sergio Perosa

Dalla fine alla fine: Vienna primo novecento, Venezia Settecento
di Gino Benzoni

Miti di rigenerazione e culto letterario della giovinezza al tempo della Rivoluzione francese
di Andrea Battistini

Il Risorgimento delle Arti: l’idea dell’antico, l’utile pubblico e l’unificazione italiana
di Andrea Emiliani

La rivoluzione scientifica moderna e oltre
di Vincenzo Cappelletti

L’origine dell’Europa
di Roberto Esposito

Le metamorfosi di Ulisse
di Francisco Jarauta

Toccare il fondo per risalire
di Mario Rigoni Stern

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Lettere da Venezia a Madame la Comtesse de Caylus, 1727 – 1729

Per quali reali motivi il patrizio padovano Antonio Schinella, meglio noto
come Abate Conti, si sia recato in Francia quando aveva trentasei anni,
e quindi sia ritornato in patria solo quando aveva toccato la
cinquantina, forse non sarà mai dato saperlo. Per quali ragioni abbia
lasciata la sua città ove, erudito accanito, si era dedicato a studi
rigorosi e di lunga durata, sia nel campo delle scienze che in quello
della filosofia, sotto la guida dei dotti e dei professori più
illustri, di Venezia e di Padova, ma anche dove nulla aveva pubblicato
di importante, ancora meno ci è dato sapere. Forse la ragione deve
essere ricercata in una missione diplomatica segreta e preparata da una
accurata serie di studi (come si comincia a supporre da parte di alcuni
studiosi quando immaginano essere il Conti, accanto all’amico Dubos,
agente diplomatico segreto del marchese di Torcy). Forse muoveva il
Conti l’ambizione di continuare con più fortuna oltre frontiera una
carriera scientifica internazionale, avvicinando i più importanti
pensatori e scienziati del suo tempo. In una lettera all’amico
Martello, pubblicata nel 1726 assieme al Cesare, la sua tragedia, e
quindi riedita in Poesie e prose, una collettanea poligrafica il cui
primo tomo uscì nel 1739, Conti non lascia trapelare dubbi sui motivi
della partenza. Nel 1713 è proprio la relativa modestia degli studi
scientifici contemporanei italiani, sono proprio i meandri, i labirinti
in cui si perdono i dibattiti scolastici e teologici, sterili e inerti,
a determinare nel giovane studioso l’impulso a cercare altrove le
risposte ai suoi interrogativi, già che, fra l’altro, i libri stranieri
arrivavano in Italia con gran ritardo ed era arduo tenere il passo
delle novità. […]

INDICE

INTRODUZIONE AL CARTEGGIO

I. I soggiorni di Antonio Conti in Francia (1713 – 1715 / 1718 – 1726)

II. Le lettere di Conti alla Contessa de Caylus

III. Antichità, Archeologia, Belle Arti: Conti e il Conte de Caylus

IV. Antonio Conti e la musica: gli Antichi e i Moderni

V. Antonio Conti e Madame de Caylus: un sodalizio

Del N.H. Abbate Conti: Discorso Istorico e Politico sullo Stato della Francia dal 1700 sino al 1730

Indice analitico del Discorso Istorico

LETTERE DA VENEZIA
Trascritte dal Codice marciano I-Vnm: Mss francesi App. 58 (=12.102)

Indice dei nomi citati nelle Lettere

Opere citate nelle Lettere

Soggetti diversi a diverso titolo citati o trattati nelle Lettere

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
I
soggiorni di Antonio Conti in Francia (1713-1715 1718-1726). Gli studi,
i viaggi, le conversazioni intellettuali, le polemiche scientifiche e
letterarie.

