Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 2 – Fondazione Giorgio Cini

    Istituto di Storia dell’Arte

    L’Istituto di Storia dell’Arte promuove incontri e convegni di studi, custodisce un importante nucleo di opere d’arte (soprattutto disegni, dipinti, miniature e libri antichi) conserva fondi storici dei grandi studiosi di arte veneta, promuove una serie di pubblicazioni (riviste, collane di volumi, repertori) e organizza mostre d’arte antica, moderna e contemporanea. 

    L’Istituto di Storia dell’Arte nasce nel 1954 per iniziativa di Giuseppe Fiocco, grazie a un accordo tra l’Università di Padova e la Fondazione Giorgio Cini, un organismo nella tradizione degli Istituti di storia dell’arte tedeschi. Viene presentato ufficialmente in occasione del XVIII Congresso Internazionale di Storia dell’Arte tenutosi a Venezia nel 1955. Fin dall’inizio viene avviata la costituzione dei fondi librari, anzitutto con l’acquisizione della Biblioteca Fiocco, e della fototeca. Negli anni Sessanta entrano, per dono di Vittorio Cini, le cospicue collezioni di opere d’arte connesse con le ricerche dell’Istituto. All’istituto afferiscono la fototeca (con un imponente fondo storico fotografico), la biblioteca (una delle più grandi, per volumi custoditi, nell’ambito dell’arte) e dal 2012 il Centro Studi del Vetro, oltre alle collezioni di Palazzo Cini a San Vio.

    L’Istituto cura due riviste scientifiche di classe A, riconosciute dall’ANVUR. Si tratta di Arte Veneta, fondata nel 1947 (con la direzione di Rodolfo Pallucchini) e Saggi e Memorie di Storia dell’Arte, che dal 1957 ospita contributi sull’arte italiana ed europea con un taglio interdisciplinare.

    Dal 2013 l’Istituto è diretto da Luca Massimo Barbero.

    721° mostra del Cavallino “Anticipazioni memorative. Anselmi-Costalonga-Fulgenzi-Patelli-Perusini”, 1970: provini con immagini dell’inaugurazione.

    Fondato nel 1954, l’Istituto promuove e sostiene la ricerca nell’ambito della storia dell’arte, in particolare veneta. Custodisce un importante nucleo di opere d’arte e archivi documentari e fotografici. Produce pubblicazioni scientifiche e organizza mostre d’arte antica, moderna e contemporanea.

    CENTRO STUDI DEL VETRO

    Il Centro Studi del Vetro, nato nel 2012 in partnership con Pentagram Stiftung, è oggi il più importante archivio generale del vetro veneziano. In questi anni ha raccolto preziosi nuclei documentali appartenuti alle maggiori vetrerie storiche muranesi. Con i suoi duecentocinquanta mila documenti, tra disegni, schizzi e progetti esecutivi, il Centro rappresenta un unicum nel suo genere. Il corpus dei fondi grafici è affiancato da fotografie d’epoca, carteggi, album, libri d’oro e preziosi cataloghi. A questo si aggiungono registri di magazzino e spedizioni, brevetti e fatture, materiali preziosi per ricostruire la storia delle attività vetrarie.

    PALAZZO CINI

    La Galleria di Palazzo Cini, raffinata casa-museo a San Vio, nel Sestiere di Dorsoduro, è stata riaperta dal 2014 e ospita mostre di arte antica e contemporanea. Sorta nel 1984, custodisce un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica di uno dei più importanti collezionisti del novecento italiano: l’imprenditore e filantropo Vittorio Cini (1885-1977).

