Saggi – Pagina 69 – Fondazione Giorgio Cini

Coreosofia

Questo
studio che viene a costruirsi quasi autonomamente sotto gli occhi del
lettore pagina dopo pagina nello scorrere della raccolta attentamente
annotata degli scritti coreografici, coreosofici e coreologici di Aurel
Milloss, compare qui in una collana di monografie riservate ad autori
veneti o ad autori particolarmente segnati dalla esperienza di vita e
d’arte maturata a Venezia o nelle Venezie (Pound, Browning, Ruskin).

Ciò non vuole segnare in nessun modo l’intento di una presa di possesso
o di una annessione alla cultura veneta della vita e del pensiero del
celebre ballerino la cui formazíone internazionale è indubitabile, il
cui fascinoso spirito “apolide” è ben noto, e i cui laboriosi percorsi
dedicati sia a evitare tutte le false vie di quel labirinto di
ideologie, engagements, smanie neo-accademiche, smanie sovversive che
fu il secolo in cui la sorte lo aveva fatto nascere ed operare, sia a
concepire una diuturna ricerca di integrazione “universalistica” delle
arti essenzialmente ímpresse, tutte, nella raffigurazione del movimento
come «volto ed immagine assoluta del mondo», sono articolatamente
descritti nella introduzione e nelle sapienti note ai testi di Stefano
Tomassini.

Accogliere gli scritti di Aurel Milloss in «Linea Veneta» significa
oggi rendere un dovuto omaggio al Maestro e alla sua volontà espressa
di far sì che le carte del suo beneamato archivio, gelosamente
conservate e arricchite di ogni grazia documentaria, fossero
conservate, e studiate a Venezia, ed a Venezia, alla Fondazione Giorgio
Cini, accanto ai fondi documentari di quei compositori del Novecento
storico ch’egli aveva amato, in Italia e che in Italia ed in particolar
modo a Venezia, sia alla Fenice, sia nel quadro del festival musicale
della Biennale, avevano concepito e co-promosso le sue creazioni più
libere e mature.

INDICE

Premessa

Stefano Tomassini, Introduzione – Aurel Milloss nella prigione della danza

Nota di edizione

MARSIA A VENEZIA Libretto di Marsia
Due lettere a Laura Dallapiccola (1979)

SCRITTI TEORICI

La nuova accademia statale di danza (1929)
La relazione tra balletto e nuova danza è un compromesso (1931)?
Le direzioni della critica (1931)
Theatertanz aristocratico e proletario (1933)
Il teatro di danza a Düsseldorf (1934)
Coreosofia – Coreologia – Coreografia. Breve introduzione accademica all’arte della danza (1942)
Balletti e malintesi (1945)
Balletto e Opera (1969)
Un manifesto per la danza (1973)
Il problema del balletto shakespeariano (riflessioni critiche sulle parole di Stendhal)

TESTIMONIANZE

I Sakharoff a Roma (1940)
Vaslav Nijinsky (intervista di Saint-Liber) (1945)
Diaghilev, un anniversaire (1945)
Rolan Petit e “Les Ballets des Champs-Elisées” (1947)
Cecchetti, Blasis e la tradizione del balletto (1978)
Discorso sulla evoluzione storica del balletto in Italia (1981)
Sandor Veress.Una parola nuova anche per il balletto (1982)
Rudolf Laban: “una nuova era nella storia della danza europea” (1982)

INVIO

Lettera a Hans Kresnik (1980)

Indice dei nomi
Indice delle opere coreografiche

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Ah les beaux jours!

