Istituto per la Musica – Pagina 3 – Fondazione Giorgio Cini

Le strutture armoniche della composizione post-tonale: 1900-1930

Con questo seminario organizzato dall’Istituto per la Musica, preparatorio alla realizzazione di un volume online della Fondazione Giorgio Cini, si chiude il progetto triennale sull’armonia post-tonale, finanziato dalla Ernst von Siemens Musikstiftung.

 

Il gruppo di ricerca, che ha tenuto i suoi lavori preliminari in sessioni online negli anni 2021 e 2022, presenterà lavori monografici sulla musica strumentale di Bartók, Debussy, Hindemith, Schoenberg, Skrjabin, Stravinskij, Varèse e Webern.

 

L’analisi di partiture selezionate sarà accompagnata da approfondimenti sulla trattatistica dei primi decenni del XX secolo e da riflessioni sulla terminologia.

Partecipano: Gianmario Borio, Mario Carrozzo, Pietro Cavallotti, Paolo Dal Molin, Federica Di Gasbarro, Francesco Fontanelli, Massimiliano Locanto, Ingrid Pustijanac.

Bando “The Exploratory: Venice New Music Courses”

Dal 24 al 31 luglio 2023 l’Istituto per la Musica organizza The Exploratory: Venice New Music Courses, masterclass a cura di Nicholas Isherwood, Abbie Conant, Roberto Fabbriciani, Joëlle Léandre, Robyn Schulkowsky, Daan Vandewalle, Olga Neuwirth, Gianmario Borio e Ingrid Pustijanac.

 

Il titolo del ciclo di lezioni deriva da un dichiarazione di Karlheinz Stockhausen:«The problem with music is that we have conservatories, but we need exploratories». Il concetto di esplorazione guiderà la manifestazione in ogni sua componente: la produzione di suono strumentale e vocale, l’interazione di gruppo, la notazione, gli aspetti scenici del fare musica.

 

Il corso è rivolto a giovani musicisti (cantanti e strumentisti) e compositori, selezionati tramite bando internazionale per borse di studio. Sedi della masterclass saranno la Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore e il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” a Venezia.

 

Deadline per la presentazione delle domande: 01 giugno 2023

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Domanda-di-partecipazione-Exploratory

The Exploratory: Venice New Music Courses

Il titolo di questa masterclass, organizzata dall’Istituto per la Musica in collaborazione con il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, deriva da un dichiarazione di Karlheinz Stockhausen: «The problem with music education is that we have conservatories, but we need exploratories». Il concetto di esplorazione guiderà la manifestazione in ogni sua componente: la produzione di suono strumentale e vocale, l’interazione di gruppo, la notazione, gli aspetti scenici del fare musica. Mediante un bando vengono selezionati un numero massimo di dieci studenti (borsisti) per ciascun docente. Con un insegnante per ogni famiglia di strumenti si esplorerà un vasto raggio di possibilità della musica contemporanea. Le lezioni dei docenti di voce, strumenti e composizione avranno luogo in mattinata, mentre il pomeriggio sarà dedicato all’improvvisazione e alla riflessione teorica su questa pratica. In tal modo la manifestazione si collega al ciclo Istantanee, che nell’ultimo triennio ha trattato vari aspetti dell’improvvisazione novecentesca.

 

Tra i docenti figurano: Nicholas Isherwood: direzione artistica, canto, improvvisazione, teatro musicale, composer-performer; Abbie Conant: ottoni, improvvisazione, composer-performer; Roberto Fabbriciani: fiati, improvvisazione, composer-performer; Joëlle Léandre: archi, improvvisazione; Robyn Schulkowsky: percussioni; Daan Vandewalle: piano; Stefano Gervasoni: composizione; Gianmario Borio e Ingrid Pustijanac: musicologia.

 

Domande entro il 01 giugno 2023

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Bando “Dirigere la Musica da Camera del XX secolo”

Dal 13 al 15 marzo 2023 l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, in partnership con la Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto, organizza un workshop del ciclo Research-led Performance rivolto a giovani direttori (limite di età: 35 anni) interessati all’approfondimento della musica strumentale del XX secolo.

