Eventi – Pagina 3 – Fondazione Giorgio Cini

Homo Faber 2024 – The Journey of Life

Fondazione Giorgio Cini, in partnership con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Michelangelo Foundation presenta la terza edizione di Homo Faber, evento dedicato all’arte dell’eccellenza artigiana.

 

Questa edizione di Homo Faber propone ai visitatori un viaggio lungo l’intero percorso della vita umana. Dall’infanzia ai viaggi, dalle storie d’amore ai sogni, Homo Faber 2024 offre uno spaccato inedito della maestria artigiana racchiusa negli oggetti che scandiscono i momenti più preziosi delle nostre esistenze. L’artigianato d’eccellenza diventa dunque lo strumento per celebrare le tappe fondamentali della vita insieme alle piccole esperienze di tutti i giorni. Oggetti unici e originali, realizzati da artigiani di grande talento e maestria, diventano il filo conduttore per raccontare le fasi principali che scandiscono l’esistenza.  

 

La direzione artistica è affidata a Luca Guadagnino: insieme all’architetto Nicolò Rosmarini esplorano e sviluppano, con la loro visione e creatività, il tema di The Journey of Life nato da un’idea di Hanneli Rupert, vicepresidente della Michelangelo Foundation. L’allestimento da loro immaginato coinvolge i visitatori in una suggestiva rappresentazione della vita lungo un percorso che si snoda all’interno del complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, sull’isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia. Un’occasione unica per ammirare i magnifici spazi di questa istituzione culturale di fama internazionale, partner di lunga data della Michelangelo Foundation. 

 

Allestimenti spettacolari, opere originali e dimostrazioni dal vivo fanno di Homo Faber 2024 un vero e proprio viaggio da percorrere con intensità. Ispirata ai dieci temi che compongono The Journey of Life, Homo Faber presenta una ricchissima selezione di oggetti unici realizzati da maestri artigiani provenienti da tutto il mondo, in una sorprendente varietà di competenze, tecniche e approcci innovativi. 

 

Esperienze su misura che abbracciano artigianato, intrattenimento e gastronomia saranno altresì disponibili grazie a un servizio dedicato.  

 

E infine, oltre le mura della Fondazione Giorgio Cini il programma Homo Faber in Città, sviluppato in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, offre un nuovo modo di visitare Venezia, scoprendo inediti itinerari che si snodano attraverso le botteghe degli artigiani veneziani. 

 

Per saperne di più: homofaber.com 

 

 

L’albero della pace nel bosco della Fondazione Giorgio Cini

In concomitanza con la Festa della Madonna della Salute e la Giornata Nazionale degli Alberi, la Fondazione Giorgio Cini, nel percorso di  visita al Bosco e alle Vatican Chapels, consentirà di ammirare una pianta di Ginkgo, donata da M9 – Museo del ’900, a conclusione della mostra Foresta M9. Un paesaggio di idee, comunità e futuro. L’essenza era stata ricevuta da Green Legacy Hiroshima. L’associazione, fondata per salvaguardare e diffondere in tutto il mondo i semi e gli alberi sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima come simbolo e testimonianza di pace.

 

Per prenotazioni vai sul sito visitcini.com

 

Green Legacy Hiroshima è un’associazione di volontariato nata nel 2011 con l’obiettivo di portare nel mondo gli alberi che sono sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima per condividere il duplice messaggio di monito verso i disastri della guerra e di speranza e meraviglia per la sacralità e capacità di resistenza della natura. Fino ad oggi GLH ha distribuito i germogli derivati dai semi degli alberi sopravvissuti alle radiazioni in ben quaranta nazioni nel mondo.

L’albero di Ginkgo, detta Hibakujumoku, è da sempre coltivato nei templi Giapponesi e venerato come sacro in quanto ritenuto capace di proteggere dagli spiriti maligni e simbolo di immutabilità; questa considerazione trova riscontro anche a livello botanico in quanto la devastazione portata nel 1945 dalla Bomba Atomica ha dimostrato la sua capacità di resistere alle mutazioni genetiche in caso di esposizione alle radiazioni nucleari. La piantina oggi presente nel Bosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore deriva da un seme dell’albero di Gingko del Tempio di Hosembo a Teramachi. GLH ha distribuito i germogli della stessa pianta ad altre 57 realtà, di cui 55 in Italia, una in Libano e una in Ucraina.

