Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia – Pagina 13 – Fondazione Giorgio Cini

Prisco Bagni, passione e ricerca tra Guercino e Gandolfi

In occasione della donazione dell’archivio documentale e fotografico appartenuto a Prisco Bagni, l’Istituto di Storia dell’Arte promuove una giornata di studi alla memoria dello storico dell’arte (1921 – 1995) , tra i più apprezzati nell’ambito della pittura e della grafica emiliana ed eminente specialista di studi guercineschi. Il fondo di Prisco Bagni è costituito principalmente da un corpus di circa duemila immagini relative alla produzione dei bolognesi Gandolfi, materiali raccolti dallo studioso, perlopiù legati alla preparazione della monografia edita nel 1992, che rappresentano un prezioso strumento di ricerca in ragione della presenza presso le collezioni grafiche dell’Istituto di una delle più importanti raccolte di disegni dei Gandolfi.

Nel corso della giornata di studi – curata da Marco Riccomini, e che vedrà la partecipazione di Cristiana Romalli, Arabella Cifani, Franco Monetti, Giulio Zavatta, Massimo Pulini e Francesca Lui – sarà possibile rievocare alcuni dei principali temi di ricerca dello studioso, con interventi dedicati quindi, in modo particolare, a Guercino e ai centesi (come i Gennari), e ad altri artisti emiliani che pure sono rappresentati nelle raccolte grafiche della Fondazione Giorgio Cini.

 

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Le musiche di tradizione orale come patrimonio culturale (bene musicale)

Una questione nuova che si pone per l’etnomusicologia italiana, e per la musicologia nel suo complesso, è la mancata presenza del lemma ‘musica’ nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. La musica viene pensata e normata solo in quanto spettacolo dal vivo, mentre la tutela e la salvaguardia dei beni musicali non è prevista nell’ordinamento legislativo italiano. Da qui la necessità di una riflessione, in particolare da parte dell’etnomusicologia, in quanto nuova disciplina a cavallo tra musicologia e demoetnoantropologia che deve misurarsi con la definizione di bene musicale (materiale e immateriale) anche alla luce della recente normativa emanata dall’Unesco. Si tratta di riconoscere e definire quali possano essere considerati beni musicali nell’ambito delle musiche di tradizione orale, tra registrazioni e documentazioni audiovisive, strumenti musicali, archivi, saperi tramandati.

Sono invitati dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati a discutere di questi temi, per elaborare proposte scientificamente fondate al fine del riconoscimento dei beni musicali e della figura del ‘musicologo’ nell’ordinamento del Ministero della Cultura: esperti nel campo dell’etnomusicologia; Scuole di specializzazione in Beni Demoetnoantropologici delle Università di Perugia e Roma “La Sapienza”; esperti etnomusicologi delle Soprintendenze; esponenti di istituzioni ministeriali deputate alla gestione dei Beni Musicali quali ICBSA e del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali.

 

Comitato scientifico: Fulvia Caruso; Serena Facci; Giovanni Giuriati; Ignazio Macchiarella; Claudio Rizzoni

 

Programma

 

23.06.2022

 

ore 14.30 | Indirizzi di saluto
Renata Codello, Segretario Generale, Fondazione Giorgio Cini
Antonello de Berardinis, Direttore, Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
Michele Nitti, Onorevole alla Camera dei Deputati, Commissione Cultura, Scienze e Istruzione

 

ore 15.00 | Intervento introduttivo
Giovanni Giuriati, Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, Fondazione Giorgio Cini

 

ore 16.00 | La formazione di un (etno)musicologo esperto del patrimonio culturale
Relazione introduttiva: Fulvia Caruso, Università di Pavia

Interventi:
Serena Facci, Università di Roma “Tor Vergata”
Daniele Parbuono, Università di Perugia
Donatella Restani, Università di Bologna

 

24.06.2022

 

ore 9.30 | Quale possibile ruolo per un etnomusicologo nell’organico del MiC
Relazione introduttiva: Claudio Rizzoni, Soprintendenza di Genova e La Spezia, Ministero della Cultura

Interventi:
Lorenzo Bianconi, Università di Bologna
Umberto D’Angelo, Associazione Bianchi Bandinelli
Sandra Suatoni, Segretariato Generale, Ministero della Cultura
Roberta Tucci, Università di Roma “La Sapienza”
Leandro Ventura, Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Ministero della Cultura

 

pausa

 

ore 15.00 | L’etnomusicologo sul campo tra ricerca e istituzioni, tra musicologia e antropologia
Relazione introduttiva: Ignazio Macchiarella, Università di Cagliari

