Saggi – Pagina 64 – Fondazione Giorgio Cini

La Dalmazia e l’altra sponda

Il convegno La Dalmazia e l’altra sponda, Problemi di archaiologhíá adriatica,
tenutosi il 16 e il 17 gennaio del 1996, nel quale storici e
archeologi, in forma interdisciplinare, e in un confronto operoso, si
sono interrogati sui principali problemi aperti nell’indagine sulla più
antica storia dell’Adriatico, ora approda in questo libro i cui
risultati non sembrano infruttuosi. Potrà apparire che in esso,
indagando sulle più antiche relazioni fra le due sponde adriatiche, si
sia privilegiato l’aspetto greco al romano. Ma ciò – pur ammesso che
sia vero – non è dovuto a scelta premeditata, o tantomeno preconcetta,
bensì alla mutevolezza della sorte.

INDICE

Premessa di Lorenzo Braccesi

Ricordando Massimiliano Pavan di Sante Graciotti

Leandro Polverini, Pavan e la Dalmazia

Mario Luni, Rapporti tra le coste dell’Adriatico in età classica ed i traffici con Grecia e Magna Grecia

Flavio Raiola, Atene in Occidente e Atene in Adriatico

Giuseppe Sassatelli, Spina e gli Etruschi padani

Marta Sordi, I due Dionigi, i Celti e gli Illiri

Pietrina Anello, La colonizzazione siracusana in Adriatico

Branko Kirigin, The Greeks in Central Dalmatia

Giovanni Gorini, Aspetti della presenza di moneta greca in Adriatico

Gino Bandelli, Roma e l’Adriatico nel III secolo a.C

Alessandra Coppola, Ottaviano e la Dalmazia: ‘imitatio Alexandri’, ‘aemulatio Caesaris’

Marin Zaninovic, La Dalmazia in età imperiale

Indice analitico a cura di Luca Antonelli

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La «Cronaca delle Meteore»

«Leggo
antichissimi libri di celestiali eremiti il cui fiato vivente brucia le
pagine: Antonio l’Egizio, Pacomio, Pier Damiano…». Le parole di
Cristina Campo, scritte pensando ai suoi amati apoftegmi dei Padri del
deserto, valgono senza alcun dubbio anche per i monaci esicasti della
Bisanzio del XIV secolo. Ma i loro scritti ascetici e le loro Vite
possono diventare per il lettore moderno anche una agevole via
d’accesso a un’epoca di rinnovamento spirituale che ebbe nel Monte
Athos il suo centro propulsore.
Tra queste filiazioni del Monte Athos troviamo nella Grecia
settentrionale, in Tessaglia, i monasteri delle Meteore. Le Meteore si
affacciano sulla scena della storia quando, verso la fine degli anni
’30 del XIV secolo, due monaci che fuggivano dal Monte Athos flagellato
dalle incursioni dei pirati turchi si stabilirono nei pressi di «una
cittadina ai confini tra Ioannina e la Tessaglia, in un luogo dove si
elevano dal momento della creazione del mondo alte e grandi rocce, così
drizzate dal Demiurgo». Il maestro e il discepolo vissero qualche tempo
assieme su una di queste rocce. Poi, il più giovane dei due si spostò
su un’altra e iniziò la costruzione di un convento: in questo modo
nasceva la Meteora.
Questo volume contiene l’edizione del Discorso storico o Cronaca delle Meteore,
condotta per la prima volta sulla base del manoscritto più antico,
accompagnata da un commento e da uno studio introduttivo che valuta in
modo critico le informazioni contenute nel documento in rapporto a
quelle fomite dalle altre fonti in nostro possesso.

