Istituto di Storia dell’Arte – Pagina 10 – Fondazione Giorgio Cini

Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana

La Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, organizza, in occasione della mostra Bernardo Bellotto 1740. Viaggio in Toscana, che si terrà a Lucca, promossa dalla Fondazione Ragghianti, dal 12 ottobre al 6 gennaio, una conferenza di Bozena Anna Kowalczyk, curatrice dell’esposizione, che presenterà in anteprima le nuove acquisizioni storico-critiche emerse dagli studi condotti sul tema in vista della mostra lucchese.

 

Bernardo Bellotto (1722-1780), nipote e allievo di Canaletto (1697-1768), parte diciottenne per la Toscana: è il suo primo viaggio fuori Venezia. Ha già alle spalle una discreta produzione artistica, perlopiù repliche di vedute di Venezia del maestro; a Firenze e Lucca lavora in autonomia per la prima volta. È la prova delle sue capacità, e il giovane artista la supera brillantemente, diventando il punto di riferimento del vedutismo toscano.

 

Durante la conferenza dedicata a questo grande protagonista della pittura veneziana del Settecento, Bozena Anna Kowalczyk presenta il viaggio in Toscana come il vero trampolino di lancio per il suo futuro successo, in Italia e in Europa.


 

Sala Barbantini, 11 settembre 2019, ore 17:00


 

 

 

 

 

Piranesi Roma Basilico

Piranesi Roma Basilico, un volume realizzato in collaborazione con la Fondazione Cini, raccoglie le più belle immagini di Roma del fotografo Gabriele Basilico, realizzate sulla base delle celebri incisioni dell’architetto e incisore Giambattista Piranesi. Il libro si arricchisce dei testi di Luca Massimo BarberoMario BevilacquaMichele De LucchiPasquale GagliardiAlessandro MartoniRoberta Valtorta e di un testo/conversazione di Gabriele Basilico con il regista Amos Gitai.

Nel 1748, il veneziano Piranesi giunge a Roma e realizza una delle sue serie di incisioni più celebri, Vedute di Roma, che diventeranno non solo una testimonianza della città, ma anche una sua proiezione: Roma si trasforma attraverso gli occhi dell’artista, che si dichiara innamorato e abbagliato dalla città eterna.

Il fotografo Gabriele Basilico nel 2011 viene invitato dalla Fondazione Cini di Venezia a ripercorrere l’opera piranesiana, fotografando quegli stessi scorci che l’artista prima di lui aveva inciso nella città eterna. La fotografia di Basilico ritrova le idee e le suggestioni che Piranesi aveva creato nelle sue opere, osservando e soffermandosi sulle stesse vedute.

Il volume propone un’ampia selezione delle immagini che Gabriele Basilico ha realizzato nel 2011 mettendole a confronto con le incisioni di Piranesi. Quando la Fondazione Cini lo invitò a realizzare questo lavoro, infatti, solo 32 fra le 300 fotografie realizzate vennero esposte presso la Fondazione stessa. È nata in quella occasione l’idea di onorare la straordinaria capacità di Basilico di reinterpretare l’opera di un grande artista, che si concretizza oggi proponendo 67 fotografie e 67 incisioni.

 

Quello che è straordinario delle foto di Gabriele è proprio questa perfetta lontananza/vicinanza che non distorce, che chiarisce, che contempla l’intero e valorizza il dettaglio, che descrive e valorizza, dà forma e sostanza al tutto.

Michele De Lucchi

 

Maurice Marinot: 1911-1934. Il vetro

In relazione alla mostra aperta al pubblico a LE STANZE DEL VETRO, Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934, a cura di Jean-Luc Olivié e Cristina Beltrami, il Centro Studi del Vetro organizza per giovedì 16 maggio un Convegno internazionale che approfondirà la figura di Maurice Marinot.

