Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 23 – Fondazione Giorgio Cini

XXXVI Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

Dal 22 al 25 gennaio 2019 si terrà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore, il 36esimo Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, consueto e atteso appuntamento organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la Lettura.
Il Seminario è un importante appuntamento in cui l’editoria italiana e internazionale si confrontano sul presente e sul futuro del libro. I lavori del Seminario prevedono l’intervento, a fianco dei manager delle principali catene librarie europee e dei vertici dell’editoria italiana, di figure professionali e di personalità di altri settori con l’obiettivo d’ampliare con i loro contributi l’orizzonte del dibattito.

 

L’intento è quello di ridefinire attraverso strumenti di analisi e conoscitivi sempre più aggiornati la figura professionale del libraio favorendo così la continuità di un percorso formativo che nel rispetto dell’identità originaria gli consenta di riconoscere e anticipare i nuovi ritmi della produzione e della circolazione del libro. Essere librai significa anche e soprattutto avere la capacità di trasmettere la curiosità e la sensibilità per un mondo fatto di storie che rimandano ad altre storie senza soluzione di continuità. Per essere librai non basta dunque essere delle persone colte o degli abili commercianti o dei manager accorti. Bisogna essere una sintesi virtuosa di tutte queste qualità e la Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri ha l’ambizione di fornire a chi ha scelto questo mestiere gli strumenti tecnici, organizzativi e conoscitivi per muoversi con consapevolezza in un settore che oggi, forse più di altri, è in continua trasformazione.

 

Dal 1984, la Scuola, primo esempio in Italia, vuole essere un confronto fecondo sulle dinamiche all’interno dell’universo librario che non sia circoscritto alla sola organizzazione e gestione del punto vendita ma analizzi tutti gli aspetti che riguardano l’attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione. Un laboratorio vitale di sperimentazione e discussione che abbia come centro il libro, il suo percorso, la sua trasformazione.

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Mdi ensemble

Nell’ambito del seminario Echi monteverdiani nel Novecento italiano, organizzato dall’Istituto per la Musica, il mdi ensemble eseguirà un concerto per quartetto d’archi.

7 dicembre 2018, Auditorium ‘Lo Squero’, ore 19:00

Prosegue la fruttuosa collaborazione tra l’Istituto per la Musica e il mdi ensemble, giovane formazione milanese tra le più interessanti del panorama contemporaneo, che si è distinto fin da subito per la sua versatilità e competenza affiancando importanti compositori quali Helmut Lachenmann, Gérard Pesson, Stefano Gervasoni e collaborando tra l’altro con direttori come Stefan Asbury, Emilio Pomarico, Beat Furrer, Pierre André Valade, Yoichi Sugiyama.

Nel 2017 viene insignito del premio speciale Una Vita nella Musica, assegnato ogni anno dal Teatro La Fenice di Venezia.

CONCERTO

Bruno Maderna, Violaper viola sola

Luciano Berio, Duetti per due violiniselezione

Stefano Gervasoni, Recercar Chromatico post il Credoper quartetto d’archi

Lorenzo Troiani, Cara è la fine IIper violino e due assistenti

Gian Francesco Malipiero, Cantari alla madrigalescaper quartetto d’archi

mdi ensemble

Lorenzo Gentili-Tedeschi, violino

Lorenzo Derinni, violino

Paolo Fumagalli, viola

Giorgio Casati, violoncello


Ingresso libero fino a esaurimento posti

Seminari di Musica Antica 2019 | Opera and Slavery in the French Caribbean 1760-90

Il seminario, strettamente connesso con quello del novembre 2018, si rivolge a cantanti solisti di ogni registro e in particolare haut-contres (o tenorini) e soprani di coloratura di grande agilità. I borsisti verranno guidati da docenti di alto livello e saranno assistiti da  specialisti del repertorio francese tardo-barocco e galante. Questo secondo appuntamento con la musica antica, curato da Pedro Memelsdorff, verrà dedicato ai repertori operistici della colonia francocaraibica di Saint-Domingue, e in particolare alla carriera della prima cantante solista di colore – nipote di una schiava affrancata – il cui nome d’arte era Minette. Dopo il debutto teatrale nel febbraio del 1781, Minette incarnò i ruoli protagonisti di oltre quaranta tra opere, melodrammi e commedie francesi, fondando una sorta di mito – ma anche provocando una forte controversia sociale registrata dai periodici locali dell’epoca. Tra i repertori eseguiti da Minette si annoverano intonazioni di libretti (o loro parafrasi), tra gli altri, di Voltaire e Rousseau, che tematizzano le differenze razziali e la schiavitù ‒ e quindi l’emancipazione ‒ particolare che conferisce speciale interesse all’aspetto sociologico del progetto. Inoltre, cantando e recitando commedie come L’amant statue di Nicolas Dalayrac o L’amoureux de quinze ans di Jean Martini e, soprattutto, il Pygmalion di Jean-Jacques Rousseau, diede voce a un dialogo interrazziale destinato a colpire il pubblico ’haitiano’ settecentesco così come quello contemporaneo.

