Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 36 – Fondazione Giorgio Cini

Musica ottomana Bîrûn. I compositori greci nella musica ottomana

Beste di Zaharya Hanende in notazione bizantina nella raccolta Mousikon Apanthisma, Costantinopoli, Anatole, 1872. (Il testo greco recita: Der Fasli Xouseini. Beste tou Xanende Zacharia. Maxam Houseini, echos pl., Usul Tzember)

Dal 14 al 19 marzo 2016 l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini organizza la quinta edizione di Bîrûn, un ciclo di seminari di alta formazione in musica classica ottomana diretti dal Maestro Kudsi Erguner, rivolti a musicisti professionisti e semi professionisti.

La musica classica ottomana è basata sul sistema modale del maqâm ed è arricchita dagli apporti di compositori turchi, arabi, persiani, greci, ebrei e armeni i quali, tutti, operavano sui territori dell’impero. Considerare la musica classica ottomana una tradizione regionale o nazionale sarebbe, però, un errore poiché essa rappresenta un gusto ed una espressione condivisa di là dalle culture di provenienza, al pari della musica classica europea. L’estetica della musica ottomana, in particolare, è il risultato di influenze che vanno da Bisanzio, al Medio Oriente, all’Asia centrale, all’India.

Il seminario di quest’anno sarà dedicato ai compositori greci nella musica classica ottomana. Sei borsisti selezionati tramite bando internazionale e specializzati in diversi strumenti (ney, ûd, tanbûr, kanûn, kemençe, percussioni, voce) studieranno brani di musicisti quali Zaharya (m. 1740), Petros “Lampadarios” (ca. 1730-1778), Vasilaki Efendi (1845-1907), Corci, Nikolaki o Yorgi, che vissuti a cavallo tra XIX e XX secolo, composero nei vari generi e forme della musica classica ottomana.

Il seminario si concluderà con un concerto pubblico dell’ensemble Bîrûn, diretto da Kudsi Erguner. Bîrûn sarà preceduto anche quest’anno da un “Preludio a Bîrûn”, giornata di studi dal titolo Musica e cultura greca nel mondo ottomano, a cura di Giovanni De Zorzi, l’11 marzo, presso l’Università Cà Foscari di Venezia in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali.

Proiezione Cenere

Opuscolo del film Cenere pubblicato dalla Casa di Produzione Ambrosio di Torino

17.30 Conferenza introduttiva

18.30 Proiezione con musica dal vivo

 

In occasione dei cento anni dall’uscita del film Cenere, il Centro Studi Teatro rende omaggio a questa straordinaria pellicola e alla sua principale interprete con la proiezione pubblica di una copia inedita colorata, gentilmente concessa dalla Cineteca del Friuli. La proiezione sarà accompagnata da musica dal vivo a cura della pianista Roberta Paroletti. Cenere, ispirato all’omonimo romanzo di Grazia Deledda e prodotto dalla Ambrosio Film, rappresenta l’unica interpretazione cinematografica di Eleonora Duse. Ambientato in Sardegna ma girato in Piemonte, tra Ala di Stura e Balme, nell’agosto 1916, il film descrive un rapporto madre-figlio travagliato e intenso, che vede protagonisti Rosalia Derios, interpretata da Eleonora Duse, e il suo figlio illegittimo Anania, interpretato da Febo Mari: una struggente storia di abbandono e ritrovamento che culmina in un finale tragico. Entusiasta del suo personaggio e della sua parte, dopo sette anni di lontananza dalle scene, Eleonora Duse curò la regia e, insieme a Riccardo Artuffo, collaborò anche alla sceneggiatura del film. A introdurre la proiezione, una tavola rotonda che approfondirà le tematiche legate alla pellicola e alla sua genesi. Interverranno Maria Ida Biggi e Maria Pia Pagani.

 

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Libri a San Giorgio

Riprende Libri a San Giorgio, rassegna dedicata alle novità editoriali della Fondazione Giorgio Cini frutto delle attività di ricerca dei suoi Istituti in diverse aree disciplinari: dalla storia dell’arte alla musica del ‘900, dalla storia della Serenissima a Vivaldi, dal teatro all’etnomusicologia.

