Saggi – Pagina 2 – Fondazione Giorgio Cini

“Multa renascentur”. Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista.

Il volume rende conto degli esiti del convegno tenuto presso la Fondazione Giorgio Cini e organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969), napoletano di nascita e fiorentino d’adozione.

 

La pubblicazione raccoglie i contributi di oltre venti relatori che hanno approfondito la figura di De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività antiquaria, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano.

 

Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione 78 LETTERA DA SAN GIORGIO ANNO XXV N° 48 della sua collezione libraria antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si è fatta promotrice.

Per un archivio fotografico dell’arte italiana. Vittorio Cini, la Fondazione Giorgio Cini e la Fratelli Alinari Atti della giornata di studi

Il volume, edito per i tipi di Marsilio, raccoglie gli atti della giornata di studi (Fondazione Giorgio Cini, 2018) organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte, in collaborazione con la Fratelli Alinari, divenuta ora Fondazione Alinari per la Fotografia.
La pubblicazione accoglie i testi degli interventi presentati nel simposio, dedicato al rapporto tra la Fondazione Giorgio Cini e la società Fratelli Alinari di Firenze, che consentì di arricchire in modo significativo il patrimonio della Fototeca dell’Istituto della Storia dell’Arte. A tale rapporto è riservato ampio approfondimento, in virtù della sua centralità: un legame che affonda le proprie radici nel 1957 quando Cini diventa proprietario di Alinari e che troverà poi sviluppo negli anni sessanta con il passaggio della società alla Fondazione Giorgio Cini, la quale detterà per un decennio gli indirizzi delle nuove campagne fotografiche. Facendo luce su queste dinamiche, il volume offre un nuovo e significativo tassello nell’ambito degli studi dedicati al rapporto arte-fotografia, auspicando possa essere un valido punto di riferimento sia per il pubblico specialistico, ma anche per il mondo della storia dell’arte in senso più ampio.

The Mediations of Music. Critical Approaches after Adorno

Mediazione è un concetto chiave nella filosofia della musica di Theodor W. Adorno e nell’attuale dibattito musicologico. Esso definisce la relazione tra musica e società, ossia come la musica accoglie in sé ed elabora contenuti sociali prima ancora di entrare nel flusso comunicativo. Inoltre le composizioni musicali della tradizione occidentale richiedono una forma esterna di mediazione: la trasformazione del testo in suono. Infine la riproduzione tecnologica in diversi media – disco, radio, cinema, internet – rappresenta un ulteriore livello di mediazione; in tali ambiti la musica subisce mutamenti che si ripercuotono sull’attribuzione di senso. Questo libro è scaturito da una manifestazione dell’Accademia Musica-le Chigiana in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Adorno (2019). Gli autori discutono snodi problematici del pensiero del filosofo e mostrano i suoi potenziali. In molti capitoli viene messo in gioco il polo opposto della mediazione, l’immediatezza, che spesso svolge un’importante funzione nei processi di mediazione. Le principali fonti di riferimento sono i testi che Adorno dedicò ai vecchi e nuovi media (scrittura, radio e cinema): La musica per il film (scritto insieme a Hanns Eisler) e i due volumi incompiuti Current of Music e Zu einer Theorie der musikalischen Reproduktion. Le letture critiche di questi testi sono accompagnate da riflessioni che mirano a ridefinire la dialettica di mediazione e immediatezza tenendo conto dei performance studies, delle teorie dei media, della sociologia dell’ascolto e del post-strutturalismo.

La Fondazione Giorgio Cini. Settant’anni di storia

La Fondazione Giorgio Cini. Settant’anni di storia, volume curato da Pasquale Gagliardi e Egidio Ivetic esce per Marsilio ed è il terzo in ordine tra le pubblicazioni che segnano le tappe storiche della Fondazione Giorgio Cini, dopo Venezia 1951-1971. Vent’anni di attività della Fondazione Giorgio Cini (Venezia 1972) e La Fondazione Giorgio Cini. Cinquant’anni di storia (Milano 2001). Il volume segue le due sillogi e punta ad evidenziare quanto realizzato negli anni del XXI secolo, una nuova fase nella vita della Fondazione. In riferimento a questo traguardo, si è voluto ripercorrere la storia della Fondazione Giorgio Cini e ricordare Vittore Branca, scomparso nel 2004, la figura più importante sul piano culturale nel percorso della Fondazione.

 

L’insieme dei contributi è suddiviso in due sezioni: Un nuovo paesaggio e Resoconti e testimonianze. Nella prima si descrive, a più voci, la novità rappresentata dagli interventi sul piano architettonico e artistico nei passati vent’anni, per cui la Fondazione si è aggiornata, come paesaggio materiale e culturale, ai fini delle esigenze che i tempi impongono. Nella seconda si riflette sulle esperienze di vita culturale, di ricerca e studio, sulle attività degli istituti e dei centri, sulla ricchezza dei fondi, collezioni e patrimoni artistici. Visto nella sua interezza, il libro vuole essere un omaggio a San Giorgio Maggiore e testimonianza di un luogo straordinario.

