Mostre – Pagina 5 – Fondazione Giorgio Cini

Nuova stagione della Galleria di Palazzo Cini

Il 28 maggio 2021 riapre al pubblico la straordinaria casa-museo di Palazzo Cini a San Vio, in partnership con Assicurazioni Generali, che custodisce un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica di Vittorio Cini, imprenditore e filantropo, che fu anche uno dei più importanti collezionisti del novecento italiano.

 

La galleria espone un prezioso lascito di dipinti, sculture e oggetti d’arte, componendo un ragguardevole percorso dell’arte italiana dal XIII al XVIII secolo. Tra i capolavori esposti e ora nuovamente visibili la serie straordinaria di dipinti del rinascimento fiorentino, tra cui le opere di Beato Angelico e Piero di Cosimo, e la raccolta di dipinti ferraresi con le opere di Dosso Dossi, Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti
e di altri artisti dell’“officina ferrarese” come Marco Zoppo, Baldassarre d’Este, Ludovico Mazzolino, Lorenzo Costa.

 

Grazie all’iniziativa L’ospite a Palazzo – che già negli scorsi anni aveva offerto l’occasione per esporre nelle sale della Galleria alcuni capolavori giunti in prestito dai maggiori musei italiani e internazionali allo scopo di intrecciare relazioni visive e di contenuto con le opere della collezione permanente – sarà esposto il celebre dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello, del Musée Jacquemart – André di Parigi, concesso dall’istituzione francese in occasione del prestito de Il giudizio di Paride di Botticelli e bottega che lascerà in settembre la Galleria di Palazzo Cini per la mostra parigina Botticelli: un laboratoire de la Renaissance (10 settembre 2021 – 24 gennaio 2022).

 

A Palazzo Cini è visitabile, inoltre, la rinnovata mostra Piranesi Roma Basilico, inaugurata nel 2020, a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, con la collaborazione dell’Archivio Gabriele Basilico.

 

La Galleria di Palazzo Cini, con le Gallerie dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi – Punta della Dogana partecipa al Dorsoduro Museum Mile, uno straordinario percorso culturale che prevede itinerari integrati, comunicazione condivisa e sconti sui biglietti d’ingresso ai musei. Il Dorsoduro Museum Mile, ideato nel 2015, accoglie il visitatore in un circuito lungo poco più di un miglio che attraversa il sestiere di Dorsoduro, tra il Canal Grande e il canale della Giudecca, facendolo viaggiare lungo otto secoli di storia dell’arte mondiale: dai capolavori della pittura veneziana medievale e rinascimentale delle Gallerie dell’Accademia, ai protagonisti della scena dell’arte contemporanea esposti a Punta della Dogana, passando per le storiche case-museo di Vittorio Cini e di Peggy Guggenheim, che ospitano le collezioni di questi grandi mecenati.

Venezia è tutta d’oro. Tomaso Buzzi: disegni ‘fantastici’ 1948-1976

Dal 20 maggio 2021, i suggestivi spazi della Biblioteca del Longhena all’interno del complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, ospitano la mostra Venezia è tutta d’oro. Tomaso Buzzi: disegni “fantastici” 1948-1976 curata da Valerio Terraroli. Realizzata con il contribuito di Rolex Italia nell’ambito dell’iniziativa Amici di San Giorgio, la mostra presenta circa novanta disegni e acquerelli dell’architetto Tomaso Buzzi provenienti in parte dall’archivio dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e in parte dal prestito di una selezione tratta dalla raffinata collezione Pieri di Milano.

 

La mostra è interamente composta da disegni schizzati su fogli sciolti così come su taccuini, fatti dal vivo o estratti dalla memoria, con inchiostro, acquerelli, biro, talvolta arricchiti da un breve testo o una didascalia, per fissare sulla carta avvenimenti quali concerti e feste, sia mondane sia popolari, oppure vedute di Venezia e della Laguna, architetture, angeli e immagini fantastiche. La mostra sarà corredata da un catalogo edito da Skira.

EST. Storie italiane di viaggi, città e architetture

In concomitanza con la Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, la Fondazione Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore presenta dal 12 Maggio al 19 Settembre 2021 EST. Storie italiane di viaggi, città e architetture.