    Istituto di Storia dell'Arte

    DIRETTORE
    Luca Massimo Barbero
    CONTATTI

    La maraviglia del mondo – Leandro Bassano (1557-1622)

    Il convegno, promosso dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con il Centro Tedesco di Studi Veneziani e ideato in occasione del quarto centenario dalla morte, è dedicato a Leandro Bassano, quarto figlio del celeberrimo Jacopo, formatosi nella bottega del padre ma che sviluppò presto un proprio stile pittorico, con l’adozione di un colorismo più freddo e con un’enfasi sul disegno in contrasto con lo stile più aperto di Jacopo e del fratello maggiore Francesco. Oltre che nella produzione di grandi pale d’altare, come Il miracolo di santa Lucia (1596) in San Giorgio Maggiore e di altre pitture a destinazione sacra, Leandro fu anche coinvolto nel rinnovamento di Palazzo Ducale. Soprattutto, però, eccelleva nella ritrattistica. Realizzò i ritratti dei dogi regnanti Marino Grimani, Leonardo Donà, Giovanni Bembo e Antonio Priuli, di ambasciatori veneziani, cardinali e patriarchi, di principi stranieri e di celebri scienziati, tra cui un ritratto di Galileo Galilei oggi perduto, caratterizzati da una modalità di rappresentazione insolitamente naturalistica per l’epoca, che li pone stilisticamente alle soglie del Barocco. Della sua folta schiera di allievi solo Tiberio Tinelli (1586-1638) e Pedro Orrente (1580-1645), il “Bassano spagnolo”, sono stati finora identificati con precisione; altri allievi attendono di essere riconosciuti. Nuove fonti non ancora prese in considerazione, sia documenti d’archivio che rapporti diplomatici, potranno gettare nuova luce sulla vita e le opere di Leandro. Allo stesso modo, la fortuna di Leandro Bassano merita di essere indagata: non solo la figura di pittore come un “fenomeno europeo”, le cui opere erano rappresentate in tutte le collezioni importanti del tempo.

     

    Oltre a questi, altri temi saranno analizzati nel corso delle tre giornate del simposio, curato da Sabine Engel della Gemäldegalerie Berlin, Stiftung St. Matthäus e da Giorgio Tagliaferro dell’Università di Warwick: dalla questione della bottega ai disegni dell’artista, dalla cultura letteraria ai rapporti con la committenza.

     

    Le giornate del convegno, organizzato con il supporto della Fritz Thyssen Stiftung, saranno ospitate al Centro Tedesco di Studi Veneziani il 3 e 5 luglio e alla Fondazione Giorgio Cini il 4 luglio 2024.

     

    Scarica il programma

     

    Il giorno 4 luglio è prevista la diretta sul canale Youtube della Fondazione Giorgio Cini a questo indirizzo

    Nino Barbantini (1884-1952). Tra museografia e critica d’arte

    Il giorno 29 maggio alle ore ore 11:00, nell’Aula Businaro del  Castello di Monselice, verranno presentati gli Atti del Convegno di Studi Nino Barbantini (1884-1952). Tra museografia e critica d’arte pubblicati nella rivista “Saggi e Memorie“, preziosa pubblicazione scientifica edita dall’Istituto per la Storia dell’Arte della Fondazione.

     

    Il volume documenta i temi trattati nelle due giornate di studi dedicate a Barbantini (Castello di Monselice, 18 e 19 ottobre 2022), figura di primo piano della museografia in Italia dei primi decenni del Novecento e protagonista indiscusso della vita culturale veneziana. In particolare è trattato il rapporto tra Barbantini, Vittorio Cini e il Castello di Monselice: alla metà degli anni Trenta Barbantini fu infatti prescelto da Cini come responsabile del progetto di restauro e allestimento della dimora monselicense, che con le sue collezioni d’arte costituisce lo specchio delle scelte di gusto operate da Barbantini per l’imprenditore collezionista ferrarese, con il quale condivise un lungo e fraterno sodalizio culturale. I testi pubblicati nel volume indagano inoltre la poliedrica personalità di Barbantini ricostruendo l’intreccio tra museografia, esposizioni e critica d’arte, presentando gli allestimenti da lui promossi alla luce della museografia contemporanea e approfondendo infine i rapporti con studiosi, colleghi e artisti nel variegato e fecondo clima culturale e intellettuale della Venezia della prima metà del Novecento.