INDICE

Premessa

I. UN MANOSCRITTO SCOMPARSO E UN ALTRO “RITROVATO”

1. La scoperta e le ricerche successive
2. I manoscritti
a) Il manoscritto di Barlaam
b) Il manoscritto di santo Stefano
c) Descrizione dei manoscritti

II. Il DISCORSO STORICO

1. Le circostanze della redazione del documento sinodale
2. Dal documento sinodale al Discorso storico

III. LE TESI DEL DISCORSO STORICO E LE RAGIONI DELLA STORIA

1. Le tesi del Discorso storico
2. Le ragioni della storia
a) Le origini del centro monastico
b) Gli insediamenti antichi (1340 circa – 1400 circa)
c) L’autorità centrale delle Meteore
d) Dalla skiti di Stagoi alla skiti della Meteora (1362 – 1400 circa)

IV. UN BILANCIO
TESTO,TRADUZIONE E COMMENTO

Appendlce: Un’iscrizione della meteora e la data della morte di Attanasio

Abbreviazioni e sigle

Bibliografia

INDICI

– Indice delle lustrazioni e delle carte
– Indice dei manoscritti citati
– Indice dei nomi di persona
– Indice degli autori modemi
– Indice dei nomi di luogo

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Da Palazzo Ducale

Un Friuli terrorizzato dall’irrompere di orde inturbantate; il
veneziano rilancio del messaggio dell’antica Ellade, e, insieme, il
marciano dominio su sudditi greci; il turbante fenomeno del
rinnegamento di chi si fa «turco»; la carica metaforica dell’acquea
materialità tra Venezia e Polesine; l’Europa riferita dalla diplomazia
veneziana nel presupposto sia la città dogale il culmine della civiltà
europea; le adunanze accademiche come connotato della vita
intellettuale urbana; la città fortezza di Palma come scudo
antiasburgico; la rovente contesa giurisdizionale veneto-pontificia del
primo Seicento e i suoi velenosi strascichi; nobiltà di terraferma e
classe dirigente marciana. Questo il ventaglio tematico proposto
privilegiando come punto di vista l’osservatorio di Palazzo Ducale, la
sede del comando della Serenissima e, pure, del suo autogiustificarsi
in termini d’autorispecchiamento, nel confronto con gli altri,
gratificante.
I nove scritti qui raccolti sono già comparsi in varie sedi, nell’arco
d’oltre un venticinquennio, tra il 1970 e il 1996. Disponendoli con
scansione, grosso modo, cronologica, li ripubblico, con pochissime
modifiche (eliminazione degli errori di stampa, rinvii interni,
indicazione dell’avvenuta stampa di quanto dato di prossima
pubblicazione), tali e quali – conservando, quindi, in tre di essi la
dedica – all’insegna d’un titolo che ne evidenzi la riconducibilità ad
un unico punto di vista, quello del governo marciano. In certo qual
modo, ecco che – ancorché già usciti in ordine sparso e ognuno per
conto proprio – i nove saggi qui riproposti si trasformano in
articolazione d’una riflessione che da Palazzo Ducale parte e a Palazzo
Ducale torna. Così, almeno, nell’autogiustificarmi non senza,
ovviamente, autoindulgenza.

INDICE

Presentazione

Il Friuli occidentale visto da Venezia nell’ultimo Quattrocento

Venezia e la Grecia

Il «farsi turco», ossia l’ombra del rinnegato

A proposito di acque: accostamenti possibili

Flash sull’Europa: le relazioni dei diplomatici veneziani

Aspetti della cultura urbana nella società veneta del Cinque-Seicento. Le accademie

Venezia e il Turco; Venezia e gli Asburgo

I «teologi» minori dell’Interdetto

A proposito di cultura nobiliare (e non dirigenziale)

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Fra cinema e musica del Novecento: il caso Nino Rota

L’unico elemento che determina la coesione e il carattere d’integrità
di questa antologia che impagina sezioni di diari, lettere diverse,
critiche e recensioni raccolte senza particolare intento e altre carte
e carteggi vari, è, paradossalmente, l’incompletezza. Non vuol essere
questa un’affermazione provocatoria, è soltanto una semplice
constatazione.Nino Rota, è noto, era, per dirla in latino, un vero
incomptus, uomo disordinatissimo; eterna vittima di una pulsione che lo
costringeva ad accumulare quantità notevoli di carte che a qualsiasi
titolo salvava dalla distruzione; essendo però costituzionalmente
incapace di dar ordine nelle sue cose, e, quindi, di selezionare,
tenere, accorpare o buttare via il salvato poi giudicato inutile,
conservava senza applicazione di principio alcuno tracce sia della vita
sua che di quella dei suoi partner o amici.

