Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 4 – Fondazione Giorgio Cini

Dorsoduro Museum Mile – Le guide del Miglio

Dorsoduro Museum Mile, lo straordinario percorso culturale attraverso otto secoli di storia dell’arte lungo il sestiere di Dorsoduro, che vede riunite Gallerie dell’Accademia, Galleria di Palazzo Cini, Collezione Peggy Guggenheim e Punta della Dogana, presenta un inedito ciclo di visite guidate, condotte dai rispettivi direttori e curatori e dedicate ad alcune tematiche trasversali all’arte di ogni tempo, dall’antico al contemporaneo, attraverso le collezioni e le esposizioni in corso.

 

Un suggestivo viaggio a tappe lungo il miglio dell’arte del sestiere veneziano di Dorsoduro, scandito da due temi chiave, la luce e il colore che, come un fil rouge, accompagneranno il pubblico a scoprire o ri-scoprire, sotto un nuovo e singolare punto di vista, alcuni tra i più grandi capolavori dell’arte internazionale.

 

L’iniziativa “Le guide del Miglio” propone otto visite gratuite tutti i lunedì di giugno e settembre, alle ore 12, nelle quattro istituzioni del Dorsoduro Museum Mile. La partecipazione alle visite è gratuita, fino a esaurimento posti disponibili. Il visitatore che acquista un biglietto a pagamento in uno dei musei del Dorsoduro Museum Mile o è titolare della Membership Card di una delle istituzioni, ha diritto a un ingresso ridotto nelle altre sedi partner.

 

Giugno
plus

Il mese di giugno sarà dedicato al tema della luce, con il primo appuntamento fissato il 5 giugno alle Gallerie dell’Accademia, il 12 giugno alla Collezione Peggy Guggenheim, il 19 giugno a Punta della Dogana e il 26 giugno alla Galleria di Palazzo Cini.

 

Dalla luce livida della straordinaria “Tempesta” di Giorgione alle Gallerie dell’Accademia, si passerà alla luce surreale che illumina il capolavoro di René Magritte “L’impero della luce”; dal fulgore dei fili d’oro dell’opera “Ttéia” di Lygia Pape che, come raggi, squarciano il buio nella mostra “Icônes” a Punta della Dogana, si arriverà al bagliore caravaggesco della “Cleopatra” di Artemisia Gentileschi alla Galleria di Palazzo Cini.

 

Settembre
plus

 

4 settembre 2023, ore 12 – Gallerie dell’Accademia, “Rinaldo e Armida” di Francesco Hayez, 

con Michele Tavola

11 settembre 2023, ore 12 – Punta della Dogana-Pinault Collection, mostra Icônes

con Bruno Racine

18 settembre 2023, ore 12 – Collezione Peggy Guggenheim, mostra “Edmondo Bacci. L’energia della luce”

con Chiara Bertola

25 settembre 2023, ore 12 – Galleria di Palazzo Cini, impreziosita da un ospite d’eccezione: una luminosa veduta del Bellotto proveniente dal Museo del Castello Reale di Varsavia.

con Luca Massimo Barbero

Vittore Carpaccio: contesto, iconografia, fortuna

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L’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini si fa promotore di un confronto tra i maggiori specialisti del grande pittore veneziano Vittore Carpaccio (1465-1525 ca.) attraverso le due giornate del convegno internazionale di studi, programmate per il 14 e il 15 giugno 2023, in concomitanza con l’importante mostra sull’artista rinascimentale a Palazzo Ducale a Venezia, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington e che fornisce la più completa esposizione di dipinti e disegni di Carpaccio dalla famosa mostra monografica del 1963. Gli interventi previsti al convegno – selezionati attraverso una call for papers – copriranno l’intera gamma di questioni che hanno interessato gli studiosi del Carpaccio nel corso dell’ultimo mezzo secolo e saranno articolati in quattro sessioni: Vittore Carpaccio: i suoi committenti e la cultura del suo tempo; Leggere le immagini di Carpaccio; Tecniche e restauri; La fortuna di Carpaccio nell’Ottocento e Novecento.

 

L’ingresso sarà libero e gratuito, fino ad esaurimento posti.

Il convegno sarà trasmesso in diretta sulla pagina YouTube della Fondazione Giorgio Cini

Ospite a Palazzo | Cleopatra di Artemisia Gentileschi

In occasione della nuova stagione di apertura della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, prevista dal 21 aprile al 15 ottobre 2023, sarà proposta una nuova edizione di Ospite a Palazzo, l’iniziativa espositiva che prevede la presentazione negli spazi della Galleria di capolavori concessi in prestito da collezioni e musei italiani e internazionali.

