Convegni e seminari – Pagina 4 – Fondazione Giorgio Cini

Intersezioni di musica e arti visive in Italia nel secondo Novecento

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L’obiettivo di questa giornata, a cura di Gianmario Borio e Angela Sanna, organizzata dall’Istituto per la Musica, è una prima esplorazione dei rapporti tra pittori e compositori in un periodo ricco di innovazioni sul piano delle tecniche costruttive e delle modalità comunicative delle arti, per il quale sono stati impiegati i termini di serialità, informale, arte cinetica e Fluxus.

 

L’impronta interdisciplinare della tematica si riflette nella composizione del gruppo di relatori. Marcello Aitiani (Accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze) delineerà le modalità di incontro tra artisti visivi e musicisti. Daniela Tortora (Conservatorio Santa Cecilia, Roma) proporrà una panoramica delle riviste culturali degli anni Sessanta e Settanta, in particolare Marcatré. La relazione di Patrizio Peterlini (Fondazione Bonotto) muoverà dalle partiture grafiche per approfondire l’impatto dell’estetica fluxus su musicisti e artisti figurativi in Italia. Pietro Misuraca (Università di Palermo) discuterà i momenti salienti delle Settimane Internazionali di Nuova Musica di Palermo, in particolare le due mostre di pittura presso la Galleria d’Arte Moderna (REVORT 1 e REVORT 2) e la rivista “Collage”. Paolo Somigli (Università di Bolzano) ricostruirà le tappe che portarono alla nascita del Gruppo 70, soffermandosi sul ruolo di Giuseppe Chiari, Sylvano Bussotti e Pietro Grossi nel quadro dell’intersezione delle forme artistiche a Firenze negli anni Sessanta. Paolo Bolpagni (Fondazione Ragghianti) indagherà la componente iconica nelle partiture di Aldo Clementi e Francesco Pennisi e presenterà l’attività pittorica di Giovanni Pizzo e Lucia Di Luciano, già fondatori ed esponenti prima del Gruppo 63 e poi dell’Operativo R, che collaborarono con Pietro Grossi.

 

Alle ore 19:00 concerto del mdi ensemble presso l’Auditorium “Lo Squero”.

La politica della Serenissima tra Italia, Europa e Mediterraneo

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La Repubblica di Venezia fu uno Stato singolare, proteso tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e Oriente, e per questo fu tra i primi a sviluppare una politica estera intesa nei termini moderni, tramite l’operato degli ambasciatori, confidenti e spie e la piena consapevolezza, ai vertici governativi, delle dinamiche in atto nei diversi contesti in cui la Serenissima si collocava. Dopo decenni in cui la storia politica è stata trascurata a vantaggio di altre tematiche di ricerca, spesso sensibili a mode, con il secondo appuntamento del ciclo di seminari “Civiltà di Venezia e Stato veneziano”, promosso dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, si vuole riprendere il discorso sulla politica estera della Serenissima nei secoli XVI-XVIII, cercando di considerare in chiave comparativa le scelte strategiche della Repubblica. A fronte della neutralità perseguita in Italia, intesa nella storiografia più datata come un ripiegamento, non è stata valutata appieno la politica mediterranea di Venezia e il fatto che il dominio di un intero settore, come l’Adriatico e lo Ionio, dava autorità e prestigio alla Repubblica sul piano europeo. Da qui anche le ripetute guerre e i diversi periodi di pace con l’impero ottomano, ognuno con proprie connotazioni sul piano diplomatico e strategico. Una vitalità, quella della Serenissima, confermata dalla convinta partecipazione all’attacco congiunto contro gli ottomani nel tardo Seicento, per definire il nuovo ordine tra potenze nei Balcani e quindi nel Mediterraneo orientale. La stabilità raggiunta verso l’avversario/partner ottomano, dal 1718 in poi, fu l’equilibrio ideale, l’esito migliore di una lunga storia di conflitti e convivenza. Ma la sfida più grande e fatale per la Repubblica, si sa, non giunse dal Mediterraneo, bensì dall’Europa sul finire del Settecento.

Incontro con il musicista e concerto Giancarlo Schiaffini, artista del suono complesso: prima e dopo il Prometeo

Nell’incontro organizzato dall’Istituto per la Musica, alle ore 17.00, in collaborazione con la Fondazione Archivio Luigi Nono, Giancarlo Schiaffini ripercorrerà, in colloquio con Gianmario Borio, il suo percorso come esecutore, improvvisatore e compositore.