 

Un ‘caso’ unico in cui per la prima volta un artista adulto, senza formazione iniziale nel mestiere, dedica oltre vent’anni della sua carriera alla creazione di opere basate sull’antica tecnica artigianale del vetro soffiato. Questa circostanza, unita a una creatività eccezionale e guidata da una semplice ma acuta attenzione alle possibilità plastiche di questa “acqua solidificata”, lo porta alla creazione di oggetti unici, in un’estetica completamente nuova, rapidamente percepita dai suoi contemporanei come un’espressione, naturale e preziosa, della modernità.

L’originalità del suo lavoro ha trovato rapida diffusione, specie attraverso le mostre internazionali, suscitando un’influenza profonda sulle diverse generazioni a venire. Il simposio approfondirà il percorso di Maurice Marinot grazie ai contributi di studiosi e critici di fama internazionale, tra cui Jean-Luc Olivié, Cristina Beltrami, Veronique Ayroles, Adriaenssens Werner e Jared Goss.

 

Il convegno è aperto al pubblico fino a esaurimento dei posti disponibili.

Sarà presente una traduzione simultanea.

I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano 

I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano
Les cuivres émaillés dits vénitiens de la Renaissance italienne
Atti del convegno internazionale di studi / Actes du colloque international d’études
a cura di Françoise Barbe, Letizia Caselli e Isabelle Biron
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2019

 

Tra le arti decorative del Rinascimento italiano, i rami smaltati costituiscono una produzione tanto rara quanto preziosa, tradizionalmente attribuita a Venezia, riflesso del gusto di una ricca committenza della fine del XV e della prima metà del XVI secolo. Questa pubblicazione propone una sintesi della ricerca interdisciplinare condotta dal département des Objets d’art du musée du Louvre, dal Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France e dalla Fondazione Giorgio Cini.
Il primo volume contiene gli Atti del convegno organizzato alla Fondazione Giorgio Cini e si sviluppa in funzione di quattro assi principali: il contesto della produzione nei secoli XV e XVI; le collezioni e il collezionismo dal XVII al XIX secolo; gli apporti della scienza alla conoscenza della loro tecnologia; la conservazione e il restauro.

 

Il secondo volume si concentra sulle opere stesse e propone lo studio del decoro delle dorature, l’analisi araldica, il lessico e l’analisi tipologica delle forme. Inoltre, a complemento degli Atti del convegno, viene qui proposto l’inventario dei rami smaltati detti veneziani conservati nelle collezioni pubbliche e private, compilato dal département des Objets d’art du musée du Louvre e che contiene a tutt’oggi trecentotrentaquattro oggetti identificati. Un’impresa colossale, resa possibile grazie al sostegno di un centinaio di istituzioni museali e religiose, ma anche di antiquari, di case d’asta e di collezionisti privati.

Rodolfo Pallucchini (1908-1989). Storie, archivi, prospettive critiche

Martedì 12 e mercoledì 13 marzo

Udine, Polo di via Marghreth

 

A conclusione del progetto di ricerca biennale che ha portato alla schedatura, digitalizzazione e, a breve, messa online, attraverso il portale Teche.Uniud, dell’epistolario di Rodolfo Pallucchini, tra i maggiori storici dell’arte veneta del Novecento, il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, assieme all’Area biblioteche di ateneo, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, organizza martedì 12 (apertura dei lavori alle 14.15 in aula 12) e mercoledì 13 marzo, nel polo della formazione in via Margreth 3 a Udine, il convegno “Rodolfo Pallucchini (1908-1989). Storie, archivi, prospettive critiche”.

 

Il convegno intende far luce su un contesto particolarmente rilevante per l’intera cultura italiana qual è quello degli storici dell’arte del Novecento: 22 studiosi di 11 istituzioni illustreranno le ricerche condotte sull’epistolario e nell’archivio di Rodolfo Pallucchini, entrambi conservati nei Fondi speciali della Biblioteca umanistica dell’Università di Udine, insieme alla ponderosa biblioteca dello studioso.