 

Il bando è finalizzato allo studio, concertazione e direzione delle seguenti opere:

– Arnold Schönberg, Kammersymphonie op. 9 per 15 esecutori

Bruno Maderna, Serenata 2

– Giacomo Manzoni, Hölderlin: Epilogo

 

I primi due giorni saranno divisi in due parti: 

  • il mattino (tre ore) viene dedicato all’analisi delle partiture e alle strategie di concertazione (tecnica gestuale, problematiche ritmiche e di ascolto, modalità di comunicazione con orchestra ed ensemble) con gli interventi di Marco Angius, Gianmario Borio e Francisco Rocca; il pomeriggio prevede una serie di prove guidate con i membri dell’Orchestra di Padova e del Veneto (cinque ore). Il terzo giorno si terrà un concerto a cui parteciperanno tre borsisti scelti dal Docente del corso con prova generale al mattino e concerto alla sera.

 

Domande entro il 27 febbraio 2023

Per info concorsimusica@cini.it

 

Scarica il bando Workshop Direzione Bando

Domanda di partecipazione

Conducting Twentieth-Century Music for Ensemble

Il ciclo Research-led Performance riprende con un workshop per giovani direttori d’orchestra, organizzato dall’Istituto per la Musica, in collaborazione con la Regione del Veneto, coordinato da Marco Angius con la partecipazione di solisti dell’Orchestra di Padova e del Veneto, dedicato alla direzione di ensemble cameristici, una formazione variabile in numero e tipo di strumento che ha improntato in modo peculiare la produzione musicale a partire dalla Kammersymphonie di Arnold Schoenberg (1906).

 

Mediante un bando sono stati selezionati sei giovani direttori d’orchestra che hanno mostrato interesse e attitudine nei confronti di questo repertorio. Accanto alla composizione pionieristica di Schoenberg saranno affrontate due opere di compositori italiani che stabilirono un dialogo a distanza con il maestro viennese: Serenata n. 2 di Bruno Maderna e Hölderlin: Epilogo di Giacomo Manzoni. Le sedute pratiche si alterneranno con quelle teoriche, tenute da Marco Angius, Gianmario Borio e Francisco Rocca.

 

I giovani direttori d’orchestra che sono stati selezionati sono:

 

William Birkbeck

Jaehyuck Choi

Matteo Dal Maso

Ana Erculj

Fernando Palomeque

Carlo Emilio Tortarolo

 

A chiusura dei lavori il giorno 15 marzo, alcuni studenti offriranno dimostrazione degli esiti del workshop in un evento pubblico.

Il concerto sarà alle ore 18,00 presso il Padiglione delle Capriate, ingresso libero fino esaurimento dei posti.

 

Programma:

– Bruno Maderna, Serenata n. 2 (1956), per 11 strumenti

– Giacomo Manzoni, Hölderlin: epilogo (1980), per 10 strumenti

– Arnold Schönberg, Kammersymphonie op. 9 (1906), per 15 strumenti

 

Archival Notes No. 6

Rivista open-access e peer-reviewed, curata dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini. Con un approccio interdisciplinare, Archival Notes. Source Studies in Twentieth and Twenty-First-Century Music si dedica alla ricerca sulle fonti musicali dei secoli XX e XXI.
Articoli

  • Giuliano Danieli, Echoes of Folk Music in Roman Vlad’s Documentary Soundtracks: Intersections between Cinema, Ethnomusicology and Exoticism
  • Alessandra Origani, Ernesto Rubin de Cervin: Scenes from his Cultural Biography
  • Gabriele Sfarra, Three ‘Meditazioni’ by Giovanni Salviucci
  • Maria Marta Vitale, Egisto Macchi’s ‘Pocket’ La bohème: Innovation and Tradition in the Reduction of Puccini’s Masterpiece

Focus

  • Miriam Akkermann, Systematising (at) the Present for the Future: Reflections on Archiving Electroacoustic Music
  • Laura Zattra, The Electroacoustic Music Archives at the Fondazione Giorgio Cini: A Review of the Camillo Togni, Fausto Romitelli and Giacomo Manzoni Collections 

Documents and Reports

  • Luigi Collarile, Andrea Gabrieli for Igor Stravinsky (Venice, 15 April 1971): The Choice of Sandro Dalla Libera
  • Carlo Ferdinando de Nardis, A Musical Notebook by Alfredo Casella: Quaderno 9 (1924–1926)

Il sesto numero di Archival Notes è disponibile per il download e la consultazione sulla piattaforma Open Journal System della Fondazione Giorgio Cini.

