Le Stanze del Vetro – Pagina 4 – Fondazione Giorgio Cini

Vittorio Zecchin 1878-1947. Pittura e arti decorative a Venezia

Prosegue il ciclo di convegni internazionali curato dal Centro Studi del Vetro dedicato a designer che hanno collaborato con la vetreria Venini.

Il sesto convegno internazionale avrà come protagonista per la giornata di studi, correlata alla successiva mostra autunnale del 2017, l’artista muranese Vittorio Zecchin (1878-1947).

Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Zecchin si distingue ben presto per l’insofferenza nei confronti della cultura verista tardo ottocentesca, e viceversa per l’adesione ad alcuni degli impulsi provenienti dalle Biennali lagunari, che gli permettono di approfondire le ricerche simboliste e le proposte delle avanguardie mitteleuropee. Partecipe della grande stagione che vede nelle mostre di Ca’ Pesaro il suo centro propulsore (periodo in cui realizza e presenta arazzi, ricami e vetri smaltati), Zecchin entra in contatto e collabora con diverse figure operanti nel contesto lagunare, tra cui il pittore Teodoro Wolf Ferrari e gli Artisti Barovier. Nel ruolo rilevante di direttore artistico della Cappellin Venini (1921-1925) e poi della M.V.M. Cappellin & C. (fino al 1926) progetta vetri dall’impatto innovativo e dall’originale raffinatezza, senza rinunciare mai alla ricerca sulla stilizzazione della forma.

Gli interventi del convegno di studi si focalizzeranno, nel novero degli argomenti in programma, sull’esperienza e la capacità inventiva di Zecchin sviluppando i temi e gli ambiti dell’attività di questo artista. Partendo dal contesto veneziano, verranno indagate: il suo rapporto personale con le arti decorative – aprendo un confronto anche col panorama nazionale e internazionale –, la stretta relazione tra la pittura, il vetro e il mondo delle arti applicate in generale, nonché la sua presenza alle importanti esposizioni dell’epoca, come le Biennali di Monza tra il 1923 e il 1927.

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO

Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900 – 1937

Dopo “Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger”, “Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937”, è la seconda esposizione dedicata agli sviluppi internazionali del vetro nel XX secolo, progetto culturale pluriennale promosso da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria nel XX e XXI secolo.

Pubblicato in collaborazione con il MAK Vienna e LE STANZE DEL VETRO in occasione dell’esposizione veneziana, il volume presenta oltre 300 opere provenienti dalla collezione del MAK Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art di Vienna e da collezioni private e mette a fuoco per la prima volta, la storia della lavorazione del vetro in Austria tra il 1900 e il 1937: un periodo compreso tra gli ultimi decenni dell’Impero Austro-Ungarico e la Prima Repubblica.
A cavallo del 1900, un gruppo di giovani architetti e designer, allievi delle accademie e delle scuole di architettura, svilupparono infatti uno speciale interesse per la lavorazione del vetro. Protagonisti del Modernismo Viennese, come Josef Hoffmann (1870-1956), Koloman Moser (1868-1918), Joseph Maria Olbrich (1867-1908), Leopold Bauer  (1872-1938), Otto Prutscher (1880-1949), Oskar Strnad (1879-1935), Oswald Haerdtl (1899-1959) e Adolf Loos (1870-1933), oggi famosi in tutto il mondo, aprirono la strada ai primi pioneristici sviluppi nella produzione vetraria, lavorando vicino alle fornaci con l’obiettivo di comprenderne a fondo il materiale. La collaborazione tra architetti e designer e l’integrazione di queste innovazioni nella produzione, crearono lo stile del Vetro Viennese, che venne presentato all’interno di nuovi progetti come la “Wiener Werkstätte” o il “Werkbund”.
Curato da Rainald Franz, Curatore, MAK Glass and Ceramics Collection, Vienna, il volume riunisce i testi di Rainald Franz, Pasquale Gagliardi, Valerio Terraroli, Christoph Thun-Hohenstein, Andreas Vass.

Paolo Venini e la sua fornace

Protagonista del vetro muranese del Novecento, Paolo Venini (1895–1959) con la sua appassionata attività, svolta nell’arco di quasi un quarantennio, ha contribuito in modo determinante alla vitalità dell’arte del fuoco, conseguendo risultati straordinari riconosciuti anche in ambito internazionale.

