Saggi – Pagina 68 – Fondazione Giorgio Cini

Dixit Dominus

Salmo 109 per due
soprani, tenore e basso solisti, due cori a quattro voci miste, due
trombe,due oboi e archi (due violini, viola e basso) divisi in due cori

INDICE

Prefazione generale

General Preface

Salmo 109 per due soprani, tenore e basso solisti, due cori a
quattro voci miste, due trombe,due oboi e archi (due violini, viola e
basso) divisi in due cori RV 594

Note critiche

Apparato critico

Critical Notes

Critical Commentary

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Storia di varj costumi sagri e profani, dagli Antichi sino a noi pervenuti

Carmeli è mosso alla sua Storia non da intenti apologetici – pro o
contro (e soprattutto contro) le usanze popolari tradizionali – ma da
vivace curiosità intellettuale. Ed è così che egli compie almeno in
buona misura il passaggio dalla confutazione alla constatazione, e
dalla polemica alla erudizione, se non proprio alla storia. Tra Sei e
Settecento, altri studiosi ebbero o avranno atteggiamento analogo
(Audrey, Bourne, Brand): un atteggiamento o indirizzo che nella storia
degli studi di folklore è stato detto 1 antiquario 1 e nel quale si
fanno rientrare anche le Antiquitates italicae Medii Aevi (1732-42) di
Ludovico Antonio Muratori. Assumendo le tradizioni – anche quelle
‘riprovevoll’ – come documento di antichi modi di vita, le
consuetudines non laudabiles e gli errores divennero antiquitates
vulgares o popular antiquities oppure, nella formulazione di Carmeli,
«costumi sacri e profani degli antichi sino a noi pervenuti». A ben
guardare, s’ avverte quasi Un precorrimento o anche un preannuncio (sia
pur remoto) di quel passaggio dal concetto di ‘superstizione’ a quello
di ‘sopravvivenze’ che fu operato alla fine dell’Ottocento da E. B.
TyIor e che segnò l’avvio dei moderni Studi di etnologia, folklore e
antropologia culturale. Con tutte le cautele del caso può dunque dirsi
che Carmeli contribuì alla erosione delle pretese di validità
universale della cultura ufficiale europea ed al superamento dei suo
esclusivismo.

INDICE

Michelangelo Carmeli e gli studi di folklore di Alberto Mario Cirese

Biografia e bibliografia di Domenico Isabella

Nota all’edizione

Storia di Varj costumi sacri e profani dagli antichi fino a noi pervenuti

Tomo I

Capo I. Introduzione all’Opera
Capo II. Dell’uso del Fuoco nel rito Sagro
Capo III. Dell’uso dell’Acqua nel rito sagro
Capo IV. Dell’uso delle Processioni nel rito sagro
Capo V. Delle Agape
Capo VI. Delle Neomenie
Capo VII. Dell’uso de’ Flaggellanti, o Battuti
Capo VIII. Dell’uso del Digiuno
Capo IX. Dell’uso de’ Marchi’, o segni impressi su la carne
Capo X. Delle Prefiche, o Piagnoni
Capo XI. Dell’uso di far conviti sopra i sepolcri
Capo XII. Del vestir nero nella morte di alcuno, e delle vesti bianche
Capo XIII. Dell’uso di imbalsamare i corpi
Capo XIV. Dell’uso delle fave nel giorno de’ morti
Indice delle cose più notabili, che si contengono in questo primo tomo

Tomo II

Capo I. Dell’uso de’ Baccanali
Capo II. Dell’uso del Ballo
Capo III. Dell’uso delle maschere
Capo IV. Della festa detta di S. Martino
Capo V. Dell’uso del baston di comando
Capo VI. Dell’uso diporre corone, o festoni di foglie verdi su le porte, per segno di festa, o di allegrezza
Capo VII. Dell’ uso di piantare il majo
Capo VIII. Dell’uso di mangiar l’Agnello nella Pasqua
Capo IX. Dell uso di mangiar l’uova in tempo di Pasqua
Capo X. Dell’uso, che si chiama Ferrare Agosto
Capo XI. Dell uso di dar la mano dritta per segno di rispetto, e di precedenza
Capo XII. Dell uso di baciar la mano per segno di riverenza
Capo XIII. Conclusione dell’Opera

