Convegni e seminari – Pagina 28 – Fondazione Giorgio Cini

Tomaso Buzzi, protagonista di un gusto italiano moderno

Nell’immagine Coppa delle Mani, paste vitree policrome e foglia d’oro. Disegno Buzzi per Venini (1932-1934)


Convegno internazionale di studi

 

Venezia, Fondazione Giorgio Cini
21 febbraio 2014

La prima iniziativa dell’Istituto di Storia dell’Arte del 2014, anno in cui si celebrano i 60 anni della sua costituzione, è un convegno di studi per ricordare il grande architetto-designer del secolo scorso

In vista della mostra dedicata al grande architetto, promossa da  Le Stanze del Vetro e prevista per il prossimo settembre nell’Isola di San Giorgio, lIstituto di Storia dell’Arte, attraverso il proprio Centro Studi del Vetro, curerà un convegno internazionale di studi su Tomaso Buzzi, in occasione del quale la figura dell’artista che operò per Venini  nei primi anni trenta sarà indagata nei suoi vari aspetti e inserita nel suo contesto storico. Il convegno anticiperà l’appuntamento espositivo autunnale de Le Stanze del Vetro: Tomaso Buzzi alla Venini a cura di Marino Barovier (14 settembre 2014 – 11 gennaio 2015) della quale costituisce un’integrazione scientifica. La mostra riguarderà i lavori di Buzzi per la vetreria muranese con la quale collaborò tra il 1932 e il 1933.

L’incontro richiamerà a San Giorgio Maggiore studiosi ed esperti per approfondire la complessa e articolata personalità di Buzzi, a cui sarà dedicata anche la mostra autunnale de Le Stanze del Vetro, Tomaso Buzzi alla Venini.

Insieme a Gio Ponti, di cui fu amico e collaboratore, Tomaso Buzzi, è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, dando inizio a un vero e proprio standard imitato da molti negli anni seguenti. Architetto, designer, arredatore d’interni, oltre che collaboratore della rivista Domus, lavorò per le figure più importanti della grande aristocrazia del nostro Paese: Volpi, Cini, Visconti, solo per citarne alcuni. Suoi sono ad esempio gli interventi a Villa Necchi Campiglio a Milano, recentemente restaurata dal FAI, alla palladiana Villa Maser a Treviso, a Venezia a Palazzo Papadopoli, Palazzo Labia e Palazzo Cini a San Vio, dove eseguì due piccoli ma significativi interventi tra il ‘56 e il ‘58: la creazione della graziosa stanza ovale in stile rococò e l’aggiunta della scala a chiocciola.

La sessione mattutina del convegno, presieduta da Valerio Terraroli (Università di Verona), inizierà con le relazioni di: Marco Solari, nipote dell’artista, il quale traccerà il percorso onirico fatto di musica e colori che portò Tomaso Buzzi ad acquistare nel 1956 e poi modificare, come una sorta di ‘città ideale’, “la Scarzuola”, un convento con annessa chiesa del Duecento a Montegabbione (Terni); Lucia Borromeo (FAI – Fondo Ambiente Italiano) che spiegherà gli interventi di Buzzi a Villa Necchi Campiglio a Milano, avvenuti nel 1938, tre anni dopo la progettazione della villa a firma di Piero Portaluppi, mentre Roberto Dulio e Cecilia Rostagni (Politecnico di Milano) ricorderanno il gusto di Buzzi e Ponti nella celebre rivista Domus. Elena Pontiggia (Accademia di Brera, Milano) approfondirà poi la Milano delle grandi mostre degli anni Trenta alle quali Buzzi fu presente; Alberto Anselmi (IUAV, Venezia) focalizzerà la sua indagine sulla città di Roma ed Elena Portinari (Ca’ Foscari, Venezia), concludendo la mattinata, porrà l’attenzione su Buzzi e Venezia.

Il pomeriggio, presieduto da Lucia Borromeo, si aprirà con un altro intervento a due voci: Irene de Guttry e Maria Paola Maino (Archivi Arte Applicate, Roma) indagheranno l’attività di arredatore e il mondo della ceramica di Tomaso Buzzi. Giovanna D’Amia (Politecnico di Milano) ragionerà sulla Valtellina di Buzzi (nato a Sondrio il 30 settembre 1900). Paola Tognon (IULM, Milano) si soffermerà sull’Ideario di Buzzi, tra vetro e pietra, ceramica e legno, antico e moderno; Alberto Giorgio Cassani (Accademia di Belle Arti, Venezia), autore della fortunata monografia su Buzzi, approfondirà la vocazione teatrale dell’architetto. Chiuderà la giornata di studi l’intervento di Valerio Terraroli relativo al delicato rapporto tra Buzzi e Ponti che, in un primo momento amichevole e proficuo, giungerà, in seguito, a una rottura insanabile.