Il primo appuntamento, il 3 marzo, Gino Benzoni, Maria Giordana Mariani CanovaFederica Toniolo presenteranno La miniatura per le confraternite e le arti veneziane. Mariegole dal 1260 al 1460, un prezioso volume in cui Lyle Humphrey passa in rassegna due secoli di testi e illustrazioni delle Mariegole, i libri miniati contenenti gli statuti delle scuole devozionali, delle arti e delle congreghe nazionali presenti a Venezia in età medievale.


Il secondo incontro, il 10 marzo, sarà invece dedicato a Musical Listening in the Age of Technological Reproduction, curato da Gianmario Borio e primo volume della nuova collana “Musical Cultures of the Twentieth Century” da lui diretta presso l’editore Ashgate.

Ne parleranno Simon Zagorski-Thomas e Francesco Giomi.

Al termine della presentazione si terrà un concerto, reso possibile grazie alla collaborazione tra il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” e l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini. Federica Lotti (flauto e ottavino) e Florindo Baldissera (chitarra) eseguiranno brani di Bruno Bettinelli, Giacomo Manzoni, Fausto Romitelli e Camillo Togni.

Scarica qui il programma del concerto


L’ultimo appuntamento, il 17 marzo, Simona Marchini e Fortunato Ortombina presenteranno il Teatro di Pierluigi Samaritani, catalogo dei disegni e documenti del Fondo Samaritani conservato presso il Centro Studi Teatro della Fondazione Giorgio Cini e insieme accurata indagine critica di Maria Ida Biggi sull’attività artistica dello scenografo piemontese.

 

 

 

 

Paolo Venini e la sua fornace

Venini, vasi in vetro a murrine ‘Dama’, 1954

 

Il Centro Studi del Vetro coordina un importante convegno di studi che avrà come protagonista la figura di Paolo Venini (1895-1959) nel suo importante ruolo di imprenditore illuminato e creativo.

Grande regista e direttore della sua azienda, colto e interessato sia ai fermenti artistici coevi sia alle esigenze del mercato internazionale, soprattutto nel corso degli anni Cinquanta, Paolo Venini interviene anche ideando egli stesso nuove serie di vetri, avvalendosi dell’ufficio tecnico della vetreria.

Già dalla metà degli anni Trenta ricorse a nuovi interpreti, come per esempio la ceramista svedese Tyra Lundgren nota per il suo divertente “bestiario”. Saranno poi oggetto d’analisi e confronto le opere realizzate nel Dopoguerra, frutto della collaborazione con l’architetto Gio Ponti; la produzione della seconda metà del XX secolo che vede la stretta collaborazione con il designer Piero Fornasetti, i pittori Riccardo Licata ed Eugène Berman.

Gli interventi inquadreranno anche il tema delle grandi esposizioni americane, quindi il rapporto con Ken Scott e Charles Lin Tissot.

Un ulteriore contributo sarà infine dedicato agli architetti Massimo Vignelli e Tobia Scarpa, che parteciparono alla vita di Venini in modo continuativo.

Ripercorrendo la storia della fornace muranese l’appuntamento metterà in luce una delle fondamentali intuizioni di Paolo Venini, che fu di abbinare la modernizzazione del catalogo aziendale attraverso nuove linee essenziali e raffinate pur esaltando le tradizioni tecnologiche ed artigianali.

I temi del simposio saranno ulteriormente indagati e ampliati in occasione della mostra Paolo Venini e la sua fornace, che verrà inaugurata sull’Isola di San Giorgio presso Le Stanze del Vetro nel prossimo autunno.

SCARICA IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO

Disegni teatrali della collezione Elena Povoledo

DISEGNI TEATRALI DELLA COLLEZIONE ELENA POVOLEDO

In occasione del convegno internazionale di studi in onore di Elena Povoledo Illusione scenica e pratica teatrale“, il Centro Studi Teatro ha allestito, presso la sala espositiva della Biblioteca della Manica Lunga, una mostra di figurini e bozzetti originali appartenenti alla Collezione Elena Povoledo. Saranno esposti, tra gli altri, materiali di Boris Bilinsky, Ludovico Burnacini, Alexandra Exter, Emanuele Luzzati, Pier Luigi Pizzi, Gianni Polidori.