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“In quella parte del libro de la mia memoria”

Se l’autobiografia come genere letterario nasce durante l’età moderna,
il parlar di sé è antico come l’uomo e, nella società mediatica,
conosce nuove fortune, a dire il vero eccessive. Lasciando da parte
questo aspetto fin troppo noto, il volume percorre l’arte di attingere
al libro della memoria, e seleziona una ricca serie di esempi da una
tradizione ricchissima, come è quella italiana, con qualche assaggio
nella direzione dell’antichità e della cultura europea.
“Non esiste nulla come l’autobiografia, ma solo l’arte e le menzogne”:
non è necessario prendere alla lettera questa massima provocatoria, per
sapere che l’autobiografia non è necessariamente la porta che fa
entrare nel segreto dello scrittore e nella verità del quotidiano.
L’autobiografia, anzi, può valere piuttosto come il luogo in cui l’io
amplifica i propri meriti, riduce o elimina i propri sbagli, deforma o
inventa fatti e sentimenti e, anche dove è sincero, considera una
storia o un ambiente da una visuale limitata. Per di più, se la
finzione letteraria si piega volentieri al taglio dell’autobiografia,
questa si foggia a sua volta sulla letteratura, sicché tra invenzione e
presa sul reale si schiude una dialettica aperta ad accertamenti ricchi
di sorprese.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

L’ “io” narrante degli storici antichi
di Luciano Canfora

Le Confessioni di Agostino e la scoperta dell’io
di Luigi Alici

Forma e funzione autobiografica nel Milione
di Eugenio Burgio

La Vita nova di Dante: autobiografia come “memoria selettiva”
di Emilio Pasquini

La vita come vaso. L’autobiografia figurale di Opizzino de Canistris
di Michele Feo

Maschere d’autore per l’autore del Decameron
di Lucia Battaglia Ricci

I Commentarii di Enea Silvio Piccolomini (Pio II)
di Claudia Villa

L’autobiografia religiosa negli scritti di Camilla Battista da
Varano: La vita spirituale (1491) e le Istituzioni al discepolo (1501)

di Gabriella Zarri

Francesco Guicciardini: riflessione politica, esperienza vissuta e memoria storica
di Gian Mario Anselmi

L’autobiografia di Benvento Cellini
di Mario Pozzi

“Tale e non altra riuscita”. La prospettiva teologica della Vita di Gianbattista Vico
di Andrea Battistini

All’origine dell’Histoire casanoviana
di Gilberto Pizzamiglio

Le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau: “Impresa che non conosce esempi”
di Lucia Omacini

Vita d’eroe. L’autobiografia di Vittorio Alfieri
di Arnaldo Di Benedetto

Esperimenti autobiografici foscoliani
di Maria Antonietta Terzoli

Leopardi: memoria della poesia e poesia della memoria
di Gilberto Lonardi

Le Memorie di Da Ponte: un’autobiografia tra romanzo e teatro
di Tina Matarrese

L’uomo del risorgimento. Sui Ricordi di Massimo D’Azeglio
di Giuseppe Langella

D’Annunzio cantore di Venezia: celebrazione di se stesso e celebrazione della Serenissima nel Fuoco
di Jacques Misan-Montefiore

Giuseppe Prezzolini e l’autobiografismo come vocazione
di Giorgio Pullini

Il “difficile libro” di Saba. Storia e cronistoria del Canzoniere tra saggio, autobiografia e romanzo
di Elvio Guagnini

Lo specchio della memoria. L’autobiografia attraverso la stilografia: Primo Levi
di Jane Nystedt

Pubblicare memorie
di Ugo Berti Arnoaldi

Appendice

L’italiano dell’Unione Europea
di Jane Nystedt

Lessicografia dell’italiano moderno: 1960 – 2000
di Giorgio Colussi

Dopo l’8 settembre: le memorie di Paolo Murialdi e Roberto Vivarelli
discussione moderata da Giuseppe Galasso

redazione dei testi a cura di Francesca Malagnini

Scrittori contemporanei. Intervista a Sebastiano Vassalli
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

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Central Asia

Il volume accoglie una selezione delle relazioni
più significative presentate nel corso di un Convegno Internazionale
organizzato alcuni anni fa dall’Istituto “Venezia e
l’Oriente” e dalla European Society for Central Asian
Studies. I profondi mutamenti geopolitici e geoeconomici che hanno
interessato e continuano ad interessare quell’area del mondo
e la sua identità culturale, hanno richiesto aggiornamenti
significativi dei singoli contributi, nonché l’integrazione
con alcuni nuovi studi che hanno arricchito le tre sezioni tematiche
dell’opera (“Space and Time in Central Asia History”,
“Redrawing the Lines of Identity”, “Reforms and Representations
of Legitimacy”).