 

Da metà degli anni Sessanta Schiaffini è uno dei protagonisti della libera improvvisazione musicale: partecipò al “Gruppo Romano Free Jazz” di Mario Schiano; nel 1970 fondò l’ensemble “Nuove Forme Sonore”, che alternava interpretazioni di composizioni aleatorie e improvvisazione; in seguito fece parte del “Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza” e collaborò con i maggiori protagonisti della musica improvvisata europea tra cui la “Globe Unity Orchestra” e l’“Instant Composers Pool Orchestra”. Negli anni Ottanta Schiaffini svolse un ruolo chiave nelle composizioni di Luigi Nono con live electronics, fornendo materiali e tecniche esecutive. L’intreccio dei tre ruoli di interprete, improvvisatore e compositore, abitualmente separati, rende Schiaffini una figura unica nel panorama della musica di ricerca e sperimentazione, un riferimento imprescindibile per la pratica esecutiva degli ottoni.

 

Al termine della conversazione Schiaffini eseguirà Sottile canto III di Edgar Alandia, Solo for tuba + Fontana Mix di John Cage, Luz di Domenico Guaccero, Post-Prae-Ludium per Donau di Luigi Nono.

S+T+ARTS Event: Fostering Regional Innovation through Arts, Science, and Technology

Per conto del progetto S+T+ARTS Prize di Horizon 2020, la Fondazione Giorgio Cini e ARCHiVe ospitano il prossimo evento organizzato da T6 Ecosystems e incentrato sul ruolo dell’ecosistema S+T+ARTS nel promuovere l’innovazione regionale attraverso l’integrazione di arte, scienza e tecnologia.

L’obiettivo di questo evento è discutere l’adozione dell’approccio e dei risultati del programma S+T+ARTS da parte di altre iniziative europee di innovazione a livello nazionale e locale, oltre a quelle già adottate nell’ambito di Horizon Europe.

Il panel intitolato ““S+T+ARTS Ecosystem: challenges and opportunities for the creation of new regional centres”” ha lo scopo di favorire lo scambio sulle pratiche attuali e sulle lezioni apprese dai centri regionali. Tuttavia, alla fine del panel sarà possibile per il pubblico partecipare fornendo input e contributi da altri progetti.

Il panel, intitolato “Sostenere le arti e la cultura come obiettivo politico. Come S+T+ARTS ha gettato le basi per le future iniziative”, sarà moderato da Simona De Rosa di T6 Ecosystems e composto da stimati relatori, tra cui Peter Friess della Commissione Europea, Alessandra Gariboldi dell’EIT CCSI, Anne Huybrechts, Fédération Wallonie Bruxelles – Contemporary Arts Directorate, Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini e Veronika Liebl di Ars Electronica.

 

Per partecipare è necessario registrarsi qui

Occultural Transfers between North and South

Questa conferenza è organizzata dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate in collaborazione con il Dr. Giuliano D’Amico, professore associato presso l’Università di Oslo e direttore della rete di ricerca Esotericism and Aesthetics in the Nordic Countries, e il Dr. Marco Pasi, professore associato presso l’Università di Amsterdam e direttore del Centre for the History of Hermetic Philosophy and Related Currents.

 

L’osmosi tra discorso esoterico/occulto e artistico, che gli studiosi hanno definito “occultura”, è stata studiata principalmente da una prospettiva nazionale e attingendo a casi di studio degli ultimi 60 anni.

Nell’ultimo decennio numerosi studi di storia della letteratura e dell’arte si sono focalizzate sulle influenze culturali reciproche tra il Nord e il Sud dell’Europa. In tal modo, sono state messe in discussione le consolidate concettualizzazioni di “Nord” e “Sud”.  Contemporaneamente, negli ultimi anni è cresciuto l’interesse nei confronti del rapporto tra arte e spiritualità nel campo degli studi religiosi. Questa conferenza propone di incrociare questi due campi del sapere, analizzando come i trasferimenti culturali tra Nord e Sud abbiano contribuito a negoziare, scambiare e rielaborare conoscenze spirituali, esoteriche e occulte nella produzione artistica moderna e contemporanea.

L’evento sarà arricchito da un concerto del mdi ensemble che suonerà le composizioni di Jean Sibelius, Kaja Saariaho, e Franco Oppo il 2 novembre alle 18:00.

 

La conferenza sarà tenuta in lingua inglese.

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Evento gratuito con registrazione obbligatoria.

