Istituto Musica Comparata – Pagina 4 – Fondazione Giorgio Cini

Bîrûn – musica ottomana. Le composizioni del Principe Demetrius Cantemir (1673-1723)

Riparte il ciclo di seminari di musica ottomana Bîrûn, organizzato dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati che giunge alla nona edizione. Quest’anno il Maestro Kudsi Erguner ha scelto come tema lo studio sulle composizioni del principe e musicista Demetrius Cantemir, vissuto alla corte ottomana per molti anni nel corso del XVII secolo. Il principe moldavo Demetrius Cantemir (1673-1723) fu un genio dai molti talenti: figlio di Costantin Cantemir, principe e governatore (voyvod) della Moldavia, venne prelevato nel 1687 dagli ottomani e tenuto a Costantinopoli come ostaggio principesco, ad evitare colpi di testa e sommosse in Moldavia. Egli crebbe così nella metropoli ottomana, dove si sposò e visse sino al 1710, muovendosi tra il quartiere dei greci ortodossi del Fanar (Fener) e la corte. Tra i molti suoi talenti, egli coltivò quello musicale e intrattenne rapporti con i nobili, con il sultano Ahmed III (1673-1736), ma soprattutto con i maggiori musicisti e compositori della sua epoca, divenendo egli stesso solista di liuto a manico lungo tanbūr. Al seminario parteciperà un gruppo selezionato di musicisti che si esibirà in un concerto aperto al pubblico, nel Cenacolo Palladiano, il 15 luglio. Come nelle edizioni precedenti il seminario sarà preceduto anche quest’anno da un “Preludio a Bîrûn” a cura di Giovanni De Zorzi.

 

Concerto
15 luglio 2022, ore 18
Cenacolo Palladiano, Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

 

Ensemble Bîrûn 2022

Kudsi Erguner, direzione artistica e ney
Murat Avsar, tanbur
Muaz Ceyhan, tanbur
Alessandro Darsinos, percussioni
Giovanni De Zorzi, ney
Ibrahim Genc, ‘ud
Safa Kormaz, ‘ud
Abdullah Turgut, tanbur
Sun Zheng, erhu

 

Ingresso libero, per partecipare è necessaria la registrazione all’evento sulla piattaforma Eventbrite al link.

Sarà possibile registrarsi a partire dal 7 luglio 2022

 

Le musiche di tradizione orale come patrimonio culturale (bene musicale)

Una questione nuova che si pone per l’etnomusicologia italiana, e per la musicologia nel suo complesso, è la mancata presenza del lemma ‘musica’ nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. La musica viene pensata e normata solo in quanto spettacolo dal vivo, mentre la tutela e la salvaguardia dei beni musicali non è prevista nell’ordinamento legislativo italiano. Da qui la necessità di una riflessione, in particolare da parte dell’etnomusicologia, in quanto nuova disciplina a cavallo tra musicologia e demoetnoantropologia che deve misurarsi con la definizione di bene musicale (materiale e immateriale) anche alla luce della recente normativa emanata dall’Unesco. Si tratta di riconoscere e definire quali possano essere considerati beni musicali nell’ambito delle musiche di tradizione orale, tra registrazioni e documentazioni audiovisive, strumenti musicali, archivi, saperi tramandati.

Sono invitati dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati a discutere di questi temi, per elaborare proposte scientificamente fondate al fine del riconoscimento dei beni musicali e della figura del ‘musicologo’ nell’ordinamento del Ministero della Cultura: esperti nel campo dell’etnomusicologia; Scuole di specializzazione in Beni Demoetnoantropologici delle Università di Perugia e Roma “La Sapienza”; esperti etnomusicologi delle Soprintendenze; esponenti di istituzioni ministeriali deputate alla gestione dei Beni Musicali quali ICBSA e del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali.

