Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 17 – Fondazione Giorgio Cini

Incontri in Fototeca: Verso l’iperfotografia?

Incontri in Fototeca
I Fondi Fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto

24 settembre ore 16:30

Alberto Prandi
Verso l’iperfotografia?

Nel dibattito più che ventennale sulla natura delle “due fotografie”, analogica e digitale, hanno fatto irruzione i nuovi media che promettono di riconfigurare il nostro rapporto con la rappresentazione fotografica. Il tema sarà illustrato nella conferenza del professor Alberto Prandi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia a partire da alcuni esempi provenienti dai fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte.

Il ciclo di incontri sulle raccolte fotografiche conservate presso la Fototeca proseguirà, con appuntamento mensile, fino a dicembre.

Vedi gli altri appuntamenti.

 

 

Il Serraglio delle Meraviglie. Il mosaico romano di Lod alla Fondazione Giorgio Cini

La Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Israel Antiquities Authority e Shelby White and Leon Levy Lod Mosaic Center presenta nel centro espositivo sull’Isola di San Giorgio Maggiore Il Serraglio delle Meraviglie. Il mosaico romano di Lod alla Fondazione Giorgio Cini.

La mostra, unica tappa italiana del tour che ha portato l’opera nei più importanti musei del mondo, è stata resa possibile grazie al supporto di Patricia e Phillip Frost. Il mosaico sarà visitabile fino al 10 gennaio 2016.

Il Serraglio delle Meraviglie è un’iniziativa che offre al pubblico italiano l’esclusiva opportunità di ammirare un mosaico romano di superba qualità iconografica e conservativa, rinvenuto nel 1996 nei pressi della cittadina israeliana di Lod, luogo che secondo un’antica leggenda locale diede i natali a San Giorgio. L’eccezionalità dell’opera, che risale al terzo secolo dopo Cristo, è dovuta anche alla sua qualità conservativa. Si tratta di uno più bei e grandi pavimenti musivi mai ritrovati in Israele, un vero e proprio gioiello archeologico, estremamente ben conservato. Il pavimento è composto di riquadri in cui sono raffigurati in dettaglio mammiferi, uccelli, pesci, una varietà di piante e le navi che erano usate all’epoca della sua realizzazione. Il mosaico è formato da tessere in pietra e cubi di vetro di vari colori: dal blu all’ocra, dal rosso al giallo, dal marrone al bianco, fino al nero, passando per varie sfumature di grigio.

Subito dopo la scoperta, il mosaico venne nuovamente sepolto per proteggerlo dagli elementi che avrebbero potuto comprometterne la conservazione. Solo nel 2009 venne esposto di nuovo, per un fine settimana soltanto; oltre 30mila visitatori colsero l’opportunità di ammirarlo in quell’occasione. Nello stesso anno, furono avviati i lavori – finanziati dalla Leon Levy Foundation e da Shelby White, presidente degli Amici della Israel Antiquities Authority – del Lod Mosaic Archaeological Center, il centro museale che ospiterà permanentemente il mosaico a partire dal 2017, anno in cui è prevista l’apertura.

Nel 2010, il Mosaico di Lod è partito per un tour internazionale, che lo ha visto esposto in alcuni tra i più prestigiosi musei mondo: dal Metropolitan Museum of Art di New York al Louvre di Parigi all’Altes Museum di Berlino, dal Waddesdon Manor, castello nel cuore del Buckinghamshire nel Regno Unito, all’Hermitage di San Pietroburgo. Penultima tappa del tour, prima del definitivo ritorno in Israele, e unica, imperdibile, tappa italiana è Venezia, dove dal 9 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 sarà a negli spazi della Fondazione Giorgio Cini. Il tour si concluderà a Miami, negli Stati Uniti, all’interno della mostra Patricia and Phillip Frost Art Museum in the Florida International University, in programma dall’11 febbraio al 15 marzo 2016.

