Istituto Musica Comparata – Pagina 8 – Fondazione Giorgio Cini

Sguardi musicali: Workshop con borse di studio

Nell’ambito della ricerca etnomusicologica, la componente audiovisiva sta diventando largamente preponderante nella documentazione sul campo, nella produzione dei risultati e nella divulgazione. La telecamera ha ormai sostituito il registratore in gran parte delle attività di documentazione e la tecnologia digitale ha reso accessibile la produzione di documenti audiovisivi di qualità per fini di archiviazione, analisi e pubblicazione. I filmati vengono utilizzati dagli etnomusicologi non soltanto per la produzione di documentari, ma anche per la divulgazione, per la didattica, per la creazione di archivi multimediali.

A questa grande proliferazione nell’uso delle tecnologie audiovisive non corrisponde una adeguata formazione dei ricercatori, a cominciare dall’ambito universitario dove il numero ridotto di docenti e risorse non consente, nella gran parte dei casi, di affrontare la didattica della ricerca sul campo e i procedimenti di documentazione, analisi e montaggio di prodotti audiovisivi come sarebbe necessario.

Per questo motivo, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) ha pensato di sviluppare un progetto dedicato a queste tematiche, con la cura scientifica di Giovanni Giuriati, Marco Lutzu, Claudio Rizzoni e Simone Tarsitani, attraverso tre iniziative, distinte e complementari:

1) L’attivazione di una borsa di ricerca annuale di 5.000 Euro, borsa intitolata al pioniere dell’etnomusicologia visiva Diego Carpitella, indirizzata a giovani ricercatori per la realizzazione di un prodotto audiovisivo di argomento etnomusicologico. La borsa, offerta dalla Fondazione di Venezia, quest’anno è stata vinta dal Dr. Christopher L. Ballengee (LA, USA), che ha in progetto di realizzare un documentario sulle musiche (in poarticolare le percussioni tradizionali) di Trinadad de Tobago.

2) Workshop nel campo della etnomusicologia visiva. Per una settimana il Dr. Simone Tarsitani (Durham University) e il Dr. Marco Lutzu (Università di cagliari) terranno un workshop intensivo con dieci partecipanti selezionati tramite bando di concorso su un tema rilevante: La documentazione audiovisiva della ricerca sul campo. Parte integrante del workshop sarà la documentazione di un evento musicale organizzato dall’IISMC negli stessi giorni, il concerto di Sunanda Sharma.

Hanno vinto il concorso 2018:
Ferdinando Amato; Floriana Frida Asperti; Christopher L. Ballengee (vincitore della Borsa
Carpitella); Olga D. Ballengee; Celeste Cantor-Stephens; Vincenzo Della Ratta; Susannah Knights;
Blanche Lacoste; Davide Olori; Dario Ranocchiari; Thea Tiramani.

3) Rassegna internazionale di filmati e prodotti multimediali di ambito etnomusicologico. Nel corso di
due giornate verranno proiettati filmati recenti (fino a un massimo di 3 – 5 anni dalla realizzazione)
o prodotti multimediali (anche quelli pubblicati solo su internet, compresi prodotti destinati alla
didattica) a carattere internazionale, selezionati da una giuria e/o su invito. Al termine della rassegna una giuria attribuirà il ‘Premio Diego Carpitella’ al filmato che si sarà distinto per interesse della ricerca etnomusicologica, originalità, qualità musicali e livello di realizzazione filmica. La prima edizione della rassegna avrà luogo nel 2019 e vedrà la proiezione in prima assoluta del documentario prodotto grazie al finanziamento della Borsa Carpitella.

Per informazioni sui bandi e approfondimenti:

musica.comparata@cini.it – www.cini.it – t. +39 041 2710357

Per informazioni sul Centro Internazionale Vittore Branca:

centrobranca@cini.it – www.cini.it – t. +39 041 2710253

 

 

Concerto di musica indiana: Sunanda Sharma e la Scuola di Benares

16 GIUGNO 2018, ore 18.30
VENEZIA, ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE

Concerto di musica indiana Sunanda Sharma e la scuola di Benares

Ingresso libero fino ad esaurimento posti, non è necessaria la prenotazione.