 

Il germoglio è arrivato alla Fondazione Giorgio Cini grazie a Luca Molinari, direttore del museo M9 – Museo del ’900, che avendolo ricevuto in dono da GLH ha pensato immediatamente al Bosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore come il luogo ideale in cui far crescere la pianta. Dal 2018 nel parco hanno trovato sede stabile le 10 cappelle Vaticane progettate da 10 architetti internazionali per la Biennale Architettura del 2018 come riflessione e indagine sulla forma dei luoghi della spiritualità nella realtà contemporanea.

 

La coincidenza tra la Festa della Madonna della Salute e la Giornata Nazionale degli Alberi è apparsa, per le caratteristiche della vicenda del Ginkgo Hibakujumoku, la data più appropriata per dare inizio alla diffusione del racconto del viaggio di questo germoglio che ora più che mai assume un valore simbolico e ci spinge alla riflessione.

Libri a San Giorgio

Riprendono a novembre gli incontri di Libri a San Giorgio, il ciclo di presentazioni dedicato alle novità librarie della Fondazione Giorgio Cini, giunto alla sua diciottesima edizione.
La prima presentazione, il 15 novembre, è dedicata al periodico Studi Vivaldiani, la rivista annuale dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini. La rivista, pubblicata dal 1980 e distribuita in tutto il mondo, contiene articoli sulla vita e la produzione musicale di Antonio Vivaldi, nonché sul contesto musicale, culturale, sociale e storico nel quale il Prete rosso visse e lavorò.


Il secondo incontro, il 25 gennaio 2024, alle ore 16:00, prevede la presentazione di The Mediations of Music. Critical Approaches after Adorno. Questo libro è scaturito da una manifestazione dell’Accademia Musica le Chigiana in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Adorno (2019). Gli autori discutono snodi problematici del pensiero del filosofo e mostrano i suoi potenziali. In molti capitoli viene messo in gioco il polo opposto della mediazione, l’immediatezza, che spesso svolge un’importante funzione nei processi di mediazione.


Nell’ultimo incontro, il 9 febbraio alle ore 16:00, sarà presentato Egisto Macchi: The Assassination of Trotsky Sources of the Creative Process a cura di Marco Cosci, Brepols editore, che ripercorre il processo creativo di Egisto Macchi per la colonna sonora de L’assassinio di Trotsky diretto da Joseph Losey (1972). Attraverso un’attenta lettura delle fonti conservate nell’archivio Egisto Macchi dell’Istitutoper la Musica della Fondazione Giorgio Cini, e presso la Joseph LoseyCollection e il British Film Institute (Londra), il libro fa luce sulla prima collaborazione tra Losey e Macchi, proseguita negli anni successivi per il film Mr. Klein (1976).

A seguire alle ore 18:00 ci sarà il Concerto all’Auditorium “Lo Squero” degli EVO Ensemble

dal titolo Lux et Tenebrae.

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[accordion_entry title=”Programma concerto”]

Egisto Macchi (1928-1992)
Voci (1963) versione per 8 cantanti

Egisto Macchi
da Repliche di Bruna (1988) per soprano e pianoforte
n. 2 Colore d’ombra
Soprano Teresa Varelli
Pianoforte Cinzia D’Anella

Egisto Macchi
da A(lter)Ac(tion) (1966)
Cadenza per voce sola
Mezzosoprano Virginia Guidi

Egisto Macchi
da Il mestiere della Pace (1958) per baritono e pianoforte
n. 1 Il cimitero
Baritono Niccolò Panigutti
Pianoforte Cinzia D’Anella

Domenico Guaccero (1927-1984)
Esercizio per 8 voci (1980)

Giacinto Scelsi (1905-1988)
Tre Canti Sacri per otto voci miste (1958)
I. Angelus Domini
II. Requiem aeternam
III. Gloria in excelsis Deo

 