 

Comitato scientifico: Fulvia Caruso; Serena Facci; Giovanni Giuriati; Ignazio Macchiarella; Claudio Rizzoni

 

Programma

 

23.06.2022

 

ore 14.30 | Indirizzi di saluto
Renata Codello, Segretario Generale, Fondazione Giorgio Cini
Antonello de Berardinis, Direttore, Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
Michele Nitti, Onorevole alla Camera dei Deputati, Commissione Cultura, Scienze e Istruzione

 

ore 15.00 | Intervento introduttivo
Giovanni Giuriati, Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, Fondazione Giorgio Cini

 

ore 16.00 | La formazione di un (etno)musicologo esperto del patrimonio culturale
Relazione introduttiva: Fulvia Caruso, Università di Pavia

Interventi:
Serena Facci, Università di Roma “Tor Vergata”
Daniele Parbuono, Università di Perugia
Donatella Restani, Università di Bologna

 

24.06.2022

 

ore 9.30 | Quale possibile ruolo per un etnomusicologo nell’organico del MiC
Relazione introduttiva: Claudio Rizzoni, Soprintendenza di Genova e La Spezia, Ministero della Cultura

Interventi:
Lorenzo Bianconi, Università di Bologna
Umberto D’Angelo, Associazione Bianchi Bandinelli
Sandra Suatoni, Segretariato Generale, Ministero della Cultura
Roberta Tucci, Università di Roma “La Sapienza”
Leandro Ventura, Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Ministero della Cultura

 

pausa

 

ore 15.00 | L’etnomusicologo sul campo tra ricerca e istituzioni, tra musicologia e antropologia
Relazione introduttiva: Ignazio Macchiarella, Università di Cagliari

Interventi:
Vito Lattanzi, Ufficio UNESCO, Ministero della Cultura
Guido Raschieri, Università di Trento
Nicola Scaldaferri, Università di Milano
Grazia Tuzi, Università di Roma “La Sapienza”

 

 

 

Scarica il programma 

Nuovi bandi di concorso | Sguardi musicali 2022

Sguardi musicali: progetti di etnomusicologia visiva
Edizione 2022

 

Nell’ambito della ricerca etnomusicologica, la componente audiovisiva sta diventando largamente preponderante nella documentazione sul campo, nella produzione dei risultati e nella divulgazione. La telecamera ha ormai sostituito il registratore in gran parte delle attività di documentazione e la tecnologia digitale ha reso accessibile la produzione di documenti audiovisivi di qualità per fini di archiviazione, analisi e pubblicazione. I filmati vengono utilizzati dagli etnomusicologi non soltanto per la produzione di documentari, ma anche per la divulgazione, per la didattica, per la creazione di archivi multimediali. A questa grande proliferazione nell’uso delle tecnologie audiovisive non corrisponde una adeguata formazione dei ricercatori, a cominciare dall’ambito universitario dove il numero ridotto di docenti e risorse non consente, nella gran parte dei casi, di affrontare la didattica della ricerca sul campo e i procedimenti di documentazione, analisi e montaggio di prodotti audiovisivi come sarebbe necessario.

Per questo motivo, dal 2018 l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) ha pensato di sviluppare un progetto dedicato a queste tematiche, con la cura scientifica di Giovanni Giuriati, Marco Lutzu e Simone Tarsitani, attraverso tre iniziative, distinte e complementari.

 

 

1) Borsa di ricerca annuale di 5.000 euro da assegnare a un giovane ricercatore per la realizzazione di un prodotto audiovisivo di argomento etnomusicologico. I progetti ricevuti mediante bando di concorso verranno vagliati da una giuria di tre esperti. Il vincitore si impegnerà a realizzare entro l’anno il documentario che sarà presentato pubblicamente a Venezia nel corso dell’anno successivo. I materiali prodotti durante la realizzazione del film resteranno in copia presso l’Archivio dell’IISMC.