Panj Ganj. I cinque tesori di Nezāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo

Il volume monografico, pubblicato all’interno del progetto Salviamo un Codice, promosso da Nova Charta Editori, dalla sua direttrice Vittoria de Buzzaccarini e finanziato da Giovanni Alliata di Montereale, è interamente dedicato a uno dei capolavori miniati che si conservano nella biblioteca della Fondazione Giorgio Cini: il manoscritto con i Panj ganj (I cinque tesori) di Neẓāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo, opera somma di uno dei più grandi poeti della letteratura persiana classica, donato da Vittorio Cini nel 1967 a seguito del viaggio in Iran in occasione della mostra delle miniature Cini nel Palazzo Golestan a Tehran. Prodotto di lusso riccamente decorato e miniato a Širaz tra 1624 e 1625 ne lla bottega di un moẕahheb (doratore), nominato nel colophon (Lot.follāh), esso fa parte di un gruppo di codici che si ritengono commissionati da Emāmqoli Ḵān, potente e colto governatore di Širaz tra 1613 e 1633. Realizzato in occasione del restauro effettuato da Melania Zanetti tra 2018 e 2019 in collaborazione con il CIBA (Centro interdipartimentale di ricerca, studio e conservazione dei beni archeologici, architettonici e storico-artistici) dell’Università di Padova, il volume raccoglie saggi che indagano il contesto storico del manoscritto e approfondiscono i suoi aspetti letterari, codicologici, storico artistici, collezionistici, vantando il contributo di importanti studiosi nelle discipline della persianistica e dell’islamistica, come la curatrice Daniela Meneghini, professoressa di Lingua e Letteratura persiana dell’Università
Ca’ Foscari, Mario Casari, professore persianista dell’Università La Sapienza di Roma, Francis Richard, già conservatore del Département des Manuscrits orientaux della Bibliothèque Nationale de France di Parigi e direttore del Département des arts de l’Islam del Louvre, Eleanor Sims, storica dell’arte e specialista di pittura e miniatura persiana e dei territori
dell’Islam. A questi si affiancano i contributi tecnici della restauratrice Zanetti e dell’équipe del CIBA dell’Università di Padova diretta da Rita Deiana e Alfonso Zoleo, che restituiscono la ricchezza dei dati materiali emersi dalla diagnostica e dalle indagini condotte durante il restauro.

Intersezioni Musicali 10

Il volume Patterns of Change in the Traditional Music of Southeast Asia è il decimo della collana ‘Intersezioni Musicali’ pubblicata dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in collaborazione con l’editore Nota di Udine. Curato da Giovanni Giuriati, raccoglie in sette capitoli ricerche originali condotte sul campo sulle musiche del sud-est asiatico. Scopo principale del volume è quello di indagare su come i processi di trasformazione agiscano sulle tradizioni musicali di quest’area del mondo. Infatti, processi di globalizzazione, urbanizzazione, patrimonializzazione, mediatizzazione influenzano profondamente nella seconda parte del XX secolo e all’inizio del XXI le culture musicali del sud-est asiatico continentale ed insulare. I capitoli affrontano casi di studio basati su estese ricerche in Birmania, Cambogia, Laos, Vietnam e Indonesia (Giava e Sulawesi). Tra i principali temi affrontati troviamo il ruolo della musica nei processi di inculturazione promossi dalla Chiesa cattolica, nei culti di possessione, nelle diverse forme di teatro tra cui il teatro delle ombre. Sono anche presenti riflessioni sui processi di spettacolarizzazione delle musiche tradizionali e dell’adozione di nuovi strumenti musicali. Dal punto di vista del metodo, particolarmente originale è la combinazione di un approccio antropologico basato su estese etnografie con accurate analisi musicali.  Autori dei capitoli sono giovani ricercatori, in larga prevalenza italiani, che hanno studiato alla Università di Roma “La Sapienza” per poi prendere strade diverse nei loro studi dottorali e post-dottorali. Il volume, pubblicato in lingua inglese per consentirne una più larga fruizione a livello internazionale, prende le mosse da un progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) su questo tema e da un seminario tenutosi alla Fondazione Cini nel 2017 ed è pubblicato con il contributo dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ciascun capitolo è corredato da una ricca documentazione audiovisiva accessibile attraverso dei QRcodes collocati nel testo che rinviano ad una sezione dedicata del sito dell’editore.

La “splendida” Venezia di Francesco Morosini 1619-1694: cerimoniali, arti, cultura

a cura di Matteo Casini, Simone Guerriero e Vincenzo Mancini

Fondazione Giorgio Cini, Marsilio, Venezia, 2022

Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi dedicato a Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco (1619-1694), organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato per le celebrazioni per i quattrocento anni dalla nascita di Francesco Morosini e ospitato presso la Fondazione Giorgio Cini. Ammiraglio, diplomatico e poi doge, Morosini fu l’ultimo degli illustri patrizi che resero grande la Serenissima Repubblica, essendo capace di restituirle una parte dell’antico peso politico sullo scacchiere internazionale e di far risorgere nei Veneziani il sogno di possedere un impero marittimo.

