Saggi – Pagina 65 – Fondazione Giorgio Cini

Quadri e commercio a Venezia durante il Seicento

Lo studio del mercato dell’arte in prospettiva storica gode negli
ultimi anni di un forte interesse da parte di economisti, storici
dell’arte che si interrogano sui meccanismi e sulle dinamiche che lo
contraddistinguo. Si tratta di un campo di ricerca aperto, sia per la
natura dell’oggetto, che non si presta a una perfetta rappresentazione
in termini economici, sia per la difficoltà di reperire informazioni
sufficienti. Rare sono le tracce documentarie che in altri campi
rendono più agevole la ricerca storica; il bene quadro non ha una
connotazione chiara e definita, e si configura con diverse sfumature,
da bene di lusso se prodotto da artisti rinomati a bene “normale” per
le opere devozionali di scarso valore, riflettendo diverse funzioni
(decorativa, devozionale, di rango, intellettuale…). La forma degli
scambi risponde così a tale mancanza di omogeneità.
Lo studio esamina i meccanismi della commercializazzione e della
committenza di opere pittoriche a Venezia durante il XVII secolo; tra
Cinque e Settecento il mercato artistico si presenta come una forma
ibrida, priva di figure di riferimento importanti come sono oggi le
case d’asta, ma al tempo stesso con propri operatori locali, e con la
consapevolezza di crescente di dover precisare delle regole per
attribuire valore sottoforma di prezzo con criteri diversi da quelli
usati per altre merci. La ricerca propone così una descrizione e una
descrizione del funzionamento degli agenti del mercato, inteso come
insieme dei soggetti che ruotano attorno alla produzione pittorica
veneziana di età barocca. La categoria utilizzata non è “il” mercato
artistico come istituzione (che non esiste) bensì “un” mercato come
luogo definito spazialmente e temporalmente, in cui avviene l’incontro
tra domanda e offerta del bene quadro.

INDICE

Introduzione
Dallo studiolo alla galleria: le raccolte di quadri in Italia tra XV e XVII secolo

Il fenomeno del collezionismo

Le raccolte veneziane
“tuti vuol formar studio de pitura”

Il problema delle fonti

La domanda di quadri attraverso gli interventi

I quadri
I soggetti

La composizione sociale e professionale

Una analisi patrimoniale
Una stima statistica della propensione alla spesa in arte con gli inventari esaminati

La domanda degli stranieri

La domanda pubblica di opere d’arte

Lo stato veneziano
I funzionari addetti agli incarichi artistici
Due progetti: la chiesa dedicata alla madonna della salute
… ed i restauri a Palazzo Ducale
Il rapporto con gli artisti

Le istituzioni ecclesiastiche
Le scuole, le arti, i luoghi dei pii
Esiste mecenatismo a Venezia?

L ‘offerta: organizzazione produttiva della pittura veneziana

Le istituzioni della pittura a Venezia
La corporazione
Il collegio dei pittori
Le accademie
La partecipazione alle istituzioni

L’organizzazione produttiva
La divisione del lavoro
Le botteghe
Pittori senza bottega

Conti in tasca alla pittura

Il mercato

La regolarizzazione del commercio

Forme e luoghi della vendita

Le opere in vendita
Quadri veneziani, quadri stranieri

Originali, copie, falsi
La certificazione del valore

Il ruolo degli intermediari

“Senseri, qui si dicono mediatori, che s’interpongono tra chi vende, e chi compra”

Mercanti d’arte
I negozianti
I pittori
I rigattieri

La formazione del prezzo
Prezzo di mercato e prezzo di status
Qualche esempio di prezzi di mercato

I quadri come riserva di valore
Il valore dei quadri aumenta tra 1640 e 1700?

Esiste un mercato?

