Le Stanze del Vetro – Pagina 6 – Fondazione Giorgio Cini

FUSO!FUSO…

Quattro appuntamenti dedicati ai giovani che offrono l’occasione di visita guidata alla mostra Napoleone Martinuzzi. Venini 1925–1931 con guide d’eccezione: i maestri del vetro.

Il maestro Bepi Tosi Fei e il maestro Giancarlo Signoretto si alterneranno nei venerdì di novembre di fronte alle opere in vetro di Napoleone Martinuzzi nel confronto con i giovani per guardare oltre l’oggetto esposto e scorgervi la tradizione millenaria che sostiene l’arte del vetro a Venezia grazie all’esperienza di chi ne ha ereditato i segreti.

Nel periodo in cui Martinuzzi collaborò con Paolo Venini realizzò splendidi oggetti, ispirati alla classicità della forma ma innovativi per le tecniche vetrarie e l’utilizzo delle paste vitree. La mostra Napoleone Martinuzzi. Venini 1925–1931 ripercorre cronologicamente tutta la sua produzione: dagli eleganti soffiati trasparenti, alle opere dalla inedita tessitura opaca, dalle sperimentazioni con il vetro pulegoso e a fitte bollicine a quelle con il vetro opaco dalle intense e compatte colorazioni. Sapere e saper fare si fondono in questi appuntamenti quali chiavi di lettura delle opere in mostra in una prospettiva di conoscenza che guarda al futuro.

La partecipazione è gratuita previa prenotazione entro il martedì precedente contattando il numero verde 800 662477 o inviando una email all’indirizzo artsystem@artsystem.it. I posti sono limitati.

L’attività è ideata e condotta dagli operatori didattici di Artsystem.

Si ringraziano i maestri Bepi Toso Fei e Giancarlo Signoretto per la disponibilità e la Scuola del Vetro Abate Zanetti per la gentile collaborazione all’iniziativa.

Calendario:

Venerdì 8 e 22 novembre 2013, alle ore 17.30
Giovani e… il maestro Giancarlo Signoretto

Venerdì 15 e 29 novembre 2013, alle ore 17.30
Giovani e… il maestro Bepi Toso Fei

Napoleone Martinuzzi. Venini 1925-1931

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Le Stanze del Vetro

PROROGATA FINO AL 6 GENNAIO 2014

In seguito al gradimento da parte del pubblico nazionale ed estero, Le Stanze del Vetro annunciano la proroga fino al 6 gennaio 2014 della mostra Napoleone Martinuzzi. Venini, 1925  1931, curata da Marino Barovier. Inaugurata lo scorso 7 settembre 2013 nel nuovo spazio espositivo Le Stanze del Vetro, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, l’esposizione, la seconda del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini, ha finora sfiorato i 30.000 visitatori.


La mostra è la seconda del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini e organizzato da Le Stanze del Vetro, progetto culturale pluriennale avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del Novecento.Il progetto de Le Stanze del Vetro prevede infatti, tra le sue molte attività culturali, la realizzazione di dieci mostre, una all’anno, che hanno come protagonista la Venini, la cui produzione si è distinta nel panorama del vetro artistico del XX secolo. Le mostre, a carattere monografico, illustrano di volta in volta l’opera di artisti che hanno negli anni collaborato con la nota vetreria muranese. Ogni mostra è accompagnata da un volume che, a conclusione del ciclo espositivo, costituirà il Catalogo Ragionato di Venini.

