Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 16 – Fondazione Giorgio Cini

Palazzo Cini. La Galleria

Sandro Botticelli e bottega, “Giudizio di Paride”

Palazzo Cini.La Galleria

L’8 Aprile riapre al pubblico, grazie alla partnership di Assicurazioni Generali, la Galleria di Palazzo Cini, elegante residenza sul Canal Grande, con la sua preziosa raccolta di opere d’arte appartenuta a Vittorio Cini. In questo contesto museale raffinato e intimo, oltre all’importante esposizione al secondo piano sui Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini, proseguirà l’iniziativa de L’ospite a Palazzo, avviata con grande successo nel 2014, frutto della collaborazione tra la Fondazione Giorgio Cini e le più prestigiose istituzioni museali italiane e internazionali.

La collezione permanente della Galleria sarà arricchita, a partire dal giorno dell’apertura e fino al 6 giugno 2016, da un prestito straordinario: la tela di Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431ca-Mantova 1506) raffigurante L’evangelista Marco, generosamente concessa dallo Städel Museum di Francoforte sul Meno. Il dipinto realizzato con tempera su tela, è stato ricondotto alla primissima attività padovana del giovane Mantegna, in sintonia con quanto egli andava realizzando nella cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani di Padova tra il 1448 e il 1449, in collaborazione con Nicolò Pizolo: raggiungimento di insuperata qualità della fase giovanile del pittore e caposaldo della pittura di matrice antiquaria nell’Italia padana del Quattrocento. La lezione del Maestro Squarcione, leggibile nella resa dei dettagli, si incontra con la più piena adesione alla concezione di una solida prospettiva, costante dell’arte mantegnesca, che colloca il santo, assorto nella speculazione divina, nell’aggetto dell’edicola marmorea, di classica compostezza. Un illusionismo spaziale di aulica e trattenuta gravità – ulteriormente ribadito dal cartiglio ancorato al parapetto che reca la firma e l’invocazione al patrimonio marciano – che fa del dipinto di Francoforte uno dei punti fermi della giovinezza di uno dei più geniali pittori del Rinascimento.

Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana – Fondazione Giorgio Cini

 

Tra i protagonisti della pittura veneziana del Cinquecento, Andrea Meldolla detto lo Schiavone non ha ricevuto dalla critica moderna le stesse attenzioni riservate ad altri artisti di lui più celebri, quali Tiziano o Tintoretto. Nato a Zara agli inizi del Cinquecento, lo Schiavone si trasferì precocemente a Venezia dove ha lasciato testimonianze rilevanti della propria opera in chiese e sedi pubbliche, come la Libreria Sansoviniana. Fu probabilmente il più brillante incisore della Venezia del suo tempo. La sua figura viene oggi riproposta a un pubblico più vasto da una mostra monografica in corso presso il Museo Correr e da un Convegno internazionale di studio in programma dal 31 marzo al 2 aprile 2016, organizzato dalla Biblioteca Nazionale Marciana assieme all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini. A questo Convegno, il primo dedicato all’artista, interverranno studiosi provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti. Sarà l’occasione per riconsiderare e approfondire ulteriormente aspetti tuttora incerti della biografia e dell’attività di questo maestro prolifico e impegnato su più fronti della produzione artistica: pittura, incisione, disegno.

Articolate in tre giornate, le quattro sessioni del Convegno vedranno avvicendarsi specialisti della materia che si confronteranno su questioni attributive, tecniche, diagnostiche, iconografiche, nonché relative alla fortuna di Schiavone nella letteratura artistica e nel collezionismo. Saranno toccati altresì temi riguardanti connoisseurship e ricezione in Italia e in Croazia, sua patria d’origine.

Il convegno è organizzato dalla Biblioteca Nazionale Marciana assieme all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia

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Bibliografia Arte Veneta

Arte Veneta 70
Bibliografia dell’arte veneta (2012)
Appendice della rivista omonima, la Bibliografia dell’arte veneta, a cura di Daniele D’Anza, costituisce un repertorio di pubblicazioni, edite nell’arco di un anno (2011), dedicate ad argomenti di interesse storico-artistico veneto al quale gli studiosi possono fare riferimento come strumento di aggiornamento e orientamento. Un modo per facilitare l’accesso ad uno strumento fondamentale per gli studi.