Dissertazioni sopra la venuta del messia

Dissertazione prima
Dissertazione seconda

Indice delle cose, che in questo secondo tomo si contengono
Indice dei luoghí della Sacra Scrittura citati, e spiegati
Indice degli autori citati, lodati, emendati

Appendice

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Il canto «patriarchino» di tradizione orale in area istriana e veneto-friulana

Nelle chiese grandi e piccole dell’Istria, del Friuli, del Veneto, fino
alla Lombardia, è risuonato da tempo immemorabile un canto liturgico
che, tramandato oralmente per generazioni, ha scandito i momenti
salienti della vita delle comunità montane e rurali.
Manifestazione tra le più sentite e partecipate della devozione
popolare, questo repertorio variegato, eppure compatto, viene detto
“patriarchino”, ma, più spesso, “a la vecia”, cioè more antiquo.
Entrambi gli appellativi ben comunicano il senso di dignità e il
rispetto attribuiti a una tradizione vetusta, che sembra richiamarsi
all’antico patriarcato di Aquileia.
Con il supporto di una nutrita serie di esempi musicali, questa
raccolta di saggi fa il punto delle conoscenze intorno al
“patriarchino” dopo decenni di ricerche sempre più intense: ne descrive
la varietà e la ricchezza, ma anche l’omogeneità e i tratti comuni;
tenta di dare qualche risposta ai molti interrogativi sulla sua
origine, la sua evoluzione, le sue commistioni con altri repertori, la
sua sorprendente estensione.
Ne emerge il quadro di un vero e proprio dialetto musicale dell’Italia
settentrionale, sospeso tra colto e popolare, tra scrittura e oralità,
tra storia “grande” della Chiesa e storia minuta delle parrocchie e
delle comunità, tra memoria ormai quasi dispersa e vitalità del
presente.

INDICE

Paola Barzan, Giulio Cattin
Premessa

Saluto di Sua Ecc. P. Antonio Vitale Bonmarco, arcivescovo di Gorizia

Il contesto storico-territoriale

Remo Cacitti
Dalla «leggenda» marciana allo scisma dei Tre Capitoli

Note storico-teologiche

Gilberto Pressacco
Appunti sulla tradizione liturgico-musicale del Patriarcato di Aquileia dall’epoca carolingia al XVI secolo

Giuseppe Andrich
Appunti di storia, istituzioni e liturgia dell’Agordino

Mario Ferruccio Belli
Cadore e Ampezzo all’ombra dei patriarchi

Le ricerche

Roberto Leydi
Il «patriarchino» in Istria

Giuseppe Radole
Canti liturgici «patriarchini» di tradizione orale in Istria

Luigi Donorà
Il canto «patriarchino» a Dignano

Francesco Tolloi
Umago: gli indirizzi della ricerca

David di Paoli Paulovich
Il canto «patriarchino» di Umago
e dell’entroterra umaghese (Matterada). Considerazioni musicali e
prospettive generali di ricerca

Vittorio Bolcato
Cenni storici sulla tradizione musicale in Cadore

Ermanno Livan
Il canto liturgico di tradizione orale in Cadore e in Val di Zoldo

Renzo Bortolot
Il canto liturgico di tradizione orale in Cadore e in Zoldo. La situazione attuale

Paola Barzan
I canti liturgici di tradizione orale dell’Agordino

Roberto Starec
Canti liturgici tradizionali del Friuli

Giuseppe Cargnello
La Pieve di Gorto. I repertori liturgici in Carnia e Friuli

Giuseppe Camilotto
La tradizione «patriarchina» a Venezia e nell’entroterra veneto

