Cataloghi – Pagina 5 – Fondazione Giorgio Cini

Donato Creti

Il volume prende in esame il ricco corpus di disegni di Donato Creti (1671-1749) presente all’interno della raccolta Certani conservata presso la Fondazione Giorgio Cini. Cremonese di nascita e bolognese fi n dal terzo anno di vita, Donato Creti si distinse per una lunga e operosa carriera di pittore, frescante e, soprattutto, disegnatore. Infatti, a partire proprio dalle parole dei suoi biografi , Creti venne elogiato per la sua straordinaria bravura nei disegni; al punto che i suoi fogli furono collezionati in tutta Europa e si trovano oggi nelle più importanti raccolte del vecchio come del nuovo continente. I disegni della Fondazione Giorgio Cini studiati in questo volume sono più di ottanta, di cui cinquantasette riconosciuti come autografi . Il volume è corredato da quaranta illustrazioni di confronto e numerose sono le novità e gli inediti, a cominciare da molti versi, pubblicati qui per la prima volta, di fogli anche già noti.

Gli affreschi nelle ville venete.

Nel Settecento viene a prevalere, nella civiltà veneta di villa,l’aspetto di svago e di autoreferenza sociale piuttosto che l’utilizzo degli edifici per finalità economiche, com’è rispecchiato, in modo inarrivabile, nelle goldoniane Smanie per la villeggiatura. È una corsa continua all’abbellimento degli interni che coinvolge famiglie d’antica nobiltà e nuovi ricchi, senza eccezioni, con il risultato di una
fioritura tale di capolavori che fa del Settecento il “secolo d’oro” della decorazione nelle ville venete. Più di dieci i complessi affrescati da Giambattista Tiepolo: da Massanzago a Stra è un percorso trionfale senza riscontri nella civiltà figurativa europea. Come satelliti intorno a quel pianeta, altri pittori di valore – Antonio Pellegrini, Sebastiano Ricci, Louis Dorigny, Giambattista Pittoni, Antonio Balestra, Giambattista Crosato, Giandomenico Tiepolo, e ancora Andrea Celesti, Girolamo Brusaferro, Mattia Bortoloni, Gaspare Diziani,
Giambettino Cignaroli, Jacopo Guarana, Costantino Cedini, Andrea Urbani, Marco Marcola, Giuseppe Bernardino Bison, Fabio e Giambattista Canal, i quadraturisti Girolamo Mengozzi Colonna, Filippo Maccari e Pietro Visconti – hanno lasciato in villa esempi mirabili della creatività del
secolo. Dall’ultimo barocco al rococò, al neoclassico, gli interventi pittorici scandiscono, decennio dopo decennio, tutto il secolo, con un finale imprevisto: gli affreschi di Giandomenico Tiepolo nella sua casa di Zianigo, con le disincantate scene di vita contemporanea e l’epopea parodistica dei Pulcinella. È proprio grazie al Settecento pittorico in villa che la civiltà veneziana e veneta è entrata nel “mito”: basti
ricordare solo l’impresa di Giambattista e Giandomenico Tiepolo alla Valmarana, in cui, come le facce di una medaglia, stile “sublime” e stile “naturale” – per usare parole di Goethe – occano vertici ineguagliati. La monumentale opera in due tomi, con quasi duemila illustrazioni e i testi delle oltre duecento schede, rappresenta un indispensabile strumento nel campo degli studi e, insieme, della conservazione di un patrimonio unico in Europa.