 

La mostra corale vede protagonisti sei studi di progettazione architettonica italiani di fama internazionale: RPBW – Renzo Piano Building Workshop, AMDL CIRCLE, Studio Fuksas, Archea Associati, Piuarch e MC A – Mario Cucinella Architects.

 

Il progetto, organizzato dalla casa editrice Forma Edizioni e curato da Luca Molinari Studio, racconta storie di luoghi e città guardando verso l’Est del mondo partendo dall’Italia, che rimane il perno centrale intorno a cui si svolge il percorso narrativo. Ciascuno studio è stato chiamato a riprodurre visioni inedite sviluppate in territori che negli ultimi 30 anni sono stati caratterizzati da profonde e significative trasformazioni sociali, politiche e urbane, confrontandosi con una complessa fase post-ideologica che ha richiesto visioni e soluzioni originali.

 

Per ogni Paese, con particolare attenzione a Russia, Cina, Albania, Georgia e Vietnam, la cultura italiana architettonica contemporanea verrà messa a confronto con l’immaginario storico, raccontato attraverso i preziosi materiali conservati alla Fondazione Giorgio Cini. Per Cina e Vietnam verranno esposti volumi e mappe accompagnati da una selezione di fotografie del Fondo Tiziano Terzani, la maggior parte delle quali è stata scattata dal 1980 al 1984, periodo in cui Terzani (con il nome cinese di Deng Tiannuo), visse in Cina o più correttamente «visse la Cina». Per la sezione Russia sono stati selezionati alcuni progetti di Giacomo Quarenghi, uno dei più importanti architetti italiani in Russia al tempo di Caterina II, e due incisioni di Pietro Antonio Novelli. L’ultima sezione dedicata all’Albania e alla Georgia vedrà in mostra alcuni volumi, tra cui Viagio da Venetia al Sancto Sepulcro, & al monte Synai … Venezia di Giovanni Tacuino (1523), il best seller cinquecentesco ad uso del pellegrino, e alcune mappe risalenti ai primi dell’800.

 

Attraverso i lavori dei grandi progettisti italiani che hanno accompagnato la transizione delle città dell’Est con importanti realizzazioni, il percorso si focalizza “sul fare italiano, che rifugge una pratica colonizzatrice per un atteggiamento di dialogo e assimilazione di mondi diversi dal nostro, avendo poi la capacità d’immaginare e costruire spazi e luoghi significativi per le realtà in cui si sono insediati” spiegano i curatori.

 

Lo studio RPBW- Renzo Piano Building Workshop presenta due progetti: il GES-2 in Russia, nuovo museo della V-A-C Foundation, e il nuovo quartier generale della JNBY in Cina.

AMDL CIRCLE – studio fondato da Michele De Lucchi propone progetti che in Georgia hanno ridisegnato la capitale Tblisi, il Ministero degli Affari Interni (MIA) e il Ponte della Pace, insieme al Palazzo di Giustizia e la Torre Medea per la città di Batumi.

Studio Fuksas presenta il progetto del Terminal 3 dell’aeroporto internazionale della città di Shenzhen, in Cina, la più estesa fra le costruzioni pubbliche della città, e la Guosen Securities Tower; per la Georgia il progetto del Teatro e Centro Espositivo di Rhike Park e del Public Service Hall, che ospita la Banca Nazionale di Georgia e il Ministero dell’Energia, a Tblisi.www.estexhibition.com

Archea Associati invece propone progetti in Albania, Russia, Cina e Vietnam. Il complesso espositivo e ricettivo Liling World Ceramic Art City in Cina; National Stadium of Albania, il più grande stadio dell’Albania; il concorso per lo sviluppo dell’area Rublyovo- Arkhangelskoye in Russia e il masterplan e cantina vinicola Ba Na Hills 2.0 in Vietnam.

Piuarch presenta il Business Centre Quattro Corti, un progetto per uffici nel centro storico della città di San Pietroburgo, Russia, che prende il nome dalle quattro corti create appositamente all’interno del lotto per dare luce agli spazi interni.