Anche quest’anno a San Giorgio si potrà ascoltare la musica classica indiana ed in particolare il canto khyal. L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza, infatti, un concerto di musica classica dell’India del nord, proseguendo nel suo interesse per la cultura e le arti indiane che dura ormai da quasi un cinquantennio. L’artista invitata è la famosa cantante Sunanda Sharma, prosecutrice della tradizione musicale della scuola di Benares e della leggendaria Vidushi Girija Devi (1929-2017), veterana del canto classico indiano, deceduta pochi mesi fa. La formazione di Sunanda con Girija Devi è continuata fino agli ultimi giorni di vita della grande maestra e guida spirituale. Tutti questi anni al fianco della rigorosa Girija Devi hanno lasciato in eredità a Sunanda uno stile che si rifà alla tradizione classica degli shastra e a quella semiclassica contraddistinta dal bhav (sentimento); nello stesso tempo non le hanno impedito di evolversi musicalmente e sebbene sia conosciuta per l’esecuzione di generi classici e semiclassici quali khyaltappathumridadrachaiti, il suo repertorio include anche generi folk del Punjab, canti sufi e altri generi devozionali. In generale, Sunanda è considerata un’interprete di spicco della nuova generazione di cantanti della tradizione classica. Ha suonato nei più importanti festival indiani e internazionali, tiene lectures e workshop in tutto il mondo. Il 16 giugno si esibirà alla Fondazione Giorgio Cini accompagnata dal marito Jai Shankar alle tabla, dalla sua allieva Marged Trumped al tanpura e dall’harmonium. L’ingresso al concerto è libero fino ad esaurimento posti.

SUNANDA SHARMA, voce
JAI SHANKAR, tabla
MARGED TRUMPER, tanpura
REKESH CHAUHAN, harmonium

Info: musica.comparata@cini.it | T. +39 041 2710357

 

 

Concerto di musica ottomana Bîrûn

I Nefes delle confraternite sufi Bekthashi d’Istanbul e dei Balcani

Concerto conclusivo dei Seminari di Musica Ottomana 2018
a cura di Kudsi Erguner

24 marzo ore 18
Isola di San Giorgio Maggiore, Cenacolo Palladiano

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Ensemble Bîrûn 2018

Hakan Erkaraman VOCE

Berke Meyman VOCE

Burak Savaş VOCE

Buse Taş VOCE

Andriana Achitzanova Petala NEY

Giovanni De Zorzi NEY

Mert Sel TANBȖR

Deniz Halilağaoğlu KANUN

Dimitros Maragakis KEMENÇE

Nazeer Abdulhai ‘UD

Alexandros Rizopoulos PERCUSSIONI
______________________________________________________________________________________

Per questa nuova edizione dei seminari di musica ottomana Bîrûn, che avranno luogo dal 19 al 24 marzo, 2018, con la collaborazione di CODARTS (Rotterdam) e ITU (Istanbul), Erguner ha scelto la musica dei Bektashi.
Quella della confraternita sufi Bektashi è una tradizione sufi originaria del Khorasan, regione dell’attuale Iran nordorientale. Ḥājjī BaktāshVeli, il santo sufi eponimo della confraternita, fu anche un poeta contemporaneo di Mevlâna Jalaluddin Rumî, (1207-1273). La confraternita Bektashi ha svolto un ruolo importante nella storia ottomana: la fanteria armata dell’ordine dei Giannizzeri (da yeni ceri, “giovani truppe”) fu molto legata alla confraternita Bektashi sin dalla fondazione stessa dell’ordine militare.