Penelope’s Labour: Weaving Words and Images

La Mostra di arazzi e tappeti, antichi e contemporanei, prodotta e organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini con l’atelier Factum Arte di Madrid, che si chiuderà il 18 settembre 2011, intende unire il grande interesse di Vittorio Cini per l’arazzo con l’arte contemporanea e con la rinnovata abilità degli artisti di utilizzare questo mezzo per raccontare storie della realtà in cui viviamo. Spaziando dall’arazzo del tardo Quattrocento che raffigura l’assedio e la distruzione di Gerusalemme, ai tessuti di Azra Akšamija sulla pulizia etnica della Bosnia Erzegovina, alla vasta allegoria della vita contemporanea del “Walthamstow Tapestry” di Grayson Perry e ai fiori del nostro mondo naturale manipolato di Mark Quinn, la mostra riporta le ‘immagini intrecciate’ nel cuore della pratica artistica contemporanea.
Le tracce di questo percorso sono suggestivamente rinvenibili anche nel catalogo curato, al pari dell’esposizione, da Adam Lowe e Jerry Brotton, e che si avvale di un’introduzione di Pasquale Gagliardi, e dei contributi di Jerry Brotton, Nello Forti Grazzini, Annemarie Sauzeau Boetti, Jon Thompson, Adam Lowe, Iván De La Nuez.

Acquista il catalogo

Eleonora Duse. Viaggio intorno al mondo

Il volume-catalogo della mostra Eleonora Duse Viaggio intorno al mondo rivaluta e fa conoscere al grande pubblico la famosa attrice italiana come donna e artista a tutto tondo, imprenditrice di se stessa, personalità apprezzata e ascoltata della cultura internazionale alla fi ne dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Grazie ai recenti studi e ai nuovi documenti qui pubblicati, la Duse può essere compresa nella sua piena autonomia creativa e può essere letta come figura partecipe e fondativa di un’idea della cultura Italiana da esportare all’estero. Si sottolinea l’importanza che la sua presenza ha costituito non soltanto nella vita teatrale, ma più in generale nella storia sociale e civile dell’Italia dopo l’unificazione, confermandola come uno dei “miti” che hanno caratterizzato l’affannosa ricerca di una identità nazionale. Significativi in questo senso sono stati i rapporti di stima e amicizia che Eleonora Duse ha intrattenuto con personalità della cultura contemporanea internazionale. Il volume testimonia le numerose tournées nelle quali l’attrice è stata acclamata nel mondo, dove ha sempre recitato in lingua italiana, dal Sud al Nord America, dalla Russia all’intera Europa.

Gli affreschi nelle ville venete.

Nel Settecento viene a prevalere, nella civiltà veneta di villa, l’aspetto della villeggiatura e di autoreferenza sociale piuttosto che l’utilizzo degli edifici per finalità economiche, com’è rispecchiato, in modo inarrivabile, nelle goldoniane Smanie per la villeggiatura.
È una corsa continua all’abbellimento degli interni che coinvolge famiglie d’antica nobiltà nuovi ricchi, senza eccezioni, con il risultato di una fioritura tale di capolavori che fa del Settecento il ‘secolo d’oro’ della decorazione nelle ville venete. Ben otto i complessi affrescati da Giambattista Tiepolo ancora conservati: da Massanzago a Stra è un percorso trionfale senza riscontri nella civiltà figurativa europea. Come satelliti intorno a quel pianeta, altri pittori di valore – Antonio Pellegrini, Sebastiano Ricci, Louis Dorigny, Giambattista Pittoni, Antonio Balestra, Giambattista Crosato, Giandomenico Tiepolo, e ancora Andrea Celesti,
Girolamo Brusaferro, Mattia Bortoloni, Gaspare Diziani, Giambettino Cignaroli, Jacopo Guarana, Costantino Cedini, Andrea Urbani, Marco Marcola, Giuseppe Bernardino Bison, Fabio e Giambattista Canal, i quadraturisti Girolamo Mengozzi Colonna, Filippo Maccari
e Pietro Visconti – hanno lasciato in villa esempi mirabili della creatività del secolo.
Dall’ultimo barocco al rococò, al neoclassico, gli interventi pittorici scandiscono, decennio dopo decennio, tutto il secolo, con un finale imprevisto: le decorazioni di Giandomenico Tiepolo nella sua casa di Zianigo, con le disincantate scene di vita contemporanea e l’epopea parodistica dei Pulcinella. É proprio grazie al Settecento pittorico in villa che la civiltà veneziana
e veneta è entrata nel ‘mito’: basti ricordare solo l’impresa di Giambattista e Giandomenico Tiepolo alla Valmarana, in cui, come le facce di una medaglia, stile “sublime” e stile “naturale” – per usare parole di Goethe – toccano vertici ineguagliati.
La monumentale opera in due tomi, con quasi duemila illustrazioni e i testi delle oltre duecento schede, rappresenta un indispensabile strumento nel campo degli studi e, insieme, della conservazione di un patrimonio unico in Europa.

