Istituto Musica Comparata – Pagina 3 – Fondazione Giorgio Cini

Musica indiana con Manjiri Asanare Kelkar, canto khyal

Concerto

7 luglio ore 18, Fondazione Giorgio Cini, Sala degli Arazzi

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

Manjiri Asanare Kelkar, voce
Nitin Ware, tabla
Dnyaneshwar Sonawane, harmonium

 

Per questo appuntamento con la musica colta sud-asiatica, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati ha invitato la cantante indiana Manjiri Asanare Kelkar, una delle maggiori esponenti contemporanee di khyal, il genere vocale classico dell’India del Nord oggigiorno più diffuso.

 

Il khyal (il cui nome, derivato dal persiano, si può tradurre con “immaginazione”) pone l’enfasi sulla abilità creativa da parte del cantante di improvvisare melodie basate sui raga, le strutture modali della musica classica indiana. La formazione di Manjiri è iniziata sotto la guida di suo padre, il noto tablista Anand Asanare, per poi continuare con Madhusudan Kanetkar, raffinato esponente della scuola stilistica di Jaipur, e – piu’ di recente – con la celebre cantante Kishori Amonkar.

 

In questa sua prima performance in Italia, Manjiri Asanare Kelkar sarà accompagnata – come è consueto nel khyal – da un suonatore di harmonium e, alle percussioni, da un tablista.

 

A precedere il concerto, il 6 luglio, si organizza un incontro di approfondimento scientifico durante il quale, in diretta streaming, Laura Leante, docente di etnomusicologia alla Durham University intervisterà Manjiri Asanare Kelkar sulla pratica del canto indiano khyal nella tradizione di Jaipur.

 

Scarica la locandina dell’evento

Musica persiana con Dariush Talai, Pejman Tadayon, Hamid Mohsenipoor

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un concerto venerdì 31 marzo alle ore 18 dedicato alla musica classica persiana in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Per l’occasione torna ad esibirsi a San Giorgio il musicista Dariush Talai, già invitato nel 2001 insieme al maestro Djamchid Chemirani, questa volta accompagnato dai musicisti Pejman Tadayon al ‘ud e Hamid Mohsenipoor alle percussioni.

 

Dariush Talai è il principale esponente contemporaneo della tradizione classica persiana degli strumenti tar e setar. Riconosciuto internazionalmente come tra i più virtuosi maestri della musica tradizionale, Talai ha partecipato a numerosi concerti, festival, trasmissioni e registrazioni discografiche. Oltre all’aspetto performativo, Talai ha insegnato presso l’Università e il Centro per la Conservazione della musica tradizionale di Teheran e presso il Centre d’Études de Musique Orientale (C.É.M.O.) di Paris-Sorbonne. La ricerca è parte integrante della sua attività, è infatti autore di uno studio sui sistemi modali delle tradizioni irano-arabe-turche presso l’Université de Paris X-Nanterre.

 

Il concerto sarà preceduto il 30 marzo pomeriggio da un incontro di approfondimento dal titolo “L’eredità, l’estetica e il presente del radīf persiano” a cura di Giovanni De Zorzi che intervisterà il Maestro Talai. L’appuntamento, in diretta streaming, permetterà di approfondire diversi aspetti delle pratiche musicali improvvisate e del repertorio classico del radīf persiano che si ascolterà al concerto.

 

L’ingresso al concerto, previsto in Sala degli Arazzi alle ore 18, è libero fino ad esaurimento posti.

Musica Sámi | Yoiking in Honor of Venice

Yoiking in Honor of Venice 

 

Ánde Somby, yoiker
Sara Marielle Gaup Beaska
, yoiker
Máret Áile Gaup Beaska
, yoiker

 

Concerto

20 ottobre, 2022, ore 17

Auditorium “Lo Squero”

Isola di San Giorgio Maggiore

Venezia

 

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in collaborazione con “The Sámi Pavilion”,  parte della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, commissionato dall’Office for Contemporary Art Norway (OCA), presenta un concerto di yoik eseguiti da tre yoiker tradizionali Sámi di Norvegia. L’evento è a cura di Nicola Renzi.

 

Tra le popolazioni indigene Sámi che abitano la costa, la tundra e le immense foreste boreali dell’Artico europeo, lo yoik è una pratica vocale ancestrale attraverso cui si commemorano persone, si evocano luoghi, animali e altri elementi del paesaggio naturale. Gli yoik hanno diverse funzioni che si articolano tanto sul piano sociale, quanto su quello cosmologico ed ecologico. Uno yoik, per esempio, può essere un dono effettuato da chi crea il canto al soggetto da esso evocato, mentre nella ritualità indigena lo yoik possiede rilevanti implicazioni sciamaniche legate alla metamorfosi sonora tra umano e non-umano. Al contempo, stando alla cosmologia Sámi, quella dello yoik non è una pratica espressa esclusivamente dall’Uomo: i Sámi ascoltano lo yoik anche nella voce dei fiumi e degli uccelli, del vento e delle montagne del Sápmi, il territorio ancestrale dei Sámi che si estende nelle regioni artiche di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia (Penisola di Kola).

 

Nel 2022, il Padiglione dei Paesi Nordici della Biennale di Venezia è stato trasformato nel Padiglione Sámi, con un’esposizione interamente dedicata all’arte e alla cultura indigena del popolo Sámi. Per celebrare questo importante e inedito riconoscimento, nonché l’accoglienza ricevuta, il celebre yoiker Ánde Somby ha creato un luohti (la melodia dello yoik) che non solo è simbolo del legame tra la comunità artistica Sámi e la città di Venezia, ma commemora anche la singolarità di questo luogo e il suo ruolo centrale nell’interculturalità europea e globale. Lo “yoik di Venezia” sarà eseguito in apertura del concerto attraverso un’ufficiale cerimonia di donazione musicale alla Città e verrà, in seguito, conservato negli archivi dell’IISMC.

 

Alla donazione seguirà un concerto nel quale la pratica vocale dello yoik verrà proposta nella sua forma più tradizionale. Ánde Somby si esibirà in un ciclo di yoik intitolato “The animals inside the human and the human outside the animals”. Attraverso l’esecuzione di uno specifico repertorio dedicato all’evocazione degli animali della tundra, verrà introdotta la funzione sciamanica dello yoik e saranno commentate le relazioni ecologiche e cosmologiche tra uomo e animale nel pensiero Sámi.  Alla performance di Ánde Somby seguirà quella di Sara Marielle Gaup Beaska, che – insieme a sua figlia Máret Áile Gaup Beaska – presenterà un repertorio di luohti volti a illustrare lo yoik come “arte del ricordare” in relazione a persone, villaggi, paesaggi del Sápmi.

 

Il concerto è aperto al pubblico. E’ richiesta la registrazione.

E’ possibile registrarsi a questo link

The Eranos Experience: Spirituality and the Arts in a Comparative Perspective

Il Convegno è organizzato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate, dall’Istituto di Musica, dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini e dal Center for History of Hermetic Philosophy and Related Currents (HHP) dell’Università di Amsterdam.
I colloqui di Eranos furono organizzati ad Ascona dall’attivista, pittrice e ricercatrice olandese Olga Fröbe-Kapteyn a partire dal 1933, su ispirazione di Rudolf Otto e Carl Gustav Jung. Gli incontri riunirono alcune tra le menti più stimolanti dell’epoca che si confrontarono su argomenti quali la spiritualità, il misticismo, il mito e la simbologia, nell’intento di opporsi a quella che veniva percepita come una secolarizzazione inarrestabile. Il focus della conferenza verterà sull’eredità di Eranos riguardo le scienze sociali e umane e le arti performative e figurative, in particolare sulla musica, la danza, il teatro e la pittura. L’evento sarà arricchito da un concerto del mdi ensemble che suonerà le composizioni di Renato de Grandis, di Ernesto Rubin de Cervin e di Giacinto Scelsi presso l’Auditorium “Lo Squero”.

 

 

Scarica il programma del convegno The Eranos Experience

 

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Sguardi Musicali: rassegna di film etnomusicologici

Sguardi Musicali: rassegna di film etnomusicologici
a cura di Giovanni Giuriati, Marco Lutzu e Simone Tarsitani

 

Seminario e anteprima dei film dei vincitori della Borsa Carpitella 2020 e 2021
1 dicembre 2022 CFZ – Cultural Flow Zone
Zattere al Pontelungo, Dorsoduro 1392

 

Il seminario e la proiezione dei film sono parte di una più ampia iniziativa denominata Sguardi Musicali: progetti di etnomusicologia audiovisiva, avviata nel 2018 dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati che prevede attività di formazione, promozione e sostegno alla produzione nell’ambito dell’etnomusicologia audiovisiva e multimediale.

 

L’edizione di quest’anno prevede la presentazione, aperta al pubblico, di due film in anteprima assoluta e un incontro di riflessione sul tema della fiction in etnomusicologia audiovisiva, destinato agli studenti dell’Università Ca’ Foscari, con la partecipazione di antropologi, etnomusicologi e filmmakers.

 

Programma

 

Seminario
Fiction ed etnomusicologia audiovisiva
10:00-13:00

Indirizzato agli studenti universitari

 

Partecipano: Giovanni Giuriati, IISMC Fondazione Giorgio Cini; Valentina Bonifacio, Università Ca’ Foscari Venezia; Giovanni De Zorzi, Università Ca’ Foscari Venezia; Marco Lutzu, Università degli Studi di Cagliari; Simone Tarsitani, Durham University; Silvia Paggi, Université Côte d’Azur; Raffaele Pinelli, Université Côte d’Azur.

 

Borsa Carpitella: Petr Nuska, PhD, Durham University; Daniele Zappatore, dottorando, Università ‘La Sapienza’ di Roma; Shan Du, dottoranda, Università di Bologna.

 

Proiezioni
15:00-18:00

Aperte al pubblico. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

 

Hopa lide, di Petr Nuska (2022) 90 min (circa)
alla presenza del regista

 

Chi sono i musicisti romanì? Misteriosi depositari di atmosfere carnevalesche, con la musica nel sangue e con un talento speciale per far cantare e ballare la gente? Oppure si tratta di un grande mito? Il documentario Hopa lide affronta la questione in modo non ortodosso. Ognuno dei suoi tre capitoli rappresenta la collaborazione tra un antropologo ceco e i musicisti rom slovacchi impegnati nella produzione di un video musicale. Lo sguardo mobile della videocamera ci trasporta all’interno di scene sul palco e nel backstage delle esibizioni, ma anche alla scoperta di momenti intimi che svelano le difficoltà quotidiane e i sogni segreti dei musicisti. Il film sfida molti preconcetti sulla musica gitana, ma anche sulla musica e sul popolo rom in genere.

 

CArang pring wuLUNG: The Journey of a Bamboo Gamelan Maestro, di Daniele Zappatore (2022) 63 min
alla presenza del regista

 

CArang pring wuLUNG è un documentario etnomusicologico sui gamelan calung, ensemble di xilofoni in bambù tipici del distretto di Banyumas (Giava Centrale). Questa pratica è raccontata dalla prospettiva di Darno, un esperto musicista, compositore e docente presso l’ISI di Surakarta – la più importante accademia artistica giavanese –, attivamente impegnato nella promozione, nella divulgazione e nell’innovazione della musica calung. Nel film, strutturato in quattro capitoli, Darno ripercorre la sua crescita artistica e professionale, metaforicamente associata al ciclo vitale di una pianta; il suo racconto serve da punto di partenza per investigare le principali caratteristiche della musica calung, descritte con l’ausilio di animazioni grafiche innovative e trascrizioni in tempo reale.

La costituzione del Fondo Conati: tutela e valorizzazione delle registrazioni inedite di Marcello Conati conservate alla Fondazione Giorgio Cini

Il Fondo Marcello Conati che si intende costituire con questo progetto consiste in un importante nucleo di registrazioni su nastro magnetico, in gran parte inedite, di canti popolari delle province di Verona, Parma e Reggio Emilia registrate sul campo all’inizio degli anni Settanta dal musicista e musicologo Marcello Conati. In particolare, la raccolta relativa al Veneto di questo fondo è formata da 35 nastri magnetici contenenti registrazioni realizzate principalmente nei comuni di Fumane, Zevio, Ferrara di Monte Baldo, Lazise, Sant’Anna d’Alfaedo, San Bonifacio, Negrar e Marano di Valpolicella. Il contenuto sonoro di tale raccolta è da considerarsi di grande valore in quanto preziosa testimonianza di espressioni della musica di tradizione orale e della cultura popolare veneta, alcune delle quali ormai scomparse. Grazie al rinnovato contributo e alla collaborazione fra la Regione del Veneto e la Fondazione Giorgio Cini, avviatasi nel 2021, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati ha avviato quest’anno un progetto di tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza di questo fondo musicale, conservato presso il proprio archivio attraverso la sua digitalizzazione, archiviazione e pubblicazione nel catalogo digitale dell’archivio, a cura di Costantino Vecchi.
L’incontro pubblico sarà un’occasione per presentare i risultati del progetto, per riflettere sulla potenzialità di ulteriori ricerche e sul possibile sviluppo di ulteriori progetti di valorizzazione e restituzione da concordare con i protagonisti della ricerca. 

 

Ore 16

 

Intervengono:

 

Renata Codello
Segretario Generale, Fondazione Giorgio Cini

 

Arianna Bernardi
Direttore, U.O. Attività Culturali e Spettacolo, Regione del Veneto

 

Francesca Scatto
Consigliere Regionale, Presidente della Sesta commissione consiliare permanente

 

Teresa Camellini

Istituto Memoria & Durata

 

Giovanni Giuriati

Direttore IISMC, Fondazione Giorgio Cini

 

Costantino Vecchi

Archivio IISMC, Fondazione Giorgio Cini

 

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Libri a San Giorgio

Le presentazioni dei nuovi libri curati dalla Fondazione Giorgio Cini riprenderanno il giorno 18 ottobre con il volume Patterns of Change in the Traditional Music of Southeast Asia, il decimo della collana ‘Intersezioni Musicali’ pubblicata dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in collaborazione con l’editore Nota di Udine. Curato dal direttore dell’Istituto, Giovanni Giuriati il volume raccoglie in sette capitoli ricerche originali condotte sul campo sulle musiche del sud-est asiatico. 

 

L’11 novembre, ore 17:00, verranno presentati i quattro volumi di  «Vivaldi Album», tutti a cura di Alessandro Borin. L’incontro sarà presentato da Ivano Bettin e Alessandro Borin, con la partecipazione di Francesco Fanna.

 

I quattro volumi sono serie di antologie di arie d’opera, suddivise per registri vocali, tratte dal corpus delle musiche teatrali di Antonio Vivaldi sopravvissute fino ai giorni nostri. Ciascun volume comprende dodici brani, diversificati per affetto e carattere, che esemplificano una pluralità di stili e di situazioni drammatiche, disposte in ordine cronologico, così da rappresentare uno spaccato ideale dell’intera carriera di Vivaldi.

La presentazione – inserita all’interno dell’incontro dell’Accademia Vivaldi (8-12 novembre) guidato dal soprano Gemma Bertagnolli – sarà seguita da un concerto tenuto dagli allievi dell’Accademia che eseguiranno alcune arie vivaldiane tratte dalle 4 antologie.

 

Il 29 novembre, ore 17:00  si concluderà la rassegna con la presentazione di Panj ganj (I cinque tesori) di Neẓāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo, a cura di Daniela Meneghini e Alessandro Martoni, Casa Editrice Mandragora, Firenze, 2022. L’incontro sarà presentato da Elisabetta Raffo.

 

Il volume monografico, pubblicato all’interno del progetto Salviamo un Codice promosso da Nova Charta Editori e dalla sua direttrice Vittoria de Buzzaccarini e finanziato da Giovanni Alliata di Montereale, è interamente dedicato a uno dei capolavori miniati che si conservano nella biblioteca della Fondazione Giorgio Cini: il manoscritto con i Panj ganj (I cinque tesori), o Ḵamse (Pentalogia), di Neẓāmi Ganjavi (1141-1209), opera somma di uno dei più grandi poeti della letteratura persiana classica, donato da Vittorio Cini nel 1967 a seguito del viaggio in Iran in occasione della mostra delle miniature Cini nel Palazzo Golestan a Teheran. 

Intersezioni Musicali 10

Il volume Patterns of Change in the Traditional Music of Southeast Asia è il decimo della collana ‘Intersezioni Musicali’ pubblicata dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in collaborazione con l’editore Nota di Udine. Curato da Giovanni Giuriati, raccoglie in sette capitoli ricerche originali condotte sul campo sulle musiche del sud-est asiatico. Scopo principale del volume è quello di indagare su come i processi di trasformazione agiscano sulle tradizioni musicali di quest’area del mondo. Infatti, processi di globalizzazione, urbanizzazione, patrimonializzazione, mediatizzazione influenzano profondamente nella seconda parte del XX secolo e all’inizio del XXI le culture musicali del sud-est asiatico continentale ed insulare. I capitoli affrontano casi di studio basati su estese ricerche in Birmania, Cambogia, Laos, Vietnam e Indonesia (Giava e Sulawesi). Tra i principali temi affrontati troviamo il ruolo della musica nei processi di inculturazione promossi dalla Chiesa cattolica, nei culti di possessione, nelle diverse forme di teatro tra cui il teatro delle ombre. Sono anche presenti riflessioni sui processi di spettacolarizzazione delle musiche tradizionali e dell’adozione di nuovi strumenti musicali. Dal punto di vista del metodo, particolarmente originale è la combinazione di un approccio antropologico basato su estese etnografie con accurate analisi musicali.  Autori dei capitoli sono giovani ricercatori, in larga prevalenza italiani, che hanno studiato alla Università di Roma “La Sapienza” per poi prendere strade diverse nei loro studi dottorali e post-dottorali. Il volume, pubblicato in lingua inglese per consentirne una più larga fruizione a livello internazionale, prende le mosse da un progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) su questo tema e da un seminario tenutosi alla Fondazione Cini nel 2017 ed è pubblicato con il contributo dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ciascun capitolo è corredato da una ricca documentazione audiovisiva accessibile attraverso dei QRcodes collocati nel testo che rinviano ad una sezione dedicata del sito dell’editore.

Music of the Twenty-First Century Diasporas: Research and Methods

Il volume Music of the Twenty-First Century Diasporas: Research and Methods è il terzo di una serie di pubblicazioni on-line che l’IISMC promuove a partire dai propri seminari internazionali di etnomusicologia. Si tratta di una serie che affronta temi di ricerca attuali e originali contribuendo ad un dibattito internazionale sulla disciplina e allo stesso tempo costituendo un importante strumento didattico, soprattutto a livello universitario. Curato da Serena Facci e Giovanni Giuriati, il volume prende le mosse da un Seminario organizzato a San Giorgio nel 2020, appena prima dello scoppio della pandemia e, attraverso il contributo di diversi autori, in prevalenza italiani, intende fornire uno sguardo e una riflessione a più voci sulla vita musicale delle molte realtà migratorie che popolano l’Italia. Dai contributi emerge un quadro molto variegato sia per le particolarità delle culture musicali chiamate in gioco sia per le tematiche, che spaziano dall’interazione con gli italiani, alla trasmissione del sapere musicale tra le seconde generazioni, al ruolo dei musicisti e alla loro relazione dinamica con la “madrepatria”, al transnazionalismo delle musiche sacre, all’utilizzo delle tecnologie sempre più complice nella costruzione di sentimenti di appartenenza diluiti negli ampi confini diasporici. Una ampia introduzione di Serena Facci e due importanti saggi di Adelaida Reyes e Francesco Remotti contribuiscono lucidamente ad affrontare i nodi teorici che sottendono al volume. A questa parte teorica iniziale segue la presentazione di ricerche originali condotte da giovani studiosi riguardanti le pratiche musicali di diverse comunità diasporiche insediatesi in Italia in tempi recenti o da lungo tempo tra cui armeni, cinesi, ucraini, eritrei, sikh. Nell’ultima parte del volume vengono riprese, alla luce delle ricerche presentate, questioni di metodo riguardanti questo peculiare oggetto di ricerca intrinsecamente transnazionale. Come è naturale che sia, in una pubblicazione on-line sono presenti diversi link che rinviano ad esempi audio e video che illustrano attraverso la documentazione audiovisiva le ricerche rendendo questo volume pienamente multimediale.

 

 

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Sguardi musicali: La documentazione audiovisiva della performance musicale

Nel corso di quattro giorni, un gruppo di studenti selezionati tramite bando internazionale potranno partecipare al workshop curato da Marco Lutzu (Università di Cagliari) e Simone Tarsitani (Durham University) per approfondire tematiche legate alle riprese video della performance musicale, alla presa del suono, e all’editing digitale di filmati musicali. Il workshop si svolge con la collaborazione e presso la sede di ARCHiVe (Analysis and Recording of Cultural Heritage in Venice). L’appuntamento è parte di una più ampia iniziativa denominata Sguardi Musicali: progetti di etnomusicologia visiva, avviata nel 2018 dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati che prevede attività di formazione, promozione e sostegno alla produzione nell’ambito dell’etnomusicologia audiovisiva e multimediale.

 

 

Qui maggiori informazioni sul progetto Sguardi musicali e sulle borse di studio offerte.