Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 9 – Fondazione Giorgio Cini

Borsa di studio finalizzata alla catalogazione e digitalizzazione dei fondi archivistici del Centro Studi del Vetro

Domande entro il 15 gennaio 2020

 

TIPOLOGIA E DESTINATARI DELLA BORSA DI STUDIO

 

La Fondazione Giorgio Cini, grazie al contributo di Pentagram Stiftung, bandisce N. 2 borse di studio (della durata da sei a dodici mesi) finalizzate alla catalogazione e digitalizzazione degli archivi presenti presso il Centro Studi del Vetro, afferente l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.

La collaborazione prevede inoltre specifiche attività di supporto alle iniziative organizzate dal Centro medesimo nell’ambito del progetto decennale Le Stanze del Vetro.

 

La borsa di studio è destinata a laureati, dottorandi e post-doc, preferibilmente con esperienza nel settore dell’archivistica e della catalogazione. Verrà in ogni caso impartita una formazione di base specifica per l’utilizzo dei principali software e strumenti digitali di catalogazione adottati dalla Fondazione Giorgio Cini. E’ richiesta una presenza continuativa presso l’archivio.

 

Si prevede una contribuzione di euro 6.000,00 (lordi) per ciascuna borsa di studio.

 

 

MODALITÀ DI CANDIDATURA E SELEZIONE

 

I candidati dovranno inviare la domanda di borsa di studio, corredata di allegati  in formato digitale al seguente indirizzo :

 

centrostudivetro@cini.it

 

Le domande dovranno essere spedite entro e non oltre il 15 gennaio 2020 . Ogni richiesta dovrà essere corredata da:

 

curriculum vitae con l’indicazione delle lingue conosciute e con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ex D.Lgs. 196/2003 / in formato cartaceo

 

eventuali lettere di presentazione di professori o esperti del settore con cui il candidato abbia lavorato, in carta intestata dell’Università o dell’Istituzione di provenienza / opzionale

 

La procedura di selezione avverrà in seguito in modo comparativo, sulla base di un colloquio individuale (da effettuarsi in lingua italiana oppure in inglese), della valutazione del curriculum vitae e della corretta redazione della domanda.

 

Le borse di studio saranno infine assegnate ad insindacabile giudizio di una Commissione interna all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione stessa e l’esito della valutazioni delle domande verrà comunicato entro e non oltre il 7 febbraio 2020sia in caso positivo sia negativo.

 

Coloro i quali abbiano già goduto di una borsa di studio erogata dalla Fondazione Cini senza averla ottenuta, potranno presentare nuovamente domanda.

 

Si consiglia infine di contattare direttamente il Centro Studi del Vetro (centrostudivetro@cini.it), per prendere visione dei materiali presenti nei fondi archivistici custoditi ai fini di una più esauriente conoscenza delle diverse tipologie documentali.

 

 

 

 

IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento

A Bologna, nella suggestiva cornice di Palazzo Ghisilardi Fava, il 22 novembre si è aperta la mostra IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento: un’esposizione preziosa, curata da Massimo Medica, direttore dei Musei Civi d’Arte Antica di Bologna e storico dell’arte medievista tra i maggiori conoscitori dell’arte medievale bolognese, e il professore Luca Mor, specialista  scultura medievale; promossa da Istituzione Bologna Musei, è stata organizzata dal Museo Civico Medievale in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Curia Arcivescovile di Bologna e l’Alma Mater Studiorum.