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EVO Ensemble:
Teresa Varelli – soprano
Veronica Bartolomei – soprano
Cinzia D’Anella – mezzosoprano e pianoforte
Vittoria De Vincentiis – contralto
José Gabriel Falla Obando – tenore
Edoardo De Vincentiis – tenore
Alessandro Cavazzani – baritono
Niccolò Panigutti – baritono
Virginia Guidi – mezzosoprano, coordinamento e direzione

Sguardi Musicali: rassegna di film etnomusicologici

Seminario e anteprima del film vincitore della Borsa Carpitella 2022
 

Il seminario e la proiezione dei film sono parte di una più ampia iniziativa denominata Sguardi Musicali: progetti di etnomusicologia audiovisiva, avviata nel 2018 dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini di Venezia con l’obiettivo di promuovere attività di formazione e sostegno alla produzione nell’ambito dell’etnomusicologia audiovisiva e multimediale.

 

L’edizione di quest’anno prevede un seminario al mattino destinato agli studenti dell’Università Ca’ Foscari sul tema “Filmare il rito”, che vede la partecipazione di antropologi, etnomusicologi e filmmakers. Nel pomeriggio, è prevista la presentazione di tre film documentari, tra cui il film della vincitrice della Borsa Carpitella 2022 in anteprima assoluta. L’incontro è aperto al pubblico.

 

 

Programma

 

Seminario
Filmare il rito
10:30-13:00

Rivolto agli studenti universitari

 

Partecipano: Giovanni Giuriati, IISMC Fondazione Giorgio Cini; Valentina Bonifacio, Università Ca’ Foscari Venezia; Giovanni De Zorzi, Università Ca’ Foscari Venezia; Shan Du (Borsa Carpitella 2022), Università degli Studi di Milano; Marco Lutzu, Università degli Studi di Cagliari; Jasmine Pisapia, McGill University, Montreal e Università Ca’ Foscari Venezia; Nicola Scaldaferri, Università degli Studi di Milano; Simone Tarsitani, Durham University.

 

Proiezioni
15:00-18:00

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

Gũlā: Music of a Sacred Time, Remigiusz Sowa (regista), Anna Sowa (produttore), e Richard Widdess (musicologo), 2022, 14’

 

Gũlā: Music of a Sacred Time è nato dalla collaborazione tra Chouette Films (http://chouettefilms.co.uk), gestita dai due registi Remi e Anna Sowa, e l’etnomusicologo Richard Widdess. Il cortometraggio presenta due diverse tradizioni musicali Newar nell’antica città reale di Bakhtapur, in Nepal: il canto devozionale dāphā e uno stile di musica processionale eseguito durante il festival buddista del Pancadān. Girato in uno stile drammatico che evoca l’atmosfera e la potenza religiosa della città vecchia attraverso colori vividi, illuminazione contrastante ed effetti in slow motion, il film combina le riprese delle esibizioni musicali con i commenti di due intervistati: un uomo di 70 anni di nome Panchalal, esponente di spicco del tamburo dāphā, e una donna di 19 anni di nome Vishakha, che si esibisce nella processione del festival. L’attenzione per il punto di vista di questi due musicisti sul significato e la sostenibilità delle loro tradizioni riflette l’obiettivo dichiarato dei registi di incoraggiare la partecipazione della comunità e di attivare il potenziale del cinema per valorizzare le comunità emarginate e il loro patrimonio culturale.

 

 

Dance for the dead of Bhaktapur, Gert-Matthias Wegner, 1989, 20’

 

Questo documentario è stato registrato e montato nel 1989 in collaborazione con World View Nepal, la prima équipe video nepalese ad utilizzare l’UMATIC Highband, una tecnologia goffa rispetto a quella di cui disponiamo oggi. Il film nasce da un lavoro del regista di ricerca sul campo a Bhaktapur, iniziato nel 1983, svolto dopo aver completato diversi apprendistati locali di tamburo, imparato la lingua locale Newari e partecipato ai rituali della città come tamburino. Il focus del film è la festa annuale della mucca Sāpāru (in nepalese: gāī jātrā). Durante questa festa, le famiglie che hanno subito un lutto preparano l’effigie di una mucca e la portano lungo il percorso della processione, mentre parenti e amici ballano la tipica danza del bastone davanti alla mucca che conduce l’anima defunta in paradiso. Tutto ciò avviene non in uno spirito di lutto, ma di gioiosa realizzazione e con sfumature erotiche che evidenziano come la sessualità sia un antidoto contro la morte. Nella settimana successiva alle processioni delle mucche, la gente si esibisce in varie danze mascherate, tra cui la Bhaila pyākhã dei vasai di Bhaktapur.  