PROGRAMMA

Ore 9.30 Apertura del convegno

Saluto di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

Intervento di Marino Barovier, curatore della mostra Tomaso Buzzi alla Venini (Le Stanze del Vetro, 14 settembre 2014 – 11 gennaio 2015)

Presiede Valerio Terraroli

Marco Solari, Musica e colori pietrificati

Lucia Borromeo, Dalla serliana alla console: l’intervento di Tomaso Buzzi a Villa Necchi Campiglio. Milano 1938-1957

Roberto Dulio – Cecilia Rostagni, La “Domus” di Buzzi e Ponti

Elena Pontiggia, Buzzi e le grandi mostre milanesi degli anni Trenta

Alberto Anselmi, Tomaso Buzzi e Venini: clienti e committenti

Stefania Portinari, Tomaso Buzzi, osservatore e allestitore delle arti decorative tra Milano e Venezia 

ore 15.00

Presiede Lucia Borromeo

Irene De Guttry – Maria Paola Maino, Il talento poliedrico di Tomaso Buzzi

Giovanna D’Amia, Tomaso Buzzi e la Valtellina: l’architettura vernacolare e la tradizione artigiana

Paola Tognon, L’ideario di Tomaso Buzzi

Alberto Giorgio Cassani, « E farmi tutto un occhio solo ». La vocazione teatrale di Tomaso Buzzi

Valerio Terraroli, Tomaso Buzzi con e versus Gio Ponti: due geniali inventori del gusto italiano moderno

 


Biografia

Nato a Sondrio il 30 settembre 1900, si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1923. Dopo una prima e fondamentale fase, legata alla collaborazione con Gio Ponti per l’architettura d’interni caratterizzata da arredamenti lontani sia dal gusto déco sia dal peso novecentesco, nel 1927 con Lancia, Marelli, Venini, Chiesa e lo stesso Ponti fondò l’associazione “Labirinto”. Nel 1928, oltre a un viaggio significativo compiuto a San Paolo del Brasile, iniziò a scrivere per “Domus”, mentre tra il 1932 e il 1934 collaborò attivamente con la vetreria Venini. Animato dal motto “l’architetto è soprattutto un direttore d’orchestra”, a partire dal 1934 intraprese il ripristino e il restauro di palazzi di assoluto rilievo: dalla palladiana Villa Maser, a palazzo Papadopoli a Venezia, sino a giungere alla realizzazione in toto di villa Necchi a Nervi tra il 1953 e il 1956. Frequentò il contesto della borghesia capitolina, avendo lo studio sia a Milano sia a Roma e, in particolare, Benedetto Croce. Tra i numerosi progetti vanno segnalati Palazzo Marcoli a Roma, la villa Pacelli a Forte dei Marmi, la villa Rossi di Montelera a St. Moritz, la villa Nasi Agnelli a Cap-Ferrat, la villa Putti a Bologna e il Teatro della Cometa a Roma. A lui si deve anche la ristrutturazione dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e a Bangkok. A partire dal 1956 su segnalazione del marchese Paolo Misciatelli, fece acquisto a Montegabbione, presso Terni, di un convento con annessa chiesa del Duecento fondato da San Francesco, detta “La Scarzuola” che diverrà, nel corso degli anni, un laboratorio continuo al fine di creare una propria città ideale. Il 16 febbraio 1981, Tomaso Buzzi muore a Rapallo. 

La sua capacità di muoversi tra le varie forme artistiche e apportarne un nuovo contributo, ne hanno fatto un protagonista assoluto del gusto italiano moderno, ancor oggi, fonte di classica ispirazione.

 

 

Music Printing and Publishing in Modern Italy – New Approaches

Music Printing and Publishing in Modern Italy – New Approaches

Workshop internazionale

Venezia, 13-14 February 2014

La musica a stampa rappresenta la fonte quantitativamente più importante per lo studio della musica europea del XVI, XVII e XVIII secolo. Poiché una parte significativa delle edizioni musicali prodotte prima del 1800 fu stampato in Italia, con un picco tra il XVI e il XVII secolo, appare evidente la necessità di indagare questa produzione nel suo complesso, sotto diversi punti di vista: i contesti produttivi, i processi di selezione del repertorio, le strategie di marketing, le modalità e i canali che ne hanno permesso la disseminazione e la ricezione su scala internazionale, la storia della trasmissione degli esemplari oggi conservati, i problemi posti dalla ricostruzione di ciò che è andato perduto, le prospettive storiografiche che queste fonti offrono per lo studio di fenomeni musicali del passato.

Il workshop internazionale Music Printing and Publishing in Modern Italy – New Approaches si prefigge tre obiettivi principali:

  • discutere i risultati di alcune recenti indagini condotte nel campo dell’editoria musicale italiana prima del 1800
  • incoraggiare lo scambio tra studiosi operanti in questo campo, al fine di sviluppare nuovi approcci e nuove prospettive
  • presentare e discutere alcuni innovativi strumenti di ricerca, come il nuovo database Printed Sacred Music in Europe 1500-1800.