Due sono i rami sviluppatisi: quello degli Alevi-Bektashi in Anatolia, e quello di Istanbul e dei Balcani detto anche Tariq-i Nâzenîn “la Via degli eletti”; quest’ultimo ramo ha contribuito al fiorire di una letteratura e di una musica molto particolari, legata al sistema modale del maqâm, detta complessivamente Nefes, “soffi dell’ispirazione divina”.
Nell’area balcanica detta anche Rumeli, “paese dei romani”, la confraternita resta molto influente e ancor oggi si trovano molti centri confraternali attivi in Romania, Serbia, Kosovo, Croazia, Slovenia, Albania, Macedonia, in Bulgaria e in Ungheria, come nel caso del mausoleo che sorge sulla tomba (türbe) del maestro Bektashi Gül Baba a Budapest

La musica dei Bektashi è ancora viva in Turchia nella musica per i Semah degli Alevi Bektashi e nelle musiche dei trovatori detti Ashık.
Se la tradizione dei Nefes è, però, quasi del tutto dimenticata ad Istanbul, alcune registrazioni delle confraternite dei Balcani dimostrano, invece, come questa sia rimasta viva in area balcanica.

Info:
musica.comparata@cini.it
T +39 041 2710357

 

Workshop e incontro con il maestro Taneda Michikazu. Le danze nel teatro nō

Entrambi gli appuntamenti sono curati da Bonaventura Ruperti, docente di lingua giapponese a Ca’ Foscari, che ha invitato per l’occasione il famoso maestro e attore di nō Taneda Michikazu (nato a Kyōto), esponente della IV generazione della famiglia Taneda, e maestro riconosciuto shokubun, ossia interprete professionista di più alto livello, della scuola Kongō. Taneda è direttore dell’Associazione del Nō e vice direttore dell’Associazione della scuola Kongō, membro della scuola di cerimonia del tè Urasenke e dal 1991 docente presso l’Urasenke gakuen, nonché autore di un libro sui rapporti tra nō e cerimonia del tè. Il maestro, durante il workshop aperto a studenti e appassionati, illustrerà le danze all’interno del teatro nō evidenziandone gli aspetti di maggiore rilievo all’interno del movimento scenico e la gestualità del teatro. Il lavoro si concentrerà sui drammi Takasago, in cui si esegue una danza di divinità e Hagoromo in cui invece a danzare è una creatura celeste.

Durante l’incontro pubblico, l’1 marzo alle ore 17 presso la Fondazione Giorgio Cini, il maestro
Taneda presenterà invece degli esempi di danze (shimai) di divinità, uomini, donne, follia e demoni dimostrando le peculiarità delle tipologie di personaggi. Verranno anche illustrati i modelli esecutivi (kata) di espressione di gioia e dolore quali si manifestano nella gestualità del teatro nō. Si sceglieranno anche dei brani salienti di canto o passi intonati nella recitazione (utai) del nō con il coinvolgimento dei presenti.
Gli eventi sono organizzati con il sostegno dell’agenzia governativa giapponese Bunka chō – Agency
for Cultural Affairs.

BOTTARI E TARANTELLE | Musiche per il Carnevale in Campania

BOTTARI E TARANTELLE 
Musiche per il Carnevale in Campania

In occasione del Seminario Musiche (e musicologie) del XXI secolo Diritto d’autore nelle musiche di tradizione orale: una nuova questione etnografica, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un concerto con I Solisti di Montemarano e Pastellesse sound group venerdì 26 gennaio dalle 18.30 alle ore 20.


Bottari e tarantelle. Musiche per il Carnevale in Campania

Il concerto con i Pastellesse Sound Group (I bottari di Macerata Campania) e I Solisti di Montemarano (Avellino), è organizzato in collaborazione con l’Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa di Macerata Campania e con il Museo Civico Etnomusicale “Celestino Coscia e Antonio Bocchino” di Montemarano.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.