In occasione della mostra l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini ha sviluppato la riflessione sul tema del mosaico di Lod ideando e realizzando, con la collaborazione scientifica di Elisabetta Concina, una mostra fotografica, e due video. Le fotografie, provenienti dalla ricchissima Fototeca della Fondazione Cini, si riferiscono ai mosaici pavimentali di alcuni tra più importanti complessi archeologici del nostro Paese: Aquileia, Roma, Palestrina e Pompei. Il primo video invece, realizzato in collaborazione con le Sovrintendenze Archeologiche di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, propone un viaggio per immagini che documenta la straordinaria ricchezza del patrimonio archeologico italiano, con specifico riferimento all’area alto adriatica, nel tentativo di suggerire al pubblico un vero e proprio itinerario di viaggio che gli permetta di approfondire il tema della mostra. Il secondo video propone un confronto più ampio, allargando l’area di paragone del Mosaico di Lod al bacino del mediterraneo nel tentativo di identificarne i modelli di stile, le comunanze tematiche, le similitudini iconografiche ma anche le divergenze compositive e le deviazioni tecniche.

[accordion]

[accordion_entry title=”Biglietti“]
TICKETS
[/accordion_entry]
[/accordion]

[accordion]

[accordion_entry title=”Visite guidate e laboratori didattici”]

Progetto didattico

a cura di Artsystem

Il magnifico pavimento musivo sarà per tutti un’occasione unica per conoscere un’opera che viene da lontano e che qui a Venezia avrà il potere di fare da ponte con la nostra importante tradizione musiva a cominciare da quella presente nel territorio lagunare per raggiungere, attraverso un viaggio di immagini, nell’area dell’Alto Adriatico. Un’occasione unica anche per riprendere confidenza con l’arte del mosaico: un’aula didattica allestita con pietre, vetro, colore, fantasia, storie, sabbie, attrezzi… ospiterà mosaicisti in erba, piccoli e grandi, che tenteranno di trattenere, non solo nel ricordo, le meraviglie di questo grande serraglio.

Scarica il programma-didattico

 A partire dal 17 ottobre e per tutta la durata della mostra, i visitatori che desiderano ammirare da vicino il Mosaico di Lod e approfondire la conoscenza dell’opera e la tecnica del mosaico, potranno richiedere, previa prenotazione, visite guidate o laboratori didattici, realizzati da Artsystem.

In una apposita area della mostra riservata all’attività didattica sarà allestito, grazie alla collaborazione con la ditta veneziana Orsoni Mosaici srl – Gruppo Trend Spa – e la restauratrice di mosaici Alessandra Costa, uno spazio dedicato al mestiere del mosaicista. Si potranno vedere gli attrezzi del mestiere, toccare con mano tessere lapidee e vitree cogliendo le caratteristiche che ne determinano poi i diversi usi decorativi.

Bambini della scuola primaria e ragazzi della scuola secondaria di primo grado potranno provarsi, secondo vari livelli di difficoltà, con quest’arte dalla storia molto antica con grande potenzialità decorativa ed espressiva. Il Serraglio delle Meraviglie come un tempo ispirerà curiosità e divertirà con i suoi animali reali e fantastici. Durante le visite guidate si approfondiranno varie tematiche come le possibili chiavi di lettura delle figure riprodotte nel tappeto musivo, la storia della città israeliana di Lod, luogo della scoperta, l’operazione delicata e difficile dello strappo, il lungo peregrinare del mosaico e il suo ritorno in Israele.

Le visite guidate e i laboratori si possono richiedere, previa prenotazione, contattando la segreteria didattica  al n. verde 800 662 477 (lunedì, mercoledì e venerdì mattina dalle 9 alle 13) o scrivendo a artsystem@artsystem.it.
[/accordion_entry]
[/accordion]

[accordion]

[accordion_entry title=”Conferenze sui pavimenti musivi e marmorei dall’antichità al medioevo“]

L’Istituto di Storia dell’Arte presenta al pubblico un ciclo di incontri a cura di Giordana Trovabene, che conta la presenza di archeologici e storici dell’arte specialisti dell’argomento, volto ad esplorare alcuni aspetti della produzione materiale, delle tecniche esecutive, dell’iconografia e dell’evoluzione storico-stilistica dei pavimenti musivi dall’antichità al romanico, privilegiando per ragioni di contestualità storico-geografica l’area del Mediterraneo.

GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE 2015 | ore 17.00

Il mosaico di Lod. Considerazioni sui tessellati di età romana in ambito domestico: domus, villae suburbanae et maritimae

Giordana Trovabene
Università Ca’ Foscari di Venezia e Association Internationale Etude Mosaïque Antique

GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE 2015 | ore 17.00

I mosaici pavimentali delle basiliche paleocristiane (secoli IV-VI)

Giordana Trovabene
Università Ca’ Foscari di Venezia e Association Internationale Etude Mosaïque Antique

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015 | ore 17.00

I mosaici del Veneto e il progetto di catalogazione dei rivestimenti pavimentali antichi

Federica Rinaldi
Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma

Francesca Veronese
Padova, Musei Civici agli Eremitani, Museo Archeologico

GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 2015 | ore 17.00

I “sectilia pavimenta”: da Costantinopoli a Venezia

Simonetta Minguzzi
Università degli Studi di Udine

GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2015 | ore 17.00

I pavimenti musivi delle sinagoghe in Israele fra il IV e il VI secolo

Elisabetta Concina
Università Ca’ Foscari di Venezia

GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2015 | ore 17.00

I pavimenti musivi dell’occidente romanico tra XI e XIII secolo in Italia e in Francia

Giordana Trovabene
Università Ca’ Foscari di Venezia e Association Internationale Etude Mosaïque Antique

[/accordion_entry]
[/accordion]

I ritratti di Daniele Barbaro di Tiziano e Veronese a Palazzo Cini

In occasione del cinquecentenario della nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), la Galleria di Palazzo Cini ospiterà, al secondo piano del museo, due capolavori della ritrattistica rinascimentale realizzati da Tiziano e Veronese, entrambi recanti l’effigie del celebre patrizio.

L’evento si colloca al centro del programma di iniziative culturali dedicate alla figura dell’umanista veneziano, promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini attraverso il “Comitato Regionale per le Celebrazioni” appositamente istituito.

Mecenate raffinatissimo, animatore del dibattito intellettuale nei circoli culturali della Serenissima, in dialogo con Benedetto Lampridio, Domenico Morosini, Giovanni della Casa, Bernardo Navagero, Benedetto
Varchi, Sperone Speroni, Pietro Bembo; committente di alcuni dei più importanti artisti del secolo, come Palladio e Veronese, entrambi impiegati in quello che resta il suo lascito più noto e il suo testamento spirituale, la villa di famiglia a Maser; prolifico trattatista versato in ogni campo del sapere, dalla matematica all’ottica, dalla retorica alla teologia, dalle scienze dalle scienze alla filosofia a, Daniele Barbaro è noto soprattutto per la traduzione commentata del De Architectura di Vitruvio, edita a Venezia dal Marcolini nel 1556: opera che vanta il contributo di Andrea Palladio, compagno di Barbaro in un viaggio di studio
a Roma nel 1554.

Il ritratto di Tiziano, conservato nel Museo del Prado di Madrid, lo coglie di tre quarti, sulla trentina, con lo sguardo introspettivo dello studioso; si colloca dunque negli anni di Padova (1545 ca.), dove Barbaro si addottorò e fu tra i soci fondatori dell’Accademia degli Infiammati. Nel contempo ricevette il primo incarico dalla Serenissima, divenendo sovrintendente alla costruzione dell’Orto Botanico.

Il ritratto di Veronese, pervenuto dal Rijksmuseum di Amsterdam, lo raffigura in età più avanzata (1560-61), ammantato della veste ecclesiastica con mozzetta violacea e tricorno vescovile, insegne talari che rimandano alla dignità patriarcale (nel 1550 divenne patriarca di Aquileia). Seduto su uno scranno, il prelato è colto in un attimo di sospensione meditativa, innanzi a due volumi della sua opera su Vitruvio: una delle più affascinanti testimonianze del colto umanesimo cristiano nella Venezia del Cinquecento.

Ospite a Palazzo | La Madonna di Pontassieve di Beato Angelico

L’Ospite a Palazzo: La Madonna di Pontassieve di Beato Angelico (17 giugno – 28 settembre 2015)

La Galleria di Palazzo Cini a San Vio accoglie un nuovo ospite illustre: la Madonna di Pontassieve di Beato Angelico (Vicchio di Mugello, 1395 ca. – Roma, 1455), capolavoro del grande pittore toscano, proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, probabile scomparto centrale del perduto polittico realizzato per la città toscana (1435 circa). La rassegna L’ospite a Palazzo, grazie a intese con importanti e prestigiose istituzioni italiane e internazionali, vede le sale della collezione permanente di Palazzo Cini accogliere periodicamente una speciale opera ‘ospite’, intrecciando relazioni visive, dialogiche e di contenuto con le altre opere della Galleria.