Scarica il programma

 


Contatti
David Bryant – david.bryant@unive.it
Ca’ Foscari University, Venice
Luigi Collarile – luigi.collarile@unifr.ch

University of Fribourg / Ca’ Foscari University, Venice

 Organizzato da:  Università di Fribourg – Svizzera, Istituto di Musicologia; Università Ca’ Foscari di Venezia – Italia, Dipartimento di Filosofia e Beni culturali; Fondazione Giorgio Cini, Venezia – Italia  Istituto per la Musica; Consolato Svizzero a Venezia – Italia


Programma

Giovedì, 13 Febbraio 2014

Consolato Svizzero a Venezia (Palazzo Trevisan)            

9.00h         Saluto di apertura

David Bryant, Luigi Collarile, Jacqueline Wolf, Gianmario Borio

9.30h         Introduzione

Chair – David Bryant

Respondents – Neil Harris, Luca Zoppelli

Luigi Collarile (University of Fribourg – Ca’ Foscari University, Venice)

Edizioni musicali italiane perdute. Nuove prospettive bibliografiche e storiografiche

11.00h       Sessione I

Respondents – Patrizio Barbieri, Iain Fenlon

Bianca Maria Antolini (Conservatorio di Perugia)

Il «Dizionario degli editori musicali italiani». Bilancio di una ricerca

Rodolfo Baroncini (Conservatorio di Adria)

«In Merzaria»: l’officina Gardano e il contesto socio-antropologico delle contrade di San Salvador e San Zulian (Venezia, 1580-1610)

15.00h       Sessione II

Chair – Luigi Collarile

Respondents – Marco Di Pasquale, Rudolf Rasch

Patrizio Barbieri (Rome)

Prime testimonianze sui librai musicali di area veneta a Roma: nuovi documenti, 1567-1569

 Rebecca Edwards (St. Martin’s University, Washington)

A Valuable Perspective on the Relationship between Musicians and Printers in 16th-Century Venice: the Case of Claudio Merulo

 Carrie Churnside (Birmingham City University)

Reflections upon Working on Italian Music Printing and Publishing in the Seventeenth- and Eighteenth-Centuries Italy

17.00h     Sessione III

Respondents – Rodolfo Baroncini, Rebecca Edwards

Iain Fenlon (King’s College, Cambridge)

Composers, Dedicatees and Publishers

Marco Di Pasquale (Conservatorio di Vicenza)

Intorno alla pratica della dedica. Il caso dell’Accademia Filarmonica di Verona

 

 


Venerdì, 14 Febbraio 2014

Fondazione Giorgio Cini (isola di S. Giorgio)     Sala Barbantini

 9.00h       Sessione IV

Chair – David Bryant

Respondents – Bianca M. Antolini, Carrie Churnside

Constance Frei (University of Geneva)

I primi tipografi musicali bolognesi

Giulia Giovani (Istituto Storico Germanico, Rome)

Riflessioni sulla stamperia Silvani «all’insegna del violino»

Rudolf Rasch (UtrechtUniversity)

Italian Engraved Music Editions before and after Corelli’s Sonatas Opus 5 (1700)

11.00h     Sessione V

Respondents – Constance Frei, Giulia Giovani

Paolo Giorgi (Bologna)

Maurizio Cazzati (1616-1678) compositore e stampatore: un esempio di autoimprenditoria

musicale seicentesca

Daniele Torelli (Libera Università di Bolzano)

L’impronta dei piombi: il riconoscimento dei caratteri in edizioni musicali sconosciute

15.00h     Sessione VI

Chair – Luigi Collarile

Respondents – Neil Harris, Daniele Torelli

Laurent Pugin (RISM Switzerland)

Aruspix – A Software Suite and its Applications

Rodolfo Zitellini (University of Fribourg – RISM Switzerland)

Mapping Music Typefaces. Toward a Digital Catalogue

17.00h    Printed Sacred Music in Europe

Chair – Gianmario Borio (Fondazione Giorgio Cini)

Introduzione

David Bryant, Elena Quaranta

(Ca’ Foscari University, Venice)

How does Printing Reflect Patterns of Consumption in the Church Music of Sixteenth-

and Seventeenth-Century Italy?

 Presentazione del nuovo database

Luca Zoppelli (University of Fribourg)

with  David Bryant, Luigi Collarile, Laurent Pugin, Elena Quaranta, Rodolfo Zitellini

 

XIX Seminario internazionale di etnomusicologia. Living music: case studies and new research prospects

Living music: case studies and new research prospects

Musiche viventi: casi esemplari e nuove prospettive di ricerca

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza, nei giorni 30-31 gennaio e 1° febbraio 2014, il  XIX Seminario Internazionale di Etnomusicologia che avrà per titolo Living music: case studies and new research prospects (Musiche viventi: casi esemplari e nuove prospettive di ricerca).