Elena Povoledo, in ambito italiano, è stata una pioniera nello studio del rapporto tra le arti figurative e lo spettacolo, avendo svolto una lunga e variegata attività di ricerca sui temi della storia del teatro, della scenografia, dell’architettura teatrale e dell’iconografia. E’ stata uno dei docenti più amati dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, capo redattore e curatore dell’apparato iconografico dell’intera Enciclopedia dello Spettacolo e autorevole collaboratrice della Fondazione Giorgio Cini per le mostre di argomento teatrale allestite negli anni Sessanta e Settanta.

Si ringrazia la famiglia Povoledo, in particolar modo Elisabetta, per la collaborazione alla realizzazione della mostra.

Incontri in Fototeca: Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Incontri in Fototeca
I Fondi Fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto
26 novembre ore 16:30

Gianluca Poldi
Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Ludovico Mucchi (1904-1983), medico radiologo in forze presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, dagli anni Sessanta inizia a occuparsi di applicazioni diagnostiche della radiografia su dipinti, contribuendo ad alcune interessanti mostre e dando vita ad alcune significative pubblicazioni, tra le quali ricordiamo Alla ricerca di Pietro Longhi. Storia di un’indagine radiografica (Milano 1970, con U. Tolomei), Capolavori d’Arte lombarda. I Leonardeschi ai raggi X (Milano 1972, con M. Garberi Precerutti), Radiografie di opere di Tiziano (in Arte Veneta, XXXI, 1977), Caratteri radiografici della pittura di Giorgione (Firenze 1978) e Nella profondità dei dipinti. La radiografia nell’indagine pittorica (Milano 1983, con A. Bertuzzi).

A fronte del fondamentale approccio sistematico che lo caratterizzava e che dovrebbe informare l’attività diagnostica quando essa sia intesa come strumento utile per la storia dell’arte, il senso del suo lavoro e il rigore del suo approccio, da lui stesso definito «metodo “morelliano” di studio semiotico comparativo», non sono stati ancora adeguatamente stimati. E non sono stati ancora rinvenuti i materiali radiografici da lui prodotti su opere dell’Ottocento e Novecento – Fontanesi, Casorati, Rosai, Carrà, Morandi, Tosi – pure oggetto dei suoi diversificati interessi.

Il fondo di radiografie conservato alla Fondazione Cini rappresenta uno straordinario nucleo per il Settecento veneziano, con oltre 170 opere esaminate di Bellotto, Canaletto, Guardi, Marieschi e Pietro Longhi, in collezioni italiane e straniere, pubbliche e private. Ad esso si aggiungono le radiografie dedicate a una cinquantina di dipinti rinascimentali, soprattutto di ambito veneto.

L’incontro si propone di riportare alla luce e alla discussione alcuni aspetti del lavoro di questo studioso misurandone l’interesse su alcune opere in particolare.

Seguirà aperitivo

Gianluca Poldi
Gianluca Poldi (Milano 1971) è laureato in fisica presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito a Firenze il dottorato di ricerca in Scienza per la conservazione dei beni culturali e quindi a Bergamo un dottorato in discipline umanistiche (Teoria e analisi del testo). Ha tenuto corsi in varie sedi universitarie, ideato e diretto due Master universitari per lo studio e la conservazione di dipinti (Verona) e collaborato per alcuni anni con l’Università degli Studi di Milano. Ha fondato nel 2005 il Laboratorio di Analisi Non Invasive per opere d’arte Antica e Contemporanea dell’Università di Verona (LANIAC), quindi dal 2008 svolge la sua attività di ricerca presso l’Università di Bergamo occupandosi di analisi, specie non invasive ed eseguibili in situ, per l’esame di palinsesti e di opere policrome e grafiche su diversi supporti e di varia epoca. Dedica una particolare attenzione all’integrazione di diverse metodologie, non invasive e invasive, e al dialogo con figure di diversa formazione, scientifica e umanistica.

