Le Stanze del Vetro – Pagina 2 – Fondazione Giorgio Cini

Venini: Luce 1921-1985

La mostra autunnale Venini: Luce 1921-1985, curata da Marino Barovier, intende approfondire l’attività della vetreria Venini nel campo dell’illuminazione, dalla piccola alla grande scala, tracciando un excursus attraverso gli interventi più significativi. Un ambito rilevante della produzione vetraria muranese è infatti rappresentato dall’illuminazione, sia per uso domestico che per grandi ambienti pubblici e privati, dai palazzi ministeriali agli uffici postali, dai teatri agli alberghi. In particolare, la vetreria Venini si è distinta con risultati significativi anche in questo settore grazie alla sua capacità di costante aggiornamento e alla sua apertura verso il mondo del progetto, aspetti questi che l’hanno fatta diventare un punto di riferimento per i più importanti architetti sia del panorama nazionale che internazionale.

 

Verranno prese in esame la produzione di serie e quella relativa all’impiego di elementi modulari che consentirono alla fornace di realizzare svariate installazioni: in mostra sarà presentata così un’accurata selezione di oggetti progettati dai vari designer che collaborarono con la fornace o dall’ufficio tecnico della stessa vetreria illustrando come il tema della luce sia stato affrontato nei vari decenni, in un arco cronologico che va dal 1921 al 1985.

Toni Zuccheri alla Venini

a cura di Marino Barovier e Carla Sonego

Skira Editore, Milano, 2021

Nato a San Vito al Tagliamento (Pordenone) ma veneziano d’adozione, Toni Zuccheri (1936-2008) si forma alla scuola del padre Luigi, pittore animalista, e si laurea in Architettura a Venezia nel 1968. Ancora studente, alla fine del 1961 giunge alla Venini – in sostituzione del padre – per la progettazione di un bestiario in vetro che Ludovico de Santillana voleva realizzare dando corso a un’idea di Paolo Venini.

Inizia così in modo quasi fortuito una collaborazione destinata a pro- trarsi nel tempo, seppur in maniera discontinua. Alla Venini Zuccheri si dedica con passione alla ricerca e alle sperimentazioni sulla materia vitrea, acquisendo nel tempo una notevole dimestichezza sia con le tecniche di lavorazione a caldo sia con quelle a freddo.

Il volume, edito da Skira, frutto di un’approfondita ricerca basata su materiale in parte inedito proveniente dall’archivio storico Venini e da quello personale dell’artista, illustra i risultati di questa collaborazione attraverso la successione delle opere, corredate da disegni e foto d’epoca.

Tapio Wirkkala alla Venini

Tapio Wirkkala alla Venini
a cura di Marino Barovier e Carla Sonego

Skira Editore, Milano, 2021

 

Tra i maggiori protagonisti del vetro finlandese, Tapio Wirkkala (1915- 1985) giunse a Murano nel 1965 chiamato a collaborare con la vetreria Venini dal suo giovane direttore, l’architetto Ludovico de Santillana. Par- ticolarmente interessato al vetro veneziano e alle sue tecniche di lavora- zione, che permettevano possibilità espressive del tutto diverse rispetto a quelle del cristallo nordico, Wirkkala affrontò l’esperienza muranese con entusiasmo, potendo contare anche sulla grande abilità delle maestranze, con cui riuscì a stabilire una straordinaria intesa.

Il volume, edito da Skira, frutto di un’approfondita ricerca basata su materiale in parte inedito proveniente dall’archivio storico Venini e da quello personale dell’artista, illustra i risultati di questa collaborazione attraverso la successione di circa duecento modelli, corredati dai relativi disegni.

Più volte a Murano tra la fine del 1965 e il 1970 e di nuovo all’inizio degli anni ottanta, Wirkkala, da un lato, prese via via confidenza con la tecnica della filigrana e, dall’altro, con la “scoperta” del colore, ricorse spesso alla tecnica dell’incalmo per l’esecuzione di manufatti policromi in vetro trasparente, destinati a un notevole successo commerciale.

FontanaArte.Vivere nel vetro

FontanaArte.Vivere nel vetro, a cura di Christian Larsen, affronterà un argomento di grande interesse nella panoramica del vetro artistico, sia per la vastità delle tematiche sia per la valenza delle personalità coinvolte nella vicenda storica e produttiva della società milanese. La mostra offrirà una retrospettiva critica degli arredi in vetro della leggendaria azienda milanese, attraverso una scansione del repertorio creativo e dei periodi di produzione dei quattro grandi direttori artistici: Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand e Gae Aulenti. Dalla sua fondazione, da parte di Ponti nel 1932, fino alla dipartita di Aulenti nel 1996, il catalogo di FontanaArte traccia un arco storico stilistico nel design del XX secolo, dalla logica razionale del modernismo fino alla giocosità del postmodernismo. L’azienda fissò gli standard del design italiano: la perfetta continuità tra la classicità e la tecnologia contemporanea, il connubio ideale tra arte e industria, la qualità superlativa dei materiali e della lavorazione artigianale del vetro industriale e l’elevazione dell’oggetto quotidiano all’arte del vivere. La mostra che svilupperà un percorso in cui ogni stanza focalizzerà un approfondimento specifico a ognuno dei designer, culminerà in una suite arredata nello stile FontanaArte per rievocare un appartamento milanese. L’allestimento sarà realizzato su progetto dell’architetto Massimiliano Locatelli.

Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri

Il convegno internazionale di studi Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri si tiene il  10 febbraio 2022 ore 14.30  e può essere seguito in diretta sul canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini .

 

I focus sulla vicenda della Venini proseguono nel 2022 con un importante e curioso confronto tra due personalità diverse quanto singolari che collaborarono con la ditta muranese durante gli anni Sessanta.

La tematica del convegno internazionale, proposto dal Centro Studi del Vetro e ideato in correlazione e concomitanza al duplice progetto espositivo, mirerà infatti all’approfondimento, testimoniato da più voci autorevoli, di Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri, figure chiave che hanno influenzato in modo determinante il mondo vetrario muranese.

 

Se il primo, esponente di spicco della famosa scuola finlandese, rappresenta per la Venini un salto qualitativo riguardo la tecnica ad ‘incalmo’ abbinandola alla ‘mezza filigrana’ e alle ‘murrine’, il secondo, ereditando la passione e l’arte del padre Luigi – pittore animalista – sperimenta, proprio entrando nell’ambiente della fornace, le sue prime opere di animali – specialmente uccelli – realizzate in vetro policromo con tecniche preziose e ardite.

 

Alla natura di scultore, designer industriale e grafico dal minimalismo scandinavo di Wirkkala, capace di padroneggiare con molti materiali dalla piccola alla grande scala, risponde il linguaggio poliedrico e fantasioso di Zuccheri, che in modo nettamente diverso racconta la vitalità della natura come fonte inesauribile d’ispirazione, esempio fra tutti la sua articolata concezione del Bestiario.

 

Da qui parte il confronto tra due stili, due anime estrose, ognuna col proprio portato culturale e tecnico, capaci di far parlare differentemente la ‘materia vetro’, attraverso la sperimentazione muranese.

 

Il simposio vedrà l’intervento di più esperti, italiani e stranieri, attraverso l’approfondimento dei molteplici aspetti che delineano queste personalità, dalla loro formazione alla versatilità dell’applicazione creativa, confermando quanto la compresenza di talenti inventivi diversi, in terra muranese, abbia contribuito a dare costante linfa all’innovazione dell’arte vetraria anche nel più ampio contesto del panorama artistico internazionale.

 

Scarica la locandina con il programma

 

Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri alla Venini

Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri alla Venini è la doppia mostra autunnale a LE STANZE DEL VETRO, curata da Marino Barovier e dedicata alla produzione di due artisti e designer che furono presenti alla Venini dagli anni Sessanta. Ognuno di loro, con la sua forte personalità, contribuì a caratterizzare la produzione della vetreria che, in quegli anni di grande trasformazione, non solo seppe proporre nuovi modelli senza rinunciare all’uso del colore, ma riuscì anche a rispondere alle nuove esigenze di essenzialità provenienti dal mondo del design.

Il primo aspetto venne sviluppato in particolare con il lavoro di Toni Zuccheri, a cui si deve la straordinaria serie di volatili e animali da cortile, a cui presto si affiancarono vasi dalle intense colorazioni e dalla linea organica, ispirata al mondo vegetale.
Dal 1966, la fornace si avvalse inoltre della collaborazione del finlandese Tapio Wirkkala che, forte di un’esperienza nel mondo del vetro nordico alla manifattura Iittala, portò un nuovo approccio in laguna cercando di coniugare la sua cultura con le lavorazioni muranesi, raggiungendo risultati significativi.

L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg

E’ aperta al pubblico la mostra L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg, curata da Giordana Naccari e Cristina Beltrami, che ripercorre – in modo originale e coinvolgente – la storia del vetro muranese del Novecento attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro.

 

L’ingresso è sempre gratuito e a partire dal 6 agosto 2021, nel rispetto della normativa nazionale, per accedere a LE STANZE DEL VETRO è necessario esibire la Certificazione Verde Covid-19. 

Si può visitare la mostra anche in modalità virtuale grazie al nuovo virtual tour 3D che permette di approfondire, sala dopo sala, le straordinarie opere esposte grazie ai numerosi contributi testuali, fotografici e video dedicati alla produzione veneziana degli animali di vetro.

 

Gli oltre 750 pezzi in esposizione – elefanti, ippopotami, gatti, giraffe, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe, volpi… e persino minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale – appartengono alla collezione personale che Pierre Rosenberg, storico Direttore del Museo del Louvre di Parigi, ha messo insieme in trent’anni d’assidua frequentazione di Venezia.