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Arte Veneta 71 (2014)

Arte Veneta 71 (2014)

Andrea De Marchi, La ricezione dell’oro. Una chiave di lettura per la storia della pittura veneziana dal Duecento al tardogotico.

Cristina Guarnieri, Indagini sulle lavorazione dell’oro come contributo per lo studio della pittura veneziana delle origini.

Valeria Poletto, Oro e pittura a Venezia attorno all’anno 1300: consuetudini di bottega tra incisione e granitura.

Matteo Mazzalupi, Il beato Jacopo Salomoni in una primizia di Paolo Veneziano.

Roberta Maria Salvador, Girali e racimoli. Paolo veneziano e la definizione di un canone nella decorazione dei nimbi.

Irene Samassa, Fantasie granite. Lorenzo Veneziano e la varietà degli ornati sull’oro.

Pamela Buttus, Sperimentazioni luministiche e geometrie variabili nelle incisioni dell’oro tra Nicolò di Pietro e Jacobello del Fiore. 

Manlio Leo Mezzacasa, Temi d’ornato e microtecniche nell’oreficeria gotica veneziana a paragone con le arti maggiori.

Silvia Spiandore, Miniature sotto cristallo e smalti traslucidi in un misconosciuto altare portatile a Malta.

ebook Bibliografia dell’arte veneta

(2013)

a cura di Paolo Delorenzi e Meri Sclosa

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Incontri in Fototeca: Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Incontri in Fototeca
I Fondi Fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto
26 novembre ore 16:30

Gianluca Poldi
Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Ludovico Mucchi (1904-1983), medico radiologo in forze presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, dagli anni Sessanta inizia a occuparsi di applicazioni diagnostiche della radiografia su dipinti, contribuendo ad alcune interessanti mostre e dando vita ad alcune significative pubblicazioni, tra le quali ricordiamo Alla ricerca di Pietro Longhi. Storia di un’indagine radiografica (Milano 1970, con U. Tolomei), Capolavori d’Arte lombarda. I Leonardeschi ai raggi X (Milano 1972, con M. Garberi Precerutti), Radiografie di opere di Tiziano (in Arte Veneta, XXXI, 1977), Caratteri radiografici della pittura di Giorgione (Firenze 1978) e Nella profondità dei dipinti. La radiografia nell’indagine pittorica (Milano 1983, con A. Bertuzzi).

A fronte del fondamentale approccio sistematico che lo caratterizzava e che dovrebbe informare l’attività diagnostica quando essa sia intesa come strumento utile per la storia dell’arte, il senso del suo lavoro e il rigore del suo approccio, da lui stesso definito «metodo “morelliano” di studio semiotico comparativo», non sono stati ancora adeguatamente stimati. E non sono stati ancora rinvenuti i materiali radiografici da lui prodotti su opere dell’Ottocento e Novecento – Fontanesi, Casorati, Rosai, Carrà, Morandi, Tosi – pure oggetto dei suoi diversificati interessi.

Il fondo di radiografie conservato alla Fondazione Cini rappresenta uno straordinario nucleo per il Settecento veneziano, con oltre 170 opere esaminate di Bellotto, Canaletto, Guardi, Marieschi e Pietro Longhi, in collezioni italiane e straniere, pubbliche e private. Ad esso si aggiungono le radiografie dedicate a una cinquantina di dipinti rinascimentali, soprattutto di ambito veneto.

L’incontro si propone di riportare alla luce e alla discussione alcuni aspetti del lavoro di questo studioso misurandone l’interesse su alcune opere in particolare.

Seguirà aperitivo

Gianluca Poldi
Gianluca Poldi (Milano 1971) è laureato in fisica presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito a Firenze il dottorato di ricerca in Scienza per la conservazione dei beni culturali e quindi a Bergamo un dottorato in discipline umanistiche (Teoria e analisi del testo). Ha tenuto corsi in varie sedi universitarie, ideato e diretto due Master universitari per lo studio e la conservazione di dipinti (Verona) e collaborato per alcuni anni con l’Università degli Studi di Milano. Ha fondato nel 2005 il Laboratorio di Analisi Non Invasive per opere d’arte Antica e Contemporanea dell’Università di Verona (LANIAC), quindi dal 2008 svolge la sua attività di ricerca presso l’Università di Bergamo occupandosi di analisi, specie non invasive ed eseguibili in situ, per l’esame di palinsesti e di opere policrome e grafiche su diversi supporti e di varia epoca. Dedica una particolare attenzione all’integrazione di diverse metodologie, non invasive e invasive, e al dialogo con figure di diversa formazione, scientifica e umanistica.