Infine MC A – Mario Cucinella Architects propone: per la Cina il SIEEB (Sino Italian Ecological and Energy Efficient Building) e il CSET, Centro per le Tecnologie Energetiche Sostenibili dedito alla diffusione di tecnologie sostenibili; per l’Albania invece il progetto Ekspozita Building, una preziosa risorsa verde e pubblica in una città con pochi spazi aperti.

 

La mostra è presentata anche attraverso una piattaforma online interattiva (www.estexhibition.com) che illustra tutti i contenuti della mostra e premette di accompagnare il visitatore nel suo viaggio verso l’EST del mondo, ripercorrendo la narrazione, con approfondimenti testuali e video ad integrazione del percorso espositivo.

La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Luca Molinari e Federica Rasenti pubblicato da Forma Edizioni, che presenta approfondimenti tematici di studiosi e ricercatori, oltre che le voci di protagonisti italiani del viaggio verso oriente tra anni ‘70 e ‘80, come Tiziano Terzani e Franco Raggi.

 


La mostra è stata realizzata grazie al contributo di:

ABA Arredamenti,
BTICINO,
Capoferri, Ceccotti Collezioni, Duravit,
ESTEL Group,
Faraone Srl, Galardini Sport®, Gervasi® spa, Ghiori sas, Linoleum Gomma Zanaga Srl, Knauf Italia, MAP spa,
Opinion Ciatti
, QUINTI,
RasoParete®,
SBORDONI,
Schüco Italia,
Secco Sistemi,
SIGNIFY, Sto, Universal Selecta spa, Volteco.

Si ringrazia per il loro sostegno:

Dimora Italia, Fedrigoni, MAG

Media Partner:

area – rivista internazionale di architettura e arti del progetto

 

Lyda Borelli: attrice di cinema e teatro

Il 1 aprile 2021 alle 18:30 il Museo Statale del Cinema di Mosca, l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca e l’Istituto per il Teatro e il Melodramma – Fondazione “Giorgio Cini” presentano il progetto internazionale “Lyda Borelli – attrice di cinema e teatro”.

 

Il 31 marzo il Museo Statale del Cinema di Mosca festeggia il suo compleanno che è caduto quest’anno di mercoledì, giorno festivo per il Museo. Il giorno successivo, il primo aprile, il Museo apre in collaborazione con l’Istituto per il Teatro e il Melodramma – Fondazione “Giorgio Cini” e l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca la mostra “Lyda Borelli – attrice di cinema e teatro”, curata da Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni.

La mostra racconta la vicenda artistica di una delle più affascinanti attrici italiane del primo Novecento. Gli specialisti dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma – Fondazione “Giorgio Cini” con il sostegno dei discendenti di Lyda Borelli studiano il suo patrimonio. Questa mostra è il risultato di un lungo percorso di studio e ricerca che ha portato alla pubblicazione del volume monografico “Il Teatro di Lyda Borelli”, a cura di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni (Fratelli Alinari, Firenze 2017). I materiali per la mostra sono stati forniti da varie istituzioni italiane: musei e teatri, biblioteche e fondi.

 

Lyda Borelli nacque nel 1887 in una famiglia di attori e iniziò a recitare sul palco da bambina. Appartiene alla generazione successiva a quella della grande Eleonora Duse. In diversi periodi della sua carriera Lyda fu membro delle compagnie dei registi Ruggero Ruggeri ed Ermete Novelli, si esibì su palcoscenici di varie città italiane. Borelli recitò nelle commedie dei famosi drammaturghi-modernisti Gabriele D’Annunzio e Oscar Wilde, nonché in film (la filmografia dell’attrice comprende una quindicina di film girati nel periodo tra il 1913-1918). La sua cerchia di amici include i più brillanti autori e intellettuali italiani del primo quarto del XX secolo. Borelli fu ritratta dai principali fotografi dell’epoca.

Lyda Borelli visse una lunga vita, si ritirò dalle scene nel 1918 dopo il matrimonio con il conte Vittorio Cini e dedicò la sua vita al marito e ai figli.  