Il dipinto, arriva a Palazzo Cini il 17 giugno 2015 in concomitanza con l’apertura della mostra Piero di Cosimo. Pittore “fiorentino” eccentrico tra rinascimento e maniera (Firenze, 23 giugno – 27 settembre 2015) che vedrà esposti i due dipinti di Piero di Cosimo normalmente conservati in Galleria: la Madonna con Bambino e Angeli (recentemente esposta anche nella mostra Piero di Cosimo: The Poetry of Painting in Renaissance Florence alla National Gallery of Art di Washington) e la Sacra Famiglia con San Giovannino.


Conversazione d’Arte, mercoledì 17 giugno, ore 17.30

Questa Conversazione d’Arte speciale, intitolata Beato Angelico pittore di luce. La Madonna di Pontassievesarà tenuta per l’occasione dalla storica dell’arte Ada Labriola, curatrice della mostra storica “Beato Angelico a Pontassieve. Dipinti e sculture del Rinascimento fiorentino” (2010).

La partecipazione alla Conversazione d’Arte è gratuita e aperta a tutti, previa prenotazione all’indirizzo palazzocini@cini.it e acquisto del biglietto d’ingresso in galleria.


 [accordion] [accordion_entry title=”Madonna di Pontassieve di Beato Angelico “] L’opera, che fu commissionata nel 1435 da sei componenti della ricca famiglia fiorentina Filicaia, detentori del patronato sulla chiesa di San Michele a Pontassieve, costituisce con ogni probabilità la parte centrale del polittico dell’altar maggiore: l’ipotesi che alla destra della Vergine, in uno dei due pannelli perduti, dovesse stagliarsi il santo titolare della chiesa, è corroborata dalla presenza, al margine della tavola conservata, della punta di una spada trattata con foglia d’argento, messa in evidenza dall’ultimo restauro. Il capolavoro della maturità del pictor angelicus rimase per lungo tempo nell’ombra, complici la collocazione periferica e il precoce smembramento che dovette subire già entro la metà del XVII secolo. Solo nel 1909 il dipinto ottiene la prima menzione in sede critica (Giovanni Poggi), con attribuzione, universalmente accettata, al pittore domenicano: l’interesse suscitato attorno all’opera, grazie anche alle mostre di Londra e Firenze degli anni Trenta che la posero all’attenzione degli studi, contribuì alla decisione di trasferirla presso la Galleria degli Uffizi nel 1949. Da allora è stata oggetto di costante osservazione scientifica, sino alla recente mostra di Pontassieve curata da Ada Labriola (2010), interamente dedicatale e apportatrice di molte novità, in primo luogo sulla committenza. [/accordion_entry] [/accordion]

La salvaguardia dei Monumenti durante la Grande Guerra. La raccolta fotografica di Ugo Ojetti alla Fondazione Giorgio Cini

Protagonista del panorama culturale italiano del Novecento, giornalista eclettico, critico d’arte e scrittore, Ugo Ojetti è certamente una figura complessa e difficile da delineare. Eterno amante del bello con la sua penna e il suo forte carattere è stato in grado di descrivere la complessità dei cambiamenti culturali e politici che si sono susseguiti nell’intricato periodo storico racchiuso tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale. Ojetti partecipa volontariamente alla Grande Guerra in qualità di sottotenente presso l’Esercito Regio con l’incarico di tutelare i monumenti delle Terre Redente. Si tratta di una fase circoscritta all’interno della sua carriera, nella quale si scontra con le necessità delle Soprintendenze, gli ordini dati dal Comando Supremo e la fragilità della materia minacciata dall’evento bellico. Durante questo periodo raccoglie numerose testimonianze fotografiche per documentare i danni causati dai bombardamenti nemici ai monumenti italiani nell’area del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino, nonché le operazioni di salvaguardia di opere d’arte attuate dall’Esercito Regio, in particolar modo nella città lagunare.

L’Istituto di Storia dell’Arte custodisce nei suoi archivi la raccolta fotografica riunita da Ugo Ojetti nel corso della Grande Guerra e che comprende più di cinquecento fotografie, gelatine e albumine, realizzate tra il 1915 e il 1919, di diversa provenienza ad attestare la fitta rete di rapporti intessuti dallo stesso Ojetti durante il conflitto allo scopo di raccogliere una documentazione dettagliata utilizzata anche a fini propagandistici.

In concomitanza con le celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, l’Istituto di Storia dell’Arte propone dunque, attraverso la mostra che si terrà dal 9 giugno al 31 luglio 2015 negli spazi espositivi della Nuova Manica Lunga, un percorso di lettura delle immagini appartenenti a questa interessantissima raccolta, fotografie che illustrano i danni subiti dalle città durante il primo conflitto mondiale e le opere di salvaguardia del patrimonio storico artistico nazionale, riflettendo sul ruolo della fotografia quale mezzo di diffusione delle idee.

La mostra che si inaugura il 9 giugno sarà preceduta, alle ore 17:00, da una conferenza nella Sala Barbantini tenuta da  Marta Nezzo dell’Università degli Studi di Padova.

 

 

Conversazioni d’Arte Primavera-Estate 2015

Primavera – estate 2015

Queste visite tematiche, affidate a studiosi ed esperti, sono destinate a far meglio conoscere la

casa-museo, i suoi ambienti e le sue collezioni, al pubblico veneziano e non.

La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, previa prenotazione e acquisto del biglietto d’ingresso in Galleria.

Anche quest’anno è prevista la tariffa speciale a 12 € che garantisce l’ingresso a tutte e sei le conversazioni. Biglietto acquistabile ad ogni conversazione. 


Mercoledì 13 maggio 17.30

Tra Venezia, Padova e Mantova: lo scultore Francesco Segala

Davide Banzato

Direttore dei Musei Civici di Padova 


Mercoledì 27 maggio 17.30

Il tavolo nel Settecento: il servizio di porcellane Cozzi della collezione Cini

Marcella Ansaldi

Storica dell’arte, Venezia


Mercoledì 10 giugno 17.30

Attorno a Beato Angelico: capolavori del Rinascimento toscano nella collezione di Vittorio Cini

Alessandro Martoni

Istituto di Storia dell’Arte, Fondazione Giorgio Cini


Mercoledì 17 giugno 17.30

Beato Angelico “pittore di luce”: la Madonna di Pontassieve

Ada Labriola

Storica dell’arte, Firenze


Mercoledì 24 giugno 17.00

Dalla Sedes Sapientiae alla Madonna dell’Umiltà. Un percorso di iconografia mariana tra le opere d’arte della Galleria

Debora Tosato

Storica dell’arte, Venezia


Mercoledì 1 luglio 17.30

Tecniche della pittura toscana del Rinascimento, tra Beato Angelico e Pontormo

Gianluca Poldi

Conservation Scientist, CAV-Università degli Studi di Bergamo


Prenotazioni e ulteriori informazioni:
palazzocini@cini.it
041.271.0217

 

La Giovinezza di Tintoretto

L’appuntamento di studio prende le mosse dalle ricerche fondatrici di Rodolfo Pallucchini sulla giovinezza di Tintoretto e intende associare prospettiva storiografica e analisi critica. Il periodo della formazione del Robusti (1538 ca. – 1550 ca.) è ancora poco chiaro e la mancanza di una messa a fuoco puntuale non aiuta, né sostiene, la costituzione del primo catalogo dell’artista che, nell’ottica di F. Ilchman e R. Echols, dovrebbe contribuire a rinnovare la percezione che abbiamo del pittore.

La prima parte del convegno intende interessarsi alla definizione di uno “stile di giovinezza” e all’identificazione delle influenze, più o meno manifeste, nelle prime opere attribuite a Tintoretto. In questa sessione ci si concentrerà in particolare su questioni di attribuzione, senza tuttavia limitarsi a considerazioni di carattere stilistico, ma indagando più ampiamente la storia del contesto artistico veneziano degli anni 1530-1540.

Nella seconda parte del convegno ci si interesserà invece a questioni più propriamente iconografiche e storiografiche, a partire dall’analisi di opere precise. I dipinti del giovane Tintoretto propongono un linguaggio figurativo originale, attraverso cui è possibile percepire riferimenti culturali, filosofici e poetici singolari – si pensi ad esempio alla pittura a soggetto mitologico – punto di partenza per indagare più approfonditamente l’educazione intellettuale del giovane artista.

Infine la giovinezza di Tintoretto è anche quella di altri pittori e scultori che, intorno alla metà del Cinquecento, giocano un ruolo fondamentale nell’arte veneziana, tema a cui sarà dedicata l’ultima parte del convegno. Questi artisti, la cui educazione tosco-romana è stata presentata per lungo tempo come contraria al gusto veneziano e a cui, per questa ragione, si è riservata scarsa attenzione, fanno la loro apparizione sulla scena locale intorno al 1535-1550. Lavorare sulla giovinezza del Tintoretto significa perciò riaprire il “caso” del manierismo a Venezia (o manierismo veneziano) e quello del dialogo fecondo intrattenuto dai veneziani con gli artisti fiorentini, romani o mantovani.

Il convegno è organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, assieme a l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’École Pratique des Hautes Études (EPHE), l’Université Charles-de-Gaulle – Lille 3 e l’Université Lumière Lyon 2.

Scarica il programma in pdf La Giovinezza di Tintoretto

«Saggi e Memorie di storia dell’arte» 37 (2013)

Contributi

Michele Danieli, Un peruginesco in incognito: Amico Aspertini 8 Antonio Foscari, Palladio e la renovatio della chiesa patriarcale di San Pietro di CastelloPierluigi Panza, Sulla provenienza e il restauro di marmi antichi dal “Museo Piranesi

Alessandra Guerrini, “il più ricco, e l’unico rimasto”. La vendita della collezione Gradenigo a Carlo Alberto di Savoia

Miriam Fileti Mazza, Arcangelo Michele Migliarini e il Catalogo della dattilioteca mediceo-lorenese del 1837

Anchise Tempestini, L’arte veneta nella rivista ‘Emporium’ dal 1925 al 1964

Atti Convegno di Studi

Napoleone Martinuzzi: dalla scultura al vetro

Massimo De Sabbata, Napoleone Martinuzzi e la Biennale di Venezia

Maria Sole Cardulli, Napoleone Martinuzzi scultore nelle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma

Milva Giacomelli, L’opera di Napoleone Martinuzzi nelle architetture di Angiolo Mazzoni

Massimo De Grassi, Tra quattrocentismo e modernità: fonti per la scultura di Napoleone Martinuzzi 

Veronique Ayroles, Dai “salissures” (sporcati) ai “malfin” (imperfetti),
la vita del vetro a caldo in Francia da Émile Gallé a Jean Sala prima dei “pulegosi” di Venini

Alessandra Tiddia, Vetri ducali di Napoleone Martinuzzi a Trieste e Bolzano

Matteo Gardonio, Napoleone Martinuzzi a palazzo Berlendis

Silvia Silvestri, L’opera di Napoleone Martinuzzi nelle riviste d’arte italiane fra le due guerre

Abstract


La rivista, nata nel 1957, in questo numero 37,  si presenta con un Sommario attestato pariteticamente sull’antico e sul moderno e con una nuova veste editoriale, rinnovata nella copertina, nell’introduzione ai saggi con immagini a colori, nel restyling del layout.

Ad una prima parte dedicata ad argomenti di pittura, architettura, collezionismo e critica d’arte, in uno spettro cronologico che va dal XVI al XVIII secolo, ne segue infatti una seconda che accoglie gli atti del Convegno Internazionale di Studi su Napoleone Martinuzzi dalla scultura al vetro, dedicato alla singolare e geniale figura dello scultore e designer muranese (convegno seguito dalla mostra monografica del 2014 dedicata alla sua produzione vetraria per Venini presso Le Stanze del Vetro).

Tutti i volumi precedenti (1957 – 2012) sono disponibili in JSTOR

Ettore Spalletti. Palazzo Cini

Promossa dalla Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con ASLC Progetti per l’arte – Verona, la mostra inaugura il secondo piano della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, in occasione dell’apertura stagionale della casa-museo.

L’esposizione che Ettore Spalletti presenterà a Palazzo Cini sarà particolarmente meditata. L’artista, lontano da quella forma di seducente notorietà che talvolta il contemporaneo regala, lavorerà ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, studiandone lo spazio. Le stanze del secondo piano del Palazzo, recentemente rinnovate, accoglieranno una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria al piano nobile saranno una presenza importante per Spalletti, come racconto della vita del luogo.

La varietà, la complessità e la profondità di questo maestro dell’arte contemporanea italiana, condurrà il visitatore/ospite attraverso un’esperienza visiva avvolgente e familiare. Le opere di Ettore Spalletti sono state esposte nei più prestigiosi spazi museali, italiani e stranieri. Recentemente GAM di Torino, MADRE di Napoli e MAXXI di Roma, hanno dedicato al Maestro un’importante retrospettiva del suo percorso artistico – dalla pittura alla scultura fino alle installazioni ambientali. Oltre ad aver rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia e a due edizioni di Documenta a Kassel, Spalletti è uno dei più rappresentativi esponenti dell’arte contemporanea.