È stato consulente di progetti di ricerca finanziati dalla Regione Lombardia, di progetti nazionali e di ditte private in ambito diagnostico. Ha esaminato nei maggiori musei italiani ed europei alcune centinaia di opere di interesse storico e culturale, e coordinato e svolto progetti di studio sistematici su numerosi dipinti di Andrea Mantegna, Cosmé Tura, Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Bernardo Zenale, Giorgione, Tiziano, Lorenzo Lotto, Giambattista Tiepolo, Giacomo Quarenghi, Emilio Longoni, Giovanni Segantini.

Consigliere dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr) è autore di oltre ottanta pubblicazioni aventi per argomento la diagnostica applicata a beni di interesse culturale, tra saggi su libri, riviste internazionali e atti di congressi.

Arte Veneta 70 (2013)

Arte Veneta 70 (2013) 

Luca Fabbri, Il palazzo del vescovo di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici

Roberta Battaglia, La scultura lignea del Cristo passo dal complesso veneziano di Santa Caterina

Andrea Bacchi, Giovanni Battista (Aprile?) da Carona: itinerari veneti di uno scultore lombardo del Cinquecento

Fernando Loffredo, Il monumento Euffreducci in San Francesco a Fermo. Bartolomeo Bergamasco e Pietro Paolo Stella

Stefania Mason, Dal disegno all’incisioane. Palma il Giovane e Giacomo Franco compari e collaboratori

Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, ‘Nomen et cineres una cum vanitate sepulta’: Alvise II Mocenigo e i monumenti dogali nell’ultima età barocca a Venezia

Elena Catra e Antonella Mampieri, La ‘Pietà’ di Antonio Canova

Segnalazioni

Annalisa Pandolfo, I libri corali della chiesa dei Santi Geremia e Lucia a Venezia

Philippe Malgouyres, L’antiquité à la lumière (douteuse) des lampes de bronze

Terence de Monredon, A hitherto unpublished illumination from a Venetian mariegola from the beginning of the sixteenth century

Amalia Pacia, Un dipinto inedito di Pase Pace e una rara iconografia tridentina

Massimo De Grassi, Tra “bizzaria” e “nobiltà”: novità su Giacomo Piazzetta e Francesco Bernardoni

Simone Guerriero, Una Venere e Amore di Giovanni Bonazza ad Amburgo

Olivier Meslay, Une Nymphe allongée par Giovanni Bonazza dans les collections du Dallas Museum of Art

Luca Sperandio, La Via Crucis di Santa Maria del Giglio

Mary Newcome Schleier, Giovanni David in Venice in 1780

Carte d’archivio

 

Anna Pizzati, Nuovi documenti per il codice diplomatico di Tullio Lombardo

Marie-Louise Lillywhite, New Insights into the Tabernacle of the Jesuit Church of Santa Maria dell’Umiltà in Venice

 

Nicolò Marini, Un documento inedito su Benedetto Caliari

Davide Dossi, Un’aggiunta alla collezione Curtoni di Verona: l’Allegoria della Pittura di  Alessandro Turchi

Paola Rossi, Johann Matthias von Schulenburg e due scultori del suo tempo

Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, Sul ritratto di Antonio Riccobono dipinto da Giambattista Tiepolo per l’Accademia dei Concordi di Rovigo: due nuove lettere e una data

Louis Cellauro, New documents on Carlo Lodoli’s lost treatise on architecture

 

 

Cronache

 

Luciana Larcher Crosato, Intorno a tre mostre di Paolo Veronese

Letture

Franco Barbieri, Vincenzo e Gian Gerolamo Grandi scultori di pietra e di bronzo nel Cinquecento veneto

 

Restauri

Pietro Moioli, Claudio Seccaroni, Una ‘Sacra conversazione’ patchwork

 ebook Bibliografia dell’arte veneta

(2012)

a cura di Paolo Delorenzi (monografie) e Meri Sclosa (periodici)

 Scarica la bibliografia dell’Arte Veneta 2012 ArteVeneta_bibliografia.pdf

Incontri in Fototeca: Fotografare la scultura per la storia dell’arte  

Incontri in Fototeca 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto
29 ottobre ore 16:30

Anne Markham Schulz
Fotografare la scultura per la storia dell’arte   

L’incontro, dedicato al tema dell’utilizzo della fotografia nello studio della storia dell’arte, avrà come protagonista Anne Markham Schulz: la nota storica dell’arte della scultura rinascimentale veneziana esporrà, alla luce della sua esperienza quarantennale, le tecniche adottate per fotografare la scultura e i metodi utili per renderne evidenti i tratti stilistici, al fine di pervenire a una corretta attribuzione e datazione dell’opera.

