Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 41 – Fondazione Giorgio Cini

Workshop | Digital Audio Worldstation. Inter/Azioni elettroniche per la creatività musicale

9-13 dicembre 2014
Laboratorio


11 dicembre ore 17.30
Keynote lecture del prof. Joseph Auner (Tufts University, Boston) dal titolo Music’s Other Voice: The Place of Listening in Sound Studies and Sound Art.


13 dicembre 2014  (dalle ore 16)
Teho Teardo 
presenterà al pubblico quanto realizzato dai partecipanti nel corso della settimana di lavori.
L‘ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it

Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia


Digital Audio Worldstation è un workshop per 8 giovani musicisti (18-35 anni) selezionati dal Bando pubblicato nel luglio del 2014, organizzato dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini con il sostegno della Regione del Veneto. Il workshop è dedicato a tutte le possibili declinazioni dell’insieme di pratiche artistiche che vanno sotto la definizione di “musica elettronica”. Il rapporto privilegiato di queste forme di espressione e ricerca sonora con la tecnologia può far pensare a una concezione individualistica del lavoro creativo: in realtà anche in questo contesto la dimensione dell’esperienza musicale va messa in piena luce, in quanto mezzo per stabilire relazioni e reazioni dei musicisti tra loro, con il pubblico e con l’ambiente circostante. Questa iniziativa parte appunto dall’esigenza di rimettere al centro dell’attenzione la creatività in quanto risultato di un’interazione tra sensibilità diverse che avvengono in un preciso luogo del tempo e dello spazio.


Programma
Dal 9 al 13 dicembre 2014
gli 8 giovani musicisti parteciperanno a un’intensa settimana di lavori. Il percorso laboratoriale proposto da Teho Teardo, che rappresenterà il nucleo essenziale e l’impegno maggiore del workshop, sarà affiancato da profili storici e riflessioni teoriche sullo spazio quale dimensione compositiva in diversi repertori, tenuti dai coordinatori (Alessandro Bratus e Alessandro Cecchi) e dai docenti (Giacomo Albert e Marco Lutzu).

Questi momenti saranno conclusi da una keynote lecture del prof. Joseph Auner (Tufts University, Boston) dal titolo Music’s Other Voice: The Place of Listening in Sound Studies and Sound Art. Il discorso si andrà a concentrare sul sound artist Jacob Kirkegaard e sulla sua opera audiovisiva Aion, in cui gioca un ruolo centrale il paesaggio sonoro di un sito particolare come Chernobyl, usandolo quale occasione per una panoramica generale su come l’esperienza dell’ascolto in specifici luoghi sia di fondamentale importanza per la ricerca artistica attuale.

La lezione del prof. Auner, che si terrà giovedì 11 dicembre alle ore 17.30, l’ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it

Alla fine dei lavori, nel pomeriggio di sabato 13 dicembre (dalle ore 16), Teho Teardo presenterà al pubblico  (l’ingresso è su invito) quanto realizzato dai partecipanti nel corso della settimana di lavori. Si tratterà di una serie di brani realizzati individualmente, seguiti da un lavoro collettivo che testimonierà la collaborazione sviluppata nel corso della settimana. Sarà questa l’occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva su Digital Audio Worldstation, anche in vista della riproposizione di iniziative analoghe in futuro.

L‘ingresso è su invito: si pregano gli interessati di segnalare il loro interesse a partecipare scrivendo all’indirizzo: musica@cini.it


La selezione
La proposta formativa e culturale formulata con Digital Audio Worldstation ha incontrato un’accoglienza molto positiva. Al bando, pubblicato a luglio sul sito internet della Fondazione Cini, hanno risposto una quarantina di candidati provenienti da tutta Italia. La valutazione delle domande di partecipazione ha portato alla selezione di un gruppo di otto partecipanti, che avranno a loro disposizione, per i giorni del workshop, il sistema di amplificazione a otto canali della Sala degli Arazzi sull’Isola di San Giorgio Maggiore. La scelta di un gruppo ristretto risponde all’esigenza di rendere Digital Audio Worldstationun vero e proprio laboratorio teorico e pratico, in cui si alterneranno momenti di riflessione e sessioni di lavoro sulla composizione e la registrazione di materiali sonori, coordinati da Teho Teardo.