Lo spazio espositivo de Le Stanze del Vetro è stato progettato lo scorso anno dallo studio newyorchese di Annabelle Selldorf Architects, specializzato nella progettazione di spazi e ambienti museali, che ha deciso di collaborare con alcune tra le più interessanti maestranze veneziane, in particolare Augusto Capovilla e Gino Zanon, aziende di tradizione familiare che rappresentano l’eccellenza nel territorio nei diversi ambiti lavorativi.Come per la mostra Carlo Scarpa. Venini 1932-1947 inaugurata a San Giorgio lo scorso agosto 2012 e dal prossimo novembre ospitata al Metropolitan Museum of Contemporary Art di New York (5 novembre 2013 – 2 marzo 2014), l’esposizione dedicata a Napoleone Martinuzzi è resa possibile grazie all’accurata ricerca documentaria, intrapresa da Marino Barovier, coadiuvato da un gruppo di studiosi, sulla storia della vetreria muranese e dei grandi progettisti che l’hanno resa celebre nel mondo. Lo studio e la verifica incrociata delle diverse fonti documentarie (foto, cataloghi, disegni di fornace) e il confronto di queste con gli oggetti reali, messi a disposizione da musei, istituzioni pubbliche e private, collezionisti italiani e stranieri, hanno consentito di realizzare una rassegna completa dei vetri progettati da Napoleone Martinuzzi tra il 1925 e il 1931, periodo in cui fu direttore artistico della Venini.
Nel periodo in cui Martinuzzi collaborò con Paolo Venini realizzò splendidi oggetti, ispirati alla classicità della forma ma innovativi per le tecniche vetrarie e l’utilizzo delle paste vitree. La mostra Napoleone Martinuzzi. Venini 1925–1931 ripercorre cronologicamente tutta la sua produzione: dagli eleganti soffiati trasparenti, alle opere dalla inedita tessitura opaca, dalle sperimentazioni con il vetro pulegoso e a fitte bollicine a quelle con il vetro opaco dalle intense e compatte colorazioni.

Le opere in mostra sono circa 200, rappresentative di quanto di più significativo la vetreria realizzò grazie all’inventiva dello scultore muranese.
Molte di queste opere furono presentate alle Biennali di Venezia dal 1926 al 1930, e alle grandi manifestazioni di arti decorative, in particolare la Biennale e la Triennale di Monza. Il 1930 fu un anno importante nella storia della Venini: grazie all’ingegno di Martinuzzi, la produzione si distinse per la particolare ricchezza di opere proposte in occasione di queste grandi esposizioni. Furono presentati i classici vetri trasparenti, insieme a una collezione di vetri pulegosi dal sapore arcaico; i singolari acquari insieme ai coloratissimi vasi velati; le piante grasse insieme a un variopinto bestiario.
L’esposizione dedica inoltre attenzione al legame che Martinuzzi ebbe con il poeta Gabriele D’Annunzio, il quale commissionò all’artista muranese non solo lavori scultorei ma anche diverse opere vetrarie. Per restituire questo particolare legame e il progetto artistico condiviso da queste due personalità, in mostra è stata riproposta una sala del Vittoriale, allestita dallo scenografo Pierluigi Pizzi, con alcuni degli esemplari più importanti che Martinuzzi disegnò per il poeta. Ne sono un esempio la zucca luminosa in vetro incamiciato, che Martinuzzi realizzò su specifica richiesta di D’Annunzio per la sua residenza, il vaso con grandi anse costolate e il canestro con frutta, la coppa in vetro trasparente azzurro e l’elefante in pasta vitrea rossa. Ognuno di questi oggetti è un pezzo unico.

Il catalogo, a cura di Marino Barovier, è edito da Skira.Anche per questa esposizione, continuano le attività didattiche gratuite per studenti di scuole elementari, medie e superiori, insieme al servizio di accompagnamento guidato gratuito per i visitatori de Le Stanze del Vetro. Nello specifico, le attività didattiche prenderanno la forma di laboratori e workshop, durante i quali ragazzi e bambini si confronteranno direttamente con la storia e l’importanza dell’arte vetraria per Venezia, producendo artefatti e partecipando ad attività laboratoriali e momenti di confronto.
Per entrambi i servizi è obbligatoria la prenotazione telefonando al numero verde 800 662 477 (dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 17.00) o inviando una mail a: artsystem@artsystem.it. Sul sito internet www.artsystem.it saranno disponibili informazioni dettagliate sulle attività laboratoriali per studenti suddivisi per fasce di età.