     

    All’incontro, promosso dalla Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Regione del Veneto, interverranno Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione e Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte; il sindaco di Monselice Giorgia Bedin, gli assessori regionali Francesco Calzavara e Cristiano Corazzari, la presidente della sesta commissione consiliare permanente del Consiglio regionale del Veneto Francesca Scatto;  l’Amministratore Unico Veneto Edifici Monumentali s.r.l.. Aldo Rozzi Marin. L’incontro sarà presentato dallo storico dell’arte e docente emerito Sileno Salvagnini.

     

     

    SALUTI

     

    Aldo Rozzi Marin
    Amministratore Unico Veneto Edifici Monumentali s.r.l.

     

    Francesco Calzavara
    Assessore alla Programmazione, Attuazione programma, Rapporti con Consiglio regionale, Bilancio e patrimonio, Affari generali, EE.LL. della Regione Veneto

     

    Francesca Scatto
    Presidente della sesta commissione consiliare permanente del Consiglio regionale del Veneto

     

    Cristiano Corazzari
    Assessore al Territorio, Cultura, Sicurezza, Flussi migratori, Caccia e pesca della Regione Veneto

     

    Giorgia Bedin
    Sindaco della città di Monselice

     

    Renata Codello
    Segretario Generale Fondazione Giorgio Cini

     

    INTRODUCE
    Luca Massimo Barbero
    Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Fondazione Giorgio Cini

     

    PRESENTA
    Sileno Salvagnini
    Docente Ordinario Emerito

     

    RSVP: info@roccadimonselice.it

    «Saggi e Memorie di storia dell’arte» 46

    • Alessandro Serrani, Sull’asse Bologna-Padova-Venezia: un’inaspettata
    relazione fra Pietro Lombardo e Marco Zoppo

    • Elena Pizzolitto, Il catalogo aggiornato delle edizioni a tema cartografico
    di Giovanni Andrea Vavassore

    • Stefano Colombo, Strappi: il restauro degli affreschi di Carlo Innocenzo
    Carloni a Palazzo Grassi

    • Alberto Cibin, La decorazione del medaglione centrale nell’Aula
    Magna del Palazzo del Bo: costruzioni identitarie in età risorgimentale
    nell’ateneo patavino

    • Matteo Salomone, Il vero e il simbolo. Santo Saccomanno scultore
    “internazionale” nella Genova di secondo Ottocento

    • Alice S. Legé, Irène Cahen d’Anvers et la Petite fille au ruban bleu.
    Biographie d’un tableau de Renoir

    • Stefania Cretella, La S.A.L.I.R. e Guido Balsamo Stella: storia di una collaborazione artistica attraverso l’archivio della manifattura

     

    Atti del convegno di studi Nino Barbantini (1884-1952). Tra museografia e critica d’arte
    Monselice, Complesso Monumentale Rocca di Monselice 18-19 ottobre 2022

     

    • Donata Levi, Musei civici nel primo dopoguerra. Il ruolo di Nino Barbantini

     

    • Alice Cutullè, Una “fraternità fedele”: Nino Barbantini e Gino Fogolari

     

    • Marta Nezzo, “Vorrei anch’io non riposare”: il legame fra Ugo Ojetti e Nino
    Barbantini

     

    • Alberto Craievich, Il Settecento di Barbantini

     

    • Marta Boscolo Marchi, Nino Barbantini e l’arte asiatica. L’attività per il
    Museo d’Arte Orientale “Marco Polo”

     

    • Antonella Chiodo, Alessandro Martoni, Nino Barbantini al castello di
    Monselice. Restauro, allestimento e genesi del collezionismo di Vittorio Cini

     

    • Mauro Natale, Barbantini e la mostra ferrarese del 1933

     

    • Marsel Grosso, “Lo stile di Barbantini” e la mostra di Tiziano del 1935

     

    • Elisabetta Barisoni, Nino Barbantini critico d’arte a Ca’ Pesaro.
    Dall’estetica della gioventù alle grandi retrospettive degli anni venti e trenta

     

    • Rosa Barovier Mentasti, Maestri vetrai e artisti del vetro nelle mostre
    capesarine di Barbantini

     

    • Sileno Salvagnini, Nino Barbantini: Biennali
    Bibliografia di Nino Barbantini a cura di Nico Stringa

    Antonio Guardi. I Fasti veneziani

    L’album dei cosiddetti “Fasti veneziani” di Antonio Guardi è uno dei capolavori del disegno veneto del Settecento. Rappresentanti episodi della storia della Serenissima e liberamente ispirati a dipinti realizzati prevalentemente nel Cinquecento come parte della decorazione di Palazzo Ducale ma non solo, i fogli testimoniano le prodigiose capacità metamorfiche del segno guardesco, capace di trasformare quei modelli in opere d’arte autonome ed esemplari di una via veneziana alla stagione rococò.