Milanese, già socio della Cappellin Venini, nel 1925 fondò la vetreria V.S.M. Venini & C. avendo soci come Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin, dai quali si separò nel 1932. Divenuto presidente della società, egli operò instancabilmente come grande regista e direttore della Venini fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1959. Nella definizione del catalogo della vetreria, egli intervenne anche come ideatore di nuove serie di vetri a metà degli anni trenta, ma in particolare nel corso degli anni cinquanta.
Il volume, frutto di un’approfondita ricerca basata in prevalenza su materiale inedito proveniente dall’archivio storico Venini, illustra soprattutto quest’aspetto della sua attività attraverso la successione di circa trecento modelli. Per la maggior parte di essi Paolo Venini ricorse alle tecniche tradizionali muranesi di cui diede una raffinata e innovativa interpretazione grazie alla quale nacquero le serie Zanfirico reticello, Mosaico zanfirico, Mosaico multicolore ecc. e i coloratissimi vetri a murrine. Significativa fu inoltre l’influenza del design nordico che venne rivisitato in chiave muranese. Il volume documenta inoltre l’intervento degli autori che collaborarono con lui in maniera episodica tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, chiamati dallo stesso Venini o giunti in maniera autonoma perché interessati al vetro e/o alla qualità del lavoro della fornace. Duecentocinquanta vetri narrano la collaborazione della ceramista svedese Tyra Lundgren, di Gio Ponti, di Piero Fornasetti, dei pittori Eugène Berman e Riccardo Licata, ma anche degli americani Ken Scott e Charles Lin Tissot. Ad essi si aggiunsero gli architetti Massimo Vignelli e Tobia Scarpa e la designer norvegese Grete Korsmo.

Paolo Venini e la sua fornace

 

La mostra Paolo Venini e la sua fornace, a cura di Marino Barovier per Le Stanze del Vetro, è dedicata a Paolo Venini (1895–1959), grande protagonista del vetro del Novecento, che con la sua appassionata attività ha contribuito in modo determinante alla vitalità di quest’arte. Milanese, già socio della Cappellin Venini, nel 1925 fondò la vetreria V.S.M. Venini & C. con l’apporto di Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin, dal quale si separò nel 1932. Divenuto presidente della società, operò instancabilmente come grande regista e direttore della ditta fino alla sua scomparsa, nel 1959. Imprenditore colto e interessato sia ai fermenti artistici coevi sia alle esigenze del mercato internazionale, Paolo Venini intervenne anche come ideatore di nuove serie di vetri, avvalendosi del proprio ufficio tecnico e contribuendo all’articolato catalogo della vetreria, nel contempo arricchito dall’intervento di più autori. Grazie a un attento lavoro di ricerca, la mostra e il relativo catalogo documentano la produzione nata da sue specifiche scelte, che hanno portato, ad esempio, a serie come i vetri Diamante in cristallo, nella seconda metà degli anni Trenta. E soprattutto negli anni Cinquanta che egli si dedicò con assiduità alla creazione dei suoi vetri, ottenendo un grande successo, sia alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia che in varie manifestazioni internazionali, in Europa e negli Stati Uniti, a sostegno e per la diffusione del design e dell’artigianato italiano. Diversi vetri nacquero anche, tra il 1950 e il 1954, da una raffinata rilettura in chiave innovativa di alcune tecniche tradizionali muranesi, come quella dello zanfirico. Pur mettendo al centro dell’esposizione la straordinaria personalità e il ruolo di Paolo Venini, la mostra vuole illustrare anche la produzione dovuta agli autori che collaborarono con lui in maniera episodica tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, come Tyra Lundgren, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Eugene Berman, Ken Scott, Charles Lin Tissot, Riccardo Licata,Massimo Vignelli, Tobia Scarpa e Grete Prytz.

 

Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger

Oltre 300 opere provenienti dalla Collezione Bischofberger celebrano il fascino e lo splendore del vetro artistico e documentano l’eccellenza del design nlandese e internazionale attraverso i capolavori dei principali protagonisti del design nlandese del Novecento: Aino e Alvar Aalto, Arttu Brummer, Kaj Franck, Göran Hongell, Gunnel Nyman, Timo Sarpaneva, Oiva Toikka e Tapio Wirkkala.