Fonti archivistiche e manoscritti

Bibliografia

Per informazioni
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Le civiltà  del Libro e la stampa a Venezia

INDICE

Renzo Zorzi, Marino Zorzi, Simonetta Pelusi, Presentazione

Marino Zorzi, Il libro religioso nella storia della della
stampa veneziana

Giuliano Tamani, Edizioni ebraiche veneziane dei secoli
XVI-XVIII

Alessandro Scarsella, Note su metodologia e bibliografica
e libro religioso

Simonetta Pelusi, Il libro liturgico veneziano per serbi
e croati fra Quattro e Cinquecento

Giorgio Vercellin, Venezia e le origini della
stampa in caratteri arabi

Matthias Kappler, La stampa “caramanlidica”

Piero Scapecchi, Aldo alle origini della Bibbia poliglotta

Susy Marcon, Gli esemplari marcini dei dei corali giunti (Rari
Ven. 708-713)

P. Vahan Ohanian Mechitarista, La Bibbia armena dell’Abate
Mechitar

Stefano Trovato, Una comunità cristiana
ortodossa di lingua turca: i karamanlides

Bibliografia

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Messalina (Piccioli – Pallavicino) 1680

La Messalina di Pallavicino gode di una discreta evidenza in più di una
posizione di snodo dello sviluppo dell’opera veneziana del suo tempo.
Fu rappresentata, più volte, (ma in una sola stagione), artisticamente
riveduta e arricchita di pezzi diversi, altre o nuove arie, altri
recitativi, altri balli.

INDICE

Messalina: Context and Content, by Eleanor Selfridge – Field

1. Francesco Maria Piccioli and Piazzola, p. IX

1-1. Piazzola, p. IX
1-2. Piccioli’s Works: A Listing, p. X
1-3. Works by Other Members of the Piccioli Family, p. XI
1-4. General Characteristics of Píccioli’s Works, p. XI
1-5. Piazzola’s Subject Matter, p. XII
1-6. Piazzola’s Season, p. XIII

2. Other Venues for Pallavicinos Works, p. XIII

2-1. San Moisè, SS. Giovanni e Paolo and San Giovanni Grisostomo, p. XIII
2-2. San Salvatore, p. XIV

3. Carlo Pallavicino, p. XIV

3-1. A Brief Biography, p. XIV
3-2. Pallavicínos Operas: A Chronological Listing, p. XVIII
3-3. Operas Spuriously Attributed to Pallavicino, p. XXI

4. Musical Sources and Performance Practice, p. M

4-1. The Contarini Codices as Musical Sources, p. XXI
4-2. The Sources as a Basis for Performance, p. XXII
4-3. Issues Concerning Instruments, p. XXIII
4-4. Issues Relating to Vocal Music, p. XXIV

5. The Libretti for Messalina, p. XXV

5-1. Variant Versions, p. XXVI
5-2. Messalina: Arias and Instrumental Píeces in Diverse Sources, p. XXVII
5-3. Plot, p. XXXII
5-4. Sets, p. XXXII

6. The Music for Messalina, p. XXXIII

6-1. Casting and Dramatic Interpretation, p. XXXIII
6-2. Textual and Musical Types, p. XXXIV
6-3. Musical Development and Divergence, p. XXXIV
6-4. Comparison of Versions, p. XXXIV

7. Postscript, p. XL

Footnotes, p. XL,
Bibliography, p. XLIII

Messalina: l’opera nel suo contesto. Sommario, p. XLIV

Francesco Maria Piccioli
Messalina, libretto, p. XLVII

Carlo Pallavicino
Messalina, Partitura, p. [1]

Arie staccate provenienti dal manoscritto I-Tn, Giordano 25, presenti nei libretti ma non nella partitura, p. [197]

Arie staccate provenienti dal manoscritto I-Tn, Giordano 25, assenti da libretti e partitura, p. [217]

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Mata

Ricerche come quella offerta nel presente volume offrono stimoli
preziosi tanto alla conoscenza etriografica in senso stretto quanto – e
forse in maniera più cruciale — alla riflessione storica, sociologica
e culturale in senso lato. Quello che Renato Morelli definì felicemente
a suo tempo ‘Il profondo Nord’ ci propone, attraverso le pagine di
Giariluigi Secco, lo spaccato di una cultura sommersa che obbliga
storici, antropologi, sociologi ed operatori culturali a ripensare il
rapporto fra il celebrato ‘Nordest’ del nuovo miracolo economico e le
sue radici culturali.
Avere sul terreno osservatori sensibili, attenti e competenti come
l’Autore del presente volume è garanzia che la materia della
riflessione non ci verrà meno.