 

La mostra – frutto di ricerche e studi cantierati proprio alla Fondazione Giorgio Cini nel dicembre del 2003 con il Convegno dell’Istituto di Storia dell’Arte Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini. Nuovi studi e con l’intervento di Luca Mor sul grande Cristo ligneo policromo duecentesco della Fondazione Cini – è occasione unica di vedere riunite per la prima volta le tre grandi e rarissime sculture recanti il Cristo Triumphans, accorpabili attorno alla bottega di un raffinatissimo intagliatore bolognese attivo tra il 1270 e il 1280, esponente di quel naturalismo gotico padano, capace di recepire echi della cultura d’Oltralpe e di aggiornarsi sulle novità toscane e  su quelle introdotte a Bologna da Nicola Pisano, attivo in città nell’arca marmorea di San Domenico (1264-1267). Un maestro anonimo a cui si è deciso di dare il nome di Maestro del Crocifisso della Fondazione Giorgio Cini.

 

Accanto alla scultura della Fondazione, si potranno ammirare il Cristo proveniente dalla chiesa bolognese di Santa Maria Maggiore, restaurata per l’occasione e dunque apprezzabile nella sua splendida, seppur più tarda, policromia; e quello delle collezioni Comunali d’Arte, nel corso del Trecento riadatto su una croce dipinta dal celebre pittore bolognese Simone dei Crocefissi, per il quale si propone in catalogo la provenienza originaria dal complesso benedettino bolognese di San Procolo. Anche il Cristo della Cini sarà apprezzabile nella sua piena leggibilità: è qui infatti presentato per la prima volta al pubblico dopo il restauro del 2011, condotto con passione e competenza dalla bravissima restauratrice Giovanna Menegazzi, alla quale i curatori hanno dedicato la mostra e il catalogo in ricordo della sua prematura scomparsa.

 

Le tre sculture, originariamente collocate in corrispondenza della struttura architettonico-liturgica dei tramezzi ecclesiali, che separavano l’area del celebrante da quella destinato ai fedeli, sono accompagnate da splendidi oggetti di oreficeria, codici miniati e croci dipinte; e proprio dalla Fondazione Giorgio Cini provengono anche una preziosa pisside duecentesca di orafo limosino in rame dorato e smalti champlevé e un frammento miniato ritagliato da un codice giuridico, rappresentante l’Elevazione dell’ostia e attribuito a miniatore bolognese (Maestro delle Decretali di Lucca). Opere dunque che danno conto del contesto, della circolazione dei modelli e degli scambi proficui tra centri artistici aldiquà e aldilà delle Alpi; centri tra i quali Bologna occupa un ruolo di assoluto rilievo: città popolosa con i suoi più di 50,000 abitanti alla fine del Duecento, crocevia strategico d’Europa su una delle direttrici del traffico internazionale, centro universitario sede di un’importante scuola giuridica e capitale aggiornata delle arti e della cultura.

 

 

Thomas Stearns, un giovane artista americano alla Venini

In concomitanza con la mostra autunnale allestita presso LE STANZE DEL VETRO e legata come di consueto alle vicende della storica vetreria Venini, il Centro Studi del Vetro organizza il convegno di Thomas Stearns, un giovane artista americano alla Venini. L’evento si focalizzerà sull’attività dell’artista americano, che agli albori degli anni Sessanta approda nell’azienda muranese entrando in sintonia con l’allora direttore della ditta, l’architetto Ludovico de Santillana. Nonostante la sua vena creativa abbia trovato maggiore e più nota applicazione nel campo della pittura, della scultura e della tessitura, il giovane artista dell’Oklahoma (classe 1936), avvia la propria sperimentazione pionieristica con la materia vitrea, tanto da aggiudicarsi una borsa di studio offerta dal governo italiano. Quest’opportunità in breve tempo lo porta ad entrare in contatto con il contesto aziendale Venini, di cui diviene stretto collaboratore. La singolare fattura delle sue prime realizzazioni in vetro e l’originalità compositiva lo distinguono da subito rispetto alla produzione corrente e gli valgono poi l’assunzione come “guest designer” della Venini, con cui si presenta alla XXXI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1962. Il simposio ne indagherà il tragitto artistico, registrandone le conquiste tecniche ed analizzando le note ripercussioni del suo innovativo sperimentalismo. La vicenda di Stearns deve essere infatti collocata in un più ampio contesto internazionale, considerata l’influenza che la sua esperienza muranese ebbe sul movimento dello Studio Glass e su altri artisti contemporanei. Una panoramica di interventi di taglio critico e storico – tra cui quelli di Rosa Barovier Mentasti, Kevin McManus e Carla Sonego – metterà infine a confronto le diverse tecniche e pratiche artistiche da lui utilizzate, ampliandone le prospettive in un percorso articolato a più voci.