Raccogliere
una serie di cronache musicali che coprano il quarantennio
di inesauribile attività di recensore di Mario
Messinis è un’operazione da cui inevitabilmente
emergeranno agli occhi del loro autore, ignaro festeggiato,
quando ne scorrerà rapidamente l’indice, tante
dimenticanze, tante lacune.
Tuttavia, per sostenere questa mia apologia, valga il fatto
che non è stato facile muoversi fra le innumerevoli
recensioni, gli elzeviri, i ritratti, le prese di posizione
anche polemiche, in cui si è riflessa una
appassionata attività critica, mai paga e sempre
attenta alle mutevoli vicende della vita musicale
contemporanea. Troppe le prove dell’inesausta
curiosità nei confronti della musica nuova, nei cui
ambiti Mario Messinis si è sempre mosso con scelte di
indubitabile coerenza e gusto, troppo fertile la sua
capacità, unica, di cogliere in un interprete, ancora
sconosciuto o non necessariamente inserito nei grandi
circuiti concertistici, interessanti novità esecutive
che dovevano essere incoraggiate, troppo esercitata
l’apertura critica di Messinis verso proposte di spettacolo
inusuali, nei cui confronti egli mai ha assunto
atteggiamenti pregiudizialmente orientati. Troppi sono gli
aspetti che da sempre hanno fatto sì che i giudizi –
caso piuttosto raro nel mondo delle cronache musicali degli
ultimi anni – hanno assunto sempre più il valore di
sicuro punto di riferimento.

INDICE

Paolo PINAMONTI Ah
les beaux jours! Il magistero critico di Mario
Messinis

Ansermet: la voce di Debussy
Il grido in tre atti di Carlos Kleiber
Compositori affinati dall’esperienza direttoriale
Karajan rende all’Ottava di Bruckner la sua luce
parsifaliana
L’Aida del debuttanti
Le elettrizzanti infedeltà di Bernstein. Alla
scoperta della teatralità sinfonica di Berlioz e di
MahIer .
Chung e il Mahler-dopo-Mabler
Fra Vivaldi e Bohème i magnifici ottant’anni di
Karajan
I due Kleiber
Monumento Boulez
La depurata Romantik di Giuseppe Sinopoli
Maestrie del Maestro
Salzburg contra Karajan, con lieto fine funebre
Sinopoli affronta la totale consapevolezza di Mahler, dopo
il congedo
L’asse ereditario di Arturo Toscanini .
Tristani Tristani
«Strauss via Berg e Schoenberg»: la cifra
interpretativa della Elektra fiorentina di Abbado Salutare
rivisitazione di Boito
Immediatezze e riflessioni pucciniane di Giuseppe
Sinopoli
L’armonia e la distruzione nell’ultimo Parsifal di Abbado a
Salisburgo
Mila alla Scala
Il pensiero pianistico di Carlo Pestalozza
Ricordo di Giulio Confalonieri
Nono, l’antitesi e il progetto
L’esempio di Massimo Mila
Debito a Varèse
Folla ed entusiasmo per Schnittke
Petrassi: altri Beaux jours a Siena e a Città di
Castello
La scrittura di Malipiero

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La maschera e il volto

Riconoscere il ventaglio delle esperienze teatrali in Italia è il primo
scopo di questo volume: dal teatro pio di cui può essere autrice anche
una donna, nella Firenze di Lorenzo dei Medici, al teatro come svago
per l’aristocrazia raccolta in una corte attorno al signore; dalle
sperimentazioni cinquecentesche ai trionfi, in Italia e in Europa,
dell’opera e della mescolanza di musica e parola (che è il motivo per
cui ancora oggi l’Italiano è giudicato una lingua musicale); dalle
serve goldoniane che parlano in dialetto (ma in versi) o, se si
preferisce, in versi (ma in dialetto), alle acerbe critiche
dell’antigoldoniano Gozzi, fino agli sviluppi ottocenteschi e del primo
Novecento. Sulla scena teatrale gli attori recitano testi che possono
essere e sono i più diversi, tale è la varietà delle forme drammatiche
e la diversità di funzioni di volta in volta assegnate al dramma:
scoprire se il proprio padre è stato ucciso dallo zio, subito sposato
dalla madre, è cio che Amleto si aspetta da una rappresentazione
teatrale, mentre l’antico Aristotele aveva visto nel teatro il modo per
assuefarsi alle passioni della pietà e del timore, senza lasciarsene
travolgere: la purificazione o catarsi, sul cui significato si è
discusso tanto a lungo. E’ impossibile seguire tutti gli svolgimenti di
un genere discontinuo e ricco di forme; ma almeno se ne restituiscono
molti aspetti vitali e non sempre noti, insieme con alcune battute del
dialogo, spesso assai fitto, della tradizione italiana con il
patrimonio classico da un lato, e dall’altro con la cultura drammatica
europea.

