Istituto per la Musica – Pagina 9 – Fondazione Giorgio Cini

Maria Pia De Vito e Huw Warren ‘DialeKtos’

In occasione del  Convegno internazionale di studi The Female Voice in the Twentieth Century: Material, Symbolic and Aesthetic Dimensions  sabato 17 marzo all’Auditorium ‘Lo Squero’ alle ore 18:00.
si terrà un concerto con la  cantante Maria Pia De Vito, accompagnata dal pianista Huw Warren.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Non è richiesta la prenotazione.

Maria Pia De Vito e Huw Warren “DialeKtos”
Il progetto “Diálektos” testimonia l’incontro musicale straordinario tra la Maria Pia De Vito e il pianista e compositore inglese Huw Warren. Da sempre attratta dalle infinite possibilità sonore della voce, Maria Pia De Vito inizia molto giovane le sue sperimentazioni partendo dai gruppi di ricerca sulla musica etnica arrivando successivamente al jazz europeo contemporaneo, incontrando sulla sua strada l’elettronica, danzatori, poeti, artisti visivi.L’incredibile versatilità, creatività e sensibilità unite alle straordinarie doti vocali fanno di Maria Pia De Vito una delle più raffinate e emozionanti vocalist contemporanee. Vincitrice di numerosi premi in Italia ed
all’estero,ha collaborando con musicisti tra i quali John Taylor, Ralph Towner, Norma Winstone, Joe Zawinul, Rita Marcotulli, Enrico Rava, Steve Swallow, Jim Black, Guinga . Registra nel 2013 per la prestigiosa etichetta ECM l’acclamato Il Pergolese, un lavoro tra il settecento napoletano e l’improvvisazione libera, e nel 2017 “ Core Coração “,omaggio alla grande musica brasiliana d’autore tradotta in napoletano , con la collaborazione e la presenza di Chico Buarque de Hollanda Pianista e compositore inglese, Huw Warren è un artista riconosciuto per la sua originalità e per la carica innovativa( premio BBC per l’innovazione e la
ricerca) Il suo approccio versatile, passionale, innovativo al pianoforte non conosce confini, essendo capace di attraversare tutti gli stili musicali. Collabora con musicisti della scena New Yorkese , come Mark
Feldman, Theo Blackmann, Jim Black, e il suo disco Quercus, con June Tabor e Iain Ballamy, pubblicato da ECM, ha avuto un enorme successo di critica e pubblico internazionalmente. Due artisti con una forte personalità e con il desiderio di intraprendere nuovi percorsi musicali hanno deciso di mettere
insieme la loro vasta esperienza compositiva e improvvisativa in un progetto in cui cui creatività vocale e linguistica (il dialetto napoletano unito alle composizioni originali di Warren o come traduzione di lavori di grandi autori brasiliani, come Chico Buarque , Egberto Gismonti , Guinga) e infinite possibilità di dialogo si uniscono a sorprendenti invenzioni pianistiche.
“l’aspetto di maggior rilievo sta proprio in questa sintesi artistica tra musica colta, vitalità dell’improvvisazione, radici popolari e tratti avanguardistici che si fondono in un tessuto equilibrato, in una ricetta a dosaggio perfetto in grado di soddisfare mente e cuore; l’impasto non è mai astratto e distante”(Vittorio Formenti)“Se c’è un’artista di cui è difficile prevedere la prossima mossa, come per i più audaci jazzisti della storia, questa è Maria Pia De Vito. Al centro del suo progetto, da anni, si colloca la possibilità di sperimentare alleanze, adesioni, coerenze con altri soggetti.(pianisti, percussionisti, cantanti, violoncelli, sei corde, installazioni, opere d’arte, parole a fiumi, clavicembalisti, il rock, Joni Mitchell, l’underground, il barocco), per ciascuno dei quali ha senso e necessità la costruzione non tanto di un linguaggio, ma almeno di una sintassi,
una serie di istanze espressive che ne permettano la realizzazione stessa,senza generare il caos, o peggio, la dispersione. Un ventaglio di forme delle quali l’artista napoletana riesce a tenere il filo e non soltanto in virtù di una naturale disposizione al dialogo e al confronto, quanto di una innata capacità nel
parlare i più svariati dialetti musicali, In questo nuovo disco, che a prima vista sembra un riassunto di esperienze già affrontate (il duo piano-voce, l’uso della lingua napoletana, il mèlos complessivo), la mossa audace, quella che non ti aspetti, e che rischia di sgretolare la tua difesa, è che tutto il materiale è
rivisto, riprocessato alla luce di tutti i dialetti già imparati, parlati e dimenticati. Nel pieno di una maturità vocale unica, Maria Pia rischia sul piano dell’intesa immediata, naturale, quasi sovrannaturale con Huw Warren (non parlano, i due, e si capiscono, come gli innamorati di cui racconta la storia la struggente “Allirallena”); e il pianista inglese-geniale: se non conoscete i suoi lavori solistici, procurateveli- di suo ci mette la velocità nell’organizzare attacchi e contrattacchi. Come uno scacchista altrettanto bravo, misura le sue strategie su quelle dell’avversario, le avvolge, e quando serve le ribalta, sgretolandole con la sicurezza di chi sembra passare lì per caso. Non è un caso, invece, che questo disco suoni come un ur-dialetto di tutte
le lingue di Maria Pia De Vito, tutte quelle lingue che confinano con il volo degli uccelli e il battito del cuore, (Vincenzo Martorella – jazzit 2008)