 

2) Workshop nel campo della etnomusicologia visiva. Due esperti terranno un workshop intensivo con un selezionato numero di partecipanti su un tema rilevante della documentazione audiovisiva in etnomusicologia. Il workshop di quest’anno si svolgerà sull’Isola di San Giorgio Maggiore e sarà incentrato sul tema “Documentazione audiovisiva della performance musicale”.

 

3) Rassegna di filmati e prodotti multimediali di ambito etnomusicologico. Scopo della rassegna è quello di favorire la circolazione di prodotti audiovisivi di interesse etnomusicologico attraverso proiezioni, momenti di riflessione e incontri con gli autori. Nella rassegna verrà proiettato in anteprima il lavoro del vincitore dell’ultima edizione Borsa Carpitella.

 

 

 

Bando per l’assegnazione di una borsa di ricerca in memoria di Diego Carpitella finalizzata alla realizzazione di un prodotto audiovisivo di interesse etnomusicologico

 

Scadenza per la presentazione delle domande: 1 aprile 2022

Sono ammessi alla selezione giovani ricercatori italiani o stranieri, con esperienza nel campo dell’etnomusicologia visiva, che preferibilmente non abbiano raggiunto il 40mo anno d’età al giorno della scadenza del bando, che presentino un progetto inedito per la realizzazione di un prodotto audiovisivo del quale dimostrino di detenere i pieni diritti.

 

L’importo della borsa è fissato in euro 5.000,00 (lordi).

 

Per partecipare alla selezione i candidati devono inviare questo modulo scaricabile online compilato in ogni sua parte e completo di relativi allegati, alla segreteria dell’Istituto di Studi Musicali Comparati (via email a: musica.comparata@cini.it) entro e non oltre il 1 aprile 2022.

 

 

Scarica qui il bando completo
Scarica qui la domanda di partecipazione al bando

 

 

Bando per la partecipazione al workshop su “Documentazione audiovisiva della performance musicale”

 

Scadenza per la presentazione delle domande: 1 aprile 2022

 

Docenti: Marco Lutzu e Simone Tarsitani

Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 12-15 luglio 2022

 

Il workshop sarà tenuto da Marco Lutzu e Simone Tarsitani, etnomusicologi con anni di esperienza accademica e internazionale nella produzione audio e video.

Per partecipare alla selezione i candidati devono far pervenire il modulo d’iscrizione, compilato in ogni sua parte e completo di relativi allegati, alla segreteria dell’Istituto di Studi Musicali Comparati (via email a: musica.comparata@cini.it) entro e non oltre il 1 aprile 2022.

 

Scarica qui il bando completo 
Scarica qui la domanda di partecipazione al workshop

 

 

Per maggiori informazioni contattare:

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
Fondazione Giorgio Cini onlus
musica.comparata@cini.it | T 041 2710357-258

 

Trio Munedaiko

Concerto del Trio Munedaiko
Mugen Yahiro, Naomitsu Yahiro, Tokinari Yahiro tamburi giapponesi
Musiche della tradizione giapponese wadaiko
21 Febbraio 2022 ore 20.30
Sala concerti del Conservatorio B. Marcello
Introduce Enrico M. Fiore: Lo spirito delle percussioni giapponesi a Venezia

 

Masterclass di tamburi giapponesi con il Trio Munedaiko
22 Febbraio 2022 ore 15.30
Aula didattica del Conservatorio B. Marcello

 

 

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, collabora all’organizzazione di due eventi che vedono protagonisti il Trio Munedaiko.

