Auditorium Santa Margherita, Venezia – Fondazione Giorgio Cini

L’ultima figlia di San Marco: Eleonora Duse in Veneto. Un racconto di Luca Scarlini

Nel contesto delle celebrazioni promosse dal Comitato nazionale per il centenario della scomparsa di Eleonora Duse (1924-2024), l’Istituto per il Teatro e il Melodramma in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia promuove una lezione-spettacolo del performer Luca Scarlini dal titolo L’ultima figlia di San Marco: Eleonora Duse a Venezia e in Veneto. Un viaggio attraverso calli e canali alla scoperta dei soggiorni veneziani di Eleonora Duse, delle sue frequentazioni lagunari e dei molti racconti provenienti dai testimoni del tempo. Ricordi e memorie, incontri e suggestioni che, dal Fuoco di Gabriele D’Annunzio condurranno lo spettatore a Palazzo Volkoff, sul Canal Grande, alla residenza delle Zattere, alla Casina rossa del principe Hohenlohe e infine alla casa del padre dell’attrice, Alessandro Vincenzo Duse.

Tra lampi di moderno e fedeltà al passato, scorre il ritratto della grande attrice, sullo sfondo della città che più amò per buona parte della vita, prima della decisione di stabilirsi ad Asolo, in vita e in morte.

Ensemble Nasim-e Tarab

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati in collaborazione con Fondazione Università Ca’ Foscari, presenta il primo concerto ideato dal gruppo di studi “maqam Beyond Nation” come frutto della propria ricerca (per maggiori informazioni sul progetto: https://www.maqamproject.uk)

Il gruppo è vincitore di un ERC-UKRI Award ripartito tra la School of Oriental and African Studies (SOAS) dell’University of London e il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali (DFBC) dell’Università Ca’ Foscari Venezia, con il coordinamento di Giovanni De Zorzi.
Per l’occasione è stato invitato l’Ensemble Nasim-e Tarab (Iran), diretto da Saeid Kordmafi.

Il programma del concerto, organizzato come una tipica suite della musica d’arte persiana, si concentrerà su composizioni originali di Kordmafi ispirate da elementi (generi, cicli ritmici, modi musicali) tratti dalle vicine tradizioni mediorientali e centroasiatiche del maqām. Le composizioni originali si alterneranno a brani tradizionali della musica d’arte persiana selezionati in un ampio arco temporale che va dal XVII al XXI secolo.

 

h 21:00 | Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Omaggio a Franco Scaldati

Scarica la locandina 

 

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali e con la Scuola di Dottorato in Storia delle Arti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, promuove un incontro alle ore 16.00 dedicato al drammaturgo, regista e attore siciliano Franco Scaldati, nel corso del quale saranno presentati al pubblico i primi due volumi della nuova edizione critica delle sue opere, a cura di Valentina Valentini e Viviana Raciti ed editi da Marsilio.

 

Questa serie di pubblicazioni è realizzata a partire dai testi conservati nel ricco archivio del drammaturgo, donato dai figli dell’artista all’Istituto per il Teatro e il Melodramma nel 2020 e sul quale sono stati operati un riordino e la digitalizzazione dei documenti.

 

Alla fine dell’incontro, è prevista una lettura spettacolo dei testi di Scaldati dal titolo Le risate degli angeli a cura di Teatro Metropopolare e Compagnia Franco Scaldati, di e con  Livia Gionfrida e Melino Imparato. 

 

Musica e rito. Danze rituali del Malawi

Musica e rito. Danze rituali del Malawi
Rappresentazione rituale Gule Wankulu e Chinamwali

Musica e rito, il ciclo che indaga il rapporto tra musica e sfera del sacro, promosso dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, quest’anno è curato da Giorgio Adamo e da Moya Aliya Malamusi, musicista originario del Malawi e docente presso l’Università di Vienna. Per questa quarta edizione dieci musicisti e danzatori, cinque donne e cinque uomini provenienti dallo stesso villaggio, nel distretto di Blantyre, sono stati invitati per rappresentare due rituali legati al culto dei defunti e all’iniziazione delle ragazze, tuttora presenti e in funzione nella loro comunità.

Il Gule Wankulu – grande danza delle maschere – è considerata una delle più importanti espressioni culturali del gruppo etnico-linguistico Chewa, maggioritario in Malawi e presente anche in alcune zone di Mozambico e Zambia. Inserita nella lista Unesco della Intangibile Cultural Heritage, la danza appartiene al rituale delle società segrete Nyau, volte soprattutto al culto dei defunti, ancora molto diffuso nelle sue funzioni originarie. Il termine Chinamwali si riferisce, invece, al rituale di iniziazione delle ragazze e ai canti e danze che  lo caratterizzano. Nonostante l’opera di dissuasione da parte delle chiese cristiane, il rituale è ancora presente in numerosi villaggi come preparazione alla vita adulta e al matrimonio.