INDICE

Premessa
di Fracesco Bruni

Elissa Weacer
Antonia Pulci e la sacra rappresentazione al femminile

Stefano Carrai
Poliziano, Orfeo e il teatro profano

Giulio ferroni
La Calandria del Bibbiena: tra Plauto e Boccaccio

Daria Perocco
Alla ricerca del frutto proibito: la Mandragola di Machiavelli

Roberto Bigazzi
La via romanzesca degli Ingannati

Piermario Vescovo
Racconto, teatro e sogno. La Lettera di Ruzante a Marco Alvarotto

Massimo Ciavolella
Leone de’ Sommi e il teatro ebraico a Mantova nel Rinascimento

Andrea Battistini
Coturni in terra algente. Il Re Torrismondo di Torquato Tasso

Anna Laura Bellina
I passaggi di Orfeo: recitar cantando nell’opera italiana fra Peri e Gluck

Fabrizio Borin
Orfeo al cinema. Un’interpretazione

Bruno Brizi
Fingere per delinquere e fingere per ammaestrare
Un modello di teatro di poesia: L’Olimpiade di Metastasio

Carmelo Alberti
Il linguaggio delle Massere sulla scena di Carlo Goldoni

Gilberto Pizzamiglio
Scena e testo nelle «fiabe teatrali» gozziane

Arnaldo Di Benedetto
Quasi una fiaba dell’orco
Storia e leggenda nel Filippo di Vittorio Alfieri

Loretta Innocenti
Le tragedie veneziane di Byron

Francesco Bruni
Adelchi, eroe shakespeariano

Giovanni Morelli
La fase «classica» dell’Opera romantica italiana

Pietro Trifone
Le due vie del parlato teatrale: realismo e deformazione

Fabio Finotti
Come le foglie di Giuseppe Giacosa: maschera e verità

Laura Caretti
Mogli infedeli e mogli ideali: varianti ottocentesche

Adrianna Arnieri Corazzol
Drammaturgia musicale d’avanguardia: da Boito a D’Annunzio

Giuseppe Langella
Teatro illustrativo e teatro dialettico. Sui Sei personaggi di Pirandello

Giorgio Pullini
Ugo Betti, Corruzione al Palazzo di Giustizia, e il teatro dei «processi morali»

APPENDICE

Scrittori contemporanei. Intervista a Luigi Squarzina
a cura di SILVANA TAMIOZZO GOLDMANN