 

Concerto a cura dei seminaristi di questa edizione.

Venerdì 22 febbraio, alle ore 18 presso l’Auditorium “Lo Squero”

Al concerto, si potranno ascoltare arie e scene d’opera composte da autori tra cui Adolphe Blaise, Johann Paul Aegidius Martini, Egidio Duni, e Nicolas Dalayrac. Si tratta però non di riproposte delle versioni eseguite nelle prime parigine degli anni 1770-80, bensì delle versioni eseguite nei teatri di Port-au-Prince, nella colonia franco-caraibica di Sait-Domingue.
Le arie cantate da Elisabeth Ferrand, alias Minette, prima cantate d’opera solista di colore della storia dell’opera. La sua fulminea (e dimenticata) carriera, consumatasi negli anni dal 1781 al 1789, rivoluzionò tradizioni e lasciò tracce nella storia del teatro e della musica in America e Europa.

 

Vincitori del concorso:
Javier Coronado, haute-contre
Maya Kherani, soprano
Maria Lueiro, soprano
Lila Powell Khazoum, soprano
Héctor dos Santos, basso
Belen Vaquero, mezzosoprano
Benjamin Gaspon, traverso

 

Corripetitori:
Ignacio Ramal e Guadalupe del Moral, violino
Alaia Ferrán, viola
Neven Lesage e Lucile Tessier, oboe
Alejandro Pérez, fagotto
Hyngun Cho, violoncello
Pablo Kornfeld, clavicembalo

 

Insegnanti:
Vivica Genaux, mezzosoprano
Pedro Memelsdorff, direttore
Lisandro Abadie, assistente

I Gandolfi: Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini

Presentazione del volume I Gandolfi. Disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini
a cura di Marco Riccòmini

 

Mercoledì 12 dicembre, ore 17:00, Sala del Soffitto, Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

 

Presenta Enrico Maria Dal Pozzolo

 

Nuova tappa del percorso di studio e valorizzazione del patrimonio grafico della Fondazione Giorgio Cini, il volume raccoglie i frutti di un accurato lavoro di ricerca e catalogazione dedicato al prestigioso nucleo di disegni dei Gandolfi, parte del fondo Certani, costituito da più di cinquemila fogli raccolti dal virtuoso violoncellista e compositore, acquistato in seguito da Vittorio Cini e donato alla Fondazione nel 1963.

Preceduta da un ricco saggio introduttivo, la sezione dedicata al catalogo delle opere presenta oltre cento disegni afferibili ai Gandolfi, singolari protagonisti della civiltà figurativa emiliana tra Sette e Ottocento: accanto ai mirabili fogli autografi di Ubaldo, Gaetano e Mauro e alle non meno interessanti prove della bottega, in cui spiccano i nomi di Domenico e Filippo Pedrini, è riservato un ampio spazio ai disegni accademici. Una scelta peculiare, dettata dall’esigenza di far luce sull’affascinante mondo della formazione artistica nel microcosmo bolognese settecentesco, finora poco studiato e ricostruito dall’autore con grande rigore filologico.

Etnografia degli studi di registrazione

 

Seminario Musiche (e musicologie) del XXI secolo

Gli etnomusicologi, che da sempre si occupano di musiche ‘viventi’, devono misurarsi con la continua ridefinizione dei luoghi e delle pratiche della produzione musicale. In questa prospettiva, lo studio di registrazione è diventato negli ultimi decenni un importante luogo di ricerca. Il tema sul quale si intende riflettere è la possibile applicazione dell’indagine etnografica, propria del metodo antropologico, a un mondo contemporaneo e tecnologico quale quello degli studi di registrazione, con l’obiettivo di costruire modelli interpretativi sulle musiche contemporanee. Alcune questioni ‘classiche’ della ricerca etnomusicologica (studio dei processi creativi, performativi, status del musicista) si possono affiancare a nuove questioni sollevate dal mutato contesto – lo studio di registrazione – nel quale si svolgono (mancanza di pubblico diretto, rapporto con le tecnologie sempre più sofisticate, delocalizzazione e frammentazione del lavoro di gruppo, ruolo creativo di figure professionali diverse dal musicista, quali il produttore, il fonico).