I selezionati
I docenti del workshop hanno selezionato il gruppo di lavoro insieme al direttore dell’Istituto per la Musica, Gianmario Borio. Nella valutazione si è tenuto conto di criteri differenziati: la rilevanza del curriculum (formazione del candidato, precedenti esperienze, pubblicazione di composizioni per etichette discografiche su supporti fisici o digitali); la coerenza tra le motivazioni espresse in una lettera di presentazione e gli obiettivi formativi del workshop; la qualità e originalità delle proposte musicali pervenute. Su questa base sono stati selezionati i seguenti candidati:

Luca Bonaccorsi

Michele Braga

Federica Furlani

Alberto Ladduca

Flavia Massimo

Lorenzo Tomio

Giulia Vismara

Anna Giulia Volpato


 

 

Shakespeare in Venice Summer School. The Shylock Project – Seconda edizione

Dopo il successo ottenuto nell’estate del 2015, il Centro Studi Teatro e Melodramma, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e con il Patrocinio del Comitato per i cinquecento anni del Ghetto di Venezia, organizza la seconda edizione della Shakespeare in Venice Summer School. The Shylock Project, che avrà luogo dal 18 al 29 luglio 2016.

Il programma si articolerà nell’arco di due settimane di studi intensivi con numerosi appuntamenti aperti al pubblico, e vedrà la presenza di esperti del settore e docenti di fama internazionale. La Summer School si colloca all’interno del progetto europeo Shakespeare in and beyond the Ghetto: staging Europe across cultures, che coinvolge diversi partner internazionali, tra i quali Warwick University, Queen Mary University of London, Ludwig-Maximilians-Universität München, Tony Bulandra Theatre.

I corsi prevederanno la partecipazione di insegnanti provenienti da tutto il mondo, tra cui Shaul Bassi, Maria Ida Biggi, David Bryant, Tom Cartelli, Kent Cartwright, Carol Chillington Rutter, Fernando Cioni, Nili Cohen, Karin Coonrod, Tobias Döring, Paul Edmondson, Tibor Fabiny, Stephen Greenblatt, Diana Henderson, Howard Jacobson, Gabriele Mancuso, Michael Neill, Avraham Oz, David Schalkwyk, Raman, Shankar, James Shapiro, Boika Sokolova, Kirilka Stavreva, Stanley Wells.

La Summer School si svolgerà in coincidenza con la rappresentazione de Il Mercante di Venezia, a cura della Compagnia de’ Colombari, ambientata nel Ghetto veneziano e promossa per celebrare i quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare e i cinquecento anni dall’istituzione del Ghetto stesso.


Programma delle lezioni


Di seguito riportiamo l’elenco degli eventi aperti gratuitamente al pubblico.

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[accordion_entry title=”Calendario degli eventi pubblici”]

Martedì 19 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 15.30

Proiezione di The Merchant of Venice di Orson Welles (1969),
Presentazione della versione  restaurata a cura di Luca Giuliani

Fondazione Giorgio Cini, Auditorium “Lo Squero”, ore 18.00

Concerto Where is Fancy Bred? a cura di Rosemary Forbes Butler, Gianluca Geremia & Marco Rosa Salva


Venerdì 22 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 17,30

Conferenza: 2016 and Beyond: MIT’s Global Shakespeares Performance Archive, a cura di Diana Henderson

Lunedì 25 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 16.00

Conferenza Christianity and the Merchant, a cura di Paul Edmondson

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 17.30

Conferenza Shylocks, a cura di Stanley Wells


Martedì 26 luglio

Fondazione Giorgio Cini, Sala Barbantini, ore 17.00

Presentazione del libro Shylock is My Name di Howard Jacobson

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Informazioni: shylockproject@cini.it

Il Mercante di Venezia in Ghetto: www.themerchantinvenice.org

 

 

Estratto dal documentario Shylock’s Ghost di BBC1. Colloquio tra Howard Jacobson e James Shapiro alla Fondazione Giorgio Cini, luglio 2015″

 

Seminari di Musica Antica 2015 | Matteo da Perugia e il gotico milanese (1390-1425)

Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini
17-21 maggio 2015
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

Matteo da Perugia e il gotico milanese (1390-1425)
Direttore: Pedro Memelsdorff

Docenti e relatori: Anne Azéma, Shira Kammen, Anne Stone, Agnese Pavanello

Il seminario verrà dedicato all’opera profana di Matteo da Perugia (fl. 1400-1425), maestro di cappella al Duomo di Milano tra il 1402 e il 1407, e di nuovo tra il 1414 e il 1416. Nulla si sa della sua formazione – possibilmente umbra – e non sono documentati gli anni della sua assenza dal Duomo milanese. È stata ipotizzata dagli studiosi una sua attività, prima pavese e poi pisana e bolognese, presso il cardinale Pietro Filargo – eletto papa dal Concilio di Pisa col nome di Alessandro V nell’estate del 1409 – con ogni probabilità il suo principale protettore.

La musica di Matteo comprende svariati tempi di messa, due mottetti latini e una ricca serie di liriche italiane e soprattutto francesi. Infatti il suo è il più ricco chansonnier francese composto da un italiano del suo tempo.

Le fonti che tramandano questo vasto repertorio sono sorprendentemente poche: un codice attualmente a Modena, che contiene quasi tutta la sua opera, e tre frammenti ora a Parma, Berna e New York. Tale situazione ha fatto supporre una circolazione limitata del materiale anche se, per altri versi, l’influsso di Matteo – o del suo entourage – sui polifonisti delle generazioni future sembra attestato da fonti teoriche dei decenni centrali del Quattrocento italiano e transalpino.

Matteo, in sintesi, sembra rappresentare più di ogni altro compositore lo splendore e la raffinatezza del Gotico milanese e lombardo.

Il seminario è rivolto ai due ensembles professionali vincitori del concorso per borse di studio 2015, specializzati nel repertorio tardo medievale: Ensemble Aurion e Ensemble Sollazzo. Il seminario è aperto ad un numero selezionato di uditori, per informazioni e conferme si prega di contattare la segreteria.

L’evento è organizzato con il contributo di Irma Merk Stiftung e L. + Th. Roche Stiftung e con la collaborazione della Schola Cantorum Basiliensis.

Programma

17 maggio ore 17: conferenza introduttiva “Matteo da Perugia’s French Songs and their Context”
a cura di Anne Stone (CUNY, New York)

18-19-20 maggio: master-classes e lezioni teoriche
a cura di Anne Azéma, Shira Kammen, Agnese Pavanello e Pedro Memelsdorff

20 maggio ore 18: concerto (ingresso libero fino ad esaurimento posti)

21 maggio ore 10: lezione conclusiva

 

Per ulteriori informazioni: musica.antica@cini.it – T. +39 041 2710258

La scena come ‘spazio sensibile’: partiture e regia dopo Verdi e Wagner

Nell’immagine: Edward Gordon Craig, bozzetto per la prima scena del secondo atto di Acis and Galatea di Händel, Londra, 1902.         Fondazione Giorgio Cini onlus