 

Devagan, Shan Du, 2023, 75’
anteprima alla presenza della regista

 

Il devagan in lingua newari indica un gruppo di persone che incarna le divinità. Il film racconta le performance rituali delle Nava Durgā, una tradizione hindu del popolo Newar di Bhaktapur (Nepal). Fin dal 1512, un gruppo di uomini della sub-casta Banmālā incarna le nove (nava) manifestazioni della dea Durgā. I riti si svolgono ogni anno, in diversi luoghi della Valle di Kathmandu, lungo un arco temporale di circa nove mesi, che corrisponde al ciclo vitale delle Nava Durgā: esse infatti (ri)nascono durante il festival Dasain, a ottobre, e muoiono nel giorno di Bhagasti, nel giugno dell’anno successivo. 

I protagonisti del film sono tre devagan di diverse generazioni, appartenenti alla stessa famiglia. Il nonno, Indra Bahadur Banmālā, è il leader della comunità che detiene il controllo dei rituali; egli racconta il mito di origine delle Nava Durgā, che si attualizza poi attraverso le performance del genero, Narayan Prasad Banmālā, e del nipote, Laxmi Prasad Banmālā, due devagan oggi in piena attività. Dai racconti dei tre devagan e dalle immagini emergono temi come l’attualità della performance delle Nava Durgā, la trasmissione della tradizione e le sfide affrontate dai devagan della nuova generazione.

Nel film, oltre al rito, viene raccontata anche parte della vita quotidiana della famiglia, attraverso le immagini girate nel corso della ricerca (2017-2023).

 

L’evento è realizzato grazie alla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia e CFZ – Cultural Flow Zone.

 

Cerimonia di consegna del Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger”

Il 3 novembre 2023, durante una speciale cerimonia aperta al pubblico, viene assegnato il X Premio per la traduzione poetica “Benno Geiger”.
Il Premio, a cadenza annuale, è intitolato a Benno Geiger (1882-1965), scrittore, poeta e critico d’arte austriaco, autore di pregevoli traduzioni in lingua tedesca di alcuni classici della poesia italiana, il cui ricchissimo carteggio di carattere letterario e artistico con corrispondenti italiani ed europei del primo Novecento fa parte dei fondi letterari conservati a San Giorgio.
La giuria del Premio è formata da scrittori, critici, docenti universitari ed esperti di traduzione: Franco Buffoni, Alessandro Niero, Pietro Taravacci, Snežana Milinković e Elena Agazzi. Presiede la Giuria Francesco Zambon.

In apertura della cerimonia di premiazione, Alessandro Niero terrà una prolusione su un tema riguardante la traduzione poetica.

La giuria destinerà al vincitore un premio dell’ammontare di 4.000 euro e conferirà un secondo riconoscimento di 1.000 euro, destinato ad un giovane traduttore o ad un’opera prima.
Verrà infine assegnata una borsa di studio residenziale, collegata al Premio stesso e finalizzata alle ricerche sul Fondo Geiger e su altri fondi letterari custoditi presso la Fondazione Giorgio Cini, che comprenderà il soggiorno gratuito presso la Residenza per tre mesi consecutivi e una somma di 3.100 euro.

 

Ingresso libero.