La mostra “Lyda Borelli – attrice di cinema e teatro” rafforza la collaborazione tra il Museo Statale del Cinema di Mosca e l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, nata un anno fa durante la preparazione alla mostra “Federico Fellini: il Centenario”. 

 

A presentare la mostra saranno il Direttore del Museo Statale del Cinema di Mosca Larisa Solonitsyna e il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca Daniela Rizzi. Il Direttore dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma – Fondazione “Giorgio Cini” Maria Ida Biggi saluta gli ospiti in un video.

Al termine della presentazione sarà proiettato il film “La memoria dell’altro”, con la partecipazione di Lyda Borelli e restaurato dalla Cineteca Nazionale di Roma. Il film viene proiettato con l’accompagnamento musicale del pianista Filipp Čeltsov.

 

Scarica il pieghevole

Scarica la locandina 

L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg

E’ aperta al pubblico la mostra L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg, curata da Giordana Naccari e Cristina Beltrami, che ripercorre – in modo originale e coinvolgente – la storia del vetro muranese del Novecento attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro.

 

L’ingresso è sempre gratuito e a partire dal 6 agosto 2021, nel rispetto della normativa nazionale, per accedere a LE STANZE DEL VETRO è necessario esibire la Certificazione Verde Covid-19. 

Si può visitare la mostra anche in modalità virtuale grazie al nuovo virtual tour 3D che permette di approfondire, sala dopo sala, le straordinarie opere esposte grazie ai numerosi contributi testuali, fotografici e video dedicati alla produzione veneziana degli animali di vetro.

 

Gli oltre 750 pezzi in esposizione – elefanti, ippopotami, gatti, giraffe, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe, volpi… e persino minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale – appartengono alla collezione personale che Pierre Rosenberg, storico Direttore del Museo del Louvre di Parigi, ha messo insieme in trent’anni d’assidua frequentazione di Venezia.

Non mancano esemplari delle serie più celebri come i pulegosi di Napolene Martinuzzi, i volatili di Tyra Lundgren o di Toni Zuccheri per la Venini. Accanto ad esemplari noti della Seguso Vetri d’Arte, agli zebrati di Barovier & Toso, agli acquari di Alfredo Barbini, la mostra propone un vasto campionario di animali realizzati da vetrerie meno note ma altrettanto interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale della Murano del Novecento. A dimostrazione dell’inesauribile ispirazione del soggetto, la mostra include anche opere di artisti viventi come Cristiano Bianchin, Isabelle Poilprez, Maria Grazia Rosin e Giorgio Vigna.

L’allestimento è curato da Denise Carnini e Francesca Pedrotti, scenografe prestatesi a raccontare questo zoo di vetro, progettato a misura di bambino. A corredo della mostra viene proiettato un video d’animazione realizzato da Giulia Savorani, artista visiva e regista che, partendo da disegni su vetro, ha dato vita a una fiaba ideata per quest’occasione da Giordana Naccari.

 

A causa della capacità limitata degli spazi e per evitare code e assembramenti, ti suggeriamo di prenotare il giorno e l’orario della tua visita cliccando qui. Vi ricordiamo che a partire dal 6 agosto 2021, nel rispetto della normativa nazionale, per accedere a LE STANZE DEL VETRO è necessario esibire la Certificazione Verde Covid-19.

Piranesi Roma Basilico: progetto speciale sui muri di Venezia

La Fondazione Cini presenta il progetto speciale

Palazzo Cini per le calli di Venezia ideato da Luca Massimo Barbero

 

Attendendo l’apertura della casa-museo, gli spazi per le affissioni cittadini diventano il teatro naturale per mettere a confronto la Roma antica delle incisioni di Piranesi e quella contemporanea delle fotografie di Basilico: un omaggio ai veneziani che si riappropriano della loro Città e un’anteprima della mostra che aprirà prossimamente

 