 

Convegno Rodolfo Pallucchini Pieghevole

The Battle between Carnival and Feast

In occasione dell’apertura della Galleria di Palazzo Cini, nel 2019 verrà proposta al pubblico una mostra di arte contemporanea dedicata all’artista Adrian Ghenie. Realizzata in collaborazione con Galerie Thaddaeus Ropac, la mostra vedrà esposte al secondo piano della casa – museo di Campo San Vio circa dieci tele pensate e realizzate appositamente per questo progetto, il cui titolo, in virtù del riferimento al carnevale, suggerisce un legame con la città di Venezia. Il titolo suggerisce l’attenzione prestata dall’artista alla tradizione, senza rinunciare tuttavia ad uno sguardo all’attualità. Nelle sue opere, caratterizzate da un uso sperimentale del colore e da una forte connotazione materica, Ghenie è infatti solito rappresentare personalità le cui azioni hanno influenzato e continuano ad influenzare il corso della storia del mondo in cui viviamo. Nato nel 1977 a Baia Mare, Romania, l’artista attualmente vive e lavora a Berlino. La sua partecipazione alla LVI Biennale di Venezia in rappresentanza del padiglione romeno lo ha consacrato a fama internazionale e le sue opere si trovano attualmente esposte presso prestigiose istituzioni museali quali il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) introdotto da un un testo critico del Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero.

Elizabeth E. Gardner e il collezionismo d’arte in Italia

Il 5 marzo verrà presentato il V volume di Elizabeth E. Gardner, A Bibliographical Repertory of Italian Private Collections. Volume V: Sabatello – Zweyer. A cura di Chiara Ceschi e Sarah Ferrari, Verona, 2019.

 

Sin dal 1998 la Fondazione Giorgio Cini ha avviato la pubblicazione dei volumi che ordinano ed aggiornano le ricchissime informazioni sul collezionismo privato in Italia raccolte da Elizabeth Gardner durante la sua lunga carriera di studiosa e di curatrice presso il Metropolitan Museum di New York, negli Stati Uniti.

Il completamento di questa serie con la pubblicazione del quinto ed ultimo volume rappresenta, dunque, un traguardo importante ed insieme necessario per consentire alla comunità scientifica di conoscere ed utilizzare questo strumento di ricerca nella sua interezza.

Uno degli aspetti più originali ed importanti del Bibliographical Repertory of Italian Private Collections consiste nella sua struttura e nel metodo di indagine con cui esso è stato concepito.

Non si tratta di proporre approfondimenti di carattere monografico su una particolare tipologia di collezionista o su una specifica area geografica, ma al contrario di offrire una mappatura capillare di tutte le collezioni di natura privata presenti sul territorio della penisola italiana dal XV al XX secolo.

Le voci del Repertory restituiscono perciò un’immagine complessa e sfaccettata, che intende rappresentare l’evoluzione stessa della storia del collezionismo nelle sue molteplici forme e tipologie: dallo studiolo rinascimentale ai sontuosi allestimenti dei palazzi seicenteschi, fino a raggiungere le intricatissime vie del mercato antiquario, di cui offre un’inedita e puntuale perlustrazione documentaria.

 

Di seguito il link al “Getty Research Portal”, dove sono consultabili, in formato digitale, i primi 4 volumi:
http://portal.getty.edu/books/gri_9929330130001551

Premio di studio in memoria di Manlio Malabotta

L’Istituto di Storia dell’Arte bandisce un concorso annuale per un premio di studio di 1000 euro destinato a storici dell’arte, laureati, specializzandi, dottorandi, dottori di ricerca, che per ragioni inerenti al loro campo d’indagine e alle loro ricerche, su temi e argomenti specificatamente indicati nel bando, debbano compire un viaggio di studio e/o stabilirsi temporaneamente in una città diversa da quella di residenza e di domicilio, per studiare e fare ricerca presso istituti di ricerca, musei, biblioteche, archivi, fondazioni culturali.

 

Il termine di presentazione delle domande è fissato improrogabilmente al 30 aprile 2019.