The Mediations of Music. Critical Approaches after Adorno

Mediazione è un concetto chiave nella filosofia della musica di Theodor W. Adorno e nell’attuale dibattito musicologico. Esso definisce la relazione tra musica e società, ossia come la musica accoglie in sé ed elabora contenuti sociali prima ancora di entrare nel flusso comunicativo. Inoltre le composizioni musicali della tradizione occidentale richiedono una forma esterna di mediazione: la trasformazione del testo in suono. Infine la riproduzione tecnologica in diversi media – disco, radio, cinema, internet – rappresenta un ulteriore livello di mediazione; in tali ambiti la musica subisce mutamenti che si ripercuotono sull’attribuzione di senso. Questo libro è scaturito da una manifestazione dell’Accademia Musica-le Chigiana in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Adorno (2019). Gli autori discutono snodi problematici del pensiero del filosofo e mostrano i suoi potenziali. In molti capitoli viene messo in gioco il polo opposto della mediazione, l’immediatezza, che spesso svolge un’importante funzione nei processi di mediazione. Le principali fonti di riferimento sono i testi che Adorno dedicò ai vecchi e nuovi media (scrittura, radio e cinema): La musica per il film (scritto insieme a Hanns Eisler) e i due volumi incompiuti Current of Music e Zu einer Theorie der musikalischen Reproduktion. Le letture critiche di questi testi sono accompagnate da riflessioni che mirano a ridefinire la dialettica di mediazione e immediatezza tenendo conto dei performance studies, delle teorie dei media, della sociologia dell’ascolto e del post-strutturalismo.

Scomparso il Maestro Fausto Razzi

L’Istituto per la Musica ricorda con affetto e gratitudine il Maestro Fausto Razzi, scomparso a Roma sabato scorso.

 

L’11 luglio di quest’anno Razzi ha donato il suo archivio personale alla Fondazione Giorgio Cini: un significativo corpus di manoscritti, documenti e registrazioni sonore in cui si riflettono diversi aspetti della sua intensa attività come compositore, studioso e direttore specializzato in esecuzioni di musica rinascimentale e barocca. Tutti questi documenti troveranno collocazione sull’Isola di San Giorgio Maggiore, a disposizione di quanti vorranno approfondire la sua opera. 

 

 

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Nato a Roma nel 1932, Fausto Razzi ha studiato composizione con Goffredo Petrassi e pianoforte con Rina Rossi. Ha insegnato nei conservatori di Cagliari, L’Aquila e Pesaro. Le sue prime opere sono caratterizzata da un evidente interesse per la vocalità, come dimostrano Tre poesie di Henri Michaux (1959), la cantata Die helle Stimme (1962-63), Tre pezzi sacri per coro (1963-64), Improvvisazione II (1965-66) e Improvvisazione III (1967). Del 1970 sono Musica n° 5 per trio d’archi e Musica n° 6 per 6 gruppi di orchestra (1970), cui segue Musica n° 9 per orchestra (1977-78). 

Dal 1968 la ricerca di Razzi è proceduta su un duplice binario: quello della musica strumentale e quello della musica elettroacustica, cui il compositore approda con Progetto per una composizione elettronica degli anni 1971-73. Alla vocalità Razzi torna nei primi anni Ottanta con Frammento (su testi di Pier Paolo Pasolini e Torquato Tasso, del 1981) e poi con le composizioni su testi di Alfonso Gatto: A voi che lavorate sulla terra (1982), Che nulla sia dissolto (1983) e Non venga la notte (1984). È proprio in questo contesto che avviene l’incontro con la scrittura di Edoardo Sanguineti, nella quale il compositore trova nuovi spunti e motivi di riflessione che lo portano a un forte interesse per il teatro: le azioni sceniche Protocolli (1989-92), Smorfie (1997) e Incastro (2001) riflettono la sua posizione militante nella poetica dell’avanguardia.