INDICE

Cesare Poppi
Presentazione

Prima Parte

Il territorio

La tradizione

La Maschera

La terra madre e ‘I morti che tornano’

Questue, doni e cene in comune

San Martino del dare e avere

San Nicolò e doni dei santi portatori

I segni celesti e i pronostici delle dodici notti

Capodanno, auguri e ancora questue

Cibo, salute e Dio: Panevin e Pagarùoi

Vecia, Striga, Redòfega

Vari charivari: dal ciamar 1 erba al bati-marzo, alle batarèle

San Giovanni dall’acqua e fuoco

I fuochi, le zidèle e le rodèle del sole

Coscritti e Carnevale

Alcuni segni superstiti dei passaggi generazionali

Cibo, Carnevale e matrimonio

Seconda Parte

Finalmente Carnevale

Il gruppo delle maschere-guida

L’inquietante compagnia

Il gruppo delle maschere sociali: i Belli e i Brutti

Mata

La musica

Il ballo

Carnevali in montagna

Le mascherate nell’agordino

L Òm Selvàrech di Zenich

L Òm Selvàrech di La Valle Agordina

Olt da Riva

Il Carnevale a Laste di Rocca Pietore

Il Carnevale a Sottoguda (Val Pettorina)

Il Carnevale a Colle Santa Lucia (Val Fiorentina)

Il Carnevale a Canale d’Agordo (Valle del Biois)

Il Carnevale a Falcade (Alta Valle del Biois)

Le masdcherate in Zoldo

Il Carnevale a Forno e a Fornesighe

Le mascherate in Cadore

Il Carnevale a Selva (Val Fiorentina)

Il Carnevale a Zoppè

Il C arnevale a Lozzo

I Carnevali del Comelico

Il Carnevale di Sappada

Volti lignei o larve

I piatti tipici dei Carnevali della montagna veneta

Testimonianze particolari: le poesie cinquecentesche
di Bartolomeo Cavassico sul riti del periodo invernale

Note su alcune musiche da ballo del Comelico Superiore

Opere citate nel testo

Per informazioni
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Abiti antichi e moderni dei Veneziani

Per moda si è soliti intendere quella delle classi altolocate,
dimenticando che, sia pure in ritardo e protratta poi per periodi più
prolungati, qualunque foggia arriva anche alle classi borghesi nonché,
grazie al fiorentissimo, un tempo, mercato dell’ usato, al popolo
minuto, e che quindi per capire il modo di vestire dei poveri bisogna
conoscere il modo di vestire dei ricchi. Il presente studio intende
analizzare i cambiamenti delle mode nel corso dei secoli a Venezia e
nei suoi domini in Terraferma, dall’origine della Repubblica ad oltre
la sua caduta, fino al nascere del costume ‘popolare’ o folclorico,
investigato in particolare per quanto rìguarda il modo di vestire di
tipiche classi popolari (quali per esempio quelle di gondolieri e
tabacchine o impiraresse, queste ultime caratterizzate dall’ uso dello
scialle nero). Lo scialle (quasi un fil rouge nell’abbigliamento
veneto), riscontrato fin dai Paleoveneti (rappresentato in lamelle
bronzee e altri reperti archeologici dei Veneto), persiste infatti
nella moda dei fazzuoli cinquecenteschi e ancora nei cendali e nei
ninzioletti settecenteschi. Ma emergono altri numerosissimi tratti di
originalità del vestire marciano: dal colore azzurro delle origini al
rosso cremisi o scarlatto del Rinascimento; dalle acconciature a fungo
agli altissimi zoccoli femminili del secolo XV; dai calzoni affusolati
a ‘coscia di pollo’ degli uomini alle scollature velate da alti bavari
e alle pettinature a corna delle donne, nonché all’ utopia dell’ abito
‘divisa’ (tale da rendere immediatamente riconoscibile la condizione
sociale di chiunque) nel secolo XVI; dalle sopravvesti leggere e
rigonfie come mongolfiere ai sontuosi merletti tridimensionali nel
secolo XVII; dai ganzi esclusivi e pesanti di metalli pregiati alle
aristocratiche baute, inquietanti travestimenti unisex del secolo
XVIII; dal pittoresco costume di pellestrinotte e bigolanti
all’uniforme folcloristica di gondolieri e barcaroli del secolo XIX;
dalla magia di delphos e knossos reinventati dell’ hidalgo Fortuny ai
tubini trompe-l’ oeil di Giuliana di Camerino. Il tutto dosato e
mescolato alle tendenze di volta in volta provenienti dalle corti o
dalle nazioni leaders del momento.