 

L’iniziativa intende onorare la poliedrica figura di Manlio Malabotta (Trieste 1907-1975), poeta e intellettuale, critico d’arte militante, bibliofilo, appassionato di fotografia e fine collezionista d’arte del Novecento, che ha ricoperto un ruolo di spicco nella cultura italiana del secolo scorso. La sua raccolta comprendeva opere di Giorgio Morandi, la splendida raccolta di oli, disegni e litografie di De Pisis – per la quale la sua collezione è celebre – sculture di Arturo Martini, dipinti di maestri triestini (Vittorio Bolaffio, Giorgio Carmelich). Molte delle sue opere sono oggi conservate, grazie alla generosità della moglie Franca Fenga Malabotta che ne ha disposto la donazione, presso importanti istituzioni museali italiane, come il Museo Revoltella di Trieste o la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. La raccolta è stata concepita in stretta contiguità con la ricca biblioteca d’arte, arricchita nei decenni da preziosi libri d’artista illustrati da opere grafiche dei grandi maestri del Novecento, in piena sintonia con le predilezioni di Malabotta e strettamente connessi al coté dei suoi legami amicali e delle sue relazioni intellettuali.

La Fondazione Giorgio Cini è entrata recentemente in possesso, grazie al conferimento da parte di Franca Fenga Malabotta, della ricca raccolta grafica di Manlio Malabotta: disegni e stampe di Attardi, Biasion, Cassinari, Chagall, Dova, Guacci, Guidi, Kubin, Lilloni, Maccari, Marini, Mascherini, Minguzzi, Morandi, Morlotti, Reggiani, Vedova, Zigaina e libri d’artista con opere grafiche di Barbisan, Bartolini, Carmelich, Carrà, Cesetti, Clerici, De Chirico, De Pisis, Gentilini, Guttuso, Maccari, Martini, Rosai, Sassu, Scipione, Viviani, Zancanaro. A questa si è aggiunto un nucleo di pregio di libri antichi di argomento istriano e dalmata.

 

Scarica BANDO Borsa premio MALABOTTA

I Gandolfi: Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini

Presentazione del volume I Gandolfi. Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini
a cura di Marco Riccòmini

 

Mercoledì 12 dicembre, ore 17:00, Sala del Soffitto, Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

 

Presenta Enrico Maria Dal Pozzolo

 

Nuova tappa del percorso di studio e valorizzazione del patrimonio grafico della Fondazione Giorgio Cini, il volume raccoglie i frutti di un accurato lavoro di ricerca e catalogazione dedicato al prestigioso nucleo di disegni dei Gandolfi, parte del fondo Certani, costituito da più di cinquemila fogli raccolti dal virtuoso violoncellista e compositore, acquistato in seguito da Vittorio Cini e donato alla Fondazione nel 1963.

Preceduta da un ricco saggio introduttivo, la sezione dedicata al catalogo delle opere presenta oltre cento disegni afferibili ai Gandolfi, singolari protagonisti della civiltà figurativa emiliana tra Sette e Ottocento: accanto ai mirabili fogli autografi di Ubaldo, Gaetano e Mauro e alle non meno interessanti prove della bottega, in cui spiccano i nomi di Domenico e Filippo Pedrini, è riservato un ampio spazio ai disegni accademici. Una scelta peculiare, dettata dall’esigenza di far luce sull’affascinante mondo della formazione artistica nel microcosmo bolognese settecentesco, finora poco studiato e ricostruito dall’autore con grande rigore filologico.

Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento

Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento
a cura di Chiara Callegari e Vincenzo Mancini
Fondazione Giorgio Cini / Biblioteca Nazionale Marciana / lineadacqua, Venezia, 2017

Il volume, ospitato nella Collana riservata agli Atti dei convegni, presenta le relazioni discusse in occasione del Convegno internazionale di studi dedicato ad Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento, tenutosi nella primavera del 2016 presso la Fondazione Giorgio Cini e le Sale  monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.
Le giornate di studio, svoltesi in concomitanza con la mostra Splendori del Rinascimento a Venezia. Schiavone tra Parmigianino, Tintoretto e Tiziano (Venezia, Museo Correr), hanno permesso di mettere in luce aspetti inediti della produzione del grande maestro dalmata, restituendone sotto il profilo critico la complessità intellettuale ed artistica, nonché il singolare ruolo catalizzatore nell’articolato panorama
artistico di pieno Cinquecento.