Il tema sviluppa ed estende quello affrontato nel XVIII Seminario (2013), che aveva per titolo Perspectives on a XXI century comparative musicology: ethnomusicology or transcultural musicology? (Prospettive di una musicologia comparata nel XXI secolo: etnomusicologia o musicologia transculturale?): argomento, ormai cruciale, che induce a riconsiderare la prospettiva comparativa alla luce dei drastici cambiamenti nel nostro campo di studi e a compiere un bilancio sull’etnomusicologia, sul suo status, sui suoi compiti e metodi d’indagine nonché sulla sua posizione nel quadro più generale della ricerca scientifica sulle forme e i comportamenti dell’espressione e della comunicazione attraverso i suoni. Nella scorsa edizione furono affrontate varie questioni e, in primo luogo, ci si interrogò sulla necessità di abbandonare definitivamente quella visione “etnologica” del mondo che, per ragioni più che legittime di pari dignità delle culture e delle musiche, le scienze umane hanno nel secolo scorso diffuso dappertutto a piene mani, creando anche, purtroppo, una metacultura delle “alterità” alla quale credono ormai soltanto gli operatori turistici, il popolo dei consumatori, gli estremisti etnici, i musicisti del neo folk revival e di certa cosiddetta world music. La realtà attuale è molto più complessa, anche se non meno interessante: i più diversi stili, repertori e modi di realizzazione del musicale ormai consuonano tutti, pancronicamente, in una nuova dinamica interculturale e intersoggettiva.

Di fronte a una così profonda trasformazione dell’oggetto di studio, nelle forme, nei comportamenti e nelle connotazioni sociali, ci si deve domandare in che cosa consista, oggi, la specificità dell’etnomusicologia. Nonostante sia stato spesso sottolineato come la disciplina dovesse costituirsi più per il metodo che non per l’oggetto delle ricerche, e che in teoria qualsiasi musica potesse essere affrontata con uno sguardo etnomusicologico, è un dato di fatto che ci si è soprattutto caratterizzati, sia al nostro interno che rispetto alle discipline confinanti, per il fatto di occuparsi di “certe” musiche. Fino a che punto, dunque, la trasformazione di tali musiche, il progressivo venir meno della separazione socio-culturale e dell’alterità, si ripercuote sull’identità della disciplina?

Ad esempio, è ancora giustificato un ruolo degli etnomusicologi come promotori, garanti e protettori delle “altre” musiche? E con quali motivazioni? La questione chiama in causa l’attuale statuto di oggetti e di ambiti che, ormai più per convenzione che per convinzione, chiamiamo ancora musica colta, musica popolare, musica di tradizione orale, musica elettronica e così via, o anche etnomusicologia, musicologia d’arte, musicologia contemporanea, popular musicology ecc. Certamente le loro estensioni e i loro confini sono da rivedere, dato che i percorsi storici e le mappe geo-antropiche, sociologiche e stilistiche cui facevano riferimento sono radicalmente cambiati, con una velocità che ormai supera i nostri tempi di reazione e le nostre capacità di adattamento.

La necessità più urgente sembra dunque quella di liberare l’etnomusicologia dal peso dei suoi miti di fondazione e da un ormai inammissibile attardamento nei canoni ideologici della rivoluzione antropologica compiutasi nel secolo ormai trascorso, ampiamente superati dalla realtà attuale; ferma restando, naturalmente, la possibilità di uno studio storico delle diverse culture musicali, oggi anzi accresciuta grazie ai documenti raccolti in oltre un secolo di studi etnomusicologici. A tale fine è certamente utile anche la riconsiderazione di una serie di slittamenti semantici di termini che ne hanno caratterizzato le vicende, a cominciare dalla denominazione stessa della disciplina e di tutti i termini caratterizzati dal prefisso ‘etno-‘ (o dall’aggettivo ‘etnico’), che assumono oggi un suono sinistro e una connotazione larvatamente razzista; ma altrettanto da rivedere sono nozioni ormai abusate e pericolose come “musica tradizionale” (e quale non lo è?) o “identità” (culturale, musicale, etnica ecc.). La stessa dicotomia oralità/scrittura ha ormai perso, nell’attuale quadro di trasformazioni, buona parte delle sue potenzialità euristiche; o, per lo meno, va ripensata in base alle condizioni di nuova oralità e nuova scrittura mediatiche, primarie e secondarie, soprattutto determinate dalla diffusione universale dei mezzi informatici di comunicazione di massa. L’attuale predominanza dei modi di fruizione degli eventi culturali sui loro contenuti e sulla loro specifica forma espressiva (in linea con la ben nota premonizione “il medium è il messaggio” di Marshall McLuhan) meritano in questo senso un’approfondita e meditata riflessione.

Ecco perché, ci si deve domandare in cosa consista oggi, in questo nuovo Media Evo, la specificità dell’etnomusicologia, dato che, comunque la si voglia denominare, è di una musicologia transculturale che ci si dovrà d’ora in poi occupare.

Nel Seminario 2014 tale discussione, così importante per il nostro settore di studi, proseguirà a partire da specifici casi di studio, che forniranno esempi particolarmente significativi dei concreti processi musicali (culturali, sociali) contemporanei.

Francesco Giannattasio

 

 


 

Programma

30 gennaio

mattina, ore 9.30 – 12.30

Francesco Giannattasio (Università di Roma “Sapienza”)

Introduzione al Seminario

Steven Feld (University of New Mexico)

Acoustemology: Toward a Posthumanist, Transpecies, and Cyborg Sound Studies

pomeriggio, ore 14.00 – 16.00

Jocelyne Guilbault (University of California, Berkeley)

The Politics of Musical Bonding: New Prospects for Cosmopolitan Music Studies


31 gennaio

mattina, ore 9.30 – 12.30

Giovanni Giuriati (Università di Roma “Sapienza”)

Claudio Rizzoni (Università di Roma “Sapienza”)

Giovanni Vacca (Università di Roma “Sapienza”)

Raffaele Di Mauro (Università di Roma “Tor Vergata”

Attuali ricerche in area napoletana

pomeriggio, ore 14.00 – 16.00

Maurizio Agamennone (Università di Firenze)

Flavia Gervasi (Université de Montréal)

Attuali ricerche in area salentina 


1° febbraio

mattina, ore 9.30 – 13.30

Jean-Loup Amselle (EHESS, Paris)

Métissage, branchements et triangulation des cultures

Discussione finale

La scena di Mariano Fortuny

Convegno Internazionale di studi
La scena di Mariano Fortuny

Nell’ambito del progetto “Atlante Fortuny” promosso dalla Università degli Studi di Padova con il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e il Museo Fortuny – Fondazione Musei Civici Venezia, è previsto un convegno in cui discutere le tematiche teatrali che l’artista poliedrico Mariano Fortuny ha attraversato nella sua lunga carriera.

Tra i temi, le relazioni con i maestri indiscussi della messa in scena del primo Novecento, quali Adolphe Appia o Max Reinhardt, i contatti con il mondo della danza da Isadora Duncan, Ruth Saint Denis a Loie Fuller e le realizzazioni e sperimentazioni scenotecniche e illuminotecniche.

Tra i relatori: Cristina Grazioli, Elena Randi, Paola Degli Esposti, Giuseppina Dal Canton, Marco Rispoli e Marzia Maino dell’Università di Padova; Daniela Ferretti e Claudio Franzini del Museo Fortuny; Francesco Cotticelli dell’Università di Napoli; Mathias Spohr dell’Universität Bayreuth; Maria Del Mar Nicolàs Martìnez dell’Universidad de Almerìa; Marco Consolini dell’Université Paris 3 – Sorbonne Nouvelle; Giovanni Isgrò dell’Università di Palermo; Marielle Silhouette dell’Universitè Paris 10; Silvio Fuso di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna; Adriana Guarnieri e Maria Ida Biggi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo.

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La musica per l’insegnamento della lingua straniera (L2)

Laboratorio di aggiornamento didattico per insegnanti.
La musica per l’insegnamento della lingua straniera L2)

La musica può favorire, trasversalmente, anche l’apprendimento di una seconda lingua? L’osservazione delle pratiche didattiche sperimentate in questi ultimi decenni dai docenti della scuola italiana che lavorano quotidianamente con classi multietniche ha dimostrato come, in effetti, la musica possa facilitare gli allievi immigrati ad apprendere la lingua italiana ma anche quelli italiani ad imparare una lingua straniera, curando gli aspetti musicali interni ad essa, quali: suono dei fonemi, intonazione, ritmo, velocità delle parole, pause. Allo stesso tempo, la musica può favorire l’incontro, lo scambio e la trasformazione delle diverse identità degli studenti.

Il seminario organizzato dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati in forma di laboratorio tenuto da Serena Facci e Gabriella Santini, rivolto ai docenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e agli insegnanti di italiano per stranieri, guiderà i partecipanti nella simulazione di pratiche didattiche basate sull’uso di un repertorio di canti italiani e stranieri da insegnare agli studenti, utilizzando una metodologia che curi la musicalità delle parole e coinvolga anche il linguaggio del corpo.

MODULO DI  ISCRIZIONE


Programma

23-24 ottobre 2013, 16.30-19

Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, Venezia

 Iscrizione obbligatoria gratuita

Il laboratorio, a cura dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, propone l’uso didattico di canti italiani e stranieri per facilitare l’apprendimento di una lingua seconda (l’Italiano per alunni gli stranieri e le lingue straniere per gli alunni italiani). A gestirlo saranno Serena Facci e Gabriella Santini, che hanno avuto l’opportunità di sperimentare nelle classi della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, della secondaria di primo grado e in quelle dei C.T.P (Centri Territoriali di Educazione Permanente) come la musica possa facilitare l’apprendimento di una lingua seconda curando gli aspetti musicali interni ad essa, che sono legati alla sua struttura prosodica (ad esempio al suono dei fonemi, all’intonazione, al ritmo, alla velocità delle parole e alle pause, ai silenzi tra esse) e, allo stesso tempo, favorire l’incontro, lo scambio e la trasformazione delle diverse identità – anche musicali – degli studenti immigrati e non.

In particolare, il laboratorio di aggiornamento didattico sarà articolato in due parti:

  • nella prima parte, gli insegnanti che parteciperanno sperimenteranno alcune metodologie di pratica vocale finalizzate all’insegnamento di una lingua seconda,  lavorando con canti di tradizione orale legati ai momenti e  alle attività significative della vita di ogni essere umano, perché connessi ad occasioni e funzioni sociali diffuse a tutte le latitudini. Dunque, si lavorerà con canti italiani e stranieri caratterizzati da tratti ritmici e sonori ben definiti, scelti all’interno dei repertori infantili, di lavoro, di danza, delle forme di preghiera intonata e delle narrazioni in musica, anche per facilitare un confronto interculturale tra gli studenti italiani e immigrati, sollecitando in ciascuno la memoria dei propri vissuti musicali, lo scambio e la loro reciproca trasformazione;
  • nella seconda parte, l’attività del laboratorio didattico sarà dedicata più specificamente al repertorio delle canzoni italiane per l’insegnamento dell’Italiano agli alunni stranieri e di quelle straniere per l’insegnamento delle lingue straniere agli alunni italiani. I docenti partecipanti al laboratorio potranno sperimentare che il genere della canzone è caratterizzato da aspetti ritmico-sonori particolarmente adatti a veicolare contenuti; inoltre, verificheranno che “la musica e il testo delle canzoni rispondono alle esigenze di ‘un’introduzione’ emotiva alle più importanti unità semantiche, fonetiche e grammaticali”[1] facilitando l’apprendimento di una seconda lingua oltre a svolgere la preziosa funzione di formulario mnemonico.

L’attività del laboratorio, inoltre, prevede l’ascolto e l’ausilio di numerose registrazioni (alcune d’archivio e altre raccolte sul campo). Agli insegnanti partecipanti verranno forniti supporti didattici sotto forma di testi scritti ed esempi sonori.

Come nell’anno precedente, il laboratorio prevede la possibilità di svolgere il lavoro nelle classi durante l’anno scolastico tenendosi in contatto con le docenti e poi, nella primavera 2014, l’organizzazione di un momento pubblico di presentazione del lavoro svolto in classe.

 

Per iscrizioni e informazioni:
musica.comparata@cini.it
tel. 041 2710357

 


[1] Renzo Titone, “Prefazione” in  Losanov G, Gateva E., op. cit., 1983, [ed. or. 1978]  p 3.

Con la mente e con le mani. Improvisation from ‘cantare super librum’ to partimenti

Partimento di Leonardo Leo. © Napoli, Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella.


Con la mente e con le mani. Improvisation from ‘cantare super librum’ to partimenti rappresenta il secondo appuntamento di un ciclo sull’improvvisazione musicale nei diversi periodi storici. Questa manifestazione,  organizzata dall’Istituto per la Musica e dedicata alle pratiche improvvisative del Rinascimento e del Barocco, prosegue la riflessione iniziata nel novembre 2012 con il convegno Improvised Music in Europe: 1966-1976.

Dal 9 all’11 novembre 2013, con il coordinamento di Massimiliano Guido e Peter Schubert (McGill University, Montréal), avranno luogo una serie di eventi incentrati sull’uso dell’improvvisazione nell’insegnamento della teoria musicale oggi. Thomas Christensen terrà la lectio inauguralis, che sarà seguita da sessioni di studio sulla memoria, sulle pratiche improvvisative e sulla pedagogia. Interverranno Edoardo Bellotti, Bor Zuljan , Michael Callahan, Philippe Canguilhem, Giuseppe Fiorentino, Massimiliano Guido, Jean-Yves Haymoz, Stefano Lorenzetti, William Porter, Giorgio Sanguinetti e Peter Schubert. Durante il convegno la Fondazione Accademia Internazionale di Smarano, che è tra gli enti collaboratori, presenterà la propria attività didattica e di ricerca nel campo della musica per tastiera dell’epoca rinascimentale e barocca.

 


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Programma 

Saturday 9 November 2013

1 p.m.

Registration

2 – 2.45 p.m.

Opening Address

Massimiliano Guido & Peter Schubert (McGill University, Montréal)

Gianmario Borio (Istituto per la Musica, Fondazione Giorgio Cini, Venezia)

2.45 – 3.45 p.m.

Keynote Lecture: Theory in the Midst of Notes

Thomas Christensen (University of Chicago)

            Keeping Score while Improvising

4 – 6 p.m.