Non mancano esemplari delle serie più celebri come i pulegosi di Napolene Martinuzzi, i volatili di Tyra Lundgren o di Toni Zuccheri per la Venini. Accanto ad esemplari noti della Seguso Vetri d’Arte, agli zebrati di Barovier & Toso, agli acquari di Alfredo Barbini, la mostra propone un vasto campionario di animali realizzati da vetrerie meno note ma altrettanto interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale della Murano del Novecento. A dimostrazione dell’inesauribile ispirazione del soggetto, la mostra include anche opere di artisti viventi come Cristiano Bianchin, Isabelle Poilprez, Maria Grazia Rosin e Giorgio Vigna.

L’allestimento è curato da Denise Carnini e Francesca Pedrotti, scenografe prestatesi a raccontare questo zoo di vetro, progettato a misura di bambino. A corredo della mostra viene proiettato un video d’animazione realizzato da Giulia Savorani, artista visiva e regista che, partendo da disegni su vetro, ha dato vita a una fiaba ideata per quest’occasione da Giordana Naccari.

 

A causa della capacità limitata degli spazi e per evitare code e assembramenti, ti suggeriamo di prenotare il giorno e l’orario della tua visita cliccando qui. Vi ricordiamo che a partire dal 6 agosto 2021, nel rispetto della normativa nazionale, per accedere a LE STANZE DEL VETRO è necessario esibire la Certificazione Verde Covid-19.

Le Stanze del Vetro. Venezia e lo Studio Glass Americano 

La mostra de Le Stanze del Vetro aperta al pubblico dal 6 settembre 2020 al 10 gennaio 2021, curata da Tina Oldknow e William Warmus, già curatori di vetro moderno e contemporaneo al Corning Museum of Glass di New York, sarà intitolata Venezia e lo Studio Glass Americano.

Mettendo in luce la varietà dell’arte e del design nel vetro americano contemporaneo, l’esposizione presenterà opere d’impatto e stimolanti, tradizionali e innovative. Con 155 eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti, americani e veneziani, questa mostra sarà la prima a esaminare attentamente l’influenza che l’estetica e le tradizionali tecniche di lavorazione del
vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi.

Venezia e lo Studio Glass Americano dimostrerà l’eredità duratura e versatile della produzione di vetro veneziano in America, analizzando l’impatto che Venezia ha avuto sull’arte vetraria americana contemporanea.

Thomas Stearns alla Venini

La mostra autunnale de le Stanze del Vetro, curata da Marino Barovier, è dedicata all’artista americano Thomas Stearns, che frequentò la vetreria Venini nei primi anni Sessanta.

Dopo un primo periodo in cui si avvicinò alle tecniche muranesi, Stearns cominciò a realizzare alcune opere dal carattere estremamente originale ed insolito per la produzione locale. Nacquero delle piccole serie di vetri concepiti come espressione artistica dal carattere scultoreo, distinguibili per le forme asimmetriche e organiche e per i singolari tessuti vitrei, di grande matericità e con inediti accostamenti cromatici.

Nel 1962, alla 31a Biennale, la Venini espose, insieme ai vetri di Tobia Scarpa, anche sei opere dell’artista americano che riscossero il plauso della commissione giudicatrice. Celebri i suoi pezzi: Il cappello del Doge, Facciate di Venezia. Per questi lavori venne proposta la medaglia d’oro che però poteva essere assegnata solo ad un artista italiano.
L’interesse di Stearns si è rivolto anche alle tecniche di rifinitura a freddo e all’illuminazione, valorizzando sia l’espressione artistica che la ricerca tecnica.

Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934

La mostra Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934, curata da Jean-Luc Olivié e Cristina Beltrami, è organizzata da Le Stanze del Vetro in collaborazione con il Museo delle Arti Decorative di Parigi (MAD). La mostra sarà il primo tributo internazionale a questo grande  artigiano del vetro – Maurice Marinot (1882-1960) – protagonista di una rivoluzione, nella tecnica quanto nel gusto.

Infaticabile sperimentatore, Marinot ha inventato formule di lavorazioni della materia emulate nei decenni a venire.

Saranno esposte oltre duecento opere, provenienti principalmente da musei internazionali, per illustrare l’evoluzione e la ricchezza del lavoro di Marinot con il vetro. Ai vetri saranno affiancati centoquindici disegni, tra schizzi e progetti per oggetti e per allestimenti, provenienti da differenti musei francesi, in particolare dal Museo delle Arti Decorative di Parigi (MAD), e dai Musei Nazionali Reali di Bruxelles. La mostra metterà così in luce l’incredibile originalità dell’artista-vetraio, dalle prime realizzazioni a smalto ai vetri soffiati e modellati di persona con  straordinaria abilità e inesauribile capacità inventiva.