Seguirà aperitivo


Anne Markham Schulz
Laureata in Storia dell’Arte presso il Radcliffe College della Harvard University e l’Institute of Fine Arts di New York, Anne Markham Schulz ha insegnato all’Università dell’Illinois al Chicago Circle, alla Brown University e all’Università Federico II di Napoli.

Le sue ricerche sulla scultura italiana del Rinascimento sono sfociate in decine di articoli pubblicati in America, Inghilterra, Francia, Germania e Italia, e in nove fondamentali volumi, tra i quali si ricordano quelli su  Bernardo Rossellino, Antonio Rizzo, Giambattista e Lorenzo Bregno, Nanni di Bartolo, Giammaria Mosca, Woodcarving and Woodcarvers in Venice 1350-1550, sino all’ultimo catalogo The Sculpture of Tullio Lombardo.


Vedi gli altri appuntamenti.

Daniele Barbaro. Architetto del sapere

Nell’immagine: Paolo Veronese, Apollo, Venere e Amore. Maser, villa Barbaro

Nell’ambito delle attività promosse dal Comitato regionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), l’Istituto di Storia dell’Arte organizza una giornata di studi dedicata a quello che fu probabilmente il più rilevante umanista nella Venezia di medio Cinquecento.

Tra gli eventi celebrativi del quinto centenario della nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), la suggestiva mostra allestita al secondo piano di Palazzo Cini con opere pittoriche di Tiziano e Veronese aperta fino al 15 novembre 2015.

L’incontro di studio e divulgazione si propone di illustrare in molti dei suoi aspetti l’attività culturale del poliedrico intellettuale, tra i maggiori e più influenti della Venezia cinquecentesca.

Gli studiosi e specialisti di fama internazionale che si avvicenderanno sul palco dei relatori nella giornata avranno modo di prendere in esame e far conoscere aspetti noti e meno dell’arte, della letteratura e della scienza veneziana del tempo attraverso la figura del patrizio. Sarà illustrata la sua produzione trattatistica con particolare riguardo allo studio di Vitruvio e alla scienza della prospettiva; il suo ruolo nello sviluppo dell’architettura classica veneziana in stretta comunanza di idee con Andrea Palladio; la sua attività di iconografo e mecenate, oltre che di scopritore di talenti come Paolo Veronese. Si parlerà inoltre della figura storica di Barbaro, diplomatico e Patriarca di Aquileia, tra i protagonisti del Concilio di Trento.

La giornata di studi si propone di promuovere non solo un complessivo riesame della problematica relativa ai rapporti tra Daniele e il fratello Marcantonio con gli architetti e gli artisti del loro tempo, sia dal punto di vista dell’infl uenza culturale che del patronage, ma in tale occasione la figura dell’intellettuale veneziano verrà anche analizzata dalle molteplici angolazioni caratteristiche del suo operato. E, dunque, dal suo ruolo di ideologo e promotore delle arti ai diversi contributi teorici e pratici apportati da Barbaro nel contesto della scienza rinascimentale – come la formalizzazione su base matematico geometrica della prospettiva, il perfezionamento della camera oscura e le relative applicazioni pratiche, la costruzione delle meridiane solari e degli strumenti per i rilievi topografici e astronomici – fino al contributo da lui offerto nel campo della teoria musicale.

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Di prestigiosa famiglia patrizia, Barbaro ricevette una educazione umanistica perfezionata dalla frequentazione dello Studio di Padova, che gli procurò una solida preparazione scientifica e gli diede quindi modo di coltivare i prevalenti interessi nella matematica, filosofia, ottica e astronomia. Negli anni successivi approfondì lo studio dell’architettura stringendo rapporti duraturi con Andrea Palladio, che lo supportò con consigli e disegni nel commento al trattato di Vitruvio.