     

    Il volume riproduce e analizza per la prima volta estensivamente i disegni di questo nucleo già appartenuti alla collezione di Vittorio Cini (che, con intuito e sensibilità, ne aveva quindi colto lo straordinario valore) e prende in esame gli altri dispersi in musei e raccolte di tutto il mondo. Di taluni fogli vengono inoltre nuovamente identificati i soggetti e riconosciuti i rispettivi modelli pittorici. Riprendendo la storiografia che si è occupata della questione e riannodando le intricate fila di una querelle guardesca che ha infuriato negli studi novecenteschi, l’autore propone ipotesi riguardo la natura del loro progetto originario, le finalità culturali della loro realizzazione e riconosce tecniche e stili differenti impiegati all’interno del gruppo, compatibili con un lavoro collettivo plausibile nell’ambito della bottega dei fratelli Guardi.

    Libri a San Giorgio | Antonio Guardi. I Fasti veneziani

    Il 7 maggio alle ore 17:00 verrà presentato il volume Antonio Guardi. I Fasti veneziani a cura di Denis Ton, Allemandi Editore. L’album dei cosiddetti “Fasti veneziani” di Antonio Guardi è uno dei capolavori del disegno veneto del Settecento. Rappresentanti episodi della storia della Serenissima e liberamente ispirati a dipinti realizzati prevalentemente nel Cinquecento come parte della decorazione di Palazzo Ducale ma non solo, i fogli testimoniano le prodigiose capacità metamorfiche del segno guardesco, capace di trasformare quei modelli in opere d’arte autonome ed esemplari di una via veneziana alla stagione rococò. Il volume riproduce e analizza per la prima volta estensivamente i disegni di questo nucleo già appartenuti alla collezione di Vittorio Cini (che, con intuito e sensibilità, ne aveva quindi colto lo straordinario valore) e prende in esame gli altri dispersi in musei e raccolte di tutto il mondo.

     

    Presenta Fabrizio Magani, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e laguna

    Intervengono Luca Massimo Barbero, Denis Ton e Giovanni Alliata di Montereale

     

    Aperitivo gentilmente offerto da Distilleria Nardini 1779

    Alex Katz Claire, Grass and Water

    La Fondazione Giorgio Cini presenta le nuove opere dell’artista americano Alex Katz, a cura di Luca Massimo Barbero con il supporto della galleria Thaddaeus Ropac in occasione della sessantesima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
    La mostra segue la recente retrospettiva dell’artista al Guggenheim di New York e comprende tre grandi gruppi di opere realizzate tra il 2021 e il 2022 che rappresentano tre aspetti chiave della sua pratica. Un gruppo
    di dipinti basati sugli abiti della stilista americana di metà secolo Claire McCardell è accompagnato da rappresentazioni in primo piano su larga scala di oceani dalle tinte inchiostro e di terreni erbosi nei toni del verde e del giallo.
    In una recente intervista, Katz ha descritto le creazioni di Claire Mc-Cardell come “non affettate”: una qualità che si armonizza con il suo stile pittorico e sobrio. Molte delle opere esposte alla Fondazione Giorgio Cini
    presentano composizioni bipartite o addirittura tripartite, con frammenti di abiti e modelli diversi che richiamano le strategie visive del cubismo e, in particolare, il Ritratto di Dora Maar di Picasso del 1937. Katz ha scritto della sua ammirazione per il dipinto nella sua autobiografia Invented Symbols del 2012. Il suo stesso assemblaggio fonde prospettive e frammenti diversi in un’immagine impossibile eppure accattivante: in un’opera, due modelli in abiti diversi, leggermente sfalsati, sono uniti al centro della tela per formare un’unica sorprendente silhouette, mentre in un’altra una figura femminile sembra sporgersi da un abito tagliato a metà.