Conferenza
22 Ottobre 2018, h 17.30
Auditorium Santa Margherita
Rappresentazione rituale
23 Ottobre 2018, h 18.30
Fondazione Giorgio Cini

Incontri di Musica Cinese

martedì 27 marzo ore 10.30
Conferenza a cura di stephen Jones
"Daoist ritual: funerals and temple fairs in Shanxi"
Palazzo Vendramin dei Carmini Sala A

ABSTRACT
In connessione con lo spettacolo
dei daoisti, il Dr. Jones presenterà i rituali folklorici in Cina e quelli daoisti
in particolare, per poi concentrarsi sul gruppo familiare Li dello Shanxi
settentrionale presentando la loro storia, i loro rituali, la loro liturgia
vocale e la musica strumentale, il tutto nel contesto del susseguirsi delle
moderne trasformazioni sociali, utilizzando anche in questo caso esempi
filmati.


martedì 27 marzo ore 21

Spettacolo 

Auditorium Santa Margherita

Segreteria:
tel. +39 041 2710357 +39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.it


Incontri di Musica Cinese 25 – 27 marzo 2012
Musica Daoista dello Shanxi: rituali popolari della famiglia Li a cura di Stephen Jones
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Palazzo Vendramin dei Carmini, Auditorium Santa Margherita

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione
Giorgio Cini, in collaborazione con il Dipartimento di Studi sull’Asia e
sull’Africa Mediterranea, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e con
gli Istituti Confucio di Venezia, Torino, Milano e Roma, organizza per
il terzo anno una serie di incontri dedicati alla musica cinese:

lunedì 26 marzo ore 10.30
Conferenza tenuta dal professor Stephen Jones uno dei massimi esperti di folklore musicale cinese

"A well-kept secret: folk music in the Chinese countryside"
Palazzo Vendramin dei Carmini,  Sala A


martedì 27 marzo ore 10.30
Conferenza a cura di stephen Jones
"Daoist ritual: funerals and temple fairs in Shanxi"
Palazzo Vendramin dei Carmini Sala A
 


Spettacoli 

25 marzo ore 17,  Fondazione Giorgio Cini

27 marzo ore 21,
Auditorium Santa Margherita di Venezia

IL DAOISMO RITUALE
di Stephen Jones
Lontana dall’astruso misticismo della filosofia Daoista e dai casti
preti che vivono nei grandi templi cittadini o di montagna, la vita
principale del Daoismo si trova da sempre in piccoli gruppi a carattere
familiare di specialisti laici del rito che lavorano per portare il
benessere alle proprie comunità locali. Non chiedete a questi Daoisti di
rivelarvi il significato della vita o di insegnarvi la meditazione. Ciò
che la gente in effetti chiede loro è di “fare cose” (banshi), ovvero
di celebrare rituali per chiedere alle divinità di concedere benedizioni
molto concrete. Contadini qualunque, con lunghe tradizioni ereditarie
alle spalle, essi tramandano all’interno delle proprie famiglie
complesse competenze rituali, manuali sul rito, dipinti di divinità,
talismani magici e mantra, recitando lunghe preghiere alle fiere
promosse dai templi e durante i funerali, o celebrando riti occasionali
per adempiere a voti religiosi, per ricevere un figlio in salute, per
stabilire l’armonia cosmica e sociale (con una durata compresa tra i due
e i quattro giorni).
La regione di Datong, situata a nord della provincia dello Shanxi (ovest
di Pechino) è un’area florida per questi gruppi, noti qui come yinyang.
La famiglia Li è la più prestigiosa nella contea di Yanggao, con
un’eredità di circa nove generazioni. Il leader attuale dei Li è
Manshan, figlio del defunto grande maestro Daoista Li Qing (1926-1999). I
maestri anziani di oggi erano attivi durante i primi anni del Maoismo e
hanno riacquistato vigore dopo il fine della Rivoluzione Culturale.
I suoni della liturgia vocale dei maestri Daoisti e del loro ensemble di
percussioni accompagnano le processioni e i riti di fronte alle bare o
alle immagini delle divinità, così come la loro musica melodica,
delicata e intensa, guidata dall’oboe guanzi e dall’organo a bocca ad
ancia libera sheng, un’altra componente essenziale della musica rituale
del nord della Cina. Attraversando il cosmo, a volte luttuosi (come nel
caso degli inni accompagnati), a volte comici (con le acrobazie
farsesche degli strumenti a fiato), questi maestri mantengono le proprie
comunità locali in armonia attraverso le forze curative del rituale e
della musica.
Come ogni cultura tradizionale, si tratta di un mosaico di elementi
rielaborati nel corso di molte generazioni, ma l’ispirazione principale
che riceviamo dai Daoisti di Yanggao è di poter essere testimoni di una
intensa eredità rituale ancor oggi al servizio della società
tradizionale, nell’alveo di una tradizione che possiamo, con una
attestazione prudente, considerare ininterrotta da diverse centinaia di
anni.


(traduzione di Andrea Giolai)




Nella foto: Ensemble daoista di Li Manshan