First Session: The Art of Memory

Chair: Gianmario Borio

Stefano Lorenzetti (Conservatorio di Musica di Vicenza)

            Musical Inventio, Loci Communes, and the Art of Memory

Discussant: Roberto Perata (Università Statale di Milano)

Massimiliano Guido (McGill University)

            Climbing the Stairs of the Memory Palace: Gestures at the Keyboard for a Flexible Mind

Discussant: Arnaldo Morelli (Università de L’Aquila)

6.30 p.m.

Lecture-Recital

Bor Zuljan (Haute École de Musique de Genève)

            ‘Ricercar una Fantasia’: The Techniques for Improvising a Fantasia on Lute in the Sixteenth Century

Sunday 10 November 2013

9.30 – 10 a.m.

Poster Session: Ongoing Researches in Historical Improvisation

Niels Berentsen (Royal Conservatoire of The Hague)

Strategies for Improvisation in Early Fifteenth and Late Fourteenth Century Music

Jacques Meegens (Centre Études Supérieures Musique Danse, Poitou-Charentes)

Improvising a Fifteenth-Century Keyboard Prelud

 Peter van Tour (Uppsala University)

Modulatory Segments in Partimenti by Nicola Sala and Fedele Fenaroli

10 a.m. – 1.15 p.m.

Second Session: Instrumental Counterpoint and Improvisation

Chair: Massimiliano Guido

Edoardo Bellotti (Eastman School of Music, Rochester University)

            Composing at the Keyboard: Banchieri and Spiridion, Two Complimentary Methods

Discussant: Felix Marangoni (Università Ca’ Foscari, Venezia)

William Porter (Eastman School of Music, Rochester University)

            Improvising a North German Preambulum

Discussant: Jacques Meegens (Centre Études Supérieures Musique Danse, Poitou-Charentes)

Giorgio Sanguinetti (Università di Roma Due ‘Tor Vergata’)

            Cheating the Work-of-Art Paradigm: Partimento Implication for Classical Performers

Discussant: Marco Pollaci (Nottingham University)

3 – 5 p.m.

Third Session: Vocal Counterpoint and Improvisation

Chair: Peter Schubert

Philippe Canguilhelm (University of Toulouse)

            Towards a Stylistic History of ‘Cantare super Librum’

Discussant: Peter van Tour (Uppsala University)

Giuseppe Fiorentino (University of Cantabria)

            Singing ‘by Reason’ and Singing ‘by Use’: Extempore Polyphonies in Renaissance Spain

            Discussant: Niels Berentsen (Royal Conservatoire of The Hague)

6 p.m.

Musical Demonstrations: Keyboard & Vocal Improvised Music

 Instruments: Edoardo Bellotti & William Porter, harpsichords

Presentation of the Fondazione Accademia Internazionale di Smarano: Giacomo Corrà

 Voices: Benjamin Duinker, Edmund Milly, Ellen Wieser, and Meagan Zantingh, singers from VivaVoce – Peter Schubert, conductor

 

Monday 11 November 2013

9 – 11 a.m.

Fourth Session: Pedagogy

Chair: Thomas Christensen

Jean-Yves Haymoz (Haute École de Musique de Genève)

Cantare super Librum: Strategies and Techniques.

Lecture and Workshop with Professional Singers

Peter Schubert (McGill University, Montréal)

            Teaching Theory through Vocal Improvisation

Michael Callahan (Michigan State University)

            Play It: Some Challenges of, and Solutions to, Teaching and Learning Undergarduate Music Theory at the Keyboard

12 – 12.30 p.m.

Panel Discussion: Improvisation as a Teaching and Analytical Tool

 

Polifonie ‘in viva voce’17 Polifonie Dong (Cina Meridionale)

15 ottobre 2013
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore

16.00: seminario di analisi e approfondimento, con la partecipazione di Joanna Lee (Hong Kong University), specialista della musica dong, impegnata nel processo di riconoscimento Unesco di questa pratica polifonica, e nell’allestimento di uno specifico museo nella città di Guizhou;

18.30: concerto del Gruppo polifonico tradizionale del villaggio di Dimen (Liping, Guizhou, Cina).

Il programma Polifonie “in viva voce” promosso dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con l’Istituto Confucio di Venezia, il  Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Università Ca’ Foscari Venezia, Dimen Dong Culture Eco-Museum, e con  il contributo della Regione Venetodedica il suo sua diciassettesimo appuntamento alle Polifonie Dong (Cina Meridionale), invitando il gruppo Dong Folk Chorus del Dimen Dong Culture Eco-Museum formato da cantanti provenienti da diversi villaggi della provincia cinese di Guizhou. Come consuetudine il confronto con la polifonia Dong sarà disposto in due fasi distinte: un seminario pomeridiano di analisi e approfondimento, con la partecipazione di Joanna Lee (Hong Kong University), specialista della musica Dong, impegnata nel processo di riconoscimento Unesco di questa pratica polifonica e nella fondazione del Dimen Dong Culture Eco-Museum e a seguire il concerto del gruppo Dong Folk Chorus. Le pratiche vocali Dong sono rappresentate soprattutto dalla combinazione di grande gruppo denominata “da ge”, che si potrebbe tradurre con l’espressione “grande canzone”, oppure “grande coro”, proprio in riferimento al numero dei vocalisti che possono, spontaneamente o in maniera più organizzata, partecipare direttamente all’esecuzione.