     

    La mostra sarà accompagnata da un catalogo che raccoglie una conversazione tra Alex Katz e Luca Massimo Barbero e un saggio sui suoi dipinti di moda, a cura dello storico dell’arte e curatore Olivier Gabet.

    Martha Jungwirth – Herz der Finsternis

    La Galleria di Palazzo Cini, straordinaria casa-museo che custodisce i capolavori della collezione di Vittorio Cini, riapre al pubblico con una mostra dedicata all’artista austriaca Martha Jungwirth (Vienna 1940). Unica donna tra i membri fondatori del gruppo di artisti “Wirklichkeiten” (“Realtà”), le sue opere furono esposte nella mostra alla Secessione di Vienna del 1968, curata da Otto Breicha. Da allora Martha Jungwirth ha continuato a sviluppare un linguaggio visivo innovativo, caratterizzato dall’esplorazione del colore e da linee incisive. Nel 2018 ha ricevuto il prestigioso Premio Oskar Kokoschka assegnato dallo Stato austriaco, accompagnato da un’ampia mostra personale all’Albertina di Vienna; nel 2020 una retrospettiva al Museum Liaunig di Neuhaus ha celebrato l’ottantesimo compleanno dell’artista mentre due anni dopo la Kunsthalle di Düsseldorf ha presentato un’ampia mostra personale a lei dedicata. Le sue opere sono ammirate da diverse generazioni di artisti e sono oggi esposte nelle collezioni di importanti istituzioni come il museo Albertina di Vienna e il Centre Pompidou di Parigi.

     

    Il lavoro di Martha Jungwirth attinge a varie fonti (il corpo umano, i viaggi, la storia dell’arte, la mitologia, i contesti storici, sociali e politici) catturando impulsi interni e fugaci che vengono registrati nella pittura.
    Le sue composizioni sono in bilico tra astrazione e figurazione, tra l’inconscio e l’intenzionale, slegate e libere, impegnate solo nella loro verità. Come per tutti i suoi soggetti, le forme rimangono al di là del facilmente identificabile, spostandosi tra i regni del reale e dell’immaginario, dell’incarnato e del trascendente e le composizioni si rivelano all’artista durante il processo pittorico. L’ispirazione dell’artista all’arte antica è esemplificata da lavori come In Ohne Titel, aus der Serie “Nicht mehr und nicht weniger” (2021), in cui Jungwirth cita Francisco Goya (1746-1828) intitolando la sua serie con il titolo dell’opera dell’artista spagnolo Ni mas ni menos (1797-1798). All’interno del percorso della mostra, saranno presenti anche dipinti inediti dell’artista viennese ispirati alle stesse opere della Galleria a rimarcare il rapporto tra la sua pittura e la storia dell’arte.

     

    A cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e realizzata con il supporto della galleria Thaddaeus Ropac, l’esposizione sarà aperta al pubblico dal 17 aprile al 29 settembre, tutti i giorni della settimana (escluso il martedì), mentre la Galleria di Palazzo Cini, con le sue collezioni permanenti, rimarrà aperta fino al 13 ottobre 2024 (www.palazzocini.it).

    Appuntamenti Cini Ambassador

    Riprende nel mese di marzo, il giorno 19 marzo, il ciclo di visite guidate dedicato esclusivamente ai Cini Ambassador, con un incontro a cura di Egidio Ivetic, direttore dell’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano. L’Istituto, fondato nel 1955, tra i primi alla Fondazione Giorgio Cini, è dedicato allo studio della storia di Venezia tramite la raccolta di documentazione, la ricerca, l’organizzazione di incontri scientifici, la pubblicazione della rivista «Studi Veneziani».