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Schoenberg & Nono

Nuria
Schoenberg Nono è stata una protagonista della storia musicale del
Novecento e tale resta, attivamente, anche nel nuovo secolo. Le sue
iniziative per la diffusione e la
valorizzazione dell’opera di Arnold Schoenberg e di Luigi Nono, cui si
dedica con maniere insieme dolci e determinate, meritano il plauso e il
ringraziamento della comunità scientifica e civile; […] Per queste
ragioni, e tante altre ancora, Nuria Schoenberg Nono è oggi la
dedicataria ideale di una Festschrift nella migliore tradizione dei
volumi celebrativi, quella costituita da pubblicazioni dotate di una
precisa identità, sia come testi di
riferimento scientifico rivolti al futuro della ricerca sia come
memoria dell’evento festivo che le ha generate.
L’elemento costante in questa raccolta è la relazione diretta o mediata
con Nuria Schoenberg Nono anche nel suo
essere donna, e non a caso ampio spazio è dedicato alla famiglia e alla
figura di Gertrud Kolisch Schoenberg. I saggi affrontano temi cari alla
dedicataria e
suggeriti da lei stessa nelle sue frequenti e puntuali osservazioni sui
due maestri che hanno accompagnato gran parte della sua vita, anche
lungo le linee di tangenza tra Nono e Schoenberg, nelle vicende
biografiche e nel pensiero compositivo. I numerosi documenti qui
pubblicati per la prima volta sono conservati prevalentemente negli
archivi dei quali la dedicataria è presidente e ai quali si
dedica con la sua dolce forza, Arnold Schoenberg Center Privatstiftung
di Vienna (ASC) e Archivio Luigi Nono di Venezia (ALN). Come è facile
verificare, il volume curato da Nuria Schoenberg Nono Arnold Schoenberg
1874-1951. Lebensgeschíchte in Begegnungen
(Klagenfurt, Ritter,
1992) trova qui una conferma ulteriore della sua importanza scientifica
nella misura in cui ha costituito una fonte preziosa per tutti i saggi
su Schoenberg. I contributi sono stati richiesti e redatti
anteriormente alla data del compleanno; in particolare il saggio di
Victoria
Martino era compiuto prima del convegno Arnold Schoenberg und sein Gott svoltosi
a Vienna nel giugno di quest’anno.
Tengo a ricordare che la pubblicazione in questa sede dell’intervista
su Gertrud Kolisch Schoenberg, letteralmente catturata alla
dedicataria, ha rappresentato per lei una
effettiva sorpresa.Nuria Schoenberg Nono ha saputo infatti della
preparazione di questo volume nel giorno del suo compleanno, nel corso
della cerimonia a lei dedicata dalla
Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Le testimonianze degli amici
elencati nella tabula gratulatoria posta in fine a questo volume – alle
quali si sono aggiunte altre voci augurali in forma privata con
lettere, telefonate e fax –
sono pubblicate nel volume Happy Birthday to Nuria Schoenberg Nono on May 7, 2002 (Venezia, Arti Grafiche Venete, 2002). […]

7 maggio 2002
Anna Maria Morazzoni

INDICE

Premessa di Pasquale Gagliardi

Anna Maria Morazzoni, Alla dolce forza di Nuria Schoenberg Nono

Arnold Schoenberg, Beobachtungen am Neugeborenen
Kind .« … die Welt sehen wollende Tochter». Bruchstucke aus Schoenbergs Korrespondenz, ausgewáhlt von Iris Pfeiffer

E. Randol Schoenberg, Brief
Biographical History and Genealogy of Nuria Schoenberg Nono

Anna Maria Morazzoni, Il paradosso del donare nelle Festschriften intorno a Schoenberg

Joseph Auner,On the Emotional Character of Schoenberg’s Music

Victoria Martino, Moses und Arnold: Schoenberg’s Autobiographical Theology

Therese Muxeneder, Lebens(werk)geschichte in
Begegnungen. Vorgesprache zu Arnold Schoenbergs
«A Survivor from Warsaw» op. 46

Konrad Oberhuber, Thoughts about my Schoenberg the Painter

Nuria Schoenberg Nono, Gertrud
Bertha Kolisch Schoenberg. A Collection of Memories about my Mother, an interview wíth
Anna Maria Morazzoni

Giovanni Morelli, «Wie es ist, so hat es sein sollen». Un «motto» (1980) per Gertrud Kolisch Schoenberg

Veniero Rizzardi, Nono e la `presenza storica’ di Schoenberg.

Gianmario Borio, «Liebeslied» di Luigi Nono: microcosmo di futuri sviluppi

Veniero Rizzardi, Una lettera di Luigi Nono su «Incontri»

Claudia Maurer Zenk, «La di Ella inaudita Finezza». Zur Entstehung der «Varianti».
Briefwechsel Luigi Nono-Rudolf Kolisch 1954-1957.