INDICE

Doretta Davanzo Poli
Introduzione

I paleoveneti
Le origini e i rapporti con Bisanzio
La conquista della supremazia
Verso un’originalità delle fogge
Il Trecento e il diversificarsi delle fogge maschili e femminili
Il Rinascimento e una foggia tutta veneziana
Il Cinquecento e l’utopia dell’ abito-divisa
Il Seicento e le mode di Olanda e Francia
Il Settecento: analogie e differenze con le mode di Francia e Inghilterra
Semplicità neoclassiche e stravaganze lombardo-venete
Costumi tradizionali
Il Novecento: dall’archeologismo di Fortuny alle sfilate di Palazzo Grassi

Inventari
Glossario
Bibliografia

Per informazioni
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Chiese e cappelle rurali nella Valbelluna

Ci si potrebbe chiedere perché un libro sulle chiese e le cappelle
rurali della Valbelluna, dato che in proposito sono apparsi,
soprattutto in tempi recenti, studi specifici molto utili a livello
informativo.

Lo scopo di questo saggio non è però quello di aggiungere nozioni o
elementi dì conoscenza analitica sul singoli edifici; all’opposto si è
cercato di avere una visione il più possibile globale, sintetica,
comparata, di un fenomeno che non pareva corretto smembrare per parti,
né tantomeno prendere in esame solo sotto l’aspetto stilistico-formale.

INDICE

Adriano Alpago-Novello
Presentazione

Chiese e cappelle rurali nella Valbelluna

Nilo Tiezza
Il cristianesimo nella Valbelluna dalle origini al periodo feudale

Adriano Alpago-Novello
Dal medioevo al dominio veneto: dal documento al monumento

Adriano Alpago- Novello
La cartografia storica riguardante chiese e cappelle rurali della Valbelluna

Paolo Mar
La cartografia storica riguardante chiese e cappelle rurali della Valbelluna

Adriano Alpago-Novello
Note essenziali di tipo urbanistico

Adriano Alpago-Novello
Tipologie architettoniche

Schede

Claudia Alpago-Novello
Santi: culto e devozione popolare

Adriano Barcelloni Corte
Rilevazioni di tipo geobiofisico
utilizzabili per l’approfondimento della conoscenza globale delle
chiese rurali della Valbelluna

Glossario
Bibliografia

Premessa

Per informazioni
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La Fondazione Giorgio Cini. Cinquant’anni di storia

Nel
fecondo connubio tra ricerca scientifica, conservazione e tutela, corsi
e convegni, ospitalità di eventi, pubblicazioni, concerti e mostre di
altissimo profilo, la Fondazione Giorgio Cini ha trovato un suo modo
originale, creativo e costruttivo di essere presente nel panorama
culturale nazionale e internazionale.

A cinquanta anni dalla sua istituzione, si propone questo volume con
l’intento di rendere un’idea di quanto da allora ad oggi operato
sull’Isola di San Giorgio Maggiore, evitando la retorica celebrativa,
che non si attaglia alla cifra rigorosa propria della Fondazione Cini.

E si è realizzato un testo a più voci perché questa polifonia, imposta
anche dalle diverse competenze specialistiche chiamate in causa, renda
la sensazione della molteplicità e della ricchezza dell’attività svolta
a San Giorgio

INDICE

Il fondatore e l’Istituzione

Vittore Branca
Vittorio Cini e l’idea della Fondazione: continuità di una tradizione

Maurizio Reberschak
Vittorio Cini; un uomo , un secolo

Ulrico Agnati
I Presidenti della Fondazione Cini

L’Isola di San Giorgio. Tesori e documenti della Fondazione

Giorgio Fossaluzza
San Giorgio Maggiore , vicende storiche e artistiche

Pierluigi Silvan
Restauri e interventi conservativi

Chiara Ceschi
Vittorio Cini collezionista

Simone Guerriero
La collezione di disegni e stampe

Marina Magrini
La Galleria di Palazzo Cini a San Vio: dipinti toscani e ferraresi