Con il termine wadaiko si intende un genere di musica giapponese tradizionale eseguita da uno o più musicisti che nasce a partire dalla figura di Daihachi Oguchi, il quale introduce elementi provenienti dalla musica occidentale (soprattutto dal jazz) nelle performance musicali tradizionali, arricchendole di forti gestualità sceniche. Caratteristica principale è il ruolo centrale che riveste il taiko il tamburo di legno ricavato da un unico tronco d’albero che veniva utilizzato durante le battaglie per impartire ordini ai guerrieri, e durante le feste popolari per portare gioia e ritmo e durante le funzioni religiose. Il taiko ha una storia millenaria. Pare che i primi reperti risalgano sin dal periodo Jōmon (10.000 a.C. – 300 a.C), e già alcune illustrazioni del periodo Kofun (250-538 d.C.) attestano l’utilizzo delle percussioni da parte del popolo giapponese. In epoca Heian (794-1185 d.C.), momento di massimo splendore della musica di corte (gagaku), il taiko trova ampio uso anche nella corte nobiliare. I tipi di tamburo e il loro impiego variano molto in base ai contesti in cui vengono suonati. Si passa dall’ambiente nobiliare, dove prendono parte del repertorio musicale gagaku, fino ad arrivare alle feste popolari contadine, animate dalle performance folkloriche (minzoku geinō).

 

Il Trio Munedaiko è un gruppo di studio dedicato alla pratica ed alla valorizzazione del tamburo tradizionale giapponese per scoprire, sviluppare ed evolvere se stessi.
Riconosciuto ufficialmente come collaboratore culturale dell’ambasciata giapponese in Italia, realizza concerti in tutta Italia ed in Europa per far conoscere il potere espressivo dei loro tamburi. Riportando nelle loro incredibili performance la musica, il teatro e la danza di questa secolare tradizione fanno rivivere, a chi li ascolta, frammenti del Giappone antico. L’obiettivo del gruppo è, attraverso l’arduo allenamento del corpo, l’arte e la cultura, trovare la stabilità della mente e dello stato d’animo, per approfondire lo spirito in armonia e in risonanza con l’altro.

 


 

Entrambi gli eventi sono parte del programma del Festival Internazionale Japan Contemporary Arts in Venice – The Aestechics of Emptiness organizzato dal Conservatorio Benetto Marcello, Università Ca’ Foscari Venezia e Accademia di Belle Arti di Venezia, in collaborazione con: Fondazione Giorgio Cini; Japan Foundation; Study in Venice e Fondazione Ugo e Olga Levi.

 

Il festival si svolge a Venezia dal 21 al 24 febbraio 2022.
Sono previsti in programma: conferenze, concerti, workshop, lezioni aperte, visite guidate.

 

Programma del Festival: https://www.conservatoriovenezia.eu/blog/eventi/collaborazioni/the-aesthetics-of-emptiness/  

 

Modulo di prenotazione: https://forms.gle/fcUwkLgFSQsNe58b6

 

 

 

Sguardi musicali: documentari etnografici

Seminario e Rassegna di documentari etnografici nell’ambito del progetto Sguardi musicali

 

2 dicembre 2021 | Università Ca’ Foscari Venezia

a cura di Giovanni Giuriati, Marco Lutzu e Simone Tarsitani

in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali e Dipartimento di Studi Umanistici, Università Ca’ Foscari Venezia

 

 

Il seminario e la rassegna di documentari sono parte di una più ampia iniziativa denominata Sguardi Musicali: progetti di etnomusicologia visiva, avviata nel 2018 dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati che prevede attività di formazione, promozione e sostegno alla produzione nell’ambito dell’etnomusicologia audiovisiva e multimediale.
L’edizione di quest’anno si concentrerà sull’utilizzo della macchina da presa come strumento che favorisce la conduzione di un tipo di ricerca partecipativa in ambito etnomusicologico.

La mattina è previsto un seminario destinato agli studenti dell’Università Ca’ Foscari con la partecipazione di antropologi, etnomusicologi e filmmakers che rifletteranno su come l’impiego della videocamera abbia condizionato il loro modo di fare etnografia.

Nel pomeriggio è prevista invece la proiezione pubblica di alcuni documentari di interesse etnomusicologico e la prima assoluta del film Videomaking Al Andalus prodotto da Dario Ranocchiari, vincitore del Premio Borsa Carpitella conferito dall’IISMC nel 2019.