Nel 1976 Razzi ha fondato il Gruppo Recitar Cantando, specializzato nell’esecuzione della musica italiana del Manierismo e primo Barocco, con cui ha realizzato e diretto opere di Emilio de’ Cavalieri, Marco da Gagliano, Claudio Monteverdi, Jacopo Peri, Stefano Landi. A questo ambito dell’attività del Maestro l’Istituto per la Musica ha dedicato uno spazio di riflessione nel volume Rivisitazioni e innovazioni. La ricezione di Monteverdi nei compositori italiani dalla seconda metà del XX secolo, a cura di Gianmario Borio e Angela Carone.

 

 

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Rivisitazioni e innovazioni

Verso la metà del XX secolo si registra un significativo cambiamento di prospettiva nei compositori italiani che rivolgono attenzione alla produzione di Claudio Monteverdi. La fase precedente, dominata dalla figura di Gian Francesco Malipiero, era stata caratterizzata da un graduale avvicinamento alla musica monteverdiana mediante trascrizioni e messe in scena delle opere che perseguivano a vari gradi l’ideale di ricostruzione dell’originale, con una spiccata inclinazione filologica, ma che tuttavia non trascuravano maneggiamenti a livello strumentale. Dagli anni Cinquanta in poi la ricezione diventa marcatamente ‘creativa’ e si concretizza in forme di reinterpretazione strutturale di alcuni capolavori del Cremonese e di attualizzazione della strumentazione originale. Monteverdi è fatto rivivere non più con il prevalente intento nazionalistico delle generazioni immediatamente precedenti, che vedevano in lui il padre dell’opera in musica italiana, ma per la modernità del suo pensiero e della sua tecnica compositiva.

 

I contributi del presente volume, incentrati su composizioni ad oggi non indagate dalla letteratura musicologica o su brani di repertorio ora affrontati da una prospettiva nuova, dimostrano come a partire dalla trascrizione del Ritorno di Ulisse in patria di Luigi Dallapiccola (1942) e fino agli albori del nuovo millennio si assista a un variegato processo sia di integrazione e trascrizione di lavori monteverdiani con strumenti tradizionali (Luciano Berio, Fausto Razzi), sia di riscrittura che non tralascia l’ausilio delle nuove tecnologie (Bruno Maderna, Giorgio Battistelli, Ivan Fedele). In tutti i casi il lavoro di ‘riadattamento’ sonoro è sorretto da una attenta analisi della produzione di Monteverdi, anche al fine di trasferire tratti del suo artigianato in lavori da essa del tutto indipendenti sul piano del contenuto e della poetica (Luigi Nono). Altrettanto variegati sono stati gli esiti dei compositori che hanno firmato le regie di opere monteverdiane (Sylvano Bussotti, Egisto Macchi) o hanno arricchito il modello originario con antefatti e sequel (Domenico Guaccero, Claudio Ambrosini).

 

I sette saggi sono firmati da Rodolfo Baroncini, Angela Carone, Michele Chiappini, Paolo Dal Molin, Mila De Santis, Alessandro Maras, Federica Marsico.

 

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Mdi ensemble

Nell’ambito del convegno The Eranos Experience, l’Istituto per la Musica propone un concerto incentrato su tre compositori italiani che hanno trovato nella dimensione della spiritualità uno dei fulcri vitali della propria ricerca musicale: Renato de Grandis, Ernesto Rubin de Cervin e Giacinto Scelsi.

 

Programma del concerto

 

Ernesto Rubin de Cervin
Dono n. 4 (1994)
per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello

 

 

Giacinto Scelsi
Ko-Lho (1966)
per flauto e clarinetto

 

 

Renato de Grandis
Zweite Rosenkreuzer-Sonate (1974)
per pianoforte

 

 

Renato de Grandis
MELEK nato, dal cuore luminoso (1978)
versione per flauto

 

 

Giacinto Scelsi
Trio per archi (1958)
per violino, viola e violoncello

 

 

Renato de Grandis
MELEK nato, dal cuore luminoso (1978)
versione per flauto, clarinetto, chitarra, pianoforte, violino e violoncello

 

 

mdi ensemble

 

Sonia Formenti, flauto
Paolo Casiraghi, clarinetto
Carlo Siega, chitarra
Annalisa Orlando, pianoforte
Lorenzo Derinni, violino
Paolo Fumagalli, viola
Giorgio Casati, violoncello

 

Scarica il programma del Concerto del mdi ensemble