 

Nel corso del XX secolo, l’evoluzione dei luoghi di produzione di musiche riprodotte ha accompagnato sia i musicisti nell’adattare il loro fare musica, sia gli studiosi nell’elaborare strategie di comprensione dei fenomeni musicali. Lo studio di registrazione è stato il territorio principale in cui è avvenuto il passaggio tra il mondo dell’oralità/scrittura a quello dell’oralità meccanica ed è diventato inoltre un luogo privilegiato per la miscela di generi, stili, strumenti musicali, ma anche di ricerca. Gli studiosi che interverranno al Seminario hanno formazione e biografie (musicali e scientifiche) molto diverse tra loro: studiosi di etnomusicologia, di popular music, produttori musicali, musicisti con esperienze di ricerca in contesti nelle diverse parti del globo e nell’ambito dei più diversi generi musicali (musiche di tradizione orale, popular music, jazz, musica contemporanea, musica per il cinema). Assieme rifletteranno su come l’idea di “etnografia”, proveniente dagli studi etno-antropologici, applicata ad un contesto come lo studio di registrazione – il luogo dove, forse più che nei concerti, i musicisti oggi si incontrano – stia fornendo strumenti innovativi di comprensione dei modi in cui la musica viene oggi prevalentemente concepita, eseguita e prodotta, e su come una prospettiva antropologica sia necessaria allo studio dei processi musicali contemporanei nei quali la tecnologia è sempre più pervasiva e raffinata e la diffusione mediatica sempre più determinante in ogni angolo del globo.

 

Giovedì Mattina, 24 gennaio

9.30-10.00

Serena Facci and Giovanni Giuriati

Introductory remarks

 

10.00-11.00

Alessandro Bratus

Processi che risolvono problemi. Lo studio di registrazione nelle culture della popular music, dalla nicchia alla norma – e ritorno

 

11.00-11.30 Coffee break

 

11.30-13.00

Thomas Turino

Recording as Replica/Recording as Musical Practice

 

Giovedì Pomeriggio, 24 gennaio

14.30-16.00

Jeremy Wayne Wallach

The Entextualization of Performative Sociality: Ethnomusicological Approaches to Sonic Encoding and Decoding

 

16.00-16.30 Coffee break

 

16.30-18.00

Ilario Meandri

Memorie orali e archeologia della tecnica: International Recording (1959-1969)

 

Venerdì mattina, 25 gennaio

9.30-11.00

Marco Lutzu

Approcci etnografici alla fonofissazione. Alcune riflessioni sulla produzione discografica in Sardegna

 

11.00-11.30 Coffee break

 

11.30-13.00

Hans Weisethaunet

The Ethnography of Recording—Sound, Agency, and Objects

 

Venerdì pomeriggio, 25 gennaio

14.30-17.30

Francesco Giannattasio, Pasquale Minieri, Simone Tarsitani

Esperienze e nuove sfide della produzione musicale in studio

 

Sabato Mattina, 26 gennaio

9.30-10.00

Alessandro Cosentino

Chitarristi dal Botswana e dal Malawi: creatività individuali in studio di registrazione

 

10.00-10.30

Vera Vecchiarelli

“La rifaceva anche centinaia di volte”: sulla registrazione della voce di De André in studio.

 

10.30-11.00 Coffee break

11.00-12.30

Eliot Bates

Technological and methodological assemblages: Analyzing the production of culture in Istanbul’s recording studios

 

12.30-13.30

Final discussion

Vola alta Parola. Trent’anni di Edizioni Colophon

La Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la ColophonArte, ha deciso di festeggiare questa importante acquisizione, con una selezione delle edizioni più belle e significative, presso la biblioteca seicentesca di Baldassarre Longhena. Il titolo dato all’esposizione richiama uno dei volumi esposti, recante insieme all’opera grafica di numerosi artisti, 12 componimenti poetici del grande poeta, amico dell’editore, Mario Luzi: tra queste il componimento Volta alta, parola del 1985, nel quale il poeta si rivolge direttamente alla poesia affinchè metta in comunicazione l’anima con le riposte e segrete risonanze della realtà visibile.

