Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 35 – Fondazione Giorgio Cini

La città divisa

La città divisa: questo il titolo complessivo del seminario che, al solito in 5 mezze giornate, è dedicato ai fattori divisivi presenti, lungo i secoli, nelle vicende urbane, anche in quelle di Venezia, pur ammirata, sinché città stato, per il suo regime latore di pace sociale, ignaro di guelfi e ghibellini, di tumulti e ribellioni. In effetti se si considerano i fiorentini Ciompi, gli arsenalotti sembrano sin miti. E, in effetti, la Venezia capitale – qui riprodotta in un’immagine del 1528 -, ancorché segnata da forti differenze di classe, non conosce, lungo la sua storia, vistosi episodi, invece, altrove presenti, di lotta di classe. Né, a Venezia, la rivalità tra famiglie patrizie giungeranno mai alla contrapposizione esasperata, che turba l’intera Verona, dei Montecchi e dei Capuleti.

Ciò non toglie che, a Venezia, l’erezione, nel 1892, del monumento, di Emilio Marsili, a Sarpi abbia suscitato uno scontro tra clericali e laici analogo a quello bresciano di Arnaldo, appunto, da Brescia e a quello romano di Giordano Bruno. Fatto sta che la città, la civitas, frutto ed espressione della civilitas, se, sottintendendo pacifica convivenza, presupposti condivisi, concordia, di per sé accomuna, affratella unificata com’è dalle mura che la cingono è, nel contempo, sin dal suo nascere accompagnata da tensioni, da lacerazioni: Roma, la città per antonomasia nasce dal delitto, da Romolo che uccide Remo. Un conto l’agostiniana civitas Dei, un conto la città terrestre. Sempre inquieta l’antica Roma: patrizi contro plebei; nascita della Roma imperiale prevaricando su quella repubblicana.

Su questo e su altro il seminario discutente, a mo’ di prolungato dibattito a più voci, ora consonante ora dissonante, ora convergente, ora divergente.

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Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937

Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937

Dopo Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger, la mostra Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937, a cura di Rainald Franz, è la seconda esposizione dedicata agli sviluppi internazionali del vetro nel XX secolo, progetto culturale pluriennale promosso da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria nel XX e XXI secolo.

Con oltre 300 opere provenienti dalla collezione del MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art di Vienna e da collezioni private, la mostra, organizzata negli spazi de LE STANZE DEL VETRO sull’Isola di San Giorgio Maggiore, metterà a fuoco per la prima volta, la storia della lavorazione del vetro in Austria tra il 1900 e il 1937: un periodo compreso tra gli ultimi decenni dell’Impero Austro-Ungarico e la Prima Repubblica.

A cavallo del 1900, un gruppo di giovani architetti e designer, allievi delle accademie e delle scuole di architettura, svilupparono infatti uno speciale interesse per la lavorazione del vetro. Protagonisti del Modernismo Viennese, come Josef Hoffmann (1870-1956), Koloman Moser (1868-1918), Joseph Maria Olbrich (1867-1908), Leopold Bauer  (1872-1938), Otto Prutscher (1880-1949), Oskar Strnad (1879-1935), Oswald Haerdtl (1899-1959) e Adolf Loos (1870-1933), oggi famosi in tutto il mondo, aprirono la strada ai primi pioneristici sviluppi nella produzione vetraria, lavorando vicino alle fornaci con l’obiettivo di comprenderne a fondo il materiale.

La collaborazione tra architetti e designer e l’integrazione di queste innovazioni nella produzione, crearono lo stile del Vetro Viennese, che venne presentato all’interno di nuovi progetti come la “Wiener Werkstätte” o il “Werkbund”.

In mostra, l’accostamento di oggetti di vetro e dei loro progetti con fotografie che ne documentano la produzione, il design e le mostre che vennero fatte, farà rivivere le impressioni sbalorditive che questi oggetti, così radicalmente moderni, crearono nel pubblico.

Accademia Solti per cinque pianoforti e sei voci

Concerto Accademia Solti per cinque pianoforti e sei voci

La ottava edizione delle “Solti Peretti Répétiteurs Masterclasses”, realizzata in collaborazione con la Georg Solti Accademia, si concluderà con un concerto per cinque pianoforti e sei voci incentrato sul repertorio del ‘bel canto’.

Le “Solti Peretti Répétiteurs Masterclass”, uniche nel loro genere, offrono a sei già esperti pianisti un periodo di studio intensivo con alcuni dei più preparati répétiteurs contemporanei. Le abilità di un bravo répétiteur non devono essere sottovalutate, né può esserlo il suo ruolo nella vita e nella carriera di un cantante. Essi sono i factotum per eccellenza del mondo musicale, l’alleato chiave che permette all’artista il raggiungimento dell’apice della performance. Non a caso, molti di loro sono diventati tra i migliori direttori del mondo: Solti, Pappano, Gergiev e Muti, giusto per citarne alcuni.

