Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 3 – Fondazione Giorgio Cini

Ospite al Castello | La raccolta della manna di Paolo Fiammingo

Il programma annuale di iniziative congiunte con la Regione del Veneto riguardanti il Castello di Monselice è stato inaugurato con la conferenza tenutasi nell’antico maniero il 27 giugno 2023 dal titolo “L’armeria di Monselice, una delle collezioni di armi più ricche d’Italia”, nel corso della quale è stato presentato il nuovo portale per la consultazione online della Fototeca Regionale, di cui le fotografie dell’armeria del Castello – una raccolta d’armi di ben 904 pezzi, seconda nel Veneto solo a quella dell’Armeria di Palazzo Ducale a Venezia – costituiscono una delle sezioni più interessanti e articolate.

A questa prima iniziativa segue un secondo importante appuntamento: dal 12 ottobre 2023 viene ospitato nelle sale del Castello di Monselice uno tra i dipinti di maggior pregio di proprietà della Fondazione Giorgio Cini proveniente dalle raccolte di Vittorio Cini e un tempo custodito proprio in questa sua residenza monselicense: La raccolta della manna di Paolo Fiammingo. Si tratta di un’opera della maturità di Pauwels Franck o Francken, più noto in Italia come Paolo Fiammingo, maestro anversese allievo del Tintoretto, e suo collaboratore, che si specializzò a Venezia con prolifica bottega e una produzione di genere orientata sul paesaggio, dove si mescola la tradizione fiamminga con quella veneziana.

 

L’esposizione presso il Castello di Monselice offre l’occasione per ammirare e far conoscere al pubblico il dipinto già nella collezione di Vittorio Cini restituito pienamente alla sua leggibilità grazie al restauro eseguito nel 2011.

Archivi Aperti

Nell’ambito dell’evento The Venice Glass Week, giunto quest’anno alla settima edizione, il Centro Studi del Vetro propone al pubblico di accedere all’interno del suo vasto Archivio documentale, da pochi mesi in una veste rinnovata. Infatti, durante la settimana dedicata al vetro veneziano, grazie al restauro della Sala Messina, sita al piano terra della Fondazione Giorgio Cini, si potrà cogliere in un unico spazio dedicato, la varietà dei materiali raccolti in questi undici anni di attività: un prezioso patrimonio costituito da materiale unico nel suo genere, come cataloghi di produzione, corrispondenza aziendale, fotografie d’epoca ma soprattutto disegni e progetti originali di diversa fattura e funzione, utilizzati all’interno delle fornaci o provenienti da fondi artistici privati. Opportunità non solo per studiosi e ricercatori ma per chiunque desidera avvicinarsi per la prima volta all’arte vetraria del novecento a Venezia per semplice curiosità o interesse verso tale ambito artistico.

 

Le visite guidate sono disponibili dal lunedì al venerdì, orario 10-13.30 / 14.30-17.00 previa prenotazione via mail a: centrostudivetro@cini.it

 

YOICHI OHIRA Artista dello Studio Glass Veneziano. I disegni della Vetreria Anfora  

YOICHI OHIRA. Artista dello Studio Glass Veneziano. I disegni della Vetreria Anfora

 

Presentazione in occasione della Venice Glass Week

Venerdì 15 settembre, ore 12

Sala Barbantini

Fondazione Giorgio Cini

Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

Presenta

Rosa Barovier Mentasti: Storica del Vetro

 

Interventi

Federico Zanini: Curatore del progetto editoriale

Francesca Giubilei: Gallerista

Barry Friedman: Gallerista e collezionista

 

 

 

In occasione della settima edizione della Venice Glass Week, il Centro Studi dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, promuove la presentazione del libro YOICHI OHIRA. Artista dello Studio Glass Veneziano. I disegni della Vetreria Anfora. La monografia è dedicata al celebrato autore di origine giapponese, legato per quasi trent’anni al vetro e in particolare all’Isola di Murano, dove realizzò opere d’arte in collaborazione soprattutto con la vetreria Anfora.