Franziska Breuning, Einige Gedanken zum Líebesmoment in Kompositionen Luigi Nonos

Klaus Kropfinger, Der befragte Raum – Nonos existentielle Vergewisserung

Massimo Cacciari, Per il «Prometeo»

Erika Schaller, Das Archivío Luigi Nono

Christian Meyer, Funf Jahre Arnold Schoenberg Center Privatstiftung

Tabula gratulatoria

Indice dei nomi

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Giordano Bruno: destino e verità 

Frutto di una collaborazione di studio tra l’Università di Venezia, la
Fondazione Giorgio Cini e l’Istituto Nazionale di Studi sul
Rinascimento, il volume raccoglie da una parte alcune riflessioni di
illustri studiosi sul pensiero di Giordano Bruno (gli aspetti
essenziali della sua filosofia, le sue idee sull’apocalisse e sull’
«amore infinito», la ripresa dei filosofi antichi, il rapporto con la
magia, l’aritmetica e la geometria ecc.), dall’altra ne ricostituisce
ampiamente il soggiorno a Venezia nel 1592, culminato nella denuncia al
tribunale dell’Inquisizione e nel successivo processo, preludio alla
finale condanna al rogo per eresia pronunciata ed eseguita a Roma nel
1600.

INDICE

Prefazione
di Daniele Goldoni e Luigi Ruggiu

Emanuele Severino
Bruno e il pensiero ontologico

Michele Ciliberto
Bruno e l’Apocalisse. Per una storia interna degli Eroici Furori

Nicoletta Tirinnanzi
I Libri physicorum Aristotelis e la riflessione magica di Bruno

Fulvio Papi
Bruno: l’amore infinito

Gino Benzoni
Venezia come sfondo

Paolo Casini
Naturae numeri e naturales figurae: aritmetica e geometria tra Bruno e Keplero

Luigi Ruggiu
La ripresa dell’antico in Giordano Bruno

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Lettere artistiche del Settecento veneziano I

Quando
agli inizi si ebbe l’idea di portare attenzione alle lettere di
argomento artistico si era pensato a queste come a ogni altro documento
che potesse essere di utilità e sostegno alla generale ricerca nel
campo della stori adell’arte – sopratutto, in questo caso, veneta –
come era nell’intendimento e negli scopi che si proponeva l’istituendo
nosrto Istituto di Storia dell’Arte.
In questo pensare alle lettere, portare attenzione a una possibile
raccolta di esse ci si proponeva e si allargava quanto si era già fatto
per creare una particolare fisionamia alla biblioteca e alla fototeca .
E così, superati i primi anni del lavoro iniziale, si andavano a
consolidare le strutture dell’Istituto scegliendo tra i nostri molti
progetti e le molte proposte che ci pervenivano da ogni parte. E questo
mano a mano che si stringevano rapporti di Internazionali, che con
sempre maggore simpatia guardavano a Venezia e a San Giorgio e
seguivano lo sviluppo e il carattere che il nuovo Istituto andava
assumendo.
La raccolta delle lettere si andava così in certo modo collocando tra
la biblioteca e la fototeca. Si dava così prevalenza ad una prima
informazione e reale individuazione a quanto si incontrava che veniva
pubblicato e poi sistematicamente passando ad esplorare nuove
biblioteche, musei, collezioni pubbliche e private nelle loro sezioni
dedicate ai manoscritti, non trascurando qualsiasi altra possibilità
venisse offerta all’Istituto. In tal modo è stato svolto un programma
di studio e di lavoro seguendo le aperture e le possibilità – agli
inizi pressochè inesistenti – di diverso tipo che l’Istituto poteva
offrire in quegli anni.
L’idea era sempre restata ferma alla possibilità che questa raccolta di
lettere e documenti personali del Settecento veneziano fossero
sistemati e custoditi in un settore della biblioteca a dissposizione
delle usuali ricerche e degli studiosi interessati. […]
A. Bettagno

INDICE

Presentazione, Alessandro Bettagno

Francesca Del Torre
Sebastiano Ricci a Ferdinando di Toscana e altri corrispondenti
(Lettere 1 – 15)

Marina Magrini
Gianbattista Tiepolo e i suoi contemporanei
(Lettere 16 – 169)

Roberta Bandinelli
I due Zanetti ad Anton Francesco Gori
(Lettere 170 – 181)

Francesca Del Torre
Francesco Zuccarelli ad Anton Francesco Gori
(Lettere 182 – 184)

Cristina Cortese
Pierto Longhi, Giuseppe Wagner e Gian Battista Remondini
(Lettere 185 – 202)