Giorgio Fossaluzza
La raccolta di miniature

Cristina Cortese
Le maioliche

Giorgio Fossaluzza
Gli arazzi

Marino Zorzi
Biblioteche e libri di San Giorgio

Fernando Bandini
I Fondi letterari

Gino Benzoni
La documentazione storico-archivistica

Giovanni Morelli
I Fondi inerenti la musica: Malipiero, Boito, Casella, Milloss, Rota, Rudge, Sartori, Togni

Anna Laura Bellina
La collezione Rolandi dei libretti d’opera

Maria Ida Biggi
L’Archivio Iconografico Teatrale

Gaetano Berruto
Il progetto dell’Atlante Linguistico Mediterraneo

Le donazioni di arte contemporanea

Gli Istituti e le altre attività della Fondazione

Alessandro Bettagno
L’Istituto di Storia dell’Arte

Gino Benzoni
L’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano

Fernando Bandini
L’Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma

Giovanni Morelli
L’Istituto per la Musica

Francesco Fanna
L’Istituto Italiano Antonio Vivaldi

Alfredo Cadonna, Lionello Lanciotti
L’Istituto Venezia e L’Oriente

Francesco Giannattasio
L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati

Domenico Stanzial
La Fondazione Scuola di San Giorgio

Pierangelo Conte
L’Accademia Musicale di San Giorgio

Eugenio Bagnoli
Il Fondo Respighi

Ulderico Bernardi
Cultura Popolare veneta

Il Teatro Verde

I Corsi di Italianistica , Alta Cultura, Musica Antica

Francesco Bruni, Francesca Malagnini
Il Corso per Italianisti

Carlo Ossola
I Corsi di Alta Cultura: “L’ame de cette liberté”

Marina Gallo
I Corsi di Musica Antica

La Fondazione, crocevia di cultura e luogo di dialogo

La Fondazione Cini e le istituzioni culturali internazionali

Grandi eventi promossi o ospitati

Gherardo Ortalli
La Fondazione Cini e la città di Venezia

Fabio Finotti
La Fondazione Cini e la letteratura

Bozena Anna Kowalczyk
Di alcune mostre d’arte dagli anni Cinquanta a Canaletto

Ellen Rosand
Musica e Musicologia a San Giorgio

Laura Alvini
La Musica Antica insegnata a San Giorgio

Ivan Vandor
Ricordo di Alain Daniélou

Sante Graciotti
La Fondazione Cini e L’Europa orientale

Carmelo Alberti
Gli spettacoli del Teatro Verde

Gino Benzoni
La Fondazione Cini e la Storia di Venezia

Gherardo Ortalli
Gli studi sulle origini di Venezia

Dennis E. Rhodes
Di Libri, di cataloghi e di collezionisti

La Scuola per Librai “Umberto e Elisabetta Mauri”

Renzo Zorzi
Verso il secondo cinquantennio

Apparati, Editoria ed Eventi

Catalogo delle pubblicazioni edite o promosse dalla Fondazione Giorgio Cini
a cura di Gilberto Pizzamiglio

Cronologia di alcuni dei principali eventi e avvenimenti

Per informazioni
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L’eredità  classica in Italia e Ungheria fra tardo Medioevo e primo Rinascimento

La collaborazione effettiva della Fondazione Giorgio Cini con
l’Accademia Ungherese delle Scienze è cominciata con il primo Convegno
tenuto a Venezia nel 1970. Ma il protocollo d’intesa era stato firmato
l’anno precedente, nel 1969. Tra i fatti che lo determinarono o
facilitarono vi era stato il VI Congresso dell’Associazione
Internazionale per gli Studi di Lingua e Letteratura Italiana, che si
era tenuto a Budapest e poi a Venezia nell’ottobre 1967. Presidente
dell’AISLLI ed insieme Segretario Generale della Fondazione Cini era
allora Vittore Branca, per cui non fu casuale la scelta di Venezia come
seconda sede del Congresso, così come non fu casuale per gli ungheresi
la scelta della Fondazione Cini come partner privilegiato dei rapporti
con l’Italia.
Nei primi due decenni, dal 1970 al 1990, la collaborazione
Cini-Accademia Ungherese svolse un ruolo che non si limitava al suo
stretto ambito di competenza, ma che investiva sensibilmente tutto il
mondo della cultura dentro il quale operava.
I Convegni hanno avuto, in linea di principio, carattere storico
comparato. Naturalmente l’alto livello del dialogo italo-ungherese dei
Convegni si dovette, prima ancora che ai contributi, pur pregevoli, dei
molti e solerti partecipanti, alla presenza illuminante di grandi
personalità della vita intellettuale italiana e ungherese.
Il dialogo italo-ungherese non termina qui. Per una non del tutto
fortuita coincidenza il tema dell’ultimo Convegno (la cultura classica
in Italia e in Ungheria tra Basso Medioevo e Rinascimento) coincide con
il primo della prossima serie, cambiando solo il periodo esaminato (dal
Rinascimento al Barocco).