Pastellesse Sound Group

Nel rispetto della tradizione e con l’intento di divulgare e mantenere viva la cultura popolare delle “battuglie di pastellessa” tipica di Macerata Campania (Caserta), nasce nell’anno 2006 il gruppo Pastellesse Sound Group. Particolare è la tipologia degli strumenti musicali; botti, tini e falci sono infatti utilizzati, accanto ai più classici strumenti, nella produzione dello spettacolo musicale per creare quel particolare ritmo denominato “pastellessa”. Un rituale, questo, che nasce a Macerata Campania in epoca precristiana, quando era un quartiere di Capua antica, e che nel corso del tempo è divenuto l’elemento principale della festa di Sant’Antuono, la cui origine è riconducibile al XIII secolo. La ricchezza e la sovrapposizione dei ritmi sono un fattore fondamentale in questa espressione musicale: botti, tini e falci danno vita a ritmi che si rifanno alla sonorità e alla musica contadina della comunità maceratese, della quale i “bottari di Macerata Campania” sono tipici esecutori.

Pastellesse Sound Group dal 2006 è impegnato nella salvaguardia e nella valorizzazione della festa di Sant’Antuono, unica nel suo genere, che ogni anno si svolge il 17 gennaio a Macerata Campania. Nel 2011 il gruppo viene riconosciuto di Interesse Comunale dal Comune di Macerata Campania. Nel 2014 Pastellesse Sound Group pubblica il primo lavoro discografico “Tra Sacro e Profano”; nel 2015 pubblica il singolo “Sole e Sole (Lavoro Vero)”, nato dalla collaborazione del gruppo con la band I Calatia e il rapper Fabio Farti.


Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa

Alfonso Munno, Presidente

 Pastellesse Sound Group

Giuseppe Bellotta (violino), Pietro Bentivenga (fisarmonica), Donato Capuano (voce, tamorra e nacchere) Giuseppe Capuano (tino), Vincenzo Capuano (tino), Andrea Castiello ( falce), Nicola Castiello (capobattuglia), Battista Laudando (botte), Saverio Laudando (tino), Mario Roggiero (voce e chitarra), Domenico Salzillo (botte).

 Eseguiranno: Intro tradizionale; Oje tiritò; Cicerenella; Sole e sole; Brigante si more; Vulesse addeventare nu brigante; La zita; Zi munacella; Infrascata in Estemporanea; Canto dei Sanfedisti.


I Solisti di Montemarano

Vengono fondati nel 2000 da un’idea di Achille D’Agnese e Beniamino Palmieri al fine di valorizzare l’intero patrimonio musicale dell’alta Irpinia. Il gruppo è composto da una decina di elementi legati insieme da una profonda e sincera amicizia. Ambasciatori indiscussi della famosa tradizione del Carnevale e della tarantella montemaranese, hanno avuto l’onore di rappresentare Montemarano e l’intera Irpinia nel mondo: New York, Canada, Buenos Aires, Zurigo, Ginevra, Bruxelles, Budapest, Basilea e quasi tutte le città italiane.

Il gruppo inoltre ha collaborato con alcuni importanti artisti italiani della musica popolare, ad esempio: Eugenio Bennato, La nuova compagnia di canto popolare, Marcello Colasurdo, Carlo Faiello, i Cantori di Carpino. Il loro primo lavoro discografico “E chì ho murì” si fonda sul tentativo di restituire un nuovo sound ai canti tradizionali Irpini. La partecipazione ai CD ‘Lezione di tarantella’ a cura di Eugenio Bennato e ‘Il suono della tradizione’ di Carlo Faiello rappresenta il segno tangibile dell’importanza rivestita da I Solisti di Montemarano nello scenario della musica popolare irpina e italiana.


I Solisti di Montemarano

Umberto Cantone (clarinetto), Giovanni Cantone (clarinetto), Michele Cavaliere (tamburello), Generoso Coscia (….), Achille D’Agnese (canto e fisarmonica) Antonio Follo (danza), Pina Maria Follo (danza) Luigi Mastromarino (tamburello) Michelino Nicastro (…..)

Eseguiranno: Tarantella di Montemarano; Sulillo Mio (canto di lavoro); Iuccetella (canzone popolare); Tarantella di Montemarano.


