Cataloghi – Fondazione Giorgio Cini

VISI di Alessandro Mendini

Il catalogo è dedicato alla mostra VISI di Alessandro Mendini ospitata nella Biblioteca Manica Lunga della Fondazione Giorgio Cini. Tredici oggetti e sei disegni firmati da Alessandro Mendini sono il nucleo di un prezioso e inaspettato progetto espositivo, omaggio a uno dei più celebri designer italiani.

Realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini e con Codiceicona, questa esposizione è dedicata alla ricerca di Mendini attorno alla potenza del corpo come matrice del progetto. È intitolata semplicemente VISI, perché proprio il volto è il focus di questa raccolta di lavori realizzati tra il 1987 e il 2018, a sottolineare come sia stato a lungo una attenta fonte di ricerca progettuale.

Patrick Mimran. Out of focus

Nel progetto Out of focus, che ha dato vita sia a un risultato espositivo che editoriale, Patrick Mimran ha lavorato principalmente sulla mancanza di nitidezza, non solo dei contorni, ma dell’intera immagine. L’obiettivo primario del progetto è di fare emergere la realtà completa nel suo insieme attraverso uno sguardo che all’inizio può sembrare astratto, ma che diventa sempre più realistico man mano che lo si osserva e che contrasta con la nitidezza delle immagini a colori che, con il loro formato più piccolo, accompagnano e definiscono le grandi fotografie. Se lo strumento fotografico è stato progettato per rappresentare la realtà così com’è, Mimran pare utilizzarlo al contrario. Per l’artista il modo migliore per catturare un soggetto, vivente o inanimato, non è quello di rappresentarlo il più fedelmente possibile, ma di allontanarsene fino all’astrazione.

Helmut Newton. Legacy

Praticamente senza pari per portata e per oltre cinque decenni, la fotografia del visionario Helmut Newton (1920-2004) ha raggiunto milioni di persone grazie alla pubblicazione su riviste come Vogue ed Elle. La sua opera ha trasceso i generi, portando eleganza, stile e voyeurismo alla fotografia di moda, di ritratto e di glamour attraverso un corpus di opere che rimane tanto inimitabile quanto impareggiabile. Avendo imparato l’arte della fotografia di moda all’inizio della sua carriera, gli scatti di Newton vanno invariabilmente oltre le pratiche standard, confondendo i confini tra realtà e illusione. La chiara estetica di Newton pervade tutte le aree del suo lavoro, in particolare la moda, la ritrattistica e la fotografia di nudo. Le donne sono al centro della scena, con soggetti come Catherine Deneuve, Liz Taylor e Charlotte Rampling. Superando i tradizionali approcci narrativi, la fotografia di moda di Newton è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.

Helmut Newton. Legacy, che accompagna un tour internazionale di mostre sull’opera di Newton, compresa quella ora in corso a Le Stanze della Fotografia, presenta i punti salienti di una delle opere più pubblicate della fotografia, comprese numerose riscoperte. Prolifico creatore di immagini e autentico visionario, questo libro celebra l’influenza duratura di Newton sulla fotografia moderna e sull’arte visiva fino ai giorni nostri.

Martha Jungwirth “Herz der Finsternis”

Il catalogo della mostra personale di Martha Jungwirth, allestita a Palazzo Cini, curata da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e realizzata con il supporto di Thaddaeus Ropac Gallery, presenta nuove opere dell’artista austriaca. Nel corso di sei decenni di carriera, Jungwirth ha forgiato un approccio singolare all’astrazione che è radicato nel corpo e nelle osservazioni ravvicinate del mondo circostante. L’artista si ispira a “pretesti” per creare i suoi dipinti vivaci ed espressivi. Nel caso di Herz der Finsternis, Jungwirth prende in prestito il titolo della novella omonima di Joseph Conrad del 1899 come punto di partenza per il suo recente corpus di opere.

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

Il volume prende in esame il periodo storico in cui il vetro muranese trova progressivamente spazio all’interno della Biennale di Venezia (1912-1930), prima attraverso gli artisti che scelsero di impiegare questo materiale per le loro opere, poi con le vetrerie che, in alcuni casi, si avvalsero della creatività di pittori e scultori. Frutto di una approfondita ricerca bibliografica e documentaria nell’Archivio Storico della Biennale e in archivi pubblici e privati, il catalogo illustra con foto d’epoca, disegni e documenti, spesso inediti, lo straordinario repertorio di lavori artistici esposti nelle diverse edizioni, concentrandosi, in particolare, su oltre 130 opere di artisti e vetrerie protagonisti del passaggio di un’arte considerata tradizionalmente minore nell’Olimpo delle arti maggiori.

Ugo Mulas. L’operazione fotografica

Ugo Mulas. L’operazione fotografica
a cura di Denis Curti, Alberto Salvadori
Marsilio Editori, Venezia, 2023

 

Tra le figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) comprende presto, da autodidatta, che essere fotografo vuol dire fornire una testimonianza critica e consapevole della società.
Il volume offre una sintesi in grado di restituire una lettura complessiva che si apre alle diverse esperienze affrontate da questo straordinario fotografo, trasversale a tutti i generi precostituiti e capace di approfondire tematiche diverse. Dagli esordi nelle periferie alla Biennale d’Arte di Venezia,
al bar Jamaica di Brera a Milano. Le prime esperienze con il design, la moda e Mila Schön; il mondo del teatro con Giorgio Strehler e il Festival di Spoleto; l’amicizia con Marcel Duchamp e Lucio Fontana; l’immenso reportage dedicato agli artisti Frank Stella, Roy Lichtenstein, Jasper Johns,
Robert Rauschenberg, per citarne alcuni. Ritratti di Max Ernst, Giacometti, Mirò, Morandi, Pasolini, e molti altri. Il mondo della cultura e della letteratura, la sua vicinanza a Eugenio Montale e le sue immagini per Ossi di seppia. Ma anche il suo interesse per la moda e la pubblicità, i grandi viaggi nelle città italiane e in giro per mondo (gli Stati Uniti, la Russia, la Danimarca e, naturalmente, Venezia) fino alle sue “Verifiche”, una serie di tredici opere fotografiche attraverso le quali Mulas s’interroga sulla fotografia stessa. I diversi ambiti scorrono all’interno di una narrazione che si snoda attraverso 14 sezioni, che raccolgono oltre 300 immagini, arricchite dal testo di Luca Massimo Barbero e dai saggi dei curatori Denis Curti e Alberto Salvadori.

Vetro boemo: i grandi maestri

Vetro boemo: i grandi maestri
a cura di Caterina Tognon e Sylva Petrová
Skira editore, Milano 2023

 

Dall’omonima mostra, un volume fondamentale per comprendere l’evoluzione postbellica del vetro boemo, la sua transizione da arte applicata a materia privilegiata per la realizzazione di opere d’arte scultorea. Caso unico nel panorama mondiale, un’avanguardia di artisti di una stessa nazione hanno rivolto la loro ricerca allo studio delle potenzialità del vetro e sviluppato procedimenti tecnologici innovativi in grado di immaginare forme e concezioni artistiche moderne. In questo libro, Václav Cigler, Vladimír Kopecký, Stanislav Libenský e Jaroslava Brychtová, René Roubíček e Miluše Roubíčková, sei caposcuola nati in Boemia nelle prime decadi del secolo scorso, ci raccontano attraverso i loro lavori una pagina straordinaria e ancora poco conosciuta dell’arte contemporanea.

Eleonora e Venezia. Dieci anni della Stanza Duse

La Stanza di Eleonora Duse è uno spazio permanentemente dedicato alla memoria della grande attrice italiana di cui l’Istituto per il Teatro e il Melodramma conserva l’archivio documentale. Ispirata al modello delle case museo, la Stanza nasce nel 2011 con l’intento di far conoscere la straordinaria storia di Eleonora Duse e del suo teatro. Stanza della conservazione che diventa luogo vivo e visitabile, all’interno del quale, secondo un’idea di “archivio aperto”, promuovere esposizioni tematiche e iniziative culturali sempre nuove e diverse.

 

Oggi, a dieci anni di distanza, l’Istituto vuole festeggiare la storia di questo luogo promuovendo una temporanea sul rapporto tra Eleonora Duse e la città di Venezia e ricordando le attività che nel tempo sono state promosse nel contesto di questa Stanza. Nel catalogo, realizzato con il contributo della Regione del Veneto, trovano così posto sia un approfondimento sul legame dell’attrice con la laguna, sia il ricordo di tutte le principali iniziative curate dall’Istituto nel corso degli anni, tra le quali mostre, incontri, conferenze, letture e spettacoli. I molti eventi organizzati sono ripercorsi attraverso una ricca galleria di immagini, grafiche e fotografie.

Toni Zuccheri alla Venini

a cura di Marino Barovier e Carla Sonego

Skira Editore, Milano, 2021

Nato a San Vito al Tagliamento (Pordenone) ma veneziano d’adozione, Toni Zuccheri (1936-2008) si forma alla scuola del padre Luigi, pittore animalista, e si laurea in Architettura a Venezia nel 1968. Ancora studente, alla fine del 1961 giunge alla Venini – in sostituzione del padre – per la progettazione di un bestiario in vetro che Ludovico de Santillana voleva realizzare dando corso a un’idea di Paolo Venini.

Inizia così in modo quasi fortuito una collaborazione destinata a pro- trarsi nel tempo, seppur in maniera discontinua. Alla Venini Zuccheri si dedica con passione alla ricerca e alle sperimentazioni sulla materia vitrea, acquisendo nel tempo una notevole dimestichezza sia con le tecniche di lavorazione a caldo sia con quelle a freddo.

Il volume, edito da Skira, frutto di un’approfondita ricerca basata su materiale in parte inedito proveniente dall’archivio storico Venini e da quello personale dell’artista, illustra i risultati di questa collaborazione attraverso la successione delle opere, corredate da disegni e foto d’epoca.

Tapio Wirkkala alla Venini

Tapio Wirkkala alla Venini
a cura di Marino Barovier e Carla Sonego

Skira Editore, Milano, 2021

 

Tra i maggiori protagonisti del vetro finlandese, Tapio Wirkkala (1915- 1985) giunse a Murano nel 1965 chiamato a collaborare con la vetreria Venini dal suo giovane direttore, l’architetto Ludovico de Santillana. Par- ticolarmente interessato al vetro veneziano e alle sue tecniche di lavora- zione, che permettevano possibilità espressive del tutto diverse rispetto a quelle del cristallo nordico, Wirkkala affrontò l’esperienza muranese con entusiasmo, potendo contare anche sulla grande abilità delle maestranze, con cui riuscì a stabilire una straordinaria intesa.

Il volume, edito da Skira, frutto di un’approfondita ricerca basata su materiale in parte inedito proveniente dall’archivio storico Venini e da quello personale dell’artista, illustra i risultati di questa collaborazione attraverso la successione di circa duecento modelli, corredati dai relativi disegni.

Più volte a Murano tra la fine del 1965 e il 1970 e di nuovo all’inizio degli anni ottanta, Wirkkala, da un lato, prese via via confidenza con la tecnica della filigrana e, dall’altro, con la “scoperta” del colore, ricorse spesso alla tecnica dell’incalmo per l’esecuzione di manufatti policromi in vetro trasparente, destinati a un notevole successo commerciale.