L’obiettivo del convegno è quello di esaminare le modalità con cui la partitura di un’opera in musica prevede o forse anche prescrive la sua configurazione scenica. Lo sviluppo di una coscienza dello spettacolo presso i compositori del XIX secolo è testimoniata, oltre che negli scritti di Wagner e nelle lettere di Verdi, dallo sfruttamento sempre più marcato della dimensione spaziale nell’allestimento delle opere. Tale tendenza si amplifica nella prima metà del XX secolo in concomitanza con la nascita della regia come forma artistica specifica,diventando un riferimento imprescindibile per gli studi sul teatro musicale. Sebbene lo stretto rapporto tra parola, musica e immagine sia stato riconosciuto come imprescindibile, la saggistica mostra ancora alcune carenze; in particolare manca una prospettiva sistematica e affinata sul piano teorico che sia in grado di fornire una solida base per l’individuazione e la valutazione degli elementi musicali rilevanti per l’organizzazione dello spazio scenico nelle sue varie componenti (immagini, requisiti, movimenti, gesti ecc.). Il convegno, articolato in tre sessioni, intende offrire un contributo alla formazione di questo impianto storico e teorico. La prima sessione (Comporre la scena tra Verdi e Wagner) prevede interventi di Luca Zoppelli, Gundula Kreuzer e Riccardo Pecci; nella seconda sezione (L’orecchio normativo: nuove scene per l’opera) interverranno Maria Ida Biggi, Donatella Gavrilovich e Clemens Risi; nella terza (L’occhio del compositore: spazi scenici in tre partiture) sono previste relazioni di Marie Lavieville Angelier, Dörte Schmidt e Tommaso Sabbatini. Il coordinamento è affidato a un comitato tecnico-scientifico composto da Maria Ida Biggi, Gianmario Borio, Giordano Ferrari, Michele Girardi e Isabelle Moindrot.

Il convegno nasce da una collaborazione tra l’Istituto per la Musica e il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo della Fondazione Giorgio Cini con l’EA Esthétique, musicologie, danse et création musicale, Université Paris 8 e con l’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’iniziativa si inserisce nel progetto Vers le présent de la dramaturgie musicale à travers l’idée d’espace “sensible”, coordinato da Giordano Ferrari all’interno del Laboratoire d’excellence Arts-H2H (programma Investissements d’avenir, ANR-10-LABX-80-01) diretto da Isabelle Moindrot, che riunisce i laboratori di ricerca in arte dell’Université Paris 8 e dell’Université Paris Ouest e alcune istituzioni d’arte tra cui il Centre Georges Pompidou, il Conservatoire national supérieur d’art dramatique e la Bibliothèque national de France.

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L’improvvisazione all’epoca di Beethoven e le forme ‘aperte’

La manifestazione, che fa seguito ai convegni Improvised Music in Europe: 1966-1976 (novembre 2012) e Con la mente e con le mani: Improvisation from ‘cantare super librum’ to partimenti (novembre 2013), rappresenta il terzo di un ciclo di appuntamenti sul ruolo dell’improvvisazione musicale nei diversi periodi storici.

Il convegno, coordinato da Gianmario Borio e Angela Carone, si incentra su quattro ambiti: le testimonianze di critici, compositori e teorici, che costituiscono un materiale imprescindibile per comprendere l’intreccio di improvvisazione, esecuzione e composizione; le forme compositive espressamente derivate da una prassi improvvisativa (bagatelle, divertimenti, preludi, capricci, fantasie e improvvisi); le tracce di pratiche improvvisative in forme che prevedono una precisa articolazione (sonata, rondò, tema con variazioni); l’improvvisazione in ambito vocale e operistico. Interverranno Torsten Mario Augenstein, Pieter Bergé, Scott Burnham, William Caplin, Angela Carone, Catherine Coppola, Giorgio Pagannone, Giorgio Sanguinetti, Elaine Sisman, Jan Philipp Sprick, Rohan Stewart-MacDonald, Marco Targa, moderati da Gianmario Borio, Hans-Joachim Hinrichsen, Susanna Pasticci e Rudolf Rasch.
Un concerto del violinista Davide Amodio e del fortepianista John Irving, dedicato al repertorio oggetto del convegno, offrirà un’ulteriore opportunità di riflessione sul ruolo delle pratiche improvvisative all’epoca di Beethoven.

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Incontri in Fototeca. I Fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

L’iniziativa Incontri in Fototeca. I Fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte mira a coinvolgere specialisti della materia e storici dell’arte, ma non solo, nella conoscenza delle raccolte fotografiche e delle personalità che le hanno costituite.

Il 22 ottobre Antonella Chiodo terrà una conferenza dal titolo Tra rigore scientifico e connoisseurship. L’archivio fotografico di Evelyn Sandberg Vavalà (1888-1961), dedicata al fondo fotografico appartenuto alla studiosa inglese e alle attività di inventariazione e catalogazione avviate. Interverrà Marcella Culatti della Fototeca della Fondazione Federico Zeri di Bologna, all’interno della quale è custodita una parte dell’originale raccolta fotografica Sandberg Vavalà.

Il ciclo di incontri sulle raccolte fotografiche conservate presso la Fototeca proseguirà, con appuntamento mensile, fino a dicembre nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte.

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
Sala del Soffitto
22 ottobre h 16:30

Per maggiori informazioni:
tel. +39 041 2710440 / +39 041 2710441
e-mail: fototeca.digitale@cini.it


Antonella Chiodo

Antonella Chiodo si è formata presso l’Università degli Studi di Parma dove ha conseguito laurea e dottorato di ricerca, e l’Università degli Studi di Milano dove ha ottenuto il diploma di Specializzazione in Beni Storici e Artistici.

Ha dedicato i suoi principali studi alle vicende artistiche dei territori tra Piemonte e Lombardia fra XV e XVIII secolo, allo studio dei disegni del Cinque e Seicento e alla loro storia collezionistica. Ha alternato la ricerca ad esperienze professionali all’interno di istituzioni museali dove si è dedicata, tra l’altro, all’inventariazione e alla catalogazione di differenti tipologie di manufatti artistici.

Titolare di diverse borse di studio, è stata borsista del “Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana Vittore Branca” presso la Fondazione Giorgio Cini nel 2013 con una ricerca dal titolo Indagini sul fondo Sandberg Vavalà; ha da poco concluso una Senior Fellowship al Center for the History of Collecting presso la Frick Collection di New York.

 


Marcella Culatti

Marcella Culatti è dottore di ricerca in Storia dell’Arte. Si è laureata in Storia dell’Arte Moderna a Bologna con Anna Ottani Cavina, e specializzata in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università di Siena. Nel 2007 ha conseguito il dottorato presso l’ateneo bolognese con una ricerca su La rappresentazioni delle arti in Italia. Pittura e Scultura in epoca moderna. Dal 2008 al 2013 è stata titolare di assegni di ricerca presso il Dipartimento delle Arti Visive di Bologna.

È autrice di una monografia su Villa Montalto Negroni. Fortuna iconografica di un luogo perduto di Roma (Venezia, 2009) e di diversi saggi usciti su riviste specializzate e in volumi miscellanei.

Dal 2007 lavora presso la Fondazione Federico Zeri, incaricata della revisione scientifica delle schede di catalogo.

 

Libri a San Giorgio | Arte Veneta 69

#arteveneta
7 ottobre ore 17

Presenta Lionello Puppi

Partecipa Luca Massimo Barbero

Il 7 ottobre verrà presentato il nuovo numero di «Arte Veneta», fondata nel 1947 sotto la presidenza di Giuseppe Fiocco e la direzione scientifica di Rodolfo Pallucchini.

In occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’Istituto di Storia dell’Arte, la rivista si propone a studiosi e lettori in una veste editoriale e grafica profondamente rinnovata, con un più ricco apparato illustrativo a colori che valorizza ulteriormente gli importanti contributi scientifici ospitati, con una rosa di argomenti che vanno dal Trecento al Settecento, comprendendo anche la presentazione di importanti inediti. Novità della nuova annata è la pubblicazione dell’e-book della Bibliografia dell’arte veneta, scaricabile gratuitamente.


Seguirà aperitivo

Polifonie ‘in viva voce’ 18

Polifonie “migranti” a Venezia

Ore 16: Seminario con Maurizio Agamennone, Giuseppina Casarin, Giovanni De Zorzi e Annunziata Veronese.

Ore 18.30: Concerto del coro multietnico “Voci dal Mondo” (Venezia)

Il progetto Polifonie “in viva voce” costituisce l’occasione più rilevante in Italia e in Europa per ascoltare e osservare le pratiche polifoniche fervidamente conservate in numerose tradizioni locali. Dal 1997 sono stati ospiti del programma veneziano cantori e strumentisti provenienti dalle grandi isole del Mediterraneo, dal Caucaso, dall’Europa orientale, dalla regione balcanica e da diverse località della penisola italiana: è stato possibile, perciò, ascoltare polifonie maschili e femminili particolarmente esuberanti, complesse e multiformi, spesso divenute vivaci marcatori di mobili e irrequiete identità locali, pure riconosciute dai protocolli Unesco quali patrimoni immateriali dell’umanità. Ai cantori si sono affiancati i migliori specialisti d’area (studiosi, compositori, rilevatori), che hanno proposto la descrizione e analisi delle polifonie ospitate, secondo le più aggiornate procedure di valutazione (musicologia, antropologia, storia-culturale, studi di genere, studi culturali e post-coloniali, ecc.).

Nell’edizione 2014, il programma Polifonie “in viva voce” persegue un altro obiettivo. In molte aree metropolitane europee di forte immigrazione, certe pratiche musicali hanno costituito un veicolo efficace di confronto, incontro, conoscenza, integrazione, solidarietà. Nella città di Venezia da qualche anno è in atto un processo amministrativo-politico-culturale che affida alla polifonia di grande gruppo l’obiettivo e la speranza di contribuire a integrare persone, famiglie e gruppi culturali provenienti da numerose regioni del mondo, che proprio a Venezia hanno trovato un approdo possibile, momentaneo o più duraturo. Il coro Voci dal mondo, diretto da Guseppina Casarin costituisce lo scenario performativo in cui persone diverse, per lingua, cultura, religione e altre appartenenze, cercano di incontrarsi e “stare insieme”, combinando, miscelando e fondendo contributi e spunti musicali parziali, di origini molteplici, in una esperienza di grande gruppo che in occasioni diverse ha animato profondamente il paesaggio sono di Venezia, soprattutto nelle aree periferiche. L’istanza politico amministrativa che prova ad alimentare questo processo è rappresentata ETAM – Animazione di Comunità e Territorio del Comune di Venezia, grazie al tenace impegno di Roberta Zanovello.

Maurizio Agamennone (Università di Firenze)

La XVIII edizione di Polifonie “in voce” è organizzata in collaborazione con ETAM – Animazione di Comunità e Territorio, Direzione Politiche Sociali Partecipative e dell’Accoglienza del Comune di Venezia.

Scarica la locandina

XX Seminario Internazionale di etnomusicologia

Dal 29 al 31 gennaio 2015, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza la XX edizione del Seminario Internazionale di etnomusicologia a cura di Francesco Giannattasio, dal titolo “Le tradizioni musicali fra documenti, patrimoni e nuove creatività”.

Il seminario 2015, intitolato Le tradizioni musicali fra documenti, patrimoni e nuove creatività, intende indagare lo stato e la natura attuale delle tradizioni musicali oggetto di una investigazione inter- e transculturale discutendo dei processi di patrimonializzazione in atto nelle politiche culturali a livello internazionale (cultura immateriale, riconoscimenti Unesco), dell’importanza degli archivi sonori nella ricerca e documentazione delle tradizioni musicali e delle nuove creatività che, in una prospettiva transculturale, oggi si esprimono, in modi anche fortemente diversi fra loro, nelle musiche del mondo.

Proprio per celebrare il ventesimo anniversario di questo appuntamento così importante nell’attività dell’IISMC, in coincidenza con i lavori del seminario verrà organizzato uno spettacolo al Teatro Goldoni “Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio” per la prima volta a Venezia.

L’Orchestra di Piazza Vittorio costituisce uno degli esempi più significativi di quelle pratiche multietniche nei quali musicisti provenienti da diverse parti del mondo si uniscono in formazioni composite e a geometria variabile. Si tratta di un esempio concreto di come nuove creatività contemporanee sperimentino linguaggi musicali nei quali diverse culture vengono combinate in modo da creare nuove forme sonore che contengano elementi tratti dalle culture di partenza, riconfigurati in forme creative e innovative.