     

    Durante la settimana di apertura della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, saranno diverse le iniziative promosse dalla Fondazione Giorgio Cini: giovedì 18 aprile sarà possibile, per i Cini Ambassador, partecipare in esclusiva all’opening sull’Isola di San Giorgio Maggiore delle seguenti mostre: a Le Stanze del Vetro (in partnership con Pentagram Stiftung)  Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia; negli spazi dell’ex Piscina Gandini sarà presentata la mostra “In Nebula” dell’artista Chu Teh-Chun, promossa dall’omonima fondazione svizzera; sarà rinnovata anche la collaborazione con la galleria Thaddaeus Ropac con una mostra di opere inedite dell’artista americano Alex Katz, a cura di Luca Massimo Barbero e a Palazzo Cini, al secondo piano della Galleria, verrà ospitata una mostra dedicata all’artista austriaca Martha Jungwirth. A Le Stanze della Fotografia sono presentate, durante la Biennale Arte due mostre: una grande retrospettiva su Helmut Newton, una mostra di Patrick Mimran e una mostra di fotografie selezionate mediante un bando per giovani fotografi.

     

    Il 7 maggio verrà presentato il Centro Studi del Vetro, il più importante e completo archivio generale del vetro veneziano, fondato nel 2012 dall’iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung che ha recentemente trasferito la propria sede e gli archivi nella rinnovata Sala Messina, in seguito a un importante intervento di restauro realizzato con il contributo del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Pentagram Stiftung.

     

    Il 18 giugno i Cini Ambassador scopriranno la nuova e straordinaria ricollocazione, nella Biblioteca del Longhena a scaffale aperto, dei volumi dedicati esclusivamente allo studio della storia della Repubblica di Venezia nei suoi aspetti storici, culturali e artistici. Per raggiungere questo risultato, la sala stessa è stata arricchita con pubblicazioni provenienti dagli istituti di Lettere, di Venezia e Oriente e, in particolare, dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, grazie al quale è stato anche possibile acquisire nel 2017 l’importante biblioteca dello storico Alberto Tenenti (1924-2002).

     

    Infine venerdì 28 giugno alle 11.30 un appuntamento speciale per i Cini Ambassador che potranno partecipare all’inaugurazione della mostra, Eleonora Duse. Mito contemporaneo a Palazzo Cini a San Vio, accompagnati dalla direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma, Maria Ida Biggi.

    Nuovi studi sul disegno di paesaggio: materialità, esperienza, pratica, 1500-1800

    Il disegno di paesaggio è stato per lungo tempo considerato come passatempo amatoriale o esercizio delle abilità compositive in relazione alla produzione pittorica. L’orientamento degli studi più recenti verso questioni di pratica artistica e materialità delle opere ha permesso di esplorare il disegno di paesaggio in quanto opera d’arte autonoma o come restituzione dell’esperienza della natura. Del resto, disegni e stampe di paesaggi prodotti da artisti come Leonardo e Dürer, Rembrandt, Cozens e Fragonard, continuano ad affascinare il pubblico da secoli.

     

    Sul tema, l’Istituto di Storia dell’Arte, con il sostegno della Tavolozza Foundation, promuove un convegno – curato da Camilla Pietrabissa e da Elisa Spataro – che intende prendere in esame la complessità di tale manifestazione artistica ponendo l’attenzione sugli aspetti materiali ed estetici. Dalle tecniche agli strumenti utilizzati per osservare e registrare su carta la natura e gli spazi urbani, all’assemblaggio di album e all’innovazione delle tecniche di stampa, le due giornate di studio si propongono di dimostrare come le ricerche più recenti stiano plasmando la storia delle immagini del paesaggio, sfidando le tradizionali narrazioni storiografiche. Tra i vari aspetti che il convegno intende affrontare e che saranno al centro degli interventi dei relatori scelti attraverso un call for papers, vi sono la nozione del disegno dal vero o ‘dal naturale’ in relazione alla pratica e all’esperienza artistica; i materiali per il disegno di paesaggio: supporti e strumenti del disegno; le pratiche di raccolta dei singoli fogli, di assemblaggio e dispersione di taccuini e album di disegni di paesaggio; gli schemi compositivi, la prospettiva e i punti di vista sul paesaggio; l’uso di strumenti ottici e di altri dispositivi tecnici.

     

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