La collezione di grafica del Novecento della Fondazione Giorgio Cini s’arricchisce di pregevoli opere d’editoria d’arte, nel solco di una vocazione primigenia dell’Istituto di Storia dell’Arte per la produzione di libri concepiti come opere d’arte. Grazie alla generosità di Egidio Fiorin, fondatore e direttore della casa editrice bellunese ColophonArte, un nucleo di 78 libri d’artista che fanno parte della produzione più che trentennale del raffinato e lungimirante editore entrano nelle raccolte della Fondazione Cini, prendendo posto accanto ai libri d’artista donati dall’editore Neri Pozza e a quelli della collezione del collezionista e critico d’arte Manlio Malabotta, recentemente donati dalla vedova.

I libri d’artista Colophon sono edizioni di pregio, stampate a partire dal 1989 in tirature limitate su pregiatissima carta in puro cotone, prodotta dalla cartiera amalfitana Amatruda, con quell’attenzione alla qualità della stampa, delle illustrazioni, della rilegatura, del formato grafico dei caratteri mobili e a tutte quelle caratteristiche tecniche, estetiche e materiali che rendono questi libri appetibili e ricercati da bibliofili, collezionisti, amatori.

Queste edizioni sono prodotti sincretici nei quali l’opera degli artisti è chiamata a visualizzare ed evocare, attraverso risonanze riposte tra immagini e parole e accostamenti espressivi, il contenuto immateriale – perlopiù testi poetici, ma non solo, contandosi anche testi critici dedicati alla musica, alla letteratura, al cinema, alle arti visive. Più che a illustrare, l’intervento dell’artista “punta decisa alla conflagrazione dei linguaggi e dei secoli per sollecitare inedite e segrete emozioni, per avventurarsi in altri, inesplorati, territori dell’immaginario”, come ha scritto Cesare De Michelis.

E infatti accanto alla più consueta opera grafica incisoria, i libri Colophon si arricchiscono di opere tridimensionali, sculture, collage, puzzle, fotografie, secondo un fertile e polimorfico sperimentalismo espressivo e tecnico già ampiamente sperimentato dalle Avanguardie storiche, anche nella forma libro.

Accanto al coro illustre di poeti, letterati, scrittori e critici di cui le più di cento Edizioni d’arte Colophon serbano le voci – Mario Luzi, coinvolto in più occasioni, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Sebastiano Grasso, Alain Jouffroy, Stephane Mallarmé, Alda Merini, Andrea Zanzotto, Roberto Sanesi, Emilio Villa, Adonis, Ungaretti; e ancora Liliana Cavani, Massimo Cacciari, Maurizio Ferraris, Claudio Magris, Umberto Eco, Dario Fo, Ermanno Olmi, Inge Feltrinelli, Leopoldo Pirelli, Antonio Riccardi, Pietro Ingrao, Gillo Dorfles, Guido Ballo, Bruno Corà, Marco Vallora, Angela Vettese – si collocano le opere dei tantissimi artisti attivi per la Colophon: Valerio Adami, Eduardo Arroyo, Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Hsiao Chin, Corneille, Lucio Del Pezzo, Nicola De Maria, Piero Dorazio, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Arnaldo Pomodoro, Toti Scialoja, Walter Valentini, Emilio Vedova, Giuseppe Zigaina; e ancora Cadorin, Franco Fontana, Griffa, Guccione, Kounellis, Mattioli, Music, Nespolo, Perilli, Piano, Scianna, Shafik, Spagnulo, Staccioli, Viallat.

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Libri a San Giorgio

Riprende in autunno la rassegna dedicata alle novità editoriali della Fondazione Giorgio Cini.

 

8 NOVEMBRE 2018 ore 17
Nel corso del primo appuntamento in programma l’8 novembre, sarà presentata la pubblicazione di Giada Viviani Nino Rota: La dolce vita. Sources of the Creative Process, primo volume della collana «The Composer’s Workshop», diretta da Gianmario Borio, che ricostruisce le fasi salienti della composizione delle musiche scritte da Nino Rota per La dolce vita di Federico Fellini, nonché l’intenso rapporto intercorso tra i due artisti.