Archivi Aperti

Nell’ambito dell’evento The Venice Glass Week, giunto quest’anno alla settima edizione, il Centro Studi del Vetro propone al pubblico di accedere all’interno del suo vasto Archivio documentale, da pochi mesi in una veste rinnovata. Infatti, durante la settimana dedicata al vetro veneziano, grazie al restauro della Sala Messina, sita al piano terra della Fondazione Giorgio Cini, si potrà cogliere in un unico spazio dedicato, la varietà dei materiali raccolti in questi undici anni di attività: un prezioso patrimonio costituito da materiale unico nel suo genere, come cataloghi di produzione, corrispondenza aziendale, fotografie d’epoca ma soprattutto disegni e progetti originali di diversa fattura e funzione, utilizzati all’interno delle fornaci o provenienti da fondi artistici privati. Opportunità non solo per studiosi e ricercatori ma per chiunque desidera avvicinarsi per la prima volta all’arte vetraria del novecento a Venezia per semplice curiosità o interesse verso tale ambito artistico.

 

Le visite guidate sono disponibili dal lunedì al venerdì, orario 10-13.30 / 14.30-17.00 previa prenotazione via mail a: centrostudivetro@cini.it

 

YOICHI OHIRA Artista dello Studio Glass Veneziano. I disegni della Vetreria Anfora  

YOICHI OHIRA. Artista dello Studio Glass Veneziano. I disegni della Vetreria Anfora

 

Presentazione in occasione della Venice Glass Week

Venerdì 15 settembre, ore 12

Sala Barbantini

Fondazione Giorgio Cini

Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

Presenta

Rosa Barovier Mentasti: Storica del Vetro

 

Interventi

Federico Zanini: Curatore del progetto editoriale

Francesca Giubilei: Gallerista

Barry Friedman: Gallerista e collezionista

 

 

 

In occasione della settima edizione della Venice Glass Week, il Centro Studi dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, promuove la presentazione del libro YOICHI OHIRA. Artista dello Studio Glass Veneziano. I disegni della Vetreria Anfora. La monografia è dedicata al celebrato autore di origine giapponese, legato per quasi trent’anni al vetro e in particolare all’Isola di Murano, dove realizzò opere d’arte in collaborazione soprattutto con la vetreria Anfora.

 

 

 

Il libro racconta sia l’artista che la storica fornace, dando conto in particolare di alcuni preziosi e inediti materiali d’archivio, tra cui disegni e progetti ma soprattutto un raro documento che rappresenta il repertorio delle tecniche di lavorazione utilizzate in moleria dal maestro Giacomo Barbini per realizzare le opere di Ohira.

Curata da Federico Zanini, la pubblicazione raccoglie saggi dello stesso Zanini (Yoichi Ohira, artista dello Studio Glass Veneziano), di Rosa Barovier Mentasti (Yoichi Ohira: un artista ed un amico), di Barry Friedman (Recollections of my Friend, Yoichi Ohira), di Francesca Giubilei (I favolosi anni Novanta di Yoichi Ohira a Venezia), che illustrano la figura di questo autore offrendo contributi di taglio personale e storico-artistico. Completano il testo un esaustivo apparato iconografico ed alcune interviste e testimonianze rilasciate dai maestri dell’Anfora che hanno lavorato in sinergia con Ohira.

 

Yoichi Ohira ha vissuto e lavorato a Venezia per oltre venticinque anni. Dopo anni di lavoro che combinano la profonda tradizione estetica del Giappone con le tecniche secolari della lavorazione del vetro veneziano ed è considerato uno dei principali artisti del vetro. Il suo lavoro è presente nelle collezioni dei più importanti musei del mondo.

 

 

 

 

 

Il vetro attraverso le analisi chimiche

In occasione dell’evento The Venice Glass Week, edizione 2023, mercoledì 13 settembre, il Centro Studi del Vetro in collaborazione con il LAMA – Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi dell’Università Iuav di Venezia – presenterà all’incontro Il vetro attraverso le analisi chimiche i risultati di alcune linee di ricerca avviate nell’ultimo biennio sul vetro colorato delle produzioni Cappellin e Venini. Le indagini di laboratorio, realizzate grazie ad una borsa di studio appositamente promossa dalla Pentagram Stiftung, sono state eseguite mediante tecniche analitiche non invasive e non distruttive su svariate decine di manufatti (trattasi di più di 300 campioni di pigmenti). L’iniziativa rientra nel più ampio progetto finalizzato alla valorizzazione del vetro artistico muranese spaziando in molteplici ambiti di ricerca.