Palazzo Cini. La Galleria

Il 25 aprile riapre al pubblico, grazie alla partnership di Assicurazioni Generali, la Galleria di Palazzo Cini a San Vio con alcune importanti novità ad accogliere i visitatori: nuove opere d’arte che arricchiscono ulteriormente il percorso espositivo, un programma di mostre ospitate al secondo piano e un nuovo piano di attività culturali con il ritorno dell’iniziativa dell’Ospite a Palazzo e delle Conversazioni d’arte.

Grazie alla generosità di Lyda Guglielmi, figlia di Ylda Cini, entra a far parte delle raccolte custodite nella Galleria di Palazzo Cini un significativo nucleo di opere e arredi già in origine appartenuti alla straordinaria raccolta riunita da Vittorio Cini nel palazzo sul Canal Grande. Prima fra tutte una preziosa tavola di Stefano di Giovanni detto il Sassetta, raffigurante San Giovanni Evangelista, artista di cui la Galleria già possiede la tavola con la Madonna dell’Umiltà: il nuovo dipinto rende dunque ancora più ampio il panorama della pittura senese del Quattrocento, rappresentato anche dalle tavole del Maestro dell’Osservanza, di Matteo di Giovanni e di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta.

Dopo molti anni, tornano inoltre ad arredare le nobili stanze della casa abitata dal conte Cini un monumentale tavolo cinquecentesco sorretto da figure scolpite di cariatidi e nerboruti telamoni, di gusto sansovinesco, assieme a un armadio riccamente intagliato e ornato da graziose figure muliebri e amorini, pure tradizionalmente riferito ad ambito del Sansovino. Ancora, tra le nuove opere, vanno segnalati un reliquario in argento con il busto di San Valerio, lavoro di oreficeria francese, e un raro portadocumenti della metà del Quattrocento in cuoio rosso cesellato e cuir bouilli, appartenuto al duca di Ferrara Borso d’Este come rivela lo stemma di famiglia che decora il fronte.

Un cenno a parte infine, per la loro eccezionalità nel panorama delle collezioni della Galleria, va alle due tele di Lorenzo Tiepolo raffiguranti due ritratti virili ideali, ovvero, secondo un genere diffuso nel Settecento a Venezia, due ammalianti ‘teste di fantasia’, non distanti dagli esempi del fratello Giandomenico o dello stesso Giambattista.

Altra importante novità di quest’anno è la riapertura del secondo piano del Palazzo destinato, dopo i lavori di adeguamento, a ospitare, oltre a conferenze e letture, esposizioni temporanee: all’inaugurazione primaverile con la mostra Ettore Spalletti farà seguito in autunno nei nuovi spazi l’esposizione di un florilegio dei disegni più importanti e rappresentativi, dal Quattrocento al Novecento, appartenenti alle collezioni dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.

Ma, accanto alle mostre allestite al piano superiore, proseguirà anche l’iniziativa dell’Ospite a Palazzo, avviata con grande successo l’anno scorso, frutto della collaborazione con importanti istituzioni o musei italiani e stranieri e che vede la Galleria accogliere nelle sale un’opera ‘ospite’ che si pone in un dialogo con quelle della collezione permanente, intrecciando una fitta trama di relazioni visive e di contenuto.

A giugno arriverà dunque Madonna con il Bambino di Beato Angelico, la celebre Madonna di Pontassieve, tavola databile al 1435 circa o agli ultimi anni di attività dell’artista, probabile scomparto centrale del perduto polittico realizzato per la cittadina toscana, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

Infine saranno riproposte le Conversazioni d’Arte, cicli di incontri pensati per fornire occasioni di dialogo con i visitatori, che siano essi esperti, appassionati o semplicemente curiosi: un programma di appuntamenti regolari in Galleria con storici dell’arte ed esperti che raccontano in modo coinvolgente la storia della Galleria e delle sue collezioni. Anche per il 2015 è dunque previsto un doppio ciclo di Conversazioni d’Arte in Galleria – in primavera e in autunno – che fornirà ancora l’occasione di evocare e approfondire grandi tematiche della storia dell’arte in un contesto unico, scrigno in cui sono riuniti capolavori quali i dipinti toscani e ferraresi, sculture lignee, rami smaltati di manifattura veneziana, avori medievali e rinascimentali, porcellane e arredi.