 

 

Il teatro musicale di Luciano Berio

Luciano Berio, schizzo autografo per Cronaca del Luogo (particolare) © Talia Pecker Berio; Basilea, Fondazione Paul Sacher, Fondo Luciano Berio, per gentile concessione


 

Nei giorni 28 e 29 settembre 2013 avranno luogo le due giornate conclusive della rassegna Il teatro musicale di Luciano Berio che, inaugurata alla Fondazione Giorgio Cini nel settembre 2010, e organizzata dall’Istituto per la Musica, si avvale della collaborazione dell’Université Paris 8 e del Centro Studi Luciano Berio. Nella prima giornata verranno discussi aspetti filologici, letterari e tecnologici dell’ultima composizione che Berio destinò alle scene: Cronaca del Luogo. La seconda giornata è dedicata a una riflessione  complessiva sull’itinerario di Berio nel campo del teatro. Interverranno Gianmario Borio, Angela Ida De Benedictis, Giordano Ferrari, Francesco Giomi, Michal Grover-Friedlander, Massimiliano Locanto, Ulrich Mosch, Talia Pecker Berio, Alessandro Roccatagliati, Gianfranco Vinay. La pubblicazione parziale dei contributi è consultabile nel sito www2.univ-paris8.fr/DMCE. Per il 2015 è prevista la pubblicazione a stampa dell’intero ciclo.

Musica e cultura armena nel mondo ottomano

Musica e cultura armena nel mondo ottomano

Giornata di studi a cura di Giovanni De Zorzi
in collaborazione con Dipartimento di Filosofia e beni Culturali, Università Ca’ Foscari Venezia

Interventi
Giampiero Bellingeri, Benedetta Contin, Giovanni De Zorzi, Kudsi Erguner, Giovanni Giuriati, Aram Kerovpyan, Minas Lourian, Paola Mildonian, Jacob Olley, Luigi Perissinotto, Boghos Levon Zekiyan

Venezia, 8 aprile 2013 – ore 9.30
Aula Baratto, Ca’ Foscari sede centrale

Programma

• Saluti inaugurali e considerazioni introduttive

Luigi Perissinotto Università Ca’ Foscari Venezia
Giovanni Giuriati Istituto Interculturale di Studi Musicali
Comparati (IISMC) Fondazione Giorgio Cini, Venezia
Minas Lourian, Centro Studi e Documentazione della
Cultura Armena, Venezia

10.00 Giampiero Bellingeri, Università Ca’ Foscari Venezia
D’altro canto: contributi armeni alla conoscenza veneziana 
del mondo ottomano

10.30 Giovanni De Zorzi,Università Ca’ Foscari Venezia
Il Bîrûn veneziano, la sua estetica e il suo tema per il 2013

11.00 Kudsi Erguner, Rotterdam Conservatorium / Codarts University for the Performing Arts, direttore
artistico del progetto Bîrûn
I compositori armeni d’Istanbul e il declino dell’impero ottomano

11.30Aram Kerovpyan, musicista, musicologo, direttore dell’Ensemble AKN Overcoming Clichés in the Study of Classical Ottoman Music

12.00 Benedetta Contin, Università Ca’ Foscari Venezia
I trovatori armeni (ashugh) d’epoca ottomana

13.00-15.00 Pausa

15.00 Paola Mildonian, Università Ca’ Foscari Venezia
Il canzoniere armeno di Sayat‘ Nova

15.30 Jacob Olley, King’s College, London
Writing the Changes: Hamparsum Notation and Variation in the Ottoman Instrumental Repertoire

16.00 Boghos Levon Zekiyan, Università Ca’ Foscari Venezia
Quali minoranze nella realtà ottomana e quale la loro identità nella compagine dell’impero? Alcune riflessioni 
per un giusto approccio metodologico

Discussione conclusiva

VERDI ON STAGE Le opere di Verdi e il teatro di regia

VERDI ON STAGE
Le opere di Verdi e il teatro di regia

In occasione dei duecento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi e nel contesto delle numerose celebrazioni promosse da diverse istituzioni italiane e internazionali, il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo e l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini organizzano un convegno, a cura di Maria Ida Biggi e Michele Girardi, sulla messinscena contemporanea del teatro verdiano.

Programma

Ore 10.00
La messinscena verdiana, da ieri a oggi 
Introduzione di Maria Ida Biggi e Michele Girardi
Intervengono: Alessandra Campana, Gerardo Guccini, Clemens Risi, Mercedes Viale Ferrero
Ore 15.00
Lo spettacolo verdiano oggi 
Tavola rotonda