Istituto Musica Comparata – Pagina 2 – Fondazione Giorgio Cini

Repatriating/Rematriating sounds: a (digital) challenge for XXI Century Sound Archives

I concetti di repatriation e rematriation (restituzione in italiano) sono cruciali per gli archivi sonori e audiovisivi contemporanei che conservano musica di tradizione orale. In effetti, questi concetti sono al centro di questioni importanti nel dibattito contemporaneo della disciplina etnomusicologica, come i processi di decolonizzazione, lo sviluppo di un’etnomusicologia partecipata, condivisa e dialogica, l’accessibilità delle fonti attraverso le nuove tecnologie, la dimensione storica della ricerca sulla musica di tradizione orale e l’uso delle registrazioni d’archivio a fini didattici.
L’etnomusicologia si occupa di repatriation da più di tre decenni. I recenti cambiamenti tecnologici, economici e socioculturali, tuttavia, hanno fatto emergere nuove domande che chiamano gli etnomusicologi a una profonda riflessione. Chi sono i soggetti (individuali o collettivi) che hanno diritto ai progetti di repatriation in un contesto globale in cui i legami tra territori, etnie, lingue e religioni diventano sempre più sfumati? Chi detiene i diritti sulla documentazione del passato? Come si relazionano l’accesso locale e globale alle collezioni archivistiche nell’era del web? Come possono le istituzioni culturali bilanciare gli interessi degli aventi diritto con la loro missione di servizio pubblico e rendere economicamente sostenibili le azioni di repatriation e rematriation?

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, organizza un seminario si propone di fornire una panoramica delle teorie e delle metodologie di ricerca più aggiornate sul tema, ma anche e soprattutto di presentare alcune buone pratiche significative che si stanno attuando oggi nella prospettiva di un’etnomusicologia pubblica.

 

Comitato scientifico:

Giovanni Giuriati, Fondazione Giorgio Cini
Gianluca Chelini, Università di Roma “La Sapienza”
Costantino Vecchi, Università Ca’ Foscari Venezia

 

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Sguardi musicali

Sguardi musicali 2024 – Workshop online
a cura di Simone Tarsitani e Marco Lutzu

 

Sguardi musicali è un’iniziativa organizzata dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) con l’obiettivo di promuovere attività di formazione e supporto alla produzione nel campo dell’etnomusicologia audiovisiva e multimediale.

Quest’anno il progetto prevede una nuova serie di workshop online.

Ogni evento sarà incentrato su un argomento di interesse tecnico, teorico e metodologico nel campo dei media audiovisivi per la ricerca etnomusicologica.

Questi incontri online vogliono offrire un’opportunità di crescita individuale all’interno di una comunità di ricercatori con un interesse comune nel campo dell’etnomusicologia audiovisiva.

 

Programma

 

Venerdì 10 maggio 2024 15:00-18:00 (CEST)
Video a 360 gradi
Introduzione e moderazione di Marco Lutzu e Simone Tarsitani
Relatore ospite: Rossella Schillaci, regista e antropologa visiva
AFFIORARE / SURFACING (VR FILM, in post-produzione, di Rossella Schillaci)

 

Venerdì 12 luglio 2024 15:00-18:00 (CEST)
Diego Carpitella Fellowship – Presentazione delle produzioni cinematografiche in corso di realizzazione
Borsista Diego Carpitella 2023-2024: Diego Pani | Mantènnere 2024
Il documentario indaga il significato culturale e sociale del canto a più voci di tradizione orale a Santu Lussurgiu, in Sardegna.

Il film verrà presentato in prima assoluta a Venezia il 5 dicembre 2024.
Borsista Diego Carpitella 2024-2025: Kawkab Tawfik |  Zar rituale sul Nilo: Salīla, lo spirito dell’acqua
Il progetto consiste nel documentare un rituale integrale, dalla fase divinatoria al rituale di danza di possessione finale, che si svolge sul Nilo, a nord del Cairo.

 

Venerdì 13 settembre 2024 15:00-18:00 (CEST)
Metodologie etnografiche partecipative applicate alla musica
Introduzione e moderazione a cura di Marco Lutzu e Simone Tarsitani
Relatore ospite: Dario Ranocchiari, professore presso l’Universidad

 

Sono aperte le iscrizioni per il secondo evento di venerdì 12 luglio 2024.
E’ necessario inviare un’e-mail a musica.comparata@cini.it per confermare la partecipazione e per ricevere il link Zoom per partecipare all’evento.

Musiche e danze dai confini di Giava | Calung – Lénggér Banyumasan

Nell’anno in cui si celebra il 75° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Indonesia, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) ha invitato a Venezia un gruppo di dieci artisti da Banyumas, un distretto situato al confine tra Giava Centrale e Giava Occidentale (Sunda) e rinomato per il suo fervente patrimonio artistico, che ruota attorno alla cultura musicale del bambù. Nel progetto sono coinvolti riconosciuti esperti di musica e danza con un background ricco e diversificato, provenienti da centri artistici, istituzioni accademiche e troupe professionali impegnate nella preservazione, nella trasmissione e nella divulgazione delle arti performative di Banyumas.

L’IISMC ha organizzato per l’occasione una masterclass sulla bambu musik giavanese, in collaborazione con il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello (21.5.2024 – indirizzata agli studenti), e il primo spettacolo assoluto di Calung – Lénggér Banyumasan in Italia, inaugurando un tour curato da Daniele Zappatore – supportato da istituzioni e università italiane unitamente all’Ambasciata indonesiana di Roma e al Ministero indonesiano per Educazione, Cultura, Ricerca e Tecnologia – che vedrà gli artisti giavanesi impegnati in una ricca serie di workshop e concerti nelle città di Venezia, Roma e Napoli.

 

Il programma dello spettacolo pone al centro la musica calung e la danza lénggér, nella loro natura dinamica e trasformativa.

Lo spettacolo avrà luogo il giorno 22 maggio alle ore 18:00.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti


Artisti

 

Yusmanto: coordinatore, calung

Sanggar Seni Sekar Shanty

 

Darno: Direttore artistico, compositore, calung

Institut Seni Indonesia di Surakarta

 

Muriah Budiarti: sindhen

Institut Seni Indonesia di Surakarta

 

Hadi Sumarto Sukendar: costruttore di strumenti, kendhang

Troupe Langen Budaya

 

Sarmin: calung, gong sebul

Troupe Langen Budaya

 

Eko Kuntowibowo: dendhem

Oemah Gamelan / SMK Negeri 3 Banyumas

 

Rumpoko Setyo Aji: kendhang, kethuk-kenong

SMK Negeri 3 Banyumas

 

Rianto: coreografo, danzatore 

Rumah Lengger / Rianto Dance Studio

 

Cipto Subroto: gerong, danzatore

Universitas Jenderal Soerdiman Purwokerto

 

Gading Nadaswara Kemilau Banyubiru: coreografa, danzatrice

Sanggar Seni Sekar Shanty

Music, Archives and Politics in East and West Berlin since 1963: Cosmopolitan, International, Global

Il convegno è organizzato congiuntamente dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini e da diverse istituzioni berlinesi: Humboldt Universität; Stiftung Humboldt Forum; Ethnologisches Museum; Staatliches Institut für Musikforschung; Universität der Künste.

Il convegno si propone di approfondire il ruolo della musica al tempo della divisione di Berlino e dell’Europa durante la guerra fredda. In particolare, intende riunire studiosi e testimoni di quell’epoca per valutare
come, oltre le divisioni, entrambi i blocchi perseguissero una prospettiva cosmopolita e su come la diffusione delle diverse musiche del mondo abbia influito sulle dinamiche culturali e politiche di quel tempo.
Un ruolo importante svolse in quegli anni l’International Institute for Traditional Music (IITM), attivo dal 1963 al 1994 (le date prese in considerazione dal convegno). La fondazione dell’IITM – istituto gemello dell’Istituto
Interculturale di Studi Musicali Comparati veneziano – ad opera dell’indologo e ricercatore musicale Alain Daniélou con i fondi della Fondazione Ford è avvenuta in un contesto politico-culturale caratterizzato
dal conflitto Est-Ovest. Tale contesto sarà oggetto di riflessione mettendo al centro la particolare situazione di Berlino e valutando come la musica abbia costituito tanto elemento di divisione quanto di connessione, contribuendo a costruire originali percorsi a volte condivisi in un periodo di profonda divisione, riconsiderando il loro lascito culturale.
L’evento, che include anche appuntamenti spettacolari, costituisce un ideale seguito del convegno organizzato alla Fondazione Giorgio Cini nel 2019 in collaborazione con la Stiftung Humboldt Forum, sugli stessi temi.

 

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Call for Papers | Music, Archives and Politics in East and West Berlin since 1963: Cosmopolitan, International, Global

Call for papers for the conference Music, Archives and Politics in East and West Berlin since 1963: Cosmopolitan, International, Global, which will take place in Berlin 3-5 July 2024.
The call for papers closes on March 4, 2024. To submit an abstract, please email us your proposal of up to 250 words at eastwest2024@web.de.
We are also offering a workshop program on July 5 in relation to the conference (see below). The Ph.D. and master students can register for a specific workshop until February 17, 2024 at eastwest2024@web.de.
All conference participants are welcome to join any one of the workshops.
Convenors
Prof. Dr. Giovanni Giuriati, Cini Foundation, Venice
Prof. Dr. Sebastian Klotz, Humboldt Universität, Berlin
Prof. Dr. Lars-Christian Koch, Humboldt Forum / Staatliche Museen zu Berlin
Prof. Dr. Dörte Schmidt, Universität der Künste, Berlin
Dr. Rebecca Wolf, Staatliches Institut für Musikforschung, Berlin
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Borsa di studio “Diego Carpitella” 2024 – Nuovo bando

Borsa di studio – Diego Carpitella

Scadenza per la presentazione delle domande: 1 aprile 2024

 

Nuovo bando per borsa di ricerca annuale di 5.000 euro in memoria di Diego Carpitella da assegnare a un giovane ricercatore per la realizzazione di un prodotto audiovisivo di argomento etnomusicologico. I progetti ricevuti mediante bando di concorso verranno vagliati da una giuria di tre esperti. Il vincitore si impegnerà a realizzare entro un anno il lavoro che sarà presentato pubblicamente a Venezia. I materiali prodotti durante la realizzazione del film resteranno in copia presso l’Archivio dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati.

Incontro e concerto con Yair Dalal

6 marzo, h 18

Teatro Ca’ Foscari, Santa Marta, Venezia

La musica come strumento di pace 

Incontro con Yair Dalal coordinato da Giovanni De Zorzi

 

7 marzo, h 18

Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Baghdad-Jerusalem
Music and songs from Jewish Babylonian heritage

Concerto di Yair Dalal, voce, ‘ud e violino

 

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati ha invitato a Venezia per un doppio appuntamento, Yair Dalal, virtuoso interpret, suonatore di ‘ud e di violino e compositore, specializzato nel repertorio musicale, strumentale e cantato, della tradizione ebraico-irachena. La famiglia di Dalal è arrivata in Israele da Baghdad e le radici irachene sono parte importante del suo progetto musicale. Dalal, nato in Israele nel 1955, ha sviluppato uno stile musicale composito nel quale si possono ritrovare elementi della musica classica europea, del jazz, della musica araba. Affianca l’attività di musicista alla ricerca e l’impegno per preservare il patrimonio musicale iracheno ebraico-babilonese e anche, a seguito di un periodo nel quale è vissuto in un kibbutz nel deserto di Arabah nel sud di Israele al confine con la Giordania, la tradizione musicale dei beduini del deserto del Sinai.

L’insediamento di comunità ebraiche nell’area dell’attuale Iraq, dove sorgeva Babilonia risale a oltre 2.500 anni, nel VI secolo avanti Cristo a seguito della distruzione del primo Tempio a Gerusalemme da parte di Nabuccodonosor II. Anche dopo la conquista persiana di Babilonia, nonostante gli ebrei fossero liberi di tornare nella madrepatria, molti rimasero, fondando una importante comunità che ha convissuto con altre in quella regione fino ai primi anni Cinquanta quando, alla fine del controllo inglese e la contestuale nascita dello stato dell’Iraq, un decreto permise agli ebrei che lo desideravano di trasferirsi nello stato di Israele appena fondato. In quella occasione oltre 100.000 ebrei iracheni approfittarono di quella opportunità. Con loro portarono tradizioni musicali che oramai sono pressoché dimenticate sia in Iraq che anche nello stesso Israele. Tra queste i canti sacri e inni denominati shbahoth, canti per i pellegrinaggi (ziyyara) come anche musiche vocali e strumentali profane basate sul sistema musicale arabo dei maqam che maestri ebraico-iracheni componevano ed eseguivano nei ritrovi e nelle feste in Iraq, così come alla radio. Dalal ha appreso questi repertori da alcuni importanti esponenti di questa tradizione e si impegna a farli vivere e rivivere nei suoi lavori.

Il concerto, ispirato dalla tradizione musicale ebraico-irachena nella quale Yair Dalal è cresciuto e dalle atmosfere sonore del deserto, proporrà canti sacri, musiche liturgiche, canti profani, alcuni dei quali in aramaico, ed anche sue composizioni originali.

 

Yair Dalal è un importante attivista per la pace, impegnato a costruire un ponte di comprensione e creatività tra culture diverse. Tra i suoi numerosi sforzi per promuovere la pace tra arabi e israeliani, Dalal ha scritto realizzato un album intitolato ‘Inshallah Shalom’. È stato in tournée con un gruppo di musicisti palestinesi, ma quando è iniziata la seconda intifada è stato vietato loro di viaggiare assieme. Nel 1994 si è esibito al concerto di gala della cerimonia per il Premio Nobel per la Pace, assegnato unitamente a Yitzhak Rabin, Shimon Peres e Yasser Arafat. L’incontro-intervista, organizzato con la collaborazione del Dipartimento di Studi di Filosofia e Beni Culturali e il Teatro Ca’ Foscari, coordinato da Giovanni De Zorzi, è un’occasione per approfondire questo suo percorso.

 

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Repatriating/Rematriating sounds: a (digital) challenge for XXI Century Sound Archives

Call for papers
Seminario Internazionale 
Instituto
Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC)

Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 26-28 giugno, 2024


Repatriating/Rematriating sounds: a (digital) challenge for XXI Century Sound Archives


I concetti di
repatriation e rematriation (in italiano: restituzione) sono cruciali per gli archivi sonori e audiovisivi che conservano musica di tradizione orale. Questi concetti sono infatti al centro di questioni importanti nel dibattito contemporaneo della disciplina etnomusicologica. Tra queste: i processi di decolonizzazione, lo sviluppo di un’etnomusicologia partecipata, condivisa e dialogica, l’accessibilità delle fonti soprattutto attraverso le nuove tecnologie, la dimensione storica della ricerca sulle musiche di tradizione orale, una profonda revisione dei metadati e dei metodi utilizzati per la catalogazione grazie anche all’intelligenza artificiale, la prospettiva didattica.

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, organizza un seminario che si propone di fornire una panoramica delle più aggiornate teorie e metodologie di ricerca sul tema, ma anche, e soprattutto, di presentare alcune significative buone pratiche che vengono oggi implementate, nella prospettiva di un’etnomusicologia applicata.

 

Comitato Scientifico e organizzativo:
Giovanni Giuriati (IISMC, Director); Gianluca Chelini (Università di Roma “La Sapienza”) e Costantino Vecchi (Università di Venezia).

 

Linee guida per la presentazione

 

Le presentazioni devono consistere in un titolo e in un abstract (350 parole).
Ai lavori accettati verranno assegnati 20 minuti per la presentazione e 10 minuti per la discussione.

Tutte le proposte devono essere inviate per via elettronica a
al seguente indirizzo e-mail: musica.comparata@cini.it

 

Termine di presentazione: 15 febbraio 2024
La notifica di accettazione sarà inviata via e-mail entro il 15 marzo 2024.

 

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Sguardi Musicali: rassegna di film etnomusicologici

Seminario e anteprima del film vincitore della Borsa Carpitella 2022
 

Il seminario e la proiezione dei film sono parte di una più ampia iniziativa denominata Sguardi Musicali: progetti di etnomusicologia audiovisiva, avviata nel 2018 dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini di Venezia con l’obiettivo di promuovere attività di formazione e sostegno alla produzione nell’ambito dell’etnomusicologia audiovisiva e multimediale.

 

L’edizione di quest’anno prevede un seminario al mattino destinato agli studenti dell’Università Ca’ Foscari sul tema “Filmare il rito”, che vede la partecipazione di antropologi, etnomusicologi e filmmakers. Nel pomeriggio, è prevista la presentazione di tre film documentari, tra cui il film della vincitrice della Borsa Carpitella 2022 in anteprima assoluta. L’incontro è aperto al pubblico.

 

 

Programma

 

Seminario
Filmare il rito
10:30-13:00

Rivolto agli studenti universitari

 

Partecipano: Giovanni Giuriati, IISMC Fondazione Giorgio Cini; Valentina Bonifacio, Università Ca’ Foscari Venezia; Giovanni De Zorzi, Università Ca’ Foscari Venezia; Shan Du (Borsa Carpitella 2022), Università degli Studi di Milano; Marco Lutzu, Università degli Studi di Cagliari; Jasmine Pisapia, McGill University, Montreal e Università Ca’ Foscari Venezia; Nicola Scaldaferri, Università degli Studi di Milano; Simone Tarsitani, Durham University.

 

Proiezioni
15:00-18:00

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

Gũlā: Music of a Sacred Time, Remigiusz Sowa (regista), Anna Sowa (produttore), e Richard Widdess (musicologo), 2022, 14’

 

Gũlā: Music of a Sacred Time è nato dalla collaborazione tra Chouette Films (http://chouettefilms.co.uk), gestita dai due registi Remi e Anna Sowa, e l’etnomusicologo Richard Widdess. Il cortometraggio presenta due diverse tradizioni musicali Newar nell’antica città reale di Bakhtapur, in Nepal: il canto devozionale dāphā e uno stile di musica processionale eseguito durante il festival buddista del Pancadān. Girato in uno stile drammatico che evoca l’atmosfera e la potenza religiosa della città vecchia attraverso colori vividi, illuminazione contrastante ed effetti in slow motion, il film combina le riprese delle esibizioni musicali con i commenti di due intervistati: un uomo di 70 anni di nome Panchalal, esponente di spicco del tamburo dāphā, e una donna di 19 anni di nome Vishakha, che si esibisce nella processione del festival. L’attenzione per il punto di vista di questi due musicisti sul significato e la sostenibilità delle loro tradizioni riflette l’obiettivo dichiarato dei registi di incoraggiare la partecipazione della comunità e di attivare il potenziale del cinema per valorizzare le comunità emarginate e il loro patrimonio culturale.

 

 

Dance for the dead of Bhaktapur, Gert-Matthias Wegner, 1989, 20’

 

Questo documentario è stato registrato e montato nel 1989 in collaborazione con World View Nepal, la prima équipe video nepalese ad utilizzare l’UMATIC Highband, una tecnologia goffa rispetto a quella di cui disponiamo oggi. Il film nasce da un lavoro del regista di ricerca sul campo a Bhaktapur, iniziato nel 1983, svolto dopo aver completato diversi apprendistati locali di tamburo, imparato la lingua locale Newari e partecipato ai rituali della città come tamburino. Il focus del film è la festa annuale della mucca Sāpāru (in nepalese: gāī jātrā). Durante questa festa, le famiglie che hanno subito un lutto preparano l’effigie di una mucca e la portano lungo il percorso della processione, mentre parenti e amici ballano la tipica danza del bastone davanti alla mucca che conduce l’anima defunta in paradiso. Tutto ciò avviene non in uno spirito di lutto, ma di gioiosa realizzazione e con sfumature erotiche che evidenziano come la sessualità sia un antidoto contro la morte. Nella settimana successiva alle processioni delle mucche, la gente si esibisce in varie danze mascherate, tra cui la Bhaila pyākhã dei vasai di Bhaktapur.  

 

Devagan, Shan Du, 2023, 75’
anteprima alla presenza della regista

 

Il devagan in lingua newari indica un gruppo di persone che incarna le divinità. Il film racconta le performance rituali delle Nava Durgā, una tradizione hindu del popolo Newar di Bhaktapur (Nepal). Fin dal 1512, un gruppo di uomini della sub-casta Banmālā incarna le nove (nava) manifestazioni della dea Durgā. I riti si svolgono ogni anno, in diversi luoghi della Valle di Kathmandu, lungo un arco temporale di circa nove mesi, che corrisponde al ciclo vitale delle Nava Durgā: esse infatti (ri)nascono durante il festival Dasain, a ottobre, e muoiono nel giorno di Bhagasti, nel giugno dell’anno successivo. 

I protagonisti del film sono tre devagan di diverse generazioni, appartenenti alla stessa famiglia. Il nonno, Indra Bahadur Banmālā, è il leader della comunità che detiene il controllo dei rituali; egli racconta il mito di origine delle Nava Durgā, che si attualizza poi attraverso le performance del genero, Narayan Prasad Banmālā, e del nipote, Laxmi Prasad Banmālā, due devagan oggi in piena attività. Dai racconti dei tre devagan e dalle immagini emergono temi come l’attualità della performance delle Nava Durgā, la trasmissione della tradizione e le sfide affrontate dai devagan della nuova generazione.

Nel film, oltre al rito, viene raccontata anche parte della vita quotidiana della famiglia, attraverso le immagini girate nel corso della ricerca (2017-2023).

 

L’evento è realizzato grazie alla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia e CFZ – Cultural Flow Zone.

 

Musica sacra armena con il Coro Saghmosergu

Sabato 9 settembre, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in collaborazione con la Congregazione Armena Mechitarista di Venezia e l’Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra onlus, presenta un concerto di musica sacra armena, organizzato nell’ambito delle celebrazioni per l’850° anniversario della morte di San Nerses Shnorali, il Grazioso (1102- 1173), Catholicos degli Armeni, tra i più eminenti personaggi del panorama spirituale, culturale e anche musicale della realtà armena.

Si tratta di una commemorazione particolarmente significativa per la comunità armena internazionale, inserita anche nel programma celebrativo dall’Unesco per l’anno 2022-2023.
Per l’occasione è stato invitato a San Giorgio il Coro Saghmosergu, diretto dal maestro Vahé Begoyan e composto da quindici cantori.
Il coro eseguirà in tre parti distinte dei brani redatti da San Nerses a metà del XII secolo. La prima parte sarà dedicata ai canti del Breviario, nella seconda parte si presenteranno i canti composti per la Santa Messa e nella terza parte i canti dell’Innario liturgico armeno. Ciascuna parte sarà introdotta da un breve intervento del Professor Mher Navoyan, musicologo- medievalista, del Conservatorio Statale “Komitas” a Yerevan, Capo del dipartimento di musica popolare dell’Istituto delle Arti dell’Accademia Nazionale delle Scienze della Repubblica dell’Armenia.

 

Il concerto, nella cornice della Basilica di San Giorgio Maggiore, inizia alle ore 18 ed è a ingresso libero.

 

Scarica la locandina del concerto