 

E’ possibile assistere alle proiezioni del pomeriggio presso il CFZ – Cultural Flow Zone compilando il modulo in fondo a questa pagina.

 

 

Programma seminario (destinato agli studenti)
8.45 – 11.15
Università Ca’ Foscari (Campo San Sebastiano, 30123 Venezia), Aula Padoan
La ricerca audiovisiva partecipativa in etnomusicologia

Con la partecipazione di: Giovanni Giuriati, IISMC Fondazione Giorgio Cini, Università ‘La Sapienza’ di Roma; Valentina Bonifacio, Università Ca’ Foscari Venezia; Giovanni De Zorzi, Università Ca’ Foscari Venezia; Marco Lutzu, Università degli Studi di Cagliari; Simone Tarsitani, Durham University; Dario Ranocchiari, Universidad de Granada.

 

 

 

Filmare con …

La ricerca audiovisiva partecipativa in etnomusicologia

 

Proiezioni a partire dalle ore 15.00

CFZ – Cultural Flow Zone (Zattere al Pontelungo, Dorsoduro 1392)

Ingresso libero | Registrazione obbligatoria

 

 

Shooting Freetown, di Kieran Hanson (2011) 29 min
Un decennio dopo la devastante guerra civile in Sierra Leone, dalle ceneri sorge una nuova alba di creatività nei media audiovisivi. Ispirato dall’“antropologia condivisa” e dall’“etno-fiction” di Jean Rouch, Shooting Freetown segue tre persone che si fanno strada nel cinema e nella musica nella capitale della nazione, affrontando le continue lotte con visione e intraprendenza. Incorporando progetti video collaborativi, le loro storie danno una nuova immagine della Freetown del dopoguerra, presentata al mondo attraverso le loro lenti.

 

Fabrik Funk, di Alexandrine Boudreault-Fournier, Rose Satiko Gitirana Hikiji e Sylvia Caiuby Novaes (2015) 25 min
Karoline è una giovane donna che vuole una vita più eccitante rispetto alla sua normale routine in un call center. Nelle strade di Cidade Tiradentes, nel distretto di San Paolo, il più grande complesso residenziale a basso reddito dell’America Latina, Karoline insegue il suo sogno di diventare una MC in un luogo conosciuto come la Funk Factory. Il film è un’etnofiction che esplora l’universo del Funk, una pratica che coinvolge musica, danza, tecnologia, moda e consumo emersa negli ultimi decenni come una delle manifestazioni culturali più importanti tra i giovani brasiliani.

 

Videomaking Al Andalus, di Dario Ranocchiari (2021) 60 min [prima assoluta]
Il film racconta il processo creativo di tre gruppi musicali di Granada molto diversi tra loro, che accettano la sfida di realizzare ognuno un video musicale autoriflessivo. Un video che esplori la loro relazione con il territorio in cui vivono, che fu l’ultimo sultanato nazarí della penisola iberica, con gli echi che ha lasciato e che risuonano nei vicoli dell’Albayzín o nel canto delle acequias delle Alpujarras. Provando a tradurre visualmente i loro mondi sonori tramite laboratori partecipativi coordinati dal regista-etnografo, i musicisti di Al Firdaus, Darash e Pablo López si confrontano con i riflessi di Al Ándalus attraverso la loro musica tra legami con il sufismo, fusione mediterranea e rap rivendicativo.

 

 

 

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Polifonie popolari e canto corale del Veneto: un patrimonio da riscoprire, tutelare e restituire

Polifonie popolari e canto corale del Veneto: un patrimonio da riscoprire, tutelare e restituire


Presentazione del progetto finanziato dalla Regione del Veneto
a cura di Costantino Vecchi

18 novembre, ore 17

 

Grazie al contributo della Regione del Veneto, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati ha avviato un importante progetto di salvaguardia e valorizzazione della documentazione audiovisiva prodotta e conservata presso il proprio archivio. I documenti riguardano i repertori polivocali di area veneta acquisiti nell’ambito della rassegna Polifonie “in viva voce” 12 nell’autunno 2008. La salvaguardia, la valorizzazione e la restituzione alle comunità di appartenenza di questi preziosi materiali, si configura come il principale obiettivo del progetto in virtù dell’importanza che tale patrimonio riveste nel panorama degli studi sulle tradizioni musicali popolari del Veneto.

Il progetto si propone di rendere accessibili ai ricercatori i materiali custoditi nell’archivio dell’IISMC tramite riversamento digitale e catalogazione e, allo stesso tempo, di mettere a disposizione dei cori e delle comunità locali le videoregistrazioni effettuate in occasione della rassegna.

La rassegna Polifonie “in viva voce”12, articolata in tre diversi concerti nei quali si sono esibite diciotto formazioni corali a cui si aggiunge un importante seminario di studi è stata possibile grazie alla ricerca condotta sul campo da Matteo del Negro tramite una borsa di studio finanziata dalla Regione del Veneto.

 

Durante l’incontro si illustreranno gli interventi di tutela avviati e si condurrà una riflessione sulla situazione attuale della musica popolare e del canto corale in Veneto a più di dieci anni di distanza dall’importante seminario del 2008 e dall’acquisizione dei materiali audiovisivi al centro del progetto.

 

Intervengono:
Renata Codello, Segretario Generale, Fondazione Giorgio Cini
Fausta Bressani, Direttore, Beni, Attività Culturali e Sport, Regione del Veneto
Giovanni Giuriati, Direttore IISMC, Fondazione Giorgio Cini

Costantino Vecchi, Archivio IISMC, Fondazione Giorgio Cini
Maurizio Agamennone, Università di Firenze
Matteo Del Negro, Ricercatore

 

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Musica indiana con Kirpal e Gurdit Panesar

Mercoledì 24 novembre, ore 18
Concerto ad ingresso libero su prenotazione

 

I POSTI DISPONIBILI SONO ESAURITI

 

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, riprende le attività spettacolari autunnali con un incontro di approfondimento e un concerto dedicati alla musica indiana.
L’evento, curato dalla Prof.ssa Laura Leante, è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Musica dell’Università di Durham.

 

Per l’occasione è stato invitato ad esibirsi a San Giorgio il famoso suonatore di esraj Kirpal Singh Panesar, virtuoso di fama internazionale.

 

Questo concerto si inserisce nell’ambito di un lungo impegno dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati nella promozione della musica del subcontinente indiano e rappresenta una rara opportunità di ascoltare una performance di esraj, uno strumento ad arco dell’India del Nord.

Kirpal si esibirà anche al tar shehnai, un esraj alla cui cassa è aggiunto un risonatore metallico a forma di campana: il nome (che letteralmente significa “oboe a corda”) si riferisce infatti la somiglianza del timbro del tar shehnai con quello, appunto, dello strumento a fiato.

 

La formazione di Kirpal Singh Panesar rispecchia questa sua duplice sensibilità musicale. Ha infatti studiato sia con il grande maestro dello shehnai Ustad Bismillah Khan, che con virtuosi di strumenti a corda, quali Ustad Surjeet Singh e Ustad Gurdev Singh. L’identità musicale di Kirpal emerge dalla convergenza di queste esperienze, che possono essere apprezzate nell’abilità del musicista di valorizzare al meglio il potenziale espressivo di questi strumenti e il carattere etereo delle loro sonorità.

 

Alla Fondazione Giorgio Cini, Kirpal sarà accompagnato dal tablista Gurdit Singh Panesar.

 

 

Il concerto sarà anticipato da un incontro di approfondimento sulla musica indiana, martedì 23 novembre, fruibile in diretta streaming sul canale Youtube della Fondazione.