Piervaleriano Angelini
A proposito di Giacomo Quarenghi (Tommaso Temanza, Pietro Gonzaga, Giannantonio Selva)
(Lettere 203 – 205)

Francesca Del Torre
Gavin Hamilton a Giovanni Maria Sasso (parte prima)
(Lettere 206 – 222)

Marina Magrini
Pietro Edwards ad Antonio Canova
(Lettere 223)

Nota al testo
Bibliografia
Elenco delle lettere
Indice dei nomi

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L’eredità  greca e l’ellenismo veneziano

Centro
gravitazionale del libro, come già del corso, una Venezia che –
paragonabile, per dirla con Goethe, solo a se stessa – svolge questa
sua unicità, questa sua peculiarità, questa sua singolarità in termine
d’assunzione del significato delle città che più, nell’umana vicenda,
appunto han significato. Altera Roma, l’han timbrata gli
umanisti. Non tutti però. Più d’uno ha storto il naso. Più d’uno una
qualifica del genere l’ha ritenuta più e meglio pertinente a Firenze.
Ma son stati ben i dotti bizantini a Venezia arrivati prima
dell’inturcarsi di Bisanzio, prima della captivitas del 1453, a
proclamare la città lagunare alterum Byzanzium

INDICE

Premessa di Gino Benzoni

Giovanni Pugliese Carratelli, Bessarione, il Cusano e l’umanesimo meridionale

Giorgio Ravegnani, I dogi di Venezia e la corte di Bisanzio

Gherardo Ortalli, Venezia mediterranea e grecità medievale: relazioni, conflitti, sintonie

Silvia Ronchey, L’ultimo bizantino. Bessarione e gli ultimi regnanti di Bisanzio

Marino Zorzi, Bessarione e i codici greci

Irene Favaretto, Sculture greche nel territorio della Repubblica

Ugo Tucci, La Grecia e l’economia veneziana

Ennio Concina, Il quartiere veneziano di Costantinopoli

Luigi Balsamo, Aldo Manuzio e la diffusione dei classici greci

Jean Claude Margolin, Erasme et Venise

Cesare Vasoli, Guillaume Postel e l’eterodossia

Marc Fumaroli, L’ellénisme vénitien et les origirtes du Collège de France

Lionello Puppi, «Quelle
cose.. che solo i Greci per magnificenza… poterono fare».
Consapevolezza ed esperienza dell’architettura ellenica da Palladio a
Scamozzi

Augusto Gentili, Tiziano, la tragedia e il crepuscolo degli dei

Gino Benzoni, Ellade e non solo Ellade: qualche appunto a e da Venezia

Vincenzo Di Benedetto, Il neoclassicismo del Foscolo: avvii di un percorso

Lorenzo Braccesi, Il mito ellenico e il fallimento di Campoformio

Giorgio Orelli, «Un perenne ronzio» (rileggendo le Grazie del Foscolo)

L’ eredità greca e l’ellenismo veneziano raccoglie gli interventi al “XL Corso Internazionale di alta cultura” tenutosi dal 31 agosto al 12 settembre 1998

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Le metamorfosi del ritratto

Le
diciannove lezioni raccolte in questo libro, tanto più se si consideri
che esso spazia al di là dei problemi del solo ritratto in ambito
visivo, pittorico, scultoreo o di ogni altra tecnica ed espressione
figurativa, ma, continuando una tradizione di multipolarità propria di
questi corsi, pur senza giustificarne esplicitamente l’estensione e
definirne le correlazioni, allargano il campo di indagine ad altri
aspetti dell’arte del ritratto, toccando tematiche letterarie e
interpretazioni antropologiche, e non rinunciando ad incursioni nei
trattati di fisiognomica sia antica, con influenze e derivazioni che
permangono fino agli studi cinquecenteschi di Leonardo e Della Porta
(Carlo Carena), sia moderna, con le nuove teorízzazioni di Lavater
(Marian Hobson) e di Cesare Lombroso (Delía Frigessí), e a una piccola
scelta di scrittori signíficativi, nei quali la focalìzzazione sul tema
“ritratto” (e soprattutto per quel che riguarda i contemporanei,
“autoritratto”, ripetendo in ciò il fenomeno iniziatosi a partire dal
Cinquecento degli autoritratti di artisti – basterà ricordare per il
caso più clamoroso la settantina di autoritratti di Rembrandt -,
prolungatosi come uno dei più sintomatici indirizzi dell’arte moderna)
hanno trovato particolarmente in un genere, quello del romanzo e della
letteratura autobiografica, la sua più straordinaria manifestazione, al
punto da potersi dire che l’intera storia del romanzo è in realtà una
storia di ritratti e, in particolare nel moderno, di autoritratti.