 

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Professor Bad Trip il trittico di Fausto Romitelli tra tecniche compositive e riflessione estetica

In occasione del sessantesimo anniversario della nascita di Fausto Romitelli, prematuramente scomparso nel 2004, la Biennale Musica e l’Istituto per la Musica dedicano una giornata di studi alla poetica del compositore che terminerà con l’esecuzione integrale di Professor Bad Trip. Si affronteranno questioni riguardanti la concezione del trittico e le fonti del processo compositivo, la sintesi strumentale e la morfologia spettrale, i paratesti e l’evocazione di una “cinematografia mentale”, le problematiche dell’esecuzione.

Partecipano: Alessandro Arbo, Oliver Korte, Luigi Manfrin, Nicholas Moroz, Jean-Luc Plouvier.

Il teatro degli attori. Wanda Benedetti, Toni Barpi e il loro tempo

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma in occasione dei cento anni dalla nascita dell’attrice Wanda Benedetti (Treviso, 31 ottobre 1923 – 12 luglio 2017) e dei dieci anni dalla morte dell’attore Toni Barpi (Feltre, 13 luglio 1920 – Treviso, 31 ottobre 2013), promuove una giornata di studi dedicata alla scena teatrale veneta del secondo Novecento. I due attori, compagni nella vita e sulle scene, hanno lavorato con alcuni dei più importanti registi del tempo, tra cui Cesco Baseggio, Carlo Lodovici e Renato Simoni; oltre che con Maurizio Scaparro, Luigi Squarzina e con i meno noti e, più legati al contesto veneziano, Arnaldo Momo e Giovanni Poli, quattro registi di cui l’Istituto conserva l’archivio e la biblioteca personale. Si segnala inoltre la collaborazione anche con lo scenografo Mischa Scandella, il cui figlio ha donato alla Fondazione i disegni e i dossier del padre. Il fondo di Wanda Benedetti e Toni Barpi si inserisce dunque in un fitto tessuto di relazioni, che permangono come tracce di memoria fra le carte dei vari fondi di persona.

 

L’incontro costituirà l’occasione per ricordare non solo il lavoro di questi due interpreti, ma più in generale per ricostruire uno spaccato del teatro di area veneta nei decenni successivi al secondo conflitto mondiale.


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Interverranno:

 

Maria Ida Biggi

Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari

 

Piermario Vescovo

Università Ca’ Foscari

 

Simona Brunetti

Università di Verona

 

Marianna Zannoni

Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari

 

Parteciperanno all’incontro con un momento performativo:

Nora Fuser e Mattia Berto

 

Seguirà un piccolo aperitivo

 

Le spiritualità contemporanee: questioni teoriche e metodologiche aperte

Il Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini e l’Associazione Italiana di Sociologia – sezione sociologia delle religioni – sono lieti di presentare la conferenza Le spiritualità contemporanee: questioni teoriche e metodologiche aperte che si terrà il 21 e 22 settembre 2023 presso la Fondazione Giorgio Cini, Venezia.

 

La conferenza ha lo scopo di discutere lo stato dell’arte della sociologia delle spiritualità in chiave nazionale ed internazionale. In particolare, su come la categoria “spiritualità” sia traducibile in termini teorici, metodologici ed empirici nei diversi contesti socio-culturali e nelle differenti tradizioni religiose. Gli studiosi selezionati per la conferenza, provenienti da diverse discipline, considereranno le possibili continuità e discontinuità fra la spiritualità e altre categorie che, seppur diverse, presentano elementi di affinità quali, per esempio, religione, esoterismo, misticismo, New Age, paganesimo, nuovi movimenti religiosi.

 

 

Per maggiori informazioni scarica qui il programma della conferenza.

Entrata gratuita con registrazione obbligatoria.

 

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Pulcinella musico e filosofo. Arie e cantate comiche napoletane nel Settecento

Pulcinella musico e filosofo. Arie e cantate comiche napoletane nel Settecento (1650-1750)

 

Seminario 

9-13 ottobre 2023, Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Per partecipare in qualità di uditori è necessario contattare la segreteria a: musica.antica@cini.it

 

Concerto conclusivo

12 ottobre 2023, ore 18, Auditorium “Lo Squero”, Venezia

 

 

«Pino De Vittorio è con Peppe Barra l’ultimo erede dell’antica tradizione dei cantanti-attori che per secoli hanno rappresentato sulle scene l’utopica unione tra colto e popolare, caratteristica che ha reso unica la storia del teatro napoletano. Come Peppe e Concetta Barra, De Vittorio fu scoperto da Roberto De Simone per la prima edizione della sua “Gatta Cenerentola” e da allora ha continuato il doppio percorso della ricerca etnomusicologica e dell’interpretazione barocca con un successo planetario» (Repubblica, 24.11.2017). Non occorre aggiungere altro a queste parole di Dinko Fabris, uno dei musicologi italiani più conosciuti a livello internazionale e Responsabile scientifico del Teatro San Carlo di Napoli. 