 

Programma Stearns

La ‘splendida’ Venezia di Francesco Morosini (1619 – 1694): cerimoniali, arti, cultura

Nell’ambito delle celebrazioni per i quattrocento anni della nascita di Francesco Morosini (Venezia 1619 – Nauplia 1694), l’Istituto di Storia dell’Arte organizza un convegno internazionale di studi incentrato sulla sua figura e sul coté culturale della Venezia secentesca. Ammiraglio, diplomatico e poi doge, Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco, fu l’ultimo degli illustri patrizi che resero grande la Serenissima Repubblica, essendo capace di restituirle una parte dell’antico peso politico-militare sullo scacchiere internazionale e di far risorgere nei veneziani il sogno di possedere un impero marittimo in Levante. Morosini – la cui figura assunse una centralità alla quale nessun altro condottiero poté aspirare in tutta la secolare storia dello stato marciano – seppe orchestrare una strategia autocelebrativa del tutto inedita per l’efficacia degli strumenti di comunicazione in una Venezia che mantenne di fatto inalterata la sua primazia in campo culturale e artistico. Tra i temi presi in esame e illustrati nei due giorni del convegno da ventuno relatori, selezionati tra i maggiori studiosi della storia culturale e artistica secentesca, vi è quello centrale dell’immagine pubblica di Morosini e delle sue gesta nella produzione artistica di scultori, pittori, architetti, illustratori di primo piano. Strettamente collegato il tema dell’eccezionale proliferazione e popolarità di spettacoli, regate e feste civiche, mentre altri interventi si focalizzeranno sulla produzione letteraria ispirata al personaggio in anni coincidenti con una fase di importante trasformazione dell’arte veneziana in senso barocco; fenomeno che alcune relazioni analizzeranno in chiese, monumenti, figurazioni legate in vario modo al mito morosiniano.

 

Scarica il pieghevole Morosini

 


 

 

Garzoni. Apprenticeship, Work, Society in Early Modern Venice

Il 4 e 5 novembre 2019 si svolgerà alla Fondazione Giorgio Cini e all’Archivio di Stato di Venezia il convegno conclusivo del progetto GAWS: Garzoni. Apprenticeship, Work, Society in Early Modern Venice, finanziato dall’Agence Nationale de la Recherche Française e dal Fonds National Suisse pour la Recherche, e basato sulla collaborazione dell’Archivio di Stato e della Fondazione Giorgio Cini con le Università di Lille, Rouen, Ca’ Foscari Venezia e l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne. Durante il convegno, che vedrà la partecipazione di numerosi storici e storici dell’arte provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Francia, dal Belgio, dalla Gran Bretagna e dalla Spagna, si discuteranno i risultati del progetto, che ha permesso di realizzare un database di circa 55.000 contratti di apprendistato di molteplici mestieri veneziani, dalla fine del XVI alla fine del XVIII secolo.

 

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Bando Servizio Civile Universale 2019

Pubblicato il nuovo Bando per 12 posti dal titolo Questioni di fondo. Salvaguardia, digitalizzazione e promozione dei fondi personali e speciali.

 

Gli aspiranti operatori volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it  entro giovedì 10 ottobre 2019 alle ore 14.

 

Per chiarimenti e informazioni rivolgersi alla biblioteca, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, o tramite mail all’indirizzo biblioteca@cini.it, specificando nell’oggetto “informazioni servizio civile”.

