Cataloghi – Pagina 4 – Fondazione Giorgio Cini

Tomaso Buzzi alla Venini

Vivace protagonista del “neoclassicismo” milanese, amico e collaboratore di Gio Ponti, e socio de Il Labirinto – insieme, tra gli altri, allo stesso Ponti e a Paolo Venini – Tomaso Buzzi tra il 1932 e il 1933 instaura una fruttuosa collaborazione con la vetreria muranese, alla quale si rivolge episodicamente anche negli anni successivi. Il volume ricostruisce l’intera opera vetraria dell’architetto, che risultava fino ad oggi piuttosto lacunosa e di cui erano noti solo alcuni esemplari. Grazie ad un’accurata ricerca documentaria, si e messo in luce il contesto nel quale egli si e trovato ad operare ed e stato evidenziato il suo originale apporto creativo tanto nelle forme dei modelli quanto nella loro significativa tecnica di realizzazione. Egli infatti propose oggetti spesso ispirati all’arte antica e ideo un tipo di vetro opaco a piu strati di colore, rifinito da foglia d’oro, che a seconda della tonalità diede vita ai vetri laguna, alba, alga e tramonto. Il catalogo presenta una rassegna di oltre trecento modelli che spazia dai vasi agli apparecchi per l’illuminazione prodotti dalla vetreria, ma comprende anche i progetti di Buzzi eseguiti per specifiche committenze e le proposte non realizzate. Il lavoro dell’architetto e documentato da un ricco apparato di foto storiche, ma soprattutto di disegni inediti provenienti dall’archivio storico Venini, e da quelli, altrettanto inediti, conservati presso l’archivio Buzzi alla Scarzuola (Montegabbione), che raccontano una grande passione.

 

Il Teatro di Pierluigi Samaritani

Maria Ida Biggi

Il Teatro di Pierluigi Samaritani. Catalogo dell’Archivio conservato alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia

Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 2015


In seguito alla donazione ricevuta da Simona Marchini e al lavoro d’inventariazione del materiale oggi afferente al Fondo Samaritani, il Centro Studi Teatro pubblica un volume monografico che indaga l’attività artistica dello scenografo piemontese.

Samaritani è stato l’ultimo esponente della scenografia pittorica italiana e attraverso il suo lavoro si offre uno spaccato della storia del teatro nel secondo Novecento. Oltre ai suoi allestimenti nei principali teatri e festival italiani, Samaritani ha lavorato infatti per prestigiose istituzioni musicali internazionali e il suo stile ha conquistato i maggiori teatri in Europa, Nord e Sud America.

Il fondo d’archivio comprende una grande quantità e varietà di documenti: oltre 400 bozzetti, figurini teatrali, un corposo archivio fotografico, la biblioteca, un vasto catalogo di disegni tecnici e documenti di studio di varia natura.

 

Fulvio Bianconi alla Venini

Grafico, illustratore e designer, Fulvio Bianconi (Padova, 1915 – Milano, 1996) dal primo dopoguerra frequenta la vetreria di Paolo Venini con cui instaura una significativa collaborazione che, protrattasi per buona parte degli anni cinquanta, porta alla nascita di straordinarie serie di coloratissimi vetri muranesi che riassumono in sé l’entusiasmo del decennio segnando il gusto di un’epoca. Negli anni sessanta e ottanta-novanta, seppur episodicamente, l’artista rinnoverà il suo rapporto con la fornace disegnando altre piccole serie. Il volume, frutto di un’approfondita ricerca basata prevalentemente su materiale inedito proveniente dall’Archivio Storico Venini, ripercorre questa entusiasmante esperienza vissuta da Bianconi illustrando l’intera produzione ideata per la celebre vetreria. Si tratta di circa cinquecento modelli che comprendono vasi e coppe dalle forme originali e dall’esuberante, ma ricercato, tessuto vitreo policromo (pezzati, scozzesi, a fasce ecc.). Vi sono poi divertenti animali, ma anche un numero rilevante (centottanta circa) di briose e ironiche figurine di vetro spesso ispirate con libertà ad alcuni tipi della Commedia dell’arte come Arlecchino e Pulcinella, ma anche ai costumi regionali e a quelli d’epoca e altri, che raccontano dell’estrosa creatività di questo versatile e fecondo artista.

Tiziano Terzani. Guardare i fiori da un cavallo in corsa

Il volume, illustrato a cura di Àlen Loreti e edito da Rizzoli, restituisce un ritratto intimo del grande giornalista scomparso dieci anni fa, a partire dai suoi documenti personali custoditi alla Fondazione Giorgio Cini.
La biblioteca di Tiziano Terzani, i libri che lo hanno fatto pensare e viaggiare, e l’archivio personale, lettere, oggetti e fotografie, sono stati affidati dalla famiglia Terzani alla Fondazione Giorgio Cini: aprire i suoi libri e scorrere i suoi appunti significa leggere i suoi stati d’animo e raccontare l’uomo attraverso le parole,
le immagini e le memorie della sua vita.

