Convegni e seminari – Pagina 32 – Fondazione Giorgio Cini

Giornate di studio dedicate al maestro Luigi Squarzina

Nel mese di ottobre si svolgeranno due giornate di studio dedicate al
maestro Luigi Squarzina, in collaborazione con il Dipartimento di
Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia,  in
occasione della donazione alla Fondazione Giorgio Cini della sua ricca
Biblioteca. Costituita da circa cinquemila volumi, questa collezione
libraria di uno dei maggiori registi italiani del secondo Novecento,
rappresenta un importantissima fonte per lo studio del suo lavoro di
drammaturgo e traduttore.

PROGRAMMA
Mercoledì 19 ottobre ore 9.30
La biblioteca di Luigi Squarzina
: fonti e documentazioni per la storia dello spettacolo

Tavola rotonda con:
Elena BARTONI (Roma)
Maria Ida BIGGI (Università Ca’ Foscari e Fondazione Cini)
Silvia Danesi SQUARZINA (Università La Sapienza di Roma)
Elio TESTONI (Fondazione Istituto Gramsci)
Alessandro TINTERRI (Università degli studi di Perugia)
AI termine verrà presentato l’ultimo numero
della rivista Ariel dedicato ad Alessandro D’Amico e Luigi Squarzina.

Eventi ospitati

Topografia, tecnica e  scelte iconografiche nelle vedute di città  italiane ed europee
Venerdì
14 ottobre, ore 15.00
Isola di San Giorgio Maggiore

La Direzione regionale
per i beni culturali e paesaggistici del Veneto
e l’associazione di studi di storia urbanistica Storia della città ,
presentano i volumi I punti di vista e le vedute di città ” (secoli XIII ”“ XX),
pubblicati nella terza serie della rivista Storia dell’urbanistica (Roma,
editore Kappa, 2010).

Due
volumi raccolgono gli esiti di una ricerca sviluppata in diverse sedi
universitarie, presentata in una serie di convegni tenuti a Roma tra il 2004 e
il 2006, promossi dall’Associazione Storia della città , dall’Università  di Roma
“La Sapienza” e dall’Accademia dei Lincei.
La
presentazione sarà  introdotta dal direttore regionale per i beni culturali e
paesaggistici del Veneto Ugo Soragni, direttore della rivista “Storia
dell’urbanistica” e curatore scientifico dei volumi accanto a Teresa Colletta
(Università  Federico II di Napoli), Paolo Micalizzi (Università  di Roma III) e
Antonella Greco (Sapienza Università  di Roma).

In
occasione della presentazione verrà  allestita una mostra itinerante ”“ le cui prossime
tappe saranno Torino, Firenze, Roma, Napoli e Cagliari ”“ che raccoglie in un
unico progetto grafico l’ampia collezione di vedute di città  italiane ed
europee studiate nei volumi.

Secondo
un progetto scientifico ideato da Enrico Guidoni, 36 studiosi indagano il tema
delle vedute di città  nel rapporto tra spazio fisico e raffigurazione astratta,
intesa come un “progetto di immagine” delle singole realtà  urbane.

L’idea,
sviluppata a partire dal 2003, rafforza il suo valore simbolico nella società
odierna, sempre più dominata dall’immagine; ne è una prova la sessione dedicata
a questo tema alla prossima conferenza internazionale della European History
of Architecture Network
(Bruxelles, 2012).

Il filo conduttore della ricerca è l’analisi del rapporto che sussiste tra la scelta del punto di vista e gli aspetti salienti della realtà  urbana che la veduta “comunica”. Le analisi si sviluppano in relazione alla topografia del luogo, confrontando il punto di vista della veduta in esame con la cartografia storica della città , anche mettendo in relazione l’impostazione della veduta con i metodi di rilevamento topografico e territoriale in uso in ciascuna epoca.