TABLE OF CONTENTS

Foreword
Inaugural address, Giampiero Bellingeri, Rog, Urok,
Orak, Orakul

I. SPACE AND TIME IN CENTRAL ASIAN HISTORY

Saidakbar Saidovich Agzamkhodjaev, Reforming Movement in Central Asia in the beginning of XX Century: New Interpretation and Reevaluation

Jiri Becka, Scholars from Khurasan in Czech Mediaeval Science

Hansje Braam – Marc Vandamme, Systematic Name Management in
Digital Central Asian Textual Resources

Suchandana Chatterje, The Rehabilitation of Heroes in Central
Asia

Paul Geiss, Tribal Commitment and Political Order in Central
Asia. A Reconsideration

Manfred Lorenz, Zur weiteren Entwicklung der tagikischen Sprache

Lars-Erik Nyman, An Oral Re-evaluation of the 20 Century Tibetan
History

Giovanni Pedrini, Nomadik Feudalism of the Steppes

Jadwiga Pstrusinska, Eurasiatic Context of the Old Celtic Cultural
Phenomena: the Case of Torque

Gianroberto Scarcia, Zoroastrian Calendar and its Myth. An
Abstract

Dov Yaroshevski, Contest over the Waqf in the Khorezm Republic,
1920-24

II.REDRAWING THE LINES OF IDENTITY

Mustafa Aydin, Identities in Transition. Nationality, Religion
and Regional Security in Former Soviet Central Asia

Giampaolo R. Capisani, Au sud de la Russie: quelques considérations
géo-economiques à propos des Pays d’Asie Centrale
et du Caucase

M. Cristina Cesaro, Walking a Tightrope: a Quest for Uyghur
Identity

Boris-Mathieu Petric, Renaissance de la communauté de
voisinage dans la ville de Tachkent: retour à la tradition
ou expressíon d’un nouvel imaginaire social?

III. REFORMS AND REPRESENTATIONS OF LEGITIMACY

Rahimjon H. Alimov, Economic Transformation Efficiency in Uzbekistan

Elena Boikova, Modern Political Elites in the Central Asian
States

Guido M. R. Franzinetti, Economic Reform in Uzbekistan and
Central Asia: some Hypotheses

Lilia Moshina, The Policy of Land Reform and Privatization
in Agriculture of Uzbekistan

Sevar Nurmukhamedova, Some Aspects of Economical Reform in
Independent Uzbekistan

Abdulkhalil A. Razzakov, Privatization in Uzbekistan: its Basic
Stages

Riccardo Redaelli, Between Pervasive Tribal Structures and
Alien Patterns of Polity: Afghanistan and the Taliban

Rustem Zhangozha, Newly Independent States in Central Asia
– within the First Decade of Their Independence

Authors

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Le tre religioni di Abramo

“Patriarchae
nostri Abrahae omnium credentium Patri”, le parole dell’antico
martirologio romano aprono le pagine di Louis Massignon sulle tre
preghiere di Abramo, scritte verso la metà del secolo appena concluso.
La consapevolezza della comune discendenza da Abramo e della fede
nell’unico Dio, espressa sino ad allora soltanto nelle prospettive
visionarie ed escatologiche ha conseguentemente ispirato, in anni
recenti, ripetuti incontri tra i rappresentanti dell’Ebraismo, del
Cristianesimo e dell’Islam. Questo libro si pone come sintesi e punto
di arrivo delle discussioni e dei lavori intrapresi nel campo del
dialogo interreligioso con l’obiettivo di rendere concreti, effettivi e
fecondi i risultati conseguiti superando la categoria di
“contro-religione”, secondo la quale l’Islam si definisce per
opposizione al Cristianesimo e all’Ebraismo, il Cristianesimo
all’Ebraismo, l’Ebraismo all’idolatria egiziana. Da una rimeditazione
del concetto di “religioni abramitiche” e dalla progressiva costruzione
di due poli contrapposti – il primo “giudaico-cristiano” europeo e
occidentale, il secondo islamico e “orientale” – si giunge così a una
elaborazione dialettica delle vicende interne della storia politica,
religiosa e culturale in Europa durante l’età moderna e delle
coniugazioni dell'”altro” islamico, presenti nella letteratura
turchesca del Cinquecento e del Seicento fino a quelle
dell’Orientalismo contemporaneo. Altro tema centrale del volume diventa
pertanto quello dei rapporti delle tre religioni con i diritti umani,
questione che accomuna in Occidente come altrove l’Ebraismo, il
Cristianesimo e l’Islam, con differenziazioni più interne che rispetto
alle altre fedi. Ci si interroga perciò sui diversi approcci tra idee e
credenze religiose e diritti dell’uomo nelle varie culture, giungendo a
considerare il problema ancora più centrale di quanto non lo sia il suo
valore simbolico.