Nel corso della sua attività, la Georg Solti Accademia si è conquistata una reputazione di professionalità, disciplina rigorosa e attenzione per i dettagli; gli stessi valori che Sir Georg Solti ha coltivato nell’intero arco della sua vita. Alla sua memoria e nello spirito della sua testimonianza cantanti come Mirella Freni, Kiri Te Kanawa, José Carreras, Leo Nucci, Luciana Serra, Daniela Dessi, Fredica von Stade, Mariella Devia, Thomas Allen e Angela Gheorghiu, con i quali Solti ha lavorato, hanno accettato di collaborare con l’Accademia, restituendo alle nuove generazioni ciò che hanno appreso quando erano giovani artisti.

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Per assistere al concerto sarà necessario prenotare inviando una mail entro il 10 aprile a concerto.solti@cini.it con indicati i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per mail).
Verrà inviata una conferma da stampare e presentare all’ingresso.

Workshop Research-led Performance. The Guitar in the Work of Mauricio Kagel, Giacomo Manzoni and Fausto Romitelli

Juan Gris, Still Life with Guitar (1913).


WORKSHOP

RESEARCH-LED PERFORMANCE. THE GUITAR IN THE WORK OF MAURICIO KAGEL, GIACOMO MANZONI AND FAUSTO ROMITELLI

Dal 27 al 29 giugno 2016, il workshop – organizzato dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con l’Orpheus Instituut di Gent (Belgio) – è rivolto a musicisti specializzati nella pratica della chitarra classica e elettrica. L’obiettivo principale è quello di favorire la collaborazione di compositori, musicologi e strumentisti per la realizzazione di esecuzioni che si fondino su uno studio approfondito delle strutture musicali, sulle fonti del processo compositivo e sulla documentazione delle esecuzioni storiche. Ciascuna delle tre giornate si articola in due sezioni: una dedicata alla genesi, agli aspetti estetici e alle strutture delle composizioni; l’altra alla pratica interpretativa. Luk Vaes affronta Tactil e Unter Strom di Mauricio Kagel; Elena Casoli analizza alcune delle composizioni per chitarra classica di Giacomo Manzoni e Fausto Romitelli; Giacomo Baldelli si concentra sul repertorio per chitarra elettrica, in particolare Trash TV Trance di Fausto Romitelli. Il titolo Research-led Performance si riferisce a un processo di reciproca integrazione delle discipline: da un lato la pratica esecutiva si consolida grazie alle acquisizioni della ricerca archivistica e dell’approfondimento teorico; dall’altro lato l’indagine scientifica si avvale dell’esperienza di esecuzione e ascolto per verificare, affinare o ridefinire il proprio percorso. Dalla congiunzione di queste attività si genera una modalità di ricerca nuova e dinamica.

Ciascuna delle tre giornate di studio si concluderà con un concerto, dove si esibiranno i docenti coinvolti nel Workshop: Luk Vaes; Elena Casoli e Giacomo Baldelli.

I tre concerti ad accesso gratuito, fino ad esaurimento posti previo ritiro dell’invito all’ingresso, avranno inizio alle ore 20:00.

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Scarica qui il bando (scaduto il 30 aprile 2016)

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Dal ritratto all’icona: il fascino di un’attrice attraverso la fotografia.

Dal ritratto all’icona. Il fascino di un’attrice attraverso la fotografia.

La collezione fotografica dell’Archivio Duse rappresenta un tesoro d’inestimabile valore.

La quantità e la varietà delle stampe fotografiche ivi conservate, sono in grado di restituire tutto il fascino esercitato da Eleonora Duse durante gli anni della sua attività, tra Otto e Novecento.

Una selezione di ritratti privati e di scatti posati in abiti di scena condurrà il visitatore alla scoperta di questa straordinaria attrice, donna e artista sublime, e del suo teatro. Lungo il percorso espositivo sarà possibile, infatti, vedere alcune tra le più belle fotografie della Duse: immagini che hanno concorso a costruire la celebrità di questa artista e a tramandarne la memoria sino ai nostri giorni.

Tra le opere in mostra, oltre a un cospicuo numero di ritratti giovanili, anche le fotografie del fiorentino Mario Nunes Vais, dello spagnolo Pau Audouard e di alcuni tra i più significativi autori della fotografia americana, tra i quali Aimé Dupont, Joseph Byron, Arnold Genthe ed Edward Steichen.