Interventi:
Vito Lattanzi, Ufficio UNESCO, Ministero della Cultura
Guido Raschieri, Università di Trento
Nicola Scaldaferri, Università di Milano
Grazia Tuzi, Università di Roma “La Sapienza”

 

 

 

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Giacomo Manzoni e la letteratura: incontro per il novantesimo compleanno del compositore

In concomitanza con il concerto monografico e la tavola rotonda su Giacomo Manzoni, che si terranno il 3 giugno al Teatro Verdi di Padova, l’Istituto per la Musica propone una giornata di studi dedicata al rapporto che Giacomo Manzoni intrattenne con il mondo letterario. Già durante il periodo di studi il compositore dedicò una particolare attenzione alla letteratura del XX secolo, in particolare quella di lingua tedesca; nel 1955 conseguì la laurea in lingue e letterature straniere all’Università Bocconi con una tesi sulla presenza della musica nell’opera di Thomas Mann. Il ruolo fondamentale dello scrittore di Lubecca è attestato dall’opera Doktor Faustus (1989). Le composizioni vocali e teatrali di Manzoni si basano su una peculiare tecnica di rimontaggio ed elaborazione dei testi che rivela una spiccata attitudine alla creazione letteraria. Giacomo Albert, Pietro Cavallotti, Giorgio Panizza ed Elena Polledri affronteranno casi paradigmatici, che riguardano la messa in musica di testi di Hölderlin, Beckett, Ginsberg e diversi poeti italiani (Caproni, Zanzotto, Leonetti, Fortini, Raboni), a partire dai materiali conservati nell’archivio dell’Istituto per la Musica.

 

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FontanaArte. Vivere nel vetro

In stretta correlazione con la mostra FontanaArte. Vivere nel vetro, visibile alle STANZE DEL VETRO fino a fine luglio, il simposio organizzato dal Centro Studi dell’Istituto di Storia dell’Arte intende approfondire l’iter creativo di alcuni dei direttori artistici dell’azienda.
Nata inizialmente come ditta specializzata nella fabbricazione di lastre di vetro ad uso edilizio
FontanaArte presto si trasforma in un connubio perfetto tra arte e industria passando alla realizzazione di pezzi unici destinati all’arredamento: vasi, coppe, oggetti decorativi, lampade, vetrate, specchiere, mobili. Sono gli anni del vetro come materiale par excellence della casa, è infatti utilizzato dai tavoli agli arredi a specchio. La ditta milanese cresce e si afferma poi sulla scena nazionale ed internazionale attraverso una fitta rete di punti vendita, la poliedricità delle proprie soluzioni di design, una linea di produzione in continuo aggiornamento dettata dai più alti standard qualitativi, ma soprattutto grazie a ‘figure guida’ del calibro di Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand ed infine Gae Aulenti.
Dal 1932, con la direzione di Ponti, architetto e designer tra i più accreditati dell’epoca, il marchio
FontanaArte diventa nel corso degli anni successivi sinonimo di creatività, avanguardia e stile.
Il convegno articolerà i diversi interventi allo scopo di delineare una nuova interpretazione delle dinamiche storiche specifiche della ditta, ma proporrà anche riflessioni critiche sull’identità del marchio e sull’eccellenza delle infinite forme di lavorazione del vetro, narrandone esempi particolarmente significativi che ne mettono in evidenza gli utilizzi più disparati.
Tra i partecipanti Christian Larsen, Massimiliano Locatelli, Francesco Librizzi, per citare solo alcuni dei nomi coinvolti a dare il proprio contributo nel corso della giornata di studi.


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Comics and the Invisible: Intertwining Academic and Artistic perspectives

Il tema dell’invisibile inteso in chiave spirituale, sociale e geografica, sviluppato nel contesto dell’illustrazione e del fumetto, è stato il fulcro del progetto itinerante Invisible Lines, cofinanziato dal programma dell’Unione Europea “Europa Creativa” e ideato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Hamelin Associazione Culturale (Italia), Baobab Books (Repubblica Ceca) e Central Vapeur (Francia). Nel 2021 sono stati organizzati tre workshop per 12 giovani artisti selezionati (Venezia, Tabor e Strasburgo), cui faranno seguito, nel 2022, l’uscita di tre pubblicazioni e l’inaugurazione di tre esposizioni (Bologna, Tabor e Strasburgo). La conferenza, ultima tappa di questo lungo e intenso percorso, ritorna sul concetto di invisibilità per chiedersi se, e come, la nona arte possa rappresentare l’invisibile. Il simposio, a cui saranno presenti sia artisti che accademici, si concluderà con un concerto disegnato, diretto dal talento artistico di Stefano Ricci e Manuele Fior.