INDICE

Prefazione di Renzo Zorzi
Jean Clair, Occhio per occhio, dente per dente, tratto per tratto.

Carlo Carena, Uomini e animali nella fisiognomica antica.

Enrico Castelnuovo, «Propter quid imagines faciei faciunt». Aspetti del ritratto pittorico nel Trecento.

Giandomenico Romanelli, Il ritratto assente: Marin Falier a Palazzo Ducale.

Carlo Bertelli, Il ritratto nell’opera di Piero della Francesca.

Gino Benzoni, Ritrarre con la penna, ossia gli ambasciatori veneti ritrattisti.

Claudine Haroche, Les usages de l’impassibilité et de la maitrise de soi dans la domination politique.

Alfonso E. Perez Sanchez, Los Retratos de Velázquez .

Francis Haskell, Come si costruisce un re: Carlo I d’ Inghilterra e i suoi ritrattisti.

W. R. Rearick, The Venetian Selfportrait. 1450-1600.

Ernst J. Grube, Il ritratto nel mondo musulmano.

Maria Hobson, La physionomie: le portrait d’un exemple.

Lea Ritter Santini, Gli occhi del ritratto.

Victor Brombert, Dostoievski: portrait de l’homme à paradoxes.

Delia Frigessi, Ritratti antropologici.

Sergio Perosa, Il ritratto che uccide (da Poe a Wilde).

Paolo Costantini, «L’éternel du transitoire»: ritratto dell’artísta da (giovane) fotografo. Steíchen a Parigi, 1900-1902.

Paolo Fossati, Carlo Carrà, Gentiluomo ubriaco, 1916. Un ritratto del XX secolo.

Giovanni Raboni, Proust contro Proust.

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Desiderio e trasgressione nella letteratura fantastica

Il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla Fondazione
Giorgio Cini nell’aprile 2001. L’infittirsi di studi sul fantastico ha
indotto a rinunciare a una trattazione sistematica e a privilegiare, in
una prospettiva comparatista, due figure centrali di questa modalità
letteraria – il “desiderio” e la “trasgressione”, appunto – che
continua ad affascinare lettori e studiosi per la sua forte carica
eversiva. Scorrendo l’indice, il lettore puo’ facilmente individuarne
l’articolazione tematica e cogliere, nell’ampiezza e varietà dei punti
di vista offerti dagli autori, un itinerario interdisciplinare ricco di
suggestione e proposte innovative.

INDICE

Introduzione
di Michela Vanon Alliata

Desiderio e Trasgressione nella Letteratura Fantastica

Adriana Guarnieri Corazzol
Fantasmi, allucinazioni e seduttrici soprannaturali nell’ opera italiana del secondo Ottocento

Anco Marzio Mutterle
Ombre, magie e fantasmi nel «realismo» di Pavese

Giorgio Ficara
Petrarca, Carlo Magno e la mummia

Vittorio Roda
Un tema tarchettiano: l’ irruzione del femminile nel maschile

Claudia Corti
L’ inferno artificiale del Vathek

Francesco Marroni
Il focolare maledetto: desideri e inganni nei racconti di Elizabeth Gaskell

Michela Vanon Alliata
Il diavolo nella bottiglia: la maledizione faustiana nel fantastico esotico di R.L. Stevenson

Franco Marucci
The Lifted Veil, il racconto mesmerico di George Eliot

Daniela Rizzi
Una città di spettri. Note sul tema: Pietroburgo nella letteratura russa