Musical Improvisation and Open Forms in the Age of Beethoven

Musical Improvisation and Open Forms in the Age of Beethoven
a cura di Gianmario Borio e Angela Carone
Routledge, Abingdon, 2018

Tra la fine del XVIII secolo e la metà dell’Ottocento l’atto di improvvisare è centrale sia in concerti pubblici sia nella vita privata di tanti compositori; esso rivela importanti e inaspettate tangenze con la prassi compositiva. Gli autori del presente volume esplorano le molteplici sfaccettature del fenomeno, dimostrando come il compositore, spesso in veste di concertista, talvolta conferiva alle improvvisazioni un assetto affine a quello riscontrabile in brani scritti in determinate forme; altre volte, durante le esecuzioni pubbliche egli attuava i precetti relativi al realizzare ‘buone’ improvvisazioni contenuti in manuali di teoria e didattica musicale. Per converso, la libertà sintattica e formale spesso riscontrabile in alcune composizioni è interpretabile come un trasferimento sulla pagina scritta di una gestualità propriamente performativa ed estemporanea. Le modalità  in cui questo costante intreccio tra improvvisazione (strumentale e vocale) e organizzazione formale si è esplicato vengono indagate nei dodici capitoli attraverso il sussidio di numerose e variegate fonti: manoscritti autografi, trattati di teoria musicale, partiture, recensioni, lettere, biografie e autobiografie.

Studies in Historical Improvisation From Cantare super Librum to Partimenti

Studies in Historical Improvisation
From Cantare super Librum to Partimenti
a cura di Massimiliano Guido
Routledge, Abingdon, 2017

Negli ultimi anni, studiosi e musicisti hanno dimostrato sempre più interesse nel revival/recupero dell’improvvisazione musicale com’era concepita nel Rinascimento e nel Barocco. Questa pratica storicamente informata sta soppiantando la visione romantica dell’improvvisazione musicale come esperimento rapsodico – musica sbocciata dal capriccioso genio del musicista – che ha prevalso nel corso di tutto il Ventesimo secolo. Il presente volume offre la prima esplorazione sistematica della stretta relazione tra improvvisazione, teoria musicale e talento musicale messi in pratica dal tardo Rinascimento fino all’epoca Barocca. Non è una ricerca storica in quanto tale: piuttosto, intende ristabilire l’importanza di tale combinazione come strumento pedagogico per una migliore comprensione degli idiomi musicali di quei periodi. Gli autori prendono in esame il trasferimento delle pratiche storiche alle classi moderne, discutendo nuovi modi per dare nuova vita allo studio e all’apprezzamento della musica antica. La rilevanza e l’utilità di un simile approccio basato sull’improvvisazione contribuisce inoltre a modificare la nostra comprensione dell’equilibrio tra fonti teoretiche e pratiche nella letteratura primaria, e in ultimo lo stesso concetto di teoria musicale. Attraverso le varie sezioni, il volume esplora il percorso di improvvisazione dalla teoria alla pratica, e viceversa.