INDICE

Premessa

Francesco Lombardi
Un uomo solo al pianoforte

Documenti

Indice dei nomi

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Le parole della musica III

Il presente volume raccoglie, con parche integrazioni, le relazioni
tenute a Cagliari nel settembre 1997, in occasione della terza giornata
di studi di lessicologia musicale promossa da un pool di Università
italiane (Bologna, Cagliari, Ferrara, Firenze, Salerno, Siena) e
patrocinata dall’Istituto di Bibliografia Musicale (IBIMUS), Comitato
Regionale Sardo. Come sanno quanti hanno seguito le vicende della
lessicologia musicale – una disciplina pionieristicamente lanciata in
Germania dal rimpianto Hans Heinz Eggebrecht e praticata da un decennio
scarso nel nostro paese -, anche questi studi, come la maggior parte
delle ricerche italiane sull’argomento, si sono avvalsi dei frutti di
un’iniziativa meno appariscente, ma più impegnativa e feconda, portata
avanti grazie alla “tenuta” decennale dello stesso gruppo di musicologi
e storici della lingua attivi nelle Università e nei Conservatori, vale
a dire la realizzazione della banca dati multimediale Lessico Musicale
Italiano (LESMU). Il LESMU – un progetto di ricerca finanziato, tra
l’altro, dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica –
contiene ora molte migliaia di schede lessicografiche relative a testi
di interesse musicale compresi tra la fine del Quattrocento e la prima
metà del Novecento, ed è lecito prevedere che una prima versione del
lavoro sarà abbastanza presto a disposizione della comunità degli
studiosi in forma di CD-Rom.

INDICE

Premessa

Anna Siekiera
Sulla terminologia musicale del rinascimento. le traduzioni dei testi antichi dal quattrocento alla camerata de’bardi

Maurizio Giani
“scala musica”. vicende di una metafora

Piero Gargiulo
La “professione armonica”. il lessico della musica nei tratti di angelo berardi

Andrea Chegai
Le parole-chiave della critica settecentesca sull’opera: fra luoghi comuni e progetti di riforma

Francesca Gatta
Lessico del teatro e lessico della musica nei libretti metateatrali settecenteschi

Fiamma Nicolodi, Paolo Trovato
L’epistolario di donizzetti tra parodia e tecnicismo

I. appunti sullo stile – Paolo Trovato
II. parole e cose – Fiamma Nicolodi

Marco Beghelli
Tre slittamenti semantici: cavatina, romanza, rondò

Anna Quaranta
Approssimazioni a brahms nella critica italiana fra otto e novecento

Maria Teresa Arfini
La sinestesia nella critica musicale del novecento: il caso vigolo

Gian Nicola Spanu
Parole della musica e fononimi nella ricerca antropologico-musicale

Indice dei nomi

Indice delle parole e delle cose notevoli

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La seta in Italia dal Medioevo al Seicento

I saggi raccolti in questo volume rappresentano il risultato di un
lavoro interdisciplinare che ha messo a confronto studiosi di storia
economica e sociale, delle tecniche, dell’arte, dell’architettura e
della letteratura, nonché tecnici delle produzioni industriali della
seta o dei tessuti antichi. Le loro ricerche, aggiornate e innovative,
dimostrano come fra il Trecento e il Seicento gli italiani riuscirono a
conquistare il primato in campo serico sui maggiori mercati
internazionali grazie soprattutto alle loro capacità imprenditoriali e
a procedimenti lavorativi avanzati che fondevano design, arte e
artigianato. Col tempo il setificio della penisola poté contare
sull’espansione di una robusta bachicoltura locale che non solo lo rese
sostanzialmente indipendente dalle importazioni di materia prima
dall’Oriente e dal bacino del Mediterraneo, ma che gli permise anche di
sviluppare un flusso di esportazioni di filati che porranno la seta al
primo posto della bilancia commerciale di quasi tutti gli stati
italiani pre-unitari. I contributi guideranno il lettore in un viaggio
attraverso i secoli, le regioni, i miti e riti della seta, dal baco al
drappo all’abito confezionato.