 

Dall’11 maggio al 16 luglio verrà quindi ospitato il dipinto di Artemisia Gentileschi raffigurante Cleopatra, della Collezione Cavallini Sgarbi: l’opera della celebre pittrice, la cui attività è documentata a Venezia dal 1626 al 1630, sarà esposta nelle sale della Galleria in occasione del prestito di un nucleo di dipinti ferraresi della raccolta di Palazzo Cini alla mostra Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa che si terrà a Ferrara nei primi mesi del 2023.

 

Dal 15 luglio al 15 ottobre sarà la volta di un altro ‘ospite’ illustre: grazie a uno scambio con il Museo del Castello Reale di Varsavia, che esporrà alla mostra Memoria dell’Antico e il primo Rinascimento il quadro con il Giudizio di Paride di Sandro Botticelli delle raccolte Cini, sarà presentato nel salone della Galleria il dipinto Varsavia, chiesa di Santa Croce del celebre vedutista veneziano Bernardo Bellotto, iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione di Assicurazioni Generali.

«Saggi e Memorie di storia dell’arte» 45

• Chiara Paniccia, Scolpire l’Exultet, istoriare la colonna. Il programma figurativo del candelabro pasquale tra riforma della Chiesa e imitatio imperii

• Francesco Fratta de Tomas, Pagine di legno: animali fantastici, miti e citazioni arcaiche negli arredi a intaglio piatto del primo Quattrocento

• Fernando Rigon, Ercole in villa. La “Virtù heroica”

• Francesco Saracino, Allori, Bronzino e la Vergine Incoronata dal Bambino

• Martina Lorenzoni, Federico Zuccari e la serie degli Uomini illustri: un gruppo di disegni inediti

• Enrico Ghetti, Per il problema di Lorenzo Gennari, tra il Guercino, Matteo Loves e Benedetto Zalone

• Sarah Ferrari, Le infinite vie del mercato dell’arte: note a margine di una ricerca sulla dispersione della collezione di Silvio Valenti Gonzaga (1690-1756) tra Svezia e Danimarca

• Orfeo Cellura, Disegni di paesaggio a Bologna fra Sette e Ottocento. Novità dal fondo Certani

• Simona Larghi, La fornace Seguso Vetri d’Arte diretta da Flavio Poli (1937-1963): il settore dell’illuminazione attraverso le testimonianze d’archivio

• Irene Quarantini, Ernesto Damiani, Arte Italiana Contemporanea 1955: filologia di una mostra itinerante

• Elisa Prete, Find some friend of Italian art in America. Le relazioni internazionali della Galleria dell’Ariete di Milano

“Multa renascentur”. Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista.

Il volume rende conto degli esiti del convegno tenuto presso la Fondazione Giorgio Cini e organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969), napoletano di nascita e fiorentino d’adozione.

 

La pubblicazione raccoglie i contributi di oltre venti relatori che hanno approfondito la figura di De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività antiquaria, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano.

 

Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione 78 LETTERA DA SAN GIORGIO ANNO XXV N° 48 della sua collezione libraria antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si è fatta promotrice.

Per un archivio fotografico dell’arte italiana. Vittorio Cini, la Fondazione Giorgio Cini e la Fratelli Alinari Atti della giornata di studi

Il volume, edito per i tipi di Marsilio, raccoglie gli atti della giornata di studi (Fondazione Giorgio Cini, 2018) organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte, in collaborazione con la Fratelli Alinari, divenuta ora Fondazione Alinari per la Fotografia.
La pubblicazione accoglie i testi degli interventi presentati nel simposio, dedicato al rapporto tra la Fondazione Giorgio Cini e la società Fratelli Alinari di Firenze, che consentì di arricchire in modo significativo il patrimonio della Fototeca dell’Istituto della Storia dell’Arte. A tale rapporto è riservato ampio approfondimento, in virtù della sua centralità: un legame che affonda le proprie radici nel 1957 quando Cini diventa proprietario di Alinari e che troverà poi sviluppo negli anni sessanta con il passaggio della società alla Fondazione Giorgio Cini, la quale detterà per un decennio gli indirizzi delle nuove campagne fotografiche. Facendo luce su queste dinamiche, il volume offre un nuovo e significativo tassello nell’ambito degli studi dedicati al rapporto arte-fotografia, auspicando possa essere un valido punto di riferimento sia per il pubblico specialistico, ma anche per il mondo della storia dell’arte in senso più ampio.

Il vetro boemo nel Novecento

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L’incontro di approfondimento correlato contestualmente alla mostra dedicata al vetro boemo – in programma presso Le Stanze del Vetro dal 14 maggio al 26 novembre 2023 – indagherà l’ambito tematico dell’importante tradizione che connota la Repubblica Ceca rispetto alla lavorazione di questo affascinante materiale.