Emergono alcune scelte topografiche che accomunano le vedute dei diversi periodi: le raffigurazioni medievali rendono ovvio l’addensamento dei tessuti urbani all’interno delle mura della città  in contrapposizione con l’aperta campagna, nei secoli XVI”“XVII le vedute accentuano l’organismo difensivo rinnovato e le torri campanarie quali punti di osservazione strategici. L’interesse enciclopedico e documentale è un nuovo filone nelle vedute settecentesche, che illustrano in rilievi realistici l’antico, le devastazioni dei terremoti ecc. Durante l’Ottocento e il Novecento, con la rivoluzione delle realtà  urbane e dei sistemi di locomozione, con la diversità  dei linguaggi artistici, la percezione della città  e gli schematismi grafici delle vedute si distaccano progressivamente dalle impostazioni tradizionali per arrivare a degli sviluppi del tutto peculiari.

Coordinate dei volumi

I punti di vista e le vedute di città  (sec. XIII ”“ XX), in “Storia dell’urbanistica”, serie III, vol. I-II (2010) (Roma, ed. Kappa), a cura di Ugo Soragni, Teresa Coletta, Paolo Micalizzi, Antonella Greco.

Atti dei convegni “I punti di vista e le vedute di città ”, Roma 2004 ”“ 2006, enti promotori: Associazione Storia della città , Università  di Roma “La Sapienza”, Accademia dei Lincei.

I 36 contributi contengono un abstract in inglese.

Città  e vedute rappresentate

Italia: Trento, Arco, Padova, Verona, Venezia, Milano, Lodi; Chieri, Peceto, Moncalieri, Trofarello in Piemonte;  Genova, Ancona, Urbino, Arezzo, Pistoia, Pescia, Pisa, Prato, S.Gimignano, Colle Val d’Elsa, S. Giovanni Valdarno, Scarperia, Lucca, Firenze; Roma; le città  laziali Arriccia e Marino, in Campania ”“ Napoli, Campi Flegrei, Pozzuoli, Salerno, Sorrento, Buccino, Oliveto Citra, Campagna, Eboli, Benevento ”“, una serie di città  della Calabria (Reggio Calabria, Bova, Palazzi, S. Maria di Polsi, Gerace, Rocella, Stilo, Gioiosa, S. Giorgio, Palmi, Bagnara, Scilla, Pentadattilo), Tursi in Basilicata, le città  pugliesi Lecce, Nardò, Taranto, Brindisi, Otranto come parte del grand-tour, le grandi capitali insulari Cagliari, Palermo, Messina.

Europa: Anversa, Francoforte, Amburgo, Stada, Bordeaux, Budapest, Copenhagen, Costantinopoli, Lione, Lisbona, Londra, Madrid, Malta, Parigi, Cracovia, Danziga, Vlissingen e Emden, Vienna, Valencia, Strasburgo, Valladolid, Toledo, Burgos.

Pittori, vedutisti, cartografi, incisori

Giusto de Menabuoi, Benozzo Gozzoli, Leon Battista Alberti, Albrecht Dürer, Jacopo de Barbari, Jacob van Deventer, Etiénne Duperac, Francesco Vanni, Stefano Bonsignori, Seld, Joris Hoefnagel, Tiburzio Spannocchi, Francesco Negro, Antonio Ferramolino, Jansson, Calamecca, Christoph Schweicker, Jan Van Heemskerk, Giorgio Palearo Fratino, Angelo Rocca, Ottavio Mascarino, Antonio Tempesta, Giuseppe Tiburzio Vergelli, Filippo Barigioni, W. Van Nieuland, Giovanni Antinori, Anton van den Wyngaerde, Giorgio Vasari, Olivier Truschet, Germain Hoyau, Gilles Corrozet, Francesco Cassiano de Silva, Pietro Francesco Garoli, Gaspar Van Wittel, L. Chastelet, Willem (Guglielmo) Fortuyn, Gabriel Bodenehr, Ph. Hackert, Giovanni de Grado, Jacques Chereau, Ignazio Stile, Antonio Zaballi, Pompeo Schiantarelli, Harry Fenn, Giuseppe Vasi, T. Salmon, Louis J. Desprez, Filippo Juvarra, Giacomo Quarenghi, G. Ricciarelli, U. D’Anna, F. Morghen, Ph.  Hackert, W. Bartlett, T.A. Prior, W. French, G. Zuliani, H. Courvoisier ”“ Voisin, Ch. Civeton, A. Guesdon, G. Sala, J.J Falkeisen, R. Calvert Jones, F. Fantozzi, T. Patch, G.M. Terreni, A. Hautmann, Luigi Zumkeller, Wright of Derby, G. P. Pannini, V. Tironi, A. Pernier, G. B. Falda, G. B. Nolli, H. Van Cleve, Ph. Galle, G. Scoppa, T. Ruiz, G. H. Triverio, Giovanni. Omiccioli, Tina Tommasini, Eva Quajotto, Mariano Maffai, Giorgio de Chirico, G. Capogrossi, Renato Guttuso, Enrico Rampolini, Giulio Turcato, Achille Capizzano, A. Gauro Ambrosi.

Editori (sec. XVI ”“ XVII): Borgomensis, Sebastian Münster

 

XVII Seminario Internazionale di Etnomusicologia

Fin dalle sue origini, l’etnomusicologia, a riprova della propria vocazione positiva e transculturale, si è interrogata sui processi mentali e cognitivi del fare ed ascoltare musica.
Basti pensare che il primo centro di ricerca etnomusicale, la cosiddetta Scuola di Berlino, si costituì nei primi anni del secolo scorso, in un quadro di comparativismo evoluzionista, all’interno di un Istituto universitario di Psicologia. Già negli anni trenta, con gli studi di George Herzog sugli idiomi musicali delle diverse società native nordamericane
e, in seguito, di due suoi illustri allievi come George List e Bruno Nettl, l’etnomusicologia si è anche specificamente occupata delle relazioni tra musica e linguaggio e dei molteplici livelli di formalizzazione fonica e ritmica della parola nelle diverse culture; che, a conclusione del suo libro più famoso, How musical is man? (1973), John Blacking affermava che la musica può fornire un’immagine, senza interferenze, della mente e dei generali schemi d’interazione dell’uomo; per non parlare, poi, dell’esteso filone di studi etnologici, psicologici ed etnomusicologici, sulle relazioni fra musica e stati non ordinari di coscienza, fiorito soprattutto nel ventennio ’60-’80 dello scorso secolo.

Soprattutto negli ultimi venti anni vi è poi stato uno sviluppo crescente, nell’ambito delle neuroscienze (ma anche della neuro-psicologia, della musicologia neo-evoluzionista, della biolinguistica, della paleoetnologia), dello studio scientifico dei processi cognitivi della musica, in relazione sia ai meccanismi cerebrali implicati in tali processi, sia ad
altre forme e comportamenti espressivi e comunicativi umani (anche rispetto a quelli di altre specie animali), in primo luogo al linguaggio e alla sua filogenesi. Questi nuovi ambiti di studio fanno ogni giorno nuovi progressi, grazie alle sempre maggiori potenzialità della tecnologia informatica e alle possibilità di studio e sperimentazione dei processi cerebrali offerte oggi da nuovi strumenti d’indagine clinica, e opere come The Origins of Music di Nils L. Wallin, Björn Merker e Steven Brown (2000), Music, Language and the Brain di Aniruddh D. Patel (2008), ma anche The Singing Neanderthals dell’archeologo Steven Mithen (2005), hanno avuto una straordinaria diffusione, mentre
d’altra parte, termini e locuzioni come neuroscienze cognitive della musica, musical processing, musicologia cognitiva e cognitivismo musicale, biomusicologia, musilinguaggio, suonano ormai familiari anche per i musicologi, soprattutto per quelli sistematici e interculturali da sempre interessati alla musicalità umana, come sono appunto
gli etnomusicologi.

Il Seminario Internazionale di Etnomusicologia dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini ha pertanto deciso di dedicare la sua XVII edizione (26-28 gennaio 2012) a Etnomusicologia, musicologia evolutiva e neuroscienze, così da fare il punto, assieme ad alcuni fra i maggiori esponenti internazionali di tali ambiti di studio, su una relazione complessa, non sempre adeguatamente basata su un fruttuoso e reciproco interscambio: quella fra la ricerca etnomusicologica, spesso ancora attardata su posizioni di relativismo antropologico-musicale proprie del secolo ormai trascorso e una ricerca neuroscientifica sulla musica che, a volte, non sembra sufficientemente consapevole, nelle sue indagini e sperimentazioni di laboratorio, della nuova concezione transculturale del fare musica, nonché delle relazioni fra musica e linguaggio che proprio l’etnomusicologia ha sostanzialmente contribuito a determinare.

Al Seminario curato da Francesco
Giannattasio parteciperanno: Simha Arom, Giorgio Banti, Emanuel Bigand, Bjorn Merker, Isabelle Peretz.

Info:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel” 0412710357”
musica.comparata@cini.it ”

Voce e suono della preghiera 2

ore 9.30
Giornata di Studi (scarica tutto il programma)

ore 18.30
Concerto del Coro Aghiopolitis di Atene
(scarica il programma del concerto)
diretto da Ioannis Arvanitis

Ingresso libero

Per informazioni

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati

tel. 39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.itL’iniziativa Voce e suono della preghiera, promossa dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati e curata dall’etnomusicologo Girolamo Garofalo dell’Università di Palermo, nel 2010 intende  promuovere annualmente una “Giornata di Studi” concernente uno specifico tema connesso al rapporto fra “voce” e “preghiera”(in riferimento a una singola tradizione liturgica, alla cultura musicale di una determinata area geografica, a una particolare espressione rituale europea o extra-europea) in seno alla quale, oltre alle relazioni scientifiche degli studiosi, sarebbe stato proposto un concerto di alto profilo artistico connesso ai repertori di cui si sarebbe di volta in volta discusso.La prima edizione, svoltasi nel dicembre 2010, è stata dedicata al Canto liturgico armenoper testimoniare in maniera emblematica il rapporto che Venezia ha storicamente intrecciato con l’Oriente cristiano:La Giornata di Studi, cui parteciperanno illustri studiosi italiani e stranieri, si articolerà seguendo un duplice percorso: la scrittura e l’oralità. Da una parte, infatti, saranno prese in considerazione antiche fonti musicali scritte, con l’intento di offrire un panorama generale aggiornato alla luce dei più recenti studi e di approfondire specifiche questioni riguardanti alcuni codici di particolare interesse. Si tratterà di testimonianze scritte riconducibili sia ad area costantinopolitana (e/o ad aree limitrofe) sia all’Italia ellenofona (cioè ai cenobi dell’Italia meridionale improntati alla struttura e all’organizzazione del monachesimo orientale). Queste antiche fonti manoscritte sono custodite, oggi, presso biblioteche e archivi italiani, fra cui l’Apostolica Vaticana, l’Ambrosiana di Milano, la Marciana di Venezia, la Nazionale di Napoli, la Laurenziana di Firenze, la Capitolare di Verona, la Regionale Universitaria di Messina, la Biblioteca dell’Abbazia Greca di Grottaferrata.Dall’altra parte, saranno messi a fuoco alcuni temi che pongono in relazione il canto liturgico bizantino con le modalità espressive e le dinamiche di trasmissione proprie delle tradizioni orali, incrociando così le prospettive musicologiche con quelle etnomusicologiche.
In questo senso una direzione d’indagine assai stimolante riguarderà gli elementi di “oralità” che affiorano nelle fonti scritte, come ad esempio gli aspetti “tachigrafici” nelle notazioni musicali o la ricorrenza di formule stereotipe nel corso degli sviluppi melodici di determinati canti.Uno spazio particolare, inoltre, sarà riservato alla prassi musicale liturgica di due realtà assolutamente singolari e specificamente “italiane”. La prima è l’Abbazia Greca di Grottaferrata, fondata da S. Nilo di Rossano nel 1004, dove, a partire dagli inizi del Novecento, dopo secoli di progressiva latinizzazione, si assistette, soprattutto per opera dello ieromonaco Padre Lorenzo Tardo, a una straordinaria rifioritura del canto liturgico bizantino.
La seconda è la Diocesi greco-cattolica degli Arbëresh (Albanesi) di Sicilia: si tratta di cinque paesi, il più importante dei quali è Piana degli Albanesi, la cui tradizione musicale liturgica – ancora oggi esclusivamente affidata all’oralità – risale a più di cinquecento anni fa, quando, dopo la caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi nel 1453, ebbe inizio un massiccio esodo di popolazioni albanesi e greche dall’Albania e dalla Morea verso la Sicilia e altre regioni dell’Italia meridionale.

La Giornata di Studi si concluderà con il concerto del Coro Aghiopolitis di Atene, diretto da Ioannis Arvanitis, autorevole studioso e interprete del canto liturgico bizantino di indiscussa fama internazionale. Il programma previsto per il concerto presenta caratteri di assoluta originalità artistica e scientifico-documentaria, in quanto – evento pressoché unico – sarà incentrato su repertori desunti da codici custoditi presso biblioteche italiane. Di eccezionale interesse l’esecuzione in prima mondiale di alcuni canti inediti di origine italo-greca desunti da alcuni codici custoditi presso la Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, che finalmente il pubblico avrà la possibilità di ascoltare dopo quasi mille anni di silenzio.

Nell’immagine
Cristo risorto fra gli angeli, con San Giovanni Damasceno e i suoi monaci che indicano l’Inferno: miniatura dal codice Messanensis Graecus 51, f. 52v (Paracletica con notazione musicale paleobizantina, fine secolo XII, Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina).

Giornate di studio dedicate al maestro Luigi Squarzina

Nel mese di ottobre si svolgeranno due giornate di studio dedicate al maestro Luigi Squarzina, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia,  in occasione della donazione alla Fondazione Giorgio Cini della sua ricca Biblioteca. Costituita da circa cinquemila volumi, questa collezione libraria di uno dei maggiori registi italiani del secondo Novecento, rappresenta un importantissima fonte per lo studio del suo lavoro di drammaturgo e traduttore.

Nel corso dell’incontro si affronteranno le problematiche relative alla raccolta di documenti per la storia dello spettacolo e alla conservazione della memoria per l’attività artistica nell’ambito della regia. Parteciperanno come relatori Carmelo Alberti, Franca Angelini, Elena Bartoni, Maria Ida Biggi, Silvia Danesi Squarzina, Paolo Puppa, Elio Testoni, Alessandro Tinterri e Pier Mario Vescovo.

martedì 18 ottobre e mercoledì 19 ottobre

Martedì 18 ottobre, ore 15.30
Fondazione Giorgio Cini

Luigi Squarzina regista e drammaturgo

Interventi di:
CarmeloALBERTI (Università Ca’Foscari Venezia)
Franca ANGELINI (Istituto di Studi Pirandelliani, Roma)
Claudio LONGHl (Università IUAV di Venezia)
Paolo PUPPA (Università Ca’Foscar; Venezia)
Piermario VESCOVO (Università Ca’Foscari Venezia)

Al termine l’attore Eros Pagni leggerà un brano da un testo di Luigi Squarzina.

Info
Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo
tel.+39 041 2710234
fax +39 041 2710215
e-mail teatromelodramma@cini.it

The Seventh World Conference on the Future of Science

La settima edizione della World Conference on the Future of Science organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini, è dedicata a una delle più grandi frontiere della ricerca scientifica: la mente intesa come l’essenza dell’umanità. Alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca mondiale racconteranno gli ultimi progressi delle conoscenze sul funzionamento e sull’evoluzione della mente umana, un universo ancora in parte inesplorato che ci caratterizza come specie e dal quale dipende il nostro futuro.

Le emozioni, le decisioni, l’empatia, le “altre menti” animali, la nascita delle credenze, le intelligenze biologiche e quelle artificiali, i neuroni specchio, la forza dei ricordi, i sogni e il sonno, le peculiarità del linguaggio umano, la coscienza e le sue disfunzioni, sindromi, psicosi e malattie del sistema mente-cervello, ma anche le neuroscienze della musica, delle arti e del piacere. La conferenza è rivolta a tutti. Per conoscere le modalità di iscrizione e scaricare il programma completo clicca qui.

Etnomusicologia

Convegno a cura di Francesco Giannattasio e Giovanni Giuriati

L’insegnamento dell’etnomusicologia si è ampiamente diffuso nel corso degli ultimi decenni nelle Università italiane e sta affermando la propria presenza anche nei riformati Conservatori di Musica. Il Convegno, al quale sono stati chiamati a partecipare tutti i docenti di etnomusicologia delle università italiane ed una rappresentanza di coloro che insegnano questa disciplina nei Conservatori, intende affrontare una serie di questioni che animano il dibattito attuale tra gli addetti ai lavori. Tra queste:

1) L’ampia e crescente diffusione degli insegnamenti di etnomusicologia nelle Università e nei Conservatori, nonché una sempre più larga presenza della prospettiva interculturale nell’educazione musicale di base che rendono attuale e sempre più condivisa la questione di come insegnare questa disciplina (e cosa insegnare) a diversi livelli del processo formativo.

2) La profonda trasformazione dell’oggetto di studio e dei contesti culturali nei quali tradizionalmente gli etnomusicologi conducono le loro ricerche costringe a ripensare metodi e oggetti dell’insegnamento, nonché i materiali e i supporti didattici.

3) Un mutato quadro istituzionale, ancora in movimento, a livello universitario, dell’Alta formazione musicale, e anche della scuola di base, obbliga a dover ripensare la collocazione della disciplina nei curricula di insegnamento ad ogni livello.

4) Non meno cruciale è la questione dei cosiddetti “sbocchi professionali” che obbliga a riflettere sulle modalità con cui perseguire le possibili opportunità nel campo dell’insegnamento o della mediazione culturale.

Nel corso delle due giornate di dibattito, aperto al pubblico ma, per il suo carattere specifico d’incontro tra gli addetti ai lavori, rivolto soprattutto a una riflessione interna tra i partecipanti, oltre agli interventi dei docenti di etnomusicologia, saranno presenti anche rappresentanti istituzionali del Consiglio Universitario Nazionale e dell’Associazione dei Docenti Universitari Italiani di Musicologia (ADUIM). Nel corso dei lavori verranno anche presentati un ‘Primo censimento degli insegnamenti di etnomusicologia in Italia’ e un volume Fare etnomusicologia oggi, a cura di Claudio Rizzoni, contenente interviste a numerosi esponenti dell’attuale etnomusicologia italiana proprio su alcuni dei temi che verranno affrontati nel Convegno.

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
Segreteria:
tel. +39 041 2710357 +39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.it

Corso di flauto Ney – livello avanzato

L’Istituto Interculturale di
Studi Musicali Comparati in collaborazione con il Conservatorio “A. Pedrollo”
di Vicenza, organizza anche quest’anno il tradizionale corso di flauto ney ottomano-turco
affidato al noto maestro Kudsi Erguner e rivolto a studenti di livello
avanzato. Il Maestro Kudsi Erguner durante le lezioni sarà assistito
dall’etnomusicologo Giovanni De Zorzi.

Il Corso si terrà alla Fondazione
Giorgio Cini dal 14 al 16 aprile.

Sabato 16 aprile alle ore 18 si
terrà un Concerto finale degli allievi – entrata libera

Per informazioni e iscrizioni

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati

Fondazione Giorgio Cini onlus

tel. 041 2710357-041 5230555

musica.comparata@cini.it

Il ney è uno strumento dal passato millenario che nei
secoli è divenuto l’unico strumento a fiato adottato negli
ensembles di musica classica persiana, araba, ottomano-turca e
centrasiatica. Contemporaneamente, esso ha acquisito un particolare valore in
seno alla cultura
sufi. Dal IX
d.C., infatti, il
ney è uno tra i
rari strumenti musicali impiegati nell’incontro cerimoniale
sufi detto samâ‘, “ascolto, audizione”.

Kudsi Erguner (1952) si ricollega
autorevolmente a questa tradizione spirituale e musicale provenendo da una nota
e ormai secolare famiglia di neyzen che
inizia con il nonno Süleyman Erguner (1902-1953) e prosegue con il padre Ulvi
Erguner (1924-1974), celebre solista del suo tempo e direttore del Dipartimento
di musica tradizionale della Radio d’Istanbul. Con più di cinquanta
registrazioni a suo nome e con svariate collaborazioni nel campo della musica,
del teatro (Peter Brook), del cinema (Martin Scorsese, Marco Ferreri) e della
danza (Carolyn Carlson, Maurice Bejart) Kudsi Erguner è oggi,
indiscutibilmente, il più noto
neyzen sul pianeta, insieme al fratello Süleyman (1957) e all’ormai anziano,
ma attivo, Niyazi Sayin (1927).