Laura Silvestri
Per una tipologia del neofantastico in Borges

Luca Pietromarchi
Lo specchio del diavolo: Bernanos fantastico

Paolo Tortonese
La follia tra miracolo e prova: la terza soluzione del fantastico

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“Un caos che spaventa”

Questo libro ricostruisce aspetti socio-istituzionali dell’ effimera
esperienza d’ espansione della Repubblica di Venezia in Dalmazia e
Albania. Sullo sfondo, il tramonto della Serenissima. Tra gli anni
quaranta e novanta del Settecento “Riformatore”, il patriziato veneto e
le Elites della “Duplice provincia” tentarono diverse riforme agrarie,
amministrative, comunitarie e giurisdizionali al fine d’ integrare nel
Dominio le nuove periferie di uno stato a sua volta periferico nel
teatro europeo e nell’economia mondiale. Condizionati dalla pressione
politica-economica absburgica e dal modello dei territori militari
croati, e incalzati dalla competizione interazionale sul “Triplice
confine” austro-veneto-turco, i progetti veneti furono
contemporaneamente frustrati dalle frizioni cetuali nella provincia e
nella Dominante, da forti resistenze locali, da contrastanti esigenze
costituzionali, da acerbe conflittualita rurali e interconfessionali.
Nascevano intanto nuovi linguaggi politici. Lo studio delle dinamiche
istituzionali e della conflittualita incapsulata nella sfera del
diritto attraverso i meccanismi giudiziari marciani offre un’ occasione
per complicare le dicotomie nelle quali, per diverse ragioni, nel xix e
nel xx secolo, antagonistiche tradizioni storiografiche avrebbero poi
irrigidito tanto la ricostruzione delle politiche venete, quanto la
rappresentazione di una regione contesa e spesso studiata in funzione
delle rivendicazioni territoriali.

INDICE

Prefazione
di Vincenzo Ferrone

Per intrdurre verso una Duplice provincia e un Triplice confine

Un nuovo regno

Un nuovo regno per giustificare la propria esistenza
“Quel corpo o membro grande di polizia”
Da “messia” a “Lucifero” : il governante e il politico

Una “santissima magistratura” tra mito e antimito: i sindici inquisittori foscariniani

Esigenze concrete e ideali del ricorso a uno “strumento del mito”
La “sindrome almissana”, sindrome da assedio
Alla ricerca della nuova provincia (fallimenti ed eredita)

“Troppo scomposta era la machina”

Progetti di riforma agraria e territoriale negli anni ’50

Redistribuzione fondiaria e fissazione dei coloni sulla terra
L’ “affare dei riparti” tra colonizzazione e spartizione del territorio
“Legge agraria” e “ragione politica”

Popolare la provincia e governarne le genti

Difficili “accomodamenti” tra migrazioni organizzate e spontanee
Attraverso l’Adriatico
Una Repubblica “italo-slavo-greca” e i problemi della convivenza religiosa

Il “male ancora piu dilatato”

Prospettive e tensioni di riforma negli anni settanta
L'(in)interrotta continuita delle distanze riformatrici
Le traversie degli Orti Esperidi
Poteri, giustizia e riforme

Poteri, terre e religione tra craine venete e Triplice confine

Il “morbo” di Lucich (tra Macarsca e Imoschi)
Lo skeptron e il “bastone slavo” (contado di Zara)
Gli “universi locali” dello spettro polacco

Le istituzioni marciane tra difesa dei privilegi e competizione sui territori

Sindrome almissiana a Spalato : i borghi in piazza
Gli eterei privilegi di Spalato
Le mani sui terrirtori

Poteri, banditismi, solidarieta locali

Hajduci e banditismi tra grande politica e antagonismi locali
Dispotici capricci ed afficaci protezioni

I registri di una riforma

Errori storici e illusioni costituzionali
La possibile riforma delle craine
Esigenze, eccezioni, contaddizioni di una riforma impossibile

Il lungo trapasso dell’ antico regime, come un epilogo

Indice dei nomi

Indice dei luoghi

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