 

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Entrata gratuita previa registrazione sul form di registrazione.

«Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte I Eleonora Duse e Venezia

In preparazione della grande ricorrenza del 2024, che celebra i cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse (1858-1924), l’Istituto per il Teatro e il Melodramma propone una mostra fotografica sulla celebre attrice italiana. Il progetto espositivo, curato da Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, si sviluppa intorno al ricco fondo fotografico dell’Archivio Duse conservato presso la Fondazione Giorgio Cini, nel quale sono custodite stampe originali di numerosi e celebri fotografi del tempo, importanti esponenti della fotografia italiana e internazionale, a testimonianza del fascino esercitato da quest’attrice tra i suoi contemporanei. Questa mostra rappresenta il primo appuntamento di un ciclo di esposizioni da tenersi in Stanza Duse volte a indagare un particolare aspetto della vicenda biografica e artistica di Eleonora Duse: il rapporto dell’attrice con il territorio veneziano e veneto (2022), il successo in Italia, il contesto teatrale nazionale (2023) e la fama internazionale (2024).

Accanto alle stampe fotografiche che ritraggono l’attrice in momenti privati e scatti posati in abiti di scena, il visitatore potrà vedere una selezione di oggetti e documenti appartenuti all’attrice ricostruendo il legame di Eleonora Duse con la città lagunare e con l’intero territorio veneto. La famiglia della Duse era originaria di Chioggia, il nonno Luigi, attore anch’esso, ha fondato il Teatro Duse a Padova e la stessa attrice ha scelto Asolo, alla fine della sua vita nomade, come luogo di residenza.

Non-Belief and Non-Believers: evolution and challenges of contemporary irreligiousness

La conferenza, organizzata dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) con la collaborazione del Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate e dell’Università del Piemonte Orientale, si propone di indagare il variegato fenomeno della non credenza contemporanea da una prospettiva poliedrica che include il punto di vista giuridico e socio-antropologico.

Tale ambito, finora poco esplorato scientificamente, sarà analizzato sotto i molteplici aspetti della fenomenologia individuale e collettiva, senza tralasciare il confronto con le sfide della secolarizzazione e post-secolarizzazione, non ultima la tensione fra libertà di espressione e tutela del sacro, evidente particolarmente in materia di leggi sulla blasfemia. Le prismatiche identità dell’irreligiosità saranno raffrontate a livello internazionale, in un dialogo che coinvolge anche le sempre più emergenti religioni parodistiche, con l’obiettivo di tracciare linee comuni in un approccio non identitario quanto piuttosto di esercizio di libertà religiosa.

 

Programma 15:00 – 19:00

 

15:00 Saluti iniziali:

 

Roberto Grendene (Segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti)
Francesco Piraino (Direttore del Centro studi di civiltà e spiritualità comparate, Fondazione Giorgio Cini)

Roberto Mazzola (Docente di diritto ecclesiastico e diritto interculturale, Università del Piemonte Orientale)

 

15:30 Interventi:

 

Il panorama della non credenza in Europa
Andrew Copson (Presidente di Humanists International)

 

Libertà di espressione e leggi sulla blasfemia
Marco Croce (Università di Firenze)

 

17:10 Pausa caffè

 

17:30 Tavola rotonda:

Moderatore: Francesco Alicino (Università LUM)

 

La varietà e la recente evoluzione della non credenza in Europa
Anne-Laure Zwilling (CNRS, Strasburgo)

 

Le secolarizzazioni e post-secolarizzazioni: crisi della teoria della secolarizzazione e nascita di un paradigma post-secolare
Debora Spini (New York University a Firenze e Syracuse University a Firenze)

 

Perché la religione è diversa?
Victor Javier Vazquez Alonso (Università di Siviglia)

 

 

La conferenza sarà in inglese con traduzione simultanea in italiano

 

Maggiori informazioni:
non-belief.conference@cini.it

 

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FontanaArte.Vivere nel vetro