INDICE

Sante Graciotti
Presentazione: oltre il trentennio

Gabor Klaniczay
La fortuna della leggenda di S. Alessio, ovvero L’antichità cristiana nell’Ungheria del Medioevo

Géza Erszegi
« Romana urna tegier… »

Péter Sarkozy
Pellegrini ungheresi a Roma, nella « patria comune », alla fine del Medioevo

Kornél Szovak
Le tracce della teoria della favola antica nell’Ungheria del XIII secolo

Janos Bollok
Ladislaus (Une étymologie et ses leçons)

Laszlo Havas
L’influence de l’historiographie latine classique sur le commencement de la littérature latine en Hongrie

Andras Vizkelety
Gli studi grammaticali in Ungheria nel Medioevo

Edit Madas
Les auteurs classiques mentionnés et cités dans les sermonnaires de la Hongrie du Moyen Age

Idiko Barczi
Les citations de l’antiquité classique dans les sermons d’Osvald Laskai

Donatella Coppini
Memoria di poeti classici fra Medioevo e Umanesimo

Claudio Leonardi
Giacomo della Marca tra Medioevo e Umanesimo

Francesco Santi
Bartolomeo Lapacci de’ Rimbertini. Un legato del Papa nell’Europa centrale tra antichità classiche e antichità cristiane

Cesare Vasoli
L’immagine dell’uomo e del mondo nel De doctrina promiscua di Galeotto Marzio

Gabriella Miggiano
Grammatica e scienza negli itinerari italo-ungheresi di Galeotto Marzio

Laszlo Szorényi
L’influenza della Farsaglia di Lucano sull’epopea tardoumanista latina in Ungheria: la Stauromachia di Stephanus Taurinus

Ferricio Bertini
La leggenda di Attila: fonti ungheresi e italiche a confronto

Agnes Ritook-Szalay
La leggenda corviniana e i monumenti archeologici

Alessandro Danieloni
Sui rapporti fra Bartolomeo della Fonte, János Vitéz e Péter Garázda

Laszlo Jankovits
La caccia « al pulce »: gli epigrammi lascivi di Giano Pannonio

Amedeo Di Francesco
Fra eredità classica e stile tradizionale: la Ruina Pannonica di Christianus Schesaeus

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La musica per flauto di Antonio Vivaldi

Per tutta la prima metà del Settecento il contributo vivaldiano al
repertorio del flauto giganteggia, assieme a quello di Telemann, per
quantità e qualità. Ben 92 lavori destinati a tutti i tipi di flauto in
uso all’epoca (flauto dritto contralto, flautino, traversiere,
flageolet), impiegati in pressoché tutte le forme e generi musicali.
Vivaldi è anche il compositore che spinge il flauto a vette di tecnica
strumentale mai raggiunte al suo tempo. Purtuttavia, il suo ruolo
fondamentale nella storia e nel repertorio del flauto è stato fino ad
oggi deplorevolmente trascurato, complice la credenza musicologica
secondo cui gli strumenti a fiato ebbero la loro culla nel nord Europa
e solo tardivamente s’affacciarono in Italia. Alla luce delle analisi e
dei numerosi documenti presentati in questo saggio si rivela invece che
l’Italia si poneva all’avanguardia nell’impiego dei fiati e
nell’evoluzione del loro linguaggio: Vivaldi fu, in questo contesto, il
compositore più progressista e prolifico. Attraverso l’esame puntuale
di ciascun lavoro vivaldiano destinato al flauto viene fatta luce sulla
sua autenticità, la sua datazione e destinazione, giungendo spesso a
risultati sorprendenti: ben otto opere risultano inautentiche, e di
alcune d’esse si scopre la paternità; il flautino, da molti ritenuto un
flageolet o addirittura un piccolo traverso, è definitivamente
identificato nel flauto a becco soprano e sopranino; i flauti grossi,
comunemente identificati in flauti tenori, si rivelano degli ordinarii
contralti; non ultima, la cronologia e la destinazione dei concerti da
camera viene in parte ridisegnata. Il saggio offre infine all’autore
l’occasione di presentare per la prima volta al pubblico una nuova
scoperta vivaldiana, il Trio per due traversieri RV 800.