 

Presentano Roberto Calabretto e David Cooper
Partecipano Gianmario Borio e Giada Viviani

A seguire un concerto della flautista Federica Lotti


Programma del concerto
Federica Lotti
flauto, flauto in sol, ottavino
Giacinto SCELSI
Pwyll
André JOLIVET
dalle Cinq Incantations
D pour une communion sereine de l’être avec le monde
Giacinto SCELSI
Quays, per flauto in sol
André JOLIVET
dalle Cinq Incantations
E aux funérailles du chef pour obtenir la protection de son âme
Alvise ZAMBON
Cord’amare, dedicato a Nino Rota e Federico Fellini
Prima esecuzione assoluta
Niccolò CASTIGLIONI
Musica Vneukokvhaja, per ottavino

 


22 NOVEMBRE 2018 ore 17
Il secondo incontro, il 22 novembre, sarà riservato al volume Andrea Schiavone. Pittura incisione disegno nella Venezia del Cinquecento a cura di Chiara Callegari e Vincenzo Mancini. Il libro raccoglie le relazioni discusse in occasione del convegno internazionale di studi dedicato ad Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento, svoltosi nella primavera del 2016 presso la Fondazione Giorgio Cini e le Sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana. Studiosi ed esperti hanno messo in luce aspetti inediti della produzione del grande maestro dalmata, restituendone sotto il profilo critico la complessità intellettuale ed artistica, nonché il singolare ruolo catalizzatore nell’articolato panorama artistico di pieno Cinquecento.

 

Presenta Marzia Faietti
Partecipa Luca Massimo Barbero

 


29 NOVEMBRE 2018 ore 17

L’appuntamento del 29 novembre proporrà infine il volume Shakespeare all’Opera. Riscritture e allestimenti di “Romeo e Giulietta”, a cura di Maria Ida Biggi e Michele Girardi, che raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi che ha avuto luogo presso la Fondazione Giorgio Cini nell’aprile 2018. Musicologi, storici del teatro e drammaturghi hanno analizzato i contesti in cui si sono sviluppate le rappresentazioni in musica del dramma shakespeariano che, dall’inizio del XVII secolo a oggi, ha ispirato librettisti e compositori.

 

Presenta Guido Paduano
Partecipano Maria Ida Biggi, Michele Girardi


Ingresso libero fino a esaurimento posti

L’epica leggendaria del Kosovo. Concerto – Il canto delle nozze di Halil

Tavola rotonda L’epica leggendaria del Kosovo
Concerto Il canto delle nozze di Halil

Il cuore della penisola balcanica, nelle aree di confine tra Serbia, Montenegro, Kosovo e Albania, punto di incontro tra l’area slavofona e albanofona, è il terreno di una delle più celebri tradizioni di canto epico, oggetto già negli anni trenta del secolo scorso delle ricerche di Parry e Lord che rivoluzionarono lo studio della narrazione epica sia scritta che orale.
Il seminario e il concerto, promossi dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati,  intendono soffermarsi su una tradizione di canto epico che, attraverso varie trasformazioni legate anche alle complesse vicende storiche dell’area, si presenta oggi vitalissima; essa vede uno dei suoi nuclei principali nei canti in lingua albanese delle montagne di Rugova, in Kosovo, al confine con il Montenegro, di cui il cantore Isa Elezi Lekgjekaj (1947) – invitato a Venezia per l’occasione – è il maggior interprete vivente. Il seminario introduttivo vedrà la partecipazione dei curatori della Milman Parry Collection della Harvard University e di Zymer Ujkan Neziri, dell’Istituto Albanologico di Priština, autore di numerosi volumi che hanno contribuito a fissare nella scrittura questi canti. Il concerto, in particolare, prevederà l’esecuzione integrale de Il canto delle nozze di Halil. Ad affiancare Isa Elezi Lekgjekaj durante il concerto vi saranno due esecutori di çiflteli e sharki (liuti pizzicati a manico lungo), con brani strumentali.

L’evento costituirà l’occasione per la presentazione del progetto, curato da Nicola Scaldaferri, di pubblicazione dei canti epici albanesi della Milman Parry Collection, rimasti inediti per oltre ottant’anni.