 

Napoleone Martinuzzi dalla scultura al vetro

Nell’immagine: Cinque frutti vitrei opachi e uno trasparente, Venini e C., disegno di Napoleone Martinuzzi


Per approfondire i diversi aspetti legati alla personalità del celebre artista Napoleone Martinuzzi (1892-1977), il Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini promuove e organizza un convegno internazionale previsto per il prossimo 5 giugno.

L’incontro si configura quale ideale complemento alla mostra monografica curata da Marino Barovier, che verrà inaugurata a fine estate di quest’anno, dedicata alle creazioni di Napoleone Martinuzzi per la vetreria Venini, quando egli ricoprì la carica di direttore artistico fra il 1925 ed il 1932. Tuttavia, oltre all’attività presso Venini e all’importante incarico che ne consacrò la fama, Martinuzzi fu, per formazione, sostanzialmente scultore e, soprattutto, fu connesso ai principali fatti artistici dell’epoca. Si vorranno, infatti, mettere in luce attraverso il convegno l’amicizia con Gabriele D’Annunzio, il periodo formativo tra Venezia e Roma, la particolare vicenda legata ai monumenti ai caduti, la sua partecipazione alle Biennali, il suo ruolo in qualità di direttore al Museo del Vetro di Murano (1922-1931). Ma non solo.
Verrà analizzata la grande avventura con l’architetto Angiolo Mazzoni che lo sceglierà per molte imprese decorative in tutta Italia, da Palermo a Gorizia, e non si mancherà di far emergere aspetti inediti della sua produzione legata al vetro, come la grande fortuna della piante grasse, sua ‘gustosa’ creazione. Diverse prospettive per conoscere non solo il profilo storico-artistico ma anche la sfuggente personalità di un uomo sempre presente nelle fasi cruciali dell’Italia artistica dell’epoca.


Programma

 ore 9.30 – 10.00

Veronique Ayroles, Des “salissures” aux “malfin”, la vie du verre à chaud en France d’Émile Gallé à Jean Sala avant les “bouillonés” de Venini

ore 10.00 – 10.30

Maria Sole Cardulli, Napoleone Martinuzzi scultore nelle collezioni della GNAM

ore 10.30 – 11.00

Massimo De Sabbata, Martinuzzi e le Biennali

Pausa caffè

ore 11.15 – 11.45

Silvia Silvestri, L’opera di Napoleone Martinuzzi nelle riviste d’arte fra le due guerre

ore 11.45 – 12.15

Milva Giacomelli, L’opera di Martinuzzi nelle architetture di Mazzoni

ore 12.15 – 12.45

Massimo De Grassi, Tra quattrocentismo e modernità: fonti per la scultura di Napoleone Martinuzzi

Lunch

ore 14.00 – 14.30

Rosa Barovier Mentasti, Fonti visive per i vetri di Martinuzzi

ore 14.30 – 15.00

Valerio Terraroli, Napoleone Martinuzzi e Gabriele d’Annunzio

ore 15.00 – 15.30

Chiara Squarcina, Martinuzzi direttore del Museo del Vetro

ore 15.30 – 16.00

Matteo Gardonio, Martinuzzi a Palazzo Berlendis

ore 16.00 – 16.30

Alessandra Tiddia, Vetri ducali: le residenze ducali di Bolzano e Trieste e le opere in vetro di Napoleone Martinuzzi

ore 16.30 – 17.00

Lucia Mannini, Vetri succulenti: le piante grasse di Martinu

 

Fragile?

Nell’immagine: David Batchelor, Concreto (vetro 01), 2012 vetri colorati, cemento, 183 x 214 x 66 mm courtesy l’artista e Galeria Leme, Sao Paulo

Dopo il successo della mostra Carlo Scarpa. Venini 1932–1947 a cura di Marino Barovier, prorogata fino al 6 gennaio 2013, che ha totalizzato oltre 46.000 visitatori, il progetto Le Stanze del Vetro prosegue nel 2013 con due nuovi importanti appuntamenti espositivi: il primo sarà Fragile? a cura di Mario Codognato, mentre a fine estate è in programma una mostra monografica a cura di Marino Barovier dedicata alle creazioni del celebre artista Napoleone Martinuzzi per la vetreria Venini tra il 1925 e il 1932.