E’ possibile partecipare all’incontro del 13 settembre alle ore 16.00 previa prenotazione via mail a: centrostudivetro@cini.it  

Gli incontri dell’Accademia Vivaldi

L’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini organizza due appuntamenti in occasione della settima edizione dell’Accademia Vivaldi: mercoledì 12 luglio alle ore 15.00, negli spazi del padiglione delle Capriate della Fondazione Giorgio Cini, Valentina Anzani tiene la conferenza I cantanti castrati: star internazionali e protagonisti del teatro musicale della laguna veneziana.

 

Sabato 15 luglio alle ore 12.00, nell’ambito del Festival Vivaldi 2023, gli allievi dell’Accademia, guidati dal soprano Gemma Bertagnolli, propongono un concerto di arie vivaldiane nel cortile di Palazzo Grimani. La conferenza è ad ingresso libero. Per partecipare al concerto consultare il sito del Vivaldi Festival.

Dorsoduro Museum Mile – Le guide del Miglio

Dorsoduro Museum Mile, lo straordinario percorso culturale attraverso otto secoli di storia dell’arte lungo il sestiere di Dorsoduro, che vede riunite Gallerie dell’Accademia, Galleria di Palazzo Cini, Collezione Peggy Guggenheim e Punta della Dogana, presenta un inedito ciclo di visite guidate, condotte dai rispettivi direttori e curatori e dedicate ad alcune tematiche trasversali all’arte di ogni tempo, dall’antico al contemporaneo, attraverso le collezioni e le esposizioni in corso.

 

Un suggestivo viaggio a tappe lungo il miglio dell’arte del sestiere veneziano di Dorsoduro, scandito da due temi chiave, la luce e il colore che, come un fil rouge, accompagneranno il pubblico a scoprire o ri-scoprire, sotto un nuovo e singolare punto di vista, alcuni tra i più grandi capolavori dell’arte internazionale.

 

L’iniziativa “Le guide del Miglio” propone otto visite gratuite tutti i lunedì di giugno e settembre, alle ore 12, nelle quattro istituzioni del Dorsoduro Museum Mile. La partecipazione alle visite è gratuita, fino a esaurimento posti disponibili. Il visitatore che acquista un biglietto a pagamento in uno dei musei del Dorsoduro Museum Mile o è titolare della Membership Card di una delle istituzioni, ha diritto a un ingresso ridotto nelle altre sedi partner.

 

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[accordion_entry title=”Giugno “]

Il mese di giugno sarà dedicato al tema della luce, con il primo appuntamento fissato il 5 giugno alle Gallerie dell’Accademia, il 12 giugno alla Collezione Peggy Guggenheim, il 19 giugno a Punta della Dogana e il 26 giugno alla Galleria di Palazzo Cini.

 

Dalla luce livida della straordinaria “Tempesta” di Giorgione alle Gallerie dell’Accademia, si passerà alla luce surreale che illumina il capolavoro di René Magritte “L’impero della luce”; dal fulgore dei fili d’oro dell’opera “Ttéia” di Lygia Pape che, come raggi, squarciano il buio nella mostra “Icônes” a Punta della Dogana, si arriverà al bagliore caravaggesco della “Cleopatra” di Artemisia Gentileschi alla Galleria di Palazzo Cini.

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[accordion_entry title=”Settembre”]

 

4 settembre 2023, ore 12 – Gallerie dell’Accademia, “Rinaldo e Armida” di Francesco Hayez, 

con Michele Tavola

11 settembre 2023, ore 12 – Punta della Dogana-Pinault Collection, mostra Icônes

con Bruno Racine

18 settembre 2023, ore 12 – Collezione Peggy Guggenheim, mostra “Edmondo Bacci. L’energia della luce”

con Chiara Bertola

25 settembre 2023, ore 12 – Galleria di Palazzo Cini, impreziosita da un ospite d’eccezione: una luminosa veduta del Bellotto proveniente dal Museo del Castello Reale di Varsavia.

con Luca Massimo Barbero

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