Convegno internazionale di studi

La voce femminile presenta diversi aspetti di attualità la cui indagine impone un approccio multidisciplinare. L’obiettivo di questo convegno, coordinato da Michela Garda e Serena Facci,
è quello di indagare la centralità della voce femminile nelle dimensioni materiali, simboliche ed
estetiche. La prima sessione è dedicata alla riflessione teorica scaturita grazie all’impatto delle
pratiche vocali e compositive; nella seconda si affronta il ruolo della voce nel teatro musicale sia
dal punto di vista compositivo sia da quello performativo; al centro della terza sessione stanno
la sperimentazione vocale e l’estensione delle possibilità espressive; la quarta sessione indaga
infine le “grane” della voce e i nuovi timbri vocali mettendo a confronto esperienze maturate
nella composizione sperimentale, nella popular music e nel jazz. Nella seconda serata del convegno
avrà luogo dialogo tra Stefano La Via e la cantante Maria Pia De Vito, a cui seguiranno
dimostrazioni musicali dell’artista accompagnata dal pianista Huw Warren.

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Libri a San Giorgio

Libri a San Giorgio è la rassegna sulle novità editoriali della Fondazione Giorgio Cini giunta
quest’anno alla sua tredicesima edizione.
Il 13 marzo ore 17 verranno presentati gli ultimi volumi di «Studi Veneziani», la rivista dell’Istituto per
la Storia della Società e dello Stato Veneziano rivolta a indagare i vari aspetti della plurisecolare
storia veneziana. In particolare verrà illustrata l’annata 2016.


Il 20 marzo ore 17 sarà la volta del volume Il teatro in fotografia. L’immagine della prima attrice italiana
fra Otto e Novecento di Marianna Zannoni, che prende in esame, attraverso le vicende artistiche
di tre indiscusse protagoniste del teatro – Adelaide Ristori, Eleonora Duse e Tina Di Lorenzo –,
l’evoluzione nel modo di ritrarre l’attrice, nel sistema di diffusione della sua immagine e nella
creazione del ‘mito’ capace di influenzare i costumi della società.


Il 23 marzo ore 17 la rassegna si concluderà con la presentazione, a cura dell’Istituto per la Musica, dei
due volumi Musical Improvisation and Open Forms in the Age of Beethoven a cura di Gianmario
Borio e Angela Carone e Studies in Historical Improvisation From Cantare super Librum to
Partimenti a cura di Massimiliano Guido. Nel primo si indaga sulla centralità dell’atto di
improvvisare tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento e sulle commistioni tra improvvisazione
e prassi compositiva. Nel secondo si affronta lo studio dell’improvvisazione come
teorizzata e attuata tra Sedicesimo e Diciassettesimo secolo.