È stato consulente di progetti di ricerca finanziati dalla Regione Lombardia, di progetti nazionali e di ditte private in ambito diagnostico. Ha esaminato nei maggiori musei italiani ed europei alcune centinaia di opere di interesse storico e culturale, e coordinato e svolto progetti di studio sistematici su numerosi dipinti di Andrea Mantegna, Cosmé Tura, Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Bernardo Zenale, Giorgione, Tiziano, Lorenzo Lotto, Giambattista Tiepolo, Giacomo Quarenghi, Emilio Longoni, Giovanni Segantini.

Consigliere dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr) è autore di oltre ottanta pubblicazioni aventi per argomento la diagnostica applicata a beni di interesse culturale, tra saggi su libri, riviste internazionali e atti di congressi.

Polifonie ‘in viva voce’ 19 – Polifonie liturgiche e cerimoniali della Sardegna centrale

ore 16.00 — Seminario Polifonie liturgiche e cerimoniali della Sardegna centrale
con Maurizio Agamennone, Giovanni De Zorzi e Ignazio Macchiarella

ore 18.30 — Concerto Coro Su Cuncordu e’ su Rosariu
di Santu Lussurgiu (Oristano)

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Il progetto Polifonie “in viva voce” costituisce l’occasione più rilevante in Italia e in Europa per ascoltare e osservare le pratiche polifoniche fervidamente conservate in numerose tradizioni locali. Dal 1997 sono stati ospiti del programma veneziano cantori e strumentisti provenienti dalle grandi isole del Mediterraneo, dal Caucaso, dall’Europa orientale, dalla regione balcanica, dalla Cina meridionale e da diverse località della penisola italiana: è stato possibile, perciò, ascoltare polifonie maschili e femminili particolarmente esuberanti, complesse e multiformi, spesso divenute vivaci marcatori di mobili e irrequiete identità locali, pure riconosciute dai protocolli Unesco quali patrimoni immateriali dell’umanità. Ai cantori si sono affiancati i migliori specialisti d’area (studiosi, compositori, rilevatori), che hanno proposto la descrizione e analisi delle polifonie ospitate, secondo le più aggiornate procedure di valutazione (musicologia, antropologia, storia-culturale, studi di genere, studi culturali e post-coloniali, ecc.).

L’edizione 2015 è dedicata alle Polifonie liturgiche e cerimoniali della Sardegna centrale.

Nella “geografia musicale” della Sardegna quasi ogni paese ha la propria specializzazione. Santu Lussurgiu (duemilaseicento abitanti, sul massiccio del Montiferru, cinquecento metri sul livello del mare, una ventina di chilometri al nord ovest di Oristano), è senza dubbio il paese del cantu a cuncordu. Non è tanto una faccenda di esclusività (analoghe pratiche musicale si trovano quanto meno in un’altra dozzina di località nell’isola) ma di repertorio e di qualità dell’esecuzione.

La denominazione cantu a cuncordu, in generale, viene usata in opposizione a cantu a tenore, per intendere i repertori polifonici dell’isola d’argomento religioso. Le cose non stanno proprio così dal momento che a cuncordu si cantano anche testi profani (così come a tenore brani religiosi). In realtà, la distinzione riguarda, alla base, il modello musicale: il cantu a tenore è caratterizzato da una struttura musicale con una voce che guida l’esecuzione, canta il testo e viene accompagnata da tre voci intonanti sillabe non-sense, mentre nel cantu a cuncordu tutte e quattro le parti cantano il testo, non vi sono voci leader e l’esecuzione scaturisce da una intensa azione coordinata dei quattro cantori. Le parti, dunque, hanno (più o meno) la stessa rilevanza e interagiscono durante la performance, richiamando, mutatis mutandis, l’immagine del dialogare musicale di un quartetto d’archi.

Coro Su cuncordu ‘e su Rosariu
Il gruppo appartiene alla confraternita del Santo Rosario fondata nel 1605. Si tratta del sodalizio più partecipato che ha tra l’altro il compito di curare la paraliturgia de sa Chida Santa (la Settimana Santa). In quest’ambito, ogni anno il priore dà incarico ad un gruppo di esecutori di cantare per i diversi eventi rituali. Da ben trentanove anni, nonostante in paese vi siano decine e decine di cantori che ambiscono a tale compito, i diversi priori che si sono succeduti hanno costantemente scelto il quartetto formato da Giovanni Ardu – bassu, Mario Corona – contra, Roberto Iriu – cuntraltu e Antonio Migheli ‘oghe.