INDICE

Prefazione
Luca Molà, Reinhold C. Muller e Claudio Zanier

La fibra, la tecnica, le fonti

Fabio Crippa
Dal baco al filo

Sophie Desrosiers
Sur l’origine d’un tissu qui a partecipé à la fortune de Venise: le velours de soie

Dominique Cardon
Du “verme cremexe” au “veluto chremesino”:
un filière vénitienne du cramoisi au XVe siècle

Doretta Davanzo Poli
I tessuti come fonte: reperti inediti dei secoli XIII-XVII conservati nelle chiese veneziane

Danilo Gasparini
La contabilità come fonte: la trattatura della seta nel contado trevigiano (secolo XVII)

Alessandro Mellano e Aurelio Toselli
Palazzo e “fabbrica” il setificio di caraglio

Civiltà della seta

Claudio Zanier
Un protettore scomodo. San Giobbe e la seta

Maria Giuseppina Mazzarelli
Seta posseduta e seta consentita: dalle aspirazioni individuali alle norme suntuarie nel basso Medioevo

Howard Burns
Cultura di seta, cultura di villa

Daria Perocco
La seta nella letteratura italiana dal Duecento al Seicento

Produzione e commercio

David Jacoby
Dalla materia prima ai drappi tra Bisanzio, il Levante e Venezia: la prima fase dell’industria serica veneziana

Edoardo Demo
La produzione serica a Verona e Vicenza tra Quattro e Cinquecento

Francesco Battistini
La tessitura serica italiana durante l’età moderna: dimensioni, specializzazione produttiva, mercati

Giuseppe Chicco
Il ruolo del Piemonte nell’industria serica italiana del Seicento

Migrazioni, manodopera e innovazioni

Patrizia Mainoni
La seta in Italia fra XII e XIII secolo: migrazioni artigiane e tipologie seriche

Franco Franceschi
I forestieri e l’industria della seta fiorentina fra Medioevo e Rinascimento

Luca Molà
Le donne nell’industria serica veneziana del rinascimento

Rosalba Ragosta Portioli
“Nuovi lavori”, “Nuovo invenzioni” di seta a Napoli nel Cinquecento

Roberto Berveglieri e Carlo Poni
L’innovazione nel settore serico: i brevetti industriali della Repubblica di Venezia fra XVI e XVII secolo

Appendici

Claudio Zanier
Strumenti di lavoro: una bibliografia delle opere recenti sulla sericultura e l’industria serica

Claudio Zanier
Un’istituzione da salvare: l’antico istituto bacologico di Padova e le sue collezioni

Documenti d’archivio per la storia della seta. tre lettere
commerciali del XVII secolo nell’archivio di stato di Pisa con campioni
di stoffe di seta
a cura di Claudio Zanier , Christhine V. Pennison, Donata Devoti

Indice analitico

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La società  veneta e il suo diritto

Raccolta di saggi sugli esiti del diritto veneto tra Sette e Ottocento,
questo libro – come recita il sottotitolo – si articola in quattro
sezioni, accomunate da una stessa metodologia di ricerca che, muovendo
da aspetti particolari di una una secolare e consolidata tradizione
giuridica, getta una luce più generale sulla politica e sulla società
veneta nel lungo tramonto della Serenissima e nei decenni
immediatamente successivi.
Così si parte dall’esperienza di commediografo dell’avvocato Carlo
Goldoni per valutare complessivamente i risvolti del diritto e delle
consuetudini metrimoniali, con le loro rigide regole e i ripetuti
tentativi di scardinarle nel nome di una maggiore libertà di
sentimenti; si esaminano i meccanismi della giustizia penale sia dal
punto di vista degli imputati che da quello dei difensori, per
allargare subito dopo l’analisi ai rapporti tra religione, moralità e
giustizia, si valutano gli aspetti caratterizzanti degli statuti
contemplati da Venezia per il suo Regno di Morea e insieme le ipotesi
settecentesche di riforma del diritto penale nelle loro connessioni con
il dibattito politico. Un’ultima sezione spinge lo sguardo al di là
della caduta della Repubblica, spaziando dagli ex-possedimenti d’oltre
Adriatico – dove si constata nelle isole jonie, una robusta
sopravvivenza di lingua e diritto veneti per tutta la prima metà
dell’800 – alla ex-capitale, alla quale infine si ritorna per cogliere,
nella breve vita della Repubblica quarantottesca di Daniele Manin, le
ultime eredità di questa gloriosa tradizione di politica del diritto.