La pubblicazione presenta i risultati dei singoli interventi, ordinati secondo le linee tematiche affrontate nelle due giornate veneziane. Tra i temi presi in esame e illustrati da relatori selezionati tra i maggiori studiosi della storia culturale e artistica secentesca, vi è quello centrale dell’immagine pubblica del Peloponnesiaco e delle sue gesta nella produzione artistica di scultori, pittori, architetti, illustratori di primo piano. Strettamente collegato il tema dell’eccezionale proliferazione e popolarità di spettacoli, regate e feste civiche, mentre altri interventi si sono focalizzati sulla produzione letteraria ispirata al personaggio in anni coincidenti con una fase di importante trasformazione dell’arte veneziana in senso barocco.

Lettere artistiche del Settecento veneziano – 6 Anton Maria Zanetti di Girolamo: il carteggio

a cura di Marina Magrini

Scripta, Verona, 2021

 

La collana sulle Lettere artistiche del Settecento veneziano giunge al suo sesto appuntamento con la pubblicazione del volume dedicato ad Anton Maria Zanetti di Girolamo il ‘Vecchio’, frutto della collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini e Fondazione Musei Civici di Venezia. Il volume esce dopo la scomparsa della curatrice Marina Magrini, che aveva seguito l’evolversi della serie, aggiungendo, con questo numero, un importantissimo tassello al grande progetto pluriennale promosso dall’Istituto di Storia dell’Arte.

 

Si tratta forse dell’uscita editoriale più attesa della collana, per il fascino del protagonista – raffinato conoscitore ed abile antiquario, artista ‘dilettante’, a contatto con l’élite culturale europea del XVIII secolo – che solo da qualche anno non è più confuso con il cugino omonimo, figlio di Alessandro, ‘il Giovane’, figura altrettanto notevole.

 

Ad Alessandro Bettagno, alla cui memoria il volume è dedicato, si deve la riscoperta di questa figura, singolare anche per l’ampiezza dei suoi interessi culturali, condensati nel fitto carteggio, composto da 337 lettere, corredate da oltre un migliaio di note critiche. Il corposo epistolario è preceduto da saggi introduttivi, affidati a un nutrito gruppo di studiosi, che ci restituiscono da diverse e significative angolazioni il microcosmo zanettiano, mettendo in luce i rapporti del protagonista con i suoi interlo- cutori, italiani ed europei, e i vari aspetti della sua biografia intellettuale. Ne esce il ritratto vivido di un uomo complesso, a tratti schivo e contraddittorio, ma di gusto superbo, al centro di una rete di rapporti internazionali, da cogliere come chiave di lettura della storia dell’arte e del collezionismo del Settecento.

 

Religious Dimensions of Conspiracy Theories: Comparing and Connecting Old and New Trends

Religious Dimensions of Conspiracy Theories
Comparing and Connecting Old and New Trends

Edited By Francesco Piraino, Marco Pasi, Egil Asprem

November 30, 2022 Forthcoming by Routledge

 

Religious Dimensions of Conspiracy Theories (routledge.com)

 

Questo volume contribuisce allo studio della cultura del complotto analizzando le dimensioni religiose ed esoteriche delle teorie complottistiche.
Il libro esamina esempi sia storici che contemporanei per esplorare le continuità transnazionali e trans-storiche tra dottrine religiose, escatologie e teorie della cospirazione.
Attinge a molteplici approfondimenti disciplinari di storici, sociologi e antropologi.
Il libro ha un approccio globale e presenta casi di studio provenienti dal Nord America, dall’Europa, dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’Africa.
Questo libro sarà sicuramente di grande interesse per i ricercatori interessati al complottismo, all’esoterismo, all’estremismo e alla religione.

La scena magica di Mischa Scandella

La pubblicazione di Maria Ida Biggi, intitolata: La scena magica di Mischa Scandella, edita nell’ambito delle attività del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Mischa Scandella (1921-2021), ripercorre la vicenda artistica dello scenografo.

 

Mario, detto Mischa, Scandella (Venezia, 1921 – Roma, 1983) è stato uno scenografo e costumista veneziano di grande talento e sensibilità. La sua produzione artistica, oggi raccolta per intero e presentata al pubblico per la prima volta in questa monografia, ha contribuito a rinnovare la scena italiana del secondo Novecento con una presenza stravagante e audace. Formatosi nel fervore culturale di una Venezia post bellica, Scandella ha debuttato nell’ambiente dei teatri universitari di Venezia e Padova per affermarsi poco dopo a livello nazionale. Nel corso della sua lunga carriera ha lavorato accanto a grandi nomi del teatro italiano, tra i quali Gianfranco de Bosio, Anton Giulio Bragaglia, Vittorio Gassman, Giovanni Poli, Guido Salvini e Giorgio Strehler. L’archivio personale di Mischa Scandella è conservato, grazie alla generosità del figlio Giovanni, presso l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, che da anni si occupa di Storia dello Spettacolo e Storia della Scenografia.