L’8 aprile 2013 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia Fragile? a cura di Mario Codognato.

La mostra presenta 28 opere di artisti internazionali, tra i più interessanti del nostro tempo che hanno utilizzato anche il vetro come medium della loro poetica – da Marcel Duchamp e Joseph Beuys, fino ad Ai Weiwei, Damien Hirst, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis solo per citarne alcuni – e rientra nel progetto Le Stanze del Vetro, iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, nata con l’obiettivo di valorizzare l’arte vetraria del Novecento e mostrare le innumerevoli potenzialità e declinazioni di questa materia. L’esposizione resterà aperta fino al 28 luglio 2013.

Nel particolare contesto della produzione vetraria veneziana e della tradizione artigianale che la caratterizza, la mostra Fragile? prende in considerazione un altro aspetto, altrettanto rilevante, dell’utilizzo del vetro nelle arti visive del secolo scorso e di quello appena iniziato: l’impiego del vetro come oggetto trovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche. Anziché la precisione o l’originalità del disegno del manufatto, entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza (Fragile?), dell’imprecisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall’esperienza della realtà quotidiana e del linguaggio artistico contemporaneo.

Nel ventesimo secolo con le sperimentazioni delle avanguardie storiche, le arti visive cessano di essere solamente una mimesi della realtà attraverso la pittura e la scultura – afferma il curatore Mario Codognato – tramite l’utilizzo diretto di oggetti e materiali estrapolati direttamente dalla realtà e dalla produzione industriale, costruiscono e concettualizzano una nuova dimensione metaforica e al contempo tautologicamente concreta. Il vetro, grazie anche al suo impiego sempre più preponderante in architettura, con il suo duplice ruolo di elemento trasparente e di barriera, viene a costituire un nuovo strumento linguistico nella costruzione di immagini“.

La mostra Fragile? mette insieme le opere di alcuni tra i più interessanti artisti del nostro tempo, che hanno utilizzato il vetro con intenti e risultati tra i più diversi e contrastanti: dal provocatorio gesto di Marcel Duchamp di rinchiudere in un’ampolla trasparente l’aria di Parigi alla tragica liricità dei frammenti di vetro dell’opera di Joseph Beuys dedicata alla ferocia del terremoto, dalla trasformazione degli oggetti industriali in individualità poetiche nei lavori storici di Luciano Fabro all’ironica deflagrazione dei vetri delle automobili nel video di Pipilotti Rist.

Nel loro insieme, le opere e gli artisti presenti in Fragile? traducono le infinite potenzialità del vetro in una dialettica inedita che coinvolge inevitabilmente la nostra esperienza quotidiana, elemento costitutivo del linguaggio artistico contemporaneo.

Tra gli altri, Fragile? mette in mostra i lavori di: Michael Craig-Martin, Ceal Floyer, Carsten Nicolai, Lawrence Weiner, Monica Bonvicini, David Batchelor, Keith Sonnier, Giuseppe Penone, Rachel Whiteread, Damien Hirst, Ai Weiwei,  Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Mona Hatoum, David Hammons, Gilbert & George, Claire Fontaine, Matias Feldbakken, Walead Beshty, Cyril de Commarque, Barry le Va, Joseph Kosuth, Pipilotti Rist, Mario Merz, Gerhard Richter, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Joseph Beuys.

Il catalogo della mostra è edito da Skira.

Il coordinamento organizzativo dell’esposizione, delle visite guidate e della didattica è a cura di ArtSystem, sponsor tecnico della mostra.

LE STANZE DEL VETRO

Isola di San Giorgio Maggiore, 1
30124, Venezia
tel. +39 041 5230869
info@lestanzedelvetro.it
www.lestanzedelvetro.it – www.cini.it

 

Carlo Scarpa. Venini 1932-1947

29 agosto – 29 novembre 2012
PROROGATA fino al 6 gennaio 2013
orario: 10 – 19 chiuso il mercoledì

Osserverà un orario ridotto nelle giornate del 25/12/2012 e del 01/01/2013 (dalle 14 alle ore  19).

per informazioni: +39 041 5229138

visite guidate a cura di: artsystem@artsystem.it
numero verde 800 662 477chiuso il mercoledì
Venezia, LE STANZE DEL VETRO
Ingresso libero
www.lestanzedelvetro.it

 


 

L’esposizione a cura di Marino Barovier ricostruisce attraverso più di 300 opere il percorso creativo di Carlo Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al 1947). Aperta fino al 29 novembre 2012 dalle 10 alle 19 (ingresso libero, chiuso il mercoledì), la mostra costituisce la prima iniziativa pubblica de LE STANZE DEL VETRO,progetto culturale pluriennale avviato dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del Novecento.
La mostra
La mostra CARLO SCARPA. VENINI 1932–1947 si articola attorno ad una selezione di più di 300 opere progettate dall’architetto veneziano Carlo Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al 1947), alcune delle quali esposte per la prima volta e provenienti da collezioni private e musei di tutto il mondo.
Le opere sono suddivise in una trentina di tipologie che si differenziano per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo (dai vetri sommersi alle murrine romane, dai corrosi ai vetri a pennellate). Il materiale esposto comprende anche prototipi e pezzi unici, disegni e bozzetti originali, insieme a foto storiche e documenti d’archivio.
La mostra offre un’occasione di riflessione sul significato e l’importanza dell’esperienza del design nell’opera di Carlo Scarpa, che al periodo muranese deve la sua vocazione sperimentale e artigiana, e propone un interessante confronto tra l’attività di Scarpa-designer e quella di Scarpa-architetto.
All’interno del percorso espositivo è stata inoltre allestita una sala proiezioni per la visione di due filmdocumentari sul rapporto tra la vetreria Venini e Carlo Scarpa. I film sono stati prodotti da Pentagram Stiftung e realizzati dal regista Gian Luigi Calderone, già autore di Casa Venini, un racconto sulla storia della famiglia Venini-Santillana. Il primo, un documentario della durata di 15 minuti dal titolo A Carlo Scarpa e ai suoi infiniti possibili (1984), svela le immagini dei vetri di Carlo Scarpa sulle note della composizione omonima che Luigi Nono scrisse nel 1984 in memoria dell’amico, mentre il musicologo Stefano Bassanese, oltre a illustrare la struttura della composizione, spiega gli aspetti comuni della ricerca dei due autori. Un secondo documentario, Carlo Scarpa fuori dal paradiso (2012), racconta invece Scarpa e i suoi vetri attraverso la testimonianza di chi l’ha conosciuto, come gli ex allievi e soprattutto il figlio Tobia. Questo lavoro, della durata di un’ora, viene proiettato due volte al giorno ed è in vendita nel bookshop della mostra. Per tutte le mostre future organizzate nell’ambito del progetto de Le Stanze del Vetro, il regista Gian Luigi Calderone realizzerà di volta in volta un film documentario per arricchire e completare l’esposizione e i suoi contenuti.



Visite guidate e didattica a cura di
artsystem@artsystem.it

 

 