La Stanza di Eleonora Duse, aperta e visitabile dal 2011, è nata con l’intenzione di rendere accessibile a un pubblico interessato il prezioso patrimonio custodito nell’Archivio Duse. I materiali originali afferenti all’Archivio vengono esposti a rotazione, in una serie di mostre temporanee volte ad approfondire uno o più aspetti della vita e dell’arte di questa attrice.

L’Archivio, nato nel 1968, in occasione della donazione di Eleonora Ilaria Bullough, Sister Mary Mark, nipote di Eleonora Duse, si è arricchito nel tempo di altri importanti lasciti; tra questi, ultimo in ordine di tempo, quello ricevuto nel giugno 2015 dal Lee Strasberg Theatre & Film Institute di New York.

La Stanza è visitabile solo su prenotazione.

Locandina
Volantino

Per informazioni

tel. 041.2710236
email: teatromelodramma@cini.it

Venezia, città senza corte: chiesa, teatro e ridotto. Fonti musicali dei secoli XVI e XVII

Jacopo Palma il Giovane, Davide vincitore di Golia festeggiato dalle fanciulle di Gerusalemme (particolare), 1595, Venezia, chiesa di San Zaccaria, Cappella di sant’Atanasio.

 

Bando di partecipazione al seminario Venezia, città senza corte: chiesa, teatro e ridotto

Destinato a studenti e giovani ricercatori, il seminario si prefigge di stimolare la riflessione sulle strategie storico-metodologiche più appropriate all’esplorazione del contesto storico-musicale veneziano dell’epoca; inoltre mira a fornire gli strumenti e le informazioni di base per orientarsi all’interno dell’ingente patrimonio di fonti verbali e musicali conservato nelle biblioteche e negli archivi locali. Il seminario si articola in due momenti: una serie di lezioni mattutine e una serie di esercitazioni pomeridiane in significative sedi della città (Archivio di Stato, Archivio Storico del Patriarcato e Biblioteca Nazionale Marciana).

L’accesso alle lezioni mattutine sarà libero per tutti gli interessati, mentre il seminario nella sua completezza potrà essere frequentato da un massimo di 20 iscritti. Agli iscritti che ne faranno richiesta, la Fondazione Giorgio Cini metterà a disposizione, con apposito bando dieci borse di studio destinate a coprire le spese di soggiorno (vitto e alloggio) per l’intera durata del seminario.

Comitato scientifico: Rodolfo Baroncini (coordinatore), David Bryant, Paolo Cecchi, Luigi Collarile, Marco Di Pasquale.

Docenti: Claudio Annibaldi,Tim Carter, Mario Infelise, Paola Lanaro, Ellen Rosand, John Whenham

Scadenza domande: 9 maggio 2016

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Programma del seminario

Decoration of Performance Space: Meaning and Ideology

Dettaglio del soffitto del Teatro La Fenice di Venezia, prima dell’incendio del 1996

 

Il Centro Studi Teatro e Melodramma, in collaborazione con l’ICTM – International Council for Traditional Music diretto dal professor Zdravko Blažeković, anche responsabile del Research Centre for Music Iconography della City University di New York, organizza il XIII Convegno Internazionale dell’ICTM Study Group on Iconography of the Performing Arts, dedicato all’iconografia teatrale e musicale. Il Convegno affronta le problematiche relative allo studio della disciplina, con particolare riferimento alla documentazione iconografica riguardante la messa in scena nel teatro musicale.

Quando si parla di spettacolo musicale, si fa principalmente riferimento all’azione che si svolge sul palcoscenico, dinanzi agli occhi degli spettatori. Tuttavia l’architettura del teatro che ospita la messa in scena, le attitudini degli spettatori, il riflesso del potere politico che permea tanto lo spazio della scena quanto quello del pubblico, si presentano come elementi costitutivi dello spettacolo stesso, poiché vanno a integrare e completare l’esperienza dell’evento dal vivo. Il Convegno approfondirà gli aspetti scenografici e registici legati allo spettacolo musicale, la decorazione degli spazi in cui quest’ultimo ha luogo, l’auto-rappresentazione del pubblico che vi assiste e il contesto politico-ideologico di riferimento.

Programma del convegno

Per maggiori informazioni:
Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo
email: teatromelodramma@cini.it
tel: 041 2710236

Accademia Monteverdiana

Giuseppe Barberis, Ritratto di Claudio Monteverdi. Fondo Rolandi, Fondazione Giorgio Cini

 

In vista dei 450 anni dalla nascita di Claudio Monteverdi, anniversario che ricorrerà nel 2017, il Centro Studi Teatro e Melodramma, in collaborazione con la Monteverdi Choir and Orchestras di Londra diretta da Sir John Eliot Gardiner, promuove il concerto Monteverdi 450, che si terrà sabato 30 aprile in Sala degli Arazzi, alle ore 19.30.

