Nato a Cernauti (Romania) il 29 dicembre 1919, Roman Vlad inizia giovanissimo lo studio del pianoforte e della composizione. Nel 1938, dopo aver conseguito il diploma in pianoforte nel Paese natale, si trasferisce a Roma per perfezionarsi con Alfredo Casella presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; parallelamente, inizia gli studi in ingegneria.
Sin dagli anni Quaranta avvia una costante attività concertistica internazionale che intreccia con quella di critico musicale e musicologo, firmando nei decenni centinaia di articoli principalmente dedicati ad aspetti storiografici, estetici e analitici della musica dell’Ottocento e del Novecento, pubblicati su prestigiose riviste italiane e straniere (tra cui L’Immagine; Mercurio; Letteratura; La Rassegna Musicale; Studi musicali; Horizon; Melos; Musik-Konzepte). Ad essi affiancò negli anni Cinquanta la stesura dei primi volumi incentrati sulla musica del XX secolo (Modernità e tradizione nella musica contemporanea, 1955; Luigi Dallapiccola, 1957; Storia della dodecafonia, 1958; Stravinskij, 1958, tradotto anche in inglese e rumeno), a cui seguirono una monografia sulla Sagra della primavera (Architettura di un capolavoro, 2005) e un ampio studio su Skrjabin (2009). Risalgono agli anni Cinquanta anche le prime trasmissioni radiofoniche curate da Vlad, che lo consacrano quale colto e raffinato divulgatore; ad esse seguirono numerose serie televisive di approfondimento musicale, nelle quali egli illustrò aspetti della musica del passato e del presente, con particolare attenzione a quella dei compositori della Seconda scuola di Vienna e di Igor Stravinskij (del quale Vlad è stato uno dei massimi studiosi di fama mondiale). Parallelamente, Vlad si è dedicato in modo costante alla composizione. Il suo corposo catalogo, che annovera composizioni scritte negli anni Trenta e i cui ultimi titoli risalgono al XXI secolo, comprende brani di musica strumentale, vocale, elettronica, nonché balletti e musiche di scena; degne di nota sono le collaborazioni con lo scenografo e ballerino Aurel M. Milloss per il balletto Die Wiederkehr, il cui debutto a Colonia avvenne nel 1962, e con Ernest Bour, che tre anni dopo diresse a Donaueschingen l’Ode super ‘Chrysea phorminx’ per chitarra e orchestra (solista Mario Gangi). Altrettanto vasta è la sua produzione musicale per film, telefilm e documentari, firmati da registi di fama internazionale, che nel 1950 gli valse il Nastro d’argento per le composizioni cinematografiche: si ricordino le musiche per La beauté du diable, di René Clair (1950), Monsieur Ripois (René Clément, 1954), Domenica d’agosto (Luciano Emmer, 1950), Herrin der Welt (William Dieterle, 1960), Il giovane Toscanini (Franco Zeffirelli, 1988). Divenuto cittadino italiano nel 1951, Vlad fu anche instancabile organizzatore: è stato direttore artistico (poi presidente) dell’Accademia Filarmonica Romana, dell’Orchestra Sinfonica di Torino della RAI, del Teatro Comunale di Firenze, del Teatro alla Scala di Milano e sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, nonché presidente della Società Aquilana dei Concerti. Ha presieduto la SIAE (1987-1993) e la Confédération Internationale des Auteurs et Compositeurs (1980-1982; 1990-1994). Si è spento a Roma il 21 settembre 2013.