INDICE

Prefazione
di Gaetano Cozzi

Note su Carlo Goldoni, la società veneta e il suo diritto

Padri figli e matrimoni clandestini
(metà secolo XVI- metà secolo XVIII)

Religione, moralità e giustizia a venezia: vicende della magistratura degli esecutori contro la bestemmia (secoli XVI – XVII)

Autodifesa o difesa?
Imputati e avvocati davanti al consiglio dei dieci

Il giuspatrono del doge su San Marco: diritto originario o concessione pontificia?

Venezia, una repubblica di principi?

La Repubblica di Venezia in morea. un diritto per il nuovo regno

Politica e diritto nei tentativi di riforma del diritto penale veneto del settecento

Diritto veneto e lingua italiana nelle isole jonie nella prima metà dell’ottocento

Venezia a metà dell’ottocento. la politica del diritto di Daniele Manin

Indice dei nomi
a cura di Francesca Ortalli

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«Leggiadre donne…»

Padre riconosciuto della novella in prosa, Giovanni Boccaccio ha
inventato una forma narrativa che, per alcuni seecoli, sì è affermata
come uno stampo flessibile, di lunga vitalità europea. Più tardi,
l’arte del racconto breve rinasce in forme nuove; in questa
reincarnazione si sperimenta un ventaglio assai ampio di soluzioni che
si riconducono tutte al piacere della storia interessante, rivelatrice
del carattere del personaggio in una situazione eccezionale o,
viceversa, nelle circostanze della vita quotidiana.
Il volume, attraverso una ventina di interventi dei maggiori
specialisti del settore, ripropone con accurate analisi linguistiche e
insieme storico-letterarie le tappe principali di questo genere
letterario fortemente caratterizzato, sia nella nella fase antica che
nelle trasformazioni moderne, da un costante appello al pubblico
femminile come destinatario privilegiato: dal Decameron alla narrativa
ottocentesca di Nievo, Verga e Capuana passando attraverso le
esperienze quattrocentesche delle «facezie» e della Novella del Grasso
legnaiolo, o quelle cinquecentesche di un Bandello o di un Luigi Da
Porto con la sua celebre Giulietta e Romeo.
Una particolare attenzione viene da ultimo riservata al Novecento, con
esplorazioni relative a Pirandello, Pavese, Moravia, Primo Levi,
Buzzati e al recentissimo Tabucchi, mentre una robusta appendice
propone un saggio di Alfredo Stussi sull’area linguistica italiana e,
in finale, tre interviste ad altrettanti scrittori contemporanei
italiani, a rappresentare con le loro diversità tre differenti, ma
sempre altamente significativi, approcci alla scrittura e alla
letteratura nel nostro tempo: Sandra Petrignani, Giovanni Raboni,
Gianni Celati.

INDICE

Prefazione
di Francesco Bruni

Francesco Bruni
Come “non” si racconta una novella nel Decameron

Luciano Rossi
“In luogo di sollazzo”: i fabliaux del Decameron

Massimo Ciavolella
Letteratura e pornografia: la novella di Masetto da Lamporecchio(Decameron III 1)

Francesco Tateo
La facezia fra virtù e arte

Nino Borsellino
La novella del grasso legnaiolo

Marziano Guglielminetti
Amore e morte: Giulietta e Romeo di Luigi da Porto

Mario Pozzi
Novella, trattato e cronaca

Fabio Finotti
Il varmo di Ippolito Nievo

Matteo Palumbo
Ascesa e morte di un parvenu: La roba di Giovanni Verga

Rosario Coluccia
Linguistica e filologia nell’edizione delle novelle di Verga

Nicolò Mineo
Lettura di Anime in pena di Luigi Capuana

Bice Mortara Gravelli
“Bòtte di pennello”: nuclei descrittivi in campioni di narrativa tra otto e novecento

Romano Luperni
Il riso di Pirandello nelle Novelle per un anno

Alfredo Stussi
Lettura linguistica di il “fumo” di Luigi Pirandello

Lino Pertile
Pavese, ovvero della solitudine come stile

Francesco Bruni
Variazioni di registro in uno dei racconti romani di Alberto Moravia: La parola mamma

Ricciarda Ricorda
Le avventure di un chimico: il sistema periodico di Primo Levi

Nella Giannetto
Lettura di Il re a Horm-el-Hagar di Dino Buzzati

Anna Dolfi
Il puzzle del rimorso: Voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa di Antonio Tabucchi