Il nuovo spazio espositivo LE STANZE DEL VETRO
L’inaugurazione della mostra CARLO SCARPA. VENINI 1932–1947  coincide con l’apertura di un nuovo spazio espositivo permanente, che ospiterà negli anni una serie di mostre monografiche e collettive dedicate ad artisti internazionali, contemporanei e non, che hanno utilizzato il vetro, nell’arco della loro carriera, come strumento originale di espressione e mezzo di ricerca di una propria personale poetica. L’obiettivo è di mostrare le innumerevoli potenzialità di questa materia, e di riportare il vetro al centro del dibattito e della scena artistica internazionale.
L’edificio destinato alle esposizioni de LE STANZE DEL VETRO è situato nell’ala ovest dell’ex Convitto dell’Isola di San Giorgio Maggiore e dispone di 650 mq di superficie espositiva.
Oltre alle mostre, lo spazio ospiterà convegni, laboratori didattici e altri eventi dedicati al vetro. I lavori di riqualificazione dell’edificio, fino a oggi in disuso, sono stati affidati allo studio newyorchese di Annabelle Selldorf, specializzato nella progettazione di spazi e ambienti museali. Selldorf Architects si è avvalso della collaborazione degli architetti Fabrizio Cattaruzza e Francesco Millosevich, responsabili nel 2008 del recupero degli spazi
espositivi dell’ex Convitto della Fondazione Cini. L’intervento prevede la configurazione di un percorso guidato attraverso una serie interconnessa di gallerie, dotate di vetrine, piedistalli e altri display museali, per creare continuità e coerenza visiva all’interno dello spazio e tra i diversi livelli espositivi.

Gli artisti di Venini

Non è la prima volta che la Fondazione Giorgio Cini dedica una mostra a personalità o movimenti artistici del Novecento.
Quest’anno, in occasione del settantacinquesimo dalla fondazione della
vetreria Venini, che fin dal suo nascere è stata una protagonista
nell’opera di rinnovamento e riqualificazione dell’arte del vetro
veneziano, la nostra mostra di primavera è dedicata alle creazioni di
quegli artisti che hanno dato a questo marchio il segno della loro
genialità e un impegno non occasionale o casuale del loro modo di
esprimersi.
Talvolta, ancora oggi, la produzione del vetro d’arte, implicando
l’indispensabile collaborazione di operatori specializzati, maestranze
di altissima qualificazione che una tradizione di secoli ha addestrato
a lavorazioni quasi al limite del possibile, viene scambiata per una
forma di, sia pur nobile e superiore, artigianato.
In realtà nei fatti creativi una distinzione fra arti cosiddette “maggiori” e arti “minori” o “decorative” non ha senso.
Ogni espressione artistica impiega strumenti e materie suoi propri e
sceglie propri terreni di esperienza, ma nella misura in cui realizza
compiutamente e consapevolmente una fusione tra mezzi e ispirazione,
tra condizionamenti e libertà, tra ragione ed emozione, essa è sempre e
comunque un’arte maggiore.
Del resto, il Novecento ha dato tali memorabili testimonianze dei
risultati che un ampliamento di territorio nel concetto di espressione
artistica, dal design alla produzione industriale, dall’oggetto assunto
nella sua assolutezza e unicità alle forme dell’utile, ha prodotto
nell’esperienza estetica, da rendere inutilizzabile o da radicalmente
alterare una scala dei valori insufficiente a una reale comprensione
del fare artistico.
Ciò è stato ed è vero in particolare per il vetro veneziano, creazione
quasi millenaria di questo luogo in cui la qualità della sua materia
sembra connaturata con la sostanza e l’essenza stessa della città e del
suo manifestarsi, elemento che con l’acqua, l’aria, e la pietra ne
esprime il carattere, la luce, le trasparenze, il tramutarsi dei colori
il perenne rimodularsi della forma.
Nel ricostruire criticamente la vicenda storica del marchio Venini,
noto in tutto il mondo e presente nelle più esclusive e illustri
collezioni per l’eccellenza delle sue produzioni, la Fondazione Cini ha
inteso in primo luogo mettere in rilievo la grande coerenza dell’azione
coraggiosamente intrapresa da Paolo Venini e proseguita da Ludovico
Diaz de Santillana, ma nello stesso tempo dare evidenza alle
personalità degli artisti, non pochi dei quali figurano fra i nomi
eminenti delle arti del Novecento, che con questo marchio si sono
applicati a dare nuova vitalità, originalità e bellezza a una
tradizione che ha accompagnato l’umanità lungo tutta la sua storia e
che in particolare Venezia deve onorare e studiare.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
24 aprile – 7 luglio 1996

Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it