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[accordion_entry title=”Programma Seminario”]

Giovedì 29 gennaio

ore 9.30 – 12.30

Francesco Giannattasio (Università di Roma «La Sapienza»)

Introduzione al Seminario

Dan Lundberg (Svenskt Visarchiv, University of Stockholm)

Pluralize or polarize? Music archiving and ideology

ore 14.00-16.00

Ignazio Macchiarella (Università di Cagliari)

Paradossali monumenti

Venerdì  30 gennaio

ore 9.30 – 12.30

Mario Tronco (musicista, compositore), Leandro Piccioni (musicista, compositore)

L’Orchestra di Piazza Vittorio: un’esperienza creativa multimusicale

ore 14.00-16.00

Incontro con i musicisti dell’Orchestra  di Piazza Vittorio

ore 20.00 Teatro Goldoni, Venezia

Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio

Direzione artistica e musicale: Mario Tronco, elaborazione musicale: Mario Tronco e Leandro Piccioni

Sabato 31 gennaio

ore 9.30 – 13.30

Anthony Seeger (UCLA e Smithsonian  Institution)

Changing Our Story from one of Loss to one of Potential through Audiovisual Archives

Discussione finale

 Info: Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati- www.cini.itmusica.comparata@cini.it – T +39 041 2710357

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[accordion_entry title=”Storia “]

Ideato nel 1995 da Francesco Giannattasio, allora direttore dell’IISMC, che ne ha curato tutte le edizioni, il Seminario ha visto avvicendarsi a Venezia molte fra le più illustri figure dell’etnomusicologia internazionale (per citarne alcune: Simha Arom, Jean During, Mantle Hood, Steven Feld, Jeremy Montagu e Adelaida Reyes), spesso invitate a confrontarsi con famosi musicisti (come Ali Farka-Touré, Riccardo Tesi), direttori artistici, registi e video documentaristi, nonché ingegneri del suono (come Gerard Mueller, che ha curato la progettazione dell’acustica dell’Auditorium Parco della Musica di Roma).

Il ventennale del Seminario costituisce una tappa importante per la storia dell’IISMC, avendo contribuito largamente ad un percorso che ha visto il consolidarsi del ruolo dell’Isituto, divenuto sempre più punto di riferimento fondamentale per l’etnomusicologia italiana e referente importante in ambito europeo e internazionale.

Il seminario, che si svolge sempre nell’ultimo fine settimana di gennaio, è diventato nel tempo luogo di incontro privilegiato per studiosi etnomusicologi e studenti di etnomusicologia, tanto da diventare un appuntamento fisso per studenti e dottorandi provenienti da varie università tra cui l’Università di Roma “La Sapienza”, Roma “Tor Vergata”, Cagliari, Cremona oltre che, naturalmente, Venezia. Per alcuni anni, grazie a una convenzione tra Ca’ Foscari e Fondazione Cini gli studenti di etnomusicologia dell’Università hanno potuto frequentare il Seminario ottenendo crediti formativi.

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[accordion_entry title=”Pubblicazioni tratte dai seminari”]

Alcuni seminari sono confluiti in pubblicazioni a stampa e altre in pubblicazioni online

Classificazione e analisi dei procedimenti polifonici, L’indagine storica in etnomusicologia: Oriente e Occidente, Il verso cantato: la poesia orale in una prospettiva etnomusicologica, Filmare la musica: etnomusicologia e comunicazione audiovisiva, L’etnomusicologia e il nuovo consumo della world-music, Gli spazi sonori della musica, Etnomusicologia e studi di popular music: quale possibile convergenza?, L’Etnomusicologia e le musiche contemporanee, Etnomusicologia, musicologia evolutiva e neuroscienze, Prospettive di una musicologia comparata nel XXI secolo: etnomusicologia o musicologia transculturale?.

 

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[accordion_entry title=””Vent’anni di Seminari Internazionali di etnomusicologia” di Francesco Giannattasio”]

Nelle ultime edizioni del Seminario ci si è attentamente interrogati su status, prospettive, compiti e metodi d’indagine di una musicologia comparata del XXI secolo, vista la completa trasformazione del panorama sociale e culturale del mondo. Ai fini di un adeguamento alla nuova realtà con la quale dobbiamo confrontarci, sono stati sottoposti a un severo vaglio critico molti termini e concetti che hanno fino ad oggi caratterizzato la fisionomia e l’armamentario teorico di questa disciplina: dalle nozioni di etnia, identità culturale, musicale e tradizionale, ad opposizioni quali alto/basso, colto/popolare, scritto/orale, funzionale/estetico, sincronico/diacronico, fino alla stessa denominazione, ormai sempre più anacronistica e inattuale, di etnomusicologia.

Si tratta ora di trarre le conseguenze da tali considerazioni di carattere generale e andare direttamente al cuore del problema: lo stato e la natura attuale delle tradizioni musicali oggetto di un’investigazione inter- e transculturale. In questo senso la XX edizione del Seminario internazionale di Etnomusicologia dell’IISMC si presta bene – anche in senso simbolico, vista la ricorrenza calendariale – a un tentativo di fare il punto sulla reale sostanza, oggi, delle tradizioni musicali di cui la nostra disciplina statutariamente si occupa. Questo intento motiva il titolo del Seminario 2015: Le tradizioni musicali tra patrimoni, archivi e nuove creatività.

Se la sostituzione del consunto termine ‘musiche tradizionali’ (e quali non lo sono?) con ‘tradizioni musicali’ dà il senso della rivoluzione copernicana che siamo ormai tenuti a compiere, riteniamo che una migliore e più realistica cognizione del nostro oggetto di studio possa venire da una riflessione, attenta e non ideologica:

a) sui contenuti concreti di concetti astratti (e solo apparentemente politically correct) quali ‘patrimonio’, ‘patrimonializzazione’, “cultura immateriale”;

b) sul nuovo valore, anche euristico, che assumono oggi le politiche e i concreti contenuti degli archivi musicali;

c) sulle implicazioni transculturali delle molte nuove creatività che oggi si esprimono, in modi anche fortemente diversi fra loro, nella/e musica/he del mondo.

Varie sono le questioni che possono nutrire una riflessione in questo senso. Ad esempio:

1) qual è la reale estensione, spaziale e temporale, del concetto di patrimonio immateriale soprattutto alla luce delle molteplici attribuzioni di senso (intangibile, intoccabile, invalicabile, invendibile, inventabile, inverosimile, ecc.) che esso di fatto assume nella concretezza delle nuove politiche ‘culturali’, apparentemente rispettose delle differenze, ma in realtà prevalentemente basate su interessi economici e su strategie di fatto ghettizzanti?

2) in che misura gli archivi sonori e multimediali riflettono, assecondano o limitano l’estensione del concetto di patrimonio?

3) come individuare, studiare e valorizzare le nuove creatività musicali senza farsi condizionare dai preconcetti celati dietro nozioni conservatrici, quali appunto quelle di patrimonio e patrimonializzazione?

Francesco Giannattasio
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Per info: musica.comparata@cini.it – T 041 2710357

Le stagioni di Niccolò Jommelli tra Venezia e l’Europa

In occasione del terzo centenario della nascita di Niccolò Jommelli, il Centro Studi per la ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma europeo in collaborazione con la Seconda Università di Napoli, la Fondazione “Pietà de’ Turchini” di Napoli, il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, il Teatro San Carlo di Napoli, l’Istituto Italiano per la Storia della Musica, l’Università di Vienna, il Centro di Studi “Divino Sospiro” di Lisbona promuoverà una serie di iniziative scientifiche e spettacolari da tenersi in varie sedi. A Venezia, il 31 ottobre, si svolgerà una giornata di studi dal titolo Le stagioni italiane di Niccolò Jommelli in cui si intendono analizzare rispettivamente i repertori italiani, sacri e profani, e i rapporti del  musicista con le maestranze tutte dello spettacolo e con la vita culturale della Serenissima nel
corso della sua carriera.

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