Le musiche

Paola Barzan
Il repertorio

Godehard Joppich
Osservazioni su alcune melodie di inni nel canto «patriarchino»

Gilberto Pressacco
Prestiti musicali tra repertorio sacro e profano in Istria e in Friuli

Angelo Rusconi
Il canto «patriarchino» nell’antica diocesi di Como. Ricerche preliminari sulla tradizione scritta

Altri percorsi tra oralità e scrittura

Nicola scaldaferri
Percorsi tra oralità e scrittura nella tradizione liturgica bizantina in Italia meridionale

Marinella Ramazzotti
Oralità e scrittura in repertori liturgici e paraliturgici. Riflessioni metodologiche

Roberto Leydi
Conclusioni

Bibliografia

Indice dei nomi e dei luoghi
Indice degli incipit e dei titoli
Indice dei manoscritti

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L’ Ottocento e il Novecento

INDICE

Introduzione

Nadia Maria Filippini
Storia delle donne: culture, mestieri, profili

Simon Levis Sullam
Gli ebrei a Venezia nella prima metà del Novecento

Emilio Franzina
Il “fronte interno” sulle lagune: Venezia in guerra (1938-1943)

Raffaele Liucci
Il ’43-’45

II. Le istituzioni culturali

Francesca Cavazzana Romanelli
Gli archivi

Stefania Rossi Minutelli
Le biblioteche

Giuseppe Cullino
L’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti

Giuseppe Cullino
L’ Ateneo Veneto

Giannantonio Paladini
Ca’ Foscari

Guido Zucconi
L’Istituto Universitario di Architettura (I.U.A.V.)

Gino Benzoni
La Fondazione Giorgio Cini

Bruno Rosada
La scuola

Mario Isnenghi
La stampa

Giandomenìco Romanelli
Le arti

Giorgio Pullini
Le lettere

Paolo Puppa
Teatro, teatri

Giovanni Morelli
La musica

III. La città e il territorio nell’ultimo novecento

Leopoldo Pietragnoli, Maurizio Reberschak
Dalla ricostruzione al ‘problema’ di Venezia

Cesco Chinello
Storia operaia di Porto Marghera

Sergio Barizza
Mestre, la città del Novecento

Franco Mancuso
La laguna e le isole

Luca Pes
Gli ultimi quarant’anni

Testimonianze Conclusive

Paolo Costa Sindaco di Venezia
Attualità di Venezia

Giovanni Bazoli, Presidente della Fondazione Giorgio Cini
La Fondazione Giorgio Cini e la «Storia di Venezia»

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L’ Ottocento e il Novecento

INDICE

A cura di Stuart Woolf e di Mario Insenghi
Introduzione

Maria Teresa Sega
Lavoratrici

Casimira Grandi
Assistenza e beneficenza

Adriana Salviato
Pellagra e pazzia: i manicomi di S. Servolo e di S. Clemente

IV. Venezia città e mito

Giandomenico Romanelli
Venezia nell’Ottocento

Mario Infelise
Venezia e il suo passato.Storie miti «fole»

Gilberto Pizzamiglio
Letterati, poeti, narratori, pubblico nella Venezia dell’Ottocento

Carmelo Alberti
Teatro, musica e stagione teatrale

Giuseppe Gullino
Istituzioni di cultura

Francesca,Cavazzana Romanelli,Stefania Rossi Minutelli
Archivì e biblioteche

Andrea Zannini
La costruzione della città turistica

Il novecento

Mario Isnenghi
Introduzione

I. La società veneziana

Gianni Riccamboni
Cent’anni di elezioni a Venezia

Maurizio Reberschak
Gli uomini capitali: il «gruppo veneziano» (Volpi, Cini e gli altri)

Giovanni Luigi Fontana
L’economia

Luca Pes
Il fascismo adriatico

Renato Camurri
La classe politica nazionalfascista

Marco Fincardi
I fasti della ‘tradizione’: le cerimonie della nuova venezianità

Loredana Nardo
II tessuto cattolico

Alessandro Casellato
I sestieri popolari

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L’ Ottocento e il Novecento

INDICE

Introduzione

I. VENEZIA CITTA SUDDITA. 1797-1866

Eurigio Tonetti
Il Comune prima dell’Unità

Michele Gottardi
Da Manin a Manin: istituzioni e ceti dirigenti dal ’97 al ’48

Piero Del Negro
Il 1848 e dopo

II. VENEZIA CITTA ITALIANA

Maria Rosa Di Simone
Diritti e istituzioni nel passaggio dall’Impero d’Austria al Regno d’Italia

Nico Randeraad
I prefetti e la città nei primi decenni postunitari

Renato Camurri
Istituzioni, associazioni e classi dirigenti dall’Unità alla Grande guerra

Paolo Pecorari
Luigi Luzzatti e Venezia

Maurizio Reberschak
Filippo Grimani e la nuova Venezia

Bruna Bianchi
Venezia nella Grande guerra

Jean – Claude Hocquet
Le saline

Gerhard Rösch
Mercatura e moneta

III. LA SOCIETA VENEZIANA 1797-1918

Maria Laura Lepscky Mueller
Tra medicina e cultura al tempo

Nadia Maria Filippini
Figure, fatti e percorsi di emancipazione femminile (1797-1880)

Marco Fincardi
I luoghi delle relazioni sociali

Claudia Salmini
L’istruzione pubblica tra primo Ottocento e primo Novecento: le scuole elementari

Danilo Bano
La Scuola Superiore di Commercio

Adolfo Bernardello
Iniziative economiche, accumulazione e investimenti di capitale (1830-1866)

Antonio Lazzarini
Possidenti e bonificatori ebrei: la famiglia Sullam

Cadi Luzzatto Voghera
Gli ebrei

Giovanni Vian
La Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane

Renzo Derosas
La demografia dei poveri. Pescatori, facchini e industrianti nella Venezia di metà Ottocento

Silvio Tramontin
Culto e liturgia

Luca Pes
Le classi popolari

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I Guardi

In occasione del bicentenario della morte di Francesco Guardi (il 1° di
gennaio del 1793) il nostro Istituto gli dedicava una mostra nelle due
sedi della Fondazione, a San Giorgio Maggiore e nella Galleria di
Palazzo Cini a San Vio. Nella prima erano esposti dipinti di Francesco,
vedute, capricci, feste e una scelta rigorosissima di disegni. La
seconda, quella appunto di San Vio, si era voluto riservare ai
cosiddettí “quadri turcheschi” dei Guardi, una scelta tematica ben
precisa.
Il bicentenario riguardava ovviamente Francesco, e a Francesco
esclusivamente si era pensato nella scelta delle opere, evitando – come
già si era sempre fatto – di affrontare tematiche di attribuzione che
avevano anche suscitato scontri polemici nella critica. In un passato
ormai superato era infatti successo che la critica aveva dato origine,
abbastanza rumorosamente, a discussioni in favore di uno o dell’altro
dei due fratelli Guardi, il maggiore, Antonio, e il più giovane
Francesco.

INDICE

Prefazione
Alessandro Bettagno

I Guardi

Elvio Mich
Ricerche documentarie e ipotesi in margine alla pala di Roncegno

Bernard Aikema
Francesco Guardi, il «picturesque» e il mito di Venezia

Timothy LI Ewellyn
Qualche veduta della laguna

Renato Barilli
Chi è più «moderno», il Canaletto o il Guardi?