 

 

 

Il libro racconta sia l’artista che la storica fornace, dando conto in particolare di alcuni preziosi e inediti materiali d’archivio, tra cui disegni e progetti ma soprattutto un raro documento che rappresenta il repertorio delle tecniche di lavorazione utilizzate in moleria dal maestro Giacomo Barbini per realizzare le opere di Ohira.

Curata da Federico Zanini, la pubblicazione raccoglie saggi dello stesso Zanini (Yoichi Ohira, artista dello Studio Glass Veneziano), di Rosa Barovier Mentasti (Yoichi Ohira: un artista ed un amico), di Barry Friedman (Recollections of my Friend, Yoichi Ohira), di Francesca Giubilei (I favolosi anni Novanta di Yoichi Ohira a Venezia), che illustrano la figura di questo autore offrendo contributi di taglio personale e storico-artistico. Completano il testo un esaustivo apparato iconografico ed alcune interviste e testimonianze rilasciate dai maestri dell’Anfora che hanno lavorato in sinergia con Ohira.

 

Yoichi Ohira ha vissuto e lavorato a Venezia per oltre venticinque anni. Dopo anni di lavoro che combinano la profonda tradizione estetica del Giappone con le tecniche secolari della lavorazione del vetro veneziano ed è considerato uno dei principali artisti del vetro. Il suo lavoro è presente nelle collezioni dei più importanti musei del mondo.

 

 

 

 

 

Il vetro attraverso le analisi chimiche

In occasione dell’evento The Venice Glass Week, edizione 2023, mercoledì 13 settembre, il Centro Studi del Vetro in collaborazione con il LAMA – Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi dell’Università Iuav di Venezia – presenterà all’incontro Il vetro attraverso le analisi chimiche i risultati di alcune linee di ricerca avviate nell’ultimo biennio sul vetro colorato delle produzioni Cappellin e Venini. Le indagini di laboratorio, realizzate grazie ad una borsa di studio appositamente promossa dalla Pentagram Stiftung, sono state eseguite mediante tecniche analitiche non invasive e non distruttive su svariate decine di manufatti (trattasi di più di 300 campioni di pigmenti). L’iniziativa rientra nel più ampio progetto finalizzato alla valorizzazione del vetro artistico muranese spaziando in molteplici ambiti di ricerca.

E’ possibile partecipare all’incontro del 13 settembre alle ore 16.00 previa prenotazione via mail a: centrostudivetro@cini.it  

«Arte Veneta» 79

«Arte Veneta» 79
a cura dell’Istituto di Storia dell’Arte

 

Sommario

• Chiara Ponchia, Un nuovo foglio miniato da una perduta mariegola per la Scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia

• Luca Fabbri, Considerazioni sull’attività e nuove proposte per Bartolomeo Giolfino
• Sergio Alcamo, “Un detto con Astrologo di mano del Palma il Vecchio”. Nei depositi della Gemäldegalerie di Dresda L’Oroscopo giorgionesco creduto distrutto • Michele Guida Conte, Una vicenda frammentata: la pala per la cappella maggiore di Santa Corona a Vicenza, da Francesco Giolfino a Jacopo Tintoretto
• Federico Maria Giani, «Petrus venetus 1547». La Crocifissione della parrocchiale di Bodzentyn e alcune note sul manierismo veneziano in Polonia e Lituania nel Cinquecento

• Claudia Caramanna, Novità su Jacopo Apollonio, nipote dei Bassano
• Francesca Stopper, Intorno a Nicolò Roccatagliata e Sebastiano Nicolini e un caso di trasmissione di modelli a Venezia nel XVII secolo
• Vincenzo Mancini, “… le merende sono andate in cielo”. Johann Liss (e Nicolas Regnier) a Venezia
• Sara Grinzato, Iconografia e propaganda a Venezia nel Settecento: Jacopo Guarana a Palazzo Ducale