Il concerto sarà l’esito finale della terza edizione dell’Accademia Monteverdiana, un ciclo di workshop personalmente tenuti dal Maestro Gardiner, che avrà luogo dal 25 al 30 aprile presso gli spazi della Fondazione Cini. Si tratta di un laboratorio propedeutico alla messa in scena della Trilogia Monteverdiana (L’Orfeo, Il ritorno d’Ulisse in patria e L’incoronazione di Poppea), in programma per la prossima stagione teatrale. Nel corso di una settimana intensiva di lavoro, i cantanti selezionati per i ruoli principali avranno l’opportunità di approfondire tematiche e tecniche specialistiche della performance practice, allo scopo di ricercare un collegamento tra gli studi filologici e la pratica di historically informed performance, all’interno di un contesto contemporaneo.

In occasione del concerto, i solisti selezionati per il progetto eseguiranno una scelta di madrigali ed estratti dalle opere che compongono la Trilogia.

Ingresso su invito da presentare all’entrata, fino a esaurimento dei posti disponibili.

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Per informazioni: teatromelodramma@cini.it | +39 041 2710236

 

Il contributo di Lina Bo Bardi all’architettura teatrale e alla scenografia in Brasile

Il Teatro Oficina di São Paolo, progettato da Lina Bo Bardi e Edson Elito. Fondo del Laboratorio de Estudos do Espaço Teatral e Memória Urbana, 2011

Nell’ambito di un progetto di cooperazione tra Università di Padova e Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro (UNIRIO) – VI Missione Lavoro, il Centro Studi Teatro ospita una lezione dedicata all’architetto Lina Bo Bardi a cura della Professoressa Evelyn Furquim Werneck Lima, docente presso l’Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro – Laboratório de Estudos do Espaço Teatral e Memória Urbana.

La conferenza, intitolata Il contributo di Lina Bo Bardi all’architettura teatrale e alla scenografia in Brasile, prende in considerazione esempi di spazi scenici riadattati o restaurati e alcuni progetti di scenografie a cura dell’architetto, nonché la sua concezione marxista e l’importanza del suo lavoro per il teatro e per il patrimonio culturale in senso lato.

Nata a Roma nel 1914, Lina Bo Bardi si trasferisce in Brasile, al termine della guerra, con il marito Pietro Maria Bardi. A San Paolo e Salvador vive ed esercita la professione di architetto e docente universitaria; a partire dagli anni Settanta e fino agli anni Ottanta, il suo lavoro si confronta costantemente con progetti di scenografie per il teatro e il cinema.

Il Contributo di Lina Bo Bardi all’architettura teatrale e alla scenografia in Brasile, Sala Barbantini, ore 10.30
Centro Studi Teatro: teatromelodramma@gmail.com | +39 041 2710236

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La mia piccola trincea

La mia piccola trincea, regia di Paola Bigatto e Ambra D’Amico, con gli allievi attori dell’Accademia Teatrale Veneta. Teatro Junghans, Venezia, dicembre 2015

 

In occasione delle celebrazioni legate al centenario della Grande Guerra, il Centro Studi Teatro ospita lo spettacolo La mia piccola trincea, rappresentato per la prima volta dagli allievi attori dell’Accademia Teatrale Veneta nel dicembre del 2015.

L’iniziativa si colloca nell’ambito del progetto della Regione del Veneto … la guerre! la guerre! la guerre!, promosso dall’Accademia in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini e i Musei Civici di Venezia con l’obiettivo di proporre un punto di vista diverso sulla guerra e in particolare sulla relazione tra arte e vita civile.

Nato da un’idea di Maria Ida Biggi, diretto da Paola Bigatto e Ambra D’Amico, La mia piccola trincea si ispira alle epistole contenute nel libro Ma Pupa, Henriette, che documenta il carteggio tra Eleonora Duse e sua figlia Enrichetta: una scrittura, quella dell’attrice, che è «ritmica e parlante, che quasi ha la sua voce e i suoi occhi e perfino i suoi gesti», scriveva Gabriele D’Annunzio.

Dai documenti proposti all’attenzione del pubblico prende forma un inedito racconto legato agli eventi della Prima Guerra Mondiale e all’impatto che questi ultimi hanno avuto sulla vita dell’attrice, intimamente partecipe delle sofferenze dei soldati. Una testimonianza forte e diretta, che si rivela un monito all’ascolto degli insegnamenti della Storia.

La mia piccola trincea, Sala Barbantini, ore 17.45
Centro Studi Teatro: teatromelodramma@gmail.com | +39 041 2710236