 

 

 

 

Musiche (e musicologie) del XXI secolo Diritto d’autore nelle musiche di tradizione orale: una nuova questione etnografica

Musiche (e musicologie) del XXI secolo
Diritto d’autore nelle musiche di tradizione orale: una nuova questione etnografica

La questione della tutela del diritto d’autore è da lungo tempo oggetto di interesse dell’etnomusicologia, dato che per lungo tempo le normative a livello internazionale non hanno previsto particolari garanzie per opere che sono il frutto della tradizione orale e di una creazione condivisa. Già Carpitella, in Italia, segnalava negli anni Settanta il problema indicando come andassero individuate soluzioni per tutelare anche le musiche di tradizione orale nell’ambito dell’attività della SIAE e, di converso, riconoscere diritti, anche sul piano economico, agli esecutori-creatori di tali musiche. Anche organizzazioni internazionali come l’Unesco e l’IMC hanno riflettuto a possibili soluzioni senza raggiungere risultati soddisfacenti nonostante le numerose risoluzioni adottate in diversi incontri internazionali, anche perché tali risoluzioni sono state raramente applicate in passato. Negli anni Novanta e Duemila, sotto la spinta della World Music, è nato un nuovo movimento di pensiero, soprattutto negli Stati Uniti, volto alla tutela e al riconoscimento, anche economico, dei diritti dei musicisti extraeuropei nei confronti del mercato discografico e degli artisti mainstream della popular music, rilevando come le operazioni di campionamento digitale e la diffusione su internet costituissero un’enorme potenziale risorsa ma anche un grande rischio. Nel 2001, inoltre, fu proprio il Seminario Internazionale di Etnomusicologia dell’IISMC curato da Francesco Giannattasio ad affrontare la questione nell’ambito della World Music.

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Oggi questi disequilibri si sono in parte attenuati in una situazione che rimane comunque confusa e con normative carenti a livello nazionale e internazionale. Tuttavia, la questione si va configurando in maniera diversa rispetto al passato, ivi compreso il rapporto tra musicisti e ricercatori. Se, fino a poco tempo fa, il ricercatore si poneva il problema della tutela di musicisti inconsapevoli dei meccanismi alla base della distribuzione delle risorse del diritto d’autore e sosteneva il riconoscimento dell’autorialità anche a musicisti che non fanno uso della scrittura, in questi anni i contesti nei quali vengono eseguite le musiche di tradizione orale pongono al ricercatore nuove questioni etnografiche. Sono infatti i musicisti stessi che “depositano” le proprie musiche o le denominazioni tradizionali delle proprie musiche nelle sedi legali, in tal modo innescando sul territorio dinamiche nuove e peculiari.

Su queste dinamiche il Seminario intende riflettere considerando come, all’interno di una circolazione della musica – anche di quella cosiddetta tradizionale – sempre più spettacolarizzata, patrimonializzata e mediatizzata, i musicisti rivendichino la propria autorialità a volte anche in parte “appropriandosi” di patrimoni collettivi e condivisi dalla loro comunità di riferimento. Se da un lato essi hanno ragioni da vendere in relazione al mercato della musica, dato che il loro ruolo è stato per tanto tempo sottovalutato o affatto riconosciuto, dall’altro la loro azione individuale può portare a contrasti e contraddizioni molto forti nel loro ambito di riferimento, dato che ciò che essi suonano è in parte frutto della propria creatività e autorialità e in parte patrimonio condiviso secondo i modelli di creazione e circolazione collettiva delle musiche di tradizione orale che i demologi e gli etnomusicologi studiano e descrivono da lungo tempo. In tale prospettiva il ruolo del ricercatore cambia radicalmente dovendosi egli spesso misurare con istanze individuali di musicisti e con contesti fortemente dialettici nei quali è a volte anche chiamato a intervenire. Si pone così la nuova questione etnografica menzionata nel titolo di questo seminario: in che modo e fino a che punto le musiche di tradizione orale possono essere considerate prodotto della creatività individuale piuttosto che di una comunità che ne condivide le pratiche performative? Quali sono le dinamiche che si innescano a livello locale a seguito di questi nuovi scenari? In che modi e in che forme va regolamentato, in un delicato equilibrio, il riconoscimento (autoriale ed economico) del processo creativo e di rielaborazione di una tradizione dei musicisti e salvaguardato allo stesso tempo il diritto di una comunità di sentirlo come patrimonio comune?
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Programma dei lavori:

Giovedì 25 gennaio 2018

9.30-12.30

Giovanni Giuriati
Introduzione

Giovanni Giuriati e Beniamino Palmieri
La tarantella di Montemarano e i suoi diritti

Mariano Fresta
Dell’esistenza della proprietà intellettuale nel folklore. Il caso dei bottari di Macerata Campania

14.30-16.30

Ignazio Macchiarella

“A cada bidda su suo”. Questioni di “proprietà della musica” in Sardegna


Venerdì 26 gennaio 2018

9.30-12.30

Naila Ceribasic
Safeguarding intangible cultural heritage – a route towards protecting collective intellectual property rights?

Federica Mucci
La protezione internazionale del patrimonio culturale intangibile, “vivente” nelle comunità e nei singoli individui, tra difficoltà definitorie e tutela della creatività: la musica costantemente ri-creata

14.30-16.30

Lars-Christian Koch
Copyright and the Construction of Sonic Identities – Reflections on Scientific Sound Archives

 


18.30-20

Concerto con I Solisti di Montemarano e Pastellesse sound group
Bottari e tarantelle. Musiche per il Carnevale in Campania

Ingresso libero fino a esaurimento posti


Sabato 26 gennaio 2018

9.30-13.30

Italo Mastrolia

Musica di tradizione orale: lacune nella tutela giuridica del bene culturale immateriale e possibili rimedi, tra definizioni teoriche e disegno storico

Silja Fischer

IMC’s five music rights and copyright, a holistic approach 

 

 

Seminari di Musica Ottomana Bîrûn: bando

Nuovo bando per 10 borse di studio offerte dalla Fondazione Giorgio Cini

 Seminari di Musica Ottomana Bîrûn

Direttore: Kudsi Eruner

Musiche e canti sacri degli armeni d’Istanbul

Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 19-24 Marzo 2018

Scadenza per la presentazione delle domande: 15 gennaio 2018

10 borse di studio per: cantanti e suonatori di ‘ûd, tanbûr, kanûn, kemençe e percussioni

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati offre 10 borse di studio a giovani musicisti professionisti o semi professionisti per partecipare alla nuova edizione di Bîrûn, seminario di alta formazione sulla musica ottomana a cura del maestro Kudsi Erguner, nel 2018 dedicato alla musica sacra degli armeni di Istanbul.

Si prenderanno in esame gli Sharagan, tipici del canto liturgico, e alcuni inni sacri in lingua armena composti secondo il sistema modale del mondo ottomano chiamato maqâm. Insieme i due generi costituiscono un prezioso e inesplorato repertorio.

Si fa spesso confusione tra la cultura musicale armena del Caucaso e le musiche che si sono sviluppate nelle grandi città dell’impero ottomano, da Costantinopoli a Istanbul e non solo, ma si tratta di due estetiche musicali piuttosto differenti. Immediatamente dopo la presa di Costantinopoli del 1453, il sultano Mehmet II fece sorgere un patriarcato armeno e già dal XVII secolo si nota la presenza attiva di compositori armeni nella musica d’arte ottomana. In particolare, durante il seminario verranno affrontate le opere in lingua armena del celebre compositore Hamparsum Limonciyan (Costantinopoli, 1768-1839) così come alcune sue composizioni strumentali.

L’Ensemble selezionato sarà costituito da cinque cantori e da cinque strumentisti esperti degli strumenti tipici della musica colta ottomana: liuto tanbûr, cetra kanûn, liuto ‘ûd, viella keman o kemençe e percussioni. Il seminario si concluderà con un concerto pubblico dell’Ensemble Bîrûn, diretto da Kudsi Erguner, sabato 24 Marzo 2018.

Borse di studio

La Fondazione Giorgio Cini offre 10 borse di studio per cantanti e strumentisti che andranno a formare un ensemble con: voce, liuto a manico corto ‘ûd, liuto a manico lungo tanbûr, cetra su tavola kanûn, vielle kemençe e percussioni.