 

La panoramica dei diversi contributi offrirà uno spaccato inedito sulle personalità e sui contenuti presentati nel percorso espositivo, soprattutto rispetto all’arco cronologico preso in esame, ossia dagli anni successivi alla fine della Grande Guerra fino ai giorni nostri. Il simposio internazionale proposto dal Centro Studi del Vetro mirerà, infatti, al coinvolgimento di esperti e testimoni autorevoli che forniranno un quadro generale e al contempo dettagliato nel contesto storico e contemporaneo rispetto alle tendenze progettuali in tema di design. Protagonisti delle trattazioni saranno le figure chiave dell’arte vetraria boema, le loro sperimentazioni, le opere e le scelte metodologiche e tecniche, ma soprattutto l’approccio con la scelta delle forme e dei colori, fino all’analisi delle più ardite applicazioni e decorazioni della superficie vitrea.

 

La giornata di studio offrirà, dunque, una riflessione su queste ottiche di ricerca attraverso gli interventi di esperti italiani e stranieri, con l’intento di delineare in modo esaustivo le diverse personalità e carriere di artisti – dalla loro formazione alla maturità professionale – come Miluše Roubíčková, René Roubíček, Václav Cigler, Vladimír Kopecký, Stanislav Libenský, Jaroslava Brychtov. Un’occasione per far conoscere al pubblico la valenza delle creazioni in vetro degli esponenti cechi che hanno inciso sul gusto e sulle poliedriche opportunità applicative, oltre ad aver arricchito prestigiose collezioni, non senza continuare a influenzare le scelte e a generare costanti innovazioni e confronti nel design in campo internazionale.

Germano Celant: Venezia

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La giornata alla Fondazione Giorgio Cini si pone l’obiettivo di offrire, attraverso gli interventi proposti, una prima ricognizione di quanto Germano Celant realizzò nel capoluogo veneto soffermandosi e ponendo l’accento su quelle iniziative che in particolar modo, se messe in prospettiva, si sono rivelate essere momenti fondanti all’interno della sua carriera.

 

La storia dell’attività di Celant nella città di Venezia inizia a metà degli anni Sessanta, quando ancora ventenne, grazie al rapporto di stima e fiducia con Umbro Apollonio, scrive per la rivista “La Biennale di Venezia. Rassegna delle arti contemporanee”.

Dalla Biennale riceve, in seguito, incarichi fondamentali per la sua affermazione curando la rassegna Ambiente/Arte: dal Futurismo alla Body Art (1976), cruciale per il raggiungimento della sua maturità critica, e successivamente Futuro Presente Passato. XLVII Esposizione Internazionale d’Arte. La Biennale di Venezia (1997).

Dei decenni ottanta e novanta si ricordano il suo determinante contributo nella realizzazione de Il Corso del Coltello, opera performativa nata dalla collaborazione tra Claes Oldenburg, Coosje van Bruggen e Frank O. Gehry messa in scena nel 1985; la collaborazione con Pontus Hultén in occasione della mostra Futurismo & Futurismi (1986), con il quale successivamente curerà Arte Italiana. Presenze 1900-1945 (1989), entrambe realizzate a Palazzo Grassi; con Michael Govan la mostra Mondrian e De Stijl. L’ideale moderno (1990) alla Fondazione Giorgio Cini e con Giandomenico Romanelli di Anselm Kiefer. Himmel-Herde (1997) al Museo Correr.

Fin dagli anni Ottanta si intensifica il rapporto con Emilio Vedova che lo poterà a ricoprire il ruolo di curatore della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, luogo dove, tra le tante, realizzerà mostre come Emilio Vedova. Scultore (2010), Aldo Rossi. Teatri (2012), Roy Lichtenstein. Sculptor (2013) ed Expo ’67 Alexander Calder Emilio Vedova (2016).

Per Fondazione Prada cura esposizioni negli spazi della Fondazione Giorgio Cini come la personale di Thomas Demand (2007) e la retrospettiva di John Wesley (2009), fino alla ristrutturazione e apertura di Ca’ Corner della Regina dove cura la mostra When Attitudes Become Form. Bern 1969/Venice 2013 (2013) che s’imporrà sulla scena internazionale per il fervido dibatto suscitato. Negli stessi spazi si terrà nel 2019 la mostra che Celant dedica alla carriera di Jannis Kounellis.

Torna alla Fondazione Cini nel 2013 con la mostra Marc Quinn – che vede una selezione di oltre 50 opere tra sculture, dipinti, disegni e altri oggetti d’arte di uno dei più noti esponenti della generazione degli Young British Artists – e nel 2019 con Emilio Isgrò, importante antologica che si dipana dalle prime cancellature del 1964 fino ad arrivare ai volumi storici de L’Enciclopedia Treccani (1970) e a quelli etnici dei Codici ottomani (2010).

 

L’ingresso è libero e gratuito, fino ad esaurimento posti.

L’evento verrà trasmesso in diretta sul canale Youtube della Fondazione Giorgio Cini

 

 

Arte Veneta 78 (2021)

Arte Veneta 78 (2021)
a cura dell’Istituto di Storia dell’Arte

 

Sommario
• Andrea De Marchi, Alla ricerca delle origini di Stefano da Verona, figlio di Jean d’Arbois: la Crocifissione von Lenbach
• Giulia Altissimo, Matteo Ceriana, Milena Dean, Il Crocifisso di San Francesco della Vigna: per Maria Cristina Dossi (1966-2020)
• Miyuki Suami, Per una nuova lettura della pala marmorea d’altare di Tullio Lombardo per la cappella dei Bernabò in San Giovanni Crisostomo
• Genevieve Verdigel, On the Origins and Functions of Red Chalk in Venetian Drawings circa 1450 to 1540
• Gianni Peretti, Alessandro Marchesini e gli incisori di Augusta
• Bożena Anna Kowalczyk, Novità su Bellotto a Milano e in Sassonia
• Roberto De Feo, Per Francesco Hayez, Giuseppe Molteni, Michelangelo Grigoletti e Ludovico Lipparini: ritrovamenti e attribuzioni
Segnalazioni
• Elena Cera, Una nuova lunetta di Bartolomeo Buon alla Giudecca
• Giulia Adami, Pratiche di bottega in epoca di Controriforma: l’inedita Vocazione di san Nazaro di Paolo Farinati
• Claudia Russo, Un busto firmato da Alessandro Vittoria nel Musée des arts décoratifs di Parigi
• Andrea Bacchi, Un busto all’antica romano fuori contesto: Il Leonardo Mocenigo di Giovanni Battista Della Porta in San Geremia a Venezia
• Amalia Pacia, Un dipinto ritrovato del Padovanino (1588- 1649), Gesù Cristo come Uomo dei dolori con la disciplina tra i santi Francesco,
Giorgio, Paolo martire e Benedetto. Dalla chiesa di San Giorgio Maggiore di Venezia a Bergamo
• Rebeca Carretero Calvo, Un Paliotto di scagliola en Venecia atribuido a Marco Mazelli (h. 1680)
• Andrea Tomezzoli, Una nota per Simone Brentana senese
• Chiara Bombardini, Sulla quadreria di Pietro Gradenigo (1695-1776)

Carte d’archivio
• Elisa Puppi, “Deliberò di far uno elmo azogielato”. Francesco Zen e l’elmo di
Solimano
• Alberto Pérez Negrete, Tracce documentarie per Juan Marin, ingegnere militare tra Venezia e Spagna

Panj Ganj. I cinque tesori di Nezāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo

Il volume monografico, pubblicato all’interno del progetto Salviamo un Codice, promosso da Nova Charta Editori, dalla sua direttrice Vittoria de Buzzaccarini e finanziato da Giovanni Alliata di Montereale, è interamente dedicato a uno dei capolavori miniati che si conservano nella biblioteca della Fondazione Giorgio Cini: il manoscritto con i Panj ganj (I cinque tesori) di Neẓāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo, opera somma di uno dei più grandi poeti della letteratura persiana classica, donato da Vittorio Cini nel 1967 a seguito del viaggio in Iran in occasione della mostra delle miniature Cini nel Palazzo Golestan a Tehran. Prodotto di lusso riccamente decorato e miniato a Širaz tra 1624 e 1625 ne lla bottega di un moẕahheb (doratore), nominato nel colophon (Lot.follāh), esso fa parte di un gruppo di codici che si ritengono commissionati da Emāmqoli Ḵān, potente e colto governatore di Širaz tra 1613 e 1633. Realizzato in occasione del restauro effettuato da Melania Zanetti tra 2018 e 2019 in collaborazione con il CIBA (Centro interdipartimentale di ricerca, studio e conservazione dei beni archeologici, architettonici e storico-artistici) dell’Università di Padova, il volume raccoglie saggi che indagano il contesto storico del manoscritto e approfondiscono i suoi aspetti letterari, codicologici, storico artistici, collezionistici, vantando il contributo di importanti studiosi nelle discipline della persianistica e dell’islamistica, come la curatrice Daniela Meneghini, professoressa di Lingua e Letteratura persiana dell’Università
Ca’ Foscari, Mario Casari, professore persianista dell’Università La Sapienza di Roma, Francis Richard, già conservatore del Département des Manuscrits orientaux della Bibliothèque Nationale de France di Parigi e direttore del Département des arts de l’Islam del Louvre, Eleanor Sims, storica dell’arte e specialista di pittura e miniatura persiana e dei territori
dell’Islam. A questi si affiancano i contributi tecnici della restauratrice Zanetti e dell’équipe del CIBA dell’Università di Padova diretta da Rita Deiana e Alfonso Zoleo, che restituiscono la ricchezza dei dati materiali emersi dalla diagnostica e dalle indagini condotte durante il restauro.