 

Seminari di Musica 2016 | Janequin and Carpentras. Tradition and Innovation in 16th-century France

Battles and Lamentations
Janequin and Carpentras
Tradition and Innovation in 16th-century France
1520-1540

Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini 2016
Direttore: Pedro Memelsdorff

11-15 maggio 2016
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Deadline per la presentazione delle domande: 15 febbraio 2016

Il seminario metterà a confronto le straordinarie tecniche compositive di due dei maggiori polifonisti del secondo quarto del Cinquecento francese, Clément Janequin (c. 1485-dopo 1558) e Elzéar Genet, detto il Carpentras (c. 1470-1548). Segnati da vicende biografiche a dir poco contrastanti — caratterizzate da costanti legami col papato romano e la curia avignonese quelle del Carpentras, da instabilità professionale e persistenti penurie economiche quelle di Janequin — le loro preferenze repertoriali e stilistiche non potrebbero essere più diverse.

Nel caso di Janequin l’attenzione del seminario verrà principalmente rivolta alle più rappresentative delle sue oltre 250 chansons profane — alcune delle quali hanno profondamente segnato il genere della musica programmatica a livello europeo –, in contrasto con i suoi più sobri salmi, lamentazioni e chansons spirituelles. Del Carpentras si studieranno soprattutto gli uffici e le svariate intonazioni delle lamentazioni di Geremia, nonché le sue rare frottole su testi di Petrarca. Non ultimo, verrà affrontata la tematica della trasmissione dell’opera di Carpentras in quanto primo esempio di curatela autoriale di un’edizione integrale a stampa.

Alle master-class del maggiore esperto della polifonia vocale del Cinquecento francese, M° Dominique Visse – fondatore e direttore dell’ensemble Clement Janequin –, si alterneranno lezioni e conferenze sulla trasmissione manoscritta e a stampa del repertorio, a cura di Kate van Orden, professoressa ‘Dwight P. Robinson Jr.’ di musicologia storica ed esperta cinquecentista presso l’Università di Harvard.

Borse di studio
Il bando è rivolto a giovani ensemble vocali, professionali o semi-professionali, specializzati nel repertorio cinquecentesco. Sono disponibili delle borse di studio per uno o due  quintetti o (preferibilmente) quartetti vocali, le quali copriranno: la quota d’iscrizione al seminario, le spese di vitto e alloggio (presso la Residenza del Centro Internazionale di Studi Vittore Branca) e le spese di viaggio (in classe economy fino ad un massimo di Euro 700 a persona).
Per partecipare alla selezione gli ensemble candidati devono far recapitare alla segreteria dei seminari (via email a: musica.antica@cini.it) il seguente materiale entro e non oltre il 15 febbraio 2016:
CV dettagliato dell’ensemble e dei singoli membri/solisti;
– link a una registrazione video di un brano del cinquecento.

Il seminario è aperto ad uditori su richiesta e in seguito ad approvazione.

Le borse di studio sono offerte con il contributo di Irma Merk Stiftung e L.+La Roche Stiftung

Per informazioni:

Seminari di Musica antica Egida Sartori e Laura Alvini
Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia – Italia
tel. 39 041 2710258 – Fax +39 0412710221

musica.antica@cini.itwww.cini.it

Incontri in Fototeca: Fotografare la scultura per la storia dell’arte  

Incontri in Fototeca 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto
29 ottobre ore 16:30

Anne Markham Schulz
Fotografare la scultura per la storia dell’arte   

L’incontro, dedicato al tema dell’utilizzo della fotografia nello studio della storia dell’arte, avrà come protagonista Anne Markham Schulz: la nota storica dell’arte della scultura rinascimentale veneziana esporrà, alla luce della sua esperienza quarantennale, le tecniche adottate per fotografare la scultura e i metodi utili per renderne evidenti i tratti stilistici, al fine di pervenire a una corretta attribuzione e datazione dell’opera.

Seguirà aperitivo


Anne Markham Schulz
Laureata in Storia dell’Arte presso il Radcliffe College della Harvard University e l’Institute of Fine Arts di New York, Anne Markham Schulz ha insegnato all’Università dell’Illinois al Chicago Circle, alla Brown University e all’Università Federico II di Napoli.