Appendici

Alfredo Stussi
L’area linguistica italiana

Scrittori contemporanei. Intervista a Sandra Petrignani, Giovanni Raboni, Gianni Celati
a cura di Silvana Tamiozzo Goldman

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Malipiero Maderna 1973 – 1993

Malipiero-Malipiero
/ Malipiero-Maderna / Maderna-Maderna: nonostante la evidente
tripartizione schematica, questo non è un libro «proporzionato»,
raccoglie infatti saggi e interventi di studio di diverso formato e in
nessuna delle tre ‘sezioni’ che lo compongono paò dirsi organico,
esaustivo. Prevale innanzitutto l’ultimo Malipiero (che è anche il
Malipiero meno noto, il Malipiero desuetissimo) ovvero prevale un
Malipiero tangenziale al suo stesso esercizio primario di
«compositore-creatore» senza vincoli di mestiere.
Si scrive poi, per contro, ad equilibrare lo sbilancio, solo del
primissimo Maderna, il Maderna degli esordi, mettendo a fuoco aspetti
di molte questioni ancora molto aperte.
Al centro di quest’assetto monografico gli studiosi si sono dedicati
alle «relazioni» interpersonali, inter-poetiche, sviluppando il tema
che dà titolo a tutta la raccolta; ma senza ordine o ordini prescritti
e previsti. Eppure nonostante la gracilità dell’impianto apertissimo,
sia gli argomenti che i metodi di approfondimento filologico, usati per
indagarli, trasferiscono in questo libro dati di novità non
trascurabili.
Del resto è anche vero che questo è un libro d’occasione, generato da
un accumulo di indagini diverse sollecitate dalla ricorrenza del
ventennale della scomparsa dei due autori veneziani, entrambi, maestro
e allievo, vecchio e giovane scomparsi, pressoché assieme, nel 1973
(1973-1993). Indagini stimolate dal fatto che uno, il giovane, ha
parlato più volte ma sempre in modo piuttosto leggendario dell’altro
come di un suo maestro, un maestro atipico, ma importante.
Mi è doverosa un’ultima considerazione e un ricordo: il gruppo degli
studiosi che partecipano a questa miscellanea è generazionalmente
eterogeneo; è un fatto che aspira ad essere un pregio: il segnale di un
incontro e di uno scambio di esperienze e di continuità nell’evoluzione
delle conoscenze di chi ama e studia questi autori. Basti pensare che
Mario Messinis, nel 1971, fu l’editor dell’ultima raccolta, per altro
anch’essa congeriale, di studi malipieriani prodotti in simultanea a
Malipiero ancora in vita. Tra gli altri, a partecipare a questo
incontro c’è, nell’indice del libro, anche lo scomparso John
Waterhouse: si pubblica infatti in questo volume l’ultimo dei suoi
saggi, ultimo frutto del ventennale lavoro di indagini sull’opera di
Malipiero: un saggio ancora inedito. Per tutti noi la sua assidua
partecipazione a tutte le discussioni sulla musica italiana del
Novecento, in tutte le sedi, e la sua opera di promozione e
valorizzazione dei musicisti italiani tutti, non sono soltanto dei
commossi ricordi, sono degli esempi sempre attuali e tuttora viventi.

INDICE

Premessa del curatore

Introduzioni
1. Mario Messinis, Malipiero, vent’anni dopo (1973-1993)
2. Marzio Pieri, Parlata per una gita al faro Malipiero

Parte I
GIAN FRANCESCO MALIPIERO

Paolo Cattelan, Il «Sogno» dannunziano, ovvero «come sbarazzarsene». Ariele, Bonaventura a il teatro di Malipiero
Tilman Schlömp, La canzone d’opera e l’opera come canzone. Struttura e funzione di una forma nel teatro del primo Malipiero
Emilio Sala, Malipiero al Teatro Greco di Siracusa. Le musiche di scena per l’«Ecuba» di Euripide (1939) e l’«Orestea» di Eschilo (1948)
John C. G. Waterhouse, Gian Francesco Malipiero e la decafonia
Laura Zanella, Otto auto-imprestiti per un’opera nuova. Gian Francesco Malipiero e l’epilogo drammatico degli «Eroi di Bonaventura» (1968)