Mentre i musei sono ancora chiusi a causa delle disposizioni ministeriali e la rete si riempie di visite virtuali, a Venezia l’arte “esce in strada” e va incontro ai cittadini, con il progetto speciale Palazzo Cini per le calli di Venezia ideato da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini. A partire dal 12 maggio 2020, per un mese le mura della città lagunare – unica anche per la sua pedonalità e ora tornata a disposizione dei veneziani data l’assenza dei turisti – ospiteranno grazie all’affissione pubblica, il dialogo tra l’opera incisoria di Giambattista Piranesi e la fotografia contemporanea di Gabriele Basilico. Il progetto anticipa il tema che sarà anche al centro della mostra Piranesi Roma Basilico, di prossima apertura a Palazzo Cini a San Vio, in partnership con Assicurazioni Generali che sostiene questa iniziativa che applica il principio di accessibilità e fruibilità dei beni artistici a favore del quale la Compagnia è impegnata da sempre.

 


Il progetto, ispirato alle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1778), “è un omaggio a Venezia, città della cultura per antonomasia, e ai veneziani.” – afferma Luca Massimo Barbero

 

“In un momento storico in cui i luoghi dell’arte sono fisicamente ancora inaccessibili a causa delle restrizioni per contrastare la pandemia, un’arte nata per essere stampata come le incisioni di Piranesi e le foto di un maestro contemporaneo come Basilico, come è loro naturale si danno allo sguardo di chi cammina e si ferma per un attimo. L’arte anche in questo caso è un viaggiare senza spostarsi e travalica le barriere dei musei per incontrare e ispirare le persone anche in questo momento. E i muri labirintici della città diventano un atlante per questo possibile viaggio.”

 


 

Palazzo Cini per le calli di Venezia mostrerà ai passanti, fino alla riapertura della casa-museo che fu dimora di Vittorio Cini, le riproduzioni di alcuni dei luoghi più simbolici della Città eterna, rappresentate dalla combinazione tra le stampe originali realizzate nel ‘700 dall’incisore veneziano e conservate dalla Fondazione Cini e le vedute di Roma del grande fotografo milanese Gabriele Basilico, realizzate con le stesse angolazioni delle incisioni piranesiane su commissione della Cini nel 2010.

 

Gli stessi confronti saranno poi visibili a San Vio in occasione della mostra Piranesi Roma Basilico – curata da Luca Massimo Barbero e realizzata grazie alla collaborazione dell’Archivio Gabriele Basilico – insieme a una più ampia selezione, di cui Palazzo Cini per le calli di Venezia rappresenta un’anticipazione speciale. Il più importante omaggio veneziano a Giambattista Piranesi mostrerà infatti 25 stampe originali e 26 vedute di Roma del fotografo milanese, di cui 12 mai esposte prima. Le incisioni di Piranesi oggetto del dialogo con Basilico, sono state selezionate dal corpus integrale parte delle collezioni grafiche della Fondazione Cini: il corpus Piranesi costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata, che in questa occasione si offe allo sguardo della Città.

Piranesi Roma Basilico

Il 20 giugno 2020 apre al pubblico Piranesi Roma Basilico, la mostra che  celebra il fascino di Roma, mettendo a confronto la città antica delle incisioni di Piranesi e la città contemporanea ritratta nelle fotografie di Gabriele Basilico.

 

In occasione delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1778) la Fondazione Giorgio Cini rende omaggio al grande artista veneziano con la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte, con la collaborazione dell’Archivio Gabriele Basilico.

 

Dal 20 giugno al 22 novembre il secondo piano della Galleria di Palazzo Cini a San Vio ospiterà un dialogo sulla poesia urbana di Roma tra l’opera incisoria antica di Giambattista Piranesi e la fotografia di Gabriele Basilico, svelando al pubblico una selezione inedita del lavoro del grande fotografo paesaggista, commissionatogli dalla Fondazione Cini nel 2010.

 

Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva aprirà dal 20 giugno 2020.

 

Piranesi Roma Basilico riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla mostra Le arti di Piranesi, ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto col lavoro di un grande fotografo paesaggista contemporaneo come Gabriele Basilico.