Le sue ricerche sulla scultura italiana del Rinascimento sono sfociate in decine di articoli pubblicati in America, Inghilterra, Francia, Germania e Italia, e in nove fondamentali volumi, tra i quali si ricordano quelli su  Bernardo Rossellino, Antonio Rizzo, Giambattista e Lorenzo Bregno, Nanni di Bartolo, Giammaria Mosca, Woodcarving and Woodcarvers in Venice 1350-1550, sino all’ultimo catalogo The Sculpture of Tullio Lombardo.


Vedi gli altri appuntamenti.

Daniele Barbaro. Architetto del sapere

Nell’immagine: Paolo Veronese, Apollo, Venere e Amore. Maser, villa Barbaro

Nell’ambito delle attività promosse dal Comitato regionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), l’Istituto di Storia dell’Arte organizza una giornata di studi dedicata a quello che fu probabilmente il più rilevante umanista nella Venezia di medio Cinquecento.

Tra gli eventi celebrativi del quinto centenario della nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), la suggestiva mostra allestita al secondo piano di Palazzo Cini con opere pittoriche di Tiziano e Veronese aperta fino al 15 novembre 2015.

L’incontro di studio e divulgazione si propone di illustrare in molti dei suoi aspetti l’attività culturale del poliedrico intellettuale, tra i maggiori e più influenti della Venezia cinquecentesca.

Gli studiosi e specialisti di fama internazionale che si avvicenderanno sul palco dei relatori nella giornata avranno modo di prendere in esame e far conoscere aspetti noti e meno dell’arte, della letteratura e della scienza veneziana del tempo attraverso la figura del patrizio. Sarà illustrata la sua produzione trattatistica con particolare riguardo allo studio di Vitruvio e alla scienza della prospettiva; il suo ruolo nello sviluppo dell’architettura classica veneziana in stretta comunanza di idee con Andrea Palladio; la sua attività di iconografo e mecenate, oltre che di scopritore di talenti come Paolo Veronese. Si parlerà inoltre della figura storica di Barbaro, diplomatico e Patriarca di Aquileia, tra i protagonisti del Concilio di Trento.

La giornata di studi si propone di promuovere non solo un complessivo riesame della problematica relativa ai rapporti tra Daniele e il fratello Marcantonio con gli architetti e gli artisti del loro tempo, sia dal punto di vista dell’infl uenza culturale che del patronage, ma in tale occasione la figura dell’intellettuale veneziano verrà anche analizzata dalle molteplici angolazioni caratteristiche del suo operato. E, dunque, dal suo ruolo di ideologo e promotore delle arti ai diversi contributi teorici e pratici apportati da Barbaro nel contesto della scienza rinascimentale – come la formalizzazione su base matematico geometrica della prospettiva, il perfezionamento della camera oscura e le relative applicazioni pratiche, la costruzione delle meridiane solari e degli strumenti per i rilievi topografici e astronomici – fino al contributo da lui offerto nel campo della teoria musicale.

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Di prestigiosa famiglia patrizia, Barbaro ricevette una educazione umanistica perfezionata dalla frequentazione dello Studio di Padova, che gli procurò una solida preparazione scientifica e gli diede quindi modo di coltivare i prevalenti interessi nella matematica, filosofia, ottica e astronomia. Negli anni successivi approfondì lo studio dell’architettura stringendo rapporti duraturi con Andrea Palladio, che lo supportò con consigli e disegni nel commento al trattato di Vitruvio.

La sua bibliografia annovera, inoltre, testi teologici e sacri legati alla sua funzione di patriarca di Aquileia in pectore e delegato al Concilio di Trento.

Oltre che alla intensa attività di matematico, scienziato e trattatista, Daniele Barbaro nel corso della sua maturità strinse relazioni amicali e di collaborazione negli ambienti artistici veneziani. Numerosi furono i pittori che entrarono in contatto con il patrizio veneto, ben disposto a occuparsi di programmi iconografici e di riflessioni sulle arti oscillanti tra una visione neoplatonica (vicina a Michelangelo) e un’ottica suggestionata dall’aristotelismo padovano.
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