Le Arti di Piranesi

Introduzione
Pasquale Gagliardi

I mestieri di Giambattista Piranesi
Michele De Lucchi

«Architetto Veneziano»
Giuseppe Pavanello

“Quella pazza libertà di lavorare a capriccio”: Piranesi e l’uso creativo della fantasia
John Wilton-Ely

Giambattista Piranesi e le ricorrenti prigioni dell’arte
Norman Rosenthal

La scena tragica di Roma antica secondo Piranesi: autopsia, radiografia, rigenerazione
Marcello Fagiolo

Piranesi e il gusto egizio
Elisa Debenedetti

Sei oggetti in cerca di artigiano. Una contaminazione del gusto: appunti su sei “ri-creazioni” piranesiane realizzate da Factum Arte
Adam Lowe

Gabriele Basilico traduce Piranesi vedutista
Luigi Ficacci

Catalogo delle incisioni in mostra

 

Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano

Con la mostra Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano la Fondazione Giorgio Cini e la Regione del Veneto, attraverso il Comitato regionale per le celebrazioni del grande pittore, hanno reso omaggio all’artista, a trecentocinquant’anni dalla nascita, attraverso un’esposizione di capolavori di Ricci e di suoi contemporanei tali da rappresentare al meglio l’estro creativo del maestro e un secolo che si è compiaciuto della libertà esecutiva della ‘prima idea’: disegni, bozzetti e modelli, che preservano il carattere dell’invenzione, sorprendendo per ricchezza cromatica e audacia di pensiero, in un gioco, tutto settecentesco, tra piccolo e grande, nella consapevolezza del ruolo cruciale che il bozzetto ricopre nella civiltà rococò. Il catalogo, partendo dal saggio introduttivo di Giuseppe Pavanello e da un testo di Adriano Mariuz, riporta il lettore in un affascinante percorso tra i bozzetti di Sebastiano Ricci e degli altri maestri del primo Settecento veneto, da Antonio Pellegrini a Giambattista Tiepolo, da Gaspare Diziani a Giambattista Pittoni e Giambattista Piazzetta, provenienti dai più importanti musei d’Europa e degli Stati Uniti. Il catalogo è inoltre arricchito da una sezione dedicata ai bozzetti in terracotta di Giovanni Maria Morlaiter, alter ego del Ricci in scultura.

Gli affreschi nelle ville venete

È dedicato al Seicento il secondo dei quattro volumi della collana «Gli affreschi nelle ville venete», nella quale sono raccolti i frutti della ricerca e della catalogazione scientifica curate dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini su incarico dell’Istituto Regionale per le Ville Venete. Nel corso del Seicento la “civiltà di villa” non mostra battute d’arresto, e anzi progredisce lungo tutto il secolo il fenomeno di penetrazione del patriziato nei territori della Serenissima. Non senza importanza è l’affacciarsi alla ribalta della scena sociale e politica di nuove famiglie mercantili che, con il titolo nobiliare, acquisiscono anche i costumi del rango e l’ambizione autopromozionale tramite residenze sontuose a Venezia e in campagna. Dappertutto compaiono nuovi cicli decorativi. Nei primi tre decenni del secolo la resistente tradizione tardocinquecentesca di matrice postveronesiana detta ancora legge, ma verso la metà del secolo i germi del rinnovamento artistico in atto a Venezia trovano eco anche nella Terraferma, sino all’affermarsi della sensibilità barocca che gioca metaforicamente tra vero e falso, tra apparire ed essere. Sulle pareti delle ville tutto diventa illusione e inganno visivo. È il trionfo della quadratura che finge una seconda architettura e sembra trasformare e sovvertire quella reale, un genere per la prima volta studiato e catalogato sistematicamente in ambito veneto.