 

Il visitatore potrà ammirare alcuni dei luoghi più simbolici della città eterna rappresentati dalle 26 stampe originali realizzate nel ’700 dall’incisore veneziano – selezionate dal corpus integrale conservato nelle collezioni grafiche della Fondazione Giorgio Cini – e dalle 26 vedute di Roma del fotografo milanese, realizzate con le stesse angolazioni delle incisioni piranesiane di cui 12 inedite rispetto alla mostra Le Arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer realizzata nel 2010 alla Fondazione Cini.

 

Basilico, ispirato dalle celebri pagine che la scrittrice Marguerite Yourcenar dedicò a Giambattista Piranesi agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, ha ripercorso con la macchina fotografica tutti i luoghi delle vedute piranesiane restituendone la straordinaria modernità.

 

Il corpus Piranesi costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.

 

Piranesi Roma Basilico vuole essere un nuovo appuntamento per il grande pubblico, un’occasione per visitare Palazzo Cini e conoscere al contempo un aspetto finora in parte sconosciuto delle grandi collezioni della Fondazione Cini, di cui la casa museo costituisce una vitale e affascinante cornice.

 

Il catalogo, edito da Contrasto nel 2019, a cura dell’Istituto di Storia dell’Arte e concepito come omaggio della Fondazione Cini al grande fotografo scomparso nel 2013, raccoglie tutti gli scatti realizzati da Basilico per il progetto Le Arti di Piranesi e propone i testi di Luca Massimo BarberoMario BevilacquaMichele De LucchiPasquale GagliardiAlessandro MartoniRoberta Valtorta, oltre a una conversazione di Gabriele Basilico con il regista Amos Gitai.

 

Inoltre, la Fondazione Giorgio Cini e il suo Istituto di Storia dell’Arte prendono parte alle celebrazioni piranesiane attraverso l’importante prestito delle 16 preziose tavole delle Carceri d’Invenzione di Piranesi, parte integrante delle collezioni grafiche della Fondazione. Le stampe saranno esposte fino al 27 luglio 2020 a Palazzo Sturm a Bassano del Grappa in occasione della mostra Giambattista Piranesi. Visioni di un architetto senza tempo, a cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza.

Le Stanze del Vetro. Venezia e lo Studio Glass Americano 

La mostra de Le Stanze del Vetro aperta al pubblico dal 6 settembre 2020 al 10 gennaio 2021, curata da Tina Oldknow e William Warmus, già curatori di vetro moderno e contemporaneo al Corning Museum of Glass di New York, sarà intitolata Venezia e lo Studio Glass Americano.

Mettendo in luce la varietà dell’arte e del design nel vetro americano contemporaneo, l’esposizione presenterà opere d’impatto e stimolanti, tradizionali e innovative. Con 155 eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti, americani e veneziani, questa mostra sarà la prima a esaminare attentamente l’influenza che l’estetica e le tradizionali tecniche di lavorazione del
vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi.

Venezia e lo Studio Glass Americano dimostrerà l’eredità duratura e versatile della produzione di vetro veneziano in America, analizzando l’impatto che Venezia ha avuto sull’arte vetraria americana contemporanea.

«Creatura – Va’ – Vivi nel tuo raggio». Antonio e Cleopatra di Eleonora Duse e Arrigo Boito.

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma, nell’ambito delle attività realizzate dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della scomparsa di Arrigo Boito (1918-2018), promuove la mostra “Creatura – Va’ – Vivi nel tuo raggio”. Antonio e Cleopatra di Eleonora Duse e Arrigo Boito. Il proposito è quello di ricostruire il sodalizio artistico che vide coinvolti l’attrice e il celebre letterato, compositore e intellettuale, il quale fu a lungo un punto di riferimento per la Diva e per il suo teatro.

 

Questa esposizione. curata da Maria Ida Biggi, fa seguito a Eleonora Duse e Arrigo Boito (2018), durante la quale l’Istituto per il Teatro e il Melodramma ha per la prima volta presentato una selezione di documenti afferenti all’Archivio Boito. Con questo nuovo allestimento, l’intenzione è quella di gettare nuova luce su Antonio e Cleopatra, uno dei tre copioni shakespeariani di cui Arrigo curò la traduzione e l’adattamento sulla base delle peculiarità artistiche e recitative della grande artista. In mostra sarà possibile visionare preziosi materiali d’archivio: manoscritti, fotografie di scena e lettere che l’attrice e il letterato si scambiarono riguardo la messa in scena del dramma.