 

Scarica la scheda con i dettagli del progetto 

 

 

Centro Studi del Vetro visite guidate alla Biblioteca della Manica Lunga

Il Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini  in occasione di The Venice Glass Week (il festival internazionale dedicato all’arte vetraria)  dal 7 al 15 settembre organizzerà visite guidate gratuite, previa prenotazione, alla  Biblioteca della Manica Lunga che raccoglie una documentazione unica sul vetro veneziano.

Multa renascentur

Nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969) sarà organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini un importante convegno di studi,  con l’intento di promuovere un iniziale approfondimento sulle vicende personali e professionali del famoso libraio, napoletano di nascita e fiorentino d’adozione. Sono stati coinvolti più di venti relatori, che contribuiranno a incrementare le informazioni su De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e
collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività commerciale, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano. Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione della sua collezione antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si fa ora promotrice.

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Giovanni Bellini: “…il migliore nella pittura”

Giovanni Bellini: “…il migliore nella pittura”

a cura di Peter Humfrey, Vincenzo Mancini, Anchise Tempestini e Giovanni Carlo Federico Villa

Fondazione Giorgio Cini / lineadacqua, Venezia 2019

 

Il volume si propone di dare conto degli atti del convegno internazionale ospitato presso la Fondazione Giorgio Cini (27-28 ottobre 2016), dedicato al grande maestro veneziano Giovanni Bellini. Il simposio ha rappresentato l’evento conclusivo delle manifestazioni indette per celebrare il quinto centenario della morte dell’artista che, in oltre cinquant’anni di attività spesa nel rinnovamento della pittura veneziana, si conquistò la supremazia riconosciutagli da Albrecht Dürer.

Con l’occasione si è voluto offrire un osservatorio privilegiato, in cui studiosi di fama e giovani ricercatori consacratisi allo studio del pittore e dell’arte del suo tempo, selezionati da un comitato scientifico composto da esperti di fama internazionale, si sono confrontati per mettere in luce nuove interpretazioni e aspetti inediti della produzione del pittore. I risultati sono qui presentati secondo le principali linee tematiche approfondite nel corso delle giornate veneziane: gli approfondimenti di carattere filologico e di lettura stilistica e iconografica; il fondamentale rapporto con il caposcuola tedesco Dürer; il ruolo giocato da Bellini nella nascita della pala d’altare moderna; l’eredità belliniana, attraverso alcune figure di seguaci formatisi a stretto contatto con il maestro prima di traghettare la sua lezione nel nuovo secolo

Adrian Ghenie. The battle between carnival and feast

Adrian Ghenie. The battle between carnival and feast

Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Galleria di Palazzo Cini, 2019

 

Catalogo della mostra ospitata dalla Galleria di Palazzo Cini dal 19 aprile al 18 novembre 2019, il volume presenta in eleganti riproduzioni le nove opere esposte nell’occasione, accompagnate da un saggio di Luca Massimo Barbero, curatore della mostra stessa, che ben focalizza la figura e l’attività di Adrian Genie quando sottolinea come la sua pittura «entra a gamba tesa nell’arena dell’arte contemporanea come una inattesa polimorfa e inarrestabile presenza. Sin dagli esordi, nelle radici nuove e profonde. Una pittura ed un modo di affrontarla che apre ad una serie infinita di possibilità di interpretare il mondo. Un flusso costante, ininterrotto di immagini che, come un Promeneur Solitaire, l’artista costruisce ed appunto dipinge, attraverso quella pratica artistica così antica e così nuovamente provocatoria. Tutto gli è “davanti”, “alle spalle” e tutto lo “precede”, come il ritmo incessante con cui il mondo contemporaneo ci inonda di racconti effimeri e drammatici, di vicende profonde o irriverenti, drammi e facezie, riversandole sugli schermi, nella carta stampata nell’immediatezza fluida e feroce della rete.

In ogni sua immagine ne è racchiusa un’altra».