Le carte riscoperte. I disegni delle collezioni Pozzi, Fissore e Donghi alla Fondazione Giorgio Cini

Dopo l’uscita del catalogo completo della raccolta di Giuseppe Fiocco, con questo volume viene presentato un altro fondo grafico acquisito a San Giorgio tramite Vittorio Cini agli inizi degli anni sessanta, e che si compone dei disegni provenienti dalle collezioni Pozzi, Fissore e Donghi. Per quanto concerne le raccolte Pozzi e Fissore, si tratta di opere afferenti non solo all’ambito veneto, con la significativa presenza di fogli, per esempio, di Gaspare Diziani e Louis Dorigny, ma pure ad altre aree della penisola, come testimoniano i disegni dei bolognesi Aureliano Milani e Vittorio Bigari, nonché il consistente nucleo di fogli del lombardo Filippo Comerio, cui vanno aggiunte alcune testimonianze delle scuole non italiane. Una delle novità più significative presenti nel catalogo riguarda quattro copie dagli affreschi di Mantegna nella padovana cappella Ovetari realizzate dal pittore ligure Giovanni David; da segnalare, infine, la presenza di un paio di disegni di Federico Zandomeneghi, uno dei protagonisti della fervente vita artistica parigina di fine Ottocento. Non meno interessante è la raccolta appartenuta a Daniele Donghi, al cui interno è possibile distinguere due nuclei di particolare interesse: il quaderno di disegni dell’architetto Giacomo Quarenghi e i bozzetti del pittore-scenografo bellunese Pietro Gonzaga. Il gruppo di disegni per scenografie del Gonzaga nella collezione di Daniele Donghi era stato raccolto in origine dal padre, Felice Donghi, architetto e scenografo di un certo rilievo nell’ambiente milanese della seconda metà dell’Ottocento. A questo nucleo si aggiunsero fogli degli scenografi Giovanni Battista e Daniele Donghi, Fabrizio Galliari e Alessandro Sanquirico.

Tiepolo

Gli scritti su Giandomenico e Giambattista Tiepolo di Adriano Mariuz sono fra gli esiti migliori degli studi storicoartistici degli ultimi decenni. Apre il volume il saggio su Giandomenico apparso nella monografia dedicata al pittore nel 1971: un capolavoro di intuizioni critiche sostanziate da una qualità di scrittura che ancora ci sorprende: esempio raro di una storia dell’arte concepita nel segno del piacere condiviso, di chi la fa come di chi vi si accosta.
Seguono gli altri contributi sull’artista che spaziano dai disegni all’emblematica figura di Pulcinella. Essi si intrecciano con quelli dedicati a Giambattista Tiepolo, del frescante soprattutto, di cui lo studioso ha saputo dare una lettura talmente avvincente da farlo assurgere a vero protagonista del Settecento europeo.

A testimonianza dell’eccezionale sensibilità interpretativa che sigla gli scritti qui pubblicati, basti l’incipit del profilo di Giambattista nel catalogo della mostra di Venezia-New York del 1996: «Per Marcel Proust il nome di Tiepolo era associato a un colore: un’inconfondibile tonalità di rosa, il rosa di una delle vestaglie che Odette Swann soleva indossare fra le pareti domestiche e che ne esaltavano il fascino».

Collana «Scritti di storici dell’arte veneta»
La collana, promossa dall’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con la Regione del Veneto, intende accogliere i testi più significativi degli studiosi che si sono interessati di arte veneta.