INDICE

I Musulmani e il mondo moderno
di Carlo Maria Martini

Di fronte all’Islam
di Amos Luzzatto

LE TRE RELIGIONI DI ABRAMO

Premessa
di Antonio Rigo

Le religioni monoteiste all’orizzonte del 2010 alla ricerca di un senso del futuro
di Mohammed Arkoun

Le religioni e le altre fedi
di Andrea Riccardi

Tolleranza, pluralismo, dialogo nella prospettiva del futuro
di Pier Cesare Bori

Le religioni monoteiste e i diritti umani: una relazione contestata
di Ann Elizabeth Mayer

Il dialogo cristiano-musulmano: alcune questioni e priorità
di Ataullah Siddiqui

Islam e modernità: ricerche e sfide del xx secolo
di H’mida Ennaïfer

L’lslam, gli stati islamici e le libertà individuali
di Mohamed Charfi

La sfida islamica ai diritti dell’uomo nei paesi arabo-musulmani e all’estero
di Sami Aldeeb

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Ero e Leandro

“Bumbetta questa sera si annojerà. Pure a due o tre riprese sentirà
delle grandi ondate di suoni che le agiteranno il sangue, il suo cuore
batterà forte come in un applauso interno, poi s’annojerà da capo e se
ne andrà prima della fine. L’ideale di quell’opera [il Tristan und
Isolde] è alto ma la sua forma ha la sterilità dell’isterismo. Non è
più un Arte, è un vizio. Il suo fascino ammorba. La ammiro e la fuggo.
L’ho tanto odiata un tempo che per bile e per disprezzo ho voluto
insultarla condannandola ai più infami versi che siano stati sputati da
una penna. Un collaboratore mi ajutò assai bene in quella missione.
Oggi me ne pento”

INDICE

Prefazione
di Grazia Distaso

Il Tristan und Isolde di Boito

Cronologia di Arrigo Boito

Bibliografia essenziale

Ero e Leandro

Apparato critico

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L’umiltà  coronata in Ester (Pariati – Lotti) 1714

La partitura manoscritta de L’umiltà coronata in Ester che si conserva a Vienna, presso la Österreichische Nationalbibliotek, denota immediatamente la sua pertinenza ad un ambito aulico. Essa, però, non fornisce alcuna notizia esplicita in merito alla data di composizione ed al contesto esecutivo dell’oratorio: se ne ricavano solo il titolo (incompleto) ed i nomi del poeta “Dottor Pietro Pariati” e del Maestro Antonio Lotti, che figurano nell’elegante illustrazione iniziale. Che si tratti di uno dei numerosi oratori scritti dal Pariati stesso come poeta cesareo presso la corte di Carlo VI si apprende solo risalendo al libretto, stampato a Vienna nel 1714 in occasione della prima esecuzione nella cappella imperiale.

INDICE

L’umiltà coronata in Ester: un oratorio veneziano alla corte imperiale di Vienna
di Laura Zanella

“L’umiltà coronata in Ester”: a Venetian Oratorio at the Imperial Court of Vienna

Pietro Pariati
L’umiltà coronata in Ester. Libretto

Antonio Lotti
L’umiltà coronata in Ester. Partitura

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