Un volume illustrato – realizzato a partire dal Convegno Tiziano Terzani: ritratto di un connaisseur tenutosi alla Fondazione Giorgio Cini nel maggio 2012 – che è un racconto intimo del grande giornalista, della sua curiosità insaziabile e irrequieta, della sua ansia di libertà; arricchito da numerose testimonianze e
contributi sull’uomo, lo scrittore, il fotografo, l’appassionato di cultura asiatica, la spiritualità, fra cui quello della moglie, Angela Staude.

I Santillana Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana

Questo capitolo de Le Stanze del Vetro sperimenta un nuovo modello narrativo: quel- lo del dialogo e del confronto tra le diverse poetiche di due artisti. I Santillana, infatti, esplora il duplice universo dei fratelli Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana, discendenti di una mitica dinastia vetraria, formati nel solco del padre, Ludovico Diaz de Santillana, e del nonno, Paolo Venini. Pubblicato in occasione dell’esposizione veneziana, il volume presenta un centinaio di lavori, com- prendenti sculture, opere e oggetti in vetro, realizzati dai due artisti a partire dagli anni Ottanta a oggi, insieme a un corpus di nuovi lavori appositamente pensati e realizzati per l’esposizione veneziana.

Opere che non sono il risultato di un lavoro a quattro mani, ma al contrario indagano singolarmente il linguag- gio, diverso ma intrecciato, dei due artisti, entrambi legati a un percorso artistico autonomo ma con una storia familiare e biografica comune. Il volume riunisce i contributi critici di Pasquale Gagliardi (Segretario Gene- rale della Fondazione Giorgio Cini), Martin Bethenod (Direttore della François Pinault Foundation) e Peter Murray (Direttore dello Yorkshire Sculpture Park), una conversazione di Bethenod con Alessandro Diaz de Santilla- na e Laura de Santillana, il catalogo delle opere, corredato dalle fotografie dell’allestimento della mostra, e le biografie dei due artisti.

 

Napoleone Martinuzzi. Venini 1925-1932

a cura di Marino Barovier
Skira Editore, Milano, 2013

Il catalogo è stato pubblicato in occasione della seconda mostra del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini e organizzato da Le Stanze del Vetro, progetto culturale plu- riennale avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valo- rizzazione dell’arte vetraria del Novecento. Il progetto de Le Stanze del Vetro prevede infatti, tra le sue molte attività culturali, le mostre, a carattere monografico, per illustrare di volta in volta l’opera di artisti che hanno negli anni col- laborato con la nota vetreria muranese. Ogni mostra è accompagnata da un volume che, a conclusione del ciclo espositivo, costituirà il Catalogo Ragionato di Venini. Nel 1925 Na- poleone Martinuzzi, artista particolarmente apprezzato da Gabriele d’Annunzio, entra in società con Paolo Venini e collabora con la ve- treria V.S.M. Venini & C., per la quale crea manufatti straordinari fino al 1931. Il volume ripercorre l’intera produzione disegnata dallo scultore muranese attraverso la successione di circa seicento opere, che sono state indi- viduate grazie ad un lungo e rigoroso lavoro di ricerca. In particolare, lo studio dei mate- riali inediti provenienti dall’Archivio Storico Venini ha consentito di delineare l’apporto di Martinuzzi alla vita artistica della vetreria e di identificare i suoi numerosi modelli, fi- nora parzialmente sconosciuti. In un primo tempo egli ideò eleganti soffiati dalla materia trasparente, accanto ai quali, successivamente, l’artista propose opere dalla inedita tessitu- ra opaca, impiegando il vetro pulegoso, a fit- te bollicine, ed il vetro opaco dalle intense e compatte colorazioni. Martinuzzi diede vita così ad un suggestivo repertorio che compren- de vasi, coppe, apparecchi per l’illuminazione, ma anche singolari oggetti decorativi come i frutti, gli animali in vetro colorato e le piante grasse, realizzate anche in scala monumentale. Il catalogo è corredato da un’ampia e preziosa rassegna di foto d’epoca, così come di disegni
autografi e di fornace.

Fragile?

Il catalogo presenta opere di artisti internazionali, tra i più interessanti del nostro tempo, che hanno utilizzato anche il vetro come medium della loro poetica – da Marcel Duchamp e Joseph Beuys, fino a Ai Weiwei, Damien Hirst, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis, solo per citarne alcuni – e rientra nel progetto LE STANZE DEL VETRO, iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung

Nel particolare contesto della produzione vetraia veneziana e della tradizione artigianale che la caratterizza, la mostra “Fragile?” prende in considerazione un altro aspetto, altrettanto rilevante, dell’utilizzo del vetro nelle arti visive del secolo scorso e di quello appena iniziato: l’impiego del vetro come oggetto trovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche. Anziché la precisione o l’originalità del disegno del manufatto, entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza (Fragile?), dell’imprecisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall&esperienza della realtà quotidiana e del linguaggio artistico contemporaneo.

Pietro Bertoja, scenografo e fotografo

a cura di Maria Ida Biggi
Alinari, Firenze, 2013

Il volume dedicato alla produzione artistica di Pietro Bertoja (1828 – 1911) intende documentare la sua attività di scenografo teatrale e fotografo, valorizzandone la complessa figura nel panorama teatrale della seconda metà dell’Ottocento veneto.