Le borse di studio copriranno:

  • la quota d’iscrizione
  • l’alloggio in camera singola dal 18 al 25 Marzo (presso la residenza del Centro Vittore Branca)
  • il vitto, nello specifico colazioni e pranzi (cene escluse)

Le spese di viaggio e trasporti urbani saranno a carico dei borsisti.

Per partecipare alla selezione i candidati devono far recapitare alla segreteria dei seminari (via e-mail a: birun@cini.it) il seguente materiale entro e non oltre il 15 gennaio 2018:

  • Domanda di ammissione
  • Copia di un documento d’identità (passaporto o ID)
  • CV dettagliato con chiaro riferimento alla candidatura in oggetto (es: voce; tanbûr,);
  • 1 registrazione musicale in formato mp3 o mp4

 È richiesta ai candidati la capacità di leggere la musica secondo la notazione eurocolta e, soprattutto, di studiare in anticipo il repertorio che verrà consegnato prima dell’inizio del seminario.

Per informazioni :

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati – Fondazione Giorgio Cini onlus – Isola di San Giorgio Maggiore, 30124 Venezia – Email: musica.comparata@cini.itwww.cini.it  – T +39 041 2710357

Per informazioni sul Centro Internazionale Vittore Branca e i suoi servizi:
https://www.cini.it/centro-brancacentrobranca@cini.it – Tel. 39 041 2710253


Domanda di ammissione Birun 2018

 

Musica e Rito: Nat Pwe. Musiche e danze per il culto degli spiriti a Yangon

Il terzo appuntamento della rassegna Musica e rito, organizzato dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, coinvolge un’intera troupe di musicisti e danzatori birmani. Il gruppo è composto da sette musicisti dell’ensemble Academy Myanmar Pyi Kyauk Sein e da quattro medium-danzatori. Questi artisti già operano assieme in Birmania, nella città di Yangon (Rangoon), per la celebrazione di rituali (nat pwe) legati al culto degli spiriti locali (nat).

L’evento vuole così essere una riproposizione, seppur ridimensionata e condensata in un arco di tempo più ridotto, di una tipica celebrazione Nat Pwe.


Programma:

16 novembre ore 17.30 – CFZ-Cultural Flow Zone-Tesa 1
Incontro con
Lorenzo Chiarofonte, PhD Soas, Londra
– il M° Kyauk Sein e i maestri di cerimonia U Win Hlaing e Kyaw Win Naing

Introduce Giovanni De Zorzi, DFBC Università Ca’ Foscari di Venezia
I musicisti e i danzatori, coordinati dai due Maestri di Cerimonia U Win Hlaing e Kyaw Win Hnaing, dialogheranno con i presenti, raccontando le proprie attività professionali nella città di Yangon e in Birmania.

17 novembre ore 18.30 – Fondazione Giorgio Cini, Sala degli Arazzi
Performance con i musicisti e danzatori della città di Yangon

Academy Myanmar Pyi Kyauk Sein Ensemble:

MYANMAR PYI KYAUK SEIN, direttore; AUNG ZAW LIN, danzatore; HLAING BWA AUNG, danzatore; KYAW WIN NAING, danzatore; WIN HLAING, danzatore; AUNG SOE, musicista; HLA MYAING, musicista; KYAW KYAW LIN, musicista; KYAW SAN LWIN, musicista; MIN HAN, musicista; ZAW WIN NAING, musicista; ZIN MIN HTIKE, musicista.

Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso libero fino esaurimento posti

 

Scarica la locandina

Danze tradizionali della scuola di Yamamura

Incontro con la danza giapponese della Scuola Yamamura

WORKSHOP DI YAMAMURA MAI E JIUTA Danze musiche e canti di Osaka

Maestri danza: YAMAMURA Wakahayaki 山村若隼紀
Canto e musica: KIKUO¯ Yu¯ji 菊央雄司

 


Giovedì 26 ottobre ore 16
Conferenza e dimostrazione introduttiva
Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858, Venezia
Ingresso libero sino a esaurimento dei posti


Venerdì 27 ottobre ore 11 e ore 14,30
Masterclass – Laboratorio pratico di danza giapponese
Ca’ Foscari Zattere- Cultural Flow Zone, Dorsoduro 1392, Fondamenta Zattere, Venezia
in collaborazione con l’Associazione GESSHIN

Per iscrizione e informazioni rivolgersi a: ruperti@unive.it

Locandina Giappone

YAMAMURA MAI E JIUTA pieghevole


Lunedì 30 ottobre 2017
Spettacolo Danze tradizionali della scuola di Yamamura
VENEZIA, TEATRO STABILE DEL VENETO GOLDONI

Grazie a una sinergia tra l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, l’Università Ca’ Foscari Venezia, il Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale e la Japan Foundation, a fine ottobre si terrà a Venezia un doppio appuntamento con due esponenti di spicco delle arti coreutiche della città di Osaka: un workshop e uno spettacolo con Yamamura Wakahayaki, giovane e celebrato maestro di danza della scuola tradizionale Yamamura. Sarà accompagnato da tre musicisti coordinati dal maestro Kikuo Yuji, artista di jiuta, raffinato genere musicale cameristico giapponese che risale al XVII secolo.

Il repertorio comprenderà danze da sala accompagnate da piccoli complessi musicali e vocali che, in un ambiente raccolto, vedono il danzatore rappresentare diverse scene e personaggi come fossero piccoli gioielli in un’atmosfera raccolta e con una raffinatissima gestualità.

Ensemble Bîrûn 2016: I compositori Greci del maqâm ottomano  

I compositori Greci del maqâm ottomano è il quarto CD edito nella collana Intersezioni Musicali, promossa dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con l’editore Nota.

Come quelli che lo hanno preceduto, questo CD raccoglie i risultati di Bîrûn, seminario annuale di alta formazione in musica classica ottomana diretto dal Maestro Kudsi Erguner: esso contiene infatti il repertorio su cui hanno lavorato i partecipanti selezionati con borse di studio, eseguito pubblicamente durante il concerto con cui tutti gli anni si conclude il Seminario.

L’edizione 2016 di Bîrûn, da cui derivano le registrazioni per questo CD, è stata dedicata ai compositori greci attivi nell’Impero Ottomano. Per questi compositori, il sistema modale del maqâm e i generi intorno a cui si articolava la musica classica ottomana costituivano uno strumento condiviso con compositori appartenenti ad altre culture all’interno dello scenario cosmopolita costituito dall’impero nei secoli XVIII e XIX. Nell’ambito del sistema del maqâm, tuttavia, la musica dei compositori greci mantiene alcune interessanti peculiarità, in particolare evidenti in alcuni tratti popolareschi (a cui va associata, ad esempio, la predilezione per il genere della canzone şarki, come pure il contenuto testuale delle canzoni stesse, che oltre ai temi amorosi, piuttosto consueti, consiste spesso nella narrazione e nel commento di avvenimenti politici e sociali). Una delle ragioni della presenza di questi tratti è da ricercarsi nei contesti in cui si ritiene che – fino alla fine del XVIII secolo – queste musiche fossero prevalentemente eseguite. Molti musicisti greci infatti si esibivano, oltre che alla Corte ottomana e presso il Patriarcato ortodosso, in taverne dette meyâne, dove i musicisti turchi, poiché vi veniva servito il vino, non avevano accesso. Il şarki, genere “leggero” e più accessibile di altri, ebbe poi un successo tale da diffondersi ampiamente, a cavallo fra Settecento e Ottocento, presso la nascente classe borghese metropolitana.

Il CD presenta brani di alcuni fra i più importanti compositori greci di cui si tramanda la memoria, tra i quali spicca il nome di Petros Lampadarios (1730-1778). Alcune delle composizioni eseguite nel CD sono inedite, e sono state ritrovate e trascritte da Giannis Koutis in notazione moderna a partire da manoscritti in notazione bizantina conservati presso il Monastero Vatopedi, sul Monte Athos.