PARTE II
MALIPIERO E MADERNA

Francesca Magnani, Il canto nell’immaginario teatrale di Malipiero e Maderna
Rossana Dal Monte, Tracce di Malipiero e Maderna nei registri e negli schedari della Marciana
Annibale Cetrangolo, Malipiero al Teatro Greco di Siracusa. Le musiche di scena per l’«Ecuba» di Euripide (1939) e l’«Orestea» di Eschilo (1948)
Joachim Noller, «Quando gli strumenti cantano». Malipiero, Maderna, la metafisica e il concetto d’espressione nel Novecento
Paolo Pinamonti, Maderna dirige Malipiero

Parte III
MADERNA OLTRE MALIPIERO

Mario Baroni, Sull’opportunità di una ri-edizione delle opere di Bruno Maderna. Qualche Considerazione di metodo critico
Susanna Pasticci, Maderna verso il pensiero seriale. La «Fantasia e fuga per due pianoforti (1949)»
Paolo Cattelan, Biografia di un concerto di Maderna: il «Concerto per due pianoforti e strumenti»
Stefano Bellon, Il «Concerto per due pianoforti e strumenti» di Bruno Maderna verso Darmstadt: un’analisi della partitura
Indice dei nomi

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Per Bruno Visentini

Sono raccolti in questo volume gli scritti presentati al convegno sulla figura e l’opera di Bruno Visentini tenutosi a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini, nel 1998, a poco più di tre anni dalla scomparsa di colui che per quasi un ventennio e fino alla morte ne è stato attivissimo presidente. Si aggiungono inoltre altre
testimonianze: da quella del Pariarca di Venezia, le parole pronunciate nei giorni seguiti alla scomparsa, quelle dei discorsi tenuti in occasione della commemorazione promossa a Palazzo Giustiniani a Roma dal gruppo parlamentare cui Visentini apparteneva. Viene infine aggiunto in appendice, curato da Costantina Toria un repertorio degli scritti di Visentini, sparsi in molte sedi non facilmente reperibili senza le indicazioni che qui sono date. Anch’essi testimoniano il forte impegno civile, culturale e politico nel cui segno si è svolta tutta la vita di Bruno Visentini: giurista di grande modernità e di esperienza internazionale, uomo politico di assoluto rigore e dedizione, dalla giovinezza caratterizzata dall’opposizione al fascismo, alla militanza, accanto a Ugo La Malfa, nel Partito d’azione del quale è stato tra i fondatori, e successivamente nel Partito
repubblicano italiano, all’azione parlamentare, ai ripetuti incarichi di governo come ministro nei settori finanziari, con un’incisiva azione soprattutto in materia fiscale. Contemporaneamente Visentini ha svolto un’importante azione culturale, dedicandosi al lavoro scientifico nel campo del diritto, specie societario, e coltivando una spiccata passione per la cultura storica e letteraria, con una predilezione per il versante musicale: merito non ultimo della sua energica azione in favore di Venezia. È stato inoltre per quasi un ventennio vice presidente dell’IRI e presidente della società Olivetti al cui sviluppo sui mercati mondiali ha dato un’attività infaticabile. I nomi illustri degli autori che hanno partecipato al convegno della Fondazione e i temi da essi trattati documentano da soli la qualità dell’impegno di Bruno Visentini e danno al libro un valore di preziosa testimonianza.

INDICE

Avvertenza

Feliciano Benvenuti
Per Bruno Visentini

Massimo Cacciari
Bruno Visentini

Piero Craveri
Dall’antifascismo alla battaglia per la Repubblica nel Partito d’azione

Adolfo Battaglia
L’intervento politico

Filippo Maria Pandolfi
L’uomo di governo

Massimo Riva
Fra Stato e mercato: l’esperienza dell’IRI

Guido Rossi
Bruno Visentini: un giurista moderno

Renzo Zorzi
Qualche ulteriore connotazione

COMMEMORAZIONI
Marco Cè, Patriarca di Venezia
Franco Cingano
Carlo De Benedetti
Eugenio Scalfari
Ariberto Mignoli

BIOGRAFIA E REPERTORIO

Tommaso Edoardo Frosini
Bruno Visentini

Costantina Toria
Repertorio degli scritti di Bruno Visentini

Indice dei nomi

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