Musiche del compositore Niccolò Castiglioni

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7 dicembre ore 19:30
Auditorium ‘Lo Squero’
Fondazione Giorgio Cini

Il 7 dicembre alle ore 19:30 all’Auditorium ‘Lo Squero’, al termine della presentazione del volume Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse, l’Istituto per la Musica rende omaggio al compositore Niccolò Castiglioni con un concerto del gruppo mdi ensemble.Il concerto presenta alcune delle maggiori composizioni di Castiglioni di cui l’Istituto per la Musica ha recentemente acquisito l’archivio musicale.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti


 
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PROGRAMMA DEL CONCERTO

 11 danze per la bella Verena
per violino e pianoforte
Gymel 
per flauto e pianoforte
Quilisma
per quartetto d’archi e pianoforte
Romanze
per quartetto d’archi
Daleth
per clarinetto e pianoforte

Intonazione
per flauto, oboe, violino e violoncello

 Tropi
per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, violoncello, percussioni

Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse

CoverMD7 dicembre ore 17:00
Sala del Consiglio
Fondazione Giorgio Cini
 
L’Istituto per la Musica presenta il terzo volume della collana Musical Cultures of the Twentieth Century dal titolo Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse, curato da Patrizia Veroli Gianfranco Vinay, edito da Routledge (London).
Insieme ai due curatori, presenteranno il volume Gabriele Brandstetter (Freie Universität Berlin) e Anthony Gritten (Royal Academy of Music, London).
Il libro esplora l’identità dell’opera coreomusicale, la sua autorialità complessa, i processi cognitivi messi in atto dalla performance e la modalità della sua ricezione. Studiosi di danza e musica analizzano i modi in cui la partitura musicale cambia il suo stato prescrittivo quando diventa parte di un progetto coreografico, gli incontri di suono e movimento sul palcoscenico e l’intersecarsi di visione e ascolto nella ricezione.
 
Alle ore 19:30 all’Auditorium ‘Lo Squero’ il mdi ensemble si esibirà in un concerto con musiche del compositore Niccolò Castiglioni, di cui l’Istituto per la Musica ha recentemente acquisito l’archivio musicale.

Archival Notes No. 2

Rivista open-access e peer-reviewed, curata dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini. Con un approccio interdisciplinare, Archival Notes. Source Studies in Twentieth and Twenty-First-Century Music si dedica alla ricerca sulle fonti musicali dei secoli XX e XXI.

 

Articoli

  • Elia Andrea Corazza, Opera or ballet? Ottorino Respighi vs. Sergei Diaghilev: a Study of the Sources for «La Boutique fantasque», «Le Astuzie femminili» and «La Serva padrona»
  • Tobias Reichard, “Malipiero Germanised“ Traces of Cultural Usurpation in Nazi Germany
  • Angela Carone, Alfredo Casella and Giovanni Salviucci. The Story of a Friendship Told Through Archival Documents
  • Susanna Pasticci, Hermeneutics and Creative Process: Roman Vlad’s Reception of Stravinsky
  • Marco Cosci, Vancini, Macchi and the Voices for the (Hi)story of Bronte
  • Simone Caputo, An Attempt at Creating Total Theatre: «Scene del potere» by Domenico Guaccero
  • Giacomo Albert, Some Remarks about Serialism in «Atomtod» by Giacomo Manzoni

Documents and Reports

  • Paolo Valenti, Aurél Milloss’s and Nino Rota’s «Rappresentazione d’Adamo ed Eva»: Archival Documents
  • Angela Carone, Publications and Activities

Il secondo numero di Archival Notes è disponibile per il download e la consultazione sulla piattaforma Open Journal System della Fondazione Giorgio Cini.

Teatro di avanguardia e composizione sperimentale per la scena in Italia: 1950-1975

L’Istituto per la Musica prosegue la sua attività editoriale online inaugurando, con due pubblicazioni, la nuova piattaforma Open Monograph Press della Fondazione Giorgio Cini.

 

Teatro di avanguardia e composizione sperimentale per la scena in Italia: 1950-1975

Variazioni in sviluppo: I pensieri di Giovanni Morelli verso il futuro

L’Istituto per la Musica prosegue la sua attività editoriale online inaugurando, con due pubblicazioni, la nuova piattaforma Open Monograph Press della Fondazione Giorgio Cini.

Variazioni in sviluppo: I pensieri di Giovanni Morelli verso il futuro