 

La Stanza di Eleonora Duse, aperta e visitabile dal 2011, è nata con l’intento di rendere accessibile a un pubblico interessato il prezioso patrimonio custodito nell’Archivio Duse. La mostra sarà visitabile su prenotazione contattando il numero 041 2710236 o scrivendo all’indirizzo teatromelodramma@cini.it.


Scarica la Locandina_Duse-Boito

Scarica la Cartolina_Duse-Boito

 

IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento

A Bologna, nella suggestiva cornice di Palazzo Ghisilardi Fava, il 22 novembre si è aperta la mostra IMAGO SPLENDIDA. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento: un’esposizione preziosa, curata da Massimo Medica, direttore dei Musei Civi d’Arte Antica di Bologna e storico dell’arte medievista tra i maggiori conoscitori dell’arte medievale bolognese, e il professore Luca Mor, specialista  scultura medievale; promossa da Istituzione Bologna Musei, è stata organizzata dal Museo Civico Medievale in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Curia Arcivescovile di Bologna e l’Alma Mater Studiorum.

 

La mostra – frutto di ricerche e studi cantierati proprio alla Fondazione Giorgio Cini nel dicembre del 2003 con il Convegno dell’Istituto di Storia dell’Arte Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini. Nuovi studi e con l’intervento di Luca Mor sul grande Cristo ligneo policromo duecentesco della Fondazione Cini – è occasione unica di vedere riunite per la prima volta le tre grandi e rarissime sculture recanti il Cristo Triumphans, accorpabili attorno alla bottega di un raffinatissimo intagliatore bolognese attivo tra il 1270 e il 1280, esponente di quel naturalismo gotico padano, capace di recepire echi della cultura d’Oltralpe e di aggiornarsi sulle novità toscane e  su quelle introdotte a Bologna da Nicola Pisano, attivo in città nell’arca marmorea di San Domenico (1264-1267). Un maestro anonimo a cui si è deciso di dare il nome di Maestro del Crocifisso della Fondazione Giorgio Cini.

 

Accanto alla scultura della Fondazione, si potranno ammirare il Cristo proveniente dalla chiesa bolognese di Santa Maria Maggiore, restaurata per l’occasione e dunque apprezzabile nella sua splendida, seppur più tarda, policromia; e quello delle collezioni Comunali d’Arte, nel corso del Trecento riadatto su una croce dipinta dal celebre pittore bolognese Simone dei Crocefissi, per il quale si propone in catalogo la provenienza originaria dal complesso benedettino bolognese di San Procolo. Anche il Cristo della Cini sarà apprezzabile nella sua piena leggibilità: è qui infatti presentato per la prima volta al pubblico dopo il restauro del 2011, condotto con passione e competenza dalla bravissima restauratrice Giovanna Menegazzi, alla quale i curatori hanno dedicato la mostra e il catalogo in ricordo della sua prematura scomparsa.

 

Le tre sculture, originariamente collocate in corrispondenza della struttura architettonico-liturgica dei tramezzi ecclesiali, che separavano l’area del celebrante da quella destinato ai fedeli, sono accompagnate da splendidi oggetti di oreficeria, codici miniati e croci dipinte; e proprio dalla Fondazione Giorgio Cini provengono anche una preziosa pisside duecentesca di orafo limosino in rame dorato e smalti champlevé e un frammento miniato ritagliato da un codice giuridico, rappresentante l’Elevazione dell’ostia e attribuito a miniatore bolognese (Maestro delle Decretali di Lucca). Opere dunque che danno conto del contesto, della circolazione dei modelli e degli scambi proficui tra centri artistici aldiquà e aldilà delle Alpi; centri tra i quali Bologna occupa un ruolo di assoluto rilievo: città popolosa con i suoi più di 50,000 abitanti alla fine del Duecento, crocevia strategico d’Europa su una delle direttrici del traffico internazionale, centro universitario sede di un’importante scuola giuridica e capitale aggiornata delle arti e della cultura.