Segnalazioni
• Francesco Ceretti, Cremona Serenissima: Marco Marziale e la cultura figurativa filoveneziana
• Paolo Goi, Il monumento di Nicolò II della Torre a Gradisca d’Isonzo
• G. Bocchi, Il cavalier Giovanni Giacomo Morati, pittore e maestro veneziano matricolato
• Carolina Trupiano Kowalczyck, Apollonio Domenichini, il maestro della Fondazione Langmatt. Storia della commissione e provenienza delle celebri vedute di Venezia
• Chiara Lo Giudice, Un gruppo di disegni inglesi di ritratto e qualche nota sulla fortuna di Jacopo Amigoni in Inghilterra 

Carte d’Archivio
• Matteo Mazzalupi, Urbino 1438: i Montefeltro e gli esordi di Antonio Vivarini
• Andrea Franci, “Una paseta da altar” di Lorenzo Lotto per “li homini de la vila de Saleto”
• Maria Stella Alfonsi, Non solo Leopoldo. Paolo del Sera e un bozzetto di Bernardo Strozzi per Giovan Carlo de’ Medici

 

Ospite a Palazzo | Bernardo Bellotto

Prosegue la stagione della Galleria di Palazzo Cini a San Vio con l’arrivo di un nuovo ospite d’eccezione. È il singolare dipinto di Bernardo Bellotto (1721-1780) Varsavia, chiesa di Santa Croce, databile 1778, prestito dal Museo del Castello Reale di Varsavia, che entra nelle sale della Galleria nell’ambito della rassegna Ospite a Palazzo, dal 15 luglio  al 15 ottobre 2023.

 

Un’opera straordinaria e un’importante testimonianza della vivace attività in Europa del vedutista veneziano, del suo sguardo curioso, capace di indagare la vita delle città visitate; così meticoloso da rendere Bellotto un appassionato e sensibile cronista della civiltà europea del tempo, maestro del realismo, del drammatico impianto luministico, dal raffinato sapere architettonico. Caratteristiche evidenti nella resa della facciata barocca della chiesa di Santa Croce, una delle più importanti di Varsavia, protagonista di una scena popolata di luce e brulicante di vita.

 

Nipote e allievo di Giovanni Antonio Canal, da cui eredita il soprannome Canaletto, Bernardo Bellotto si differenzia dal maestro per un più analitico realismo che si intensifica proprio negli anni in cui, invitato nelle corti europee, produce immagini di immenso valore storico: prima a Dresda, dove risiede dal 1762 al 1766, poi nella Varsavia del re Poniatowski, segnata da un profondo conflitto sociale, dove convivevano estrema ricchezza e disperata povertà, capitale di un Paese in grave declino politico ma pulsante di vita.

Proprio Varsavia sarà l’ultima residenza dell’artista, che qui  muore il 17 novembre 1780.

 

Coinvolto dal fascino multiforme della civiltà polacca, Bellotto è in grado di fornire una precisa testimonianza della variegata società settecentesca e di rappresentare, al contempo, una documentazione storica della città, dei suoi palazzi, tanto che il dipinto ora ospite eccezionale di Palazzo Cini, servì come modello per la ricostruzione della chiesa di Santa Croce, distrutta dopo la Rivolta di Varsavia del 1944.

 

Insieme alla tela realizzata en pendant raffigurante la Chiesa delle Sacramentine, l’opera era collocata nell’anticamera Senatoriale del Castello Reale di Varsavia, celebre come Sala di Canaletto, a partire dalla fine del 1777. Due vedute di Varsavia indissolubilmente legate alla storia della Polonia fino al Novecento: rimaste nella Sala di Canaletto fino al 1807, passano al principe Jozef Poniatowski, eroico combattente per la libertà della patria, per poi essere requisite dallo zar Nicola I, come ritorsione per la insurrezione di Varsavia del 1830-1831; in Russia rimangono fino al patto di Riga del 1922 per poi tornare al Castello Reale dove, nel 1939 vengono confiscate dal regime nazista e portate in Germania; recuperate nel 1945 e collocate al Museo Nazionale – il Castello Reale era stato raso al suolo dalle bombe tedesche – vengono utilizzate come fonte documentaria per la ricostruzione del centro storico della città. Nel 1984 i dipinti di Bellotto rientrano nella Sala di Canaletto, nel castello ricostruito.