Oggetti rarissimi, spesso in edizione unica, che Christina e Bruno Bischofberger hanno raccolto, con passione e perspicacia, negli ultimi quarant’anni. L’unicità di questi oggetti testimonia l’intenzione originale di ogni singolo artista o designer e fa di questa collezione di vetri nlandesi una tra le più importanti al mondo. Pubblicato in occasione della mostra veneziana e curato da Kaisa Koivisto, curatrice al – e Finnish Glass Museum di Riihimäki (Finlandia) e Pekka Korvenmaa, professore alla Aalto University School of Arts, Design and Architecture di Helsinki, il volume presenta i risultati migliori di una produzione vetraria centenaria: forme e modelli che hanno saputo riscrivere le pagine non solo della storia del design scandinavo, ma anche di quello internazionale. Con una ricca documentazione dei diversi periodi storici, le opere selezionate conducono il lettore attraverso un elegante percorso che passa dai cristalli alle sfumature di colore dei primi anni Trenta, no alle più sgargianti e a volte “psichedeliche” produzioni degli anni Settanta in un omaggio a un design senza tempo e di altissima qualità.

 

Tomaso Buzzi alla Venini

Vivace protagonista del “neoclassicismo” milanese, amico e collaboratore di Gio Ponti, e socio de Il Labirinto – insieme, tra gli altri, allo stesso Ponti e a Paolo Venini – Tomaso Buzzi tra il 1932 e il 1933 instaura una fruttuosa collaborazione con la vetreria muranese, alla quale si rivolge episodicamente anche negli anni successivi. Il volume ricostruisce l’intera opera vetraria dell’architetto, che risultava fino ad oggi piuttosto lacunosa e di cui erano noti solo alcuni esemplari. Grazie ad un’accurata ricerca documentaria, si e messo in luce il contesto nel quale egli si e trovato ad operare ed e stato evidenziato il suo originale apporto creativo tanto nelle forme dei modelli quanto nella loro significativa tecnica di realizzazione. Egli infatti propose oggetti spesso ispirati all’arte antica e ideo un tipo di vetro opaco a piu strati di colore, rifinito da foglia d’oro, che a seconda della tonalità diede vita ai vetri laguna, alba, alga e tramonto. Il catalogo presenta una rassegna di oltre trecento modelli che spazia dai vasi agli apparecchi per l’illuminazione prodotti dalla vetreria, ma comprende anche i progetti di Buzzi eseguiti per specifiche committenze e le proposte non realizzate. Il lavoro dell’architetto e documentato da un ricco apparato di foto storiche, ma soprattutto di disegni inediti provenienti dall’archivio storico Venini, e da quelli, altrettanto inediti, conservati presso l’archivio Buzzi alla Scarzuola (Montegabbione), che raccontano una grande passione.

 

Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937

Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937

Dopo Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger, la mostra Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937, a cura di Rainald Franz, è la seconda esposizione dedicata agli sviluppi internazionali del vetro nel XX secolo, progetto culturale pluriennale promosso da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria nel XX e XXI secolo.

Con oltre 300 opere provenienti dalla collezione del MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art di Vienna e da collezioni private, la mostra, organizzata negli spazi de LE STANZE DEL VETRO sull’Isola di San Giorgio Maggiore, metterà a fuoco per la prima volta, la storia della lavorazione del vetro in Austria tra il 1900 e il 1937: un periodo compreso tra gli ultimi decenni dell’Impero Austro-Ungarico e la Prima Repubblica.

A cavallo del 1900, un gruppo di giovani architetti e designer, allievi delle accademie e delle scuole di architettura, svilupparono infatti uno speciale interesse per la lavorazione del vetro. Protagonisti del Modernismo Viennese, come Josef Hoffmann (1870-1956), Koloman Moser (1868-1918), Joseph Maria Olbrich (1867-1908), Leopold Bauer  (1872-1938), Otto Prutscher (1880-1949), Oskar Strnad (1879-1935), Oswald Haerdtl (1899-1959) e Adolf Loos (1870-1933), oggi famosi in tutto il mondo, aprirono la strada ai primi pioneristici sviluppi nella produzione vetraria, lavorando vicino alle fornaci con l’obiettivo di comprenderne a fondo il materiale.

La collaborazione tra architetti e designer e l’integrazione di queste innovazioni nella produzione, crearono lo stile del Vetro Viennese, che venne presentato all’interno di nuovi progetti come la “Wiener Werkstätte” o il “Werkbund”.