 

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Libri a San Giorgio | Investigating Musical Performance: Theoretical Models and Intersections

Nuovo appuntamento, nel mese di giugno, per Libri a San Giorgio on line, format di presentazione delle ultime attività editoriali della Fondazione Giorgio Cini.

 

Lunedì 7 giugno, alle ore 17.00 in diretta sul canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini verrà presentato il volume

Investigating Musical Performance: Theoretical Models and Intersections

Collana Musical Cultures of the Twentieth Century (volume 5)

a cura di Gianmario Borio, Giovanni Giuriati, Alessandro Cecchi e Marco Lutzu

 

Presentano

Amanda Bayley (Bath Spa University)
Enrique Cámara de Landa (Universidad de Valladolid)

 

Partecipano i curatori del volume

Zoom in on Masters IISMC online conversations

Zoom in on Masters è un nuovo progetto dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC), coordinato da Simone Tarsitani, che vede alcuni dei maestri di importanti tradizioni musicali e coreutiche di diverse parti del mondo conversare in uno spazio virtuale su questioni musicali di comune interesse, per raccontare i loro e i nostri progetti internazionali che, a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, hanno necessariamente subito una pausa. 

Tutti gli incontri vedono la regia di Simone Tarsitani (Durham University), che cura assieme a Marco Lutzu (Università di Cagliari) per l’Istituto anche il programma di formazione e ricerca nel campo dell’etnomusicologia audiovisuale Sguardi musicali

 

La quarta edizione di Zoom in on Masters, dal titolo Poetas and Guitarroneros of Central Chile, pubblicata sul canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini a partire dal 18 giugno 2021, è dedicata all’approfondimento di alcune specifiche tradizioni musicali cilene. 

 

Il video, come per le precendenti edizioni, è stato realizzato sulla piattaforma Zoom. 

A moderare l’incontro sono gli etnomusicologi Stefano Gavagnin, Venezia, e Claudio Mercado, del Museo Chileno de Arte Precolombino di Santiago del Cile, in conversazione con con i cantores populares Roberto Carreno e Erik Gil.

In alcune località rurali del Cile centrale, talvolta a pochissimi chilometri dalla metropoli di Santiago, si mantiene vigente una tradizione di poesia popolare cantata che affonda le sue radici negli strati profondi della cultura coloniale spagnola, pur avendo assorbito elementi sincretici autoctoni. 

 

I cantori a lo poeta affrontano nei loro testi (versos) – in parte appresi per trasmissione orale e in parte da loro stessi creati o improvvisati – tanto temi di argomento biblico e parabiblico (che formano il canto a lo divino) come di carattere profano (il canto a lo humano). Questi ultimi comprendono versi “per la Storia, per l’Astronomia, per l’Aritmetica” e così via, nei quali si riflette un sapere arcaico di ascendenza medievale, mentre altri canti sono legati alla socialità: matrimoni, funerali, ecc.

I poeti-cantori si accompagnano con chitarre, dalle specifiche accordature “trasposte”, e soprattutto

con il guitarrón cileno, una singolare derivazione locale della chitarra barocca spagnola. Tanto le intonazioni modali, come pure le forme metriche della poesia e la tradizione del “contrappunto poetico”, rimandano ad un fondo ispanico coloniale che accomuna diverse aree dell’America Latina.

 

Questa quarta pubblicazione di Zoom in on Masters va ad arricchire il vasto repertorio di documenti audiovisivi dell’IISMC, già presente e molto seguito sul canale YouTube della Fondazione Giorgio Cini

 


Di seguito elenchiamo le precedenti edizioni, pubblicate nel 2020.

 

Nel nella prima edizione del 2020, dal titolo Kudsi Erguner and the Bîrûn Project,  il Maestro Kudsi Erguner, curatore del pluriennale progetto Birûn dedicato alla musica classica ottomana, conversa con Giovanni De Zorzi (Università di Venezia) e con alcuni musicisti che hanno partecipato al progetto come borsisti negli anni passati per riflettere sul valore complessivo di questa iniziativa fruttuosa sia per la formazione che per la ricerca, e per presentare le composizioni strumentali del principe Dimitri Cantemir (1673-1723).