 

Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Giorgio Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 15 ottobre 2023. La collaborazione con la Fondazione Cini è frutto di un legame proficuo e duraturo che nasce dalla comune esigenza di impegnarsi nella promozione dell’accesso e della fruibilità della cultura.

 

 

 

 

Online l’archivio della storica vetreria muranese Seguso Vetri d’Arte

Il Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini ha pubblicato online il ricco patrimonio documentario della storica vetreria muranese Seguso Vetri d’Arte. Composto da più di trentamila immagini, l’archivio è ora consultabile gratuitamente sul sito archivi.cini.it/centrostudivetro/home insieme a quelli già pubblicati di artisti e designer quali Emmanuel Babled, Dino Martens, Ginny Ruffner, Peter Shire e Vinicio Vianello.

 

L’archivio analogico della Seguso Vetri d’Arte è composto da un corpus molto vasto di disegni, progetti, fotografie e cataloghi di fornace, per un totale di 13.311 foto d’epoca, 22.479 disegni e oltre trentacinquemila schede catalografiche digitali, suddivise per serie – Fotografie, Vetri Artistici, Progetti speciali, Showroom catalogues – databili tra il 1933 e il 1973, rispetto alle quali è ora possibile una più ampia fruizione, sia per gli storici che per il grande pubblico, attraverso queries specifiche e ricerche avanzate.

Call for papers “Landscape drawing in the making: materiality – practice – experience, 1500–1800”

Call for papers

Convegno internazionale di studi  Landscape drawing in the making: materiality – practice – experience, 1500–1800.

 Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 14–15 March, 2024

Curatrici: Dr Camilla Pietrabissa (Venezia), Dr Elisa Spataro (Roma)

 

Il disegno del paesaggio è stato per lungo tempo considerato come passatempo amatoriale o esercizio delle abilità compositive in relazione alla produzione pittorica. L’orientamento degli studi più recenti verso questioni di pratica artistica e materialità delle opere ha permesso di esplorare il disegno di paesaggio in quanto opera d’arte autonoma o come restituzione dell’esperienza della natura. Del resto, disegni e stampe di paesaggi prodotti da artisti come Leonardo e Dürer, Rembrandt, Cozens e Fragonard, continuano ad affascinare il pubblico da secoli. Per questi artisti, che spesso ritraevano se stessi immersi nella natura intenti a disegnare, la rappresentazione del paesaggio costituisce una fondamentale pratica autoriflessiva.

 

La possibilità di effettuare indagini più ampie sulle pratiche specifiche del disegno e dell’incisione di paesaggio, come anche sulla loro funzione nel processo artistico, ha aperto la strada per una maggior comprensione di questi oggetti al di là dell’individuazione di riferimenti visivi e testuali. Le ricerche contemporanee sulle tecniche e i materiali nel Rinascimento e nella prima età moderna consentono anche di aprire nuove prospettive sul paesaggio come ambiente fisico e, al contrario, come prodotto di invenzione e sperimentazione artistica. Landscape drawing in the making intende prendere in esame la complessità di tali prodotti artistici ponendo l’attenzione sugli aspetti materiali ed estetici, al di là della loro interpretazione all’interno dei confini iconografici e di genere pittorico. Dalle tecniche agli strumenti utilizzati per osservare e registrare su carta la natura e gli spazi urbani, all’assemblaggio di album e all’innovazione delle tecniche di stampa, questo convegno si propone di dimostrare come le ricerche più recenti stiano plasmando la storia delle immagini del paesaggio, sfidando le narrazioni storiografiche finora ricevute.

 

Tra i vari aspetti che il convegno intende affrontare, si possono considerare:

– La nozione del disegno dal vero o ‘dal naturale’ in relazione alla pratica e all’esperienza artistica;

– I materiali per il disegno di paesaggio: supporti e strumenti del disegno;

– Le pratiche di raccolta dei singoli fogli, di assemblaggio e dispersione di taccuini e album di disegni di paesaggio;

– Gli schemi compositivi, la prospettiva e i punti di vista sul paesaggio;

– L’uso di strumenti ottici e di altri dispositivi tecnici.