INDICE

Prefazione

Avvertenze

PARTE PRIMA

L’emancipazione del flauto
Il flauto a Venezia: i dilettanti
Fra dritto e traverso
Il flauto a Venezia: i primi professionisti
Altri flautisti vivaldiani
Botteghe e strumenti perduti

PARTE SECONDA

Sonate per traversiere
Sonate per flauto dritto
Sonate per due strumenti e continuo
Concerti da camera: i casi controversi
Concerti da camera: le anomalie della scrittura
Concerti da camera: possibili destinatarii, elementi di cronologia
Concerti per traversiere: i falsi
Concerti per traversiere: tutti gli altri
Concerti per flauto dritto
Il flautino, questo sconosciuto
Concerti vivaldiani per flautino: quale flautino?
Concerti vivaldiani per flautino: datazione, stile e caratteristiche
Concerto per due flauti
Concerti per più strumenti solisti e orchestra
Musica sacra
Cantate
Serenate
Drammi per musica

Conclusioni

APPENDICE: Inventario delle composizioni per flauto di Antonio Vivaldi

Bibliografia

Indice dei nomi

Indice delle composizioni vivaldiane citate

Per informazioni
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Carteggi e scritti di Camillo Togni sul Novecento italiano

Persona estremamente ordinata su ogni piano dell’esistenza,
intellettuale o manuale, eccezionale o quotidiana, dotata di una
particolare vocazione a salvare dal degrado o dall’oblio qualunque
documento di vita, Camillo Togni teneva, bene sistemati in appositi
contenitori, le minute delle lettere che scriveva, fosse pure un
biglietto augurale, o un telegramma. Tale passione per la conservazione
si manifestava pure nella ricerca antiquaria, di cui Camillo Togni fu
maestro, e nel gusto di restaurare lui stesso talvolta ciò che aveva
trovato, restituendolo allo splendore originale.
Questa circostanza ci permette di ripercorrere da vicino diverse tappe
dell’itinerario della sua formazione e di meglio conoscere la sua
vicenda nella vita musicale del ‘900, attraverso la lettura di un’ampia
antologia della corrispondenza intrattenuta con musicisti e personalità
eminenti della musica italiana del Novecento, fin dal 1940 quando il
Maestro aveva 18 anni, al 1993, anno della sua scomparsa, cui si
aggiungono le lettere, dal ’39, di personalità amiche e predilette,
come Casella, Benedetti Michelangeli, Petrassi e Dallapiccola,
Gazzelloni, Bortolotto. Precede questa edizione del carteggio, in
posizione di esergo, una nota relativa alla prima esecuzione della
“Sonata per violoncello e pf” del giovanissimo Togni, scritta da
Alfredo Casella che suo maestro per la composizione, sia a Roma che a
Siena dal 1939 al 1942.

INDICE

Parte prima
Carteggi (1940-1993)

Parte seconda
Scritti, Appunti, per lezioni, ricordi (1960-1993)

1. Alfredo Casella

2. Luigi Dallapiccola

3. Adozione e sviluppo della dodecafonia in Italia (1960)

4. La musica elettronica in Italia (1961)

5. Musica e politica (1977)

6. Per un allievo

7. Appunti sul teatro musicale (1984)

8. Nella sala «Verdi» del conservatorio di Parma (1989)

9. Parole di ringraziamento al «Club della Brescianità» (1990)

10. Ricordi di Giojetta Paoli Padova (1992)

11. Ricordo di Franco Margola (1993)

12. Autobiografia

Indice dei nomi

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