Seminari di Musica Antica 2011 | Cyprus. Plainchant and Ars subtilior in the Latin East 1370-1430

CYPRUS
Plainchant and Ars subtilior in the Latin East 1370 – 1430


Il seminario si dedicherà ai repertori polifonici e monofonici ciprioti del periodo 1370 – 1430, specialmente quelli contenuti in tre fonti manoscritte, ora a Parigi e a Torino. Le prime due sono le fonti primarie del Fons hortorum, ufficio rimato probabilmente composto da Rostagnus de Cypro nel 1370 circa, ‘importato’ prima a Venezia e poi ad Avignone e Parigi negli anni seguenti.
La musica del Fons hortorum è di ascendenza neohildegardiana e fattura molto raffinata. Il terzo manoscritto, il J.II.9 della BNU di Torino, contiene sia due ulteriori uffici rimati monodici – per Sant’Ilario, patrono di Cipro, e Sant’Anna – sia tre monumentali sezioni di musica polifonica. Le prime due sono dedicate a messe polifoniche e mottetti francesi e latini, l’ultima a chansons francesi nello stile tardogotico dell’Ars subtilior.

In base all’iconografia testuale dei brani è stata accertata l’endemica origine cipriota del repertorio, del quale non si conosce una sola concordanza manoscritta in tutta Europa.
Stilisticamente i componimenti si appoggiano all’arte di corte francese del tempo, ma non mancano decisivi influssi italiani, sia nella struttura contrappuntistica sia nella notazione e ornamentazione delle voci superiori.

La combinazione di repertori conservati nel manoscritto torinese è dunque assolutamente unica nel panorama europeo della fine del medioevo. La prospettiva scelta dal seminario è quella di comparare i vari repertori – neogregoriano, messe e mottetti polifonici, chansons dell’Ars subtilior – alla ricerca delle varie influenze culturali cui Cipro nel periodo storico in questione era notoriamente esposta.

Al seminario prenderanno parte alcuni dei maggiori esperti ricercatori gregorianisti e arsnovisti tra cui Barbara Haggh, Margaret Bent, Isabelle Ragnard, Karl Kügle.

Fondazione Giorgio Cini e Expo 2015

Il tema della Esposizione Universale di Milano 2015 è Nutrire il Pianeta. Energia per la vita, argomento di profonda attualità per il futuro delle prossime generazioni. In vista dell’importante avvenimento è stata promossa da Expo Milano 2015 una serie di quattro incontri dedicati nel loro complesso a “Expo e Chiesa: un dialogo aperto verso il 2015”.
Il primo si è tenuto all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede di Roma sul tema Alimentare la pace; il secondo si è svolto presso la Pontifi cia Accademia delle Scienze in Vaticano sul tema Biodiversità e Cambiamenti Climatici, mentre il terzo, svoltosi presso la Fondazione Memmo, ha riguardato Il simbolismo del cibo nella Bibbia.

Il quarto e conclusivo incontro, che si terrà alla Fondazione Giorgio Cini il prossimo 18 maggio e a cui parteciperanno, tra gli altri, il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, e la professoressa Janne Halland Matlary, tratterà invece il tema Abitare il mondo domani. Quale identità sociale?

Il termine “identità sociale” è stato pensato per discutere in maniera generale le relazioni politiche e le interazioni sociali, religiose ed economiche tra le persone. In altre parole: come si svilupperà la società nel futuro? Come dovrebbe essere questa società? Esiste una società ideale, in grado di favorire l’osmosi di culture e modi di vita? Quali credenze, fedi, stili di vita e abitudini l’Europa seguirà come conseguenza dell’immigrazione, della globalizzazione e delle nuove conoscenze?

Per informazioni
INGRESSO SU INVITO
info@cini.it