 

Si prega di inviare un abstract di 300 parole per un paper di 20 minuti e un breve CV (in inglese o italiano) entro il 31 luglio p.v. all’indirizzo landscapedrawingconference@gmail.com

 

I relatori dei paper selezionati saranno avvisati entro l’8 settembre 2023. L’organizzazione prenderà in carico vitto e alloggio per i partecipanti per le due giornate di convegno. Se si necessita di un eventuale contributo per le spese di viaggio, si prega di indicare il luogo di partenza nella mail di candidatura.

È prevista la pubblicazione degli atti della conferenza.

 

Comitato scientifico:

Giovanni Careri, Università IUAV di Venezia

Patrizia Cavazzini, British School at Rome

Valter Curzi, Sapienza Università di Roma
Giovanni Maria Fara, Università Ca’ Foscari

Martina Frank, Università Ca’ Foscari

Ketty Gottardo, The Courtauld Gallery

Francesco Grisolia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

 

 

L’armeria di Monselice, una delle collezioni di armi più ricche d’Italia

In collaborazione con la Regione del Veneto la Fondazione Giorgio Cini promuove, il giorno 27 giugno alle ore 11.00 presso il Castello di Monselice, una conferenza dal titolo “L’armeria di Monselice, una delle collezioni di armi più ricche d’Italia”, nel corso della quale sarà presentato il nuovo portale per la consultazione online della Fototeca Regionale, di cui le fotografie dell’armeria del Castello costituiscono una delle sezioni più interessanti e articolate.

 

Il nuovo portale dedicato alla Fototeca Regionale, realizzato e pubblicato online nel 2022, presenta un catalogo che comprende oltre ventimila schede – compilate in base alla normative emanate dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) – relative alle fotografie della Fototeca Regionale ma anche agli oggetti d’arte che vi sono riprodotti, conservati in diversi musei del Veneto, tra cui quelli di Bassano del Grappa, Belluno, Feltre, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Vicenza. In particolare presenta i risultati della digitalizzazione e catalogazione della sezione della fototeca relativa all’armeria del Castello di Monselice, allestita da Vittorio Cini negli anni Trenta del secolo scorso. Si tratta di una raccolta d’armi di ben 904 pezzi – seconda nel Veneto solo a quella dell’Armeria di Palazzo Ducale a Venezia – e che occupa attualmente l’intero pianoterra della Torre Ezzeliniana. La provenienza italiana, spagnola, tedesca e francese delle armi esposte – tra cui armature complete da torneo e da guerra, elmi e cotte di maglia, spade, pugnali, armi in asta, balestre e armi da fuoco – offre una visione dell’uso e della diffusione delle armi in Europa con riferimento al periodo medievale e rinascimentale.

 

Dopo i saluti istituzionali sono previsti gli interventi del direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero, che introdurrà il tema dell’Armeria di Monselice, di Ilaria Turetta, sul progetto della Fototeca Regionale e il nuovo portale online, di Joan Porcel Pascual, sul tema della digitalizzazione degli archivi fotografici, e di Emanuele Manin, che illustrerà la collezione di armi antiche.

 

IAS/Kress Lecture

L’Istituto di Storia dell’Arte ospita l’edizione 2023 della IAS/Kress Lecture Series, ciclo di conferenze annuali promosse in Italia dall’associazione americana Italian Art Society insieme alla Samuel H. Kress Foundation, che mira a promuovere gli scambi culturali tra gli storici dell’arte del Nord America e la comunità internazionale degli studiosi che vivono o lavorano in Italia.

 

La conferenza, che avrà inizio alle ore 17:00, dal titolo The Worn Animal: Furs and Perfume in Early Modern Venetian Art, sarà tenuta da Jodi Cranston della Boston University e sarà introdotta da Tenley Bick, Assistant Professor of Global Contemporary Art alla Florida State University e Presidente dell’Italian Art Society. Fondata nel 1987, l’Italian Art Society è dedicata allo studio dell’arte e dell’architettura italiana e riunisce 350 studiosi affermati ed emergenti, studenti laureati e appassionati.

 


La partecipazione sarà libera e gratuita, fino ad esaurimento posti.
L’evento sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini.