Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 49 – Fondazione Giorgio Cini

Strauboscopie

18 ottobre ore 17.30

Sicilia! (versione teatrale 1998, Teatro Francesco di Bartolo, Buti) 81 minuti e 48 secondi
Le rémouleur
  (L’arrotino) inedito (2001) 6 minuti e 58 secondi

La rassegna audio video musicale, ideata da Giovanni Morelli, fin dal titolo: Strausboscopie, progettata prima della sua recente scomparsa,  si svolgerà in 6 incontri a partire dal 4 ottobre fino al 29 novermbre, di martedì, alle ore 17.30.

Ingresso libero

Informazioni
musica@cini.it

Segui FondazioneGCini su Twitter

 

Nella stanza di Eleonora Duse

Il 16 novembre alle ore 11.30 il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo ha inaugurato la Stanza di Eleonora Duse,  uno spazio permanente dedicato alla memoria della grande attrice italiana.

 

L’idea è nata dalla volontà di rendere l’Archivio Eleonora Duse della Fondazione Giorgio Cini, un “luogo” aperto al pubblico da scoprire e visitare.

La preziosa collezione di materiali conservati presso il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo, infatti, costituisce una fonte inesauribile per studiare la vita e l’arte di questa affascinante attrice che a Venezia aveva cercato, e trovato, un clima accogliente e una casa dove vivere per diverso tempo.

L’allestimento di questo nuovo spazio garantisce la possibilità di esporre una parte dei documenti conservati nel ricco Archivio quali autografi, tra cui lettere, copioni, documenti contabili e registri di compagnia, oltre a fotografie originali, oggetti personali, abiti e una parte del suo mobilio. Accanto al piccolo allestimento permanente che vuole restituire un angolo della casa di Eleonora Duse, la straordinaria ricchezza dei nostri documenti permette di mostrare e approfondire diversi temi caratterizzanti la sua arte o periodi distinti della sua vita, temi che andranno a formare le linee guida per le esposizioni temporanee.

La prima mostra sarà dedicata all’affascinante rapporto della Divina con Venezia. Verranno ricostruiti e raccontati al visitatore alcuni episodi della sua vita privata e professionale legati alla città, a partire dalle prime preziose fotografie di Eleonora bambina e della famiglia Duse, originaria di Chioggia; verranno poi esposte le fotografie inerenti alla sua permanenza nel palazzo Barbaro-Wolkoff di proprietà di Alexander Wolkoff-Mouromtzoff, “padrone di casa” ma anche amico di vecchia data e collezionista d’arte, nonché autore di importanti ritratti dell’attrice.

Troveranno spazio in mostra anche sezioni dedicate ai suoi rapporti con varie personalità internazionali che ebbe occasione di incontrare a Venezia, come Rainer Maria Rilke, Matilde Acton, Emma Calvé, Auguste Rodin, John Sargent. In questa città, inoltre, la Duse frequentava vari amici e artisti tra cui Mariano Fortuny, autore di progetti teatrali e di alcuni abiti che impreziosiscono l’Archivio Duse, Arrigo Boito e Gabriele D’Annunzio. Non saranno escluse le lettere nelle quali la Duse fa riferimento a Venezia, e verranno presentati documenti relativi alla sua attività professionale di attrice capocomica nelle diverse tournée veneziane e straniere, in cui presentava testi teatrali come La Locandiera e La Pamela nubile di Carlo Goldoni. Nelle teche troveranno posto anche alcune fotografie documento del suo soggiorno ad Asolo, ulteriore testimonianza di un profondo legame con tutto il territorio veneto.

 

VISITE SU PRENOTAZIONE La stanza archivio è visitabile gratuitamente i mercoledì

7, 21 marzo

4, 18 aprile dalle 15 alle 17 solo su prenotazione fino ad esaurimento posti.

Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo Segreteria tel.+39 041 2710234 fax +39 041 2710215 e-mail teatromelodramma@cini.it

 

Strauboscopie

8
novembre ore 17.30
Non ci sono lotte di classe prive di tenerezza.

Leçons d’ histoire
(1972)

 La rassegna audio video musicale, ideata da Giovanni Morelli, fin dal titolo: Strausboscopie, progettata prima della sua recente scomparsa è dedicata a opere minori di Jean-Marie Straub e Danièle
Huillet
. I due cineasti francesi si sono incontrati nel 1954:
in
cinquantadue anni di vita e lavoro comune hanno realizzato ventotto film
completi, prove cinematografiche e teatrali, e innumerevoli progetti.
Nella loro opera l’utilizzo della musica rispecchia i procedimenti
cinematografici: consapevolezza stilistica e scoperta di forze eversive
sotterranee, proprie del linguaggio della musica e dei rumori in presa
diretta.
Una certa afasia della recitazione è un ulteriore elemento eversivo che
rappresenta una emersione di atti violenti di fabulazione, imposta a un
attore posseduto dalla parola trasmessa nel corso della riprese dal
lavoro coi cineasti. Del pari, rilevantissimo è il ruolo del rumore che,
come in Jean Renoir, affidato preferibilmente al caso fortuito, dimostra
azioni amorose di affidamento della condivisa attenzione del
pubblico e degli autori al reale, come soluzione universale del sapere
umano.

 

Strauboscopie

15 novembre 17.30
Combattere l’opacità ben sapendo di non farcela.

Jean-Charles Fitoussi Sicilia! Si gira (2001)

La rassegna Strauboscopie è dedicata a opere minori di Jean-Marie Straub e Danièle
Huillet
. I due cineasti francesi si sono incontrati nel 1954: in
cinquantadue anni di vita e lavoro comune hanno realizzato ventotto film
completi, prove cinematografiche e teatrali, e innumerevoli progetti.
Nella loro opera l’utilizzo della musica rispecchia i procedimenti
cinematografici: consapevolezza stilistica e scoperta di forze eversive
sotterranee, proprie del linguaggio della musica e dei rumori in presa
diretta.
Una certa afasia della recitazione è un ulteriore elemento eversivo che
rappresenta una emersione di atti violenti di fabulazione, imposta a un
attore posseduto dalla parola trasmessa nel corso della riprese dal
lavoro coi cineasti. Del pari, rilevantissimo è il ruolo del rumore che,
come in Jean Renoir, affidato preferibilmente al caso fortuito, dimostra
azioni amorose di affidamento della condivisa attenzione del
pubblico e degli autori al reale, come soluzione universale del sapere
umano.

Strauboscopie 5

22 novembre:
Un luogo… una costellazione.
En rachâchant (1982)
Lothringen! (1994)
Humiliés (2002
Einleitung zu Arnold Schoenbergs Begleitmusik zu einer Lichtspielscene (1972)
La rassegna audio video musicale, ideata da Giovanni Morelli, fin dal titolo: Strausboscopie, progettata prima della sua recente scomparsa,  si svolgerà in 6 incontri a partire dal 4 ottobre, di martedì, alle ore 17.30.

La rassegna Strauboscopie è dedicata a opere minori di Jean-Marie Straub e Danièle
Huillet
. I due cineasti francesi si sono incontrati nel 1954:
in
cinquantadue anni di vita e lavoro comune hanno realizzato ventotto film
completi, prove cinematografiche e teatrali, e innumerevoli progetti.
Nella loro opera l’utilizzo della musica rispecchia i procedimenti
cinematografici: consapevolezza stilistica e scoperta di forze eversive
sotterranee, proprie del linguaggio della musica e dei rumori in presa
diretta.
Una certa afasia della recitazione è un ulteriore elemento eversivo che
rappresenta una emersione di atti violenti di fabulazione, imposta a un
attore posseduto dalla parola trasmessa nel corso della riprese dal
lavoro coi cineasti. Del pari, rilevantissimo è il ruolo del rumore che,
come in Jean Renoir, affidato preferibilmente al caso fortuito, dimostra
azioni amorose di affidamento della condivisa attenzione del
pubblico e degli autori al reale, come soluzione universale del sapere
umano.

Strauboscopie 6 utlimo incontro

29 novembre
I colori sono l’espressione superficiale della profondità.
Cézanne (1989),
Une visite au Louvre
(2003)
Toute révolution est un coup de dés (1977)

Presentazione delle iniziative per le Celebrazioni del Centenario di Pietro Bertoja

In occasione delle Celebrazioni per il Centenario di Pietro Bertoja (1828-1911), promosse dalla Regione del Veneto nel contesto dei centenari di Veneti illustri, la Fondazione Giorgio Cini prevede una serie di inizative

Pietro Bertoja scenografo e fotografo attivo nel Veneto e in Italia dal 1870 ai primi anni del Novecento, collaboratore di Arrigo Boito e di Giacomo Puccini, è stato artista di grande sensibilità pittorica e teatrale oltre a essere originale innovatore dei sistemi di illuminazione e realizzazione della scenografia per il teatro musicale e per la danza.

Giovedì 15 dicembre
la professoressa Maria Ida Biggi, Presidente del Comitato regionale per le celebrazioni del centenario di Pietro Bertoja, ha illustrato le iniziative in programma e ha presentato la produzione artistica del Bertoja con la proiezione di un ricco apparato iconografico.

Un Premio per studenti di scenografia, due borse di studio alla ricerca, una Giornata di studi e una pubblicazione, queste sono le attività previste per le celebrazioni che a partire da oggi si terranno per tutto il 2012.

L’intento che accomuna le diverse iniziative proposte è di rendere noto il valore artistico e lo spirito innovativo che hanno contraddistinto la produzione scenografica di Pietro Bertoja e sottolinearne con il giusto rilievo il ruolo storico nel panorama teatrale italiano.

Novità assoluta è l’istituzione di un Concorso di idee rivolto a studenti di Università, Accademie (categoria senior) e Scuole Secondarie Superiori (categoria junior) di Venezia e del Veneto, che premi l’originalità dei progetti – individuali o di gruppo – ispirati dal lavoro dello scenografo Pietro Bertoja.


Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
15 dicembre 2011
ore 11.30
Ingresso libero


Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo
Segreteria
tel.+39 041 2710234
fax +39 041 2710215
e-mail teatromelodramma@cini.it

L’immagine in home page: Tartini o il trillo del diavolo, Melodramma in tre atti di Ugo Flores, musica di Stanislao Falchi, Venezia, Teatro la Fenice 1900. Venezia, Museo Correr

Biografia di Pietro Bertoja
Pietro Bertoja, allievo del padre Giuseppe, inizia giovanissimo l’attività di pittore teatrale. Partecipa attivamente ad avvenimenti politici, come la rivoluzione del 1848 e la guerra del 1859 e, dopo un periodo vissuto come esule, assieme al padre, ritorna a Venezia. Qui dal 1866, collabora a importanti allestimenti scenici al teatro La Fenice, come quelli per Faust di Charles Gounod e Don Sebastiano di Gaetano Donizetti (1868), Don Carlos di Giuseppe Verdi (1859) e il ballo L’isola degli amori di Ippolito Monplaisir nel 1870.
Dopo la morte del padre nel 1872, la sua presenza nel maggiore teatro veneziano si fa più rara, ma firma comunque le scene per alcuni dei più importanti spettacoli: nel 1878-1879 Il re di Lahore di Jules Massenet, Cleopatra di Ferdinando Bonamici e Mefistofele di Arrigo Boito oltre al ballo Ondina di Antonio Pallerini.
Nell’anno 1900 dipinge le scene per Tartini o il trillo del diavolo, melodramma di Ugo Flores e di Stanislao Falchi, ambientato in una Venezia notturna e, nel 1903, conclude la sua carriera con un  Guglielmo Ratcliff di Pietro Mascagni.
Durante la seconda metà dell’Ottocento, Pietro è a capo di una fiorente bottega – laboratorio scenografico in grado di produrre tele, fondali e interi allestimenti per molti teatri come i veneziani Malibran, Rossini e Goldoni, oltre a quelli di Trieste, Treviso, Verona Vicenza, Ferrara, Pesaro, Fiume, Mantova, Torino, Piacenza e altre piazze.
Lo stile di Pietro Bertoja si caratterizza per una forte componente pittorica e una gran sensibilità nella resa illusionistica degli spazi. La sua viva fantasia si esprime nella creazione di luoghi immaginari come grotte sottomarine o montagne scoscese, dove i modelli ottocenteschi trovano una realizzazione ricca di realismo e di effetti scenici. Pietro è stato anche un notevole innovatore della scenotecnica teatrale e dell’uso delle luci: per primo, adotta la pittura su tela leggera e trasparente e utilizza velari di vapore per separare i quadri scenici e creare una sorta di dissolvenza tra le scene. Pietro svolge anche una interessantissima attività come fotografo e organizza un laboratorio e apre un negozio di fotografia in piazza San Marco. Questa sua attività, per l’epoca all’avanguardia, è tutta da indagare.

Nella stanza di Eleonora Duse

il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo ha inaugurato la Stanza di Eleonora Duse,  uno spazio permanente dedicato alla memoria della grande attrice italiana.

VISITE SU PRENOTAZIONE
La stanza archivio è visitabile gratuitamente i mercoledì pomeriggio a partire da 23, 30 novembre, 7 14, 21 dicembre, 11, 25 gennaio e 8, 22 febbraio  dalle 15 alle 17 solo su prenotazione fino ad esaurimento posti.

Per informazioni e prenotazioni

Segreteria
tel.+39 041 2710236
fax +39 041 2710215
e-mail teatromelodramma@cini.it

L’idea è nata dalla volontà di rendere l’Archivio Eleonora Duse della
Fondazione Giorgio Cini, un “luogo” aperto al pubblico da scoprire e
visitare.
La preziosa collezione di materiali conservati presso il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo,
infatti, costituisce una fonte inesauribile per studiare la vita e
l’arte di questa affascinante attrice che a Venezia aveva cercato, e
trovato, un clima accogliente e una casa dove vivere per diverso tempo.

L’allestimento di questo nuovo spazio garantisce la possibilità di
esporre una parte dei documenti conservati nel ricco Archivio quali
autografi, tra cui lettere, copioni, documenti contabili e registri di
compagnia, oltre a fotografie originali, oggetti personali, abiti e una
parte del suo mobilio. Accanto al piccolo allestimento permanente che
vuole restituire un angolo della casa di Eleonora Duse, la straordinaria
ricchezza dei nostri documenti permette di mostrare e approfondire
diversi temi caratterizzanti la sua arte o periodi distinti della sua
vita, temi che andranno a formare le linee guida per le esposizioni
temporanee.


Questa stanza,  nasce con l’intenzione di trasformare in un organismo
vivo e visitabile il prezioso Archivio Duse, conservato presso il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo della Fondazione Giorgio Cini.

 

Nella stanza di Eleonora Duse

il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo ha inaugurato la Stanza di Eleonora Duse,  uno spazio permanente dedicato alla memoria della grande attrice italiana.

VISITE SU PRENOTAZIONE
La stanza archivio è visitabile gratuitamente i mercoledì pomeriggio a partire da 23, 30 novembre, 7 14, 21 dicembre  dalle 15 alle 17 solo su prenotazione fino ad esaurimento posti.

Per informazioni e prenotazioni

Segreteria
tel.+39 041 2710236
fax +39 041 2710215
e-mail teatromelodramma@cini.it

L’idea è nata dalla volontà di rendere l’Archivio Eleonora Duse della
Fondazione Giorgio Cini, un “luogo” aperto al pubblico da scoprire e
visitare.
La preziosa collezione di materiali conservati presso il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo,
infatti, costituisce una fonte inesauribile per studiare la vita e
l’arte di questa affascinante attrice che a Venezia aveva cercato, e
trovato, un clima accogliente e una casa dove vivere per diverso tempo.

L’allestimento di questo nuovo spazio garantisce la possibilità di
esporre una parte dei documenti conservati nel ricco Archivio quali
autografi, tra cui lettere, copioni, documenti contabili e registri di
compagnia, oltre a fotografie originali, oggetti personali, abiti e una
parte del suo mobilio. Accanto al piccolo allestimento permanente che
vuole restituire un angolo della casa di Eleonora Duse, la straordinaria
ricchezza dei nostri documenti permette di mostrare e approfondire
diversi temi caratterizzanti la sua arte o periodi distinti della sua
vita, temi che andranno a formare le linee guida per le esposizioni
temporanee.


Questa stanza,  nasce con l’intenzione di trasformare in un organismo
vivo e visitabile il prezioso Archivio Duse, conservato presso il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo della Fondazione Giorgio Cini.

 

Nella stanza di Eleonora Duse

il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo ha inaugurato la Stanza di Eleonora Duse,  uno spazio permanente dedicato alla memoria della grande attrice italiana.

VISITE SU PRENOTAZIONE
La stanza archivio è visitabile gratuitamente i mercoledì pomeriggio a partire da 23, 30 novembre, 7 14, 21 dicembre  dalle 15 alle 17 solo su prenotazione fino ad esaurimento posti.

Per informazioni e prenotazioni

Segreteria
tel.+39 041 2710236
fax +39 041 2710215
e-mail teatromelodramma@cini.it

L’idea è nata dalla volontà di rendere l’Archivio Eleonora Duse della
Fondazione Giorgio Cini, un “luogo” aperto al pubblico da scoprire e
visitare.
La preziosa collezione di materiali conservati presso il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo,
infatti, costituisce una fonte inesauribile per studiare la vita e
l’arte di questa affascinante attrice che a Venezia aveva cercato, e
trovato, un clima accogliente e una casa dove vivere per diverso tempo.

L’allestimento di questo nuovo spazio garantisce la possibilità di
esporre una parte dei documenti conservati nel ricco Archivio quali
autografi, tra cui lettere, copioni, documenti contabili e registri di
compagnia, oltre a fotografie originali, oggetti personali, abiti e una
parte del suo mobilio. Accanto al piccolo allestimento permanente che
vuole restituire un angolo della casa di Eleonora Duse, la straordinaria
ricchezza dei nostri documenti permette di mostrare e approfondire
diversi temi caratterizzanti la sua arte o periodi distinti della sua
vita, temi che andranno a formare le linee guida per le esposizioni
temporanee.


Questa stanza,  nasce con l’intenzione di trasformare in un organismo
vivo e visitabile il prezioso Archivio Duse, conservato presso il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo della Fondazione Giorgio Cini.