Flavio Caroli
Francesco Guardi verso il moderno

Anna Maria Matteucci
Lo spazio in Francesco Guardi e alcune turcherie bolognesi

Federico Montecuccoli degli Erri
Nuovi dettagli sull’attività dei fratelli Guardi

Margherita azzi Visentini
Ville e giardini nell’opera di Francesco Guardi

Pietro Zampetti
Francesco Guardi tra verità e visione

George Knox
Francesco Guardi in the studio of Giambattista Tiepolo, and a note on the dating of the Solennità dogali

Mitcbell Merling
Problems in the Organization of the Guardi Firm: Evidence from the Tasso cycle

Timotky Clifford
Francesco Guardi: Scotland and the Sutherland pictures

Sergio Marinelli
Francesco Guardi: tracce veronesi

Ugo Ruggeri
Disegni di Antonio Guardi

Terisio Pignatti
Il repertorio grafico della bottega guardesca al Museo Correr

Filippo Pedrocco
Francesco Guardi e Pietro Longhi

Lionello Puppi
Appunti intorno alla committenza di Francesco Guardi

Erich Steingraber
Francesco Guardi nelle collezioni della Alte Pinakothek a Monaco di Baviera

Setb A. Gopin
The Influence of jean-Baptiste Vanmour

Catherine Boppe Vigne
L’ìnfluence de la miniature qe sur les oeuvres de jean-Baptiste Van Mour

Ileana Cbiappini di Sorio
Alcune osservazioni sulle «turcherie»

Marianne Broos
Paintings of Receptions of the Ambassadors at the Sublime Porte
byjean Baptiste Vanmour (1671-1737) and their Influence in
Constantinople and Venice

Paolo Spezzani
Le indagini ai raggi x realizzate in occasione delle mostre sui Guardi

Martina Fleischer e Franz Mairinger
Nuove luci su Venezia. Per la tecnica pittorica di Francesco Guardi

Mary Beal
Scenes of Embassy Receptìons at the Sublime Porte: The British Government Art Collection Paintings and Others

Marco Cesarini
Turcherie fiorentine del Settecento

Pierre Rosenberg
Watteau, Guardi et… Boucher

Giuseppe Maria Pilo
Il gioco delle parti nei quadri turcheschi dei fratelli Guardi

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Facets of Tibetan religious tradition

At a
time when Tibetan religious tradition is all too often observed and
described only through the looking glass of spiritualistic and/or
political ideologies, the Venetian Institute ‘Venezia e l’Oriente” of
the Giorgio Cini Foundation arranged a meeting of some of the most
eminent researchers at international level so that they could discuss
issues of particular significance both to Tibetological research as
well as to Indological and Sinological studies

INDICE

Foreword
Anne Marie Blondeau, La tradition des “textes-trésors” (gter ma) dans le Bouddhisme tibetain: apocriphe ou révélation?

Per Kvaerne, The Bon Religion of Tibet: A Historical Enigma

Ramon N. Prats, “The Tibetan Book of the Dead”: An Aniconic Reading

Pasang Yonteng Arya, Elements of Tibetan Medicine

Anne Chayet, Women and Reincarnation in Tibet: the Case of the Gung ru mkha’ ‘gro ma

Gian Giuseppe Filippi, Some Saiva Features in the Tibetan Iconography of Avalokitesvara

Edward L. Shaughnessy, The Wangjiatai Gui cang: An Alternative to Yijing Divination

Christian Wittern, Style and Fashion in Early Song Chan Yulu

Ulrike Roesler, Not a Mere Imitation. Indian Narratives in a Tibetan Context

Erberto Lo Bue, Chinese Artistic Influence in Tibet from the 11th to the 15th Century

Lars-Erik Nyman, Reincarnation in Tibet. A Politico-Religious Symbiosis Exemplified by a Kham Case Study

Giacomella Orofino, I Centomila Tantra degli Antichi. L’edizione di sDe dge del rNying ma rgyud ‘bum nel fondo Tucci della biblioteca dell’Is.I.A.O