Programma
13 novembre 2018
Fondazione Giorgio Cini
Tavola rotonda ore 15.30 -17.45
“L’epica leggendaria del Kosovo” 
Interverranno:
Giovanni Giuriati, Università di Roma “La Sapienza” e Fondazione Giorgio Cini
Presentazione e saluti
Nicola Scaldaferri, Università di Milano
David Elmer, Harvard University
Zymer Neziri, Istituto Albanologico di Prishtina
Ettore Cingano, Università Ca’ Foscari Venezia
Discussant


Concerto 18.30 -19.45
Esecuzione integrale di “Il canto delle nozze di Halil” con sopratitoli in italiano.
 con Isa Elezi Lekgjekaj (cantore epico), Hasan Hasani (musicista) e Januz Mushkolay (musicista).

 

Preserving the Past for the Future

Il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno istituito nel 2018 l’anno europeo del patrimonio culturale. Questa iniziativa si propone di: favorire la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale; rinforzare il contributo che il patrimonio culturale europeo può apportare alla società e alla economia, attraverso la sua capacità di sostenere i settori culturali e creativi, comprendendo le imprese piccole e medie; contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale inteso come un importante fattore delle relazioni tra l’Unione Europea e gli altri paesi, basate sugli interessi e le richieste dei paesi partner e sulle competenze dell’Europa nel settore dei beni culturali.
All’interno di questa cornice, la Fondazione Giorgio Cini e le Bodleian Libraries dell’Università di Oxford organizzano un simposio internazionale dal titolo Preserving the Past for the Future, che si svolgerà sull’Isola di San Giorgio Maggiore il 23 ottobre 2018.
L’incontro dibatterà il tema delle sfide politiche, culturali e tecniche che devono costantemente affrontare le istituzioni pubbliche e private con responsabilità di tutela del patrimonio, tenendo pure in considerazione il ruolo che la cooperazione internazionale può svolgere nella positiva risoluzione di queste problematiche. Verrà anche sviluppato il tema di come le tecnologie digitali possano conservare e valorizzare il grande patrimonio culturale europeo. Il simposio si articolerà secondo sessioni tematiche che coinvolgeranno istituzioni e individui provenienti da diverse aree del mondo (India, Cina, America, Europa) e differenti tradizioni cultuali. Lo scopo è di delineare una prospettiva globale sul tema, attraverso l’analisi comparativa
e la condivisione delle conoscenze e delle esperienze.

Parteciperanno al simposio, che si svolgerà in lingua inglese e che è stato realizzato con il contributo di The Helen Hamlyn Trust: Vint Cerf (Google), James Cuno (The J. Paul Getty Trust), Peter Frankopan (Univeristy of Oxford), Pasquale Gagliardi (Fondazione Giorgio Cini), Jack Lohman (Royal BC Museum), Adam Lowe (Factum Arte), Da Dong Ma (Shanghai Gui Yin), Richard Ovenden (Bodleian Libraries), Shobita Punja (The Helen Hamlyn Trust), Sarah Thomas (Harvard Library), Ana Luiza Thompson-Flores (Unesco), Guo Xiaoling (Beijing Capital Museum).

Echi monteverdiani nel Novecento italiano

Questo seminario rappresenta la prima tappa di un progetto di ricerca, coordinato da Gianmario Borio e Anna Tedesco, che ha preso le mosse dalle discussioni tenutesi nel convegno Le opere veneziane di Monteverdi, organizzato nel 2016 dall’Istituto per la Musica e dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma. Si può ricostruire un ampio percorso a partire dalle edizioni di Gian Francesco Malipiero attraverso le messe in scena di opere monteverdiane negli anni Trenta e Quaranta. La ricezione di Monteverdi presso i compositori italiani nella seconda metà del XX secolo è ampia e significativa. Per Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Niccolò Castiglioni, Luigi Dallapiccola, Domenico Guaccero, Egisto Macchi, Bruno Maderna, Giacomo Manzoni, Luigi Nono e Fausto Razzi le opere di Monteverdi hanno costituito un importante punto di riferimento per la riflessione sulla messa in musica di un testo poetico e la definizione del teatro musicale di avanguardia. Diversi compositori italiani hanno eseguito trascrizioni che saranno oggetto di particolare attenzione nel corso del seminario.
Partecipano Angela Carone, Michele Chiappini, Angela Ida De Benedictis, Mila De Santis, Ilaria Grippaudo, Federico Lazzaro, Giulia Riili e Francisco Rocca.
Intervengono come discussants Rodolfo Baroncini, Tim Carter, Paolo Cecchi, Franco Piperno.

Scarica il Pieghevole Monteverdi


La manifestazione si chiude con un concerto del mdi ensemble all’Auditorium ‘Lo Squero’.