 

Nella seconda conversazione Zoom in on Masters – Masters of Syrian maqām – Sabine Chatel, promotrice culturale, in particolare contatto con l’ambiente dei musicisti siriani, conversa con Giovanni De Zorzi, con alcuni musicisti attualmente in Siria e a Parigi, e con Massimiliano Trentin (Università di Bologna) sull’importanza della tradizione musicale siriana nel mondo arabo e medio-orientale. Con questi musicisti, in particolare con il celebre cantante Omar Sarmini, era previsto un concerto sul canto classico di Aleppo, un peculiare e raffinato stile di cui si è parlato nella conversazione. Altro tema affrontato è la particolare condizione esistenziale e professionale di una generazione di musicisti che hanno dovuto convivere con la guerra civile e ora con la pandemia, molti dei quali lontani dal loro paese, e di come le attività musicali siano proseguite anche in queste difficili condizioni, adattandosi alle circostanze.

 

Nella terza conversazione, ultima pubblicazione del 2020, Kapila Venu, danzatrice e attrice di teatro kutiyattam, del  Kerala, India, direttrice del Natana Kairali Research and Performing Centre for Traditional Arts (il titolo infatti è Kapila Venu at the Natana Kairali Centre (Kerala)), conversa con Vito Di Bernardi (Università di Roma “La Sapienza”) a proposito dello spettacolo che avrebbe dovuto mettere in scena a San Giorgio a giugno 2020, la celebre storia della Parvati Viraham  (La separazione di Parvati), incentrata sulla figura di Parvati, sposa del dio Shiva nella quale, pur rimanendo nel pieno rispetto della tradizione, l’attrice aggiunge delle sfumature contemporanee, affrontando indirettamente questioni di genere e del ruolo femminile, temi di grande attualità̀ nella attuale società̀ indiana. 

Musica persiana: Kayhan Kalhor e Behnam Samani

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, riprenderà le attività  con un concerto dedicato alla musica classica persiana, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia e la Casa della Cultura Iraniana di Venezia. 

Per l’occasione sono stati invitati ad esibirsi a San Giorgio i musicisti Kayhan Kalhor e Behnam Samani.

 

Kayhan Kalhor è un grande interprete di kamancheh, viella ad arco a puntale. Solista di fama internazionale, viene considerato uno degli ambasciatori della musica d’arte persiana nel mondo. Premiato con un Grammy, è uno dei membri del noto Silk Road Ensemble fondato dal violoncellista Yo-Yo Ma, con il quale continua a compiere tournée e per il quale compone regolarmente. Recentemente è stato insignito del prestigioso WOMEX Artist Award.

 

Behnam Samani suona il tamburo a calice detto tombak  o zarb. Nel suo stile combina una sorprendente varietà di ritmi che affondano le loro radici nella musica persiana classica ma che si aprono alle influenze di altre culture portando ad un’ampia gamma di suoni, colori ed espressioni. Samani è stato tra i fondatori del gruppo di percussioni Zarbang, ha suonato con i più noti musicisti iraniani e ha compiuto numerose tournée internazionali, soprattutto con l’ensemble Dastan.

 

Il concerto sarà preceduto da un incontro di approfondimento sulla musica e l’estetica della tradizione classica persiana, a cura di Giovanni De Zorzi.

 

SCARICA LA LOCANDINA


 

I POSTI PER ASSISTERE AL CONCERTO IN PRESENZA SONO ESAURITI.

Vi ricordiamo che sia l’incontro di approfondimento di martedì 13 luglio, ore 17.00, che il concerto di mercoledì 14 luglio, ore 18.00, saranno trasmessi in streaming sul canale Youtube della Fondazione Giorgio Cini.