In mostra, l’accostamento di oggetti di vetro e dei loro progetti con fotografie che ne documentano la produzione, il design e le mostre che vennero fatte, farà rivivere le impressioni sbalorditive che questi oggetti, così radicalmente moderni, crearono nel pubblico.

Fulvio Bianconi alla Venini

Grafico, illustratore e designer, Fulvio Bianconi (Padova, 1915 – Milano, 1996) dal primo dopoguerra frequenta la vetreria di Paolo Venini con cui instaura una significativa collaborazione che, protrattasi per buona parte degli anni cinquanta, porta alla nascita di straordinarie serie di coloratissimi vetri muranesi che riassumono in sé l’entusiasmo del decennio segnando il gusto di un’epoca. Negli anni sessanta e ottanta-novanta, seppur episodicamente, l’artista rinnoverà il suo rapporto con la fornace disegnando altre piccole serie. Il volume, frutto di un’approfondita ricerca basata prevalentemente su materiale inedito proveniente dall’Archivio Storico Venini, ripercorre questa entusiasmante esperienza vissuta da Bianconi illustrando l’intera produzione ideata per la celebre vetreria. Si tratta di circa cinquecento modelli che comprendono vasi e coppe dalle forme originali e dall’esuberante, ma ricercato, tessuto vitreo policromo (pezzati, scozzesi, a fasce ecc.). Vi sono poi divertenti animali, ma anche un numero rilevante (centottanta circa) di briose e ironiche figurine di vetro spesso ispirate con libertà ad alcuni tipi della Commedia dell’arte come Arlecchino e Pulcinella, ma anche ai costumi regionali e a quelli d’epoca e altri, che raccontano dell’estrosa creatività di questo versatile e fecondo artista.

Fulvio Bianconi alla Venini

Foto: Fulvio Bianconi, Vasi Fazzoletto in vetro incamiciato, 1949-50

Continue reading “Fulvio Bianconi alla Venini”

Il vetro finlandese

Nel corso della mostra Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger a cura di Kaisa Koivisto e Pekka Korvenmaa (13 aprile – 2 agosto 2015) allestita da Le Stanze del Vetro sull’Isola di San Giorgio Maggiore, l’Istituto di Storia dell’Arte, attraverso il proprio Centro Studi del Vetro, organizza un convegno internazionale di studi dedicato al vetro finlandese e alla sua influenza all’estero.

Il simposio si configura come ideale complemento dell’esposizione e intende mettere in luce l’evoluzione del design finlandese dai primi anni Trenta fino agli anni Settanta, grazie al contributo di importanti studiosi che approfondiranno – tra gli altri – gli aspetti relativi alla storia del design finlandese e il suo influsso sulla scena internazionale. È in questi anni che accanto a designer di fama indiscussa, come i coniugi Aino e Alvar Aalto, si affermano anche i futuri astri nascenti del design scandinavo, tra i quali Arttu Brummer, Gunnel Nyman, Göran Hongell e si avviano importanti collaborazioni tra aziende italiane e artisti finlandesi, come testimonia il caso fortunato della vetreria Venini con Tapio Wirkkala e Timo Sarpaneva.


GIOVEDÌ 4 GIUGNO

MATTINO – 9.30
Saluti
Luca Massimo Barbero,
Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

10.00 – 13.00
Pekka Korvenmaa
What was there besides glass?

Kaisa Koivisto
Nature and Finnish glass from the Thirties to the Seventies

Jennifer Opie
Finnish glass in London

Nina Strizler-Levine
Finnish Design in America: discourses, mythologies, realities


POMERIGGIO – 15.OO

Jean-Luc Olivié
Paris-Helsinki, one way or round trip?

Timo Keinanen
Fantasia e funzionalità, i vetri di Aino e Alvar Aalto

Maja Heuer
Paradigm shift for Scandinavian glass – experimentation and redefinition of contemporary Finnish
glass during the glass industry’s period of transformation

Valerio Terraroli
Forma e gusto impeccabili: lo stile finlandese e il design italiano

Vittorio Linfante
Ritorno al futuro del design: il continuo dialogo tra design italiano e design finlandese

Rosa Barovier Mentasti
Vento del Nord


Scarica la brochure in pdf