FontanaArte.Vivere nel vetro, a cura di Christian Larsen, affronterà un argomento di grande interesse nella panoramica del vetro artistico, sia per la vastità delle tematiche sia per la valenza delle personalità coinvolte nella vicenda storica e produttiva della società milanese. La mostra offrirà una retrospettiva critica degli arredi in vetro della leggendaria azienda milanese, attraverso una scansione del repertorio creativo e dei periodi di produzione dei quattro grandi direttori artistici: Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand e Gae Aulenti. Dalla sua fondazione, da parte di Ponti nel 1932, fino alla dipartita di Aulenti nel 1996, il catalogo di FontanaArte traccia un arco storico stilistico nel design del XX secolo, dalla logica razionale del modernismo fino alla giocosità del postmodernismo. L’azienda fissò gli standard del design italiano: la perfetta continuità tra la classicità e la tecnologia contemporanea, il connubio ideale tra arte e industria, la qualità superlativa dei materiali e della lavorazione artigianale del vetro industriale e l’elevazione dell’oggetto quotidiano all’arte del vivere. La mostra che svilupperà un percorso in cui ogni stanza focalizzerà un approfondimento specifico a ognuno dei designer, culminerà in una suite arredata nello stile FontanaArte per rievocare un appartamento milanese. L’allestimento sarà realizzato su progetto dell’architetto Massimiliano Locatelli.

On Fire

On Fire è il titolo di un’inedita mostra curata da Bruno Corà, organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Tornabuoni Art, che si terrà dal 22 aprile al 24 luglio 2022 sull’Isola di San Giorgio Maggiore. È dedicata al più intrigante degli elementi naturali: il fuoco. Naturalmente fuggevole, privo di forma, peso o densità, questo elemento affascina da sempre gli artisti, sia per i suoi potenziali effetti sugli altri materiali sia in quanto forza attiva nelle opere d’arte.

L’esposizione mira a mostrare il fuoco non solo nelle sue conseguenze ma anche come presenza attraverso il lavoro di grandi artisti internazionali quali: Alberto Burri, Yves Klein, Arman, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis e Claudio Parmiggiani. Dalle combustioni di vari materiali di Alberto Burri all’uso di Jannis Kounellis di bombole del gas, gli artisti si sono appropriati della dicotomia che è il fuoco: sia distruttore che generatore, cenere e luce.

Per questa grande mostra convergeranno all’Isola di San Giorgio Maggiore numerosi prestiti internazionali concessi dalle più prestigiose collezioni sia pubbliche che private europee e nordamericane e tra essi numerosi pezzi inediti o raramente esposti al pubblico.

Il progetto espositivo è accompagnato da una pubblicazione edita da Forma Edizioni sotto la direzione scientifica di Bruno Corà.

Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence

La mostra Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence, a cura di Christophe Leribault,  è in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini ed è Evento collaterale  della 59a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, organizzata dal Musée d’Orsay, Paris e con il supporto della galleria TEMPLON.

 

In questo nuovo corpus di lavori, Wiley mette in luce la brutalità del passato coloniale, americano e globale, usando il linguaggio figurativo dell’eroe caduto. La mostra includerà una serie di dipinti e sculture monumentali inediti, ampliando il suo corpus di opere DOWN del 2008.

Inizialmente ispirata al dipinto di Holbein Il Cristo morto nella tomba, nonché dipinti e sculture storici di guerrieri caduti e figure nello stato di riposo, Wiley ha creato una serie inquietante di corpi neri inclini, riconcettualizzando le forme pittoriche classiche per creare una versione contemporanea della ritrattistica monumentale, che risuona di violenza, dolore e morte, oltre che di estasi. Per questo nuovo corpus di lavori, Wiley ha ampliato questi elementi tematici fondamentali per meditare sulla morte dei giovani neri uccisi in tutto il mondo. La tecnologia ci permette di essere testimoni di queste atrocità che una volta erano taciute. Wiley afferma: “Questa è l’archeologia che sto portando alla luce: lo spettro della violenza della polizia e del controllo dello stato sui corpi di giovani neri in tutto il mondo”.

 

Alla luce degli attuali conflitti globali, il linguaggio sulle lotte di potere e sui diritti umani inalienabili è più critico che mai.
I nuovi ritratti mostrano giovani uomini e donne neri in posizioni di vulnerabilità che raccontano una storia di sopravvivenza e resilienza, rivelando la bellezza che può emergere dalla tragedia. Le loro pose sono state mutuate da fonti storiche dell’arte dell’Europa occidentale che fungono da straordinarie elegie, evocando la metafora centrale della giovinezza e della resilienza, e si ergono come monumenti alla resistenza e alla perseveranza di fronte alla ferocia, incorporando una scala che spinge oltre il mero corporeo e nel regno di icone spirituali, di martiri e santi.

 

La mostra è curata da Christophe Leribault, Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie, che ha precedentemente curato la prima mostra di Wiley in Francia al Petit Palais nel 2016 Kehinde Wiley: Lamentation. Storico dell’arte specializzato nel XIX secolo, Leribault ha un profondo legame con le basi storico-artistiche del lavoro di Wiley.