La sua bibliografia annovera, inoltre, testi teologici e sacri legati alla sua funzione di patriarca di Aquileia in pectore e delegato al Concilio di Trento.

Oltre che alla intensa attività di matematico, scienziato e trattatista, Daniele Barbaro nel corso della sua maturità strinse relazioni amicali e di collaborazione negli ambienti artistici veneziani. Numerosi furono i pittori che entrarono in contatto con il patrizio veneto, ben disposto a occuparsi di programmi iconografici e di riflessioni sulle arti oscillanti tra una visione neoplatonica (vicina a Michelangelo) e un’ottica suggestionata dall’aristotelismo padovano.
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In aedibus ‘Cini’. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio

In occasione del V centenario della morte del ‘principe’ dei tipografi, Aldo Manuzio, saranno esposti alcuni volumi del Quattro e Cinquecento provenienti dal Fondo antico della Fondazione Giorgio Cini.

Il percorso espositivo, a cura di Ilenia Maschietto, bibliotecaria della Fondazione Giorgio Cini, documenta la nascita, lo sviluppo e il successo dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, riconoscendo nei manufatti aldini una testimonianza di rara eccezionalità: dal primo utilizzo del carattere corsivo, conosciuto come italico in tutto il mondo, ai volumi in greco che Manuzio compose con eleganza ed equilibrio, dall’Opera omnia di Poliziano all’incontrovertibile unicità dell’Hypnerotomachia Poliphili, capolavoro e sintesi di armonia tipografica e testo enigmatico, ricco di raffinate e, a volte, stravaganti xilografie.

Oltre ad evidenziare gli aspetti strettamente tipografici dell’impresa manuziana, la mostra intende illustrare la stretta e fruttuosa rete di relazioni che Aldo strinse con i principali protagonisti della scena culturale che lui stesso visse e contribuì a generare.

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Orari

Lunedì – venerdì dalle 10 alle 17 per i frequentatori delle Biblioteche.
Il sabato e le domeniche solo tramite il servizio di visite guidate

Venezia Settecento. Studi in memoria di Alessandro Bettagno

Presentazione del volume
Venezia Settecento. Studi in memoria di Alessandro Bettagno
a cura di Bozena Anna Kowalczyk
Silvana Editoriale,  2015

Il volume sarà presentato, il 2 dicembre, da Pierre Rosenberg Accademico di Francia e Presidente Emerito Museo del Louvre.

2 dicembre 2015, ore 17
Fondazione Giorgio Cini
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala Barbantini


Alessandro Bettagno, veronese di nascita ma residente a Venezia dal primo dopoguerra, è stato un illustre storico dell’arte, uomo di cultura dei più autorevoli in Italia, organizzatore di importanti eventi culturali. Ha fatto parte per cinque decenni dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, come assistente di Giuseppe Fiocco fin dalla sua creazione nel 1954, come direttore dal 1989 al 2002. E’ alla sua attività intelligente e instancabile che l’Istituto deve il suo ruolo di guida nella cultura veneziana degli ultimi decenni del Novecento, oltre che la sua alta considerazione internazionale.

Dal 1972 Alessandro Bettagno è stato ordinario della cattedra di storia dell’arte presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; negli anni ottanta fu presidente dell’Ateneo Veneto e, dal 1998, presidente dell’Istituto Nazionale di Storia dell’Arte di Roma.

Le innovative mostre di disegni a San Giorgio, curate a partire dagli anni Cinquanta, erano un appuntamento annuale per specialisti e pubblico raffinato. Indimenticabili sono state le esposizioni che Bettagno dedicò a Anton Maria Zanetti il Vecchio, Antonio Pellegrini, Giambattista Piazzetta, Giambattista Piranesi, Bernardo Bellotto, Canaletto: gli studi condotti in quelle occasioni, distinti dal rigore scientifico e dalla limpidezza delle informazioni che gli erano peculiari, sono ancora oggi alla base di ogni considerazione sul Settecento veneziano.

Il volume, edito con la partecipazione della Fondazione Giorgio Cini e curato da Bozena Anna Kowalczyk, intende ricordare la figura di Alessandro Bettagno, con saggi di autorevoli studiosi dell’arte veneziana del Settecento, da “Amigoni a Zanetti”.