Prodotto all’interno delle inziative promosse dal Comitato Regionale per le celebrazioni del centenario della morte della Regione del Veneto, contiene saggi di Maria Ida Biggi, Gabriella Olivero, Linda Selmin, Mercedes Viale Ferrero, Marianna Zannoni, oltre a una cronologia e un ampio catalogo dei lavori teatrali, suddivisi in produzione per opera, danza e prosa, e a un vasto repertorio della sua produzione fotografica.

I materiali pubblicati, molti dei quali inediti, derivano in parte da ricerche eseguite in questa occasione e permettono di confermare la modernità di Bertoja nella sperimentazione  delle sue invenzioni tecniche e dall’applicazione delle innovazioni illuminotecniche e pittoriche.

La documentazione pubblicata proviene per la maggior parte da collezioni private, oltre che dal Museo Correr di Venezia, dal Museo Civico di Pordenone e dall’Archivio Alinari di Firenze.

La Stanza di Eleonora Duse, a cura di Marianna Zannoni

a cura di Marianna Zannoni
Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 2013

La Stanza di Eleonora Duse, aperta e visitabile dal novembre del 2011, è nata con l’intenzione di rendere accessibile a un pubblico interessato il prezioso patrimonio custodito nell’Archivio Duse della Fondazione Giorgio Cini. Il recupero della vecchia Sala del Tesoro e il suo nuovo allestimento hanno permesso di esporre una buona parte  della ricca collezione dusiana, non tanto con la volontà di farne un museo ma con il duplice obiettivo di rivelarne l’esistenza e di restituire al visitatore tutta la complessità e l’importanza di un archivio come questo quale fonte di studio per la storia del Teatro.

L’archivio Duse rappresenta, ad oggi, la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull’arte della grande attrice italiana. Il volume in oggetto si propone di guidare il visitatore alla scoperta di questo luogo e del teatro di Eleonora Duse. Vi sono contenute una biografia dell’attrice, una descrizione della sua produzione teatrale, una scheda relativa all’Archivio e al Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo nel quale è custodito.

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Opere del Novecento dalle raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini

a cura di Giovanni Bianchi
Scripta Edizioni, Verona

Dopo i volumi dedicati alle raccolte grafiche della donazione Neri Pozza (2003) e al nucleo di disegni dell’artista trevigiano Renzo Biasion (2004), si aggiunge ora alla serie dei cataloghi d’arte delle collezioni della Fondazione Giorgio Cini un nuovo numero dedicato alle opere del Novecento: dipinti, sculture, disegni e stampe che testimoniano il mai sopito interesse dell’istituzione per l’arte contemporanea.

La collezione presenta i caratteri di eterogeneità tipici di raccolte analoghe, connesse alla vita e alle attività di un’istituzione culturale: prevalentemente composta da aggregazioni e acquisizioni sparse, perlopiù frutto di donazioni e lasciti da parte di artisti, eredi, collezionisti, letterati, musicisti, che alla Fondazione donarono archivi, libri, fotografie e opere d’arte, essa si caratterizza come viva testimonianza dei rapporti culturali e di familiarità che li legava all’istituzione veneziana. È comunque la non sistematicità a connotare la collezione, rendendola interessante e foriera di piacevoli scoperte, come il paesaggio a olio con Cielo di Primavera del pittore divisionista Emilio Longoni, sino a oggi ritenuto disperso. Tra le opere si segnalano per importanza e qualità Le Vase bleu di Gino Severini, capolavoro del periodo cubista; il Ritratto di Benno Geiger del francese Émile Bernard; l’unica replica autorizzata in marmo di Carrara del celebre Ritratto virile di Ezra Pound, realizzato dallo scultore vorticista Henri Gaudier-Brzeska; la ricca serie di oli e acquerelli di Felice Carena, uno dei protagonisti della pittura lagunare nel secondo dopoguerra, ove spicca il malinconico dipinto giovanile Bambina sulla porta; i ritratti del triestino Arturo Rietti; il nucleo di bronzi di Francesco Messina, tra i quali emerge il monumentale San Giorgio che uccide il drago, realizzato dallo scultore siciliano per la cappella del Centro di Arti e Mestieri della Fondazione Cini, contestualmente a una Via Crucis, oggi presso i benedettini; e la bellissima tela parietale La ventata di Alberto Gianquinto, dono recente degli eredi dell’artista e segno della speciale attenzione riservata alla Fondazione Cini come scrigno di opere d’arte da custodire e valorizzare. Tra le opere in comodato degli eredi Cini, che si è deciso di inserire nel catalogo, va menzionata l’interessante opera astratta di Emilio Vedova Immagine del tempo, del periodo delle cosiddette ‘geometrie nere’.

La raccolta conta presenze importanti dell’arte del Novecento, soprattutto italiano: Guido Cadorin, Carlo Carrà, Pino Castagna, Beppe Ciardi, Gennaro Favai, Achille Funi, Virgilio Guidi, Alessandro Milesi, Armando Pizzinato, Giorgio Valenzin.