 

I Seminari di Musica Antica, in questa particolare edizione, vogliono a un tempo rendere omaggio al grande cantante-attore e diffondere il prezioso repertorio di cantate comiche napoletane da lui magistralmente interpretato. Corrado Bologna, insigne filologo e accademico che lo affiancherà, commenterà l’ambivalente tradizione – e soprattutto la dimensione sacrificale – dei caratteri comici napoletani e italiani del Sei e Settecento.  E’ prevista inoltre la partecipazione del musicologo Dinko Fabris

 

Il seminario, in collaborazione con la Regione del Veneto, prevede la partecipazione di un gruppo di borsisti, selezionati tramite bando di concorso internazionale, nello specifico cantanti e attori che si esibiranno nel consueto saggio-concerto finale.

Da Alessandro Scarlatti a Giovanni Paisiello, e dalle melodie tradizionali delle strade alle grandi arie d’opera e cantate comiche della Napoli settecentesca, la serata del 12 ottobre promette portare allo Squero di San Giorgio un momento di quell’acume unico, ma anche della malinconia e della saggezza degli antichi personaggi della Commedia dell’Arte.

 

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Concerto conclusivo

Giovedì 12 ottobre, ore 18.00, Auditorium “Lo Squero”

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

 

Cantanti:

Martina Barreca, soprano 

Roberta Lidia De Stefano, attrice e cantante 

Hector dos Santos, baritono 

Niccolò Porcedda, baritono 

Angelo Testori, tenore 

 

Accompagnatori:

Nicola Lamon, clavicembalo

Hyngun Cho Choi, violoncello

 

Diretti da Pino De Vittorio e Pedro Memelsdorff.

 

L’evento è organizzato con il contributo delle fondazioni svizzere Concordance, Irma Merk e L.+Th. La Roche.

 

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L’armeria di Monselice, una delle collezioni di armi più ricche d’Italia

In collaborazione con la Regione del Veneto la Fondazione Giorgio Cini promuove, il giorno 27 giugno alle ore 11.00 presso il Castello di Monselice, una conferenza dal titolo “L’armeria di Monselice, una delle collezioni di armi più ricche d’Italia”, nel corso della quale sarà presentato il nuovo portale per la consultazione online della Fototeca Regionale, di cui le fotografie dell’armeria del Castello costituiscono una delle sezioni più interessanti e articolate.

 

Il nuovo portale dedicato alla Fototeca Regionale, realizzato e pubblicato online nel 2022, presenta un catalogo che comprende oltre ventimila schede – compilate in base alla normative emanate dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) – relative alle fotografie della Fototeca Regionale ma anche agli oggetti d’arte che vi sono riprodotti, conservati in diversi musei del Veneto, tra cui quelli di Bassano del Grappa, Belluno, Feltre, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Vicenza. In particolare presenta i risultati della digitalizzazione e catalogazione della sezione della fototeca relativa all’armeria del Castello di Monselice, allestita da Vittorio Cini negli anni Trenta del secolo scorso. Si tratta di una raccolta d’armi di ben 904 pezzi – seconda nel Veneto solo a quella dell’Armeria di Palazzo Ducale a Venezia – e che occupa attualmente l’intero pianoterra della Torre Ezzeliniana. La provenienza italiana, spagnola, tedesca e francese delle armi esposte – tra cui armature complete da torneo e da guerra, elmi e cotte di maglia, spade, pugnali, armi in asta, balestre e armi da fuoco – offre una visione dell’uso e della diffusione delle armi in Europa con riferimento al periodo medievale e rinascimentale.

 

Dopo i saluti istituzionali sono previsti gli interventi del direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero, che introdurrà il tema dell’Armeria di Monselice, di Ilaria Turetta, sul progetto della Fototeca Regionale e il nuovo portale online, di Joan Porcel Pascual, sul tema della digitalizzazione degli archivi fotografici, e di Emanuele Manin, che illustrerà la collezione di armi antiche.