Ester Bianchi, Arapacana-Mañjusri e la scuola dGe lugs pa. Un esempio di sinizzazione tantrica nella Cina contemporanea

Antonio Attisani, Il teatro a ce lha mo: problemi e proposte d’interpretazione

Participants

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La corrispondenza fra Alain Daniélou e René Guénon 1947-1950

Il
volume costituisce un importante contributo alla conoscenza di due
grandi studiosi del Novecento la cui corrispondenza, conservata presso
l’Istituto “Venezia e l’Oriente” della Fondazione Giorgio Cini, tocca
numerosi temi che interessano non solo gli studi tradizionali ma anche
le più ampie relazioni fra Oriente e Occidente. Al centro del volume la
riproduzione fotografica delle 14 lettere e la traduzione italiana
delle stesse.
La Premessa di Alfredo Cadonna, che dà anche conto della ricchezza
dell’archivio Daniélou conservato alla Fondazione, precede una
introduzione di Alessandro Grossato (Alain Daniélou e René Guénon: un
incontro mancato) che ricostriusce il quadro storico e teorico del
carteggio, concentrando l’attenzione su René Guénon; chiude il volume
il saggio di Jean-Louis Gabin (René Guénon et Alain Daniélou, témoins
de la Tradition) in cui l’autore, prende in esame l’opera dei due
corrispondenti facendo proprio il punto di vista che Alain Daniélou
andò assumendo nel lungo periodo di attività successivo alla scomparsa
di Guénon nel 1951

INDICE

Premessa

Alessandro Grossato, Alain Daniélou e René Guénon: un incontro mancato

La corrispondenza: riproduzione fotografica

La riproduzione: traduzione Italiana

Jean-Luis Gabin, René Guénon et Alain Daniélou, témoins de la Tradition

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Chinese Glass

Today
glass is so widely used, it is hard to realise how little known it was
in ancient China. We in the West are inheritors of a long tradition.
The Romans, for example, brought glass vessels and glassmaking to
northern Europe, where glass was later developed for magnificent
stained glass windows in religious and secular buildings. The Chinese,
by contrast, had no indigenous glassmaking tradition, and adopted
foreign techniques only spasmodically. Yet its very rarity makes
Chinese glass all the more ínteresting. Instead of a common place,
glass in China was always something special, an exotic import, a
precious alternative to such materials as jade.This Volume brings
together some of the most recent research on this little studied
subject. The three essays cover three different periods and three
different aspects of glass manufacture and glass use. It is an exciting
moment when extensive excavations have brought to light glass finds in
a range of sites of widely different periods. For the first time, this
material makes it possible to give a detafied account of, at least, the
early phases of glass use from about the fifth century B.C. to the
twelfth century A.D.

INDICE

Preface by Jessica Rawson

Acknowledgements

Introduction

CHINESE GLASS

Cecilia Braghin, Polychrome and Monochrome Glass of the Warring States and Han Periods

An Jiayao, Glass Vessels and Ornaments of the Wei, Jin and Northern and Southern Dynasties Periods

Shen Hsueh-Man, Luxury or Necessity: Glassware in Sarìra Relic Pagodas of the Tang and Northern Song Periods

Chinese Characters

Chinese Summaries

Questo
volume raccoglie alcuni degli studi più aggiornati riguardanti il vetro
in Cina, un argomento poco conosciuto; contiene tre saggi (di Cecilia
Braghin, An Jiayao e Shen Hsueh-man,) che analizzano tre periodi
diversi: gli Stati Combattenti e gli Han (475 a.C.-9 d.C.), i Wei, i
Jin e le Dinastie Settentrionali e Meridionali (386-589 d.C.), i Tang e
i Song Settentrionali (618-1127 d.C.). Questi saggi illustrano le
principali categorie di vetri presenti nei tre periodi e ricostruiscono
alcuni dei contesti sociali e religiosi nei quali tali manufatti
vennero utilizzati

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